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Campionati europei Campioni d’ingaggi
La classifica dei calciatori europei più pagati in questo momento.
Il campionato europeo di calcio si sta disputando, per la prima volta, con la formula itinerante, formula già bocciata da quasi tutti, con partite ospitate in diverse nazioni anziché in una sola, e mai come in questa circostanza a tenere banco non sono gli aspetti tecnici ma quelli economici. Tutte le trasmissioni e giornali sportivi, gira e rigira, finiscono sempre per parlare dello stesso argomento: i soldi. Siamo stati un popolo di “commissari tecnici”, poi siamo diventati, o meglio ci hanno fatti diventare, un popolo di virologi e i più attenti e assidui frequentatori, in poltrona da casa, di trasmissioni televisive sul tema, anche epidemiologi, ora siamo tutti esperti di economia e, sempre i più attenti eccetera eccetera eccetera, esperti di alta finanza, non per colpa o merito del PNRR ma semplicemente perché le società di calcio sono in cattive acque economiche e ognuno conosce la ricetta giusta per tirarle fuori. Ogni volta il termine di paragone di guadagni sproporzionati e immeritati, rispetto alla quasi totalità dei “poveri cristi”, coinvolge i nostri politici, eppure, se vogliamo farli sentire dei poveracci, non c’è bisogno di scomodare capitani d’industria piuttosto che grandi manager di aziende internazionali, basta sfogliare l’album delle figurine dei calciatori per accorgersi che questi ragazzi, adesso, capita l’antifona, restano a giocare il più a lungo possibile, sicuramente oltre l’età di ragazzi, viaggiano su cifre quasi impronunciabili per i “poveri cristi”, di cui sopra, come noi: centinaia di migliaia o, addirittura milioni, di euro al mese. Talvolta ci si meraviglia delle attenzioni e delle cure rivolte a questi ragazzi ma come si può fare diversamente visto il capitale che rappresentano per le società che li ingaggiano? Questi giovanotti sono delle vere e proprie industrie in movimento, nel senso che si muovono, si allenano, corrono. Per avere idea, però, di cosa stiamo parlando bisogna, per forza, fare qualche cifra e allora vediamo quanto guadagnano e chi sono quelli impegnati a correre e segnare gol in questo campionato europeo di calcio. Solo alcuni, non tutti, giusto per avere un riferimento concreto per i nostri sogni di inizio estate: Al primo posto c’è Cristiano Ronaldo, giocatore della Juventus e della nazionale portoghese, il suo guadagno lordo annuale è di sessanta milioni di euro a cui aggiungerne circa una ventina tra sponsor e pubblicità. Al secondo posto, ma distaccati di parecchio, ci sono tre giocatori della Francia: Kylian Mbappè (Paris Saint Germain), Paul Pogba (Manchester United) e Antoine Griezmann (Barcellona), ognuno guadagna ventitre milioni di euro all’anno. Si differenziano per i guadagni da sponsor e pubblicità: cinque milioni per Griezmann, sei per Pogba, quattordici per Mbappè. Proseguendo troviamo Robert Lewandowski (Bayern Monaco) giocatore della nazionale polacca. Il “poveretto” si deve accontentare di ventidue milioni di euro di ingaggio e appena quattro milioni tra sponsor e pubblicità. Un po’ staccato troviamo Gareth Bale (Real Madrid/Tottenham), capitano della nazionale del Galles, con sedici milioni di euro di ingaggio e sei di sponsorizzazioni e pubblicità. E i nostri? Una cosa è certa, a queste cifre non si avvicinano, poveretti. Il primo è Gianluigi Donnarumma (ex Milan) con un ingaggio di sei milioni di euro all’anno. Non ci sono riferimenti di sponsor e/o pubblicità, per lui e anche per gli altri. Segue a ruota Leonardo Bonucci (Juventus) cinque milioni e mezzo di euro all’anno. Lorenzo Insigne (Napoli) quattro milioni e mezzo di euro all’anno. Federico Bernardeschi (Juventus) quattro milioni di euro all’anno. Giorgio Chiellini (Juventus) tre milioni e mezzo di euro all’anno. Chi tiene tutti a debita distanza è Lionel Messi (Bar-
