APPELLO AI LEADER POLITICI PER UNA LEGISLATURA ATTENTA ALLA SALUTE MENTALE Le posizioni dei partiti e delle coalizioni nelle interviste di Brain Anno III | N. 8/9| Agosto/settembre 2022 Troppi suicidi e assenza di dati statistici aggiornati Come il sistemainfluiscesessosulnostrocognitivo Il burnout cambia il cervello. I rimedi della scienza Con i contributi di Campanella, Gazzanni, Iannaccone, Piccinni, Cuomo, Barillà, Spiti, Fagiolini.


Rivoluzionari, scienziati e scansafatiche. Cosa cercano e cosa ci insegnano i giovani
Questacomportamenti?ricercaèun’impresa improba e riguarda uno sconfinato numero di fattori. Le caratteristiche di temperamento, il tipo di
di Armando

Alcuni, poi, non sopportano lo stress a tal punto che il loro cervello, non riuscendo a modificare se stesso, modifica i dati di realtà ed apre spazi alla psicopatologia, nonché la strada alla malattia mentale.
Brain Ago/sett 2022 3
Scansafatiche,
pigri, indolenti, dediti all’alcol, dipendenti dalle droghe, sog giogati dai social e dal web, violenta tori di coetanee, rissosi e violenti. Ma sono realmente questi i ragazzi di oggi? Ad ascoltare i servizi televisivi, a leggere i titoli dei giornali o le cronache dei social network sembrerebbe proprio di sì, tanto da diventare quasi un fatto acquisito fino a costituirsi luo go comune.Maèdavvero così? I giovani, o perlome no una parte di loro, sono effettivamente in questo modo?
Ma dove sono da ricercare le motivazioni di questi
EDITORIALEPiccinni
È necessario fare degli importanti distin guo. Come ogni generalizzazione, un’etichetta di questo tipo rischia di diventare particolar mente pericolosa e dannosa. Di certo bisogna constatare come i giovani di oggi siano nati in una società più ricca e favorevole di quella di trenta, quarant’anni fa. Una società più sti molante e concorrenziale, ma senz’altro più difficile e complicata, oltre che velocissima e competitiva. C’è una rapidità di cambiamento sempre più elevata in qualsiasi ambito della vita e ognuno di noi, se vuole rimanere al passo con i mutamenti, deve compiere una delle più gran di fatiche che l’uomo possa essere invitato a compiere: uno sforzo di adattamento continuo. Una società come quella presente richiede sacrifici incessanti e protratti, ma adattarsi di
continuo è estremamente stancante, pretende energie e capacità specifiche, strumenti pron ti e potenti. Adattarsi significa cambiarsi, mo dificarsi, cercare di rispondere con l’adesione o l’opposizione alle necessità della realtà. Non tutti sono attrezzati a farlo allo stesso modo. Non tutti hanno la medesima forza. Alcuni sono più deboli, più delicati, o solo più sen sibili. Sono, questi, giovani che non hanno, per mille motivazioni, tutti gli strumenti ne cessari per partecipare alla competizione; la considerano difficile, ardua, insormontabile, fuori dalla loro portata. Spesso si rifugiano in posizioni più protette, si ritirano in nicchie più riparate o iniziano a percorrere strade tor tuose e solitarie per scappare da quello che considerano un mondo troppo duro o cattivo o sbagliato. Questi luoghi si possono chiama re droghe, alcool, violenza aspecifica o isola mento e rifiuto della realtà.
Da allora sembra sia passata definitiva mente un’epoca. Oggi i vecchi ideali, così come i loro portavoce, sono stati assorbiti nel le pieghe del tempo. In alcuni casi le battaglie sono state vinte, in altri invece sono state con siderate superate, in altri ancora abbandona te. Di certo c’è che questa società faccia fatica, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, a individuare i valori del presente.
Forse la caratteristica che unifica queste diverse forme di espressione sta, ora come mai prima, nella diffusione e nella risonanza globale dei temi. Così come l’economia o le mode o l’informatica dilagano a livello glo bale, così i giovani sono coinvolti da una co mune sensibilità che li unisce e li spinge nella medesima direzione. Nonostante l’immagine uniforme ed appiattita sovente fornita dai ti toli dei giornali, e dai servizi televisivi. Nono stante l’evidente difficoltà di comprensione di molti fra noi adulti.
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Non possiamo pensare che l’unico pro filo dei giovani sia quello descritto all’inizio di questo testo. Esistono ragazzi che amano la scienza, la conoscenza, il progresso, la tec nologia, la velocità e le conquiste del sapere. Sono ragazze e ragazzi entusiasti del lavoro, pieni di vita e di propositi con un grande amore per l’approfondimento e lo studio, la curiosità per le scienze e l’arte. Sono deside rosi di crescere e di imparare. Sono pieni di energie e pronti a sacrificarsi per un ideale o una meta da raggiungere. Sono personalità forti e tenaci, testarde e ostinate.
Questi giovani appaiono solo fugacemente tra le notizie dei media. Eppure costituiscono quella moltitudine silenziosa che contribuirà a portare avanti nel prossimo futuro la società ed il Paese. Sono giovani che forse - complice il periodo storico - si ritrovano avvantaggiati, perché i temi verso cui sono portati, che li at traggono e li coinvolgono, sono estremamen te attuali e al centro del cambiamento e del progresso.Esistepoi un’altra fascia di giovani, quelli che amano l’azione e il pragmatismo, la fisici tà e le imprese. Sono quelli che si battono per la difesa del pianeta, l’ecologia, i movimenti ambientalisti e che destinano il loro tempo e le loro energie mettendo al centro del loro es sere i grandi temi sociali, i grandi movimenti.
del virus è invisibile e inafferrabile, mentre nel caso della guerra si dimostra al di sopra delle nostre teste e ci dispensa conseguenze negative senza nessuna possibilità di reagire e difenderci.Qualepuò essere per i più giovani una delle chiavi di lettura rispetto a una condizione che pare avere solo aspetti negativi e inesorabili?
EDITORIALE
ambiente familiare, l’educazione, l’ambiente sociale, la frequentazione di contesti politici, religiosi, la storia personale, le opportunità, le amicizie, le convinzioni, le abitudini, la ca sualità sono alcune delle infinite concause che entrano in Ognunogioco.di noi, passando dall’infanzia all’adolescenza, e infine all’età adulta, cerca la propria strada per adattarsi e sincronizza re la propria mente con la realtà circostante. Il desiderio è quello di ritagliarsi il proprio posto nell’ambito della famiglia, della scuola, del lavoro, della società. Probabilmente fino ad un secolo fa, o forse meno, comprendere e orientarsi era più semplice. La realtà era più chiaramente leggibile ed interpretabile. Gli adulti conoscevano bene la strada perché era la stessa che avevano percorso a loro volta, e avevano la capacità di indirizzare e seguire i più Esistevanogiovani. poi grandi ideali che univano e coagulavano gli entusiasmi. Era il tempo delle grandi battaglie legate al raggiungimento del la fratellanza, della libertà e dell’uguaglianza, dei diritti umani, delle lotte per le conquiste sociali e del lavoro, dei grandi ideali politici che univano, o dividevano, e comunque trac ciavano la strada da percorrere. L’energia e l’entusiasmo dei giovani si coagulava intorno a temi forti e unificanti, ma anche intorno a leader carismatici e trascinanti.
A complicare ulteriormente la situazione sono arrivate la pandemia e la guerra. Si è così venuto a comporre un quadro inedito caratte rizzato da tinte fosche e scioccanti.
Da una parte l’ombra lunga del pericolo di contagio, di malattia, di morte, di povertà, di patimento delle conseguenze economiche e di sofferenza della guerra. Dall’altra il senso di passività ed impotenza, l’incapacità di rea gire e sconfiggere “un nemico” che nel caso
Brain Ago/sett 2022 5 APPELLO AI LEADER POLITICI PER UNA LEGISLATURA ATTENTA ALLA SALUTE MENTALE Le posizioni dei partiti e delle coalizioni nelle interviste di Brain Anno III | N. 8/9| Agosto/settembre 2022 Troppi suicidi e assenza di dati statistici aggiornati Come il sistemainfluiscesessosulnostrocognitivo Il burnout cambia il cervello. I rimedi della scienza Con contributi di Campanella, Gazzanni, Iannaccone, Piccinni, Cuomo, Barillà, Spiti, Fagiolini.Rivoluzionari,EDITORIALE scienziati e scansafatiche. Cosa cercano e cosa ci insegnano i giovani di Armando Piccinni PRIMO PIANO “Ecco quali sono le priorità da cui deve ripartire il prossimo parlamento” di Armando Piccinni Dalla Meloni alla Lorenzin, le posizioni dei partiti e delle coalizioni sull’e mergenza psichiatrica di Campanella, Gazzanni, Iannaccone Brain Anno III | N. 8/9 | Agosto/settembre 2022 Testata registrata al n. 6/2019 del Tribunale di Lucca Diffusione: www.fondazionebrf.org Direttore responsabile: Armando Piccinni Organo della Fondazione BRF Onlus via Berlinghieri, 15 55100 - Lucca SOMMARIO 1283



Così il sesso influisce sul nostro sistema cognitivo di Valentina Formica MadriL’INCHIESTAche uccidono i figli: orrori e oscurità dietro le storie italiane di infanticidio di Giorgio Del Re
Terzani, il dialogo fra un padre e un figlio di Flavia Piccinni 525456
LaDIVULGAZIONEdipendenza da videogiochi di AA. VV.
I neuroni “affamati” che si attivano alla vista del cibo di Alessio Righi
Telefonini-tumori al cervello Forse non c’è un legame di Antonio Acerbis 20
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NelAPPROFONDIMENTI2022unsuicidio ogni 16 ore che passano di Carmine Gazzanni
Perché il lavoro della mente stanca come quello fisico di Alberto Volpi

Il testosterone non porta solo aggressività ma anche coccole di Antonio Acerbis

IL NascitaCONTRIBUTOdella neuroetica (quinta parte): vent’anni dalla definizione “canonica” di Alberto Carrara
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Il genio, la follia e l’amore: storia di Camille che conquistò Rodin di Chiara Andreotti
IlPODCASTpodcast: “la ballata dell’Andrea Doria” di Flavia Piccinni
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Burnout,NEUROSCIENZEecco come cambia (anche fisicamente) il cervello e quali sono i rimedi di Francesco Carta
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Emergenza psichiatrica. Ecco come possono lavorare insieme pubblico e terzo settore di Carmine Gazzanni
“NeverLIBRI quiet”, biografia di Oscar Farinetti di Flavia Piccinni
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IL PERSONAGGIO
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8 Brain Ago/sett 2022 “ECCO QUALI SONO LE PRIORITÀ DA CUI DEVE RIPARTIRE IL PARLAMENTO”PROSSIMO La lettera della Fondazione BRF ai leader politici per un maggiore impegno nel campo della psichiatria di Armando Piccinni

Immagino che anche Voi, diretti
Proprio per questo i nostri prin cipali obiettivi mirano a sviluppare e finanziare nuovi progetti di ricerca, ma anche a incrementare i livelli di conoscenza psichiatrica e psicologica nella società civile, per abbattere lo stigma che per troppo tempo hanno contraddistinto le patologie mentali.
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BRF - Istituto per la Ricerca in Psi chiatria e PermettetemiNeuroscienze.innanzitutto di ru barVi poche righe per raccontarVi cosa abbiamo fatto in questi anni con la Fondazione, che conta nel suo comitato direttivo personalità di pregio del mondo della ricerca e del la medicina. La Onlus che mi onoro di presiedere si propone sin dalla sua fondazione come crocevia di scambio scientifico e culturale per tutti coloro che si occupano dello studio del cer vello e delle sue patologie. Il funziona mento del cervello, il comportamento umano e le malattie della mente han no, infatti, ancora molti nodi irrisolti. La ricerca psichiatrica contribuisce a scioglierli, migliorando le conoscenze delle malattie, le loro cure e la qualità della vita di chi ne soffre.
Gentili
Leader politici, sono il professor Armando Piccinni, psichiatra e pre sidente della Fondazione

