Ferrarino - Anno 10 - Num. 1

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Periodico di informazione e discussione dell’IISS “F.  Ferrara” - Palermo anno 10 n. 1 novembre 2014


Edi tori ale

Buon Anniversario Ferrarino Il nostro giornale compie 10 anni Quello che state leggendo è il XXXVIII numero del Ferrarino; quando 10 anni fa abbiamo pubblicato la prima edizione, non pensavamo certo di raggiungere questo traguardo. Sapevamo già che l’entusiasmo che di solito accompagna un nuovo progetto con il tempo normalmente è destinato a scemare e le difficoltà prendono il sopravvento. Per questo – perdonateci un pizzico di orgoglio – riteniamo che i dieci anni di vita compiuti dal nostro giornale siano un traguardo non scontato. Ormai il Ferrarino fa parte della vita della nostra scuola ed è un punto fermo nel lavoro di noi educatori e un appuntamento atteso per i nostri lettori. Dall’inizio della nostra avventura molto è cambiato in questa scuola, a cominciare dagli alunni e dalla maggioranza dei docenti. Eppure tutti e tre i dirigenti scolastici che da allora si sono alternati alla guida del nostro Istituto hanno sempre incoraggiato il cammino del nostro progetto trovando, non senza difficoltà, le risorse per la stampa del giornale d’Istituto. A distanza di 10 anni, il Ferrarino continua ad essere un utile strumento di crescita per gli alunni che così hanno la possibilità di esprimere liberamente le loro opinioni e fornire spunti di discussione sui temi che stanno loro a cuore. Oltre a dare voce alle riflessioni degli studenti, il nostro giornale, raccontando le iniziative, le attività e i progetti

Sommario

3 Ferrara News 4 Il Parlamento

della Legalità

5 La mostra sulla grande

guerra

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Il portale della bellezza

7 Il modello Canvas 8-13 Speciale PON C1 14

svolti nella nostra scuola, ha sicuramente contribuito a rafforzare il “senso di appartenenza” alla comunità scolastica da parte degli alunni e del personale tutto dell’Istituto ed è riuscito persino a mantenere vivi dei legami anche con coloro che non frequentano più. Ci fa molto piacere sapere che alcuni ex alunni, anche a distanza di molti anni, continuano a leggere il nostro giornale, quasi a sentirsi ancora parte di una comunità che li ha aiutati a crescere. È questo, per esempio, il caso di Antonio Puleo di cui pubblichiamo nella posta dei lettori una toccante lettera di ricordo della cara prof.ssa Giuga. Il Ferrarino vive dei contributi degli alunni e non solo di quelli che collaborano stabilmente con la redazione. Tutti gli allievi possono contribuire a vivacizzare i dibattiti al suo interno, dare conto di eventi pubblici o attività scolastiche scrivendo e inviando alla redazione i propri articoli, il che, oltre a rendere

tutti un po’ più partecipi della vita di Istituto, è un mondo per migliorare le proprie abilità di scrittura e per apprendere qualche prezioso segreto del modo del giornalismo, e ciò, ricordatelo, può sempre tornare utile, anche in occasione dell’esame di maturità. Ci teniamo a ricordare che tutti voi potete inviare le vostre proposte editoriali o i vostri lavori; la nostra redazione sarà lieta di accogliere i vostri contributi. Ma il numero del decennale riserva anche una novità. Un ampio inserto, dedicato alle esperienze di stage in Francia e Inghilterra vissute da alcuni allievi e docenti, arricchirà questa storica edizione. L’importanza delle attività di formazione realizzate all’estero è testimoniata dalle riflessioni e dai racconti degli alunni impegnati nei progetti PON C1 finanziati dal Fondo Sociale Europeo con i cui contributi sosteniamo anche questa edizione. La Redazione

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Giovani in cerca di futuro Agorà Le new entry La posta dei lettori Sportivamente Musicalmente Relax

Il Ferrarino Periodico dell’IISS “F. Ferrara” - Palermo Tel 091332721 www.iissfrancescoferrara.gov.it Anno 10 n. 1 Nov. 2014 Comitato di redazione: Vincenzo Baiamonte, Carola Marino VR, Luisa Sajola IIIS, Danilo Aliotta, Alessia. Palmeri V I, Claudia Puccio, Floriana Giuffrida, Eleonora Balistreri IVM, Chiara. Migliore IVQ, Silvia Brena IT

Hanno collaborato in questo numero: D. Vaianella, F. Aliotta, U. Peerbocus, D. Caldarella, R. Gulino, C. Mancino, S. Testa, S. Cippo, E. Firdaus,

Docenti impegnati nel progetto: G. Calì, A. Li Vigni, V. Muscato, C. Prainito

- Pagina ufficiale

IISS Francesco Ferrara Palermo

Stampa: In copertina, curata da Luisa Sajola (IV S), alcune immagini relative agli stages linguistici svolti a Londra e Parigi

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La prima redazione del Ferrarino La copertina del primo numero Nella foto in alto, la redazione del corrente a.s.

Tipolitografia Fiorello Via Castiglia, 69 90047 Partinico (PA)


Fer rar a Ne ws

Stop alla violenza sulle donne di Daniele Vaianella IV T Botte, abusi fisici, offese, ingiurie e violenze psicologiche sono tutte forme di una diffusa cultura maschilista che schiaccia la donna. Spesso i maltrattamenti sono silenziosi e si nascondono fra le mura domestiche; difficilmente le donne riescono a denunciare. Il pudore, la vergogna, la rassegnazione o l’illusione di potercela fare la sole, spinge le vittime degli abusi a tacere sopportando pene indescrivibili. I comportamenti violenti degli uomini distruggono il rapporto in una coppia. A volte un semplice cambio d’umore scatena nell'uomo azioni brutali come la violenza verbale, fisica o l’assassinio. Ma quali sono le ragioni? Rabbia, pazzia, gelosia, ossessione, e manie di possesso. Il 25 Novembre è la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. In questi ultimi anni, anche grazie ai mezzi d'informazione, stiamo cominciando a capire come il fenomeno della violenza sulle donne sia radicato e diffuso nella società d’oggi, anche più di quello che pensavamo. Per questo, alcune classi della nostra scuola e alcune classi del liceo scientifico B. Croce il

giorno 25 si sono recate a palazzo Comitini per partecipare ad un dibattito organizzato dalla fondazione Onlus Come una Marea in collaborazione con la Regione Sicilia. Qui numerosi ospiti hanno voluto raccontare le loro esperienze e le loro relazioni in merito all'argomento, tra di essi c'era anche la nostra D. S., Prof.ssa Eliana Romano, che ha illustrato la sua relazione in merito “all'educazione all'identità di genere e alle pari opportunità”. L’educazione infatti è un mezzo per sconfiggere la violenza e la cultura della prevaricazione. E’ un lavoro duro e faticoso perché sin dall’antichità la donna è stata sottomessa e discriminata da una cultura tutta al maschile che è giunta persino a sfruttare economicamente questi comportamenti ignobili. Molte donne

infatti sono spesso usate anche dalla criminalità organizzata per guadagnare illecitamente denaro e non ci sono limiti morali perché le vittime sono sempre più giovani e spesso minorenni, obbligate a prostituirsi dopo essere state vendute come vere e proprie schiave. In un’era di scoperte e cambiamenti scientifici e tecnologici, in un tempo in cui l'informazione e la possibilità di esprimere la propria opinione è sempre più semplice e immediata, è intollerabile che ci sia ancora una società in cui la donna sia definita o pensata come un oggetto e non una persona. Noi ragazzi saremo il futuro di domani e dobbiamo superare questi preconcetti e queste forme di discriminazione contro le donne, perché siamo tutti uguali.

Progetto Cinema e Teatro Cinema e teatro costituiscono due appuntamenti imperdibili per noi del Ferrara. Un modo per crescere culturalmente e socializzare fuori dalle aule scolastiche condividendo l'esperienza fascinosa del grande schermo e del palcoscenico. Per avvicinare i giovani all’arte anche per quest'anno, con cadenza mensile, gli alunni e i docenti avranno l'opportunità di accedere a prime visioni o film cult presso il cinema Rouge et Noir. Dopo la visione de Il giovane favoloso, l’intenso film che ricostruisce la vita e la poetica di Giacomo Leopardi, il 3 dicembre è stata la volta di Divergent: Questi i film che prossimamente saranno proposti: Storia di una ladra di libri, La migliore offerta, Colpa delle stelle. Ma non è solo il cinema a riscuotere successo e consensi, anche la nostra offerta teatrale risulta gradita agli allievi e per questo da quest'anno si arricchisce e diversifica. Grazie agli abbonamenti acquistati dalla scuola, gli alunni potranno assistere gratuitamente non solo alle rappresentazioni organizzate e prodotte dal Teatro Libero ma anche a quelle del Teatro Biondo.

