Librograzzini08

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Hurst e l’occhio di falco

“Geoff Hurst, man of the macht”

A Giugno di quest'anno, come tutti ormai ben sanno, si disputeranno in Francia le finali Europee di calcio per Nazioni, nella quale competizione sarà adottato, per la prima volta nella Storia dei campionati Europei, il "Goal line Technology" e cioè il famoso sistema "Hawk Eye" ( Occhio di Falco ) che è un sistema di controllo visivo volto a verificare, in relazione ai "goals fantasma" come da regolamento ufficiale, se ed in che misura la palla abbia varcato, oppure no, la linea di porta. E quindi, con l'ingresso anche nel calcio della innovativa "tecnologia di porta", il libro giallo dei famosi "goals non goals", talvolta dalle terne arbitrali ingiustamente assegnati oppure no, verrà definitivamente archiviato e messo in soffitta. Tutto questo accadrà, naturalmente, con rassegnazione comprensibile dei giornalisti e commentatori sportivi che su questo tema hanno già scritto, nel più o meno recente passato, milioni di chilometri di inchiostro e organizzato maratone televisive fino a notte fonda. A tal proposito, approfitto dell'argomento di oggi per ricordare il caso del " Goal fantasma "più famoso nella Storia del calcio, perché ha interessato nientemeno che una finale mondiale e cioè quella disputata a Londra nel Luglio, dell'ormai lontano, 1966. Wembley Stadium, 30 Luglio 1966, ore 15,00 davanti a 93.000 spettatori, ecco che attesissime si dispongano in campo le due squadre finaliste mondiali ovvero l'Inghilterra, padrona di casa, e la Germania dell'Ovest, così schierate rispettivamente agli ordini del grande Sir Alf Ramsey da una parte e da Sehr Helmut Schon dall'altra: Inghilterra: Gordon Banks, George Cohen, Jack Charlton, Bobby Moore ( c),

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Ray Wilson, Nobby Stiles, James Alan Ball, Bobby Charlton, Martin Peters, Geoff Hurst, Roger Hunt. Germania: Hans Tilkowsky, Horst Dieter Hottges, Willi Schulz, Wolfang Weber, Karl Heinz Schnellhinger, Franz Beckenbauer, Wolfgang Overath, Helmuth Haller, Uwe Seeler, Siegfried Held, Lothar Emmerich. Il tutto sotto la direzione arbitrale dello Svizzero Mr. Dienst, coadiuvato dagli assistenti di linea Tofik Bachramov ( che si ergerà suo malgrado a grande protagonista ...) e Karol Galba. Partono alla grande i "Leoni di Inghilterra" con una serie ripetuta di azioni promosse da Charlton, Ball, Hunt, Peters ed Hurst, che mettono subito alla prova fin dai primi minuti il portiere tedesco Tilkowsky. Ma sono i bianchi di Germania a passare inaspettatamente al 12esimo minuto in vantaggio grazie ad Haller che, sfruttando un cross di Held mal respinto da Wilson, calcia in porta e trafigge Banks con un tiro non irresistibile. La risposta d'oltremanica non si fa attendere allorquando al 18esimo, su punizione di Moore, Hurst svetta di testa ed infila nell'angolo l'incolpevole Tilkowsky. Poi è un susseguirsi di emozionantissime azioni da una parte e dall'altra che vedono i due estremi difensori superarsi con interventi prodigiosi su conclusioni scagliate, da ogni dove, dagli agguerriti attaccanti delle due forti compagini europee, e tutto questo fino al 33esimo minuto della ripresa quando, a seguito di un corner calciato da Ball, dopo un batti e ribatti in area, la palla finisce sui piedi di Peters che, con un "missile terra aria", trafigge ancora una volta l'incolpevole Tilkowsky. La partita sembra ormai avviata verso una meritata vittoria anglosassone, allorquando a tempo scaduto, con i rintocchi dell'orologio di Londra che scandiscono con precisione anglosassone le 04 e 45 pm, anzi forse le superano pure, ecco arrivare la riscossa della corazzata germanica. Ed infatti su di una mischia convulsa "in the box" ("in area di rigore"), a seguito di una deviazione in tuffo di Gordon Banks su conclusione ravvicinata di Emmerich, Weber in spaccata sigla il goal dell'insperato pareggio e così si va ai tempi supplementari. I primi minuti vedono ancora protagonisti i "Leoni britannici" che vanno alla conclusione ripetutamente mettendo in evidenza la straordinaria reattività di Tilkowsky che, ancora una volta, si erge a protagonista, sfoderando dal suo repertorio tre interventi da campione su tiri scagliati dagli scatenati Ball, Hunt e Charlton, preludio, pur tuttavia, al tanto discusso vantaggio inglese. Ed infatti su di un lancio lungo proveniente direttamente dalla difesa britannica, Ball si invola sulla destra, per poi dal fondo crossare al centro dove Hurst, sempre lui, con le spalle girate verso la porta, da grande attaccante quale era, dapprima raccoglie la sfera, poi si sposta la palla da destra a sinistra ed infine si avvita su sé stesso e calcia di destro, proiettando la palla dal basso verso l'alto, sfera che dapprima colpisce la base interna della traversa per poi ricadere beffarda sulla linea di porta, con Weber che successivamente di testa salva in calcio d'angolo. Ma non è così, perché l'arbitro Dienst, dietro segnalazione istantanea del suo assistente, corre verso Bakramov insieme ai giocatori inglesi che reclamano il goal. Dopo il consulto tecnico con il guardalinee, il fischietto elvetico indica tra lo sconcerto "crucco" il cerchio del centrocampo decretando il goal senza possibilità di appello, con i giocatori tedeschi che, "tra il costernato ed il disperato", per la decisione arbitrale testé irrevocabilmente intrapresa, vanno a protestare invano direttamente contro il guardalinee Bakramov. Le immagini televisive dimostreranno appunto che la sfera non aveva varcato affatto la linea di porta, scatenando un vero e proprio "caso internazionale", la cui eco si è perpetuata fino ai giorni nostri. A tempo ormai scaduto del secondo tempo supplementare, infine, con i tedeschi tenacemente e disperatamente in avanti ma ormai stanchi e col morale sotto i tacchi per quanto precedentemente accaduto, ecco che in contropiede subiscono anche l'onta del 4 a 2 dai giocatori oggi color "Light Red" and not "All white of England".

