Tutto il calcio - 01

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Johan Cruijff

Giacomo Grazzini

di silenzio che precede il calcio di rigore, “Quell’attimo diventa eterno quando resta orfano il pallone ”

Tutto il calcio minuto più... minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai

Giacomo Grazzini

minuto più... minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai


A Giorgio, il nostro grande Presidente "Forever"


Giacomo Grazzini

minuto piĂš... minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai


Caro Lettore, Anche quest'anno ho inteso sottrarre un po' del mio tempo libero per dedicarlo con grande passione ad accrescere la mia rubrica settimanale "Tutto il calcio minuto più...minuto meno..." ed arricchirla,quindi, proprio di quelle vicende calcistiche che, Domenica dopo Domenica, hanno interessato in maniera spasmodica la mia squadra del cuore, l'ASD Porta Romana, squadra che a tutt'oggi milita, con merito aggiungerei, nel campionato di calcio di Eccellenza Toscano. Tali racconti, ancora una volta, sono stati puntualmente preceduti dalle storie riguardanti strettamente coloro i quali sono stati considerati, da tutti quelli della mia generazione ed oltre, vere e proprie "Leggende" del Calcio Italiano degli anni sessanta e settanta. Insomma mi riferisco ai nostri eroi di ogni Domenica pomeriggio, per intendersi, gli artefici che ci hanno saputo regalare grandi sensazioni e che, settimana dopo settimana, con le loro gesta epiche, hanno impresso un'impronta davvero indelebile alla Storia di questo Sport che a tutt'oggi ancora continua ad essere ritenuto il più bel gioco del mondo. Il libro, attraverso cui ho cercato di trasmettere a voi queste mie ancora oggi vive e indescrivibili emozioni, porta naturalmente il nome della mia stessa Rubrica e cioè "Tutto il calcio minuto più ...minuto meno...", perché é proprio dalla celeberrima e quasi omonima trasmissione radiofonica sportiva e cioè "Tutto il calcio minuto per minuto" che, nello spremere d'inchiostro questa mia passione sulla carta, ho preso indegnamente spunto. Sensazioni gioiose e dolorose in quegli anni si sono alternate negli animi tormentati di noi tifosi che, ancor privi d'ogni possibilità tecnologica visiva, come ipnotizzati davanti a quegli impianti radiofonici oggi ormai ritenuti oggetti d'epoca, in ascolto seguivamo fino all'ultimo respiro quelle sentenze di vittoria o di condanna che, dagli stadi di serie A collegati attraverso le voci inconfondibili di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, arrivavano diretti nelle nostre case e nei nostri cuori, per raccontarci minuto per minuto quello che a mio modo di vedere é ed é stato un Calcio che tra di noi forse non ci sarà più e cioè "L'ultimo ...Calcio romantico". Prima di addentrarci sui sentieri accidentati relativi alle vicende sportive della stagione in corso 2015/'16, ripartiamo da dove c'eravamo giustappunto lasciati l'anno scorso e cioè proprio dal fischio d'inizio di quella combattutissima finale Play Off 2014/'15; partita secca da "dentro o fuori" quest'ultima che, come una sentenza di Cassazione senza possibilità di appello, vedeva la nostra squadra del cuore affrontare nello Stadio di Sesto Fiorentino i "sempreverdi" della Rignanese in una disputa che sarà poi condotta da ambo le squadre fino all'ultimo respiro, perché in gioco c'era la conquista di un piazzamento che avrebbe potuto significare per la prima volta nella storia del nostro Club la promozione in serie D. Giacomo Grazzini