A spasso per l’Europa con Erasmus + A marzo il primo incontro in Spagna Da Gennaio 2014 ha avuto inizio Erasmus +, il nuovo programma europeo per l’educazione, la fomazione, i giovani e lo sport per gli anni 2014 - 2020. Erasmus + raggruppa in un unico programma integrato i preesistenti sette strumenti comunitari (tra i quali Comenius, Leonardo, Erasmus Grundtvig) e consiste in tre tipi di azione: Azione chiave 1: la mobilità ai fini di apprendimento individuale, Azione chiave 2: la cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche e Azione chiave 3: il sostegno alle riforme negli Stati membri. Nell’ambito di tale programma

europeo, il nostro Istituto è risultato beneficiario di un finanziamento relativo all’azione chiave 2 in partenariato con altre cinque istituzioni scolastiche europee: un istituto di Ferrol- Spagna (istituto coordinatore del progetto), un istituto di Bejus-Romania, un altro di Kungsbacka-Svezia, un altro di Bierun-Polonia e un altro ancora di Yalova-Turchia. Il progetto, dal titolo “What’s New on the News” coinvolgerà trenta studenti provenienti dai corsi Turismo e Relazioni Internazionali e un gruppo di docenti del nostro istituto. I mezzi di comunicazione di

massa saranno il tema dominante che sarà studiato e analizzato dagli studenti nei tre anni di svolgimento del progetto. Gli alunni di ciascun paese avranno il compito di analizzare un mezzo di comunicazione di massa, in particolare, gli studenti del nostro Istituto si occuperanno della carta stampata. Il progetto prevede anche la mobilità di 15 studenti e 5 docenti in occasione dei 6 meetings transnazionali che si effettueranno in ciascuno dei paesi coinvolti, che avranno inizio nel marzo 2015 in Spagna e termineranno a Maggio 2018 in

Romania. Nel corso di tutta la durata del progetto gli studenti saranno coinvolti in diverse attività che saranno inserite nel blog appositamente creato dal team spagnolo e, al termine di ogni anno, pubblicheranno un giornale online. La referente del progetto, D. Ganci

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Il Par lame nto de lla leg al ità

Insediato il Parlamento della legalità multietnico per a.s. 2014/15 Una festa vissuta con emozione, serietà, professionalità e voglia di proporre una cultura di vita. Con queste motivazione ci siamo ritrovati in tanti nella accogliente aula magna del "Ferrara" per condividere il progetto di ricerca "L'Italia è ancora un Paese bellissimo ma ha bisogno di te". L'augurio e l'incoraggiamento a essere una cosa sola nella "diversità culturale" ha spronato studenti e studentesse a mettersi in gioco e a ricolorare di speranza e di bellezza tutte quelle iniziative che vedono la

scuola "palestra di vita". Al dirigente scolastico Eliana Romano è già pervenuto il plauso per questa iniziativa dal MIUR e in modo particolare dal Direttore Generale la dott. Giovanna Boda la quale da anni segue il cammino culturale del Parlamento della Legalità e ne apprezza finalità e contenuti. A tutti i neo parlamentari del "Ferrara" un augurio di cuore per un impegno culturale in difesa dei grandi valori della vita. Nicolò Mannino Nella foto accanto, Il Pres. del Senato P. Grasso, N. Mannino e C. Chinnici. A dx, la lettera che il Pres. del Senato P. Grasso ha indirizzato al Parlamento della L. Nella foto sotto, Mons. Staglianò, N. Mannino e Maria Falcone.

Senato della Repubblica Il Presidente Roma, 11 novembre 2014 Prot. Gab. 8034/2014 Gent.mo Presidente In occasione dell’insediamento del Parlamento della Legalità Multietnico della scuola “Francesco Ferrara” desidero esprimere la mia ideale adesione ed il mio più sincero apprezzamento per il lavoro e l’impegno che lei ed il dirigente scolastico Eliana Romano svolgete con dedizione e responsabilità nell’interesse degli studenti. L’iniziativa da voi organizzata e promossa si pone come momento di confronto e di crescita nella formazione di una coscienza etica capace di vedere il fenomeno delle scuole multietniche come risorsa, capace di rispettare le regole e difendere le varie identità culturali, per costruire un reale processo di integrazione. La presenza nelle scuole di tanti bambini di origini straniera rappresenta una ricchezza didattica e culturale ed i progetti di integrazione all’interno della scuola stessa sono la risposta aperta ad una situazione tipica dell’Italia di oggi e del futuro. Sono convinto che diffondere tra i giovani l’idea della fratellanza e dell’amicizia, educarli alla legalità ed ai valori non negoziabili di uno Stato di diritto siano la base fondamentale per vivere in una società migliore e per garantire una pacifica convivenza sociale. L’occasione è gradita per invitare i miei più cordiali saluti ed auguri di buon lavoro.

"Siete Voi il lievito della nuova società che sta nascendo" MARIA FALCONE SCRIVE AI GIOVANI DEL PARLAMENTO DELLA LEGALITA' MULTIETNICO DEL "FERRARA" Gentilissimi, I miei migliori auguri agli studenti che aderiscono all’iniziativa dell’Inno alla vita in un Parlamento della legalità Multietnico. Questa esperienza vi apre al più importante valore per il vostro futuro: il rispetto delle istituzioni, della giustizia e della vostra diversità senza le quali non vi può essere una democrazia. Siete voi giovani che con le vostre scelte potrete decidere da che parte stare in ogni circostanza. Scegliere la legalità può costare fatica, ma l’esempio di Giovanni che non si è arreso neanche nei momenti più duri vi sia di aiuto e di guida per rimanere fedeli al vostro ideale. Siete voi il lievito della nuova società che sta nascendo. Un grazie particolare va al Dirigente Scolastico dell’Istituto Francesco Ferrara Prof. Eliana Romano e al Prof. Nicolò Mannino, presidente dell’Associazione Parlamento della Legalità, che da anni partecipano alle iniziative di educazione alla legalità proposte dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, che ancora una volta si distinguono per il loro impegno educativo sui temi della legalità. Cordialmente, Prof. Maria Falcone

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Fe rra ra ne ws

“Ogni momento poteva essere l’ultimo” La classe V Q alla mostra sulla grande guerra Di FILIPPO ALIOTTA VQ A distanza di un secolo, ricorre l’anniversario della Grande GUERRA. Le nuove generazioni ne conoscono solamente la natura storica, ma è fondamentale non dimenticare, attraverso tutti gli strumenti a nostra disposizione, quello che i nostri predecessori hanno vissuto spesso a prezzo della propria vita. Dovremmo sentirci onorati ad andare a visitare mostre che ricordano la Prima Guerra Mondiale, come quella che abbiamo visitato a palazzo Ziino a Palermo, dove erano esposte fotografie del fronte e della trincea. Questa guerra, dal punto di vista temporale forse sarà distante da noi, ma moralmente e soprattutto uma-

namente - col sacrificio di una immensa quantità di padri, fratelli, nonni – ci è veramente vicina. Grazie alle immagini e ai documenti della memoria possiamo renderci conto degli errori commessi in passato da uomini che hanno fatto la storia: guardare la durezza della vita al fronte deve essere infatti un monito per le nuove generazioni a riflettere sulla guerra. Soffermiamoci a pensare quanto è cambiato oggi il diritto: i giovani non hanno più l’obbligo di leva, mentre quei giovani che vissero durante la Grande Guerra venivano strappati alla loro vita e alla loro giovinezza dalla crudele Signora nelle trincee. In trincea la vita era durissima: non potevano permettersi il lusso neanche di sospirare, perché sarebbe bastato semplicemente un attimo per rischiare di prendersi un colpo dritto in fronte da un cecchino. Come dimostra questa fotografia, dal valore emotivo immenso, le condizioni di vita al fronte erano disastrose, si viveva nel quasi totale digiuno e nella scarsissima igiene. Come tutto questo può non farci riflettere? Giovani adolescenti mandati allo sbaraglio, vivevano in uno stato di degrado fisi-

Giornata nazionale dell’albero di Uzaima Peerbocus III M Ogni anno, il 21 novembre si festeggia la giornata nazionale dell’albero con la finalità di valorizzare e celebrare gli alberi e il loro indispensabile contributo alla vita. Spesso, infatti, non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma gli alberi sono davvero fondamentali nella nostra vita e per il nostro ambiente, ma ad oggi il loro numero sta diminuendo a dismisura, soprattutto perché gran parte di essi viene abbattuta per costruirvi sopra edifici o parcheggi. Ci dimentichiamo che gli alberi assorbono anidride carbonica e restituiscono ossigeno, proteggono la biodiversità, hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico. Anche quest’anno, allora, numerosi studenti delle scuole italiane, pianteranno centinaia di giovani alberi lungo la penisola per riqualificare le aree degradate e per rendere le città più verdi, belle e vivibili. Oltre a piantare alberi ci sarà un gesto che

parla al cuore di chi, come noi, ama la natura: abbracciare un albero per un gesto di gratitudine verso i nostri amici che ci regalano aria pulita, ombra, frutti. Nella foto, alcuni alunni del nostro Istituto prendono in affidamento gli alberelli che, su richiesta della prof.ssa L. Di salvo, il corpo forestale di Palermo ha consegnato alla nostra scuola.

co e psicologico, si lasciavano andare alla disperazione perché ogni momento poteva essere l’ultimo. La guerra, come tutti ben sappiamo, esiste da tempo immemore: eppure, dall’antichità ad oggi nulla è cambiato perché con i nuovi mezzi bellici ad alta tecnologia per la distruzione di massa, l’essere umano è sempre lo stesso, cerca modi sempre più complessi per distruggere e autodistruggersi. Documenti materiali, come fotografie e cimeli, come quelli esposti in mostra, debbono far riflettere ognuno di noi. L’orrore vissuto dalle generazioni passate non dovrebbe mai ripetersi.

Vogliamo più alberi Vogliamo più alberi perché rappresentano un polmone verde fondamentale per la sopravvivenza del pianeta. Vogliamo più alberi e meno cemento perché il rischio idrogeologico è diventato una minaccia ad ogni pioggia. Vogliamo più alberi per migliorare la qualità della vita nelle città. Vogliamo più alberi per evitare di affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale. Vogliamo più alberi perché nelle foreste, quando i rami litigano per il vento, le radici si tengono per mano. Vogliamo più alberi per riqualificare aree urbane degradate. Vogliamo più alberi perché la loro presenza migliora decisamente il paesaggio urbano e rende più gradevole la permanenza in città. L. Di salvo

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Fe rra ra ne ws

Il portale della bellezza di Dalila Caldarella VQ

“Bella ed immensa città. La più vasta ed eccelsa metropoli del mondo. Palermo ha edifici di tale bellezza che i viaggiatori si mettono in cammino per ammirarla” È così che il geografo Idrisi descrisse la nostra città nel XII secolo. Ed oggi? Che si pensa della nostra Palermo? Di difetti ne ha tanti e tutti li conosciamo, dal degrado urbano alla disorganizzazione pubblica, ma chi di noi si è mai fermato ad ammirare l’immensa bellezza di Palermo? Io l'ho fatto e sono rimasta meravigliata dalla grande ricchezza che abbiamo. Una delle tante meraviglie è Porta Felice, la porta d'ingresso dal lato mare al Cassaro (corso Vittorio Emanuele). Prende il nome da Donna Felice Orsini, moglie del vicerè spagnolo Marcantonio Colonna. La porta, costituita da due imponenti strutture architettoniche adornate, fu progettata dall'architetto Mariano Smiriglio e fu terminata nel 1637. Le due strutture

che compongono la porta hanno caratteristiche sia rinascimentali sia barocche. Io e la mia classe il 17 ottobre 2014, accompagnati dalla professoressa Campanella, abbiamo avuto il piacere di salire in alto sulla porta, e siamo rimasti incantati alla vista di Palermo da quella prospettiva. Dopo questa esperienza, non posso che essere d'accordo con Idrisi, Palermo è un tesoro di arte, cultura e storia e ognuno di noi dovrebbe soffermarsi ad ammirarla.