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pri pagati al esserci una cellona) argentino, con settantasette milioni di euro lordi all’anno, a cui aggiungerne quaranta tra sponsor e pubblicità. E le donne nostrane che giocano a calcio? Le calciatrici italiane sono lontanissime dai guadagni dei colleghi uomini anche se, adesso che sono state riconosciute professioniste, qualcosa di più del semplice rimborso spese di prima, una calciatrice di serie A guadagnava come rimborso spese circa 1.200,00 euro lordi al mese, dovrebbero riuscire a guadagnare. Comunque, non si sentano sole e abbandonate, le nostre, poiché, nell’elenco dei mi cento sportivi più mondo, non risulta donna, men che meno
una giocatrice di Per gli amanti e solo gli sportivi più pagati calcio e football. “Tutto il resto è noia….” calcio. per loro, una curiosità: sono quelli di basket,

A cura di Dario Gucci Avvocato
SuperBonus 110%
I BENEFICI DELL’ECOSISIMA BONUS 110% IN UNO STABILE IN COMUNIONE INDIVISA

La normativa originaria sul “bonus 110” contenuta nel D.L. n. 34/20 poi convertito con la legge n. 77/20 non prevedeva la possibilità di godere delle agevolazione fiscali denominate “superbonus 110%” in caso di interi edifici in comunione. Ciò era spiegato dalla circolare 24/20 dell’Agenzia delle Entrate la quale chiariva che il beneficio non spettava per interventi realizzati sulle parti comuni a due o più unità immobiliari distintamente accatastate di un edificio interamente posseduto da un unico proprietario o in comproprietà fra più soggetti. Di recente con la legge finanziaria per il 2021 è stata introdotta la possibilità di intervenire su edifici non condominiali composti da 2 a 4 unità abitative con una novella all’art 119 del citato “Decreto rilancio”. Veniva dunque introdotta con la legge 30 dicembre 2020 n. 178 una nuova formulazione del comma 9 lettera a) del citato art. 119 che prevede ora oltre alle vecchie ipotesi anche “gli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche”. La volontà del legislatore è quindi stata chiara: estendere i noti benefici del decreto rilancio anche a tutte quelle situazioni in cui l’edificio composto da più immobili sia un’unica proprietà di un unico soggetto o anche di più soggetti tra loro in comunione. E’ il caso non infrequente in cui l’intero stabile composto da più appartamenti si di proprietà di una coppia di coniugi o di una compagine di eredi che rimane in comunione indivisa. La novella introdotta dalla finanziaria per
il 2021 (Legge 178/20) denota una particolare attenzione alla proprietà edilizia familiare, lontana dai grandi centri urbani dove prevalgono i condomini con numerosi appartamenti, e comunque alle situazioni proprietarie più piccole che fino a questo momento erano rimasti ingiustificatamente escluse. Dalla novella legislativa conseguono due considerazioni, una sul piano civilistico e l’altra sotto l’aspetto fiscale In ambito civilistico va rilevato che mentre nel citato Decreto legge n. 34/20, come convertito dalla legge n. 77/20, vi è una regolamentazione organica delle modalità di formazione della volontà condominiale di eseguire gli interventi agevolati, nulla invece si dice sulla formazione della volontà all’interno delle comunioni ordinarie da poco ammesse al beneficio. Nel silenzio della norma agevolativa ci dobbiamo pertanto rifare al Codice civile il quale all’art. 1108 fissa le regole della maggioranza all’interno di qualsivoglia comunione ordinaria. “Art. 1108 c.c. Con deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune, si possono disporre tutte le innovazioni dirette al miglioramento della cosa o a renderne più comodo o redditizio il godimento, purché esse non pregiudichino il godimento di alcuno dei partecipanti e non importino una spesa eccessivamente gravosa. Nello stesso modo si possono compiere gli altri atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, sempre che non risultino pregiudizievoli all’interesse di alcuno dei partecipanti…” Il Codice civile, quindi, prevede che la maggioranza possa imporre la propria volontà di fare i lavori ai comproprietari restii. Per la sua formazione sono richiesti i due terzi delle quote di proprietà. La norma però prevede