Indice Kempes, Bertoni, i Goals a colpi di “Tango”…

p. 9

Vittori, Mennea e…

p. 91 p. 97

Anquilletti un mastino dalla faccia d'Angelo, il “Gringo” e…

p. 15

Platini, Krankl e…

La storia di “Long John” Chinaglia

p. 19

Ugo Ferrante, la chioma dello scudetto e…

p. 103

Capitani Coraggiosi: Bulgarelli, Ferrini, Antognoni, “Picchio” De Sisti

p. 23

Claudio Merlo, il “Secco” e…

p. 107

Sandro Mazzola, il “Falso Nueve” nell'Inter dei records

p. 29

Rivera, la “Partida del Siglo”

p. 113

Walter Novellino, Alessio Tendi, amici fuori, nemici in campo

p. 33

Italo Florio, la Fiorentina ‘71/‘72 e…

p. 119

San Siro, 7 aprile 1974, la prodezza di Superchi sul “Bonimba”…

p. 39

Vinicio e la disfatta del San Paolo

p. 123

In Coppa UEFA contro lo Shalke 04 nel ‘77

p. 43

Baggio, Borgonovo, la B2 e…

p. 129

Zigoni, la sfida del Bentegodi

p. 47

Ronaldo, il Saint Denis e…

p. 135

La Doria contro la Viola a Marassi nel ‘77, il Levriero made in Gualdo e…

p. 51

Hurst e l’occhio di falco

p. 141

Ezio Sella, il bomber tascabile

p. 55

Guerini, Giorgio e…

p. 147

Giuseppe Brizi, il Goal salvezza al 90°

p. 61

Eusebio, Terrazzi e…

p. 153

Pino Longoni, Eraldo Mancin, due diversi destini

p. 67

Cruijff e il calcio totale

p. 159

Ciccio Esposito, il triangolo d’oro

p. 73

Cesare Maldini e la sfida di Wembley

p. 165

Le due Germanie contro nel ‘74, il muro di Berlino...

p. 79

Riva, Lo Bello, la partita dell’anno…

p. 171

Maraschi, Chiarugi e il Giorno dello Scudetto

p. 85


Kempes, Bertoni, i Goals a colpi di “Tango”… Kempes dopo il goal contro l’Olanda

Prima di entrare nel vivo del commento dell'attesissima finale valevole per la conquista della seconda piazza nella classifica finale del nostro girone ecco che, proprio in vista della importantissima partita di semifinale di Europa League, Fiorentina – Siviglia, in programma per la settimana in entrata, sul QN è apparsa una interessante intervista rivolta all'ex campione del mondo Daniel Bertoni. Bertoni, di fronte alla domanda formulata sull'argomento, ha inteso sentitamente esprimere al quotidiano in questione il suo autorevole punto di vista sulla suddetta e attesissima sfida, proprio in considerazione del fatto che il "puntero" sudamericano ha militato per svariati anni e cioè a cavallo dell'inizio degli anni '80, dapprima nella squadra del Siviglia e poi nella Fiorentina. Ricordo, ancora, come ho già raccontato malinconicamente qualche Domenica fa, che fu proprio con la squadra Viola che Daniel Bertoni sfiorò quel tanto rimpianto scudetto relativo alla stagione '81/'82, titolo svanito per un soffio o, forse meglio, a causa di qualche "fischietto" soffiato forse troppo male, per essere vero, contro la nostra amata e bersagliata Fiorentina. Ed a proposito di quello che fu l'inizio della carriera in Viola di Bertoni non posso scordarmi di aver assistito, in prima persona, seduto in maratona allo stadio Franchi nell'estate del 1980, ad un'amichevole di prestigio tra le due contendenti in questione, partita che sancì praticamente il passaggio di Bertoni dal Siviglia alla Fiorentina, società, quella Viola, che all'epoca apparteneva alla Famiglia Pontello la quale proprietà fu, per i risultati poi raggiunti, dapprima osannata e poi tempestata di critiche feroci dalla nostra appassionata tifoseria. Daniel Ricardo Bertoni è stato riconosciuto da tutti, esperti e non, un giocatore di grande classe, che però ha avuto, a sua volta, la grande fortuna di giocare