IL “CONSIGLIO DEI RAGAZZI” di R. Gulino e C. Mancino III M Giusto qualche giorno fa, è passata tra le classi una circolare, che informava tutti noi studenti dell’Istituto “Ferrara” della possibilità di partecipare al “Consiglio dei ragazzi”, ovvero un organo formato da vari ragazzi, selezionati dalla scuola primaria (classi IV-V), dalla scuola secondaria di primo e secondo grado, che abbiano prerogative propositive. A tal fine è stato indetto un concorso, basato sull'elaborazione di un tema, riguardante la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. La Convenzione ONU, ovvero CRC (Convention on the Rights of the Child), è composta da 54 articoli ed è suddivisa in tre parti: l'enunciazione dei diritti, l'individuazione di organismi preposti, le modalità per l'implementazione, monitoraggio della Convenzione e la procedura di ratifica. Il 12 Dicembre 2014, dalle ore 9:00 alle ore 13:00, nel nostro Istituto e negli altri istituti partecipanti, gli alunni che hanno presentato domanda, svolgeranno la prova scritta, che sarà esaminata da una Commissione di docenti, che deciderà chi farà parte del Consiglio Comunale dei Ragazzi. Gli alunni meritevoli resteranno in carica per 12 mesi e si attiveranno per proporre iniziative per i ragazzi del Comune di Palermo, al fine di migliorare la città e renderla più adeguata alle esigenze dei suoi ragazzi.

“Un giorno a Repubblica” di Sara Testa III M Nel nostro Istituto, ormai da ben 10 anni, a chiunque di noi sia interessato, viene data la possibilità di scrivere articoli sul “Ferrarino”, il nostro giornalino. Questo interesse, se viene coltivato, può portarci a fare nuove esperienze nel campo del giornalismo. Il quotidiano nazionale "La Repubblica", il 18 Ottobre 2014, nei locali del Teatro “Al Massimo” di Palermo, ha dato luogo ad un'iniziativa dal titolo "Next", organizzando un incontro chiamato "Un giorno a Repubblica" , un evento indirizzato a tutte

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le scuole di Palermo. "Un giorno a Repubblica" è stata una lezione-spettacolo, nel corso della quale, in rappresentanza del Ferrarino, io e Sonia Jerbi, accompagnati dai docenti Calì e Li Vigni, abbiamo avuto modo di incontrare ed ascoltare gli interventi dei più importanti giornalisti e redattori de “La Repubblica”. Abbiamo potuto anche constatare quanto sia impegnativo lavorare in un giornale di grande rilievo. Questo “viaggio”, all’interno delle redazioni de “La Repubblica”, è stato intrapre-

so tramite un cortometraggio raccontato dal Direttore Ezio Mauro e integrato, in seguito, da un dibattito con i giornalisti, ai quali abbiamo potuto, tramite interventi, rivolgere alcune domande. segue nella pag. accanto


Il Modello Canvas Il Business Model Canvas è un documento flessibile utilizzato per verificare se un’idea d’impresa è sostenibile. Non richiedendo particolari competenze specifiche, il modello risulta di facile utilizzo per tutti coloro che, anche senza essere in possesso di una formazione tecnica, intendono avviare un’attività imprenditoriale. Proprio su questo strumento il collegio docenti del Ferrara ha deciso di puntare per coinvolgere maggiormente gli alunni nell’attività formativa proposta dal nostro Istituto. Infatti, stimolando la creatività e lo spirito di iniziativa economica degli allievi, si finisce per rafforzare anche la loro motivazione allo studio. Inoltre, que-

sto approccio sicuramente avvicina la scuola al mondo delle imprese che, insieme all’alternanza scuola-lavoro, risulta essere uno degli obiettivi principali della “Buona scuola”. In particolare, nel nostro Istituto, le classi IV Q, IV S e IV A hanno già partecipato al “Corso sulla nuova imprenditoria” tenuto dai formatori di UNICREDIT e incentrato proprio sul modello Canvas. La classe IV R, invece, già in precedenza coinvolta nell’attività formativa di Unicredit, nel mese di febbraio p.v, approfondirà con un modulo interdisciplinare il tema delle start-up e dell’auto imprenditorialità. A giudicare dalla risposta positiva degli

Il lavoro non si trova, si crea! di C. Marino V R A chi non è mai stata posta da bambini la tipica domanda “ che lavoro vorresti fare quando sarai grande?” Chi non ha mai risposto sbizzarrendosi con i mestieri più nobili e più improbabili? E quanti sono riusciti a realizzare il sogno nel cassetto? I giovani, di qualsiasi fascia d’età, non riescono più a porsi degli obbiettivi di vita, non riescono ad immaginare il proprio futuro poiché oggi ( in un periodo di profonda crisi) alle idee vengono tarpate le ali ancor prima di spiccare il volo. L’uomo è un essere pensante, e come tale è dotato di immaginazione e creatività, così come ci insegna la storia; l’uomo è sempre stato autore di innovazioni attraverso una moltitudine di scoperte tecnologiche e scientifiche da cui è condizionato il nostro modo di vivere e pensare. Ma perché quindi non siamo più in grado di pensare oltre ciò che è? Perché non andare oltre la superficialità? La risposta la si può trovare analizzando se stessi: i giovani d’ oggi mancano di curiosità e diffidano dalle novità. “ Meglio il male già

(Segue dalla pagina precedente) All’evento hanno partecipato anche il Sindaco Leoluca Orlando e il Presidente della Regione Rosario Crocetta, i cui interventi hanno sottolineato l’importanza della scuola e della cultura. Alla fine ci è stato presentato il progetto "Repubblica@SCUOLA", il nuovo portale, che consente di interagire direttamente con le scuole di tutta Italia.

conosciuto, che il male da conoscere” direbbe qualcuno, ma “non tutti i mali vengono per nuocere” ribatterebbe qualcun altro! I giovani italiani, da ciò che si evince dalle ricerche, hanno idee molto confuse sul tema della creatività. “La creatività è una dote umana che si palesa in molti ambiti e contesti”, e in quale ambito migliore si potrebbe applicare se non quello del lavoro, specialmente in questi tempi così difficili in cui il lavoro è precario o addirittura inesistente ? Bisogna esser capaci di far “grandi salti col pensiero”, di vedere in grande e dar spazio alle idee. E questa capacità la si può acquisire attraverso le esperienze, da modelli da imitare, dalla conoscenza di nuove culture, nuovi modi di pensare e nuovi ambienti. Il problema della mancanza di lavoro in Italia è una questione non indifferente, ma per ogni problema c’è sempre una soluzione. Oggi si può affermare quindi che il lavoro non si trova, si crea!

alunni, sembra che la strada intrapresa sia quella giusta, considerato che l’idea di puntare sull’”auto impiego” e sulla propria creatività comincia a prendere piede fra i nostri ragazzi. Lo testimonia anche l’articolo pubblicato sotto che C. Marino ha inviato alla nostra redazione.

Un giorno da imprenditori La preoccupazione per la crisi economica non è solamente un problema degli adulti. Per la prima volta, visto che ormai il posto fisso è a rischio di estinzione, ci siamo resi conto di come sia importante creare il proprio lavoro, mettendo in gioco le nostre abilità e la nostra immaginazione. Il 24 novembre scorso abbiamo partecipato al primo incontro del progetto CANVAS con i formatori di Unicredit e per cinque ore abbiamo simulato la mentalità imprenditoriale, esponendo le nostre idee e proponendo modelli di imprese per noi innovative che vorremmo un giorno poter creare. Il CANVAS è un modello di business che aiuta l’imprenditore a mettere in pratica le sue idee, ponendolo a confronto con i problemi reali della start up. Alcuni di noi hanno proposto vari tipi di impresa, per esempio un atelier di moda casual per ragazzi e una pasticceria specializzata in muffin, tenendo conto di aspetti fondamentali quali i partner-chiave, le attivitàchiave, le risorse-chiave, il valore offerto, le relazioni coi clienti, ecc. Quest’esperienza è stata davvero importante per tutti noi, perché ci ha ispirato e ci ha fatto toccare con mano cosa significa realizzare il nostro futuro lavorativo e soprattutto cosa significa crederci. Le ragazze e i ragazzi della IV Q liceo scienze umane indirizzo socio-economico. Nella foto accanto, la IV Q durante l’attività formativa di Unicredit. In alto, i formatori di Unicredit e alcuni alunni della IV S con in mano gli attesti di partecipazione al corso.