PRIMO PIANO
A riguardo noi, così come tutti gli altri colleghi psichiatri e psicologi, ci siamo sentiti chiamati in prima linea sin dallo scoppio della pandemia. L’e mergenza Covid prima e poi il con flitto in corso in Ucraina ci hanno fatto comprendere come non ci sia salute senza salute mentale. Tanto si è parlato di una potenziale emergen za psichiatrica. Un’emergenza che, Vi confesso, non è assolutamente sopita.
Purtroppo, anche forse a causa della fine anticipata della legislatura, questi impegni sono rimasti teorici, non si sono tradotti ahinoi in fatti concreti. Ma già solo il fatto che tutti i parlamentari abbiano compreso l’im portanza e l’urgenza di affrontare il tema psichiatrico nelle sue varie sfac cettature per evitare un’emergenza di ordine mentale, credo sia importante.
glio sottolineare la necessità di pre disporre un nuovo piano nazionale per la salute mentale; di garantire in ambito distrettuale l’accesso alle terapie psicologiche e psicoterapeu tiche necessarie; di istituire, ancora, nell’ambito del Ssn degli ambulatori per l’assistenza dei pazienti cosiddet ti “Long-Covid” (altro vero dramma che, chi riceve come me ogni giorno decine e decine di pazienti, conosce bene); di istituire un osservatorio sul la condizione della salute mentale e del benessere psicologico dell’adulto, dell’adolescente e del minore; di va lutare la possibilità di sostenere la dif fusione di linee di ascolto e di emer genza per giovani e adulti; di istituire gruppi multidisciplinari di coordina mento centrale che possano orientare gli interventi di salute mentale, predi sponendo progetti e programmi volti a soddisfare adeguatamente i bisogni della popolazione, inquadrandoli nel le diverse situazioni dell’ambito terri torialeSenzanazionale.dimenticare, ancora, un doveroso focus sui minori: bisogna strutturare politiche che mettano la salute fisica, psicologica e mentale dell’infanzia e dell’adolescenza al centro delle politiche socio-sanitarie del Paese e dei singoli territori, coin volgendo i neuropsichiatri infantili, gli psichiatri, gli psicologi, i servizi educativi e del terzo settore, oltre che i pediatri favorendo la creazione, all’interno dei dipartimenti di salute mentale (Dsm), di servizi dedicati ai più Bisogna,piccoli. inoltre, potenziare le strutture pubbliche, adottando ini ziative per incrementare il numero di posti letto pubblici dedicati alla sa lute mentale ed alla neuropsichiatria
Occorre adesso, però, fare in modo che le parole si traducano in azioni. Ed ecco la ragione di questa mia lettera. Tra le varie urgenze vo
10 Brain Ago/sett
2022rappresentanti
del popolo, abbiate avuto contezza di quanto importante sia monitorare l’incremento delle psi copatologie nella popolazione gene rale. Ecco perché occorre che tutti gli impegni presi nel corso della legisla tura che si avvia a conclusione venga no ripresi, aggiornati, potenziati con la nuova legislatura.
Ma ulteriore importante risultato è stato raggiunto, ancora, con un’al tra mozione approvata in Parlamen to: quella presentata da Cristian Ro maniello che impegna il Governo ad adottare una strategia strutturale per la prevenzione contro i suicidi e i ten tati suicidi, tema da sempre fortemen te caro alla Fondazione BRF.
inilCovid“L’emergenzaprimaepoiconflittoincorsoUcrainacihannofattocomprenderecomenoncisiasalutesenzasalutementale.Tantosièparlatodiunapotenzialeemergenzapsichiatrica.Un’emergenzache,Viconfesso,nonèassolutamentesopita”.
PRIMO PIANO
Devo riconoscere, infatti, che negli ultimi mesi qualcosa di impor tante è stato “portato a casa”. Penso, ad esempio, alla mozione presentata dall’ex ministra della Salute e oggi parlamentare del Pd, Beatrice Lo renzin, che si è fatta promotrice di un’azione parlamentare proprio per scongiurare un’emergenza di ordine psichiatrico. Che il tema sia avverti to da tutti, d’altronde, è testimoniato proprio dal fatto che quella mozione è stata approvata all’unanimità.
infantile, al fine di garantire le giuste risposte verso i quadri acuti di natura neuropsichiatrica con la disponibilità adeguata di luoghi di ricovero specia listici.Occorre, inoltre, comunicare con le realtà associative e con le scuole perché la prevenzione parte dalla for mazione dei nostri giovani, di modo da abbattere lo stigma che ancora connota la psichiatria.
Inutile dirVi che la Fondazione è a disposizione con chiunque voglia con frontarsi su tali urgenze. Vi chiedo, però, che queste tematiche possano diventare un impegno programmati co del Vostro movimento politico, un tema di cui poter (e dover) parlare nel corso della campagna elettorale, dun que da portare nelle aule parlamenta ri. Qualunque sia l’esito delle urne il prossimo 25 settembre.

PRIMO PIANO
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PRIMO PIANO
di Mario Campanella, Carmine Gazzanni, Stefano Iannaccone
In particolare fra i giovani e i
Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatrica?
GIORGIA MELONI (leader di Fratelli di“Potenziared’Italia):iservizisalutementale”
Brain ha rivolto ai maggiori leader politici alcune domande per capire quale sarà l’impegno dei singoli partiti, sia se dovessero vincere le elezioni sia se dovessero perderle, nel campo della psichiatria. Ecco le loro risposte
Purtroppo sì. E non è un’opinio ne personale, ma qualcosa che è stato
certificato da molti studi di diversa estrazione scientifica. Lo stesso Isti tuto Superiore di Sanità ha più volte affermato l’esistenza di un’emergenza in tema di innalzamento delle psico patologie - quali disturbi d’ansia, at tacchi di panico, depressioni, dipen denze patologiche da droghe e dalle nuove tecnologie - soprattutto a causa delle misure adottate per contenere la pandemia da Covid 19.
DALLA MELONI ALLA LORENZIN, LE POSIZIONI DEI PARTITI E DELLE COALIZIONI EMERGENZASULLAPSICHIATRICA
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della pandemia, che tra dieci anni avrebbero superato quelle cardiova scolari. In realtà si tratta di cure sa nitarie fondamentali per garantire la salute delle persone e il miglior be nessere psicologico possibile.
infantileropsichiatriatale,saluteipotenziarelutamenteassoservizidimenlaneue
Vogliamo uno Stato che garantisca servizi socio-sanitari capaci di aiutare le persone a superare le difficoltà psi cologiche, prevenendo, così facendo, anche manifestazioni psichiatriche più gravi. È in gioco la salute degli italia ni, la possibilità di stare meglio con se stessi e con gli altri, di vivere una vita piena e soddisfacente, realizzando se stessi e partecipando attivamente a ri sollevare l’Italia.
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Il cosiddetto “bonus psicologo”, che comunque abbiamo sostenuto in Parlamento, è stato poco più di un palliativo. Credo sia mancata una rete di protezione in generale. E per i più bisognosi di attenzione in particolare.
L’Italia è la nazione in Europa che meno investe in salute menta le; destiniamo il 3,5% della spesa sanitaria a fronte di nazioni come la Francia, la Germania e il Regno Unito che destinano tra il 10% e il 15%. Dob biamo
MeloniGiorgia

bambini le restrizioni sanitarie hanno impedito o limitato la frequenza della scuola in presenza e lo svolgimento di attività psicofisiche preziose per il loro sviluppo. E nei casi più difficili il distanziamento fisico ha portato a conseguenze piuttosto traumatico come l’aumento di atti di autolesio nismo e tentati suicidi tra gli adole scenti, problematica evidenziata da reparti di neuropsichiatria infantile come il Bambino Gesù di Roma. Ad una situazione così delicata la guerra entrata attraverso le tv nelle nostre case, non ha fatto altro che aggiun gere disagio e insicurezza. In più, bisognerebbe considerare la crisi so cioeconomica in generale. Insomma, non è un bel momento. Per questo bisogna agire, bene e subito.
Pensa che sia stato fatto troppo poco a riguardo nel corso della legi slatura che si avvia a conclusione?
i servizi per le dipendenze pa tologiche ed è anche necessario creare una rete per la prevenzione e promozione del be nessere psicologico, che faccia per no sulla scuola, sulle cure primarie e sui servizi del welfare.
Onestamente si è trattato di situa zioni poco prevedibili, ma la salute mentale e il benessere psicologico sono da sempre la cenerentola dei servizi sanitari in Italia e durante la pandemia si è inevitabilmente pagato lo scotto della scarsa attenzione dei Governi che si sono succeduti negli anni passati. E non credo sia meno importante di quella necessaria per curare altro tipo di malattie. Purtrop po la sensazione è che le cure psicolo giche e psichiatriche vengano spesso considerate un accessorio sanitario, rivolto a un numero trascurabile di persone, mentre si stimava, già prima
Cosa propone di fare il suo partito (e la sua coalizione) nel caso in cui doveste vincere le elezioni?
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Pensa che sia stato fatto trop po poco a riguardo nel corso della le gislatura che si avvia a conclusione?
Cosa propone di fare il suo partito (e la sua coalizione) nel caso in cui doveste vincere le elezioni?
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Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatrica?
ParenteAnnamaria
AndreaCrippa
ANNAMARIA PARENTE (Terzo Polo, presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama): “Per la sanità si utilizzi il Mes”
ANDREA CRIPPA (Lega): “Superare gli errori di Speranza”


La commissione Igiene e Sanità
Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatriLa pandemia e la guerra han no triplicato il tuazionihannotralamento,tudine,ne.depressiodellenumeropersoneaffettedadisturbid’ansiaoLasolil’isospecieipiùgiovani,provocatosinoncertofelici.
C’è un ‘emergenza psichiatrica e una neuropsichiatrica infantile che, certamente, affronteremo in un qua dro di interventi complessivi.
Il ministro Speranza poteva e doveva fare di più. La Lega si è im pegnata, con il ministro Stefani, nel campo dell’autismo, stanziando 100 milioni di euro per gli assistenti alla comunicazione. Ci vuole un potenzia mento dei centri sociali e dei consul tori e, com’è stato fatto in Lombar dia, lo psicologo di base.
Sono certo che il governo di cen
Sia la guerra che la pandemia sono ancora in corso purtroppo. Non sono una psichiatra, ma ascolto le persone e percepisco reazioni diverse rispetto a questi due eventi. La mia idea è che le maggiori incertezze siano generate dal Covid, dal rischio contagio, che ci tocca molto più da vicino e davanti al quale c’è comevieneansiaungenerandoce,ra,Laemotiva.reazioneunaguerinvepurlivellodidiffusa,percepitauneventolontano.
trodestra saprà investire risorse per la salute mentale e per l’adolescenza in crisi, superando gli errori commessi dal ministro Speranza.
PRIMO PIANO
Pensa che sia stato fatto troppo poco a riguardo nel corso della legislatura che si avvia a conclusione?
Siamo caduti in un’emergenza to tale, che tocca le nostre certezze, nel la quale la percezione comune è che non vi sia più nulla di garantito.
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PRIMO PIANO
La natura che abbiamo maltratta to e devastato, più o meno colpevol mente, ci sta presentando il conto, attraverso quei cambiamenti climatici che denunciamo da anni, contrastati dalle lobby del “costruire continua mente e a tutti i costi” che ci hanno discriminati.L’emergenza non è psichiatrica,
CRISTIAN ROMANIELLO (Europa Verde): “Il benessere psicologico non deve essere più un piano di serie B”
Servono più risorse in Sanità e dobbiamo utilizzare il Mes. Questi fondi saranno preziosi per abbattere le liste d’attesa, formare il personale e intervenire sull’affollamento dei pron to soccorso. Non dimentichiamoci che in mancanza di sanità territoriale si va al pronto soccorso anche per un attacco di panico. Bisogna prevedere anche misure per lo stress psicologi co degli operatori sanitari. Dobbiamo rivoluzionare la sanità, partendo dalla prevenzione. Ecco perché il servizio di psichiatria deve essere presente anche nelle case di comunità.
una chiacchierata guardandosi negli occhi sembra qualcosa di peri coloso a causa di nuovi virus, mentre in precedenza era del tutto normale.
del Senato, di cui sono presidente, insieme alla commissione Istruzione, ha svolto un’indagine conoscitiva su gli effetti della pandemia sui giovani. È emerso che in questi due anni e mezzo si sono registrati molti disturbi come ansia, irrequietezza, dipenden ze da alcol, droghe e anche da social e giochi. Ma ancora più grave è l’au mento dei tentativi di suicidio e auto lesionismo tra i più giovani.
RomanielloCristian

Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatrica?
Il testo della risoluzione delle commissioni è stato la base per for mulare delle proposte, come il bonus psicologico, il cui fondo proprio in questi giorni con il dl Aiuti viene por tato a 25 milioni. Ma, mi lasci dire, che la psichiatria, come i pronto soc corso e l’infettivologia, è stata travol ta dalla pandemia e perciò dobbiamo lavorare molto sul rafforzamento di consultori e servizi psichiatrici terri toriali. Allo stesso tempo dobbiamo garantire la presenza nelle case di co munità dei servizi di salute mentale. Queste devono essere le nostre azioni coordinate.
Una bolletta della luce ci spaventa, ciò che è sempre uscito dai nostri fornelli costa caro e ci fa senti re in colpa. La pace a cui portoabbraccio,minacciata.tà,nostremenoabituati,siamoalnellecitcisembraUnunrapsessuale,
Cosa propone di fare il suo parti to (e la sua coalizione) nel caso in cui doveste vincere le elezioni?

