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Cesare Maldini e la sfida di Wembley

Maldini, bandiera rossonera

Wembley finale della Coppa dei Campioni, 22 Maggio 1963: Oggi pomeriggio ripercorriamo un altro grande macht del passato che vedeva all'epoca contrapposte, l'una di fronte all'altra, due squadre davvero formidabili perché composte entrambe da campioni veri come il grande Benfica della stella Eusebio ed il Milan stellare del "Golden Boy" Gianni Rivera e del capitano storico, nonché bandiera rossonera da sempre, Cesare Maldini. Tra le vittime del fortissimo Benfica nel turno eliminatorio erano senz'altro da annoverare squadroni del calibro Real Madrid e Barcellona. Le due squadre si presentavano così schierate in campo dai rispettivi allenatori che erano il Paron Nereo Rocco per il Milan e Riera per il Benfica. Milan: Ghezzi, David, Trebbi, Benitez, Maldini, Trapattoni, Pivatelli, Sani, Altafini, Rivera, Mora. Benfica: Costa Pereira, Cavem, Cruz, Humberto, Raul, Coluna, Augusto, Santana, Torres, Eusebio, Simoes. Nel primo tempo partiva subito fortissima la squadra portoghese con Eusebio che al 20esimo, lanciato a rete in profondità da Torres, dopo aver bruciato sul tempo Benitez, con una delle sue irresistibili accelerazioni, solo davanti al portiere Ghezzi, lo freddava impietosamente con un rasoterra in diagonale che si infilava nell'angolino adiacente al palo posto alla destra del portiere rossonero. Altra grande occasione capitava, poco dopo, ancora una volta a favore della squadra color "rosso antico", occasione ottima quest'ultima per raddoppiare il vantaggio inizialmente già acquisito e poter così mettere una seria ipoteca sulle sorti incerte dell'incontro in corso. E tutto questo capitava sui piedi di

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Augusto il quale, da buona posizione, sferrava una conclusione sgangherata o comunque un po' troppo angolata per poter incidere sul macht in corso con effetti davvero letali. Insomma il Milan, in questa prima parte del primo tempo, proprio non riusciva ad ingranare come avrebbe voluto, mostrando gravi ed evidenti segni di difficoltà nei vani tentativi di contrastare la compagine lusitana e tutto ciò perché, in primis, lo stopper Benitez non riusciva proprio a reggere il confronto tecnico ed atletico con Eusebio e poi perché l'ala destra Mora, sin dall'inizio del macht, lui che era un destro naturale, veniva erroneamente impiegato fuori dalla sua posizione usuale ovvero sulla fascia opposta rispetto a quella dove correntemente era stato utilizzato nelle precedenti uscite. Ma a questo punto del match, quando le ambizioni di poter competere con i rivali lusitani si andavano sempre più ad affievolirsi, ecco finalmente la svolta tattica la cui adozione veniva intrapresa coraggiosamente direttamente sul terreno di gioco dal capitano Cesare Maldini, sotto la sua completa e personale responsabilità, decisione questa che comunque peserà come un macigno sul proseguo e sul destino della partita. La scelta del capitano di modificare l'assetto tattico della squadra, per la verità, fu adottata non in netto contrasto ed in totale mancanza di rispetto verso il suo maestro di sempre, ma in conseguenza dell'impossibilità pratica sul terreno di gioco di poter comunicare direttamente con il mister Nereo Rocco. Quest'ultimo era infatti obbligato da alcuni addetti alla sicurezza dell'organizzazione a starsene seduto tranquillo in panchina senza poter proferire parola alla sua squadra, una panchina, aggiungerei, tra l'altro sistemata a distanza siderale rispetto alla scena teatro della suddetta disputa internazionale. E così lo stoico Cesarone Maldini, mostrando già all'epoca tutto quel carisma vincente che diventerà nel proseguo ingrediente fondamentale per lo sviluppo della sua futura professione di allenatore, con coraggio prese la decisione di invertire talune marcature in difesa, sguinzagliando, nella fattispecie, il mordace Trapattoni sulle orme del talentuoso Eusebio, mentre a Benitez gli fu affidato il più semplice, ma non facilissimo, compito di sorvegliare le preziose caviglie di quel "gigante buono", o meglio di quella ...Torres di ben 191 cm di "altitudine", stabilmente gravitante nell'area di rigore rossonera. Poi non contento dell'iniziativa intrapresa, provvide pure ad invertire le posizioni sulle due fasce, spostando Mora sulla destra e Pivatelli sulla sinistra. Tale scelte, alla fine, risultarono totalmente azzeccate in quanto la squadra rossonera, fin da subito, oltre che a ricominciare a sciorinare un gioco in maniera assai più decente e fluida, si dimostrò pure maggiormente pericolosa in diverse occasione ed in particolare allorquando José Altafini, innescato da un lancio lungo di Gianni Rivera lungo i binari della fascia destra, dopo una galoppata di circa 30 metri "coast to...Costa Pereira ", da posizione più o meno decentrata,concludeva forte in porta, trovando pur tuttavia sulla sua traiettoria, non i movimenti lenti da …Costa Crociera di un pivellino qualunque, ma la pronta risposta del felino portiere portoghese …Costa Pereira. Ancora il Milan, decisamente in netta ripresa, adesso poteva provar finalmente ad osare con Mora il quale fantasista, nel frattempo, pescava con un traversone dalla precisione millimetrica in mezzo all'area l'italo brasiliano Altafini che, però, in spaccata, solo davanti al portiere, incredibilmente non agganciava una palla per lui davvero invitante ed imperdibile. Nel secondo tempo, dopo la sfuriata scatenata dal mister Rocco negli spogliatoi, la compagine "meneghina", pur tuttavia, subì ancora un'altra grande loro occasione che capitava proprio sui piedi del capitano del Benfica Coluna il quale, senza farsi troppo attendere, su respinta centrale di Ghezzi, calciava forte al volo dal limite dell'area un tiro diretto appena sotto la traversa, ma il portiere rossonero stavolta si opponeva da vero campione, riuscendo a sventare con un colpo di reni la palla del possibile raddoppio, deviando la sfera appena sopra la traversa.