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Il capitano Moore, battitore libero e storico capitano degli "England's Lyons", direttamente dalla sua difesa lancia un traversone liberatorio lassù in avanti verso Hurst, il quale bomber del West Ham, sulle ali dell'entusiasmo, dopo una galoppata condotta solo soletto con gli avversari rimasti colpevolmente attardati sulla sua scia, si trova, il potente attaccante dicevo, a tu per tu ("face to face") col portiere avversario in un duello dove solo chi spara per prima ha la meglio. Quindi affronta Tilkowsky con quella freddezza e rapacità classica dell'attaccante insaziabile e lo batte impietosamente con un tiro potente sotto la traversa. Al triplice fischio finale, soffiato dal contestatissimo arbitro Dienst, tirando le opportune conclusioni, tutto sommato, la vittoria degli inglesi é strameritata, con Geoff Hurst, "man of the macht" che si è dimostrato il vero eroe assoluto ed indiscutibile dell'incontro, autore per di più di una tripletta, triplice prodezza la sua che rimarrà, sino a tutt'oggi, un record mai eguagliato in una finale mondiale nel corso dell'intera Storia del calcio di tutti i tempi. Ma tale vittoria sarà ricordata, anche e soprattutto, per quel "Goal fantasma" siglato sempre su quel tiro capolavoro di Hurst, vera ingiustizia per i "crucchi, mangia würstel e crauti e con la birra annaffiati ". Il goal fantasma di Hurst, risottolineo ancora, passerà alla storia sia perché ha condizionato l'esito finale dell'incontro a favore dei padroni di casa sia perché, con l'avvento delle innovazioni tecnologiche premessa del mio racconto, costituirà un vero e proprio record ormai divenuto imbattibile, record che anche stavolta segnerà in maniera incancellabile la meravigliosa Storia del calcio di tutti i tempi.