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insieme a campioni del calibro di Giancarlo Antognoni (nei tre anni trascorsi alla Fiorentina) e del calibro di Maradona, dal momento in cui successivamente passò alla corte della Società Napoli Calcio. Ricordo, con grande ammirazione, come, nel momento in cui il nostro capitano Antognoni dovette suo e nostro malgrado rimanere in convalescenza per quattro mesi a causa di un grave infortunio subito alla testa in seguito ad un scontro con… Martina, come Bertoni si fosse preso in carico l'intera squadra, proseguendo con successo e determinazione il testa a testa con la Juve del Trap fino all'ultima giornata dove ahimè prevalsero loro e qui scusate mi fermo…! Ricordiamo la formazione tipo dei Viola, protagonisti di quello stupendo quanto "sfortunato" campionato: in porta, a presidiare l'…Aia di rigore, c'era un solo ...Galli, messo appunto a guardia del pollaio della difesa nostrana. Inoltre, dall'alto del suo ...nido di comando, Mr ...Picchio De Sisti, non condizionato affatto dal verso assiduo e reiterato del… Cuccu… reddu, aveva schierato in difesa, come roccaforte contro gli assalti avversari, sulla fascia sinistra, un atleta arcigno duro e resistente quanto un pezzo di ...Ferroni, mentre, sulla fascia destra, un vero e proprio cursore agiva, davvero instancabilmente anche se talvolta un pochettino ...Contratto nei movimenti.

Kempes in azione contro l’Olanda

Al centro, accanto ad uno che non parlava di certo il...russo, anche se forse nel sangue lo era per davvero e cioè ...Vierchowod, svettava la classe pura di ...Galbiati che per tutti significava ...fiducia, perché si sa ...Galbiati, da sempre, vuol dire ...fiducia. A centrocampo stazionava un mediano che copriva più ...spazi che una ...Casagrande con ...vista panoramica, sia affacciata sulla difesa che sull'attacco. Mentre invece riguardo al nostro grande regista che, in realtà, non Er… Aldo più di un metro e

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sessantacinque, il numero otto ex toro, quando si presentava in stato di ...Graziani, il tutto diventava sicuramente molto, ma molto, ...Pecci per i nostri avversari di turno. Il fuoriclasse Antognoni, d'altro canto,...umbro certamente solo nell'anagrafe e mai invece troppo in ...volto, perché saldo e sereno rimaneva sempre con l'animo forte e nobile di un capitano, distribuiva Assists continui e precisi al millimetro, servizio sempre e comunque assai gradito per le nostre valide punte le quali, molto correttamente e puntualmente, con reverenza rin ...Graziani. Durante la degenza post operatoria, dovuta al noto grave infortunio subito quell'anno, l'"Antogno" fu validamente sostituito, per quanto fu possibile, da un …vice anzi da un …Miani vice, il quale, tra la sorpresa generale, fu decisivo con i suoi goals in più di una occasione: in 22 partite Miani ne realizzò ben 4 di reti, veramente un buona media per un centrocampista partito come riserva. La nostra ala destra, proseguendo nella narrazione, da quanto correva e si spostava in su e in giù per quella fascia, alla fine faceva fare un bel gioco al ...Massaro a chi poveretto era giustappunto incaricato di seguirlo come un'ombra. Lassù davanti invece, mentre …Bertoni...filava via dai suoi marcatori, l'altro rin ...Graziani il gran pubblico a suon di goals, pubblico quello nostrano che, per tutta la partita, sosteneva entrambi affinché proseguissero, senza tregua, con le loro giocate ed i loro goals. Tuttavia, nonostante quindi il bel ricordo indelebile lasciato da Bertoni con la maglia della Fiorentina e non solo, ritengo che il momento più importante ed irripetibile della sua prestigiosa carriera internazionale sia stato quando, con addosso la maglia Blanco – Celeste argentina, il giocatore Platense conquistò proprio in patria nell'estate del '78 il titolo di campione del mondo. All'epoca Daniel Ricardo costituiva in nazionale una coppia d'attacco davvero formidabile e ben assortita nientemeno che con "El Matador" Mario Alberto Kempes. Anche Kempes, nel campionato del mondo del '78 in Argentina, trovò la sua definitiva consacrazione vincendo sia la competizione più importante che la classifica di capo cannoniere con ben sei reti realizzate grazie addirittura a tre ...doppiette, peraltro così belle da fare invidia al più appassionato dei ...cacciatori,...doppiette che vennero distribuite nel corso del torneo in tal maniera: la prima doppietta fu siglata con la fortissima Polonia, la seconda contro un remissivo Perù ed infine, l'ultima, nella combattutissima finale disputata contro l'Olanda nella caliente "Bomboniera" di Buenas Aires, finalissima vinta per 3 a 1 dallo Blanco- Celeste con il terzo goal realizzato nei tempi supplementari proprio dallo scatenato Bertoni. Ricordiamo, in onore dei due citati campioni, la formazione Blanco – Celeste condotta con sapienza dal "Flaco" Luis Cesar Menotti: In porta c'era un buon ...Fillol. In difesa a spingere sulla corsia di destra c'era un ...Tarantini che macinava chissà ...Quentin chilometri. Dall'altra parte, invece, stazionava un difensore che c ...Olguin ogni occasione per interrompere sul più bello i ripetuti e disperati tentativi di assalto imbastiti dalle squadre avversarie. Al centro della difesa, accanto a ...Galvan..., centrale famoso perché ogni tanto dava la ...scossa alla squadra, c'era lui, il "Caudillo", il capitano per eccellenza e cioè colui il quale dalle sue parti non permetteva certo di far fare la ...Passarella proprio ad alcuno, almeno che quest'ultimo, s'intende, non sflilasse indossando anche lui la mitica maglia Blanco-Celeste. A centrocampo giostrava gente dall'animo ...Ardiles e con tanto di fosforo in zucca, doti di capacità in regia essenziali per poter dirigere al meglio il gioco collettivo della squadra sudamericana con azioni e scambi sviluppati in verticale coadiuvati e condivisi anche da chi si prodigava incessantemente nel combattere l'avversario come un vero ...Gallego da combattimento, perché era solo con questo genere di sentimenti che si poteva pensare di poter trarre succulenti ...frutti dal proprio ...Ortiz. L'altra mezzala che ...Valencia la pena di essere vista e rivista in azione, da quanto era estroso con il pallone tra i pedi, veniva in realtà alternato dal Mister "Flaco" Menotti, ripetutamente, con il

