MAGAZINE P&F GIUGNO 2021

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I PARCHI DIVER PRONTI A RIP IN SICURE Nel complesso, è prevista una media di 50 mila presenze ogni giorno nei 230 parchi permanenti italiani. L’anno scorso, il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. MATTEO PALUMBO

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18 Progetti Finanza&

ì dove dovrebbero esserci infiniti sorrisi, c’è una valle di lacrime. La fabbrica del divertimento, prova, non certo con poca fatica, a ripartire dopo l’annus horribilis del Covid-19. Dopo una lunga trattativa con il Governo, il 15 giugno (per le zone gialle, da fine maggio per quelle bianche) è la data che ha finalmente segnato la riapertura di tutti i parchi divertimento, tematici e luna park dopo un lungo periodo di stop che ha causato ingenti perdite agli oltre 200 parchi dislocati lungo il territorio italiano. Il comparto, che conta circa 230 aziende, è stato fino ad oggi tra i più colpiti dalla crisi, con perdite tra il 70 e l’80%, non solo a causa della perdurante chiusura, ma anche a causa degli ingenti costi fissi legati alla manutenzione delle strutture (attrazioni, spazi verdi, scenografie, ecc…) e al mantenimento degli animali. A ciò va aggiunta la sistematica assenza di ristori e di agevolazioni fiscali, a differenza di quanto avvenuto per altri settori altrettanto colpiti dalla crisi.Il comparto dei Parchi Permanenti Italiani raggruppa oltre 230 realtà in Italia tra parchi a tema (come Leolandia e Mirabilandia), parchi faunistici (come l’Acquario di Genova e Zoom Torino), parchi acquatici (come Aquafan Riccione e Caribe Bay) e parchi avventura per un totale di 25.000 posti di lavoro (10.000 fissi e 15.000 stagionali) e ricavi totali per 400 milioni di euro nel 2019, cifre che salgono rispettivamente a 100.000 occupati e 2 miliardi di euro di ricavi considerando l’indotto, composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzione e simili. Nel 2019 i parchi della Penisola hanno totalizzato oltre 20 milioni di visitatori provenienti dall’Italia, a cui si sommano 1,5 milioni di stranieri, per un totale di 1,1 milioni di pernottamenti in hotel, segno che il comparto sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella composizione dell’offerta turistica del nostro Paese.

Il desiderio di normalità è testimoniato dalle prenotazioni, raddoppiate rispetto allo scorso anno. Nel complesso, è prevista una media di 50 mila presenze ogni giorno nei 230 parchi permanenti italiani. Nel 2019 sono stati un milione e 200 mila gli ingressi al parco di Capriate, 40 milioni di euro il fatturato. Nel 2020, con soli tre mesi e mezzo di apertura su otto, il fatturato è stato di 10 milioni, con altrettanti di perdita effettiva (200 milioni a livello nazionale). Cresce anche il numero di richieste di informazioni in arrivo dall’estero: nel 2019 i visitatori stranieri sono stati 1,5 milioni. Un dato che fa ben sperare in merito ad un possibile ritorno degli ospiti stranieri nei parchi, che nel 2019 sono stati 1,5 milioni. “Un nodo importante da sciogliere -osserva Giuseppe Ira, presidente dell’associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia- è quello dei ristori: le imprese turistiche possono accedere a finanziamenti a tasso agevolato e a lunga scadenza che per noi sarebbero di vitale importanza. Il Ministro Garavaglia, che ringrazio per la disponibilità, ha annunciato che sta studiando l’emissione di mini-bond, e ha riconosciuto la legittimità della nostra richiesta di passare sotto la competenza del Turismo, garantendo che si attiverà per valutare i necessari interventi sul piano tecnico normativo”. L’anno scorso, il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. Fino al 2019 il settore generava un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, quota che saliva a 2 miliardi di euro aggiungendo l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali. I numeri espressi dal settore nel 2019 mostrano come quella dei parchi divertimento

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