una salvaguardia per i dissenzienti dinanzi a spese gravose o ad innovazioni che pregiudichino i loro interessi (ad esempio che li privino del godimento di una parte del bene in comunione). Per scongiurare dette ipotesi la maggioranza dovrebbe quindi assicurarsi che, eseguiti i lavori, il godimento del bene rimanga immutato da parte di tutti i partecipanti alla comunione; inoltre l’approvazione dei lavori va condizionata alla loro gratuità, come di fatto concesso dalla disciplina agevolativa dell’ecosisma bonus. Detta gratuità inoltre non deve essere assoluta in quanto il codice pone il limite della spesa eccessivamente gravosa. Da ciò consegue che la maggioranza potrebbe vincolare i dissenzienti a sostenere delle modeste spese propedeutiche ai lavori quali ad esempio lo studio di fattibilità. Sul piano pratico occorre pertanto indire una riunione dei comproprietari, anche sulla falsariga delle assemblee condominiali, e redigere un apposito verbale di riunione che stabilisca quanto sopra. Relativamente alle modalità di convocazione queste sono chiarite nella sottonotata sentenza: “L’assemblea dei partecipanti alla comunione ordinaria, diversamente da quanto stabilito per il condominio degli edifici, è validamente costituita mediante qualsiasi forma di convocazione purché idonea allo scopo, in quanto gli artt. 1105 e 1108 c.c. non prevedono l’assolvimento di particolari formalità, menzionando semplicemente la preventiva conoscenza dell’ordine del giorno e la decisione a maggioranza dei partecipanti.” “Cass. civ. Sez. II Sent., 12/12/2017, n. 29747 Quanto al trattamento fiscale dei lavori su stabili in comunione, nel silenzio della norma occorre rifarsi alla disciplina già affrontata nel caso di comproprietà di un singolo immobile in condominio; la cosa è molto frequente in quanto è il caso di un appartamento in condominio posseduto da una coppia di coniugi in regime di comunione legale oppure di un appartamento in condominio rimasto in proprietà a dei coeredi. L’Agenzia delle entrate per detti casi ha chiarito nelle linee guida (Circ. 24/2020 al punto 1.2) che la detrazione, così come lo sconto in fattura o la cessione del credito, (ovvero le tre modalità di fruizione dell’agevolazione) spetta a chi tra i familiari sostiene le spese, a prescindere dalla quota di proprietà dell’immobile. Requisito essenziale è il possesso o comunque la detenzione dell’immobile da parte di colui che sostiene l’intervento. In parole semplici può farsi carico della questione fiscale anche un solo comproprietario. In tal modo si rende irrilevante ai fini del beneficio fiscale il coinvolgimento nell’intervento di tutti i comproprietari dell’immobile potendo attivare il beneficio anche un singolo che però: partecipi al possesso dell’immobile (cioè non ne sia di fatto escluso dal godimento) sul piano anche solo formale, sostenga le spese dell’intervento. La ratio di tale interpretazione certamente non restrittiva trova origine nel dettato normativo che fissa il limite economico dell’intervento sulla base del numero di unità immobiliari coinvolte e non sulla base del numero di comproprietari del singolo immobile. Il principio di cui sopra ben può essere così esteso anche al nuovo caso, consentito dalla citata novella legislativa, in cui il proprietario o i comproprietari posseggono non un solo appartamento in condominio ma tutto lo stabile composto da distinte unità immobiliari nel limite da 2 a 4. In conclusione, la novella amplia sicuramente la platea dei possibili beneficiari dei bonus fiscali e, ponendo un occhio di riguardo alle strutture di proprietà familiare, rende la disciplina più aderente alla realtà del tessuto edilizio nazionale.
A cura di Bruno Maizzi Vicepresidente nazionale dell’Associazione Movimento Consumatori
Dalla parte dei consumatori