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La mia adesione ad Europa Verde e, di conseguenza, all’Alleanza Verdi
e Sinistra era legata ad impegni molto precisi sul fronte delle politiche gio vanili e su quello del benessere psico logico.Ilpartito accolse con entusiasmo le mie richieste programmatiche. Per questi motivi, posso dirle che questa Alleanza sarà il contenitore che rap presenterà con serietà e reale impe gno le istanze che ho descritto nella primaInseriremorisposta. sapientemente i pro fessionisti della salute mentale nei processi cardine dello sviluppo di una società moderna, innovativa, be nestante e sana.
I rischi sulla salute mentale, specie dopo la pandemia e ancora di più con tutti i problemi connessi con il con flitto in corso in Ucraina, rappresen tano un fenomeno gigantesco: quelli che erano dei problemi di nicchia stanno diventando problemi di mas sa, la sofferenza che si genererà deve
Pensa che sia stato fatto troppo poco a riguardo nel corso della legislatura che si avvia a conclusione?
BEATRICE LORENZIN (Pd): “Piano strategico sulla salute mentale e focus su minori e adolescenti”
PRIMO PIANO
Cosa propone di fare il suo partito (e la sua coalizione) nel caso in cui doveste vincere le elezioni?
Il benessere psicologico non è un piano di serie B, è il livello di benes sere esistenziale che ci consente di vivere dignitosamente la nostra quo tidianità, in ciascuna esperienza che facciamo. Sarà un cambio di approc cio politico e di vita positivo. Svilup peremo investimenti senza preceden ti finalizzati a migliorare il benessere dei cittadini.
Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatrica?
Certamente, è stato fatto troppo poco, lo dimostra la mole di richieste per il bonus psicologo che supererà, a mio avviso, di decine di volte lo stan ziamento che è stato approvato, solo 10 milioni.Ilrifinanziamento della misura non sarà sufficiente poiché servono misure strutturali all’interno del si stema sanitario, delle scuole, delle strutture per anziani o all’interno delle forze dell’ordine. Servono inve stimenti anche nella formazione e nel mondo del lavoro, un mondo che non può evitare di coinvolgere gli esperti della salute mentale. Il bonus psico logo è l’esempio emblematico con cui posso dimostrare che l’attenzione alla salute mentale e all’equilibrio psi cologico non è, purtroppo, centrale nell’agendaTuttavia,parlamentare.personalmente mi sono speso molto e, con la sottoscrizione di quasi tutti i partiti facenti parte dell’arco parlamentare, ho portato ad approvazione la mozione finaliz zata a istituire la strategia nazionale per la prevenzione del suicidio, uno strumento di cui abbiamo un bisogno incredibile e che potrà andare in soc corso di una buona parte di persone che hanno bisogno di assistenza a causa di condizioni di sofferenza, più o meno estrema.
è esistenziale. E questo colpisce l’equilibrio psicologico di tutti, in misura più o meno estesa.
2022l’emergenza
Cosa propone di fare il suo partito (e la sua coalizione) nel caso in cui doveste vincere le elezioni?
Vorrei ricordare poi anche l’impe gno di tutto il Pd sul fronte dei mino ri e degli adolescenti. Varie ricerche ci dicono che gli alti livelli di stress e isolamento possono influenzare lo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti, anche a lungo termine, pesando maggiormente su coloro che si trovano in situazioni di povertà economica, sociale, educativa. Ag giungo che probabilmente questa è solo la punta dell’iceberg, sono quelle situazioni eclatanti e chiaramente “vi sibili” che si riesce a intercettare.
incontrare dei luoghi di ascolto e del le opportunità di cura. Se non inter veniamo prontamente su questi temi, dovremo prepararci a combattere una seconda pandemia, una pandemia nascosta, quella della salute menta le. Proprio per questo non possiamo pensare di poter lavorare con le stesse armi che avevamo prima.
Pensa che sia stato fatto troppo poco a riguardo nel corso della legislatura che si avvia a conclusione?
È necessario innanzitutto un piano strategico sulla salute mentale con in
terventi mirati, da quelli prettamente sanitari, a quelli di potenziamento delle reti sociali specie per i giovani, finan ziati con degli stanziamenti ad hoc del fondo sanitario e con degli investimenti sulle regioni, dove peraltro ci sia una misurazione puntuale degli interven ti fatti. Occorre poi formare sul tema non solo il personale sanitario, ma anche la scuola e le reti assistenziali.
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Sicuramente si sarebbe potuto fare di più. Personalmente però mi sono battuta sul tema presentando una mozione in Parlamento, che pe raltro è stata approvata all’unanimità, con tutta una serie di impegni che riguardano più in generale la salute mentale della popolazione, ovvero dal bambino all’adulto passando per gli anziani, le donne, i luoghi più pro blematici come le Rems fino al cosid detto ‘long covid’, ovvero quelle pa tologie mentali derivate da una lunga convalescenza dal virus.

stanziati sulla ricerca in salute mentale ma anche sul la parte neuropsichica, del long covid, potenziando le reti di assistenza e di urgenza.Unaltro tema importante inoltre è l’osservatorio sui suicidi, fenomeno di grande allarme che va monitorato. Ma è soprattutto importante lavo rare sui dati perché la loro raccolta sulla salute mentale è frammentata e in molti casi ferma al 2019. Infine, un’ultima cosa: occorre rafforzare la medicina territoriale di neuropsi chiatria infantile, incrementando il numero di posti letto dedicati al fine di potenziare la risposta ai casi acuti e più gravi di tipo neuropsichiatrico con la possibilità di ricovero in centri specialistici.
LorenzinBeatrice
PRIMO PIANO
In questo modo possiamo lavo rare sul me dio gnatelepsichiatria;telemedicinapoidibili.ancorachesituazionecizzarsiilprevenireperiodo,cronidiorasonopreveServonoincentiviallaeallainpiùbisoincrementareifondi
in tempo, rischia di cronicizzare, divenen do disturbo psichiatrico.
La guerra in Ucraina e la sensazio ne di precarietà che stiamo vivendo ha accentuato il problema e aumentato il senso di disorientamento e di ansia con conseguenze anche molto gravi. Pensiamo ai suicidi: ogni anno, secon do i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo oltre 800 mila persone muoiono per suicidio, che è la seconda causa di morte per i giova ni di età compresa fra i 15 e i 29 anni.
Tutto ciò ha fatto nascere una nuova consapevolezza. Non dobbiamo mai dimenticare la definizione di salute che dà l’OMS che è “uno stato di totale be nessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Oggi questo messaggio sta passando con maggiore forza ed ora è il momento di passare dalle parole ai fat ti: rafforzare questo ambito del Sistema sanitario è una priorità.
Pensa che sia stato fatto troppo poco a riguardo nel corso della legislatura che si avvia a conclusione?
CELESTE D’ARRANDO (M5S): “M5S da sempre in prima linea sulla salute mentale”

Più che di un’emergenza psichiatri ca parlerei di una emergenza di salute mentale. Una situazione che è anche fi glia delle politiche dell’ultimo decennio durante i quali non sono stati effettuati gli investimenti necessari per poten ziare la rete territoriale sociosanitaria e non si è tenuta in conside razione l’importanza di azioni volte alla promozione del la salute e nonlogicodisagioprevenzione.allaLapandemiahaaccentuatofortementelostresseilpsicoche,seintercettato
D’ArrandoCeleste
Penso, ad esempio, ai 25 milioni di euro destinati ai disturbi del comporta mento alimentare con la definizione di un’area apposita all’interno dei Lea de dicata a queste patologie. Oppure alla mozione sulla salute mentale, approvata l’anno scorso, che ha riconosciuto come priorità, tra le altre cose, il rilancio dei servizi per la salute mentale, il supera mento e il riequilibrio delle diversità re gionali, così come l’aumento del numero dei posti letto pubblici dedicati alla salu te mentale e alla neuropsichiatria infan tile. E poi il bonus psicologo: non è la soluzione del problema ma rappresenta un segnale importante. L’enorme nume ro di domande arrivate testimonia che c’è grande bisogno di sostegno psicolo gico, tanto che il governo, come da noi auspicato, ha aumentato di 15 milioni le risorse destinate a questo scopo.
18 Brain Ago/sett 2022
Crede che, dopo pandemia e guerra in Ucraina, siamo caduti in un’emergenza psichiatrica?
PRIMO PIANO
Purtroppo, questa legislatura scon ta il fatto di essere stata bloccata per due anni dalla pandemia, che ha mono polizzato anche i lavori parlamentari. Per mesi lo sforzo del Paese si è con centrato nella risposta al Covid e molti ambiti, non solo la salute mentale, sono rimasti purtroppo ai margini. Credo però che qualche piccola inversione di tendenza ci sia stata.
Cosa propone di fare il Movimento cinque stelle nel caso in cui doveste vincere le elezioni?
19Brain Ago/sett 2022
di salute, uno strumento resiliente che pone la persona con disturbi mentali al centro di un progetto personalizzato di comunità che prevede, a livello dei servizi sanitari e sociali, la massima inte grazione sociosanitaria. Questo perché l’emergere del disagio psicologico rap presenta, in realtà, è una conseguenza di una disfunzionalità presente nella rete sociale
L’obiettivodell’individuo.èevitare l’istituziona lizzazione e garantire una vita indi pendente: attraverso la riconversione della quota sociosanitaria, che viene di norma destinata solo nei casi di inseri mento in strutture residenziali socioas sistenziali, con i budget di salute le ASL e i comuni con gli enti di Terzo Settore possono coprogettare, coprogrammare e cogestire al fine di realizzare il proget to personalizzato di comunità che met te al centro la persona, la quale diventa insieme alla sua rete sociale protagoni sta e mette insieme tutte le risorse stru mentali e non. Mi auguro che da questo punto di vista nella prossima legislatura si possa concretizzare questa riforma che io ritengo fondamentale e che ha già dimostrato di essere una soluzione efficace.
Il Movimento 5 Stelle è sempre sta to in prima linea sulla salute mentale. Ci siamo battuti affinché nel Piano Na zionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e in tutta la sua progettualità, venisse posta la giusta attenzione al tema della salute mentale, poiché i servizi pubbli ci di salute mentale, tra dipartimenti e centri sanitari, disponibili sul territo rio nazionale non sono sufficienti, né per numero né per risorse, a far fron te alle esigenze dei cittadini. Bisogna proseguire nella direzione tracciata: va ripristinato il Servizio psicologico di base, oggi inesistente, all’interno di presidi come i consultori famigliari. E le Case di Comunità, fulcro della futura sanità del territorio, non possono essere sprovviste di professionisti della salute mentale: al momento, ad esempio, la presenza di servizi di salute mentale è solo raccomandata e non obbligatoria. Essenziale, poi, assicurare una pre sa in carico multidisciplinare e integrata in modo particolare per le persone con disturbi psichiatrici: in questi anni ho lavorato all’introduzione del budget
PRIMO PIANO

20 Brain Ago/sett 2022 di Carmine Gazzanni EMERGENZA PSICHIATRICA ECCO COME POSSONO LAVORARE INSIEME PUBBLICO E TERZO SETTORE Intervista alla vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva, Francesca Moccia

21Brain Ago/sett 2022
Tutti i dati a livello internaziona li confermano che c’è un concreto problema di aumento di problema tiche connesse alla salute mentale. Assistiamo sempre a maggiori ri chieste di aiuto. Ci dev’essere inve ce una maggiore attenzione specie per gli adolescenti e i minori, prime vittime di questo lungo periodo di crisi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo tuttora. Il Rapporto Bes (Benessere e Sostenibilità) dell’Istat

PRIMO PIANO
Dunque non ci sono dubbi: in Italia e non solo in Italia c’è un’emergenza di ordine psichiatrico.
I
dati non sono certamente in coraggianti: secondo l’ultimo “Rapporto civico sulla salute 2022” di Cittadinanzattiva, in fatto di salute mentale le problema tiche avvertite da cittadini e pazienti sono svariate. Il 12,8% delle segna lazioni nell’ambito dell’assistenza territoriale riguarda il tema della salute mentale: situazione insosteni bile a livello familiare (28%), scarsa qualità dell’assistenza fornita dai di partimenti di salute mentale (24%), difficoltà di accesso alle cure pub bliche (20%), incapacità di gestire gli effetti collaterali delle cure far macologiche (12%), problematiche relative al Tso (8%). Percentuali, queste, che rivelano come non solo ci sia un problema diffuso ma che sia anche fortemente avvertito dalla cittadinanza. Ecco perché «occorre che le istituzioni intervengano con maggiori finanziamenti colmano la carenza di personale, ma anche l’associazionismo e il terzo setto re possono e devono fare tanto», spiega la vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva Francesca Moccia a Brain.
In Italia c’è un problema cultu rale alla base, e responsabile in par te anche del definanziamento a cui abbiamo assistito. Se ci pensiamo anche nella quotidianità pensiamo che la salute sia solo quella fisica. E invece, come dice l’Oms, non c’è
La scuola potrebbe sicuramente svolgere un ruolo importante. Si po
2022conferma
PRIMO PIANO
Diciamo che dal punto di vista della denuncia pubblica, dobbiamo dire che finalmente si è cominciato a parlare di salute mentale, un tema per anni tabù anche in politica. Dunque da questa prospettiva pos siamo essere soddisfatti. Dal punto di vista, invece, delle risorse siamo profondamente scontenti: dopo anni e anni di continui definanzia menti, restiamo in una situazione precaria soprattutto per la forte carenza di personale. Il problema però è soprattutto un altro.
salute senza salute mentale. E poi c’è lo stigma: in Italia ancora vige la paura e la vergogna quando si vuole andare magari dallo psicologo o dallo psichiatra. E questo porta a enormi ritardi anche nell’affrontare piccole patologie, con l’aggravan te che, se non curate, rischiano di trasformarsi in problematiche più gravi.
“Tutti i dati a livello internazio nali confermano che c’è un aumentoproblemaconcretodidiproblematicheconnesseallasalutementale.Assistiamosempreamaggioririchiestediaiuto.Cidev’essereinveceunamaggioreattenzionespeciepergliadolescentieiminori,primevittimediquestolungoperiododicrisicheabbiamovissutoestiamovivendotuttora”.
22 Brain Ago/sett
Crede che a riguardo, dinanzi anche a tutte queste segnalazioni, la politica abbia fatto a sufficienza finora?
Pensa che sul piano della forma zione la scuola potrebbe svolgere un ruolo prioritario?
Stesso allarme è stato lancia to anche dall’Ospedale Meyer con dati allarmanti relativi all’accesso al Pronto soccorso di adolescenti o per disturbi alimentari o per tenta tivi di suicidio. Senza dimenticare un altro aspetto: tutto questo è solo la punta dell’iceberg del fenomeno, c’è tutto un sommerso sicuramente ancora più vasto.