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Al 15esimo della ripresa, direttamente dal limite dell'area di rigore, su di una respinta corta della difesa portoghese, Altafini, ancora una volta lui, si ergeva a grande protagonista calciando forte e preciso dal limite dell'area e piazzando la palla imparabilmente alla destra dell'incolpevole Costa Pereira e così il pareggio era servito. Ma non era finita qui, perché al 23esimo minuto, a seguito di un errore grossolano commesso a metà campo dall'impreciso centrocampo iberico, Rivera, detto l'"abatino", grazie al suo talento incommensurabile,serviva un passaggio filtrante in profondità e programmato con il contagiri per il lesto e scaltro José Altafini, detto "il Coniglio", il quale centroattacco rapidamente si involava tutto solo verso la rete avversaria difesa naturalmente ancora da Costa Pereira. Costa Pereira, come se davvero fosse impegnato in un duello sotto il sole del Montana e cioè un sole da "mezzogiorno e mezzo di fuoco", lo attendeva concentrato fino allo scoccar dell'ultimo istante, con l'intento di ipnotizzarlo, rannicchiato e concentrato come era all'altezza del dischetto del rigore. Poi, da quella posizione, con un balzo felino, riusciva, il numero uno lusitano, ad indovinare la direzione giusta del tiro, respingendo d'istinto la palla al primo intervento, grazie ai suoi giganteschi guantoni volanti i quali, però, nulla poterono, una frazione di secondo dopo, sul secondo "Tap In" scagliato ancora una volta a colpo sicuro dal campione italo brasiliano. Poi più niente di nuovo e di importante da segnalare fino al novantesimo minuto, allorquando il triplice fischio dell'arbitro decretava, definitivamente, oltre che la fine dell'incontro, anche la conquista dell'illustre trofeo che prendeva, senza indugio alcuno, stavolta, la direzione per Milano. Un vero e proprio tripudio si eleverà tra il pubblico italiano di fede milanista, allorquando l'amato capitano rossonero Cesare Maldini, visibilmente emozionato, solleverà al cielo la prima Coppa dei Campioni in termini assoluti conquistata da una squadra italiana nella storia del calcio di tutti tempi. Ed è stato proprio nel ricordo del grande Cesare Maldini che Domenica scorsa, su tutti i campi d'Italia, compreso quelli teatro delle dispute dei campionati dilettanti, si è voluto osservare un minuto di silenzio per commemorare la scomparsa proprio di questo forte difensore, bandiera del Milan e leggenda della nostra Nazionale Italiana il quale, una volta attaccate le scarpette al chiodo, si è distinto con grandi meriti e vittorie anche come Trainer della squadra Nazionale Italiana sia per quanto riguarda la prima squadra che l'Under 21, con la quale è riuscito a vincere ben 3 campionati europei di fila. Cesare Maldini però, nonostante la grande notorietà via via acquisita, é rimasto di fronte a tutti, sempre e comunque, un uomo schietto e semplice, "un puro", come si direbbe oggi, contraddistinto, per lo più, da quei grandissimi valori morali educativi che lo hanno reso, durante la sua vita, saldo come una roccia, valori importanti, inoltre, che lui stesso ha poi saputo ritrasmettere degnamente da buon padre di famiglia anche ai propri figli. Tra di loro ricordiamo in particolare Paolo, campione straordinario, capace, proprio sull'esempio del padre,di ripercorrere il medesimo percorso vincente sia con il Milan, unica squadra della sua ineguagliabile carriera, che con la Nazionale italiana, dove in Germania nel 2006 si è laureato con merito campione del mondo. A conferma di quanto sopra detto, il nostro grande Cesarone, durante la sua recente vita da allenatore, fu un uomo talmente preso a ben volere da diventare ben presto la preferita e benevola "vittima sacrificale " delle divertentissime imitazione televisive del comico e suo amico Teo Teocoli.