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più che ..."casalingo" ...House ...man, bravo del resto, anche lui, nel servire e riverire puntualmente gli attaccanti che, via via, venivano lanciati a rete. In avanti, accanto ai due campioni, c'era l'infelice "...My name is Luque", un talento che quanto era "Lucky", infatti, riguardo al gioco espresso, tanto era triste invece nella vita familiare, a causa della morte del fratello occorsa poco prima dell'inizio della competizione mondiale. Kempes, criniera al vento, garretti d'acciaio, volto fiero e petto in fuori, atleta dalla corsa con una potenza progressiva di un quattrocentista alla Juantorena che si incuneava nelle difese avversarie come fosse un giocatore sudafricano di rugby, non risultò mai essere solo e soltanto un calciatore dal talento straordinario, ma in quel contesto politico nazionale in cui viveva il suo paese, dominato come era in quegli anni dalla feroce repressione sanguinaria imposta dal Dittatore Videla, rappresentò, "el Matador" dicevo, per tutta la gente argentina, il simbolo dell'inizio della riscossa di un "Pueblo" martoriato ed offeso nel profondo del suo orgoglio nazionale. Si racconta anche che Mario Alberto fu colui che a fine partita, all'atto del cerimoniale per la consegna ufficiale del trofeo, negò il classico saluto con la stretta di mano al tiranno il quale, alla fine, si lamentò e non poco, lui, il "TIREX", il dittatore, che quella mano negata non fosse riuscito a ...Videla proprio mai. Kempes e Bertoni, quando erano separati, perché entrambi assai impegnati nei loro rispettivi clubs, dimostrarono certamente a tutti quanti il loro valore di giocatori di grandissimo talento; ma, da separati, non ripeterono mai quello che insieme seppero invece esprimere in quello specifico e particolare torneo mondiale, dove risultarono essere semplicemente devastanti per le difese avversarie e dove, alla fine, furono portati in trionfo, ri sottolineo ancora, come veri e propri eroi elevati a simboli del riscatto sociale e politico di un'intera nazione. Solo Maradona (...mondiale 86) e poi Batistuta (...coppa America, inizio anni novanta) riuscirono, in seguito, ad eguagliare quel risultato dal valore intrinseco davvero rilevante.