questo quadro: nel 2021 si osserva un peggioramento nel le condizioni di benessere mentale tra i ragazzi di 14-19 anni. In que sta fascia d’età il punteggio rilevato (misurato su una scala in centesimi) è sceso a 66,6 per le ragazze (- 4,6 punti rispetto al 2020) e a 74,1 per i ragazzi (-2,4 punti rispetto al 2020).
Cioè?
Chi secondo lei deve però muovere il primo passo?
È un progetto che portiamo avanti ormai da anni e a cui teniamo molto. Tutto poggia su un approc cio molto pratico: scegliamo an nualmente dei territori e mettiamo insieme le associazioni locali, i tec nici della pubblica amministrazione ma anche i rappresentanti delle isti tuzioni. Facciamo allora confronti e tavole rotonde per capire nel con creto quali sono i problemi legati alla salute mentale, facendo anche
Cittadinanzattiva da sempre sul tema è molto presente. Anche quest’anno si è tenuta l’edizione del percorso formativo regionale sulla salute mentale di comunità, organizzato da Cittadinanzattiva con la sua Scuola Civica di Alta Formazione. Di che cosa si tratta?
Il problema è che in molti casi non sono preparati i medici, figuria moci gli insegnanti. Occorre dun que una contaminazione di saperi. Bisogna aprire le porte di ambien ti lavorativi, della salute, culturali, educativi. Sulla formazione si può fare molto ma serve necessariamen te un’alleanza tra tutti i soggetti in campo: bisogna mettere assieme i

trebbe parlare dei disturbi mentali così da “normalizzare” l’argomen to e abbattere lo stigma. Potrebbe però non bastare.
Perché?
“La scuola potreb be educativi”.salute,lavorativi,porteBisognazioneunaOccorrecimedici,sonoinIlperòstigma.ezare”cosìdisturbitrebbeimportante.svolgeresicuramenteunruoloSipoparlaredeimentalida“normalizl’argomentoabbattereloPotrebbenonbastare.problemaèchemolticasinonpreparatiifiguriamogliinsegnanti.dunquecontaminadisaperi.aprirelediambientidellaculturali,
23Brain Ago/sett 2022PRIMO PIANO
Non bisogna essere ideologici e dire che tutto dipende solo dal pubblico. La società civile ha enor mi potenzialità. Pensiamo ai cen tri d’ascolto, ad esempio: è già qui che si può fare il primo passo con la segnalazione dei bisogni. Qui però dev’essere presente il pubbli co. Faccio un esempio: se tramite centri d’ascolto emerge che c’è una problematica relativa alla salute mentale in un paesino di montagna, bisogna fare in modo che i servizi necessari arrivino fino lì. La cosa importante, però, è “fare”: l’errore più grande nasce quando si aspetta che siano altri a fare il primo passo, che sia il pubblico, il privato o l’as sociazionismo.
vari saperi e i vari servizi. E dunque bisogna creare un rapporto sinergi co anche tra pubblico, terzo settore e privato.
24 Brain Ago/sett 2022in
modo che si elaborino soluzioni. Nel corso degli anni siamo riusciti a far diventare concrete e reali alcune idee che sono state elaborate in que sti incontri. Ecco cosa proviamo a fare: piantare un seme di modo che nasca l’ideologia del dialogo.
Il 25 settembre i cittadini saranno chiamati alle urne e partirà una nuova legislatura. Quali sono, sul tema della salute mentale, i punti prioritari da cui il nuovo Parlamen to deve partire?
PRIMO PIANO
sarà fondamentale, però, monito rare come vengono spesi i soldi e su questo è determinante il lavoro che le associazioni possono fare a li vello locale. A livello nazionale, in vece, dobbiamo garantire che tutti garantiscono i Livelli Essenziali di Assistenza e che in tutti i territori ci sia uguale accesso alle varie pre stazioni. Altro tema a cui teniamo molto è quello della formazione: le istituzioni devono fare in modo che medici e psichiatri siano competenti e preparati, sempre e in ogni zona d’Italia. Purtroppo quando questo non viene garantito, ciò si scarica sulle famiglie e sulle nostre tasche. E invece è necessario che i servizi siano capillari. Di modo che quella che oggi rischia di essere un’emer genza, venga affrontata come tale sin da subito.

Credo che siano fondamenta li i finanziamenti previsti dal Pnrr. Non dimentichiamo che per la sa lute mentale non ci sono fondi dedicati, ma ad esempio ci sono stanziamenti per le case di comu nità, dove potrebbero essere inse riti ad esempio progetti specifici per la salute mentale. Dopodiché
“Credo che dimentichiamofinanziamentifondamentalisianoiprevistidalPnrr.Noncheperlasalutementalenoncisonofondidedicati,maadesempiocisonostanziamentiperlecasedicomunità,dovepotrebberoessereinseritiadesempioprogettispecificiperlasalutementale”.
Brain Ago/sett 2022 25
suicidio in media ogni 16 ore che passano e un tentato suicidio ogni 14. Questi sono i dati allarmanti che emergono dall’Osservato rio Suicidi della Fondazione BRF - Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze. «Ogni anno in Italia assistiamo in media a circa 4mila suicidi - spiega il presidente della Fondazione, lo psichiatra Armando Piccin ni -. I dati attualmente disponibili però non sono correntemente aggiornati, tanto che l’ultimo Annuario Statistico dell’Istat pub blicato nel 2021 contiene dei dati relativi al 2018. Impossibile, invece, avere numeri re lativi ai tentativi di suicidio. La Fondazione BRF, proprio per via della mancanza assolu ta di dati aggiornati, ha istituito già durante la prima ondata della pandemia un Osserva torio Suicidi, monitorando gli atti suicidari in base a un’attenta analisi delle notizie di cronaca, locali e nazionali».
I risultati dello studio della Fondazione BRF
16 ORE CHE PASSANO
NEL 2022 UN SUICIDIO OGNI
Un
Dal lavoro dei ricercatori emerge che da gennaio 2022 ad agosto 2022 si contano 351 suicidi e 391 tentati suicidi. «Parliamo, peraltro, di un dato al ribasso, consideran do ovviamente che c’è un sommerso, specie per i tentati suicidi, che non viene coperto dai media». Dal report emergono anche ul teriori spunti di riflessione: le categorie più a rischio, ad esempio, sono le forze dell’or dine (oltre 40 suicidi dall’inizio dell’anno) e i detenuti (oltre 30); il mese invece durante
il quale si è registrato il più alto numero di atti suicidari è stato maggio: 66 suicidi e 55 tentati suicidi.
«Servono - conclude Piccinni - adegua te politiche di prevenzione del suicidio che coinvolgano tutti gli attori in gioco, dagli psicologi agli psichiatri, dagli insegnanti alle famiglie. Non bisogna dimenticare, pe raltro, che il suicidio ha un’incidenza par ticolarmente grave tra i giovani. A riguar do un’adeguata politica di informazione e formazione può avere un ruolo fondamen tale nella sensibilizzazione sociale sul tema. Nonostante l’impegno e l’azione di alcuni singoli parlamentari, poco è stato fatto nel corso dell’attuale legislatura. Spero che le forze politiche impegnate in questi giorni nella campagna elettorale riusciranno, al di là delle promesse e dei proclami, ad af frontare concretamente la questione con la nuova legislatura».
di Carmine Gazzanni
Il report della Fondazione BRF tiene conto anche della divisione in aree geogra fiche: il maggior numero di suicidi si è regi strato al Nord (133), seguito dal Sud (131) e infine dal Centro Italia (87). Per i tentati suicidi, invece, spicca il Centro Italia (143), seguito dal Sud (133) e dal Nord (115). «Al di là delle piccole differenze - spiega ancora Piccinni - è evidente dai numeri come il fe nomeno sia drammaticamente diffuso e toc chi la nostra intera Penisola».
APPROFONDIMENTI
A questo riguardo uno studio pubblicato questo mese sulla rivista Neurology ha mostrato che stessi sti moli provocano effetti diversi sulle riserve cognitive di uomini e donne in etàUnoavanzata.stiledi vita sano, in partico lare attività quali esercizio fisico e lo svolgimento di compiti cognitivi (let tura, giochi di carte, puzzle), possono
È ormai noto che l’attività fisica porta benefici al nostro cervello man tenendo e migliorando la sua integri tà, attraverso la crescita neuronale e la plasticitàQuestosinaptica.studio ha però mostra to che il sesso, insieme alla presenza dell’allele APOE4 (marker genetico di predisposizione allo sviluppo del la demenza di Alzheimer), influisce sull’effetto che queste stimolazioni positive (fisiche e mentali) hanno sul nostro sistema cognitivo. Lo studio ha indagato l’influenza di sesso e at tività fisica o cognitiva sulle riserve cognitive, in particolare sulla memo ria e sulla rapidità di pensiero, in un campione di 758 soggetti anziani, di entrambi i sessi. Il campione dello studio includeva differenti sottopo polazioni di anziani: con demenza, con decadimento cognitivo lieve, ov vero una condizione di lieve compro missione cognitiva, che spesso rap
dalle sue origini, la medi cina ha avuto un’impostazio ne androcentrica relegando gli interessi per la salute fem minile ai soli aspetti specifici correla ti alla riproduzione, ma negli ultimi anni è sempre di più la consapevolez za delle differenze associate al genere per quanto riguarda lo stato di salu te e di malattia di ogni persona. Dal 1998 entrambi i generi sono entrati a far parte degli studi clinici europei, ciò ha permesso un confronto fra ma schi e femmine e negli anni sono stati molti gli studi che hanno evidenziato come organismo femminile e maschi le rispondano in maniera diversa a patologie e trattamenti.
attenuare il declino cognitivo associa to all’età, ritardare l’insorgenza della demenza e aumentare la riserva co gnitiva di ognuno di noi.
I risultati dello studio pubblicati su APPROFONDIMENTI“Neurology”
2022Fin
di Valentina Formica
26 Brain Ago/sett
COSÌ IL SESSO INFLUISCE SUL NOSTRO SISTEMA COGNITIVO
27Brain Ago/sett 2022
È ormai noto che l’attività fisica porta benefici al nostro cognitivo.sulepositivestimolazionifettoinfluiscedell’alleleallailperòQuestoplasticitàneuronaleversosuamigliorandomantenendocervelloelaintegrità,attralacrescitaelasinaptica.studiohamostratochesesso,insiemepresenzaAPOE4sull’efchequeste(fisichementali)hannonostrosistema
APPROFONDIMENTI
presenta l’anticamera della demenza, o senza compromissione cognitiva.
attività cognitiva aggiuntiva si associa a un guadagno medio di 13 anni in relazione alla rapidità di elaborazione (10 per le donne, 17 per gli uomini). È stato ipotizzato che le attività co gnitive aiutino a mantenere l’integrità del cervello in un modo che riflette le richieste cognitive dell’attività speci fica. Per esempio, se il gioco di carte utilizza le capacità esecutive, allora giocare a carte con maggiore frequen za conferisce benefici a lungo termine nel dominio cognitivo del funziona mentoQuesteesecutivo.associazioni positive sono però attenuate dalla presenza dell’al lele APOE4, che sembra smorzare le relazioni benefiche tra uno stile di vita sano e una maggiore riserva co gnitiva, con un effetto unico nel sesso femminile. Nel complesso, i risultati suggeriscono che il sesso e lo stato
I risultati dello studio hanno mo strato che un maggior livello di atti vità fisica si associa a una maggiore rapidità di pensiero nelle donne, ma non negli uomini. Allo stesso modo, lo svolgimento di un maggior nume ro di attività cognitive è tendenzial mente associato a maggiori capacità mnesiche solo nel sesso femminile. Sulla base dei risultati ottenuti, in crementando l’attività fisica le don ne andrebbero incontro a decadi mento nella rapidità di elaborazione del pensiero 2,75 anni più tardi. Lo svolgimento quotidiano di attività quali leggere, giocare a carte o a bin go, frequentare corsi, ha mostrato di avere un’influenza positiva sulla ve locità di elaborazione del pensiero in entrambi i sessi. In particolare, ogni