Il goal fantasma di Hurst

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… e la Castiglionese E sulla eco irrefrenabile di questa sfida, partita senza tempo, condita per di più dal mistero affascinante del "goal fantasma" più famoso di tutta la storia del calcio di ogni epoca, passiamo adesso ad affrontare quella che era già considerata sin dalla vigilia una tappa assolutamente fondamentale per il cammino verso la conquista dell'auspicata salvezza della squadra arancionera. Per di più quello odierno si prefigura come un incontro assai ostico per il Porta Romana, perché affrontato contro una squadra, quella dei Giallo Viola di Castiglion Fiorentino, fatta di giocatori... Puri e...Casti ...glionesi, che fanno della severa disciplina impartita dal loro allenatore e della applicazione puntuale pretesa da tutta la dirigenza un vero e proprio punto … Cardinali a loro vantaggio, un'arma letale e micidiale capace di far perdere ...la bussola a qualsiasi compagine si frapponga sul loro cammino. Ore 14,59 Stadio delle Due Strade, pronti via! Ed è subito la squadra di casa che parte forte, riversandosi in Toto con "ferocia" nella metà campo avversaria rendendosi pericolosa già al 12' con Murras il quale, centrale difensivo, raccogliendo un passaggio invitante su punizione del trequartista Chiarelli, conclude di testa sfiorando il montante alla destra del portiere Aretino, che, con un sospiro di sollievo, si può già ritenere conten ...Tiezzi del pericolo scampato. Ed è ancora il portiere Gialloviola che si supera in altre due occasioni, al 13simo ed al 25simo, su tiri improvvisi scagliati rispettivamente da Conti e Santini. Ma la "foga feroce" del Porta Romana trova finalmente al 35simo la sua giusta risposta con Gurioli che, su un batti e ribatti sorto in area di rigore, scarica un destro secco in rete da pochi metri di distanza dalla porta difesa da Tiezzi ed è vantaggio 1 a 0 per noi. Il secondo tempo inizia con un brivido che percorre la schiena dei tifosi del Porta Romana, allorquando il numero sette avversario, con un movimento rapido in area di rigore, calcia ...Sereni verso l'angolino basso alla sinistra di Cecchi. Ma Cecchi c'è, perchè risponde da vero campione con una parata prodigiosa, deviando con le dita della mano sinistra il pallone in calcio d'angolo, intervento plastico e formidabile quello del numero uno nero arancio che, incredibilmente, mantiene le sorti dell'incontro ancora appese ai nostri colori. E così arriviamo al 10mo minuto della ripresa con l'episodio cruciale che indirizzerà il destino della partita definitivamente dalla nostra parte. Stavolta è Ciolli che si rende protagonista allorquando, su di una punizione battuta magistralmente da Chiarelli, in spaccata trafigge ancora una volta l'incolpevole Tiezzi, portando a due le lunghezze di vantaggio a favore della nostra squadra del cuore. Sulle ali dell'entusiasmo, Chiarelli, dal suo lato preferito che coincide col suo piede sinistro, calcia a botta sicura, ma sulla traiettoria bella tesa si frappone un difensore avversario che, intercettando la sfera, salva e libera definitivamente. La partita poi, nel finale, si s ...Calderini ancor di più negli animi, con i nostri avversari che con attacchi disperati ci costringono a ripiegare e concentrare le nostre forze sulla linea difensiva. Tanto per parafrasar un antico detto della Grecia Antica, in una terra cioè che é solo "per un ...Peloponneso" un po' più ad Est rispetto a noi, la conclusione ...epica é comunque sempre la medesima: "…Se Atene piange,...Spartà non ride…". È proprio infatti il nuovo entrato … Spartà, al posto del deludente compagno di reparto, colui che si rende subito protagonista di ben tre occasioni mancate sottoporta, opportunità queste che avrebbero potuto riaprire proprio nel finale le sorti dell'incontro, circostanze che si manife-

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stano impetuose nei minuti finali con tiri conclusi fuori dallo "specchio" di un niente, "specchio" che definitivamente riflette la delusione cocente nei volti stanchi dei Castiglionesi, stavolta coscienti che niente possono più fare per rimediare a questa sconfitta che al 93simo, implacabilmente, è sancita dal triplice fischio della direzione arbitrale. Giornata quindi, ripeto, assolutamente fondamentale, per mantenere ancora vivo quel lumicino di speranza che fa certamente morale per l'animo indomabile della nostra squadra, protesa come è nell'affrontare tutto di un fiato il rush finale.

Porta Romana, istanti dopo un goal

PORTA ROMANA: Cecchi, Torrini, Francini, Pomo, Gurioli, Murras, Ciolli, Santini, Conti, Bianchi, Chiarelli. A disp.: Parrini, Frutti, Fossati, Olivieri, Cogli, Antonacci, Vecchi. All.: Bastianelli. CASTIGLIONESE: Tiezzi, Fusai, Mencarelli, Zacchei, Sorrentino, Menchetti, Sereni, Sekseni, Calderini, Mannelli, Bianchi. A disp.: Fattorini, Vestrini, Poponcini, Sinatti, Giusti, Solimeno, Spartà.All.: Calderini. ARBITRO: Gianluca Gionfriddo Pisa, coad. da Danilo Ajovalasit Pisa e Enrico Menchini Viareggio RETI: 35′ Gurioli, 52′ Ciolli