Cresce in maniera esponenziale il numero di famiglie che, causa lo stato pandemico, si ritrovano in obiettive difficoltà economiche, che non permette loro, non solo di onorare compiutamente gli impegni in precedenza assunti (Mutui, Finanziamenti, Prestiti, etc.), ma addirittura di aver serie difficoltà ad affrontare in maniera agevole le esigenze di vita quotidiana, e ancor di più, quelle relative alle utenze domestiche (energia elettrica e gas naturale). Diverse Società eroganti questi primari servizi, ad onor del vero, si sono, e tutt’ora si stanno prodigando in favore degli Utenti, comprendendo il particolare periodo, ma la stragrande maggioranza di queste, in particolar modo le nuove emergenti Società erogatrici, ancora poco radicate sul territorio, non hanno disponibilità e/o mera volontà di andare incontro agli Utenti, e pertanto, a seguito di morosità, i malcapitati, si ritroveranno “loro malgrado” a vedersi sospendere inesorabilmente il servizio. Una volta sospeso, non ci sono possibilità di riattivarlo, se non dopo l’avvenuto integrale pagamento del dovuto. Come Associazione Movimento Consumatori, siamo quotidianamente coinvolti da questi penosi dolorosi casi, che vedono famiglie, anche con anziani e/o con piccola prole, costretti a patire della mancata fruizione dei servizi di primaria necessità. Come già in precedenza detto, non siamo una Associazione che dispone di fondi da poter erogare in favore delle famiglie in difficoltà, ma nel contempo, siamo ad offrire quanto di nostra competenza e possibilità, attraverso servizi di tutela e sostegno sia legale che psicologico, cercando comunque di interagire con le diverse Società, al fine di trovare comunque una soluzione al problema, ma a volte, per le motivazioni sopra esposte, non sempre le Società erogatrici, sono disponibili a comprendere lo stato d’indigenza in cui attualmente versano gli utenti. Pertanto, in considerazione del fatto che abbiamo in corso un Progetto con la Regione Puglia “Assessorato alle Attività Economiche, Artigianali e Commerciali” realizzato con Fondi M.I.S.E. Riparto 2020 (ai sensi del D.M. 30/08/2020), avente come obiettivo di “fornire supporto ai cittadini in questo periodo di emergenza sanitaria e socio-economica”, oltre ad occuparci di Famiglie in stato di Sovraindebitamento L.3/2012 “Legge Antisuicidio”, abbiamo deciso di ampliare il nostro raggio d’azione in favore dei Cittadini, stabilendo una sorta di collaborazione con l’Associazione A.I.P.A.S. “Associazione Italiana Punto d’Ascolto e Servizi onlus”, che già detiene un proprio Gruppo d’Acquisto Energia. Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste e soprattutto, quali e quanti saranno i benefici per gli Utenti: GRUPPO D’ACQUISTO ENERGIA “INSIEME PER OTTENERE IL TRATTAMENTO MIGLIORE!” Il concetto è semplice: mettendosi insieme, si riesce a spuntare non solo un prezzo migliore, perché il fornitore può contare sulla vendita di un volume garantito, ma anche un consono post vendita, che tuteli l’utente. Questa è la realtà e questo rappresenta il futuro del nostro Paese! Una vera rivoluzione in un Paese dove lo switching da un operatore all’altro resta ancora un salto nel buio per tanti cittadini, utenti e consumatori, a differenza del resto d’Europa. Negli ultimi dieci anni, infatti, quasi un terzo degli italiani ha cambiato fornitore di elettricità e neppure un quarto per il gas naturale. Gli italiani, cercano di non sbilanciarsi neanche a cambiare profilo tariffario restando clienti dello stesso gestore. Questo, solo ed esclusivamente per paura delle beffe che potrebbero essere dietro l’angolo…, come del resto spesso accade. Anche noi come M.C., siamo a promuovere e divulgare il concetto che, i vecchi detti non sbagliano mai “chi lascia la strada vecchia per la nuova…” Ma, migrare verso nuovo più conveniente Gestore, sapendo di essere tutelati da un Gruppo d’Acquisto è sinonimo di tranquillità, in quanto non sarà solo quella di spuntare il Prezzo migliore, ma soprattutto di ricevere un Servizio ineccepibile, sano e nel pieno rispetto delle norme sancite dalla preposta Autorità Garante. Il consumerismo insegna che il potere forte non è rappresentato dalle Aziende, ma dai Cittadini, Utenti e Consumatori, unici in grado di regolare il mercato. Ma, affinché si verifichi questo, bisogna unire le forze.

