Ferrarino anno11- num1

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Periodico di informazione e discussione dell’IISS “F.  Ferrara” - Palermo anno 11 n. 1 novembre 2015

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sett i graz mane in ie a Inse l PO Spagna rto N C spec 1l iale a pag.

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mus+ con L’Eras In Svezia

pag.3

Mobilità sociale e merito pag.5

alità accolto Il Parlamento della Leg pag.7 all’Università di Palermo


Edi tori ale

Contro il terrorismo facciamo muro

S

icuramente il 13 novembre 2015 rimarrà una data storica, al pari dell’11 settembre 2001. Europa e Stati Uniti accomunati dal dolore e dall’angoscia provocati da disumane stragi terroristiche. Se lo sconforto e il disorientamento che ne derivano sono comprensibili, non bisogna però lasciare che l’odio abbia su di noi il sopravvento. È necessario anzitutto conoscere, analizzare, riflettere e agire sulla base del buon senso poiché il rischio di compiere atti irrazionali è concreto. Il primo passo da compiere nella giusta direzione è abbandonare la nostra autoreferenzialità culturale - che ci fa considerare sempre protagonisti di ogni evento - per provare dolore e cordoglio anche quando il sangue viene sparso al museo del Bardo, sulle spiagge di Sharm El Sheik.., a Beirut o nei cieli del Sinai. Gli atti di terrorismo sono crimini disumani e brutali perché negano il diritto alla vita e alla libertà dell’individuo a prescindere dalla religione, dalla lingua o etnia e pertanto vanno sempre condannati. A qualunque latitudine abitiamo dobbiamo sempre ricordare che apparteniamo tutti all’unico genere umano per questo è insensato erigere muri fra noi quando invece dovremmo fare muro contro il fanatismo di ogni specie. Quello in atto è

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ISS Francesco Ferrara Palermo Nella foto di copertina, gli alunni coinvolti nello stage linguistico “Ampliar Horizontes” davanti alla Fuente Mágica del Montjuic, di Barcellona. Accanto, la redazione del corrente a.s.

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erroneamente considerato da molti un conflitto fra civiltà ma, a ben vedere, si tratta in primo luogo di una guerra interislamica nella quale la parte fondamentalista tende a creare il caos per conquistare un potere assoluto che è l’esatta negazione della libertà dell’uomo. Sarebbe un grave errore quindi identificare il fondamentalismo

con l’Islam che è una religione che riconosce il valore della vita e rifiuta il ricorso alla violenza. La possibilità di sconfiggere il terrorismo sta nel raccogliere le forze moderate a cominciare dai tanti musulmani che si sono dissociati da tali violenze e con i quali condividiamo la quotidianità della nostra vita. Sta nel confronto dialettico tra le parti e nella condivisione di valori universali come da anni avviene nella nostra scuola in cui alunni di culture diverse condividono un percorso educativo comune. Avremmo voluto dedicare in

questo numero uno spazio maggiore alle stragi di Parigi con le riflessioni dei nostri giovani redattori ma per ragioni editoriali non è stato possibile nell’edizione cartacea. Tuttavia sul Ferrarino online (www.alboscuole/111374) troverete gli articoli che via via verranno pubblicati. In questo caso, le nuove tecnologie ci vengono in aiuto e sono proprio queste che hanno ispirato gli articoli di pagina 14. Inoltre, rispettando quella che ormai è divenuta una tradizione del Ferrarino, nel primo numero del nuovo anno scolastico, pubblichiamo le foto delle prime classi alle quali diamo il nostro più caloroso benvenuto. Sappiamo già che le nuove leve si sono ben inserite nel nostro Istituto, ci auguriamo quindi che, grazie al loro impegno, possano tenere alto il nome della nostra scuola! Ricordiamo a tutti voi che è possibile contribuire alla crescita del nostro giornale anche attraverso le vostre riflessioni, i vostri disegni, le foto e le poesie che potrete inviare al il ferrarino@libero.it La Redazione

Sommario

3 Erasmus+ 4 Ferrara news 5 Mobilità sociale 6 7

e merito

Il Parlamento della Legalità Il Ferrara a Palazzo Steri Non solo estetica

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Speciale PON C1 futuro

La banca nell’era digitale Connettiamoci con la realtà Non impariamo mai dalla Storia

16 Tutti diversi tutti 17 18 19 20

uguali

La famiglia Bélier Sporti & relax Musicalmente I vostri Click

Il Ferrarino Periodico dell’IISS “F. Ferrara” - Palermo Tel 091332721 www.iissfrancescoferrara.gov.it Anno 11 n. 1 Nov. 2015 Comitato di redazione: Sara Cippo, Rosalia Gulino, Sara Testa, Clara Mancino, Roberta Borelli (IVM) Claudia Puccio, Eleonora Balistreri, Chiara Arrivas (VM) Irene Anello (IIIQ) Passavia Giulia (VC ) Erradi. Firdaus (IVR ) Paternò Roberto (VR) Roberta La Perna IV S Luisa Sajola VS, Costantino Girolamo (IIE) Gabriele Caccamo (VA)

Docenti impegnati nel progetto: G. Calì, V. Muscato, C. Prainito

Stampa:

Tipolitografia Fiorello Via Castiglia, 69 90047 Partinico (PA)


In Svezia con l’Erasmus+ Scuole da sogno e atmosfera bellissima! di Luisa Sajola VS Dopo il meeting in Spagna e quello in Polonia, il giorno 11 ottobre scorso è arrivato il turno della Svezia! Fra Goteborg, Kungsbacka e paesini affiliati, il nostro piccolo gruppetto di sole ragazze, accompagnate dalla prof.ssa Ganci, è riuscito a portare, nel freddo svedese, un po' d'allegria e di sole tra i vari gruppi partecipanti al progetto Erasmus+. In una settimana ci siamo affidate esclusivamente alle nostre

capacità linguistiche (e non solo), riuscendo a stringere conoscenze con svedesi, turchi, spagnoli e molti altri ancora! Abbiamo vissuto un sogno in una delle scuole svedesi, sentendoci seriamente in un film americano; armadietti, caffetterie, mense, laboratori di meccanica dove i ragazzi lavoravano realmente sulle macchine, laboratori di cucina degni di Masterchef e chi più ne ha più ne metta. (Guardando la foto sopra avete per caso pensato che ci troviamo in un ristoran-

te? Niente affatto! Siamo sempre nella scuola che ci ha ospitato). Ci hanno lasciato a bocca aperta, e ognuna di noi non faceva che pensare: "Trasferiamoci immediatamente qui". Lì ogni cosa ha un suo fascino, una bellezza preservata e mantenuta con cura, un mondo a parte. Ragazzi, lì hanno il wi-fi e le prese per ricaricare il cellulare persino nei pullman! Ma soprattutto, lì sono tutti biondissimi. A parte ciò, abbiamo seriamente visto cose meravigliose. Ciò che ho trovato maggiormente interessante è stato il museo dei vichinghi, dove sono ricostruite le antiche e ormai perse abitazioni. Da telefilm addicted quale sono, ancora una volta ho avuto la sensazione di vivere in una qualche puntata di una serie tv storica. Che volete farci? Era incredibile! Così, con al collo la mia Nikon, ho fotografato ogni cosa stuzzicasse il mio occhio, trovando bellissima l'atmosfera che

regnava tra le strade, i negozi, gli alberi e... oh, ecco, dimenticavo: lì ci sono parchi immensi, la natura non è solo una parte della città, un ornamento... lì la natura è la bellezza stessa della città, crea un'armonia che induce ad una pace dei sensi invidiabile. Anyway, dopo aver visitato numerose cittadine, ci siamo dirette verso la capitale: Stoccolma, una piccola città, una grande bellezza. Municipio, negozi caratteristici, souvenir, giri turistici, Museo del Nobel e, infine, il Museo Vasa, qualcosa di spettacolare. Così tanto da vedere e così poco tempo a disposizione, ma ciò che abbiamo vissuto rimarrà sempre impresso nei nostri cuori, in modo indelebile. Dunque, ragazzi e ragazze del Ferrara, se mai avrete voglia di invidiare una nazione per la sua bellezza disarmante, prendete in considerazione la Svezia e vi assicuro che non ve ne pentirete.

Chi dona sangue dona vita Incontro con l’associazione AVIS Nella foto a dx, la dott.ssa Manganaro dell’AVIS in aula magna con gli alunni di quinta in un incontro di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue. L’occasione è servita anche per preparare gli alunni che giorno 16 novembre scorso hanno avuto la possibilità di effettuare la loro prima donazione. Attraverso incontri come questi, la nostra scuola intende sostenere l’impegno sociale di Associazioni come l’AVIS nella convinzione che contribuiscano alla crescita umana dei nostri alunni.

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Fer rar a new s

L’esperienza affascinante della ricerca di sé Al teatro per riflettere sull’identità di genere

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lex è agender o genderless? Nel gergo dell’isola di Samoa Alex è fa’afafine, è libero di essere né solo maschio né solo femmina. Così, i giorni pari è femmina e i giorni dispari è maschio. La sua identità fluida, scivola dal maschile al femminile e svicola dalle etichette sociali che il gruppo vorrebbe imporgli. Per i compagni di scuola, per i professori, per i suoi stessi genitori Alex è maschio, è un individuo definito da cui tutti si attendono comportamenti riconducibili al ruolo di maschio. Ma Alex poi si innamora di Elliot, un suo compagno di scuola, e allora l’identità preconfezionata che la famiglia e la società gli stavano cucendo addosso si lacera. Alex, schernito e discriminato si chiude in camera sua e si rifiuta di andare a scuola, si rifiuta di vivere perché si sente

rifiutato; col pensiero fugge lontano, a Samoa, nel mondo libero degli fa’afafine fino a quando i genitori non troveranno il modo giusto per rassicurarlo – “troverai qualcuno che ti amerà così come sei” gli dirà la madre! - e affronteranno con lui il mondo e i suoi ciechi pregiudizi.