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… e il Grassina E sull'esempio di questo grande uomo di sport, passiamo adesso a raccontare l'ennesima impresa compiuta dalla nostra squadra del cuore in quel di Grassina, dove, oggi pomeriggio, i nostri giocatori hanno saputo conquistare meritatamente i tre punti necessari che valgono finalmente il raggiungimento di una matematica quanto sospirata salvezza. Ore 15,31 pronti via e sono appena trascorsi 5 minuti di gioco allorquando il Porta Romana si mette subito in evidenza con Gurioli il quale, servito molto bene da Chiarelli, di testa da pochi passi spedisce purtroppo fuori. Al 20esimo, ecco la risposta del Grassina con Guerrini che, trovatosi completamente davanti al portiere, anziché concludere subito in rete, cerca invece di aggirarlo, ma Cecchi oggi c'è, perché col piede sinistro intercetta con grande reattività il tentativo di tiro eseguito in contro tempo dal giovane centravanti locale. Al 25esimo minuto é Torrini che stavolta serve e smarca Chiarelli il quale innesca in profondità Ciolli che,però, angola troppo con un tiro calciato impreciso da buona posizione. Al 45esimo altra grande occasione per il Porta Romana con Ciolli che di testa raccoglie al centro un bel cross di Torrini, ma la bella conclusione dell'attaccante arancionero trova sulla sua direzione la deviazione fortuita della schiena di un difensore avversario. Nella ripresa bisogna attendere addirittura il 20esimo per riscontrare il primo tentativo in attacco del Porta Romana che con Chiarelli,da fuori area, spara un missile che "fa la barba al palo". Ancora il Porta Romana al 25 esimo ci prova eccome con Santini che da fuori area impegna Muscas in una bella parata. Al 28esimo la punizione di Chiarelli trova la testa di Murras la cui deviazione, sfortunatamente, si impatta contro la traversa, soffocando l'urlo di gioia dei sostenitori arancioneri. Al 30esimo, ecco la risposta perentoria del Grassina che, sulla scia di una insidiosissima traiettoria disegnata su calcio d'angolo, trova Fantechi al centro dell'attacco il quale,con un grande stacco di testa, spedisce la sfera di un niente al di fuori dallo specchio. Al 36esimo un bel cross effettuato dal solito Chiarelli trova pronto Ciolli, posizionato stavolta sull'altro palo, il quale centravanti si esibisce con un tiro di collo al volo che attraversa tutto lo specchio della porta difesa da Muscas per poi finire fuori. Al 43esimo ecco la svolta, allorquando Chiarelli in contropiede centralmente serve Santini il quale, solo davanti al portiere, con un destro preciso imparabile, insacca nell'angolino alla sinistra di Muscas. Ancora una grande vittoria é stata quella conquistata oggi dal Porta Romana, successo che allunga ulteriormente l'incredibile serie positiva che ha contraddistinto negli ultimi tempi il cammino del Porta Romana, vittoria che, come ho già detto, ha sancito, per i nostri colori, il raggiungimento di una salvezza diretta la quale salvezza se, all'inizio del torneo, poteva certamente sembrare un obiettivo alla nostra portata, negli ultimi 3 mesi forse per noi stava diventando addirittura una chimera. Ormai per completare la stagione sportiva manca comunque all'appello solo l'ultimo impegno di campionato in cui è previsto di dover affrontare in casa Domenica prossima il Lanciotto Campi, partita importante quest'ultima che dovremo, giocoforza, onorare con il massimo impegno, per poter rendere la nostra classifica finale ancor più dignitosa e quindi all'altezza del valore della squadra.