…e la Rignanese (finale play off 2014/15) E sulle note di quel tango argentino, suonato, ballato e giocato da questi due giocatori "simbolo" che fecero grande la loro Nazionale nel '78, passiamo finalmente al commento relativa alla partita di oggi e cioè alla finalissima contro la Rignanese. I nostri avversari vengono schierati dal loro Mister Coppi e cioè uno che vuole, a tutti i costi, conquistare la ...Coppi solo in codesto modo: messo a guardia della loro ...Aia di rigore e pronto a darci il loro ...Benvenuti, c'è ...Galli. In mezzo alla ...giungla di centrocampo, pronto a dettare le ...Regoli del gioco, c'è ...Leo. Il centrocampo è presidiato da giocatori che sembrano apparentemente ...Degli Innocenti, ma che in realtà, quando e se possano, ti Am ...Mazzoni molto ma molto volentieri. In attacco, forse perché siamo già in entrati in …Privitera, alcuni dei loro giovani calciatori già fioriscono precocemente, perché sono da sempre ...Ben ...nati per rivestire al meglio il ruolo di centravanti. Ore 15,30: si parte molto male, perché dopo pochi minuti Mazzoni, che non è per noi di certo un buon ...Compagnoni, è abile a cogliere di sorpresa il nostro giovane portiere, con un tiro dalla lunga palombella che supera inesorabilmente il nostro numero uno, forse colto un po' troppo di sorpresa al momento del tiro del fantasista bianco verde. In considerazione dello ...Stadio ancora iniziale della disfida, la sfera, entrata in rete, trasforma improvvisamente la ...Porta Romana, da rettangolare quale era, inizialmente, con volta a tutto

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...Sesto, a Porta con sfumature ...Gotiche a ...Sesto acuto, come acuto è il dolore conseguente al subito vantaggio avversario. La reazione del Porta Romana, comunque, non si fa attendere, anche se la partita si presenta veramente in salita, e quindi serve una gran fatica atletica e carica agonistica per creare i presupposti necessari per poter penetrare pericolosamente nella loro area rigore. Alla mezz'ora, da una tiro secco da fuori area, Leo intercetta la sfera con un braccio in area di rigore. Dagli undici metri, ancora una volta, si incarica Ciolli che, dopo breve rincorsa, tira e spiazza il portiere ed è parità. Il secondo tempo incomincia con l'espulsione shock di Pomo, reo, secondo l'arbitro, di aver intercettato la sfera con il braccio. Ma la distanza era veramente minima ed era impossibile per Pomo riuscire nell'improbabile impresa di smaterializzarsi dal campo. La gara prosegue con una occasione per parte, occasioni naturalmente non sfruttate. Il gioco si fa ruvido, ma il Porta Romana, pur non riuscendo ad esprimersi al meglio, anche in dieci, però, regge bene il confronto, e questo fin quando, giunti a 10 minuti dalla fine, Mazzoni, pur piccolino di statura quale è, dall'alto dei suoi 165 cm, su di un traversone ben calciato da Degli Innocenti, gira molto bene di testa, indovinando l'angolino lontano posto quello alla destra di Compagnoni ed è 2 a 1. Poi il fischio finale dell'assai discusso arbitro pratese, con loro che proseguono nel suggestivo cammino delle qualificazioni, mentre noi, non più... ! Purtuttavia, un grande plauso si meritano i nostri giocatori, i nostri tecnici e tutti quanti gli addetti, per come ottimamente hanno interpretato e si sono disimpegnati in questa meravigliosa stagione calcistica 2014/'15. Con il mio ultimo appuntamento della stagione inserito nella rubrica "...Tutto il calcio minuto più ...minuto meno" rivolgo un ringraziamento particolare a coloro che mi hanno dato la possibilità, Domenica dopo Domenica, di poter esprimere a Voi tutti i miei racconti ed i miei commenti, sperando di avervi, con questi articoli, trasmesso almeno un po' della mia della mia intensa e sempreviva passione sportiva. Passione sportiva, la mia, che ha interessato, principalmente, sia quegli eventi calcistici che hanno contraddistinto la storia del calcio degli anni sessanta e settanta, sia, parallelamente e primariamente, con il mio commento da giudicare assolutamente "imperfetto", quel bellissimo percorso intrapreso dai nostri giocatori arancioneri che sono riusciti, per tutta la stagione teste conclusa,nella meravigliosa impresa di regalarci emozioni per noi davvero uniche, da rivivere, sin da subito, "alla grande", per poter finalmente diventare anche noi "da grandi" come "una grande tra le grandi".