28 Brain Ago/sett 2022di
e che questi possano differire tra donne e uomini e tra i soggetti portatori dell’allele APOE4.
cabiliWNL.0000000000200675dellostiledivita
APPROFONDIMENTI
portatore di APOE4 sono fattori importanti che mediano l’associazio ne tra gli effetti benefici di uno stile di vita sano e la riserva cognitiva. Per questo sono necessari futuri studi per comprendere a fondo la relazione causale che intercorre tra sesso, stile di vita, fattori genetici e la loro in fluenza sulle riserve cognitive, così da individuare i fattori di rischio modi ficabili per l’insorgenza di Alzheimer e sviluppare strategie di prevenzione più mirate. È infatti possibile che le strategie preventive debbano agire su una combinazione di fattori modifi
Articolo: Effects of Sex, APOE4, and Lifestyle Activities on Cognitive Reserve in OlderJudyAdultsPa, Vahan Aslanyan, Kaitlin B. Ca saletto, Miguel Arce RenterÃa, Amal Harra ti, Sarah E. Tom, Nicole Armstrong, Kumar Rajan, Justina Avila-Rieger, Yian Gu, Nicole Schupf, Jennifer J.Manly, Adam Brickman, LauraNeurologyZahodne Jul 2022, 10.1212/ WNL.0000000000200675; DOI:10.1212/
Nel complesso, i risultati portatoresessorisconosuggecheilelostatodidiAPOE4sonofattoriimportantichemedianol’associazionetraglieffettibeneficidiunostiledivitasanoelariservacognitiva.

UN DIRITTO DI TUTTI
Cure palliative in ospedale

30 Brain Ago/sett 2022 di Giorgio Del Re MADRI CHE UCCIDONO I FIGLI: ORRORI E OSCURITÀ DIETRO LE STORIE ITALIANE DI INFANTICIDIO Ecco cosa dice la psichiatria a proposito del “complesso di Medea” Maria Callas intepreta “Medea” (1969) nella pellicola di Pier Paolo Pasolini.

Lo sconcerto è l’unica reazione immediata e poi arrivano le riflessio ni, i se, i ma, i perché, gli “avrebbe potuto”. Cosa può accadere a queste madri? Perché scaricano la loro rab bia, tensione, insoddisfazione - diret tamente o indirettamente - nei corpi dei loro bambini? Perché non scelgo no di darli in adozione o in affido, af finché possano vivere una vita, la loro, in un modo certamente migliore? Sono tante le domande che prendono posto allo sgomento e all’increduli tà. La figura della madre d’altronde è da sempre associata a sentimenti e atteggiamenti di protezione verso la propria prole. Nelle madri-Medea si riscontra una metamorfosi crudele la felicità della maternità non è più quel la di donare la vita bensì unicamente quella di possedere un figlio ideale. Nel caso in cui il figlio si allontana da tale ideale deve essere ripudiato. Tan te depressioni post-partum affermano di tale rifiuto che trova la sua rappre sentazione più malvagia nel cammino verso l’azione dell’infanticidio.
Samuele,
Gli psichiatri spiegano questi de litti con un momento di buio nella testa, un disagio dissimulato con i familiari più stretti, un’alterazione psichica che porta le mamme ad uc cidere e, a volte, a inscenare scuse
31Brain Ago/sett 2022
Loris, Elena, e ora Diana, la piccola di diciotto mesi lasciata sola in casa, a Mi lano, dalla madre Alessia Piffe ri per sei giorni e morta di stenti. Una lista lunga e dolorosa di bambini che perdono la vita per mani delle loro madri. Ogni volta si resta sgomenti di fronte a questi eventi che sembrano manifestarsi come un fulmine a ciel sereno portando sgomento e smarri mento, incredulità e indignazione.
L’INCHIESTA

fondamento per crearsi un alibi inesistente. Il problema del figlicidio è significativo. È un numero enorme: sono 472, negli ultimi vent’anni, i figli uccisi dai genitori in Italia. La cosa ancora più disarmante è che le varie perizie psichiatriche spesso non rie scono a spiegare e portare alla luce i veri motivi e le cause.
Le madri che spostano il de siderio di uccidere la loro madre cat Cosa può accadere a queste madri?
32 Brain Ago/sett
Le madri che uccidono i figli non desiderati;Lemadri che uccidono i figli trasformati in capri espiatori di tutte le loro frustrazioni;Lemadriche negano la gra vidanza e fecalizzano il neonato;
«Nessun crimine è più difficile da capire dell’uccisione di bambini da parte dei loro genitori. Ma questo tipo di omicidio è sempre esistito. Le donne raramente uccidono, e quando lo fanno di solito uccidono il proprio marito. Tuttavia, il secondo obiettivo più frequente delle donne assassine è rappresentato dagli altri membri della famiglia, inclusi i figli (Rou gé-Maillart, Jousset, Gaudin, Bouju, & Penneau, 2005)». Alcune ricerche rilevano che le donne che commetto no infanticidio hanno un’alta proba bilità di negare o nascondere la loro gravidanza e ciò può veramente esse re portatore di infanticidio, ma que sto comportamento potrebbe essere identificato difficilmente in modo preventivo. Tuttavia, si è evidenziato che il «rischio di un bambino di esse re ucciso dalla propria madre biologi ca è più alto nelle prime 24 ore e so prattutto se la madre è giovane, non ha altri figli e si trova in condizioni sociali ed economiche critiche (Cam perio Ciani & Fontanesi, 2010)». Ni voli (2002) identifica un elenco delle possibili motivazioni che spingono una madre a uccidere i propri figli. Vediamoli
L’attoassieme:impulsivo delle madri che sono solite maltrattare i figli;

L’INCHIESTA
2022senza
La vendetta della madre nei confronti del compagno;
Le madri che ripetono sul proprio figlio le violenze che avevano subito dalla propria madre;
Perché scaricano la loro rabbia, tensio ne, possanodarlineiindirettamente-insoddisfazionedirettamenteo-corpideilorobambini?Perchénonscelgonodiinadozioneoinaffido,affinchévivereunavita,laloro,inunmodocertamentemigliore?Sonotanteledomandecheprendonopostoallosgomentoeall’incredulità.
L’agire omissivo delle madri passive e negligenti nel ruolo mater no;
Le madri che uccidono il fi glio perché pensano di salvarlo;
La teoria psicolo gica sostiene che le allontanate.l’uomomente,che,gressivitàmentotuttapartner)loropiùinchegelosieossessivitàsonomadri-Medeaaffettedaepatologienell’istantecuinonhannol’oggettodellaossessione(ilscaricanoilloroavvilielaloroagsulfiglioemblematicaimpersonacheleha

cologica sostiene che le madri-Medea sono affette da ossessività e gelosie patologiche e nell’istante in cui non hanno più l’oggetto della loro osses sione (il partner) scaricano tutta il loro avvilimento e la loro aggressivi tà sul figlio che, emblematicamente, impersona l’uomo che le ha allonta nate. Le donna con il “Complesso di Medea”, quindi, hanno notevoli difficoltà ad accettare la separazione, ad affrontare la sensazione di depres sione e di inquietudine che avvertono interiormente e a rielaborare la sen sazione della perdita. In certe donne che hanno tolto la vita ai propri figli si riscontra la propensione a rimuovere tale ricordo dalla loro memoria.
Le madri che desiderano uc cidersi e uccidono il figlio;
Ulteriori concause del “Comples so di Medea” concernono una sen sazione di inadeguatezza del proprio ruolo materno e l’esistenza frequen temente di patologie (organizzazione mentale destrutturata da traumi pre gressi o deviata da disturbi di perso nalità come il disturbo dissociativo dell’identità e il disturbo borderli ne) e per di più fattori di rischio da prendere in considerazione come per esempio la depressione post-partum. Tutti questi elementi intrecciati fra loro sono le fondamenta del “Com plesso di L’interventoMedea”.psicologico con le madri-Medea, come spiega sul suo sito il dottor Stefano Becagli, «è volto al trattamento dell’accettazione della separazione, a contrastare il senti mento di annientamento e di inquie tudine che avvertono dentro e a riela borare il senso della perdita. Pertanto il percorso psicologico ha l’obiettivo di ricondurre alla mente il ricordo del proprio gesto e sostenere la madre ad affrontarlo».
tiva e uccidono il figlio cattivo;
Le madri che prodigano cure affettuose al figlio, ma in realtà lo stanno subdolamente uccidendo.
L’INCHIESTA
33Brain Ago/sett 2022
Spesso si è reputato che la ma dre che realizza un figlicidio ha seri problemi economici, familiari, circo stanze pregresse o attuali di tossico dipendenza, una famiglia di origine non accudente e abusi. La teoria psi
34 Brain Ago/sett 2022 di Francesco Carta BURNOUT, ECCO COME CAMBIA (ANCHE FISICAMENTE) IL CERVELLO E QUALI SONO I RIMEDI Consigli pratici per riemergere dalla sensazione di stress lavorativo

I
Pensiamo ad esempio a medi ci ed infermieri, particolarmente sovraccaricati negli ultimi anni a causa della pandemia, ma anche ad educatori, commessi, impiegati e altre categorie di lavoratori che de vono sottostare a turni massacranti e spesso con una certa insoddisfa zione sia dal punto di vista delle re lazioni che dell’appagamento per sonale oltre che economico.

NEUROSCIENZE
Il Covid, ovviamente, non ha fatto altro che peggiorare drasti camente una situazione che era già difficile per molti e non c’è da stupirsi se negli ultimi due anni, un po’ come è avvenuto per ansia e depressione, i casi di burnout siano aumentati.Maquali effetti ha davvero il burnout sul nostro cervello e c’è modo di rimediare? Innanzitutto c’è da ricordare che tutto ciò che sentiamo o pensiamo deriva dal cervello, quindi sbalzi d’umore, pensieri negativi o un temperamen to estremamente nervoso e stres sato si riflettono tutti da qualche parte nel funzionamento fisico del cervello. Le ricerche scientifiche in merito mostrano che, quando si tratta di burnout, quei cambia menti cerebrali sono tutt’altro che minori o da sottovalutare.
tempi sono quelli che sono e tante categorie di persone oggi, per diversi motivi, ri schiano di trovarsi alle prese con il burnout, quella sensazione di esaurimento che può colpire per il troppo lavoro (in condizioni spesso difficili) e che può determinare un logorio psicofisico ed emotivo.
35Brain Ago/sett 2022
Una ricerca svedese ha con frontato 40 soggetti di studio che
tutti lavorato oltre 60 ore a settimana e ricevuto una diagnosi formale di burnout, con un gruppo di controllo composto da persone con lo stesso profilo demografico che però non soffrivano di bur nout.I test hanno rivelato che chi soffriva di burnout riusciva a con trollare o sopprimere le emozio ni negative in maniera peggiore e ciò ovviamente non ha stupito i ricercatori, dato che proprio que sti sintomi sono i più classici del burnout, ma lo studio ha scoperto anche altro, effettuando scansioni cerebrali dei due gruppi.
sono indeboliti. C’è poi una revi sione di studi che ha esaminato 15 ricerche sugli effetti cognitivi del burnout rilevando che: «i sistemi di attenzione e di memoria esecuti vi sembrano soffrire in associazio ne con il burnout e il funzionamen to cognitivo è compromesso negli individuiInsomma,esauriti».anche a livello fisico il cervello risente dell’esaurimento dovuto al burnout. Ma può ripren dersi in qualche modo?
NEUROSCIENZE
36 Brain Ago/sett
Come ha fatto sapere l’Associa tion for Psychological Science, «i due gruppi hanno mostrato diffe renze chiave nell’amigdala – una struttura cerebrale che è fonda mentale nelle reazioni emotive tra cui paura e aggressività. I parteci panti al gruppo burnout avevano un’amigdala relativamente ingros sata e sembravano anche avere connessioni significativamente più deboli tra l’amigdala e le aree ce rebrali legate al disagio emotivo, in particolare alla corteccia cingolata anteriore (ACC). Più un individuo riportava una sensazione di stress, più debole è apparsa la connetti vità tra queste regioni del cervello sullaInR-fMRI».parole povere, l’amigdala, che funziona un po’ come il siste ma di allarme del cervello, respon sabile della segnalazione di qual cosa che non va nell’ambiente, in caso di burnout è iperattiva. Nel frattempo, i sistemi destinati a con trastare l’amigdala con logica, pro spettiva e gestione delle emozioni
Quali effetti ha davvero il burnout sul nostro cervello e c’è modo di rime diare? Innanzitutto c’è da nervosodalpensiamochechericordaretuttociòsentiamooderivacervello,quindisbalzid’umore,pensierinegativiountemperamentoestremamenteestressatosiriflettonotuttidaqualchepartenelfunzionamentofisicodelcervello.