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Guerini, Giorgio e…

“Texas” Guerini e la Fiorentina ‘75/‘76

24 Novembre 1975... Che tempo infame imperversava minaccioso sull'Appennino Tosco Emiliano quella sera, con pioggia mista a neve che scendeva giù fitta sulla A1 Firenze Bologna, mentre sulla sua Porsche, Vincenzo Guerini, detto "Texas", conduceva il suo bolide a velocità sostenuta in compagnia di Domenico "Mimmo" Caso che gli stava a fianco, come fossero ancora insieme in campo ed invece erano entrambi di ritorno da Ascoli Piceno, andati là, inutilmente, per una partita poi rinviata per neve che la nostra nazionale Under 23 avrebbe dovuto altrimenti disputare contro, ora non ricordo, chissà quale Nazionale. D'improvviso, nei pressi di Calenzano, ecco una curva che apparve subito troppo stretta ai due, in rapporto alla velocità di percorrenza raggiunta su quel nastro d'asfalto reso fatalmente viscido ed insidioso da tutta quella pioggia scesa copiosa in quel pomeriggio d'inverno inoltrato. L'autovettura frena, ma non rallenta, sbandando come impazzita per proiettarsi con tutta la sua figura verso il Guard Rail, dove il mostro a quattro ruote, come una scatoletta su se stessa, si accartoccia contro quella lamiera di metallo, anch'essa resa contorta, come se avvertisse pure lei il dolore acuto del violento impatto. Il volto di Mimmo Caso è una maschera di sangue che cola giù da quel naso fratturato a seguito dell'urto, il povero arto inferiore di Guerini, invece, si è incastrato come in una morsa d'acciaio nella lamiera dell'auto, riportando una doppia frattura del perone con il polpaccio destro reciso, insomma una gravissima ferita che comprometterà per sempre la promettente carriera di questa formidabile giovane mezz'ala, dalla faccia un po' texana, su cui tanti

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eran già pronti a voler scommettere senz'altro che il suo destino dietro a quella curva, troppo stretta, sarebbe stato un altro. Una carriera iniziata prima col Brescia in serie B e poi proseguita con la Fiorentina in serie A, con la quale debuttò quasi fatalmente due anni prima del fatidico incidente, in un Fiorentina Napoli finito 1 a 1. In ricordo di quell'incontro, ecco la formazione Viola schierata agli ordini del Mister Gigi Radice: Fiorentina: Superchi, Galdiolo, Roggi, Beatrice, Brizi, Della Martira, Caso, Merlo, Desolati, Guerini, Speggiorin. In quella disputa la Fiorentina andò in vantaggio con Roggi dopo appena 2 minuti di gioco e fu raggiunta dal pareggio dell'ex di turno, il "Gringo" Sergio Clerici, solo al 90esimo. Guerini, centrocampista "tutto polmoni", detto "Texas", dotato di una discreta tecnica e di un gran tiro, era una grande lottatore con un temperamento da guerriero che non mollava mai, insomma, "un nuovo Bertini o forse un Benetti è rinato ...", si diceva in giro, "...ed il calcio italiano se l'é finalmente già assicurato...". Mi ricordo di lui di avergli visto disputare partite sempre di grande spessore. Mi fece impressione, per esempio, a Bologna in un derby dell'Appennino del 9 Novembre 1975, dove ero presente seduto sugli spalti del Dall'Ara con la mia famiglia, derby quest'ultimo disputato dal "Texano" solo pochi giorni prima del tragico incidente, derby risottolineo ancora, dove la Fiorentina in quanto a gioco dominò quell'incontro, ma alla fine non vinse niente. La partita finì infatti 1 a 1, con il vantaggio iniziale dal color viola acceso ad opera dell'"oggetto misterioso" Walter Speggiorin e pareggio a dieci minuti dalla fine siglato dal solito "Gringo" Sergio Clerici, ancora lui, che con noi pare abbia avuto, da sempre, un conto in sospeso. Comunque a coronamento della sua breve ma intensa carriera calcistica da giocatore, ecco arrivare il suo meritato esordio in Nazionale allo Stadio Marassi di Genova il 29 Dicembre 1974 contro la Bulgaria, partita che terminò a reti inviolate. Tale felice evento non rimase comunque per lui isolato perchè, da lì a poco, ecco la soddisfazione più bella della sua vita da professionista ovvero la conquista della Coppa Italia con la finale disputata nello Stadio Olimpico di Roma il 28 Giugno 1975. Quel giorno la Viola prevalse per 3 a 2 contro il Milan e con "Texas" Guerini, grande protagonista di quell'incontro, che fu l'autore per di più del goal del momentaneo vantaggio gigliato per 2 a 1, rete siglata su punizione al 54esimo minuto di gioco. E poi,come non dimenticare il nostro grande Vincenzo, quando appose la sua personalissima firma anche sulla vittoria, pur sempre prestigiosa, nella gara di andata della Coppa di Lega Italo Inglese contro gli inglesi del West Ham. Comunque a compensazione della sfortuna subita, quello che la vita amaramente gli tolse sul campo da gioco, come mediano di spinta, glielo ridonò, qualche anno dopo e con gli interessi, con la sua nuova brillante carriera da lui intrapresa dapprima come valido allenatore di squadre di serie A e B e poi, solo un po' più tardi, come eccellente dirigente manager addetto alla prima squadra della sua amata e indimenticata Fiorentina. L'incidente a Guerini non me lo scorderò mai, anche per il fatto che, in quell'inverno del 1975, l'evento tragico occorso al "Texano" coincise pure con il mio debutto nel mondo del calcio come giocatore del Porta Romana. All'epoca mio padre mi comunicò: "Oggi vieni con me al campo di Bibe e ti presento un mio caro amico, si chiama Giorgio ed è il Presidente del Porta Romana ...". Da lì é trascorso quasi un ventennio dove la mia lunga storia di calciatore del Porta Romana é corsa parallela a quella dirigenziale di Giorgio Borchi, vita durante la quale con lui è nato fin da subito, nel rispetto reciproco del proprio ruolo, un rapporto di stima e di amicizia vera in un'ambiente dove, prima di essere trattato come un giocatore con qualche minuscolo talento, forse, appicci-