RIGNANESE: Burzagli, Galli, Rigoli, Bettini, Degl'Innocenti, Benvenuti, Leo, Bindi, Bennati R., Mazzoni, Privitera. A disp.: Romolini, Margiacchi, Setti, Chiarello, Bernacchi, Tonielli, Righini. All.: Coppi PORTA ROMANA: Compagnoni, Frutti, Torrini, Sabia, Pomo, Gori, Ciolli, Santini, Conti, Bianchi, Chiarelli. A disp.: Strambi, Bartalesi, Cogli, Meucci, Rustioni, Antonacci, Batistuta. All.: De Carlo ARBITRO: Piazzini di Prato. Assistenti Caroti di Pontedera e Reni di Pistoia RETI: 4′ Mazzoni, 42′ rig. Ciolli, 78′ Mazzoni NOTE: espulsi al 49′ Pomo, al 91′ Bianchi

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Anquilletti un mastino dalla faccia d’Angelo, il “Gringo” e…

Il “Gringo” Clerici insieme a De Sisti

Prima di incominciare, dunque, questo percorso esplorativo che ha visto la nostra "squadra del cuore", l'ASD Porta Romana, impegnata per tutta l'arco temporale della Stagione 2015/'16 nell'affrontare i coriacei avversari che il calendario del campionato di eccellenza girone Toscano le poneva via via di fronte, vorrei spiegare ancora una volta che ogni articolo relativo alle suddette dispute, riguardanti l'ASD Porta Romana, sarà puntualmente preceduto da vicende inerenti la storia calcistica ed umana di alcuni talenti straordinari che hanno gravitato con più o meno fortuna nel nostro campionato di calcio degli anni sessanta e settanta. Come in altre occasioni precedenti, anche stavolta, vorrei sottolineare come quel Calcio testé da me descritto, e cioè "Il Calcio ai tempi di Comunardo Niccolai", fosse uno sport sostanzialmente un po' diverso da quello attuale. Era il calcio del famoso detto: "...Palla lunga e pedalare". Era il calcio delle famose "Bandiere", ovvero di quei giocatori e campioni che iniziavano e finivano la loro carriera calcistica con la stessa maglia. Insomma era il calcio dei vari Bulgarelli, Ferrini, Antognoni, Riva, Rivera, Mazzola, Facchetti... Era il calcio dove le sostituzioni a disposizioni erano al massimo una, più quella eventuale del portiere... ! Era il calcio dove, allorquando si discuteva sui ruoli ricoperti dai vari giocatori, ci si riferiva specificatamente allo Stopper, al Libero, ai Terzini, al Mediano di spinta, alle Mezzali, alle Ali destra o sinistra che fossero, al Centrattacco,... Era il calcio dove lo Stopper avvertiva minacciosamente il Centravanti, tracciando col piede una linea nel fango, con frasi del genere: " ...Non ti provare a superare questa linea" oppure "...Oggi tu non vedrai palla". Era il Calcio dove le trasferte