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Speciale PON C1

Progetti PON. Straordinaria occasione di crescita Grazie a due progetti PON C1- realizzati dal nostro Istituto, trenta alunni delle classi quarte e quinte hanno avuto la possibilità di soggiornare gratuitamente all’estero per tre settimane. In particolare, grazie al progetto C1-FSE-2014-378 “Apprendre avec joie”, 15 alunni hanno frequentato a Parigi la scuola di francese per stranieri “France Langue” per 60 ore. Altri 15 alunni, invece, grazie al progetto C-1-FSE2014-378 “Trip to England” hanno frequentato un corso di inglese tenuto dalla “Lewiss School” presso il Campus “New Land Park Academy”, alla periferia di Londra. L'obiettivo C specifico di questo Programma Operativo Nazionale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE), è quello di migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani. Nella fattispecie, l'azione C.1 prevede interventi formativi per lo sviluppo delle competenze chiave, vale a dire "Comunicazione nelle lingue straniere" attraverso un percorso formativo realizzato direttamente in uno dei Paesi Europei.

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L’obiettivo perseguito è quello di rafforzare e consolidare le capacità di comprendere, esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta in una gamma appropriata di contesti sociali e culturali. L’approccio metodologico è quello della full immersion in un contesto di lingua straniera al fine di far acquisire conoscenze, competenze e abilità fondamentali per facilitare l'acquisizione di forme di comportamento che consentano di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa. Il giudizio complessivo sui risultati ottenuti da entrambi i progetti non può che essere positivo, in considerazione della significativa crescita umana e culturale di cui si sono resi protagonisti gli alunni convolti nei progetti. Ciò è testimoniato anche dalle riflessioni degli stagisti che vi proponiamo nelle pagine seguenti, con l’auspicio che questi proficui “investimenti” possano ripetersi nel futuro.

“Apprendre avec joie”

Il gusto di imparare Il titolo del progetto dello stage linguistico nella capitale francese giustifica tutto il programma su cui esso si è basato e lo spirito con cui è stato concepito: “Apprendre avec joie” (imparare con gioia). Esso interpreta, anche, uno dei fondamenti della didattica più moderna ma affonda le radici nei più classici degli scrittori e dei pedagogisti. Senza volere chiamare a testimonianza gli innumerevoli teorici della buona pratica didattica e della vera buona scuola, e giusto per rimanere in ambito francofono, non posso non pensare allo scanzonato Rabelais che, già nel XV secolo, tra il serio e il faceto, nella sua operazione dissacratoria nonché derisoria della buona scuola di quel tempo, suggeriva, per l’educazione e l’istruzione dei suoi personaggi giganteschi, la necessità di un metodo di apprendimento basato sul divertimento, sul gusto, sulla voglia di scoprire, in modo personale, l’ambiente circostante così ricco di stimoli ancor più dei “preziosi” contenuti dei libri facendo, soprattutto, appello all’intelligenza e alla capacità dell’allievo di rielaborare criticamente i dati appresi e non certo alla sua capacità di apprendere mnemonicamente. D’altronde Rabelais, da buon umanista, la sapeva lunga se considerava l’alunno non un

vaso da riempire ma un fuoco da accendere. Dal canto suo, Montaigne, un altro umanista un po’ più serioso, anch’egli preoccupato dell’istruzione dei giovani, replicava: “ non è importante una testa piena ma una testa ben fatta”, indicando così la necessità di un metodo fondato sulla curiosità, sul piacere di scoprire che inducano l’alunno a maturare un atteggiamento positivo verso l’apprendimento più qualitativo che quantitativo. Che cos’è dunque questa “gioia” ? È la manifestazione conclamata dell’avvenuto apprendimento poiché essa testimonia le motivazioni che l’alunno ha trovato per giungere ad un risultato concreto; è il veicolo per un apprendimento efficace. Il Pon in oggetto non ha fatto che sviluppare questi punti programmatici, ponendo gli alunni nella possibilità di cogliere dal vivo le peculiarità della società del paese di cui studiano la lingua, di vivere quotidianamente la civiltà, elaborando in modo immediato, differenze e similitudini con il proprio paese di origine. Gli alunni hanno avuto soprattutto, la possibilità di rivivere episodi storici ripercorrendo la vita e le opere di grandi personaggi o ricercando geograficamente luoghi e testimonianze della storia francese.


Lo stage i n F ran ci a

Essi sono stati accolti dalle famiglie parigine con le quali hanno convissuto per tutto il periodo, avendo così l’opportunità di conversare con tutti i membri, conoscerne le abitudini, i gusti culinari, il loro modo di vivere e di interagire con un’altra cultura. Con ciò essi hanno avuto la possibilità di travalicare i confini della loro “insularità” che in molti casi, ancora, è sinonimo di chiusura e di grettezza, per scoprire ciò che una società multiculturale e multirazziale può offrire. C’è chi tra i ragazzi ha stabilito rapporti di tipo filiale con la famiglia ospitante parlandone come una famiglia adottiva; chi, ha portato in dono un piccolo souvenir siciliano; chi ancora ha lasciato un piccolo dono in ricordo del proprio soggiorno in segno di riconoscenza e di gratitudine in cambio dell’ospitalità offertagli che, certo, va al di là dei finanziamenti europei!! Gli alunni, inoltre, hanno fre-

quentato un corso di 60 ore di lingua e civiltà francese con un docente del luogo che, quotidianamente, li ha messi nella condizione di attivare la loro curiosità ricercando nella metropoli, attraverso monumenti, strade, luoghi, persone e personaggi episodi e fatti curiosi; li ha stimolati a conversare con la gente, a chiedere informazioni o a parlare di sé con i membri della famiglia di accoglienza, favorendo, così, momenti di riflessione col fine ultimo di sviluppare le competenze linguistiche della lingua scritta e orale. Egli ha inoltre “approfittato” delle loro escursioni, chiedendo loro un resoconto delle loro visite e di quello che li aveva colpiti di più della metropoli e, infine, compilando un simpatico “journal de bord”, una sorta di diario corredato di foto e di riflessioni degli stessi alunni. È stato veramente divertente, oltre che soddisfacente per un docente, osservare come alcuni

alunni hanno attivato immediatamente le loro capacità di intraprendenza. Ricordo con piacere alcuni che, pur con mille difficoltà lessicali e grammaticali, chiedevano informazioni a tutti i passanti pur di praticare la lingua. E ricordo l’entusiasmo o la delusione quando trovavano risposta o venivano ignorati da passanti frettolosi. Ciò che mi ha colpito è stato soprattutto la loro capacità di adattamento quando già, dopo pochi giorni, sapevano orientarsi nella complessa rete della metropolitana parigina o ancora quando non si sono lasciati scoraggiare da qualche imprevisto ma hanno vissuto l’esperienza parigina gioiosamente e con spirito di avventura! Dopo le lezioni gli alunni hanno avuto modo di conoscere la storia della Francia, e non solo, attraverso visite guidate nei celeberrimi Musée du Louvre e Musée d’Orsay, nei quartieri del cuore di Parigi e in quelli più popolari e soprattutto è stato interessante osservare l’approccio entusiastico degli alunni alla conoscenza di questa città. Alcuni di essi, infatti, di loro iniziativa, sono ritornati a visitare il Louvre. C’è chi ha voluto provare l’emozione di fare qualche passo di danza nel celebre teatro dell’Opéra; c’è chi si è recato nel quartiere di St. Denis per andare a vedere la statua della regina Marie Antoinette e c’è chi ha provato l’emozione di sdraiarsi comodamente su una delle tre piramidi davanti al Louvre. Tutto

ciò dimostra un appropriarsi entusiasticamente della città, quasi una voglia di farne subito parte, superare il limite della lingua e della cultura e lasciarsi coinvolgere, buttarsi a capofitto per afferrare il più possibile di quanto una città come Parigi può offrire. Parigi, si sa, è una città che affascina, incanta, seduce, è una città che invita ad un modo di vivere pieno e ricco di stimoli culturali. È una città in cui i pregiudizi hanno già da tempo lasciato il campo alla libertà dell’individuo il quale viene accettato per quello che è senza che venga stritolato da sguardi indiscreti e da paroline derisorie e se un giudizio vale, vale per l’essenza e non per l’apparenza. Parigi, infine, è la città in cui tutti i contrasti devono esplodere per ritrovare il naturale equilibrio, ma è anche la città in cui tutti hanno una possibilità di effondere il proprio spirito, cioè di realizzarsi pienamente. Tra gli alunni c’è chi ha compreso bene questo concetto se pensa di ritornarvi a breve per potere continuare un sogno che si è interrotto, o chi ha deciso di andarvi a vivere per sempre. Penso che se qualcuno degli alunni, ritornando a casa, si trovi cambiato, al di là delle competenze e delle conoscenze linguistiche acquisite, vuol dire che la buona scuola è riuscita nel suo intento. Per dirla con Piaget: l’alunno è una persona che cresce in un processo continuo di adattamento tra maturazione interna e ambiente esterno. Se per altri ciò non è accaduto, poiché hanno lasciato che qualche inconveniente oscurasse del tutto il loro soggiorno, dimostrando così soltanto incapacità di adattamento e incapacità di ampliare i loro orizzonti culturali, al punto da aspettare ansiosamente il momento del ritorno a casa, probabilmente è perché hanno temuto di perdere il loro spirito piuttosto che preoccuparsi di ritrovarne uno nuovo. E in questi casi - io e Piaget - ce ne faremo una ragione! Prof.ssa G. Basile

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L o s ta ge i n Fr anc ia

Paris, un rêve devenu realité

Parigi, una città che merita, indubbiamente, di essere visitata. Il mese scorso abbiamo avuto la fantastica possibilità, grazie alle iniziative proposte e/o accolte dal nostro Istituto e dalla nostra amata Preside, di partecipare ad uno stage della durata di tre settimane. Accompagnati dalle professoresse Varisco, Palazzo e Basile ci siamo recati a Parigi, dove abbiamo avuto l’occasione di frequentare una scuola parigina privata e seguire un corso, in modo tale da svolgere l’esame DELF di francese, una volta tornati in Italia. Quando siamo arrivati all’aeroporto di Parigi-Orly un taxi è venuto a prenderci e ci ha portato presso le famiglie ospitanti. Qui, abbiamo vissuto, a coppie e coloro che ci hanno ospitato sono stati disponibili e cortesi. Dal momento che ci trovavamo in un Paese diverso dal nostro, non potevamo non riscontrare delle "stranezze", delle abitudini diverse dalle nostre. Grazie a questa convivenza abbiamo fatto molti progressi linguistici, che non avremmo fatto se fossimo stati in hotel, infatti parlavamo tantissimo, di qualsiasi argomento, in francese. Ogni mattina ci recavamo nella nostra nuova scuola, sita nei pressi della Cattedrale di Nôtre Dame dove, siamo stati seguiti dal professore Matthieu, durante tutta la nostra permanenza. I corsi sono stati piacevoli e non troppo pesanti e dalle nostre