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cato ai piedi, sei da sempre accolto come un componente naturale di una grande famiglia, positivamente patriarcale aggiungerei. Una famiglia vera, specificherei, dove il capostipite era proprio lui, Giorgio Borchi, un po' scorbutico talvolta, è vero, ma capace con quel suo sorriso radioso di rassicurarti prima d'ogni incontro per darti, magari, ogni tanto, se la circostanza lo richiedeva, una sferzata meritata tesa a risvegliare gli animi talvolta un po' troppo assopiti o semplicemente confusi di noi giocatori ancora in erba, anche se poi l'erba vera e propria era più una prerogativa del campo del vicino che non del nostro rettangolo di gioco, fatto invece di sudore, fango e gesso. Grazie Giorgio, per quello che hai rappresentato in questi ultimi 50 anni e forse più, per tutti noi ex giocatori, poi magari diventati dirigenti oppure forse no, ma sempre comunque tifosi della nostra squadra del cuore che poi é la tua creatura, il Porta Romana, perché la tua indimenticabile e splendida figura rimarrà per sempre incancellabile nei nostri cuori, così come piaceva a te, seduto su quella panchina teso a vigilare ogni singolo istante della nostra prossima partita che poi sempre sarà la partita della nostra vita.

La Fiorentina 1974/75

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… la Bucinese E dopo aver parlato di Vincenzo "Texas" Guerini e del nostro compianto "President forever" Giorgio Borchi, due combattenti nati, simili per tenacia, coraggio e "cuore", raccontiamo adesso le vicende della partita odierna, giornata che ci ha visti inizialmente comodamente seduti ad assistere al preannunciato spettacolo, quello che solitamente ogni due settimane va in onda al... BuCinematografo, spettacolo a cui certamente avrà assistito, da un posto riservatogli "Lassù in Cielo", il nostro caro ed indimenticato Presidente. Ore 15,00 si parte, pronti via! Già al 15esimo minuto, ecco arrivare per noi la prima ...Bega, allorquando il numero nove della Bucinese, e cioè...Bega, serve un una palla d'oro per Pavani il quale centravanti, sempre di testa, sfiora il montante alla destra di Cecchi. Al 35esimo minuto di gioco, ancora i locali in evidenza con il loro imprendibile numero sette che, quando vuole, con i suoi stretti dribbling ti fa davvero in…Cacchiarelli. Ed infatti è proprio l'esterno in questione che, dalla sua destra, suggerisce una palla d'oro per Pavani il quale, da bomber di razza, indirizza un pallone insidioso alla sinistra di Cecchi. Cecchi, da parte sua, con un riflesso davvero eccezionale, si distende alla sua sinistra deviando con la punta della dita il tiro secco in calcio d'angolo. Poi più niente fino all'intervallo. Nel secondo tempo, per il primo quarto d'ora la partita non registra ancora grandi occasioni da rete. Al 15esimo minuto di gioco della ripresa, pur tuttavia, ecco che dal torpore si risvegliano i locali, con due o tre acuti che, per il resto della partita, davvero ci fanno vedere i sorci … Verdi. Direttamente su calcio d'angolo ben calciato da Prosperi la palla finisce sulla testa del loro numero 5 ….Verdi che, liberandosi abilmente della marcatura di Pomo, rimette forte la palla nel mezzo dell'area di rigore per l'accorrente Bega il quale in piena corsa non perdona, trafiggendo di testa