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erano spesso proibitive, dove molte partite finivano a reti bianche, perchè marcare un goal era veramente un'impresa tanto che, il 4 giugno 1961, a "Tutto il calcio minuto per minuto", in occasione della partita Catania-Inter, un radiocronista intervenne d'impulso con una frase divenuta celebre: "...Clamoroso al Cibali, il Catania è passato in vantaggio". Il Cibali per coloro che non lo sanno è lo stadio di Catania. Era il calcio dove lo scudetto lo potevano vincere anche squadre come il Bologna, il Torino, il Cagliari, la Fiorentina, la Lazio, il Vicenza, il Perugia, il Verona, la Sampdoria... ! Era il Calcio degli Stadi strapieni fino all'inverosimile, dove perfino in Sardegna, nell'anno dello scudetto rossoblù, all'Amsicora di Cagliari, il bandito Graziano, prima di farsi arrestare, volle poter assistere almeno per l'ultima volta alle gesta del suo idolo Gigi Riva. Era il calcio dove i primi riflessi filmati andavano in onda in bianco e nero alle ore 18,10 e non prima, con la trasmissione televisiva "Novantesimo minuto" e le partite si seguivano alla radiolina, dall'inizio del secondo tempo in poi, e non prima, su "Tutto il Calcio minuto per Minuto" Era il calcio quindi dove prima comunque di vedere le partite in TV si sognava, fantasticando almeno un po' sulle prodezze dei nostri eroi, perché questa ero un calcio più a misura d'uomo, un calcio romantico, probabilmente, "L'Ultimo ...Calcio Romantico...". Prima di avventurarmi, comunque, nel commento della prima partita di campionato vorrei dedicare un po' del mio scritto al calciatore Anquilletti, grande difensore e bandiera del Milan anni '60/'70, che, purtroppo, qualche tempo fa, a 71 anni, ci ha lasciati, stroncato dopo aver patito e combattuto una lunga e dolorosa malattia. Anquilletti, per l'anagrafe, ma anche per tutti noi, é stato un vero e proprio...Angelo...Custode, un implacabile marcatore, dedicato costantemente alle preziose caviglie dei più grandi attaccanti nazionali ed internazionali di quel tempo. Egli, infatti, non temeva di certo alcun chi, anche se, sotto sotto, il Paron Nereo Rocco, cioè il Mister storico rossonero, tra una "Sniappa ed un'altra", lo avvertiva prendendolo a parte a parte: "Attento Angiolino, che oggi ar ...Riva uno veramente forte da Cagliari, una specie di Rombo di Tuono, dal sinistro terrificante; oppure: "...Controlla bene quell'attaccante lì dell'Inter, perché quel numero 9 ti ...Bonin ...segna da tutte le posizioni più svariate e impossibili" e ancora: "...Angelo, a Roma oggi sta piovendo forte, quindi giocatela pure su quel ...Prati fradicio, ma sempre in ...stretta copertura, sennò poi quello ti scivola via... !" E poi di nuovo "…Angelo, domenica a Torino é prevista una Tempesta in area di rigore, perché é in arrivo il ...Puliciclone ..."e infine" ...dai Angelo, che, oggi, agli attaccanti della Juve non li facciamo veder pallino, anzi dobbiamo proprio fargli chiudere ...Bettega". Anquilletti era un tipo che anche se fuori dal campo si dimostrava un vero e proprio, diciamolo pure, ...Tr ...anquilletti, di carattere s'intende, in campo lo era molto meno. Vinse, infatti, una Coppa dei Campioni battendo l'Ajax di un certo Cruijff per 4 a 1, con tripletta di Prati su assist di Rivera e Sormani. Conquistò inoltre una Coppa delle Coppe battendo il Leeds United per 1 a 0 con rete di "cavallo pazzo" Chiarugi. Perse però qualche giorno dopo uno scudetto già vinto nella "fatal" Verona all'ultima giornata nel '73, per 5 a 3, partita in cui straordinariamente si scatenarono per i gialloblù, sia Livio Luppi, centravanti di manovra, che Gianfranco "Zigo-gol" Zigoni e pure il terzino di fascia Franco Sirena. Anquilletti risultò pure tra i convocati nella nazionale campione d'Europa nel '68. Non partecipò, però, alla spedizione successiva del Campionato del Mondo Mexico '70, per infortunio. La prima volta che vidi giocare Anquilletti al Comunale di Firenze fu nel Campionato '72/'73, dove però, il gagliardo terzino, fu beffato da un Sergio Clerici in grande spolvero, con finale grandioso per Viola: Fiorentina – Milan 3 a 1 rete di Pierino "la peste" Prati (M) dopo pochi minuti, pareggio di Pino Longoni (F) su punizione, gran goal in girata del "Gringo" Sergio Clerici (F) alla fine del primo tempo, mentre l'ultimo goal del 3 a 1 lo segnarono i Viola, nel secondo tempo, solo per ...Caso.