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finestre entrava il dolce profumo di Parigi, piuttosto che la puzza di frittura del “panellaro”! E, signore e signori!, non sentivamo nemmeno "E' nu juorno buono, stammatina m'a scetat' o' sol...." provenire dalle auto che passavano. Dopo ogni lezione ci recavamo al ristorante low cost “Flunch”, dove consumavamo i pasti giornalieri e, nel pomeriggio, visitavamo i luoghi e i monumenti più celebri della capitale francese. Tra i monumenti che abbiamo visitato ricordiamo: la Tour Eiffel, la Cattedrale di NôtreDame, la Basilica del SacroCuore (quindi il quartiere di Montmartre), il museo del Louvre e quello d'Orsay, il quartiere di Belleville, il castello di Versailles e i suoi giardini, Disneyland...e tanto altro ancora! Vedere la Tour Eiffel è stato davvero emozionante, ma anche Disneyland ci ha fatto tornare bambini. A proposito della Tour Eiffel, non ci si rende conto della sua maestosi-

tà, fin quando non ce la si trova davanti! Le foto che si vedono sul web non rendono appieno e di presenza è tutta un'altra cosa! E, da bravi siciliani, cosa non poteva mancare? Il CIBO! Baguettes, croissants, quiche Lorraine, crêpes infinite con la nutella, ammirando di sera la "Dama di ferro" illuminata, non capita tutti i giorni. I francesi non sono come li immaginavamo, la maggior parte erano disponibili e gentili Il codice stradale viene rispettato e non c'é alcun problema ad attraversare la strada. Naturalmente, come tutte le grandi metropoli, i furti sono all’ordine del giorno e ad una di noi è stato rubato il telefonino. Malgrado qualche inconveniente organizzativo, è stata un'esperienza fantastica, abbiamo realizzato un piccolo sogno, abbiamo migliorato le nostre conoscenze in lingua francese e appreso alcuni usi locali a noi sconosciuti. Siamo soddisfatti dell’esperienza e la consigliamo a tutti! Giusy Di Bartolo ed Eleonora Balistreri IV M

Lo stage a Parigi è stata un’esperienza meravigliosa perché si è realizzato uno dei miei sogni”! Sivarajah Sivajeni IV R “Amo

viaggiare e poter andare in Francia è stata una delle opportunità più belle della mia vita! Xu Ruini Liliana IV R

“L’esperienza a Parigi è stata fantastica perché è stato uno dei viaggi più belli che io abbia mai fatto”. Thevantham Dishana IV R

“Questa esperienza mi ha

aiutata molto sia ad apprendere meglio la lingua francese sia a diventare più autonoma e responsabile” Chiara Arrivas IV M

“Questa esperienza è stata per me qualcosa di fantastico! Vivere in famiglia, anche se all’inizio ci spaventava un poco, ci ha permesso di fare nuove amicizie e migliorare non poco la lingua: è stato qualcosa di veramente unico! Un’esperienza che vorrei senz’altro ripetere e che consiglio a tutti”. Antonio Campagna IV M

“E’ stato un viaggio molto costruttivo che mi ha aperto la mente e mi ha aiutato ad apprezzare le lingue straniere in generale, non solo il francese” Nadia Mazzeo IV M


L o s ta ge i n In gh il te rr a

Non è stata una vacanza di Alessia Palmeri V I Quando mi hanno detto che un viaggio influisce sulla nostra vita pensavo fosse una banalità. Non credevo che il viaggio avesse questa capacità finché non ho preso parte allo stage in Inghilterra. Non è stata una vacanza. C’erano degli orari da rispettare e abbiamo dovuto adattarci a tutto ciò che avevamo a disposizione. I primi giorni sono serviti ad ambientarci nel campus. Durante le lezioni, iniziate il lunedì successivo alla nostra partenza, siamo stati seguiti da giovani insegnanti con i quali abbiamo instaurato una profonda sintonia. Certo non abbiamo solo studiato! Le escursioni, infrasettimanali e nei weekend, ci hanno permesso di visitare i luoghi e i monumenti più importanti di Londra. Che meraviglia prendersi un po’ di tempo per fare shopping. Durante le ore libere, per tenerci occupati, i tutor della scuola organizzavano per noi delle attività in campus. Sono state tre settimane molto intense. Sebbene il periodo di

adattamento sia stato lungo, pian piano abbiamo saputo adeguarci alla nuova “cultura”. Le giornate trascorrevano fra alti e bassi, magari si passava da momenti divertenti a momenti di impegno intenso per prepararci all’esame finale e questo ci teneva un po’ in tensione. Di questo viaggio però ricorderò sia i momenti belli sia quelli difficili, perché sono proprio questi che hanno influito sulla mia crescita. Consiglio a tutti di approfittare di queste occasioni, anche se pensate di non potercela fare o di non sopportare la mancanza dei vostri cari, che penso possa essere la debolezza più grande di ciascun viaggiatore. Il viaggio insegna ad essere indipendenti e responsabili, consente di apprendere una nuova lingua e fa scoprire nuovi mondi. Si incontrano persone che magari non rivedremo mai più ma che comunque resteranno impresse nella nostra mente per sempre perché ci hanno lasciato un segno che può portare ad un cambiamento di prospettiva.

Sul sito del Ferrara: www.iissfrancescoferrara.gov.it potrete trovare tutte le foto e i video relativi agli stages linguistici realizzati dalla nostra scuola.

Esperienza indescrivibile di Luisa Sajola IV S Alcune persone ti entrano dentro come se fossero una seconda pelle; difficili da tirar fuori, impossibili da dimenticare. In tre settimane ho imparato che anche una città può varcare la soglia della tua anima e iniziare a far parte di te. Londra è stata un'esperienza incredibile, magnifica, indescrivibile. Non puoi non innamorarti di Londra, ti affascina, ti rapisce e ti conquista al primo sguardo, al primo passo. Camden town, Oxford street e Piccadilly Circus, Baker Street, Big Ben e London Eye, Tower Bridge e Buckingam Palace. Ognuno di noi ha lasciato un frammento del proprio cuore in uno di questi luoghi. Ognuno di noi è cresciuto, lì, tra la gente, gli artisti di strada, la metropolitana e i precoci preparativi natalizi che illuminavano il cielo notturno londinese. Tutti frammenti e immagini che porteremo per sempre con noi, nelle pareti delle nostre camere, negli sfondi dei nostri cellulari, tra le nostre chiavi, nei nostri armadi, ma soprattutto lì, nei nostri cuori.

Nella foto sopra, il “gruppo PON” davanti al British Museum, uno dei più prestigiosi musei al mondo. Gli alunni, nel corso della loro permanenza a Londra, hanno avuto la possibilità di visitare anche la National Gallery, The Natural History Museum e The Science Museum.

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Lo stag e in I ngh i lter ra

Un giorno ci ritornerò Quando ero più piccola mi piaceva guardare in tv quei programmi sui viaggi dove anche stando seduta sul divano potevo vedere un sacco di cose intorno al mondo. Un giorno mi capitò di vedere una puntata in cui mostravano Londra e rimasi affascinata; quando vidi la sua architettura ma soprattutto quando vidi il Big Ben e il London Eye, allora decisi che un giorno ci sarei andata. È stata la scuola a realizzare questo mio desiderio, grazie a uno stage di ben tre settimane. Ho avuto l'opportunità di mettere in pratica le mie conoscenze di inglese e di approfondirle. È stato molto bello e divertente perché alternavamo lo studio alle uscite in giro per Londra e dintorni e, anche se il cibo del campus dove alloggiavamo e studiavamo non era un granché, devo dire che le escursioni meritavano tantissimo. Quest'esperienza mi ha dato modo di capire che mi piacerebbe tornare a Londra anche per lavorarci, e una cosa è certa: un giorno ci ritornerò. Chiara Migliore IV Q

"Ogni esperienza è un’opportunità e soprattutto non va mai sprecata. Lo stage a Londra mi ha reso fiera di me stessa, di quello che ho fatto, di quello che sono capace di fare e di quello che continuerò a fare!" Miriana Cardella IV T

Giocando si impara! Diverse sono state le attività ricreative proposte dagli activity leaders agli alunni nelle serate trascorse al campus, nei giorni in cui non erano previste visite a Londra. Oltre alla discoteca, i ragazzi si sono cimentati in partite di calcetto o di “grab football” (simile al calcio ma giocato come i “granchi”, cioè con le mani a terra), in serate “zumba” o si sono ritrovati attorno ad un falò ad arrostire marshmallows (e non salsicce come avrebbero desiderato! ma anche questo è immergersi nella cultura inglese). Grazie agli ottimi rapporti che i quattro simpatici activity leaders sono riusciti ad instaurare con tutti gli alunni, i momenti di svago o di visita dei monumenti si sono rivelati utilissime occasioni di practice della lingua, poichè gli stagisti erano costretti a comunicare o a rispondere alle sollecitazioni degli “accompagnatori”, senza timore di essere valutati per il loro inglese.

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Un altro mondo! Sono stato in un paese dove le macchine hanno il volante a destra, dove non c'è l'euro pur essendo in Europa, dove ci sono pochi cestini della spazzatura ma a terra è pulitissimo, dove anche le prese elettriche sono diverse; Sono stato in un paese multietnico dove la diversità delle persone e il loro colore della pelle non conta nulla. Insomma, sono stato in un paese assai diverso dal nostro. Sono stato in Inghilterra e ancora non ci credo! Vittorio Romagnolo IVS .