Questa favola teatrale, scritta dal giovane regista Giuliano Scarpinato e rappresentata presso il Teatro Biondo, affronta con garbo il delicato e spesso frainteso tema dell’identità di genere che è la percezione che una persona può avere di sé come individuo (maschio, femmina, né maschio né femmina

Professori che vanno... professori che vengono

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ome di consueto, nel primo numero del nuovo anno scolastico, dedichiamo uno spazio ai docenti non più in servizio nella nostra scuola e a coloro che ne hanno preso il posto. Quest’anno, è stata la volta

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delle professoresse Amari e Ferrante i cui anni di servizio al Ferrara sembrano quasi da record. Nel salutare i docenti che si stanno godendo la meritata pensione e che speriamo rimangano tra i nostri più affe-

zionati lettori, diamo anche il più caloroso benvenuto ai professori che per la prima volta sono al Ferrara o vi hanno fatto ritorno dopo aver insegnato in altre scuole: Accurso, Amore, Aragona, Bonini, Camarrone, Cannizzo, Caruso, Castelli L., De Paoli, Di Maria, Dolcemascolo, Farina, Fidelio, Frangiamone, Galati, Iannotta, La Tona, Lo Cicero, Mangione Marco, Mizzon, Monforte, Muscarnera, Napoli, Puleo, Pupello, Ricchiari, Riccobene, Urso Russo, Valentino, Valenza, Zimmardi. Nella foto, le prof.sse Amari e Ferrante durante la cena che i colleghi hanno organizzato per salutarle.

o ancora androgino, cioè sia maschio sia femmina). Nel dibattito che è seguito allo spettacolo, e a cui hanno partecipato alcuni alunni della classi IE, I TT e I TA insieme ai docenti accompagnatori, tutti noi abbiamo avuto modo di pensare, confrontandoci, con attori e pedagogisti, sulla superficialità con cui la società occidentale spesso affronta un tema tanto complesso, ridicolizzandolo o tacciandolo di oscenità per falso perbenismo. Nella civilissima cultura occidentale forse quel che manca è il rispetto che la società samoana riserva a tutti gli individui che sin da piccoli sono liberi di scegliere d’essere se stessi senza essere costretti a conformarsi in rigidi ruoli di genere. Prof.ssa Claudia Prainito Nella foto alcuni alunni di prima presso il teatro Biondo

Elezioni studentesche Ecco i nuovi eletti: Consulta Provinciale Tarantino Giovanni (195 voti)

Lucania Silvia (165 voti)

Consiglio d’Istituto Randazzo Giovanni (193 voti) Scrò Lupe (188 voti) Lindiner Maria Rita (135 voti) Madonia Federica (51 voti)

Gli altri componenti del Consiglio d’Istituto Docenti: Basile, Davì, Di Salvo, Gullo, La Bruna, Prainito, Versace. Genitori: Antonio Guarneri, Alvaro Puccio Personale ATA : Maria Teresa Iacono Santi Venuto


“Mobilità sociale e merito” Il Ferrara tra le 26 scuole secondarie in Italia coinvolte nel progetto della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa di Eleonora Balistreri Da tre anni, la nostra scuola dà l’opportunità, ai suoi alunni più meritevoli, di partecipare al progetto “Mobilità Sociale e Merito”, un percorso di orientamento universitario, in collaborazione con la Scuola Superiore S.Anna di Pisa, che si conclude proprio quest’anno. Nel corso di questi anni, con gli studenti-tutors del Sant’Anna, abbiamo svolto numerosi incontri, durante i quali abbiamo approfondito diversi temi, per meglio comprendere le nostre inclinazioni e affrontare con maggiore consapevolezza i nostri futuri percorsi di studi. A conclusione di questo bellissimo cammino formativo, dal 02 al 05-10-2015, noi ferrarini e, a turnazione, altri ragazzi, provenienti da scuole superiori di tutta Italia, ci siamo recati alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa e poi al Campus SIAF di Volterra, per presentare il lavoro di gruppo “Ce l’ho fatta!”, ovvero un’intervista rivolta ad un personaggio, che secondo noi ce l’ha fatta nella vita; la nostra scelta è caduta sulla nota comica, cabarettista,

attrice e conduttrice televisiva palermitana Teresa Mannino. Venerdì 2 Ottobre siamo arrivati all’Istituto S. Anna e siamo stati accolti da tutti i tutors e dagli insegnanti della scuola, successivamente siamo stati divisi in gruppi misti, per approfondire la conoscenza con ragazzi di altre scuole d’Italia , quindi abbiamo ricevuto i saluti dal vicario della scuola e ci è stato presentato il percorso che avremmo svolto nei giorni seguenti, dalla prof.ssa Sabina Nuti, Coordinatore Scientifico del progetto “Mobilità Sociale e Merito”. Abbiamo soggiornato a Volterra, presso il campus SIAF, riservato agli studenti, un ambiente molto ben organizzato e con camere e spazi accoglienti. Durante questi tre giorni abbiamo svolto molte attività ludiche di gruppo ed abbiamo stretto amicizia con tanti altri ragazzi, che come noi sono stati coinvolti nel progetto, perciò, oltre ad una splendida esperienza formativa, è stata anche umanamente molto divertente e piacevole, anche

A cosa serve la scuola? di Sara Testa IV M Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è chiesto a cosa serve lo studio di alcune materie scolastiche, ma perchè non pensiamo allo scopo che ha la scuola? Alcuni vanno a scuola per obbligo dei genitori, altri per passatempo, e qualcuno per piacere.. ma chi di noi va a scuola per il piacere di imparare qualcosa? La scuola è un luogo dove si apprende la libertà, il ragionamento, dove ci si confronta per migliorarsi, e imparare a vivere bene tra

perché ci è stata data la possibilità di visitare Pisa e di recarci presso l’Istituto di Biorobotica. Sono state organizzate vere e proprie lezioni universitarie, tenute da preparatissimi professori, che ci sono state utili per conoscere questo “mondo” e per essere più preparati su ciò che ci aspetterà in futuro. A questo proposito abbiamo svolto anche una simulazione di un test di accesso all’Università, che è stato successivamente corretto ed approfondito con suggerimenti e strategie, da applicare quando ce ne troveremo davanti uno reale, in modo tale che sapremo già di cosa si tratta e come affrontarlo al meglio. L’esperienza di quei giorni per me è stata preziosa e, credo, per tutti, per comprendere davvero che porsi degli obiettivi è importante e che bisogna profondere molto impegno per raggiungerli, ma, soprattutto, che la forza di volontà è fondamentale per raggiungere gli obiettivi che ci si è proposti. Tutto questo indipendentemente dalle situazioni economiche e sociali di appartenenza; infatti, l’articolo 34 della

Costituzione italiana, messo in risalto dai promotori del progetto, afferma che: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno DIRITTO di raggiungere i gradi più alti degli STUDI.” Sono contenta di aver partecipato a questo Progetto e di aver conosciuto tutte le persone meravigliose che l’hanno organizzato e gestito. Penso che tutti debbano avere la possibilità di parteciparvi, per avere idee più chiare sul proprio futuro, per avere una maggiore consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità e per comprendere che la realizzazione personale è importante nella vita di ciascun individuo. Trovare la propria strada e amare ciò che si fa è l’unica via per sentirsi appagati sempre. Nella foto, gli alunni del Ferrara e la prof.ssa Mangione durante la loro video-intervista a Teresa Mannino presso il “Liceo Galilei” di Palermo. Il progetto ha coinvolto complessivamente circa 300 studenti provenienti da sei province (Milano, Massa, Prato, Napoli, Palermo e Cagliari).

la gente, imparare a rivoluzionare quello che ci appartiene, imparare a superare le difficoltà da soli, per cercare di separarci da chi ci ha cresciuto. Oggi nonostante tutte le innovazioni e il progresso, la mente dei nostri genitori è sempre indietro. Il genitore si sente in dovere di difendere il figlio anche quando sbaglia, giustificandolo e sparando sentenze sui professori. Cosi' facendo non capiscono che distruggono tutto quello che i professori, chi piu' chi meno, costruiscono. Un ragazzo a cui viene privato il diritto di sbagliare è un ragazzo a cui è stato rubato il futuro. Tutto quello che la scuola fa è formarci per la vita fuori da questo ambiente, a livello lavorativo e non. Un ragazzo ignorante sarà sempre succube di altri e mai padrone della propria vita, perchè la cultura e un cervello pensante è sinonimo di minaccia per chi adesso ci vuole tenere in pugno. E mai come oggi il nostro Paese ha bisogno di istruzione.

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"La Scuola sconfiggerà la mafia" Il Parlamento della Legalità Internazionale a Napoli con il Presidente Mattarella per l’inaugurazione dell’a.s. Ne siamo certi: la cultura può sconfiggere ogni forma di violenza e di mafia. Ne siamo certi: la dignità dell'Uomo non ha un prezzo e solo chi è libero da compromessi riuscirà a dare voce e bellezza a quanto alberga nel cuore degli onesti. Sono questi i pensieri che ci hanno incoraggiati a partecipare, con entusiasmo e gioia, all'appuntamento annuale con il mondo degli studenti, con chi ogni mattina si alza e riempiendo il proprio zaino di sogni, speranze, valori veri, affetti più o meno profondi, riesce a varcare il portone

"della vita" dove non sempre le interrogazioni hanno esito positivo. Incontrare tanti giovani provenienti da diverse parti d'Italia, riuscire a commuoverci dinnanzi un Presidente della Repubblica che profuma di popolo e sa essere coerentemente (e non di facciata) uno di noi ci porta a ridire che "nessuna notte sarà così lunga da impedire al giorno di ritornare. Sarà pura convinzione ma intanto noi ci crediamo, anzi vogliamo fortemente crederci. Sono certo che dinnanzi a un atrio scolastico napoletano, dinnanzi a tanti bambini e giovani arrivati da tutta Italia, i carnefici della mafia e della camorra avranno avuto, seppur per un attimo, un tremolio incontenibile nella coscienza. Noi del Parlamento della Legalità Internazionale eravamo proprio lì, quasi davanti il palco allestito con tanti colori e con il volto di un giovane studente napoletano ucciso dalla camorra. Eravamo lì attenti a fotografare con il cuore quelle parole che, prive di retorica,

ci avrebbero incoraggiati a non mollare. Il Presidente della repubblica, a cui abbiamo consegnato tantissime lettere e disegni realizzati dagli alunni/e della nostra scuola, si è fermato per incoraggiarci a non mollare e condividere insieme un percorso già segnato da tanti cittadini divenuti eroi per aver versato il proprio sangue per ciò che oggi viene proclamato "Uno Stato democratico dove Legalità e Fraternità trovano casa nel cuore di ogni uomo che non si può né comprare né vendere". La nostra sfida riprende fiato e siccome nessuno può e deve azzerare la bellezza dei sogni dei nostri giovani, continueremo al loro fianco a "svegliare l'aurora" nel cuore di chi ci crede e dire agli smarriti di cuore "Coraggio...poche ore e sarà L'Alba". I codardi e i vigliacchi faranno apparenti sogni tranquilli, noi sveglieremo la Vita nel cuore e nei pensieri di chi non vuol morire...di indifferenza. Nicolò Mannino

Pretendo un mondo a colori! Perché faccio parte del Parlamento della Legalità di Irene Anello III Q Fra tutti i colori esistenti, il nero e il grigio sono quelli che, da qualche tempo dipingono il nostro paese. Li vediamo nel mafioso siciliano che punta la pistola contro un bimbo innocente, nell'italiano che schiavizza colui che fugge dal proprio paese o nelle guerre in Afghanistan. Questi due colori hanno lentamente consumato la nostra società e il cuore dell' uomo espandendosi sempre di più ogni giorno. Non sarebbe meraviglioso, invece, vivere in un mondo a colori, come sognavano i nostri G. Falcone e P. Borsellino?