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Che soddisfazione, ragazzi, l'aver potuto battere quel Milan del "Golden Boy" Rivera, del Romeo "non troppo romantico" Benetti, del Roberto "Faccia d'Angelo" Rosato, del "crucco" Snellhinger, del mediano soprattutto di spinta Biasiolo, del goalkeeper "Ragno nero" Cudicini, ed appunto del compianto Angelo Anquilletti. Rimase al Milan dal '67 fino a metà degli anni settanta. Anche i Viola in quell'anno erano forti davvero. Schieravano tra i pali il più Super ...chi tra portieri, in difesa svettavano "Badile" Galdiolo, l'elegantissimo Giuseppe Brizi, con Longoni specializzato in recuperi in scivolata. Le azioni dei Viola salivano all'insù veloci tramite ...Scala, sulla fascia dx; "Birillo" Orlandini, "Picchio" De Sisti e Claudio Merlo costituivano l'ossatura valida di centrocampo; Caso, ma non per ...Caso, sulla fascia destra, dribblava l'avversario per poi metterla al centro; la "luce" Antognoni predestinato ad inventare con i suoi lanci calibrati, ed infine il "Gringo" Clerici, con le sue pallottole in canna e Nello Saltutti, con la velocità di un Levriero, programmati entrambi a metterla nel sacco con discreta frequenza. Bella squadra fu la Viola di quell'anno e con essa finimmo meritatamente qualificati per il secondo anno consecutivo in Coppa UEFA.

...il Maliseti Tobbianese E dopo aver narrato la vita ed il ...Volo professionale di questo ...Angelo, forte difensore del calcio italiano, passiamo a raccontarvi la cronaca della prima partita disputata dalla nostra squadra nel nostro stadio contro il Maliseti... Grande purtroppo é stata la delusione rimediata da tutti il popolo arancionero al termine della prima uscita stagionale 2015/'16, partita questa dove i nostri, nell'arco dell'intero incontro, hanno espresso una netta superiorità territoriale collezionando quattro o forse cinque nitide occasioni da goals, per lo più sventate grazie alle prodezze spiccate in ...volo, da palo a palo, dal loro portiere ...Colombo. Ci pensava il solito bomber Ciolli a portare in vantaggio il risultato a favore dei nostri verso i trequarti della partita con un abile colpo di testa che impallinava ...Colombo a seguito di un calcio d'angolo. Purtroppo quando ormai la vittoria sembrava raggiunta, al quinto di recupero, Caggianese ci freddava con una conclusione precisa che sorprendeva il pur bravo Parrini.

PORTA ROMANA: Parrini, Stella, Torrini, Bertini, Gurioli, Frutti, Ciolli, Santini, Gori, Carfora, Chiarelli A disp.: Compagnoni, Cogli, Servi, Montuschi, Sabia, Francini, Conti. All.: De Carlo. MALISETI TOBBIANESE: Colombo, Tarli, Casarin, Rosi, Di Giusto, De Bianco, Caggianese, Giandonati, Fabbri, Landolina, Lorenzi. A disp.: Battagliero, Cardillo, Casini, Cerbai, Coulibaly, Lapenta, Bianchi. All.: Rossi. ARBITRO: Vizzini sez. Valdarno, coad. da Mancini di Empoli e Angelini di Empoli. RETI: 72′ Ciolli, 95′ Caggianese

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