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Maldini vice di Bearzot

GRASSINA: Muscas, Befani, Leoni, Castellani, Settepassi, Cambi, Fantechi, Campana, Guerrini, Aperuta, Spinello. A disp.: Morini, Castri, Vestri, Chirici, Bencini, Lovari, Lava. All.: Calderini. PORTA ROMANA: Cecchi, Torrini, Sarti, Olivieri, Gurioli, Murras, Ciolli, Santini, Conti, Bianchi, Chiarelli. A disp.: Parrini, Antonacci, Fossati, Servi, Gori, Cogli, Vecchi. ARBITRO: Julio Milan Silvera Valdarno, coad. da Gabrio Pulcinelli e Alberto Kasollari Siena RETE: 85′ Santini

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Riva, Lo Bello, la partita dell’anno…

Riva, la leggenda del Cagliari

Stadio Comunale di Torino 15 marzo 1970: Davanti ad un pubblico gremito di circa 70.000 spettatori tutti assiepati sugli spalti e sotto la severa direzione arbitrale affidata al "Re dei fischietti", l'onorevole Concetto Lo Bello, detto "Il Prefetto di Ferro", siamo qui a raccontare oggi, quella che sarà a lungo ricordata, soprattutto da coloro che l'hanno vissuta direttamente, come "la partita dell'anno" e cioè la super sfida il cui risultato finale avrebbe significato per il vincitore la conquista della leadership del campionato italiano. E così schierate l'una contro l'altra, divise da due soli punti in classica nella volata finale verso lo scudetto, ecco da una parte del rettangolo di gioco la sempre indomabile Juventus del centravanti Pietruzzo Anastasi, mentre sull'altro fronte la rivelazione Cagliari del mitico "Rombo di tuono" Gigi Riva che già, nella stagione precedente, si era messa particolarmente in evidenza piazzandosi alla fine del torneo nientemeno che seconda in classifica alle spalle della Fiorentina "yé yé" campione d'Italia, ed in coabitazione col Milan del "Golden Boy" Gianni Rivera, sul quel gradino d'onore che sta subito sotto al piedistallo del vincitore e che, nella filosofia senese del Palio, ha la stessa valenza dell'ultimo posto. Le due squadre rispondenti rispettivamente agli ordini di Heriberto Herrera e di Manlio Scopigno, si presentano sul quel rettangolo color verde speranza così disposte in campo: Juventus: Anzolin, Salvadore, Furino, Roveta, Leoncini, Cuccureddu, Haller, Vieri, Anastasi, Del Sol, Zigoni. Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Nené, Domenghini, Brugnera, Gori, Greatti, Riva.