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Questi due eroi italiani hanno combattuto per cercare di riportare i colori della legalità e della libertà nella nostra terra corrotta. Caduti nella lotta contro la mafia, hanno cercato di far capire a noi cittadini italiani, partendo dalla Sicilia, che dobbiamo alzare la testa contro chi ha voluto farci credere che ''il silenzio è d'oro'', perché se il mondo è così invivibile e disastrato, non è solo per le ingiustizie, le violenze, le guerre, gli omicidi e gli errori commessi dai malvagi, ma per l'inoperosità del resto del popolo che se ne accorge e resta indifferente. Siamo noi che vediamo, dobbiamo riprenderci la nostra vita in mano e

non è restando a guardare che risolveremo le cose, perché indifferenza è sinonimo di inutilità. Gli ideali di Falcone e Borsellino miravano a questo; abolire ogni sorta di indifferenza e passività per promuovere i principi di legalità per i quali hanno dato la vita. Ma, cosa vuol dire legalità? E perchè è necessaria per il funzionamento di qualunque paese? È difficile dare una risposta precisa ad un concetto così vasto, perchè la legalità è qualcosa con la quale abbiamo a che fare tutti i giorni, o almeno dovremmo! (Segue accanto)


I l P arla me nt o d ell a Le g ali tà

“Voi siete il linguaggio dall’arcobaleno dopo la pioggia” Il Parlamento della Legalità Internaz. Multietnico accolto all'Università di Palermo Vedere queste foto è un'emozione. Un bellissimo traguardo vissuto con giovani studenti arrivati da ogni parte del mondo e che da tre anni cooperano con noi per dire sì alla vita, alla pace, alla speranza, chiedendo solo un mondo a colori dove amore e coerenza siano una cosa sola. Volti bellissimi, giovani stupendi che meritano solo di essere incoraggiati e non delusi. Siamo arrivati all'Università di Palermo per inaugurare la prima seduta ufficiale. Eletto presidente del parlamento multietnico il giovane Aka Emmanuel, arrivato a Palermo dalla Costa D'Avorio. E poi tanti meravigliosi studenti e studentesse che, eleganti, in un giorno di pioggia, hanno varcato il portone dell'Università. Con noi anche i piccoli ambasciatori, Ciccio, "ambasciatore dell'innocenza " e Maria Gabriella, "ambasciatrice della solidarietà". Al tavolo della presidenza Helga Guardi, Salvo Sardisco, Nicolò Mannino, il rettore Roberto La Galla, la dirigente scolastica Eliana Romano, la prof.ssa Mariella Palermo. A tutti l’augurio del rettore dell'Università che ha accolto i nostri “parlamentari” definendoli “il linguaggio dell'arcobaleno dopo la pioggia”. Nicolò Mannino Una delle cose che rendono libero un uomo è proprio il fatto che vi siano delle regole che gli consentono di vivere una vita serena nel rispetto degli altri e dell'ambiente.Tuttavia nella nostra società democratica, l'importanza delle leggi viene sottovalutata e con loro, spesso passa in secondo piano, anche il rispetto dei diritti e delle libertà altrui. D'altra parte, però, non mancano le persone che, come Falcone e Borsellino, perseguono il sogno e gli ideali di un mondo a colori, dove ogni individuo è libero di esercitare a pieno i propri diritti, rispettando la legge. (...) Anche in Italia, alcune persone, rischiando la propria vita, lottano in prima linea per difendere il nostro paese dalla violenza e dalla Mafia. A questi scopi sono sorti numerosi movimenti e associazioni antimafiose come il nostro Parlamento della Legalità Internazionale. La gente che lavora per questo singolare Parlamento, che profuma di noi giovani, ha deciso di dire

''Basta!'' alle prepotenze, alle ingiustizie e si attiva per promuovere i principi di legalità e per difendere i diritti di ogni individuo, partendo dai banchi di scuola; perchè è proprio a scuola che questo tipo di mentalità può essere combattuta. Gli insegnanti hanno la grande responsabilità di educare e guidare i discenti così come fa un genitore col proprio figlio, per far ciò si avvalgono dell'aiuto delle istituzioni e dell'esempio vivo e tangibile di chi nella legalità ci ha creduto davvero facendone il proprio scopo di vita. Quando sottovalutiamo l'importanza che ha la scuola, una legge, il rispetto della libertà del prossimo diventiamo noi gli artefici del grigio e del nero che hanno spazzato via l'arcobaleno dalla nostra terra! Un uomo libero non può definirsi tale se non è regolato dalle leggi. Un uomo ambizioso, non potrà realizzare i suoi sogni se non conoscerà nulla del mondo.

Un uomo che non è capace di rispettare gli altri non può pretendere il rispetto che merita. Come sarà il mondo se gli uomini che lo abitano non capiranno l'importanza di questi valori? Non credo vogliate saperlo, è arrivato il momento di cambiare ragazzi, siamo noi ad avere le armi necessarie per ridare bellezza alla nostra terra. Quelle armi sono le parole e il sapere e solo avendo un'istruzione potremmo utilizzarle. Proviamo ad alzare la voce, senza paura di quello che ci diranno. Basta silenzi!Basta essere omertosi! Basta piegarsi davanti alle minacce! Prendiamo in mano i pennelli e riportiamo i colori in questo paese, in nome della legalità e della libertà che ci rendono Uomini! (Per esigenze di spazio sono stati effettuati dei tagli all’articolo. Sul Ferrarino on line potete leggere la versione integrale.)

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Non solo estetica La classe IV M incontra il chirurgo plastico dott. Sebastiano Oieni di Rosalia Gulino IV M

Alzi la mano chi, sentendo parlare di chirurgia plastica, non abbia pensato per prima cosa alla chirurgia estetica! Eppure quest’ultima è solo una branca della chirurgia plastica . A chiarirci le idee sull’argomento, sono stati il dott. Sebastiano Oieni e il suo amico Marco che giorno 10 novembre scorso, grazie all’invito del conversatore di lingua inglese Paul Fullaway, sono venuti nella classe 4M per raccontarci la loro esperienza in Bangladesh (uno dei paesi più poveri al mondo). Sebastiano è laureato e specializzato in Chirurgia Plastica che, come detto, non comprende solo la Chirurgia Estetica ma si occupa anche delle varie malformazioni che si possono avere dalla nascita o a causa di un incidente. Il dottor Oieni, dopo aver raccontato brevemente la sua vita e il suo percorso di studio, ci ha mostrato delle foto di bambini e adulti che ha curato. In particolare, si è soffermato sul caso di una bambina che a causa di un’ustione al corpo è rimasta bloccata per 3 anni. Ma grazie all'aiuto del dottor Oieni, adesso conduce una vita normale. Fare il chirurgo è un mestiere che richiede coraggio, infatti il dottore ci

ha raccontato della paura che aveva quando curava ogni paziente. Per fortuna, tutti i casi curati in Bangladesh, nonostante la povertà, sono riusciti perfettamente e ciò grazie anche al sistema immunitario dei pazienti. È stata un’ora di lezione molto interessante, non solo per il contenuto ma anche per i bei ragazzi che erano.

Alla scoperta delle stelle. La visita del planetario a villa Filippina di Girolamo Costantino II E

Fin dall'origine dell'umanità l'uomo è stato sempre affascinato dalle stelle, dal cielo e dallo spazio. Dopo i primi studi sui pianeti e sulle stelle effettuati dai Maya, i Greci, ad esempio misero a punto un vero e proprio gioiello di artigianato, utilizzato per localizzare e calcolare la posizione di molti astri chiamato astrolabio. Il più audace studioso del cielo e delle stelle fu Galileo Galilei che rivoluzionò l'astronomia con l'invenzione del telescopio e grazie ad esso e ai suoi successivi perfezionamenti si è potuto conoscere sempre meglio il nostro sistema solare e studiare le galassie. Con l'andare dei secoli e lo sviluppo di nuove tecnologie sem-

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pre più sofisticate, si è creato una struttura dove "il cielo stellato è a portata di mano": il planetario. Il planetario è uno strumento ottico-meccanico che riprodu-

ce la volta celeste, cioè una specie di teatro con una volta a cupola, su cui, appunto si proiettano le immagini delle stelle, dei pianeti e dei loro reciproci movimenti. Il primo planetario

in Italia nacque a Roma nel 1928. In tutta Italia ci sono solo 40 planetari, tra cui uno di questi a Palermo, all'interno della Villa Filippina. Villa Filippina fu costruita nel 1755 per volere di Don Angelo Serio, sacerdote amante dell'arte appartenente alla Congregazione di S. Filippo Neri. Con la classe, accompagnati dalle docenti Di SalvoCavallaro, ci siamo recati in questa villa per approfondire le nostre conoscenze sullo spazio e sui pianeti. È stata un'esperienza molto interessante, grazie alla quale abbiamo capito che lo spazio rappresenta per l'uomo una nuova frontiera da conquistare e possiamo affermare che molte cose di esso sono a noi ancora sconosciute.