Lo stag e i n I ng hi lte rra

Le escursioni Oltre alle visite pomeridiane di Londra effettuate dopo le lezioni, durante i week-end sono state proposte agli alunni tre interessanti escursioni nelle graziose cittadine di Stratford upon Avon, Bath e Oxford.

Bath

Stratford upon Avon

Nella foto sopra, gli alunni davanti la casa di Skakespeare. Stratford, conosciuta in tutto il mondo per essere la città natale di William Shakespeare, ha offerto agli alunni la possibilità di conoscere da vicino la vita del più famoso drammaturgo della cultura occidentale. Oltre al Royal Shakespeare Theatre, situato sulle rive del fiume Avon, e alla casa di Shakespeare, i ragazzi hanno visitato la Holy Trinity Church dove l'autore fu battezzato e dov'è sepolto.

Nella foto sopra, la tutor Savatteri insieme ad alcuni alunni con in mano le audioguide sulle particolarità e curiosità riguardanti le terme romane meglio conservate al mondo. Bath, conosciuta già nell'antichità per le sue terme costruite dai romani intorno al 43 d.C., deve il suo nome proprio ai bagni romani, (in inglese "bath"). Le acque sulfuree che scorrono sotto la città vengono chiamate Aquae Sulis. Nel corso degli anni, la città passò per vari conquistatori, finendo infine sotto il dominio dei Sassoni che le diedero il nome attuale. Le Terme di Bath Spa (altro nome della città) sono le più importanti di tutta la Gran Bretagna. Altra curiosità: nella città di Bath è vissuto il pirata più famoso e sanguinario di tutti i tempi: Edward Teach, soprannominato "Barbanera".

Oxford

Gli alunni all’interno del Christ Church, uno dei più grandi collegi di Oxford. Fondato nel 1546, ospita al suo interno la cattedrale della città, che funge da cappella del college. Oxford è la città dell'Università più antica del mondo anglosassone, conosciuta come "la città dalle sognanti guglie". Tra le sue vie e gli imponenti edifici, gli alunni hanno avuto la possibilità di conoscere un ambiente particolare del regno Unito.

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Pa rli amo ne

Giovani in cerca di futuro di Floriana Giuffrida IVM Sono tanti gli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia, uno di questi è l’immigrazione. Al giorno d’oggi sono molti gli immigrati che sbarcano qui in Sicilia, un po’ per motivi lavorativi, un po’ per le costanti guerre che ci sono nei loro paesi, ma i veri e propri motivi che causano queste guerre non si sanno. Negli ultimi mesi, soprattutto quest’estate, sono stati in tanti a sbarcare sulla nostra bella isola, che purtroppo non può garantire un futuro a tutti. Da quando sono arrivati qua, sono state poche le persone generose disposte ad aiutarli, invece sono state tante quelle pronte a giudicarli, a dire parole sprezzanti. Molti ragazzi pubblicano link su facebook in cui prendono in giro i migranti, in cui giudicano il colore della loro pelle, in cui li screditano giudicando la loro vita, il loro viaggio verso l’Europa, senza nemmeno sapere come stanno le cose, senza nemmeno sapere la loro vera vita. Quest’estate per mezzo della mia parrocchia ho avuto modo di stare a contatto con loro e vederli spaesati, vederli soli senza la loro famiglia, senza i loro amici,

senza vestiti, incapaci di parlare la nostra lingua, mi ha fatto capire quanto io sia fortunata, quanto ognuno di noi sia fortunato ad avere una casa, una famiglia e dei genitori con i quali magari litighiamo spesso. Quel che mi colpisce di più è sapere che nella mente di molti giovani in cerca di futuro ci sia la credenza che un immigrato venga qua a Palermo per “rubare” il lavoro a noi Italiani, a noi siciliani. Sappiamo tutti che oggi viviamo una situazione economica indiscutibilmente drammatica e sono tante le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, sono tante le persone che preferiscono morire invece di affrontare questa difficoltà, ma ciò non significa che noi siamo in questa condizione per colpa degli immigrati. La responsabilità è dello Stato che non sa garantire un futuro a noi giovani, che non sa garantire un posto di lavoro a padri e mamme di famiglia. Molti di questi immigrati sono laureati, diplomati e addirittura con posti di lavoro sicuri in banca. Perché dovrebbero lasciare tutto questo per patire la fame da noi? Varrebbe veramente la pena lasciare il loro lavoro per venire a pulire i lunotti delle

automobili ai nostri semafori? Ci sono ragazzi che screditano lavori in cui la paga è misera, a differenza di certi immigrati che farebbero e fanno questi lavori ad occhi chiusi per costruirsi una famiglia in un paese dove non c’è guerra, dove c’è la pace. Sono persone fantastiche, anche più di alcuni italiani e prima di giudicarli, prima di offenderli, pensiamo a quello che abbiamo noi e a quello che hanno loro e che hanno perso e forse apprezzeremo di più ciò che disprezziamo o sottovalutiamo. Noi a differenza loro, abbiamo ORO.

Malala: la ragazza-coraggio di Sara Cippo III M Nel XXI secolo nei Paesi in via di sviluppo, come ad esempio l'Africa, uno dei grandi problemi ancora irrisolti, che influisce su gran parte della società è l'istruzione. Essa dovrebbe essere un diritto ed un dovere riconosciuto ad ogni cittadino, ma purtroppo viene negato, soprattutto alle ragazze. Questo accade per diverse motivazioni: spesso i giovani lavorano per aiutare la famiglia, altri, ad esempio, vivono in zone di guerre. Infatti sin da piccoli, vengono addestrati all'uso delle armi per operazioni militari. E in più, oltre al diritto all'istruzione, vi è anche il problema della donna che, soprattutto nell'Africa del Nord, non è tenuta in considerazione nella società cui appartiene. Difatti il suo ruolo è solamente quello di essere moglie e madre, senza alcun potere sociale e politico. Recentemente, una ragazza di soli 17 anni,

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pakistana, di nome Malala, ha ricevuto il premio Nobel per la lotta sostenuta a favore del diritto all'istruzione delle donne in una zona del Pakistan, controllata dai talebani. Questo impegno civile, condotto da una ragazza pakistana, primogenita, ha creato non poco stupore e clamore, cosa che non sarebbe affatto accaduta se si fosse trattato di un maschio. Nel 2012 Malala è stata gravemente ferita in un attentato, mentre stava andando a scuola. Questo avvenimento è stato, per lei, come una motivazione in più per combattere con maggiore determinazione per i diritti

all'istruzione delle bambine. La sua forza è stata la dimostrazione concreta che, se si crede nella possibilità di migliorare la vita nel proprio Paese, con l’impegno concreto ed il proprio sacrificio è possibile cambiare le cose e lei lo ha fatto nelle circostanze più pericolose, sfidando la morte. Noi ragazzi dei Paesi definiti sviluppati, dobbiamo considerare la scuola come un tempio sacro, un luogo in cui ci viene fornito un bagaglio culturale da spendere nella vita e sede di formazione per la nostra partecipazione concreta nella società. Malala rappresenta per noi un modello da seguire, perché di fronte ad una difficoltà tanto grande, non si è arresa, ma ha continuato a lottare per ottenere ciò che riteneva un diritto inalienabile. Grazie a lei, noi tutti dobbiamo apprezzare le opportunità che la vita ci offre ed essere consapevoli di appartenere ad una società garante del diritto allo studio.


Agor à

Il Marocco è mio padre, l’Italia è mia madre! di Erradi Firdaus III R Il Marocco è mio padre, l’Italia è mia madre! Nessuno potrebbe mai togliermi dal cuore uno dei due. Mi chiamo Firdaus (che significa il paradiso), ho 16 anni e sono arrivata in Italia all’età di 6 anni. Ho frequentato tutte le scuole a Palermo. Sono una ragazza marocchina-musulmana, quando pronunciavo queste due parole mi sentivo fiera delle mie origini e nello stesso tempo avevo sempre paura che gli altri facessero qualche battuta “vabbò nà marocchina” . Fin da piccolina sono stata sempre timida e molto sensibile; quando le persone mi mostravano indifferenza dicevo che non avevo bisogno di nessuno ma nel mio cuore sempre la stessa domanda ”cosa ho di diverso”. All’età di 14 anni dovevo fare una scelta molto importante per la mia vita: decidere

in quale scuola trascorrere 5 anni, anni importanti per costruire il mio futuro. Cercavo, mi informavo, molti ragazzi mi hanno consigliato l’Istituto “F. Ferrara”, perché in esso era presente un gran numero di alunni provenienti da paesi diversi. Ecco, era quello che cercavo, l’idea che ci fossero molti ragazzi stranieri mi consolava. Sono andata per iscrivermi. Tanti pensieri: “ora mi guarderanno in modo strano; chissà quali battute dovrò sentirmi dire”. Ma quando sono entrata per la prima volta al Ferrara la prima frase che mi è stata rivolta “che bella sembri una siciliana” mi ha immediatamente tranquillizzata, nessuno mi guardava in modo strano, mi sentivo “a casa”. Al momento dell’iscrizione mi è stato chiesto se avvalermi dell’ora di religione, con certezza ho risposto di No; ma dopo qualche settimana, conosciuta la prof. di religione Palermo, affascinata