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Parte subito forte all'attacco il Cagliari con il suo "Angelo" di fascia "Domingo" Domenghini il quale, dopo aver saltato in slalom almeno due avversari, viene steso fuori area senza pietà. La bomba su punizione di Gigi Riva che viene respinta dalla barriera, non senza conseguenze fisiche su qualche componente del muro umano, viene nuovamente raccolta al volo dal numero undici "Rombo di tuono", emblema del miracolo dei "quattro mori", il cui successivo e terrificante sinistro passa a fil di palo alla sinistra di quel "gatto veneto" d'un Anzolin. A questo punto, purtuttavia, sale improvvisamente in cattedra la Juve con Haller che, dopo essersi esibito sulla fascia sinistra in una serpentina tipica delle sue, pennella al centro in area un bel cross morbido davvero invitante per le rapaci punte bianconere il quale traversone viene però provvidenzialmente liberato in spaccata dall'arcigno stopper Comunardo Niccolai che,questa volta, salva la porta sarda sfiorando l'autogol; ma il goal, anzi l'autogoal; è solo rimandato di qualche minuto. Ed infatti al 29esimo (vedi Foto della Rubrica), da un traversone apparentemente innocuo disegnato dal piede di Furino, cursore in fuga sulla fascia destra, ecco il capolavoro balistico di Comunardo Niccolai, soprannominato non a caso "il re degli autogol" che, con un bellissimo stacco perentorio di testa, anticipa il basito Ricky Albertosi, in procinto di uscire sicuro verso palla, mandando la sfera direttamente ad insaccarsi nel "sette" della porta cagliaritana. Qualche minuto più tardi, ecco ancora verificarsi un azione pericolosa promossa dalla Juve col suo estroso attaccante bianconero "Zigo gol" Zigoni il quale, da fondo campo sulla fascia sinistra, mette al centro un rasoterra insidioso che trova pronto, pur tuttavia, il numero uno portiere della nazionale Albertosi che, con stile impeccabile, si esibisce in un bell'intervento plastico in uscita accartocciandosi sulla palla, quasi fosse diventato tutt'uno con essa. Verso la fine del primo tempo, ecco che finalmente Ar ...Riva il Cagliari, con la tanto attesa reazione della capolista che per la verità' sopraggiunge un po' tardiva. Dapprima il centravanti di manovra Sergio Gori, da due passi dalla porta, spara alto in corsa sopra la traversa. Poi Riva di testa colpisce con forza, ma alza troppo la mira, graziando il portiere avversario che, con lo sguardo accorto e preoccupato, dopo aver seguito con trepidazione la traiettoria del pallone, si volgeva riconoscente verso il "Re del goal" con un sospiro di sollievo, dimostrazione eloquente d'un pericolo scampato. Ma il pareggio degli isolani é rinviato solo di qualche minuto, allorquando su mischia in area creatasi in conseguenza di un corner calciato da Brugnera, ancora lui, Riva, il capocannoniere del Cagliari, del campionato italiano e della nazionale, nonché vero e proprio simbolo dell'isola tutta, dopo aver stoppato la palla di petto in corsa conclude abilmente di testa trafiggendo il sorpreso Anzolin con un bellissimo semi pallonetto, gesto tecnico, quest'ultimo, di sublime valore da annotare senza indugi nel manuale del buon calcio da insegnare. Il secondo tempo é ancor più singolare del primo perché vede ergersi ad assoluto protagonista, proprio lui, il re dei fischietti italiani Concetto Lo Bello, il quale Concetto, siculo di nascita, probabilmente troppo annoiato fino a quel momento della totale assenza di episodi clamorosi da sanzionare, al 66esimo si inventa letteralmente un fallo inesistente del terzino sardo Mario Martiradonna in area su Anastasi, decretando il conseguente rigore e provocando, di contro, le reazioni veementi e convulse degli stessi giocatori rossoblù. Ma lui, l'imperturbabile "prefetto di ferro" di Siracusa, nonostante le parole irripetibili che gli volano contro, non ritorna certamente sulle sue decisioni, raccomandando, invece, candidamente agli stessi protagonisti inferociti sul campo, di osservare un contegno un po' più moderato ed un linguaggio più consono a quel loro ruolo istituzionale di "Eroi nazionali",portatori di buon esempi educativi e di nobil gesta tesi a far sognare grandi e piccini secondo un codice deontologico d'onore da custodire sempre vivo nello scrigno prezioso della loro invidiata professione.