La risposta a questa domanda secondo la scienza è sì, ma devono essere soddisfatte alcune condizio
2022avevano
NEUROSCIENZE
contatto con la natura, oltre che parlare spesso con le persone per accelerare il recupero. Raccoman da anche di calmare la mente, sia attraverso lo sport, che con lunghe passeggiate o lo yoga.
I sistemi attenzionedi e di memoria individuipromessocognitivoilconinsembranoesecutivisoffrireassociazioneilburnoutefunzionamentoècomnegliesauriti.
Prima di tutto, però, bisogna es sere coscienti del problema che si ha e che questa non è una semplice condizione di stress che si può eli minare facilmente e in poco tempo. Sono necessari infatti cambiamenti reali nelle condizioni di lavoro per non ricadere dopo poco tempo di nuovo in una condizione di bur nout.
37Brain Ago/sett 2022
ni. Degli studi mostrano che è pos sibile, come una ricerca del 2018 che ha evidenziato come la terapia per il burnout (spesso si tratta di psicoterapia cognitivo comporta mentale) possa riuscire a ridurre le dimensioni dell’amigdala e riporta re la corteccia prefrontale ai livelli di pre-stress.Anchealtre attività, oltre alla terapia, possono aiutare il cervello a riprendersi. Il professore di psi chiatria di Yale Mark Rego ha sug gerito di svolgere attività pratiche, come arte e cucina, e assecondare i sensi specialmente entrando in

e vedete una pizza, l’acquo lina in bocca scatta auto matica? Tutto merito di un piccolo gruppo di neuroni “affamati”, che si attivano in modo specifico alla vista del cibo. Scoperti da un gruppo di ricercatori del Mit di Boston, che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista Currente biology, si trovano nel la corteccia visiva, accanto ad altri gruppi che rispondono invece a vol ti, corpi, luoghi e parole. Come dei sensori di rilevamento, si attivano o meno facendoci distinguere cosa è cibo da cosa non lo è e consenten doci di orientarci cognitivamente nel Lamondo.scoperta di questi neuroni non solo potrebbe spiegare l’im portanza che il cibo riveste all’inter no della cultura umana ma apre la
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2022S
porta a nuove domande su come e perché si sviluppa questa particola re popolazione neurale e se si attiva in maniera diversa in base ai gusti personali.Iricercatori, guidati da Meena kshi Khosla, hanno analizzato scan sioni del cervello ottenute con riso nanza magnetica funzionale (fMRI) mentre otto persone osservavano migliaia di immagini. L’immagine di una fMRI è costituita di tante uni tà tridimensionali (chiamate voxel) che rappresentano sezioni del cer vello, ognuna contenente centinaia di migliaia di neuroni: questo vuol dire che la presenza di popolazio ni più piccole di neuroni potrebbe passare inosservata. Per questo mo tivo, i ricercatori hanno applicato anche un metodo matematico che, oltre a confermare la presenza di
I NEURONI “AFFAMATI” CHE SI ATTIVANO
ALLA VISTA DEL CIBO
Si trovano nell’area “visiva” della corteccia, insieme ai neuroni che riconoscono volti, corpi, luoghi e NEUROSCIENZEparole
di Alessio Righi
diverse l’una dall’altra – continua la ricercatrice – eppure abbiamo tro vato un’unica popolazione di neu roni che risponde in modo simile a tutti questi diversi prodotti alimen tari». Secondo gli autori dello stu dio, la selettività alimentare non è stata scoperta prima perché il grup po di neuroni si trova mescolato ad altre popolazioni neurali vicine che rispondono ad altri stimoli.
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quattro gruppi di neuroni che si accendono guardando volti, corpi, luoghi e parole, già noti, ha permes so loro anche di scoprire l’esistenza di un quinto gruppo, specifico per il cibo.«All’inizio siamo rimasti piutto sto perplessi, perché il cibo non è una categoria visivamente omoge nea», ha spiegato Khosla: «Mele, mais e pasta sembrano cose molto
NEUROSCIENZE

Anche
È questa la conclusione di uno studio co ordinato dall’International Agency for Rese arch on Cancer (Iarc) e pubblicato sulla rivista Environment Interna tional.I ricercatori han no analizzato i registri tumori di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia per censire tutti i casi di gliomi tra il 1979 e il Si2016.sono quindi con centrati sulla popolazione maschile che all’i nizio degli anni Novanta aveva tra i 35 e i 44 anni, i primi a utilizzare i telefoni cellulari. «Se i campi elettromagnetici a radiofrequen za emessi dai telefoni cellulari causassero gliomi, il marcato aumento nell’uso dei te lefoni cellulari nella popolazione generale negli ultimi decenni si tradurrebbe in un au mento della comparsa di gliomi», spiegano i ricercatori.L’analisi, invece, non ha riscontrato nes sun legame tra l’uso del telefonino, soprat
TELEFONINI-TUMORI AL CERVELLO FORSE NON C’È UN LEGAME

Uno studio svedese esclude la correlazione. Ma i dubbi restano
40 Brain Ago/sett 2022 NEUROSCIENZE
«Nei Paesi nordici, l’uso dei telefoni cel lulari è aumentato notevolmente a metà de gli anni Novanta, soprattutto tra gli uomini di mezza età. I tassi di incidenza del glioma registrati in questi Paesi hanno seguito ten denze a lungo termine di piccoli e graduali incrementi; tra il 1979 e il 2016 non sono state osservate modificazioni di questi trend», scri ve in una nota la Iarc. «Questa osservazione è compatibile con l’assen za di qualsiasi impatto misurabile dell’uso del cellulare sul rischio di glioma, per le tecnologie utilizzate in passato e ai livelli di esposizione incontrati in quel mo mento», conclude. Uno studio, dunque, che apre scenari inediti che sembrano cozzare quantomeno con quello che è l’immaginario collettivo.C’èda dire, però, che come sempre una sola ricerca, su una popolazione peraltro ri dotta, non annulla i rischi, emersi e visibili dalla letteratura scientifica, secondo cui co munque essere esposti a un campo elettro magnetico ci pone in condizioni certamente non ottimali per la nostra salute. (A. A.)
tutto in quella fetta della popolazione, e l’au mento del rischio di tumori.
se in Scandinavia negli ulti mi 35 anni si è osservato un incre mento dei casi di gliomi, una fami glia di tumori del sistema nervoso centrale, questo aumento non è connesso all’uso dei telefonini.
quanti di noi, se ci pensiamo an che solo per un attimo, capita di sentirsi stanchi a seguito di un intenso esercizio cognitivo, quasi come se si fosse svolto un logorante lavoro fisico. A esplorare le motivazioni alla base di questo dualismo uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology e condotto dagli scienziati dell’Università Pitié-Salpêtrière di Parigi, che hanno esa minato il burnout associato alla percezione di affaticamento che segue un duro lavoro di mente.Ilgruppo
e spostare il consumo di energia verso azio ni meno dispendiose. «Diverse teorie – so stiene Pessiglione – hanno suggerito che la fatica rappresenta un’illusione generata dal cervello, per farci impegnare in azioni meno impegnative e più gratificanti. I nostri risul tati mostrano che il lavoro cognitivo si tra duce in una vera alterazione funzionale che avviene allo scopo di preservare l’integrità dei processi all’interno del cervello». I dati, sottolineano gli scienziati, supportano l’i potesi che l’accumulo di glutammato renda più dispendiosa l’attivazione della corteccia prefrontale.«Leevidenze indicano che basta un po’ di sano riposo per eliminare il glutamma to dalle sinapsi – commenta Wiehler – per questo è fondamentale garantire che il cer vello non subisca burnout. Il monitoraggio dei metaboliti prefrontali potrebbe quindi aiutare a rilevare un grave affaticamen to mentale, il che potrebbe essere utile in caso di pianificazione di strategie di otti mizzazione dei programmi di lavoro. Nei prossimi step, cercheremo di capire perché la corteccia prefrontale sembra particolar mente suscettibile all’accumulo e all’affati camento dovuto al glutammato. Valutere mo anche l’ipotesi che questi indicatori di affaticamento possano predire il recupero di condizioni di salute come depressione o cancro». (A. V.)
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di ricerca, guidato da Mathias Pessiglione e Antonius Wiehler, ha sotto posto, come racconta un’accurata inchiesta del Fatto Quotidiano, dei partecipanti a esami di spettroscopia di risonanza magne tica (MRS) per monitorare i segnali chimici nel cervello delle persone mentre svolgeva no compiti ed esercizi mentalmente com plessi o attività rilassanti. Gli studiosi han no individuato segni di affaticamento solo nel gruppo cognitivamente più impegnato. Tra i segnali più significativi, gli esperti ri portano dilatazione ridotta della pupilla e livelli più elevati di glutammato nelle sinap si della corteccia prefrontale del cervello. Il lavoro mentale, sottolineano gli scienziati, sembra quindi associato a un incremento di sottoprodotti potenzialmente tossici, che possono alterare il controllo sulle decisioni
PERCHÉ IL LAVORO DELLA MENTE STANCA COME QUELLO FISICO
“La fatica è un’illusione generata dal cervello”
A
l’ha detto che il testo sterone porta solo aggres sività. Oggi sappiamo che rende anche i maschi più amichevoli. Lo spiega un nuovo interessante studio sugli animali condotto dai neuroscienziati della Emory University. Si tratta di una scoperta che ribalta molte delle con cezioni classiche e dei luoghi comu ni sulL’ormonetema. che presiede lo svilup po dei caratteri secondari nei maschi è sempre stato associato ai compor tamenti aggressivi e sessuali, ma in realtà le cose sono molto più sfuma te: in alcune situazioni può stimola re una risposta ‘dolce’ e protettiva nei confronti di femmine e cuccioli, che sfocia perfino nelle coccole. In definitiva, il testosterone riesce ad amplificare il nostro comportamen
42 Brain Ago/sett 2022 NEUROSCIENZE
di Antonio Acerbis
to, che sia aggressivo o protettivo, permettendoci di adattarci al meglio nelleLasituazioni.ricerca,pubblicata su Proce edings of the Royal Society B: Bio logical Sciences si è focalizzata sulla popolazione dei gerbilli della Mon golia, scoprendo inaspettati effetti del testosterone. «Per quella che crediamo sia la prima volta, abbiamo dimostrato che il testosterone può promuovere direttamente comporta menti non sessuali e prosociali, oltre all’aggressività, nello stesso indivi duo», afferma Aubrey Kelly, primo autore dello studio. «È sorprendente perché di solito pensiamo che il te stosterone aumenti i comportamenti sessuali e l’aggressività. Ma abbiamo dimostrato che può avere effetti più sfumati, a seconda del contesto so ciale».
IL TESTOSTERONE NON PORTA SOLO AGGRESSIVITÀ MA ANCHE COCCOLE
Ecco i risultati degli studi sui gerbilli della Mongolia
Chi
stosterone li ha spinti invece a cam biare rapidamente comportamento per diventare più aggressivi, come appropriato al contesto di un intru so maschio. «Sembra che il testo sterone aumenti il comportamento appropriato al contesto», affermano dunque i ricercatori. «Sembra avere un ruolo nell’amplificare la tenden za ad essere coccolosi e protettivi o aggressivi». I comportamenti umani hanno ovviamente dinamiche molto più complesse di quelli dei gerbilli della Mongolia: ora saranno al cen tro dei nuovi test del team.
Gli autori, come detto, hanno condotto esperimenti sui gerbilli del la Mongolia, roditori che formano legami di coppia duraturi e allevano insieme i loro cuccioli. E hanno sco perto che i maschi, come da copione, possono diventare aggressivi duran te l’accoppiamento e nella difesa del territorio, ma anche che sanno mette re in atto un comportamento diverso e più accudente. Una volta incinta, il maschio agisce in modo protetti vo nei confronti della femmina e dei cuccioli, con una serie di coccole. Dopo aver somministrato testostero ne a un gerbillo, si aspettavano una crescita dell’aggressività, «invece sia mo rimasti sorpresi dal fatto che un gerbillo maschio è diventato ancora più coccolone e prosociale con la sua compagna. È diventato una specie di superMapartner».nonèfinita qui. Il lavoro ha anche rivelato come il testostero ne influenzi l’attività neurale delle cellule dell’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore” associato al le game sociale. E ha mostrato che an che in presenza di altri maschi nella gabbia, non si sono verificati scontri aggressivi ma al contrario, un com portamento amichevole anche con i gerbilli sconosciuti.
NEUROSCIENZE
Il comportamento amichevole è cambiato bruscamente, invece, quando ai soggetti maschi è stata somministrata un’altra iniezione di testosterone: si sono messi a inse guire il nuovo compagno maschio di gabbia.Iricercatori teorizzano che la prima impennata di testosterone ha aumentato rapidamente le risposte sociali positive nei confronti delle femmine. La seconda iniezione di te
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44 Brain Ago/sett 2022 di Alberto Carrara* NASCITA DELLA NEUROETICA (QUINTA PARTE): VENT’ANNI DALLA DEFINIZIONE “CANONICA” “È una parte distinta della bioetica, che è la considerazione delle conseguenze buone e cattive nella pratica medica e nella ricerca biologica” *Direttore del Gruppo di Neurobioetica (GdN) dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Docente di Neuroetica presso la Facoltà di Psicolofia dell’Università Europea di Roma, Membro della Pontificia Accademia per la Vita, Fellow dell’UNESCO Chair in Bioethics and Human Rights e Presidente dell’Istituto Internazionale di Neurobioetica