Un sabato da dimenticare di C. Puccio IV M Io sono la prima ad odiare gli stereotipi perché non si può generalizzare, come quando, per esempio, dicono che i francesi sono tutti arroganti, che gli inglesi sono sporchi, che gli italiani sono mafiosi, ma adesso anch'io mi ritrovo costretta a dire che purtroppo i palermitani talvolta si comportano in un modo obbrobrioso. Ovvio, non sono tutti, altrimenti lo sarei anch’io, ma purtroppo la minoranza (mala carne) prevale sulla maggioranza (persone con un minimo di cervello). Un sabato pomeriggio mi sono recata all’UciCinemas con mia madre ed una mia amica e lì siamo state testimoni dello schifo di Palermo. Giustamente gli scanazzati non hanno niente da fare il sabato pomeriggio - come tutti gli altri giorni della settimana - e stanno tutti a bighellonare al Forum come pecore, a pagare il biglietto “a matula”, per rendere anzi più dolce una delle espressioni utilizzate da una di quelle dolci creature che stavano lì quel giorno.La situazione era questa: ochette che starnazzavano, esseri apparentemente umani che ridevano come animali (senza offesa per i veri animali), ridarella a mai finire, linguaggi osceni, ragazzi che giocavano a calcio den-

tro la sala... Insomma, le bestie si comportano meglio. E la cosa peggiore è che i dipendenti sapevano che questi tizi non avrebbero permesso di seguire il film e gliel'hanno lasciato fare tranquillamente, in quanto non hanno minacciato di buttarli fuori, ma che dico?! non sono nemmeno entrati per dire di far silenzio! Questa si chiama omertà, se io fossi stata al posto dei dipendenti sarei stata tutto il tempo in sala a controllarli, a dire loro fino allo sfinimento di fare silenzio, minacciandoli di buttarli fuori, sospendendo il film se non ne avessero permesso la visione. Ci vuole rispetto! Non è giusto che la gente paghi il biglietto per non poter seguire il film! E, parlando da cineamatrice, mi sembra anche irrispettoso per i produttori del film, in quanto se tutti coloro che hanno partecipato alla produzione del film avessero assistito alla proiezione di quel giorno a Palermo, sarebbero rimasti stomacati perché è un'offesa al loro lavoro! IL CINEMA È UN'ARTE E COME TALE VA RISPETTATA E NON DATA IN PASTO AI PORCI! In ogni caso io u film mu vitti e mi piacìu puru, a facciazza ri di scafazzati!

dalla sua simpatia, dalla sua solarità, dal suo voler bene tutti gli alunni senza distinzione di cultura, religione, lingua e colore ho scelto di rinunciare all’esonero e fare religione. Ormai sono 3 anni che con la professoressa Palermo impariamo a conoscere le diverse culture e religioni, a conoscerci ed apprezzare “le diversità”. Era questa la scuola che cercavo, che desideravo e che ringrazio di aver trovato. Una scuola in cui non si fa differenza di religione, di colore della pelle, di razza. Una scuola di persone che non ti guardano e non ti giudicano per il modo di vestire, di parlare ma guardano e vedono oltre……. quello che sei e porti nel cuore.

L’angolo della poesia Inverno Fuori fa caldo ma dentro di me nevica pensieri di ghiaccio persi nel mio gelo il cuore fermo da tempo come fossi morto dentro un inverno che non finirà sotto una nuvola nera che non passerà cercando calore nella neve e vivere sogni dentro gli incubi. Mi cerco ma trovo solo il nulla con un piede nel fango e l'altro su una stella senza luce. Mi chiedo: sono morto? o sono solo un altro che ha smarrito la strada del ritorno. BLA-X classe 1M 15


L e ne w en tr y d el Fe rr ara

Benvenuti Rispettando quella che ormai è divenuta una tradizione del Ferrarino, nel primo numero del nuovo anno scolastico, pubblichiamo le foto delle prime classi alle quali diamo il nostro più caloroso benvenuto. Vi proponiamo anche le riflessioni di un’alunna della prima T sulle prime settimane nella nostra scuola. Sappiamo già che le nuove leve si sono ben inserite nel nostro Istituto, ci auguriamo quindi che, grazie al loro impegno, possano tenere alto il nome della nostra scuola!

Dalle scuole medie alle superiori

I miei primi 40 giorni al Ferrara di Silvia Brena 1T Le scuole superiori sono il traguardo della maggior parte dei giovani,

oggi. A volte, il passaggio dalle medie può essere davvero difficile, forse perché l'idea creata è davvero diversa dalla realtà, oppure perché si ha semplicemente paura di quel che sarà di noi, soli, nuovi, sperduti, confusi ed un po' intrusi. Non si sa

cosa si troverà, quale ambiente ci sarà, con quali compagni si dovranno trascorrere cinque anni e di quali professori si dovranno sopportare le urla. Alcuni pensano che l'unica differenza tra le superiori e le medie sia il fatto che bisogna impiegare qualche minuto o qualche ora in più per studiare, oppure entrano pienamente convinti di non fare nulla, non studiare e fare casino in classe con gli amici. Personalmente,

non mi aspettavo di approdare all "IISS Francesco Ferrara", nel senso che io ero partita con l'idea di scegliere un liceo classico, ma a causa di vari ostacoli familiari e personali, ho dovuto conservare questo mio sogno in un cassettino e chiuderlo con la chiave. Molti dei miei amici sono degli alunni di questo Istituto e la mia mamma, dopo aver parlato con loro, ha deciso di iscrivere qui anche me. Tutti i miei professori erano contrari a questa scelta "insensata", loro vedevano in me delle doti da liceale, non da studentessa impegnata nel ramo del turismo; hanno provato in tutti i modi a farle capire che qui, al Ferrara, vengono solamente i "nulla facenti", tutti quei ragazzi convinti di frequentare questa scuola per la facilità o per avere un diploma in tasca senza rimboccarsi le maniche e studiare. Io mi sentivo costretta ad iscrivermi qui! Non volevo perché il mio cuore era ed è ancora lì, al liceo classico, con le mie amate lingue morte, con la mia letteratura e con tutta quella poeticità che si respira nell'aria del liceo. Ho passato tutto il mese di agosto in preda ai dubbi, chiedendomi se fossero vere tutte quelle voci che girano sul Ferrara, se questa scuola fosse in grado di soddisfare la mia voglia di studio, di conoscenza, di approfondi-

mento per ampliare le mie conoscenze nelle varie discipline. Per poter far finire quest'ansia, avrei solamente dovuto aspettare e mettere piede, entrare finalmente nel famoso "Ferrara" e fare un'esperienza diretta. Molte delle cose che pensavo non erano vere! Se vuoi studiare, hai da studiare, se non vuoi far nulla, non hai nessun posto dove andare, sarai bocciato e stop. Come in ogni scuola, ci stanno i buoni ed i cattivi elementi. Ovunque ci sono i pro e i contro. I professori sono seri, non sono quegli scansafatiche che si presumeva dovessero essere. L'Istituto è un buon edificio, non sembra trascurato, bisognerebbe solamente vivacizzarlo. Le materie sono belle! Magari la matematica sarà più facile di quella studiata al liceo scientifico. Ma quel che è certo è che questa non è una scuola morta, anzi, si attiveranno molti progetti interessanti per noi, ed è bello, perché s'impara divertendoci. Posso dire di essere soddisfatta di trovarmi qui, ovvio, non è la scuola più indicata per realizzare il mio sogno di diventare una professoressa di latino, ma le idee possono cambiare. Tra cinque anni se ne riparlerà.

Ben ven uti - Wil lcom men - Bienv enidos - We lco me -Bie nve nus

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La p ost@ dei le ttori re lettere a: Inviate le vost

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ilferrarino@lib

Non dimenticherò mai la prof.ssa Giuga Sono Antonio Puleo, un ex alunno dell'Istituto Ferrara, mi sono

Non importa se siamo diversi Mi chiamo Sahifa, ho 14 anni e frequento la classe 1°M dell’is tituto Francesco Ferrara. Vengo dal Bangladesh e sono di origin e musulmana (islamica). Abito a Palermo da quando ero piccola, ho frequentato tutte le scuole. Sono una ragazza molto timida da quando ero piccola, non riuscivo mai a parlare con gli altri se la maestra o il professore /ssa non lo dicevano, perché da quand o ho iniziato a frequentare il primo giorno di scuola volevo fare qualch e amicizia ma io mi sentivo presa in giro perché se mi avvicino ai compagni di classe loro mi voltavano le spalle e così mi sentiv o offesa e tornavo a sedere nel mio banco da una parte. E così è successo alle elementari e alle medie, ma non in questa classe. (…) Il primo giorno di scuola, quando sono arrivata giù ad aspett are che facessero entrare, mi sono girata attorno e scoppiavo dalla felicità, mi sono messa a ridere perché ho visto tanti ragazzi di origin e diversa, ero felice quando ho conosciuto i miei nuovi compagni. Loro erano diversi rispetto ai compagni degli scorsi anni. In questa classe la cosa che mi piace sono i miei compagni, già nel giro di 2o 3 settimane dopo l’inizio della scuola ho già fatto amicizia con tutti, e ora sono molto felice. Loro sono dei compagni socievoli, amichevoli ma la cosa che mi sta molto a cuore è che loro non mi voltano le spalle, mi chiamano o mi avvicino io a loro per parlar eo chiacchierare. Questa è la classe che adoro di più. Spero che in questi 5 anni possiamo andare d’accordo come dei veri amici. Come il prof. Mannino, anch’io ritengo che in questo mondo le persone di origine diversa siano uguali e che si possa essere amici o amiche del cuore per la vita. Non ci importa se siamo diversi nel colore della pelle o non ci importa se siamo diversi per la lingua o cultura o tradizione diversa del proprio Paese, ma la cosa più importate è di essere amici dentro il nostro cuore. Sahifa Chowdhury I M

diplomato nel luglio del 2005. Solo un'ora fa, grazie alla lettura del Ferrarino, ho appreso della scomparsa di un angelo, la prof.ssa Pia Giuga. Sono sconvolto e profondamente addolorato. Non è stata per me una semplice docente, bensì una straordinaria figura umana che, forse in maniera inconsapevole (ma proprio per questo del tutto genuinamente), mi ha aiutato ad affrontare con successo un periodo difficile, di transizione. Mi ero infatti trasferito da Milano all'inizio del secondo anno. A 15 anni, in piena adolescenza e con numerose e salde relazioni sociali già costruite, non è un passo facile da compiere. Lei, con i suoi sorrisi, la sua dolcezza quasi materna, la sua disponibilità, il suo modo di fare sempre così pacato, la sua inclinazione al dialogo e al confronto, ha reso la mia permanenza tra le aule del Ferrara piacevole e non ostile, anzi, al contrario, proprio quelle aule sono diventate il mio habitat naturale, grazie a lei e al resto del corpo docente il Ferrara è diventato la mia casa, senza più rimpianti per ciò che avevo lasciato a Milano. Per quattro anni ho avuto la prof.ssa Giuga al mio fianco, anni durante i quali si è instaurato un rapporto estremamente idilliaco. Le sue lezioni non sono mai state soltanto didattica, ma anche e soprattutto educazione alla vita, dialogo, confronto umano. (…) Spero che possa riposare in pace e ricordarsi di tutti noi, di tutti coloro ai quali ha regalato un sorriso. Non la dimenticherò mai! Vi prego di scusarmi per il lungo messaggio, ma anche l'Istituto Ferrara è parte di me, parte della mia vita, e Voi ne rappresentate il legame con l'esterno, oltre che la sua storia, il suo "archivio", la registrazione più fedele di ricordi e momenti condivisi. Avevo davvero bisogno di sfogarmi. Continuate a dare il meglio di Voi stessi, come avete sempre fatto! Vi auguro buon lavoro e porgo cordiali saluti! Antonio Puleo