“Ampliar horizontes”

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Tre settimane in Spagna tra i banchi della Scuola Enforex di Barcellona grazie a un progetto PON C1 “Ampliar horizontes” è il titolo dello stage linguistico che a giugno scorso ha coinvolto 15 alunni del nostro Istituto. Il titolo appare quanto mai appropriato poiché viaggiare è sempre magico, è conoscere posti nuovi, capire gente diversa da noi, culture, lingue, tradizioni, usi, costumi e mentalità. Ci aiuta a conoscere noi stessi e gli altri, i nostri limiti e la capacità di apprendere e comprendere. Viaggiare, dunque, non è forse ampliare orizzonti? Il Progetto, finalizzato al conseguimento della certificazione linguistica DELE B1, è stato finanziato dal Fondo Sociale Europeo (Programma Operativo Nazionale, azione C.1) e si è articolato in un’attività formativa di 60 ore a Barcellona e in un corso di

consolidamento di 15 ore tenuto presso il nostro Istituto da un esperto madrelingua. Gli alunni coinvolti nel progetto, selezionati in base al criterio del merito e del reddito, sono stati 8 della classe terza del Liceo Linguistico e 7 della classe quarta dell’indirizzo Relazioni Internazionali. Gli alunni e i docenti Tutors accompagnatori, prof.ssa Grasso, prof. Colletti e prof. Fullaway, hanno alloggiato presso la Residencia Diputación Enforex mentre le lezioni si sono tenute presso la Scuola Enforex di Barcellona che si trova nel cuore della città, all’interno del quartiere residenziale dell’Eixample, noto per i suoi bar, ristoranti e la sua splendida architettura. Enforex è la più grande orga-

nizzazione in Spagna ed America Latina per l’insegnamento dello spagnolo come lingua straniera ed è accreditata dall’Università di Alcalá e dall’Instituto Cervantes, Ente riconosciuto in Italia dal MIUR. Le docenti che hanno seguito i nostri ragazzi, Laura e Carola, sono subito entrate in sintonia con i nostri alunni e ciò ha indubbiamente favorito il loro processo di apprendimento. Le docenti, giorno dopo giorno, hanno permesso agli studenti di potenziare tutte le abilità linguistiche, migliorare le conoscenze grammaticali e sviluppare le capacità interattive e di prepararsi nel contempo allo specifico esame finale DELE B1. Molti aspetti pragmatici della lingua parlata sono stati

uniti ad informazioni di carattere socio-culturale con il fine di permettere agli alunni di imparare divertendosi. Lo stage, della durata complessiva di 21 giorni, è iniziato il 3 giugno scorso a Barcellona e si è concluso con una visita di Madrid della durata di 3 giorni. Barcellona non ha certo bisogno di presentazioni: il suo ambiente internazionale, le sue strade antiche, i suoi stupendi monumenti modernisti... parlano da soli, lasciandoci meravigliati. Una città in cui imparare lo spagnolo significa anche imparare la storia e l'arte. Impossibile non innamorarsene! I docenti tutors Grasso, Colletti e Fullaway

Esperienza indimenticabile

Nella foto sopra gli alunni durante una lezione presso l’Enforex di Barcellona; In alto, presso il “Mirador” - Arenas de Barcelona.

Non potrò mai dimenticare Barcellona e i suoi unici monumenti come ad esempio Casa Battló, che a parer mio è bellissima. Mi ha colpito soprattutto la varietà dei colori e la sua forma "ondulante" che ricorda i movimenti del mare. Madrid, invece, non mi ha particolarmente affascinato, forse perché vi abbiamo trascorso solo gli ultimi 3 giorni del nostro stage e non abbiamo avuto modo di visitare con calma la città. Un'esperienza indimenticabile è stata la serata trascorsa a Barcellona in un pub chiamato El bosc de les fades dove, per salutare la nostra professoressa Grasso, abbiamo festeggiato bevendo la sangria, una tipica bevanda a base di vino e frutta. Tornare a casa, dopo 21 giorni, è stato molto difficile perché mi ero già abituata al genere di vita puntuale e preciso molto diverso da quello palermitano. È stata una bellissima esperienza, anche se la cucina spagnola non è tra le mie preferite. Consiglio a tutti di fare questa esperienza perché mi ha dato modo di conoscere e imparare meglio la lingua e anche la cultura e le loro tradizioni. Maurilia Guarneri

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Finalmente si parte! Cronaca della “rocambolesca” prima giornata“ “Professoressa, mi dispiace, ma questa alunna resta a terra !”. È a partire proprio da questa frase sconfortante che vorrei iniziare a raccontare il nostro viaggio a Barcellona. Tutto comincia alle ore 5.15 di mercoledì 3 giugno 2015, Aeroporto Internazionale di Palermo “Falcone e Borsellino”. Dopo esserci riuniti in prossimità della zona imbarchi Alitalia, particolarmente assonnati ma piuttosto eccitati per l’imminente partenza, io ed il prof. Fullaway, l’altro docente tutor accompagnatore, abbiamo iniziato a controllare la lista degli alunni per accertarci che tutti fossero presenti. In quel momento facciamo la terribile scoperta: nella lista passeggeri un’alunna era stata registrata con il cognome sbagliato. Un banale errore di trascrizione commesso dall’agenzia ma sufficiente per fare vivere a tutto il gruppo momenti di agitazione, terrore e panico. E soprattutto per farci smettere di sbadigliare !!! Che fare ? Ci siamo rivolti al responsabile di scalo dell’Alitalia che con tanto garbo ma anche con “distaccata freddezza” ci ha detto che la nostra alunna non sarebbe potuta partire con noi, proprio a causa dell’errore commesso al momento della prenotazione. L’unica possibilità era prenotare e imbarcarsi su un volo successi-

vo... ma da sola. Immaginate la confusione e la scena: l’alunna che sconfortata non riusciva a trattenere le lacrime, (insieme ai suoi 14 compagni di viaggio aveva desiderato ed atteso questo viaggio da mesi), i suoi compagni agitati, confusi, che con grande senso di solidarietà piangevano anche loro…..ma probabilmente perché temevano di non partire! Noi docenti, molto dibattuti e preoccupati, anche perché decidere di “lasciare a terra”, come si dice in gergo aeroportuale, l’alunna (minorenne), non era una decisione facile da prendere. Per fortuna erano presenti i suoi genitori che, con grande spirito di collaborazione, hanno accettato che la loro figlia partisse da sola. È inutile dire lo stato d’animo di tutti noi: siamo saliti su quell’aereo con tanto entusiasmo ma anche con una certa amarezza ed in particolar modo io ed il prof. Fullaway anche con molta ansia e preoccupazione. Il viaggio è filato via liscio…. bellissimo e i nostri alunni si sono comportati alla grande (ma ce lo aspettavamo … conoscendoli bene), anche coloro che viaggiavano in aereo per la prima volta, ed hanno mostrato grande senso di responsabilità e spirito di collaborazione. Arrivati all’Aeroporto di Barcellona- El Prat abbiamo tro-

vato ad attenderci Esteban, una guida della scuola e a bordo di un pullman abbiamo raggiunto la Residencia Diputación Enforex. Lì abbiamo ricevuto un’accoglienza “caliente”, tipica degli spagnoli. Il personale della Residencia, Begoña, la responsabile, Maria, la cuoca e Susana, l’aiutante, ci hanno subito fatto sentire a casa. Dopo aver trovato sistemazione nelle camere, aver pranzato e riposato un po’, abbiamo iniziato ad esplorare la città. Immediatamente i ragazzi si sono trovati a loro agio tra Las Ramblas o per dirlo in catalano Les Rambles, sempre affollatissima e sin da subito hanno iniziato a mettere in pratica la loro conoscenza dello spagnolo, chiedendo informazioni o semplicemente limitandosi ad ascoltare i passanti o a leggere i cartelli. Il pomeriggio è trascorso tranquillamente e anche la prima parte della serata. Ops! Avevamo ancora un piccolo problema da risolvere: attendere l’arrivo dell’alunna “lasciata” a Palermo. Così intorno alle ore 23, insieme ad un alunno maggiorenne sono ritornata in aeroporto per attendere l’arrivo del volo. Ovvio che

fin tanto che non l’ho sentita telefonicamente al suo arrivo a Barcellona e fino a quando non l’ho abbracciata e tenuta stretta per mano, quasi timorosa che potesse perdersi tra la folla, la mia tensione è stata altissima. Così, arrivati alla Residencia, tutto sembrava essersi risolto, ma era solo un’illusione. Al termine di una giornata iniziata prima dell’alba, carica emotivamente e piena di tensione ero pronta per un meritato riposo ma….. drin drin… squilla il telefono. Era la nostra “viaggiatrice solitaria” che con voce preoccupata mi avvisava che era rimasta fuori dalla camera in quanto le compagne di stanza si erano addormentate senza lasciare la porta socchiusa per permetterle di entrare. Quindi, frettolosamente mi sono rivestita ma, per fortuna, quando stavo per uscire dalla mia stanza sempre lei, la nostra “viaggiatrice solitaria” , mi ha chiamato per dirmi che dopo vari tentativi le compagne le avevano aperto la porta. Non c’è dubbio: un viaggio di andata a dir poco rocambolesco. Prof.ssa Mariella Grasso

BOSC DE LES FADES: un posto magico

Nella foto sopra, presso “La Ramblas”, di fronte l’ingresso del mercato “La Boquerìa”. In alto, presso il Parc Güell...

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Per festeggiare l'ultima sera a Barcellona e concludere al meglio la nostra bellissima esperienza, abbiamo deciso di trascorrere una serata al pub El Bosc de les Fades, dove abbiamo bevuto la sangria, tradizionale bevanda spagnola. Questo pub ricrea in perfetto stile fantasy il mondo delle creature fantastiche, una vera e propria foresta con fogliame e tronchi di albero. Nel locale sono presenti diversi misteri, illusioni ottiche e figure magiche spettrali, in grado di cogliere di sorpresa e affascinare i visitatori. Se vi trovate nei pressi della Rambla non potete non visitare questo pub che permette di sentirsi come in una favola. Gli alunni della IV M


Non solo lezioni tra i banchi Grazie alle escursioni e alle numerose visite dei monumenti di Barcellona gli alunni hanno potuto “immergersi” nella cultura catalana