l'incolpevole Cecchi da pochi metri dalla porta ed è 1 a 0 per i locali. Appena il tempo di riprendersi dal terribile uppercut subito in precedenza che, a seguito di un lungo lancio effettuato dal nostro centrocampo, Chiarelli si esibisce in un perfetto aggancio del pallone in area di rigore avversaria,prodezza quest'ultima che sembra essere ormai il preludio ad una felice conclusione. Sembra fatta, quindi, per i nostri colori ed invece Chiarelli, da posizione congeniale, al volo spedisce alto sopra la traversa , gettando al vento questa imperdibile occasione. Ma si arriva finalmente al 35esimo minuto quando i reiterati attacchi della nostra squadra arancionera producano il giusto pareggio. A seguito di un cross scaturito da calcio d'angolo, battuto da Fossati, sulla ribattuta della difesa, la palla ritorna ancora una volta sui piedi di Fossati che, senza pensarci due volte, la ripropone al centro, dove un difensore aretino, incredibilmente, svirgola la sfera e la pone, su di in piatto d'argento, proprio sui piedi di Ciolli, il quale centravanti, solo davanti al portiere, non ci pensa due volte e lo trafigge con un tiro secco, ed è pareggio... ! Non è ancora finita, comunque, perché, su di un ribaltamento di fronte, Sacconi raccoglie in contropiede un lancio assai lungo e preciso proveniente dal suo centrocampo. Poi, sulla sua irresistibile progressione, l'attaccante aretino, dapprima, brucia in velocità il suo diretto marcatore, dopodiché, con un tocco laterale, anticipa Cecchi già proteso in una uscita spericolata ed infine, grazie ad una angolatissimo diagonale, colpisce incredibilmente il palo opposto soffocando in gola l'urlo di gioia, ormai prossimo, della illusa tifoseria locale. Le emozioni non finiscono qui perchè, a tempo ormai scaduto, c'è ancora spazio per un ultimo brivido e

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questa volta in area di rigore avversaria, allorquando il nostro ...Giovane ...Vecchi, su di un cross effettuato da Ciolli, non riesce purtroppo a deviare sotto porta la sfera di quel tanto necessario per beffare il portiere avversario, peccato davvero... ! Comunque, quella che oggi pomeriggio il Porta Romana ha offerto allo stadio di Bucine é stata una performance che giudicherei assolutamente eccellente, perché conferma uno stato di condiziona fisica e tecnica della nostra squadra senz'altro in netta ripresa, prova ne é che nelle ultime due trasferte affrontate siamo riusciti a fermare le prime due delle classe, premessa quest'ultima che reputo assolutamente fondamentale per il buon proseguo del nostro cammino verso il raggiungimento del nostro primario obiettivo che, a questo punto della stagione, è la salvezza, naturalmente... Avanti così!

Porta Romana, l’abbraccio di squadra

BUCINESE: Mugelli, Nguetta, Verdi, Prosperi, Travaglini, Simone, Cacchiarelli, Fabbrini, Bega, Mecocci, Pavani. A disp.: Bonechi, Sottili, Bettoni, Silvestri, Mechini, Senesi, Sacconi. All.: Bernacchia. PORTA ROMANA: Cecchi, Torrini, Sarti, Pomo, Gurioli, Murras, Ciolli, Santini, Montuschi, Bianchi, Chiarelli. A disp.: Parrini, Frutti, Fossati, Gori, Cogli, Francini, Vecchi. All.: Bastianelli. ARBITRO: Pierpaolo Natilla Molfetta, coad. da Marco Cavini e Andrea Cappini Arezzo RETI: 58′ Bega, 79′ Ciolli

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