IL CONTRIBUTO
M
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aggio 2022 è stato un mese significativo all’interno della narrati va storica della neuroe tica che stiamo iniziando a scoprire attraverso questi approfondimenti su Brain.Il13e 14 maggio di vent’anni fa – era il 2002 – a San Francisco in Ca lifornia si svolse il primo congresso mondiale di esperti in materia intito lato: Neuroethics: mapping the field. L’emblematico leitmotiv richiamava, in effetti, l’analogia tra la cartografia geografica e il “nuovo” contesto in terdisciplinare della neuroetica che si pretendeva descrivere e definire. In quel contesto, parteciparono oltre 150 esperti in neuroscienze, bioeti ca, psichiatria e psicologia, filosofia e diritto, ma anche politica ed eco nomia, coinvolti dalla DANA Foun dation che sin dal 1995 aveva inizia to a promuovere in tutto il mondo una consapevolezza sulle ricerche e ricadute neuroscientifiche. Insieme allo Stanford Center for Biomedical Ethics dell’Università di Stanford e all’Università della California, i dirigenti dell’organizzazione filan tropica che patrocina tutti gli anni a marzo la Settimana Mondiale del Cervello, Steve J. Marcus coordinò i lavori delle due giornate californiane editando gran parte dei testi integrali e delle trascrizioni delle domande e risposte in un libro omonimo: Neu roethics: mapping the fiel.
Agli inizi del Duemila l’atmosfe ra culturale si dimostrò matura per proporre una riflessione interdisci plinare sulla natura di ciò che si era condensato dal 1973 con il neologi smo neuroetica. Aprendo i lavori, il politologo del New York Times Wil

teristiche che le scienze del cervello saranno presto in grado di modifica re in modo significativo (W. Safire, «Visions for a new field of “neuro ethics”», in: S. Marcus (ed.), Neu roethics: Mapping the Field. Confe rence Proceedings, Dana Press, New York 2002, pp. 6-7).
IL CONTRIBUTO

2022liam
Per Safire la neuroetica è quel particolare settore della riflessione etica riguardante le scienze del cer
Agli inizi del Duemila l’atmo sfera culturale si dimostrò matura per proporre una riflessione eranaturadisciplinareintersulladiciòchesicondensatodal1973conilneologismoneuroetica.
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Safire (1929-2009) suggerì quel la che divenne una delle definizioni più citate di neuroetica e che gli valse una presunta “paternità” del termine per molti anni prima che ve nisse reso noto l’articolo Neuro-ethi cs of “walking” in the newborn di Anneliese Alma Pontius. Safire così descrisse la neuroetica come: «quella parte della bioetica che si interessa di stabilire ciò che è lecito, cioè, ciò che si può fare, rispetto alla terapia e al miglioramento delle funzioni cere brali, così come si interessa di valu tare le diverse forme di interventi e manipolazioni, spesso preoccupanti, compiute sul cervello umano» (W. Safire, «Visions for a new field of “neuroethics”», in: S. Marcus (ed.), Neuroethics: Mapping the Field. Conference Proceedings, Dana Press, New York 2002, pp. 6-7).
Continuando a chiarire, Safire sottolineò che le neuroscienze non erano comparabili con le altre scien ze biologiche perché il loro oggetto di studio aveva una relazione stretta e interdipendente con le dimensioni più propriamente umane dell’uma no:
La neuroetica, nel mio lessico, è una parte distinta della bioetica, che è la considerazione delle conseguen ze buone e cattive nella pratica medi ca e nella ricerca biologica. Ma l’eti ca concreta delle scienze del cervello ha un influsso incomparabile rispet to alla ricerca su qualsiasi altro orga no. Si occupa della nostra coscienza – il nostro senso di sé – e come tale è centrale per il nostro essere. Cosa ci distingue gli uni dagli altri al di là del nostro aspetto? La risposta è: la nostra personalità e il nostro com portamento. E queste sono le carat
IL CONTRIBUTO
47Brain Ago/sett 2022
vello, una bioetica cosiddetta “spe ciale” che analizza le possibili conse guenze buone/cattive della ricerca e della prassi neuroscientifica.
La neuroetica si presenta come una vera e propria finestra aperta nell’ambito delle neuroscienze e del la filosofia stessa.

Cosa ci distingue gli uni dagli altri al di là del nostro aspetto? La rispo sta è: la personalitànostraeil no stro comportamen to. E queste sono le mododiprestocervellochecaratteristichelescienzedelsarannoingradomodificareinsignificativo.
Dal 13-14 maggio 2002 ad oggi si assiste ad una crescita esponenziale di pubblicazioni e riferimenti riguardanti la neuroetica.
Furono quattro, infatti, i gran di blocchi di tematiche che venne ro identificati nelle riunioni di San
Francisco: (1) le scienze neurali e la problematicadell’“io”; (2) le neuroscienze e le politiche sociali; (3) l’etica e la prassi delle neuroscienze; (4) le neu roscienze, il discorso pubblico e la formazione.Perciascun appartato rientrava no temi specifici: al primo appar tenevano la relazione tra le neuro scienze e i concetti filosofici classici come quello di libertà umana, di re sponsabilità personale, le basi biolo giche della personalità e della con dotta sociale, la neurobiologia della scelta e della presa di decisione e l’autocoscienza personale. Il secon do gruppo incluse temi relativi alla responsabilità personale in relazio ne al comportamento criminale, lo studio delle memorie (vere o fal se), l’educazione e i processi d’ap prendimento, le patologie sociali, la privacy e la predizione di stati patologici non ancora conclamati. Il terzo blocco comprese tematiche di farmacoterapia e di chirurgia del sistema nervoso, l’impiego di cellule staminali (SC) all’interno del sistema nervoso, la terapia genica e le diver se protesi neuronali. Infine, il quarto ambito considerava tutto lo sviluppo del discorso pubblico e della corret tezza dell’informazione su tali spi nose questioni, oltre alla formazione dei giovani ricercatori, lo stimolo ad una adeguata comprensione dei pro blemi che emergono e l’opportuna divulgazione di informazioni neu roscientifiche attraverso i mezzi di comunicazione sociale.
di A. Cuomo1, G. Barillà1, A. Spiti 1, A. Fagiolini1
stesso, ansia-depressione-irritabilità quando non è possibile giocare, una vita che sempre di più gira attorno alla realtà virtuale con completo ab bandono di quella reale.
DIVULGAZIONE
“Così come altri disturbi di dipendenza comportamentale, numerose sono le similitudini con i disturbi da uso di sostanze”
1. Università degli studi di Siena, UOC Psichiatria Universitaria
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La portata del fenomeno è tale per cui i principali riferimenti dia gnostici specialistici, compreso il DSM 5 (all’interno della Sezione III) e l’ICD11, riconoscono un’entità patologica definita come “Internet Gaming Disorder” o “Disturbo da gioco su internet”.
a sempre il gioco ha rap presentato un mezzo di evasione dalla noia e dal la frustrazione della quo tidianità: il gioco virtuale, a maggior ragione, ha garantito di poterlo fare in maniera quanto più distante da quella stessa quotidianità. Ma quan do la distanza dalla realtà diventa eccessiva, ecco che insorgono i pro blemi.Se l’uso di videogiochi è un feno meno frequente, soprattutto -ma non solo- negli adolescenti, come “parte di una vita normale e sana”, dall’altra un uso eccessivo può associarsi non solo alla perdita di funzionamento dell’individuo, ma anche condizio ni cliniche psicopatologiche simili a “quella della dipendenza”: deside rio incoercibile del gioco, enorme quantità di tempo dedicata al gioco (fino a sessioni di 8-10 ore al giorno), preoccupazioni costanti relative allo
Così come altri disturbi di di pendenza comportamentale (es. il disturbo da gioco d’azzardo patolo gico), numerose sono le similitudini che questi quadri condividono con i disturbi da uso di sostanze: la let teratura scientifica, relativamente al fenomeno di dipendenza compulsiva di giochi su internet, evidenzia in fatti caratteristiche come tolleranza, astinenza, ripetuti tentativi infrut
LA DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI
49Brain Ago/sett 2022
tuosi di abbandonare la dipendenza, coinvolgimento dei circuiti “dopa minergici di ricompensa” che sap piamo quanto siano caratteristiche fondamentali tanto per le sostanze d’abuso, che per il gioco d’azzardo patologico.Ildisturbo, che trova riscontro anche di fattori culturali (essendo estremamente diffuso in paesi come la Cina), riconosce diverse comorbi dità da valutare attentamente, come Disturbo da Deficit dell’Attenzione/ iperattività, disturbo ossessivo-com pulsivo e depressione maggiore.
Il Covid19 ha facilitato, con l’iso lamento sociale che ha determinato,
tale fenomeno. In questo senso, atti vare programmi specifici che puntino, insieme ai trattamenti già validati (psi coterapia cognitivo-comportamen tale, oppure psicofarmaci come il Bupropione), a ricreare programmi mirati a a tenere questi pazienti lon tano dal computer per periodi sempre più lunghi e a far riscoprire loro che i piaceri, i rapporti ed i compiti della vita reale sono più faticosi e meno im mediati di quelli della vita virtuale, ma non per questo meno belli, duraturi e gratificanti” diventa una necessità sempre più emergente, da associare a quelle già presenti per l’uso patologi co di Internet.
DIVULGAZIONE

50 Brain Ago/sett 2022C
amille è una bambina cu riosa e attenta: a sei anni inizia a maneggiare l’ar gilla. Con il fratello Paul, che ama scrivere composizioni e poesie, ha un legame strettissi mo, e nonostante lui riceva tutte le attenzioni della famiglia, tra i due non si crea alcun attrito, anzi: Camille immortala il fratello nelle sue sculture e Paul le dedica diver se composizioni. Ambizioni e pas sioni legano i due fratelli Claudel. L’ambiziosa Camille sogna Parigi e inizia a studiare scultura nono stante la madre si opponga. E così durante i suoi primi anni di studio conosce Auguste Rodin.
IL GENIO, LA FOLLIA E L’AMORE: STORIA DI CAMILLE CHE CONQUISTÒ RODIN
IL PERSONAGGIO
mane subito affascinato da questa studentessa brillante e attenta, il cui talento si dimostra immedia tamente straordinario e purissimo. Il destino di Camille sembra aprirsi di fronte a lei. Sarà musa, poi allieva e infine amante di Ro din. Ma, soprattutto, rimarrà fede le al suo talento e alla sua passione per la scultura. Eppure, i binari sognati non sempre sono quelli che la vita permette di perseguire. Ca mille avverte che il rapporto con Rodin non l’avrebbe mai portata da nessuna parte; questo le è chia ro anche attraverso i suoi occhi di innamorata. Il destino, però, ha in serbo per lei degli struggimenti inaspettati. Il colpo di grazia arri va dopo la morte del padre, a cui Camille era fortemente legata. Su volere della madre viene chiusa
Il parigino Rodin, ventiquattro anni più grande di lei, è uno scul tore affermato. Ha alle spalle anni di creazioni e di esposizioni, e ri
Scultrice francese, fu un’artista di talento Era sorella dello scrittore e diplomatico Paul Claudel di Chiara Andreotti
Sono le parole dello stesso Ro din a confermare la grandezza unica di Camille: “Le ho mostrato l’oro, ma l’oro che trova è tutto suo”. Una vita di talento e solitudine quella di Camille, fraintesa a tal punto che la sua ricerca per la libertà venne scambiata per follia.
“Il valzer”, opera di Camille Claudel.