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Dagli undici metri s'incarica dell'esecuzione della massima punizione il "crucco" vice campione del mondo, Helmut Haller, ma Albertosi indovina con un balzo felino, spiccato sulla sua destra, la pur angolata traiettoria deviando in corner l'irripetibile occasione. Ma il ...Lo Bello deve ancora arrivare, perché nel calcio,si sa, spesso non è chiaro il ...Concetto e così l'arbitro ...Lo Bello, tanto per rendere forse più saporita e meno scontata la disfida, incredibilmente decide, tra lo stupore generale del pubblico pagante, di far ripetere quel penalty, scatenando ancora una volta le reiterate e violente ire e proteste di Ricky Albertosi e compagni. Nella ripetizione del penalty s'incarica di calciare stavolta l'etneo Pietro Anastasi che,freddamente, realizza, spiazzando lo sconfortato Albertosi con un tiro preciso che va ad insaccarsi direttamente nell'angolino alla sinistra del portierone di Pontremoli. Ma non finita qui, perché il direttore di gara Lo Bello, da buon siciliano qual'è, ...Siculo di sè, si sa, è un uomo d'onore che, quindi, porta sempre seco il ...Concetto della giustizia da salvaguardare in ogni occasione. Ed è perciò che ad 8 minuti dalla fine, colto forse da un rimorso tardivo di coscienza per il penalty precedentemente forse troppo frettolosamente assegnato, pareggia definitivamente il conto delle sviste, ravvisando solo lui in Italia una trattenuta in area di rigore juventina provocata da quel difensore bianconero …Salvadore della causa rossoblù, proprio ai danni di Gigi Riva, la cui singolare maglietta, con i laccetti al posto del girocollo ed i numeri disegnati a mano, non mostrava affatto i segni del presunto strattonanento. Si incarica dal dischetto il bomber di Leggiuno, la leggenda del calcio italiano, Gigi Riva che con un "piatto freddo" non delude certo le attese dei suoi tifosi, battendo lo sfortunato Anzolin il quale riesce solo per un istante ad intuire la parte giusta della direzione del tiro, smorzandone un po' la forza ma non la direzione finale del pallone che, beffardo, gli sbuca dietro alle spalle da sotto il braccio e lentamente finisce la sua corsa rotolante in fondo al sacco. Il pareggio, quindi, conquistato quasi in extremis dalla compagine rossoblù a Torino, risulterà certamente di fondamentale importanza per il proseguo del torneo, proprio perché permetterà agli atleti sardi di mantenere quei due punti preziosi di vantaggio, già esistenti del resto al fischio iniziale, sugli agguerriti inseguitori bianconeri. Il distacco numerico in questione, anche al livello psicologico, sarà di grande importanza per il Cagliari, proprio perché consentirà agli isolani di poter preparare con più serenità il "rush finale" del campionato. A termine del campionato 1969/'70 la classifica definitiva vedrà la squadra di Scopigno riuscire a prevalere con una gara di anticipo sulle altre grandi del torneo, vantaggio che permetterà al Cagliari di agguantare il primo ed unico scudetto conquistato dal club isolano nella Storia del calcio.

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… e il Lanciotto A termine dell'ultimo mio racconto della stagione ed a conclusione di un impegno che mi ha visto ricordarVi Domenica dopo Domenica quelle gesta epiche dei nostri "eroi pallonari", gesta ancora vive ed indelebili fissate nella memoria di chi ha vissuto dal vivo proprio quell'ultime traccie del calcio romantico passerei finalmente alla cronaca dell'ultima fatica sopportata e vissuta dal Porta Romana impegnato oggi nell'ultima giornata del campionato, partita che ha visto la nostra squadra del cuore affrontare "face to face" il Lanciotto Campi Bisenzio in una disputa di grande tensione. Tale squadra, infatti, è doveroso aggiungere che, pur essendo posizionata all'ultima posto in classifica, grazie a qualche risultato di prestigio conquistato con caparbietà ultimamente sul campo amico, molto bene si è ri ...Lanciotto verso la conquista dell'ultimo posto rimasto disponibile, per potersi giocare le speranze residue di salire su quel treno chiamato "Play Out", come ultima occasione per evitare direttamente l'onta di una retrocessione… Ore 15,30 "spaccate" pronti via, perché a differenza degli altri campi di gioco, al Campo delle Due Strade, come un orologio svizzero, si parte puntuali rispetto all'orario stabilito e così, trascorsi tre minuti appena dal suddetto fischio d'inizio, ecco subito capitare una buona occasione sui piedi del nostro fantasista Chiarelli che, ben servito da Ciolli, da buona posizione, spara alto da fuori area appena sopra la traversa. Al 17esimo grande iniziativa con una azione in percussione condotta dal solito Chiarelli che,dopo essersi "bevuti" ben due avversari, va alla conclusione da fuori area con un tiro molto forte ben calciato da fuori area ed indirizzato a fil di palo. Altra buona occasione per i nero arancio mancata per un niente da Conti il quale, raccogliendo un bel traversone effettuato da Chiarelli, in spaccata da due passi, dentro l'area piccola, devia di poco fuori dal bersaglio. Alla mezz'ora purtroppo la nostra squadra del cuore patisce una doccia fredda, con un...Manganello che ci arriva diretto in testa, quando meno ce lo saremmo aspettato, e tutto ciò grazie ad una super prodezza del centravanti del Campi Bisenzio Manganiello che, tra due avversari, dapprima si disimpegna ottimamente stoppando al volo una palla non facile servita da un ...Lanciotto a lui ben calibrato dal centrocampo campigiano, per poi, dopo aver ubriacato il diretto avversario con una deliziosa "Veronica", far esplodere il suo sinistro nell'angolino destro della porta difesa dall'incolpevole Cecchi. Al 37esimo una spettacolare rovesciata compiuta da Ciolli, ben servito di testa da Santini, finisce ancora fuori di poco. Al 40esimo ancora Conti, sfruttando un bel passaggio eseguito di testa da Chiarelli, di contro balzo da distanza ravvicinata tira a botta sicura ma senza inquadrare, purtroppo, la porta avversaria. Al 43esimo c'è la risposta del Campi che, approfittando di una svista della nostra difesa, con Bini calcia al volo appena sopra la traversa. Nel secondo tempo parte subito deciso il Porta Romana che, già nei primi minuti, coglie per ben due volte il palo a seguito di altrettanti cross ben effettuati dal fondo del campo dai nostri esterni sinistro e destro. Al 20esimo ancora Servi, dopo una fuga irresistibile sulla sinistra seguita da una sterzata verso il centro, si rende protagonista di una conclusione con un bel diagonale che letteralmente "fa la barba al palo". Al 25esimo minuto una punizione ben disegnata dal "piede caldo" di Fossati viene respinta in tuffo in bello stile plastico dal portiere D'Ambrosio.