Tra le attività previste dal progetto, oltre a quella didattica in senso stretto, altrettanto formative sono state le escursioni organizzate: dopo le lezioni gli alunni hanno avuto la possibilità di conoscere la città e la sua storia, grazie al supporto di una guida messa a disposizione dalla scuola, Joan, simpaticissimo e profondo conoscitore della città. Con la sua semplicità di linguaggio, in un castellano perfetto, con una battuta qua e là, è riuscito ad arrivare ad ogni allievo e a suscitare la loro curiosità. Per noi docenti è stato molto bello osservare come gli alunni fossero interessati alle sue spiegazioni, non certo solo perché era anche “guapo”, e come dimostrassero questo loro interesse chiedendogli ulteriori dettagli e spiegazioni. Non poteva certo mancare il tour organizzato sulle orme di Gaudì, il celeberrimo architetto che all’inizio del XX secolo rivoluzionò l’architettura della Cataluña, e del Modernismo con le visite alle famosissime Casa Battló, Casa Milá, La Sagrada Familia, all’interno della quale abbiamo anche visto la tomba di Antonio Gaudì, il Palau Güell, Palau de la Música, vero e proprio gioiello dell’architettura modernista. Abbiamo anche visitato il famosissimo Barrio Gótico, la Boquería, il mercato alimentare al coperto più famoso di Spagna e forse d’Europa; un’esperienza imperdibile per

chi visita Barcellona. Entrando nel mercato ci siamo ritrovati in un mondo a sé, dove profumi, suoni e colori sembravano quasi estranearci dal resto della città. Ancora, il Palau de la Municipalitat, la Catedral de la Santa Creu i Santa Eulàlia, dedicata alla Santa Croce e a Santa Eulalia (Santa patrona di Barcellona). Davvero suggestivo ed emozionante è stato percorrere la Baixada de Santa Eulàlia, una stradina nella quale abbiamo potuto ammirare una statua della santa, così profondamente legata al nostro Istituto (per chi non lo sapesse, la Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani è il monumento che il nostro Istituto ha adottato per tre anni, nell’ambito del progetto “Palermo apre le porte. La scuola adotta un monumento”). Altro momento suggestivo è stata la visita alla Fuente Mágica del Montjuic, che con i suoi giochi di luci, colori e musica offre uno spettacolo straordinario che tutti gli alunni hanno apprezzato; per non parlare delle lunghissime passeggiate anche notturne lungo Las Ramblas, a Plaza Cataluña ed alla Barceloneta, il quartiere di Barcellona con la spiaggia più vicina alla città. E che dire della visita al Monasterio de Montserrat che all'interno custodisce la Moreneta, la Madonna nera, una scultura di legno del XII secolo,

patrona della Catalogna dal 1881, oppure a Lloret de Mar, diventata una specie di Ibiza della terraferma, città dei divertimenti notturni, emblema della movida spagnola che, con le sue spiagge, in estate attira numerosi bagnanti, al pittoresco villaggio di Tossa de Mar, la cui costa, come tutta la Costa Brava, è di incantevole bellezza e nella cui spiaggia i nostri alunni hanno anche avuto la possibilità di fare il bagno e prendere il sole. E’ inutile nascondere che ci sono stati anche momenti in cui far andare d’accordo tutti i ragazzi non è stato facile; ognuno di loro voleva far valere le proprie idee, le esigenze di ogni singolo erano tra le più svariate e non dimentichiamoci che per molti di loro era la prima volta che si allontanavano da casa, dalle loro famiglie e dalle loro abitudini. Ma, per fortuna, ha sempre prevalso il buon senso e, grazie anche al rapporto di stima e di fiducia reciproca che io ed il prof. Fullaway siamo riusciti a stabilire con gli alunni, siamo stati in grado di risolvere nel migliore dei modi tutte le situazioni, specie quelle impreviste, che si sono presentate. Del resto si sa, proprio i momenti più difficili sono quelli che fanno crescere, alunni e professori. Grazie a questa esperienza i nostri alunni hanno sicuramente capito quale grande opportunità sia stata per loro studiare all’estero; vivere nei luoghi in cui si parla la lingua oggetto di studio sicuramente arricchisce il nostro bagaglio culturale e linguistico. Sono certa che ognuno di loro porterà per sempre dentro di sé il ricordo di questa esperienza incredibile, magnifica e per certi versi indescrivibile. Un’esperienza come questa segna per tutta la vita. Prof.ssa Mariella Grasso Nella foto in alto a sx, a Plaza Mayor, mangiando i churros. In alto a dx, la casa museo di Gaudì - Parc Güell.

Non puoi non innamorarti di Barcellona! Non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto l'opportunità di visitare la Spagna. Eppure ciò è accaduto grazie allo stage che la nostra scuola ci ha proposto. L’obiettivo principale è stato quello di migliorare la conoscenza della lingua spagnola in modo da poter affrontare, al ritorno in Italia, l'esame "DELE". In verità, però, non abbiamo solo studiato! Le escursioni dopo la scuola, nei weekend, ci hanno permesso di visitare i luoghi e i monumenti più importanti di Barcellona. Non puoi non innamorarti di questa città, ti affascina, ti conquista al primo sguardo. La Sagrada Familia, La Rambla, La Pedrera, Casa Batlò, Museo Picasso, Camp Nou; e poi gli spagnoli, persone molto cortesi, disponibili e ospitali. Questa breve permanenza in Spagna mi ha dato senza dubbio una maggiore conoscenza dello spagnolo ma, allo stesso tempo, mi ha permesso di conoscere gli usi e i costumi degli spagnoli. Tutto ciò è accaduto nel tempo libero, al di fuori delle lezioni e delle escursioni di gruppo, mentre mi ritrovavo a fare shopping con le mie compagne, tra le vie di Barcellona e nei quartieri più frequentati e rinomati. In definitiva, è stata un'esperienza che sicuramente non dimenticherò mai, e mi auguro un giorno di poter tornare in Spagna per dedicare più tempo a tutto ciò che ho visto e conosciuto. Uzaima Peerbocus

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¿Bienvenidos o benvinguts ? ¡Esta es la cuestión! Tutti sanno che il castigliano, o spagnolo che dir si voglia, è la lingua ufficiale dello Stato spagnolo. Ma non tutti sanno che in alcune Comunità autonome della Spagna si convive quotidianamente con il bilinguismo. È il caso della Cataluña, di cui Barcellona è la capitale. Qui il catalano, abbastanza diverso dallo spagnolo, è la lingua parlata da tutti, ma tutti parlano e capiscono anche lo spagnolo. Il catalano non è LA lingua ufficiale, bensì UNA lingua ufficiale: cioè ha lo status di lingua ufficiale alla pari del castigliano, un po' come succede in Italia in Alto Adige con italiano e tedesco. Per cui, niente paura, anche se gran parte dei cartelli pubblicitari e delle insegne parlano in catalano e le persone del luogo tra loro usano questa lingua, quando ti rivolgi a loro in spagnolo tutti ti capiscono e si fanno capire perché ti risponderanno in spagnolo. Se vi capita di andare a Barcellona ed entrare nei bar o nei ristoranti della città noterete che i menù sono multilingue e che oltreché in castigliano sono scritti in catalano. Qualche esempio? Tapas in catalano diventa tapes, pan con tomates (tapa nazionale da queste parti) diventa pa amb tomàquet, la longaniza (sorta di salame) diventa llonganissa e il formaggio è formatge (queso in castigliano). E se, arrivando in città con una cartina, non trovate il Paseo de Gràcia (la via più centrale e chic della città), niente paura, anche i nomi di tutte le vie e strade sono stati riportati al nome originale, in catalano. Cercate dunque il Passeig de Gràcia. Per le spiagge poi, dimenticate la playa o playas al plurale e dirigetevi pure verso les platges. Un palazzo non è un palacio ma un Palau, come il meraviglioso Palau de la Música Catalana, Plaza de España non esiste, al suo posto date un’occhiata a Plaça d’Espanya, dove, tra le altre cose, si trovano las arenas (les arenes in catalano), antica piazza dove si combattevano corride, abolite ormai in tutta la Catalogna. Oggi, il bel monumento ospita un grande centro commerciale, un po’ kitsch ma con uno splendido mirador sulla città. A proposito, se entrate in un negozio o in qualsiasi luogo pubblico per salutare dite bon dia (buon giorno) e per andare via Adéu, mentre se volete ringraziare potete usare merci (come in francese ma pronunciato senz’accento sulla vocale finale). La cortesia è sempre ben accetta e così por favor diventa si us plau; a qualcuno ricorda il francese? Ma certo, tutte le lingue romanze hanno come unica radice il latino e il catalano è una di queste. Per iniziare la giornata con un caffè, al bar domandate un tallat, il termine catalano per indicare il cortado (ovvero un espresso con una nuvola di latte). Qualunque sia la lingua usata, catalano o castigliano, Barcellona è un luogo dove è possibile imparare o migliorare le proprie conoscenze della lingua spagnola. E chi meglio dei nostri alunni può saperlo? Prof.ssa Mariella Grasso

È stato semplicemente stupendo È stata un’esperienza meravigliosa che consiglio a tutti. Abbiamo imparato tante cose nuove e visitato monumenti bellissimi. Per spostarci usavamo la metro grazie ai biglietti che la scuola ci ha fornito; era velocissima, pulitissima e in poco tempo arrivavamo a destinazione. L'ultimo fine settimana è stato dedicato alla visita di Madrid e del Museo del Prado. Abbiamo avuto anche la possibilità di pranzare all’Hard rock. Madrid è bellissima, ma Barcellona per me lo è di più! È stata un’esperienza stupenda, ci siamo divertiti tanto sia tra noi ragazzi sia con i proff. Noemi Miraglia

Ho realizzato un sogno Sono una persona che ama viaggiare e grazie alla nostra scuola ho potuto realizzare un mio sogno, andare a Barcellona. È stata un'esperienza davvero molto bella che rifarei senz'altro. Ricordo tutto con estremo piacere, dall'accoglienza ricevuta in aeroporto alla gentilezza di tutti i professori che ci hanno accompagnato in questa bellissima esperienza. Spero che in futuro gli alunni della nostra scuola possano avere la stessa opportunità che ho avuto io. Roberto Paternò

Una guida "guapa" Durante il nostro soggiorno a Barcellona, per la visita della città, siamo stati accompagnati da una guida davvero "guapa", il suo nome è Joan, un ragazzo catalano, alto, moro e barbuto. Noi tutte eravamo affascinate dal suo accento e dal suo modo vivace di spiegare i monumenti spagnoli. Uno dei posti che mi ha colpito maggiormente per i colori, per la vista mozzafiato, per lo stile architettonico è stato il Parc Güell. Martina Campanella

Tre settimane fantastiche E pensare che all’inizio ero indeciso se partecipare o meno. Adesso non vedo l’ora di tornarvi! In Spagna ho trascorso 3 settimane fantastiche. La Spagna è un Paese affascinante e dalle mille opportunità. Dopo qualche giorno d’incertezza iniziale, in poco tempo, grazie all’aiuto dei proff che mi hanno seguito, il mio spagnolo è migliorato non poco. Ma questa esperienza mi ha fatto crescere e maturare in tutti i sensi e non solo per la lingua! Nicolò Scalisi Nella foto accanto, “Las Ramblas”; In alto, “La Barceloneta”

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Fe rr ara New s

La Banca nell’era digitale L’incontro con le formatrici di Unicredit sull’alfabetizzazione finanziaria Non solo agenzia, ma anche nuovi "canali" per accedere ai servizi bancari! Nell'era Digitale la Banca diventa MULTICANALE e attribuisce un ruolo sempre più importante a SMARTPHONE e TABLET tanto che già si parla di cashless generation. Proprio per approfondire il tema dei vari strumenti di pagamento bancari ed in particolare quelli più innovativi, la nostra scuola ha aderito all’iniziativa di Unicredit che, giorno 12 novembre scorso, ha coinvolto in contemporanea su tutto il territorio nazionale 50 Istituti (scuole superiori ed università). Gli alunni delle classi V, così, in aula magna, dopo una lezione introduttiva, hanno avuto la possibilità di assistere alla proiezione di video pillole informative e di collegarsi in streaming con Matteo Corradini e Francesco Montanari. Al termine dell’incontro, le formatrici di Unicredit si sono complimentati per l’interesse mostrato dai nostri alunni. Nella foto in alto, alcuni alunni di quinta, le proff.sse Siciliano e Galati con la dott.ssa Alice Mellini formatrice di Unicredit. Nella foto accanto, la dott.ssa Anna Drago, formatrice di Unicredit, durante l’incontro in aula magna.