IL PERSONAGGIO
in un manicomio. Camille è ben cosciente di non meritare questo trattamento: costretta in solitu dine, senza contatti con l’ester no, malnutrita e al freddo, cerca l’aiuto dei famigliari invano. Ad ascoltarla rimane solo l’amato fra tello Paul, divenuto nel frattempo diplomatico; ed è lui a garantirle attraverso delle donazioni di dena ro qualche privilegio nell’ospedale dove sarà prigioniera fino alla fine della sua Nonostantevita. questo, l’animo di Camille non fu mai scoraggiato. Lo dimostrano le lettere che inviò a vari dottori affinché testimoniasse ro a suo favore: “Mi si rimprovera di aver vissuto da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È sulla base di que ste accuse che sono incarcerata da cinque anni e mezzo come una cri minale, privata della libertà”.
51Brain Ago/sett 2022
Parole dolorose, che però non sortirono alcun effetto. E lei morì nel 1943, a 78 anni, dopo averne trascorsi trenta in manicomio. Il suo crimine? Il talento, forse. Si curamente una mentalità libera e fin troppo all’avanguardia. Un ge nio che traspare dalle sue opere, intrise di una sensazione di costri zione e tormento, permeate dalla volontà di essere libera e amata, ma soprattutto costruite nella pas sione e nell’estrema sensualità.
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LIBRI
sempre, Oscar Farinetti. Sorride con gli occhi grandi e scuri, sempre in movimento, che si affacciano su un volto tondo, sbarbato, capace di trasmette re un’innata simpatia. Nato ad Alba nel 1954 e battezzato Natale, figlio di Paolo - ex partigiano divenuto vice sindaco della città tra le file dei socia listi, nonché fondatore di un super mercato locale dal nome Unieuro -, Oscar decide di trasformare l’eredità del padre in un punto di riferimento nella vendita al dettaglio dell’elettro nica di consumo. Dopo trent’anni in Unieuro, cede il business al com petitor britannico Dixons Retail, e fonda Eataly, catena di distribuzione alimentare incentrata sul Made in Italy. Un successo che adesso affronta battaglie complicate, e di cui Farinet ti ha recentemente raccontato nella sua biografia “Never quiet” (Rizzoli, pagg. 560) e “6x2. Sei brevi lezioni da due maestri del marketing” (con
2022Sorride
“Capire quando diventi un imprenditore di successo è impossibile, almeno per gli imprenditori sani. I sani pensano di non averlo mai raggiunto”
Oscar Di Montigny, Rizzoli). Un’atti tudine - quella all’imprenditoria, con una vocazione contemporanea nella considerazione rivolta al consumato re - che lo stesso Farinetti racconta a Brain senza fronzoli. «Capire quando diventi un imprenditore di successo è impossibile, almeno per gli imprendi tori sani. I sani pensano di non averlo mai raggiunto, questo traguardo. Per sonalmente non mi ritengo assoluta mente un imprenditore di successo, ma un imprenditore cui sono andate bene una serie di cose. Nella mia te sta però ci sono anche tutti gli errori che ho compiuto. Errori che mi fanno pensare di non averlo mai raggiunto, il successo. Errori che mi fanno pen sare che non lo raggiungerò mai, que sto agognato successo, perché è come quell’orizzonte che si allontana sem pre di più man mano che vai avanti. E poi sono convinto che nel momen to in cui ti metti in testa che sei un imprenditore di successo diventi an
di Flavia Piccinni
“NEVER QUIET”, BIOGRAFIA DI OSCAR FARINETTI
53Brain Ago/sett 2022
Quanto si è sentito folle nella sua vita?
Oscar Farinetti.

e pensieri. E poi esistono i compor tamenti e le azioni, al cui centro c’è la parola. Ma è importante che le pa role non siano un mero bla bla bla. È importante che nascano da veri sentimenti, da giusti pensieri e che si trasformino in azioni.
Agli artisti si chiede una cosa e agli imprenditori un’altra. Io sono un artista, mica un imprenditore! Io non mollerò mai fino a che non ci sarà scritto: Oscar Farinetti. Wikipedia: scrittore. Ma non mollerò neanche lì. Almeno fino a quando non ci sarà scritto poeta. Perché un im prenditore vero deve essere an che scrittore e poeta. La follia intesa come foolish, quella che noi in piemontese battezzia mo come gabilo, che significa matto simpatico, deve essere al servizio dell’armonia comune. È una componente fondamen tale. Quasi tutti pensano che la parola utopia derivi dal greco per significare non luogo, noi folli pensiamo che derivi da luogo bellissimo.
Il primo è mio padre, quello che mi ha segnato più di tutti. Poi c’è sta to Tonino Guerra, con cui ho passato cinque anni insieme. Lui mi ha inse gnato che chiunque può fare poesia, chiunque può mettere un po’ di poe sia vicino a quello che fa. Persino un criminale come me che fa il commer cio! E poi Carlo Petrini, mia mamma, mia moglie. Sono 44 anni che siamo sposati e questa cosa ha segnato in modo indelebile tutta la mia vita.
Definire il rapporto tra cervello e cuore è qualcosa di molto interessan te. La filiera della vita funziona così: tutto parte dai sentimenti. La prima mossa sono i sentimenti, quella cosa che tutti diamo per scontato, e che escono dal cuore. Mi piace pensare che poi dal cuore si trasferiscano al cervello, e che così nascano i pensieri. A quel punto i pensieri scendono e si traferiscono e arrivano alla nostra la ringe e si trasformano in parole. Ecco la parte centrale della vita, la parte musicale. Dunque abbiamo detto sentimenti, pensieri, parole e a questo punto tutto si trasforma in compor tamenti, azioni che investono tutte le altre parti del corpo. Basta pensarci. Esistono due cose che sono cuore e testa, e vengono tradotti in sentimenti
tipatico e le persone antipatiche non possono più combinare niente».
Leggendo la sua autobiografia è chiaro che la sua attitudine nei confronti della vita e dell’imprenditoria sia fondamentale. Ma quanto è con tato il cervello e quanto il cuore nella sua attività?
LIBRI
“Never quiet” Oscar 19,80560RizzoliFarinettipagineeuro
Ci sono dei personaggi che l’hanno influenzata, e che sono stati determinanti nella sua vita?

Considerati i costi e gli agi pro posti, poteva permettersi il biglietto solo il gotha degli anni Cinquanta, che in meno di tre anni fece entrare la nave nel mito. Fino alla notte del 25 luglio 1956 quando, al largo delle coste nordamericane, tutto cambiò per sempre e l’Andrea Doria, spero nata, colò a picco. Ed è di questa im barcazione favolosa - della creazio ne, della sua epopea e della tragica,
IL PODCAST: “LA BALLATA DELL’ANDREA DORIA”
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i sono episodi che si in cagliano nella memoria collettiva, e condizionano i comportamenti umani in modo inconscio per decenni. Fra le grandi tragedie del mare spicca sen za dubbio il Titanic - la cui leggen da si è rafforzata nel mito grazie al film del 1997 di James Cameron con Kate Winslet e Leonardo di Caprio - e quella più recente della Costa Concordia.Mac’èanche quella dell’Andrea Doria, transatlantico costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, e varato il 16 giu gno 1951. Fece il suo primo viaggio nella mitica tratta fra Genova e New York circa un anno e mezzo dopo, dal 14 ed il 23 gennaio 1953 per la precisione. L’imbarcazione era nota come “la Gran Dama del Mare”, ed era unanimemente considerata uno dei simboli della rinascita ita liana dopo la rovina della Seconda guerra mondiale, nonché il fiore all’occhiello della neonata marina mercantile.Sitrattava infatti del più lus suoso e raffinato dei transatlantici, una nave magnifica che, seguendo
Il mito di una grande tragedia che attraversa i decenni nel mistero
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quella che chiamavano “la rotta del sole”, trasportava migliaia di pas seggeri da New York al Bel Paese. La Doria puntava moltissimo sull’e stetica e sul lusso - proprio la filo sofia che aveva caratterizzato anche la costruzione del Titanic e, in qual che modo, quella della Costa Con cordia - e aveva a bordo tre piscine aperte e aria condizionata in tutti i locali. Per curarne l’arredo erano stati chiamati i migliori architetti dell’epoca, tra cui Gio Ponti, Nino Zoncada, Gustavo Pulitzer-Finali e Giulio Minoletti. Opere d’arte, specchi, dipinti e decorazioni ca ratterizzavano i suoi spazi tanto che erano stati spesi oltre 1 milione di dollari dell’epoca per renderla la nave più bella mai varata.
amara, fine - che tratta il podcast senzagliaDopoguerra,nomico,accarezzanutodell’equipaggio.seggeritrasportavaquellasull’imbarcazionein-lizzatagenovesetelevisivoèmentrescrittachivioDoria”.“LagratuitamentedisponibilesuSpotifyBallatadell’AndreaIdeatadaArLuce,laserieèdaDavideSavellilavocenarrantedelnotoconduttoreLucaBizzarri,doc.Ognipuntata-readaChoraMediaaccompagnaillettoreunviaggioneltempochenotted’estate1241pase580membriMidopominuto,siilboomecolasperanzadellameravidiun’imbarcazioneprecedentifinoall’arrivo

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la “notte maledetta” e al tragico epi logo che, per quanto siano trascorsi ben 66 anni, non può dirsi del tutto chiarito.Èdato per assodato che all’origi ne di tutto ci sia l’errore umano, ma le dinamiche della tragedia, la sua dimensione internazionale, il conte sto storico, politico, economico, e le singole responsabilità, sono ancora in lunghi tratti misteriosi. E, forse, lasciano un fondo ancora più amaro di ingiustizia anche nell’ascoltatore odierno, che si troverà catapultato nella storia di questa nave straor dinaria dove si intrecciano gli ulti mi istanti di 46 persone. Alla fine dell’ascolto certamente rimangono vividi alcuni racconti come la sto
nel
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E, ancora, della terza moglie di Cary Grant, la bellissima Betsy Dra ke e del prototipo Chrysler “Nor seman” che colò a picco di fronte alla Grande Mela. In fin dei conti, nell’ascoltatore sopravvive soprat tutto l’angoscia che le tragedie consegnano sempre a chi sceglie di riviverle, e il senso di sincero spae samento che accompagna chi ha la fortuna di non incontrarle. (F. P.)
ria del cronista Edward P. Morgan - che diede in diretta la notizia sulla radio di NY “ABC Radio Network” non sapendo che le sue due figlie fossero a bordo -, ma anche quella della sensuale attrice Ruth Roman, che per ore rimase in attesa sul molo di New York per sapere se suo figlio fosse o meno stato salvato.
“La ballata dell’An drea BizzarriLettoChoraDoria”MediadaLuca
Pagina dopo pagina insieme alla lunga esperienza orientale dell’autore, emerge lim pida la sua visione del mondo, mai scontata, votata alla ricerca di un luogo in cui l’uomo
TERZANI, IL DIALOGO FRA UN PADRE E UN FIGLIO
possa ancora essere uomo e non semplice prodotto - ma anche artefice e vittima - della società contemporanea, conformista e capi talista. Il giornalismo diventa così uno stru mento per interpretare la realtà e sfidarla, godendo dei viaggi con curiosità e ancora di più dello spirito di Terzani, mai succube di fronte ai potenti - intesi come governi e go vernatori, a cominciare dalla lunga parentesi cinese interrottasi bruscamente - e sempre votato a comprendere l’altro, declinato attraverso pano rami, personalità, modi di vivere e di concepirsi. Interessante la pa rentesi dedicata alla depressione che toccò Terzani in Giappone, al conflitto prodotto in lui da una società disumanizzante e alla pre visione che fosse quella la strada del mondo. In conclusione, non sarà difficile venire conquistati dallo spirito di un uomo che non si è mai reputato un’eccezione, e che ammonisce il lettore: per co struire la propria vita serve «solo coraggio, determinazione, e un senso di sé che non sia quello piccino della carriera e dei soldi; che sia il senso che sei parte di que sta cosa meravigliosa che è tutta qui attorno a noi. Vorrei che il mio messaggio fosse un inno alla diversità, alla possibilità di essere quello che vuoi. È possibile, è fattibile per tutti fare una vita vera, una vita in cui sei tu. Una vita in cui ti riconosci».
Passaggio di testimone e di valori nel libro di Folco Terzani

Provocatore. Geniale. Sfi dante. Tracciare un ritratto di Tiziano Terzani - uno dei più indipendenti, ribelli e anticonformisti giornalisti ita liani - non è semplice. Per scoprire lo sguar do di quest’uomo nato a Firenze nel 1938nell’anno cinese della tigre di terra, dettaglio da non dimenticare per gli appassionati della sua opera - è un prezioso dono il libro re centemente uscito per TEA (240 pagg., 14,90 Euro) e curato dal fi glio Folco “Inizio/Fine”. Si tratta di una sublimazione del pensiero di Terzani che parte dalla sinte si del notissimo “La fine è il mio inizio”, best seller internazionale pubblicato postumo nel 2006 da cui è stato tratto, nel 2010, il film di Jo Baier con Bruno Ganz ed ElioIlGermano.volumeaffronta per capitoli - ribellione, libri, amore sono alcu ni di questi - le colonne portanti dell’esistenza e dell’opera di Tizia no Terzani, sfruttando il dialogo fra padre e figlio che diventa - come nella versione precedente - adesso una chiave d’accesso a una vita incredibile, ora il testa mento di un uomo verso il lettore, ora verso il primogenito Folco.
Istrionico.
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