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Al 30esimo ecco finalmente arrivare il pareggio per il Porta Romana con il centrale Murras che, direttamente su calcio d'angolo, anticipa tutti, mettendo di piatto al volo la palla in rete nell'angolino basso sulla sinistra di D'Ambrosio. Al 35esimo, pur tuttavia, è proprio a causa di una incertezza provocata dal nostro esperto difensore Murras che il Campi Bisenzio ancora una volta si ritrova in vantaggio e questa volta lo fa col suo numero 4, e cioè uno che...Corri per davvero, il quale, trovatosi fortunosamente solo davanti al nostro portiere, lo fredda con un "piatto freddo", talmente freddo che c'è rimasto ancora oggi assai indigesto. L'ultimo brivido lo regala invece Fossati a tempo scaduto il quale, "ex viola", su punizione costringe D'Ambrosio ad un intervento davvero straordinario, prodezza quest'ultima che salva la sua squadra dal pericolo del pareggio ma non dalla retrocessione diretta nella categoria inferiore a causa della concomitanza degli altri risultati purtroppo negativi per loro, pervenuti da altri campi. Insomma che dire dell'ultima non esaltante performance compiuta dai nostri nero arancio, se non che, forse, prestando un po' più di attenzione in difesa ed un po' più di maggior cinismo lassù in attacco, il settimo risultato consecutivo positivo sarebbe stato per noi un risultato già acquisito. Comunque un grande ringraziamento va indirizzato ai nostri giocatori per lo straordinario finale di stagione che ci hanno saputo regalare, prestazione quest'ultima davvero eccellente che, per il futuro, senz'altro ci fa ben sperare. Un grande plauso va indirizzato pure alla squadra degli Juniores per la conquista di un terzo posto assolutamente meritato, piazzamento che consentirà ai ragazzi del Mr. Gelli di ritagliarsi, giustamente, un "posto al sole" nel prestigioso campionato Juniores di Elite Regionale...

PORTA ROMANA: Cecchi, Torrini, Sarti, Pomo, Gurioli, Murras, Ciolli, Santini, Conti, Bianchi, Chiarelli. A disp.: Parrini, Francini, Fossati, Servi, Gori, Cogli, Vecchi. All.: Bastianelli. LANCIOTTO CAMPI: D'Ambrosio, Marrazzo, Bechini, Corri, Strufaldi, Vannucci, Favilli, Carradori, Palaj, Bini, Manganiello. A disp.: Zaccardo, Cantini, Dondoli, Giovanchelli, Thiongo, Gueye, Brugioni. All.: Ermini. ARBITRO: Daniele Montalto Pisa coad. da Luca Fredianelli Grosseto e Enea Furiesi Empoli RETI: 31′ Manganiello, 76′ Murras, 81′ Corri NOTE: espulso all'82′ Santini, espulso all'88′ Conti

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Giacomo Grazzini, giocatore del Porta Romana dal ‘75 al ‘94 e Dirigente dell’ASD Porta Romana dal 2009

Un ringraziamento sentito agli Amici e Dirigenti dell'ASD Porta Romana Calcio e a mia sorella Letizia, per la collaborazione offerta per la stesura del presente libro.


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