Il Commercio Estero e l’esportatore autorizzato La classe V R al convegno sulle semplificazioni doganali organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dall’associaz. spedizionieri doganali

L’Operatore Economico Autorizzato (AEO) è una nuova figura di “operatore economico affidabile” dal punto di vista doganale, uno “status” che attesta "la sicurezza e l’affidabilità doganale"

dell’Azienda attribuendole una posizione privilegiata nella catena logistica internazionale e conferendole una maggiore competitività spendibile a livello internazionale. Su questi temi, il 22 ottobre

scorso, presso la Sala Belvedere della Camera di Commercio di Palermo, si è tenuto un convegno al quale hanno partecipato gli alunni della classe quinta dell’indirizzo Relazioni Internazionale. L’occasione è servita per introdurre gli studenti al mondo del Commercio estero in vista del percorso di formazione teoricopratico che si realizzerà a breve in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane presso la sede dell’Agenzia stessa. Referente dell’iniziativa il docente di economia aziendale Maurizio Ardizzone. Nella foto, la dott.ssa Lucilla Cassarino, Direttore dell’Ufficio delle Dogane di Palermo, la prof.ssa Lo Iacono e gli alunni di V R..

Una tappa importante di Giulia Passavia VC Il quinto anno per ogni studente è una tappa importante del percorso scolastico. Per alcuni può rappresentare la fine degli studi, per altri la preparazione ad una nuova carriera universitaria. Siamo quasi tutti molto confusi riguardo il nostro futuro perché sentiamo che finalmente si sta avvicinando una vita diversa, un po’ più indipendente. Siamo stanchi e ansiosi per l’esame di maturità, “siamo con un piede fuori ed uno dentro”. Il quinto anno vedrai cose mai viste! Per molti quest’anno servirà per cominciare a studiare seriamente in vista degli esami (la paura fa anche questi brutti scherzi) Anche quei professori che qualche anno fa vedevamo come “mostri” sembreranno nostri amici, perché condivideranno quell'ansia per l'esame, questo ci legherà facendoci avere alle volte un rapporto di complicità.

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Pa rli amo ne

Tecno-dipendenti di Sara Cippo IV M PC, Tablet, Smartphone... sono tecnologie che ormai fanno parte della nostra vita e non possiamo più farne a meno. Sono poche le persone che oggi utilizzano queste apparecchiature solo in caso di bisogno. Quanti sono quelli che messaggiano di continuo, anche dopo un'intera mattinata trascorsa insieme? Quanti la prima cosa che fanno al mattino è quella di vedere se abbiamo notifiche nel nostro cellulare? Il 50% del tempo della nostra giornata è un continuo utilizzo di apparecchiature elettroniche. Siamo talmente applicati al mondo tecnologico, che scienziati, psicologi ed emittenti televisive si sono occupati di questo pericoloso fenomeno sociale. Dagli studi fatti è emerso che noi giovani abbiamo dei problemi nel relazionarci con i nostri coetanei o con la realtà; gli strumenti elettronici, spesso, determinano uno stato di passività mentale, riducono l'immaginazione, la concentrazione, l'abilità di esprimersi e di scrivere correttamente. Molti adolescenti smettono di andare a scuola, rimangono svegli fino a notte fonda o mettono la sveglia ad orari assurdi, pur di giocare online con i propri amici. D'altra parte, indagini ben diverse hanno dimostrato che, se utilizzata correttamente e in giusta misura, la tecnologia favorisce l'apprendimento, la creatività e la comunicazione. Molti hanno affermato che, grazie ad una messaggistica istantanea, riescono a parlare di ogni argomento, in qualsiasi parte della giornata, così riescono ad esprimersi più liberamente e a non sentirsi soli. Come si può vedere, si tratta di studi dagli esiti contrastanti, che mettono in evidenza i pro e i contro di una società, che ormai è gestita dagli strumenti tecnologici. Noi siamo il futuro della società, noi useremo tecnologie sempre più avanzate, noi baseremo la nostra vita su ciò. Ma cosa avremo in cambio? Certo, ci assicureranno l'istantaneità nei messaggi, la velocità nelle comunicazioni e sicurezza personale; ma, potranno mai sostituire la bellezza dei rapporti umani, come una volta? Continuando di questo passo, non potrebbero capovolgersi i ruoli? Forse sarà la tecnologia a controllare noi.

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Connettiamoci con la realtà !

di Erradi Firdaus IV R Cosa vuol dire essere connessi? Sono rimasta alla vecchia idea di “connessione”, quella che significa porre in relazione logica due o più elementi. Forse l’accezione attuale di questa parola ha perso un po’ di logica ed ha acquisito un po’ più della nostra frivolezza. I bombardamenti mediatici degli ultimi anni, l’esplosione del fenomeno “hashtag”, gli slogan elettorali, gli slogan per dire a tutti gli amici della rete che si è mangiato e bevuto, i concetti espressi tramite citazioni altrui, la pretesa di conoscere l’altro solo attraverso le sue pubblicazioni sui social: tutto questo ci ha resi barattoli vuoti da etichettare. La comunicazione è diventata labile, effimera, mediocre. Le parole vengono sempre meno pensate e sempre più usate come raffiche di mitra. Veloci, alla rinfusa. Anche vuote, purché di impatto. Si è schiavi di questo impellente bisogno di stare connessi in ogni momento della giornata e come se la digitazione del tasto “Like”cliccato in un secondo scarso, mentre si evita lo sguardo del vicino in ascensore – significasse qualcosa in termini di capacità o riuscita personali. L’uomo per sentirsi qualcosa ha

sempre avuto bisogno del branco. E’ facile notarlo dalla presentazione che tutti, senza pensare troppo, farebbero di loro stessi. “Sono Michele 20 anni, studente di ingegneria”. “Sono Marta 30 anni, dirigo un’associazione”. Nessuno mai si presenterebbe a qualcuno elencando la lista delle sue paure. E’ più importante mostrare fin da subito a che gruppo di umani si appartiene. E così i social hanno contribuito alla nascita di nuovi “branchi”, a quei gruppi sostenitori di determinati uomini o adolescenti che, a suon di mi piace, si fanno portavoce di questa o quella ideologia. E non importa tanto il contenuto quanto la forma, non importa nemmeno quanto bizzarri o immorali possano essere i messaggi lanciati e nemmeno quanto questi, a volte, possano ledere l’immagine o nel peggiore dei casi l’anima di qualcun’ altro. Ebbene, se proprio ci piace star connessi col mondo esterno, decidiamo se voler essere padroni o schiavi della connessione. Impariamo a capire da noi quando diventa il caso di prenderne le distanze. Ricordiamo che una frase scritta con l’intenzione di ferire, può far male davvero; che l’abuso di “condivisioni” può significare svuotare letteralmente quella che dovrebbe essere la sfera privata, la quale merita di essere accessibile solo a chi conta davvero. Recuperiamo un po’ più di contatto con le persone che ci circondano e accantoniamo per un po’ tutto questo bisogno di apparire. Ci farà bene rispolverare vecchi autori e levar la polvere dalle librerie. Ci farà bene concederci solo con chi sia davvero interessato a noi. Ci farà bene guardare oltre il nostro naso. Ci farebbe bene anche un po’ di sana solitudine.

Be careful, guys! Un “selfie” può uccidere più di uno squalo! di Roberta Borelli IV M (liceo linguistico) The self-timer most commonly called "selfie" it's a trend that by 2013 haunt Vip and the common people. Is to take a shot with ours Smartphone anywhere, anytime with anyone and the most of times share on social networks. The problem is that this isn't art, isn't reflection and at the moment they had the impression that they had a good appearance enough to get a good result on the social they posted the shot. The purpose isn't the investigation of it self but the approval /good opinion from friends or acquaintances. Often is funny, but sometimes these lead us to make things happen or not very agreeable. An article of the magazine "The Week" talk about it. The recent dates affirm that the death by selfie is more than death by shark. An example is the case of Courtney Sanford.. She was oh her car and she uploading a selfie during enjoying Happy by Pharrel William and while she public her photo she died. The snap appeared on facebook just one minute before the police received reports. So we have to be careful also when we are driving, walking on street and we should not do this in dangerous places, in order to avoid anything unpleasant. Be conscious and careful guys!