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Sp o rt iv a men te

CUORE PALERMO

FORZA PALERMO!

di Vincenzo Baiamonte IV R Dopo un inizio di campionato con non poche difficoltà, il Palermo nelle ultime 6 giornate ha offerto prestazioni magistrali e ottimi risultati che gli hanno permesso di allontanarsi dalle parti basse della classifica e addirittura di ambire a qualcosa di più importante. La squadra allenata da Iachini infatti ha collezionato 4 vittorie e 2 pareggi di cui la strepitosa vittoria di San Siro 0-2 contro il Milan. I rosanero comunque anche nelle prime sfide dove avevano raccolto poco o niente, avevano sempre messo il cuore in campo e per questo non erano mai stati fischiati dai propri sostenitori ma sempre sostenuti e acclamati. Adesso tutto procede per il meglio e i risultati stanno

pagando il duro lavoro fatto in questi mesi dove il cambio di categoria dalla B alla A si è sentito, eccome! Non ci resta che goderci il campionato e sopratutto il nostro gioiello DYBALA, fantasista che sta facendo faville con la nostra maglia e che ha già attirato le attenzioni di mezza Europa.

Visitate il SITO del Ferrara: www.iissfrancescoferrara.gov.it potrete, tra l’altro, leggere o scaricare i numeri anche arretrati del Ferrarino. Per i vostri contributi e suggerimenti, potete utilizzare l’indirizzo mail:

Il 17 maggio 2014 sono andato allo stadio Renzo Barbera accompagnato dal prof. Cannella per vedere la partita Palermo-Carpi. In avvio dopo 3 minuti c’è stato un fallo di Stevanovic sul giocatore del Carpi Mbgoku; l’arbitro ha assegnato calcio di rigore al Carpi e Mbgoku non ha sbagliato a trasformare in goal. I rosanero cercano di pareggiare; al 25’ Dybala sbaglia un rigore dopo il fallo di un giocatore del Carpi; ma al 39’ il Palermo trova il pari con la firma di Bolzoni. Durante l’intervallo abbiamo mangiato un gelato ed essendo in tribuna abbiamo visto da vicino il presidente Zamparini ed il comico Salvo Ficarra. Nella ripresa i rosanero sfiorano il vantaggio con un tiro di Belotti dalla distanza ma a pochi minuti dal termine è Pasciuti a segnare il raddoppio del Carpi che infilza il portiere Sorrentino. Qualche minuto dopo Belotti sfiora il 2-2 ma poi finisce l’amara partita. Io ero però contento perché da sempre avevo il desiderio di andare allo stadio perché non avevo visto il Palermo e spero di ritornaci anche quest’anno. Giuseppe Ferdico III A

ilferrarino@libero.it

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Musi ca lme nte

Che mondo sarebbe senza la musica? di Danilo Aliotta V I In questa nuova rubrica, oltre a dare qualche notizia sui brani più ascoltati o in uscita, proporremo un testo di una canzone italiana o straniera che cercheremo di commentare. La canzone scelta per voi per inaugurare questa nuova rubrica è Papaoutai (Dove sei papà) di Stromae Dal titolo del testo possiamo dedurre che l'artista racconta l'assenza della figura paterna; egli infatti perse il padre quando era molto piccolo, fatto che gli cambiò la vita. Come dichiarato in un'intervista, Stromae ha visto il padre solo 3 volte nella sua vita. Nel video della canzone, il papà del bambino è rappresentato da un manichino che è presente fisicamente ma non emotivamente, infatti il bambino vede che tutti i genitori ballano con i prori figli, mentre il suo è immobile. Se nella prima parte della canzone emerge questo, nella seconda, invece, il bambino rimprovera il padre in un dialogo mancato, perché il manichino non risponde. È l'artista che spiega al padre come si dovrebbe crescere un figlio. Deluso, in un tentativo estremo di recuperare il loro rapporto, il bambino tenta di coinvolgere il padre nel ballo, immaginando di ballare con lui ma in realtà sta ballando da solo. Il bambino si arrende e diventa manichino come il padre, come a dire che questa è l'unica cosa che il padre è riuscito a insegnargli.

Papaoutai (Dove sei papà): di Stromae Dites-moi d'où il vient Enfin je saurais où je vais Maman dit que lorsqu'on cherche bien On finit toujours par trouver Elle dit qu'il n'est jamais très loin Qu'il part très souvent travailler Maman dit "travailler c'est bien" Bien mieux qu'être mal accompagné Pas vrai ? Où est ton papa ? Dis-moi où est ton papa ? Sans même devoir lui parler

Il sait ce qu'il ne va pas Ah sacré papa Dis-moi où es-tu caché ? Ça doit, faire au moins mille fois que j'ai Compté mes doigts Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Quoi, qu'on y croit ou pas Y aura bien un jour où on y croira plus Un jour ou l'autre on sera tous papa Et d'un jour à l'autre on aura disparu Serons-nous détestables ? Serons-nous admirables ? Des géniteurs ou des génies ? Dites-nous qui donne naissance aux

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1. One Direction- Four 2. Vasco Rossi- Sono innocente 3. Pink Floyd- The endless river 4. Modà- Modà 2004-2014 L'Origibale 5. Francesco De GregoriVivavoce 6. Biagio AntonacciL'amore comporta 7. U2- Songs of innocence 8. Fiorella Mannoia Fiorella 9. Emma- E-live 10. Fedez - Pophoolista

1. Enrique Iglesias Bailando 2. Fedez ft. Francesca Michelin - Magnifico 3. Marco MengoniGuerriero 4. Sia- Chandelier 5. Hozier- Take me to church 6. David Guetta - Dangerous 7. Meghan Trainor - All about that bass 8. Valerio Scanu- Parole di cristallo 9. Lilly Wood - Preyer in C 10. The avener- Fade out lines

irresponsables ? Ah dites-nous qui, tient, Tout le monde sait comment on fait les bébés Mais personne sait comment on fait des papas Monsieur Je-sais-tout en aurait hérité, c'est ça Faut l'sucer d'son pouce ou quoi ? Dites-nous où c'est caché, ça doit Faire au moins mille fois qu'on a, bouffé nos doigts Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Où est ton papa ? Dis-moi où est ton papa ? Sans même devoir lui parler

Il sait ce qui ne va pas Ah sacré papa Dis-moi où es-tu caché ? Ça doit, faire au moins mille fois que j'ai Compté mes doigts Où est ton papa ? Dis-moi où est ton papa ? Sans même devoir lui parler Il sait ce qui ne va pas Ah sacré papa Dis-moi où es-tu caché ? Ça doit, faire au moins mille fois que j'ai Compté mes doigts Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Où t'es, papa où t'es ? ( x3) Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ?

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Re lax ndanza! Apostrofi in abbo grammatica Commemoriamo la

Finora le traduzioni della nostra rubrica sono state quasi sempre letterali e hanno avuto lo scopo di far divertire i nostri lettori. Da questo numero, oltre alla sezione “Pi babbiari” con traduzioni letterali, ve ne proponiamo un’altra in cui, grazie al contributo del conversatore di madrelingua, mister Paul, troverete le espressioni inglese equivalenti ai nostri modi di dire. Sono ben graditi suggerimenti e indicazioni!

“Pi babbiari”

La sveglia -

DIZIONARIO Siculo-Inglese

Dài alzati, devi andare a scuola! Nooo! Come no? Forza è tardi! Ora devi alzarti! No mamma, oggi non mi sento di andare... Ma perché fai così? Cosa c'è che non va? Ma', in classe mi odiano tutti... Ma dài... Tu sei il professore!

I vostri Click

Spin, turn and turn around! Gira, vota e firrìa You sure get through your shopping! T’a manci a spisa

“Per imparare”

By the skin of my teeth M’a vitti petri petri I can’t be bothered mi siddìa To split hairs cercari ‘u pilu ‘na l’uavu He kicked the bucket ‘sa cugghìu

We’ll miss you!

Inviate alla redazione i vostri scatti migliori relativi ai progetti, alle attività o alle curiosità della nostra scuola. Pubblicheremo i click più originali

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Alla scoperta del verde in città La classe II B, in giro per le ville e i giardini di Palermo alla scoperta del verde urbano.

Bentornata, Preside

La classe IV R saluta la compagna Sivasini che si è trasferita in Inghilterra.

! Auguri di vero cuore

I docenti e tutto il personale del Ferrara salutano calorosoamente il D.S., E. Romano, al suo rientro a scuola dopo un periodo di malattia.


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