Non impariamo mai dalla Storia di Claudia Puccio VM Stiamo rovinando tutto. Avevamo un posto fantastico dove vivere. Che ce l'avesse donato Dio o la casualità degli eventi poco importa. Avevamo una terra feconda da coltivare e grazie alla quale poterci sfamare. Avevamo animali da poter coccolare e amare e che avrebbero fatto lo stesso, se non il triplo, nei nostri confronti. Avevamo fratelli da amare, aiutare, con i quali giocare, crescere e vivere. Adesso abbiamo un intero pianeta che soffre, animali e piante che chiedono pietà, gente che muore, che supplica, sopravvive, e altra che uccide. Aspettate! Perché tutto ciò? Ah sí, adesso ricordo: denaro & potere. Sí, perché camminano sempre insieme i due amichetti. L'uomo é convinto che queste siano le uniche cose importanti nella vita. Altri sono semplicemente cattivi, così, allo stato puro. Altri sono malati (anche se a volte è difficile capire la differenza tra un malato ed un cattivo perché è difficile riuscire a concepire come un uomo possa arrivare a fare certe cose). Ma non hanno ancora capito – nel XXI secolo!! – che le cose importanti non stanno su questa Terra. E il mio non é un discorso di carattere religioso, ve lo posso assicurare, sarei tra gli ultimi a

poter parlare da quel punto di vista. Parlo come umana, come cittadina di questo mondo. La vita é una sola, non passiamola a farci la guerra l'un l'altro! La Terra é una sola, non distruggiamola! Se non avete amore per Lei perché siete dei materialisti, e se non v'importa per voi stessi perché la vostra esistenza su questo pianeta non durerà ancora a lungo, fatelo per i vostri figli e nipoti, anche futuri. Fatelo per gli altri, se ve ne importa qualcosa, perché a questo mondo non ci siete solo voi! Stiamo tutti sulla stessa barca! Lo so, siamo tutti diversi, in fondo si sa, il mondo è bello perché è vario. Ed é giusto che siamo tutti diversi! Meno male anzi! Però sarebbe bello se tutti almeno ci comportassimo come vorremmo essere trattati. «Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso», non mi stancheró mai di dirlo! Molti mi danno della moralista, della buonista, ma io credo in ciò che vi sto dicendo e continuerò a ripetere che tutto ciò che sta accadendo é sbagliato, che dobbiamo cercare di migliorare questo mondo e le persone che ci circondano e per farlo dobbiamo prima migliorare noi stessi. Molti considerano la storia noiosa. Se v'immedesimaste in quelle guerre, in quelle carestie, in quelle crisi, credetemi, vi sembrerebbe tutto così familiare! Perché la sto-

Anonymous contro il terrorismo Di Gabriele Caccamo V A “Noi siamo Anonymous. Siamo legione. Non perdoniamo. Non dimentichiamo. Aspettateci!”, parole crude ma dirette, che formano il motto di Anonymous. Cos’è “Anonymous”? Anonymous è un gruppo di Hacktivist, nato all’incirca nel 2003, sul web, più precisamente nella “imageboard”, che si ispira alla pratica della pubblicazione anonima di immagini, dati, commenti. Questo gruppo, formato da persone di qualsiasi età, natura, provenienza, è nato per gioco, ma successivamente si è sviluppato, fino a diventare un’organizzazione fondamentale, che lotta per garantire la

libertà d’informazione, nei luoghi in cui vi sono governi che la limitano. Anonymous non ha una struttura, non ha una gerarchia o un capo, vuole essere un’entità comune, dove tutti possono dare il proprio contributo. Questa organizzazione attuò diversi interventi, a partire dal 2006. Nel 2008 il “Progetto Chanology” fu un atto di protesta contro la chiesa Scientology: il 14 gennaio 2008, un video prodotto da Scientology, con un'intervista a Tom Cruise, è stato prelevato da Internet e caricato su YouTube. Scientology ha accusato YouTube di violazione di copyright e ha chiesto la rimozione del video.

ria é un continuo ripetersi di eventi e con la razza umana gli eventi che accadono sono veramente sempre gli stessi. Certo, magari accadono in luoghi diversi, sicuramente in tempi diversi, ma tutto gira sempre attorno al vecchio duetto denaro & potere o semplicemente attorno a gente pazza. Tutto quello che stiamo vivendo oggi é la storia di domani, quindi quando un giorno i vostri figli e nipoti studieranno tutto questo a scuola e apparirà loro così lontano ed estraneo, dite loro che voi c’eravate. Dite loro ciò che avete provato. Raccontate loro anche la vostra versione dei fatti, perché no? Fate capire loro che non sono solo parole ammassate lì a caso; che non è una storiella raccontata per annoiare o perché qualcuno non aveva nulla da fare o per spaventare i bambini. Dovremmo imparare dalla storia, anche a questo serve studiare: «Ricordare per non dimenticare» recitava lo slogan di quest’anno per la Shoah. Dunque capite che ciò che noi o qualcun'altro stiamo vivendo oggi, qualcun'altro l'ha vissuto tanto tempo fa. Stessi sentimenti, stesse paure. Stesse conquiste, stesse sconfitte. Stiamo rovinando tutto, ma non è mai troppo tardi per cambiare.

In risposta Anonymous ha organizzato una serie di attacchi contro i siti Scientology, perché lo ritenevano una forma di censura. Tra il 2010 e il 2011 alcuni volontari di Anonymous, insieme ad altri hacker, sono andati in Tunisia e in Egitto, per aiutare i cittadini a ribellarsi contro un governo oppressore e dittatoriale, per farlo si sono introdotti nei sistemi informatici del governo e hanno messo il mondo al corrente della situazione, attraverso diversi siti internet e così hanno contribuito alla caduta del governo Il 13 novembre 2015, subito dopo l’attentato terroristico a Parigi, il gruppo di Anonymous ha lanciato l’hashtag #OpParis e dichiarato guerra alle attività di cyber propaganda. In un filmato diffuso in rete in più lingue vengono minacciati gli attentatori dello Stato Islamico. “Siamo sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi, non ci fermeremo, non dimenticheremo e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni”, afferma Anonymous.

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A go rà

Tutti diversi, tutti uguali

Noi siamo il mondo

Di Chiara Arrivas VM

di Claudia Puccio VM

Per molti di noi le realtà che non ci appartengono ci sono estranee, quasi inesistenti, quando, in verità, sono a un passo dalle nostre vite e, a volte, ne fanno parte, senza che noi ce ne rendiamo conto. Riflettendo sul tema della ”discriminazione sociale” e, pertanto, della non accettazione delle diversità, che, d'altronde, non fanno altro che accrescere il livello qualitativo della società, ci rendiamo sempre più conto di quanto la società subisca, da anni, l’effetto di una negligenza sempre più profonda e importante. Sentiamo parlare continuamente di contrasti o di vere e proprie guerre, non solo fisiche, ma anche verbali, causate dall’incapacità degli uomini di gestire le proprie diversità. Entrando più nel dettaglio, desidero parlare delle diversità psico-fisiche, note a tutti come ‘’handicap’’. Esistono vari tipi di handicap; ci sono quelli fisici e quelli psicologici, valutati in maniera differente, ma aventi la stessa origine, ossia, un trauma subito durante il

percorso della vita. Molti di noi non sono abituati a confrontarsi e a convivere con queste realtà e, di conseguenza, innalzano un muro invalicabile, costruito da pregiudizi e ignoranza. Questo muro, però, può essere abbattuto, semplicemente usando la solidarietà e l’empatia. Spesso le persone affette da

handicap sono le più vulnerabili e le più fragili, ma sono anche quelle che possono offrirci tanto affetto ed è proprio attraverso questo affetto, che possiamo imparare a relazionarci con loro e a scoprire nuove realtà che, se pur possono farci paura, ci stupiranno; delle realtà costituite da picco-

li attimi, ma con un’enorme importanza, se vissute da certe persone; delle realtà che potremmo rendere migliori, se solo riuscissimo ad accettare queste diversità, Tuttavia, oggi, l’handicap più grave non è quello delle persone fisiche, ma quello che grava sulle spalle della società, che non è in grado di accettare ognuno con le proprio differenze. Ormai la nostra società è talmente omologata, che basta avere 2 kg in più, per essere isolati o presi in giro, figuriamoci allora come deve essere difficile vivere in determinate condizioni. Per fortuna, però, il mondo è fatto anche di persone che riescono a cogliere anche gli aspetti, se pur impegnativi, positivi di queste realtà e a conviverci in modo sereno e costruttivo. Se solo riuscissimo a diffondere questo pensiero, come si diffondono i pregiudizi, il mondo sarebbe un posto migliore, dove vivere tutti ugualmente diversi.

“We Are The World?”, scritta da Michael Jackson e Lionel Richie nel 1985, interpretata dagli USA (United Support Artists), ha venduto 20 milioni di copie in tutto il mondo, guadagnando oltre 63 milioni di dollari, destinati all'Etiopia che in quegli anni stava vivendo un periodo di carestie. Credo che questa canzone sia sempre attuale considerando che gli uomini non imparano mai la lezione e continuano a farsi la guerra durante la loro breve esistenza su questo pianeta. Così ho pensato di ricordarla, di metterla in evidenza in un periodo come questo, di crisi, rabbia e tristezza; che sia d’ispirazione a tutti per creare un domani migliore, senza razzismo, senza guerre d’alcun tipo, senza odio. In fondo la speranza è l’ultima a morire! Vi riporto qui il testo in italiano dell’ultima strofa: “Quando sei triste e stanco, sembra non ci sia alcuna speranza, ma, se tu hai fiducia, non possiamo essere sconfitti. Rendiamoci conto che le cose potranno cambiare solo quando saremo uniti come una cosa sola”.

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La nuova droga di Gabriele Caccamo V A La chiamano la nuova droga, è la dipendenza dal gioco d’azzardo. Questo problema sta colpendo moltissime persone, in gran parte giovani. Sono circa 1 milione e mezzo le persone che oggi in Italia sono colpite dal gioco d'azzardo e sono in continua crescita. Secondo alcune fonti, lo Stato incassa circa 8 miliardi di euro l’anno e in questi 5 anni gli incassi delle macchinette sono cresciuti del 7760%. Queste slot non sono solo per adulti perché adesso in Italia sono nate anche delle sale giochi chiamate “Ticket Redemption” solo per bambini ma invece di vincere soldi (visto che la legge prevede che può giocare solo chi ha compiuto almeno 18 anni) vincono Tickets che se scambiati permettono di ottenere degli oggetti. Giocare sin da piccoli a questi giochi può causare gravi problemi da grandi. Il gioco spesso dà l'illusione di contrastare i veri problemi della vita, illudendosi che con le scommesse si possa risolvere qualsiasi tipo di problema soprattutto quello economico.

Cinema che passione! a cura di Claudia Puccio VM

La famiglia Bélier Immaginate una mattina di svegliarvi non più per le urla di vostra madre che vi forzano ad alzarvi, né per il rumore dei muratori nell'appartamento accanto e nemmeno per l’aspirapolvere che passa vostra madre il sabato mattina, ma magari per la luce del sole o per un brutto sogno o semplicemente perché avete dormito abbastanza. Immaginate di non poter sentire un clacson che vi suona per strada, di non poter sentire un telefono squillare o di non poter sentire un allarme che vi avverte di un pericolo. Immaginate di non poter più seguire la TV o ascoltare la musica, né di poter sentire la vostra voce o quella di un vostro caro. Silenzio. È questo ciò che ascolta costantemente un sordo. Probabilmente la maggior parte di noi non si è mai posto il problema, ma con questo film potrete assaggiare un po’ di questa vita. Parliamo de “La famiglia Bélier” (2014), si tratta di una commedia, dunque affronta il problema in maniera leggera e divertente, nonostante alcune scene siano inevitabilmente drammatiche.

La storia in questione – fittizia – è quella della famiglia Bélier, formata da padre, madre e figlio sordi e da una figlia udente. Quest’ultima, Paula, si ritrova a soli 16 anni a dover sbrigare gli affari di famiglia e a fare da interprete ai suoi genitori, finché un giorno non scopre di saper cantare bene e il suo professore di musica le proporrà di partecipare ad un concorso di canto a Parigi. Da qui affronterà una situazione sempre più complicata, in quanto dovrà occuparsi della scuola, degli affari, delle lezioni di canto e del padre che ha deciso di candidarsi come sindaco (con lo slogan «Je vous entends!», «Io vi ascolto»); inizierà così una lotta contro il tempo, contro la famiglia e contro se stessa. Il dramma consiste principalmente nel fatto che la madre, in quanto non udente, non può capire perché la figlia voglia fare la cantante; inoltre, si sa, per una madre è sempre difficile separarsi da un figlio. Scegliere cosa sia giusto per i propri figli è forse il lavoro più difficile di questo mondo: qualsiasi strada si prenda nella vita, non si potrà mai avere l’assoluta certezza della sua riuscita, quindi cercare di fare la cosa giusta non può che consistere

nel tentare di compiere la felicità delle persone amate. In fondo anche i nostri genitori sono stati ragazzi e anche loro alla nostra età avranno desiderato qualcosa che i loro genitori a loro volta non accettavano. Non dico che un genitore debba essere troppo accondiscendente, ma deve semplicemente cercare di mettersi nei panni del figlio e capire quanto siano importanti per lui i suoi sogni e le sue passioni, come anche un figlio deve cercare di capire le ragioni dei suoi genitori e i loro timori. La famiglia è il nostro piccolo mondo e brutta o bella che sia, è ciò che ci forma e ci rende ciò che siamo. Coltiviamo questa grande parte di noi per poter migliorare il piccolo mondo che ci circonda.

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Sport & relax

CUORE PALERMO

DIZIONARIO Siculo-Inglese

di Roberto Paternò V R Dopo un inizio di campionato davvero brillante, che vedeva i rosanero dopo sole 3 giornate addirittura al 2° posto in classifica a quota 7 punti, il Palermo nelle ultime 9 giornate ha offerto prestazioni non troppo esaltanti e di conseguenza una caduta libera verso le parti basse della classifica. Infatti, giunti alla 12° giornata, la compagine rosanero ha collezionato 4 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte, 4 delle quali consecutive. Un bottino molto magro visto l'inizio che faceva ben sperare tutti, anche i più scettici. Proprio in virtù di questo andazzo il presidente Zamparini, alla vigilia della gara casalinga contro il Chievo Verona, dà l’ultimatum a Iachini minacciando il suo eso-

nero in caso di mancata vittoria. Il Palermo fa il suo dovere, ma incredibilmente 2 giorni dopo la gara, il presidente decide di cambiare comunque guida e manda via il tecnico ascolano mettendosi, di fatto, tutto il popolo rosanero contro. Al suo posto arriva un tecnico già sulla panchina del Palermo nella stagione 2008/09 e che risponde al nome di Davide Ballardini, un allenatore che fa della tecnica e del possesso palla la sua filosofia di gioco. La qualità all’interno della rosa di certo non manca ed un giocatore che potrebbe fare la differenza, grazie alle sue giocate, è certamente "el mudo" Vazquez, capace di cambiare volto alla partita da solo. Ed è proprio in lui che tutti noi tifosi riponiamo le migliori spe-

Per allenare la mente 1) È figlio di tuo padre e di tua madre ma non è tuo fratello e neanche tua sorella. Chi è? 2) Se un mattone pesa un Kg più mezzo mattone, quanto pesa un mattone? Soluzione qui sotto al rovescio

“Per imparare”

(modi di dire o proverbi equivalenti)

ranze, per cercare di uscire da questo momento di crisi, magari aiutati anche dai gol del "violinista" Alberto Gilardino, fiore all'occhiello della campagna acquisti estiva. Non ci resta che goderci il resto del campionato, sperando di arrivare il prima possibile a quota 40 punti, per mettere fine al discorso salvezza, obiettivo dichiarato da tutti.

Il più ... Brutto degli italiani ...Oscar Rafone Famoso direttore dello zoo di Londra... Ser Pent Famoso sarto giapponese... Nakamisa Sumisura

A stitch in time saves nine (letteralmente: una cucitura in tempo ne evita nove) U’ puzzu ‘un si scava quannu hai siti Yeah, sure! Seeee, vabeeeè

“Pi babbiari”

(traduzioni letterali) When you need it you need it Quannu ci voli ci voli Only the spoon knows the saucepan’s troubles I guai ra pignata i sapi sulu u cuchiaru ca arrimina What are you talking about? Ma chi vo diiirriiii? What are you looking at? Chi ci taliii?

1) Sei tu. 2) due Kg

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Musi ca lme nte

Che mondo sarebbe senza la musica? a cura di Roberta La Perna IV S

Gli MTV European Music Awards 2015 Mi chiamo Roberta La Perna e da quest’anno mi occupo della rubrica dedicata al mondo della musica. Voglio inaugurare il primo numero di quest’anno parlando dei famosissimi MTV European Music Awards 2015, la cerimonia di premiazione delle canzoni che hanno avuto successo negli ultimi 12 mesi. La 21^ edizione degli MTV EMA 2015 si è tenuta nel Mediolanium Forum Assago di Milano in occasione dell’EXPO 2015, il 25 ottobre 2015. A dominare le nomination è stata la cantante Taylor Swift con ben 9 nomination, ma i veri protagonisti sono stati i vincitori, i Performance e anche i Presenter. A presentare lo show è stato il bravissimo ED Sheeran, insieme a Rudy Rose, fra i protagonisti dello show è anche stato il cantante canadese Justin Bieber che si è portato a casa ben 5 premi tra cui il “Best Male”, “Best US Act”, “Best North America Act”. Marco Mengoni invece si è aggiudicato il “Best Italian Act” e il “Best Europe Act”. Ma adesso parliamo dello show. ED Sheeran ha dimostra-

to di essere un grande presentatore, se l'è cavata, anche grazie ai suoi sketch divertenti. Ma oltre ad essere host, si è esibito e ha vinto il “Best Live” e il “Best World Stage”. Il primo ad esibirsi è stato il vincitore di 4 Grammy, il grande Macklemore con la sua Hit “Downtown”, che ha anche vinto il “Best Video”. Poi è toccato a Jason Derulo con la sua “Want To Want Me”, sebbene non si riuscisse a sentire bene la sua voce, ha incendiato il palco con i suoi passi di danza. Ellie Gouldin ha proposto la sua hit mondiale “Love Me Like You do”, ma la sua performance non è stata bellissima, aveva poca voce e la marcava solo sul ritornello. Dopo “i Rudimental” e Ed Sheeran, è stata la volta di Justin Bieber e a dir la verità è stata la performance peggiore della serata, cantava in playback e non sapeva muoversi bene. Jess Glynne, invece, ha dimostrato di essere una brava cantante mentre la performance di James Bay è stata un disastro. La nuova promessa del pop, Torri Kelly, ha cantato una cover di “Just Give Me a Reason” insieme al GRANDISSIMO Andrea Bocelli.

Questa è stata una delle esibizioni più belle della serata. Ma a chiudere la serata, con un messaggio di libertà, ci ha pensato uno dei più grandi cantanti del momento, Pharell Williams, con la sua nuova hit “Freedom”. Durante la sua esibizione in “Piazza del Duomo”, si sventolava una Bandiera della Libertà gigante, composta dalle immagini di tutte le bandiere del mondo per simboleggiare la nascita di Freedom, un paese ideale senza confini. Durante lo show c’è stato anche un omaggio a una delle band più famose al mondo, i DURAN DURAN, che hanno ritirato il premio “Video Visionary Award”. Tra i presenatori dei premi ci sono stati: le Fifth Harmony, il tennista Novak Djokovic, le modelle Hailey Baldwin, Bianca Balti, il rapper Tinie Tempah, Charlie XCX, Martin Garrix, e le attrici di “Pretty Little Liers” Shay Mitchell e Ashley Benson. Beh, possiamo dire che lo show ha avuto luci e ombre, ma è sempre bello guardare questi spettacoli musicali. Ci si vede il prossimo anno a Rotterdam (Olanda). XOXO 3 3.

MTV European Music Awards 2015 Ecco i vincitori. -Video Visionary Awards: DURAN DURAN. -Best Song:” Bad Blood”Taylor Swift feat Kendrik Lamar. -Best Video:”Downtown”Maclemore and Ryan Lewis. -Best Male: Justin Bieber. -Best Female: Rihanna. -Best Pop: One Direction. -Best Hip-Hop: Nicki Minaj. -Best Rock: Coldplay. -Best Alternative: Lana Del Rey. -Best Electronic: Martin Garrix. -Best Live: Ed Sheeran. -Best World Stage: Ed Sheeran. -Best New: Shawn Mandes. -Best Push: Shawn Mandes. -Best Look: Justin Bieber. -Best Collaboration: Skrillex and Diplo (feat Justin Bieber)“Where Are U Now”. -Biggest Fans: Justin Bieber. -Best Italian Act: Marco Mengoni. -Best European Act: Marco Mengoni.

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I vostri Click

tri scatti migliori relativi Inviate alla redazione i vos alle curiosità della nostra ai progetti, alle attività o k più originali scuola. Pubblicheremo i clic

Joyeux anniversaire, prof!

Davvero gentile il pensiero di tre alunne della 1Q che hanno regalato dei fiori alla prof.ssa Basile in occasione del suo compleanno.

Pensando al “post-diploma”

“OrientaSicilia” C’eravamo anche noi!

Nella foto alcuni alunni di quinta che il 20 ottobre scorso hanno partecipato alla “Fiera dell’Università e dei Mestieri”. Nei corridoi della Manifestazione, gli alunni dell’ultimo anno, accompagnati dai coordinatori di classe, hanno cercato di “chiarirsi le idee” sulle possibili strade da intraprendere dopo il diploma.

Nuovi donatori

4 alunni della V T con la prof.ssa Castiglione, referente per l’orientamento, illustrano l’offerta formativa del Ferrara agli alunni di terza media che entro il prossimo febbraio devono iscriversi ad un Ist. Superiore. Numerosi sono stati gli alunni interessati alla nostra scuola.

Nella foto, alcuni alunni di quinta mentre si accingono a donare il sangue per la prima volta.

al lavoro! le o v a f i d i r o t Illustra

Una rosa per Padre Puglisi

Gli studenti della prima P, in Cattedrale, per una lezione di cultura, arte e legalità all’ombra di P. Pino Puglisi

Gli alunni della 1A, che con la proff.ssa Parisi stanno svolgendo il modulo “Invèntati una favola”, intenti a illustrare con dei disegni le storie da loro inventate.


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