A cura della dott.ssa Valentina Apicella Eperto in Digital Communication
Digital communication
Boom dell’e-commerce nell’era Covid
La pandemia ha profondamente cambiato le abitudini d’acquisto degli italiani, accelerando la trasformazione digitale delle imprese e aumentando la presenza online dei cittadini di tutte le fasce di età, non solo tra i più giovani. Durante il lockdown, ben il 64% italiani si è avvicinato per la prima volta all’e-commerce, contro una media europea del 55%. E insieme al food la moda ha assunto un ruolo di primo piano. L’era Covid ha spostato verso lo shopping online di abiti, calzature e accessori l’8% degli italiani, portando la quota di consumatori che fanno abitualmente acquisti in rete al 30% del totale. E la tendenza a comprare attraverso le piattaforme digitali delle aziende della moda sembra essere irreversibile. Il 10% continuerà ad evitare gli esercizi commerciali fisici, il 27% in futuro si dirigerà sempre di più verso il web. Tali tendenze comporteranno per le imprese investimenti sulla digitalizzazione con l’acquisizione di piattaforme per l’e-commerce, prevedendo, anche una applicazione per lo smartphone, che è ormai il device maggiormente utilizzato per gli acquisti. La moda sarà in cima alle preferenze anche al termine dell’emergenza sanitaria, a conferma del fatto che la strada sembra tracciata. Il 30% continuerà a privilegiare l’abbigliamento, seguito dai prodotti per la casa e dall’elettronica. Tutto facendo tesoro della brand reputation delle maison. La stragrande maggioranza degli italiani (65%) controlla infatti le recensioni online dei clienti che hanno già utilizzato il servizio prima di procedere all’acquisto. Durante la pandemia è stato rilevato anche il boom del modello click&collect, con un incremento annuale del 349%, un sistema sempre più utilizzato dai consumatori che consente di acquistare online e ritirare presso un punto vendita fisico. Lo sviluppo dei servizi digitali ha interessato tutti i comparti, dalla telemedicina al marketing online, con una richiesta in crescita da parte delle imprese di professionisti in possesso di nuove competenze. In particolare, è atteso un forte incremento in alcuni ambiti come il food&grocery (+56%), l’home living e l’arredamento (+30%) e l’abbigliamento online (+21%). Rialzi considerevoli sono previsti anche per le vendite su internet di elettronica di consumo (+18), con un deciso aumento anche per l’editoria online (+16). È innegabile che, nel corso della pandemia, il digitale abbia giocato un ruolo chiave, e quanto sia emerso l’elevato livello di arretratezza del nostro Paese in termini di digitalizzazione e di perdita di produttività registrata negli ultimi anni. Quello che è ormai chiaro è che per assicurare produttività e rimanere competitivi, risultano imprescindibili investimenti mirati in tecnologie all’avanguardia, innovazione e formazione. La spinta alla trasformazione digitale del Paese è uno tra gli obiettivi previsti dalle riforme del PNRR che coinvolge pubbliche amministrazioni e imprese: un ruolo chiave sarà giocato dal piano Transizione 4.0, tra misure a sostegno degli investimenti e creazione di competenze.

A cura dell’Avv. Paolo Caputo Info e contatti: studiopaolocaputo@libero.it
parere legale
“ QUALI RIFORME PER LA RIPARTENZA” L’evoluzione del diritto del lavoro e l’importanza della formazione
Negli ultimi 20 anni sono state realizzate importanti riforme che hanno cambiato profondamente la modalità di gestione dei lavoratori durante la prestazione lavorativa e con essa le tutele presenti. Il Forum One Lavoro “2021 - Quali riforme per la ripartenza”, organizzato da Wolters Kluwer con la collaborazione di Dottrina Per il Lavoro, svoltosi il 22 giugno in live streaming, è stato occasione per fare il punto sulla situazione delle riforme, evidenziandone aspetti critici e le potenziali soluzioni. “Dopo un anno di profonda trasformazione, il Forum One Lavoro 2021 si è posto come obiettivo principale quello di indicare ai professionisti alcuni punti fermi, senza dimenticare che dobbiamo guardare al futuro unendo formazione e interpretazioni degli esperti”, ha sottolineato in apertura dei lavori Andrea Salmaso, VP Sales e Customer Engagement di Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia. “Il Forum One Lavoro è un momento di riflessione condivisa, uno stimolo per lo sviluppo di soluzioni digitali adeguate alla contingenza e tese all’evoluzione del diritto del lavoro. Sempre di più la tecnologia e il mondo digitale sono la base per la trasformazione, sia gestionale che formativa”, ha affermato Pierfrancesco Angeleri, Managing Director di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia. Nell’ambito dell’incontro, si sono confrontati sui potenziali interventi legislativi o interpretativi coerenti con la singola riforma e con l’attuale panorama giuridico/economico diversi professionisti del settore oltre ad esponenti del mondo istituzionale tra cui gli ex ministri del lavoro Cesare Damiano, Elsa Fornero, Maurizio Sacconi e Tiziano Treu. Tra le misure che più hanno impattato nel mondo del lavoro nell’ultimo anno c’è inevitabilmente il blocco dei licenziamenti. Se questo tema ha avuto molta risonanza, altrettanto spazio mediatico non è stato dedicato però agli incentivi all’assunzione, come ha evidenziato Eufranio Massi, Esperto di Diritto del Lavoro e Direttore del sito www.dottrinalavoro.it. “Per premiare chi assume nuovo personale il legislatore nazionale, regionale e comunitario ha, nel corso del tempo, previsto un intricato puzzle di incentivi contributivi. Le disposizioni tendono sempre più ad accavallarsi rendendo caotico il quadro nel quale aziende e professionisti si trovano a dover operare e non è sempre semplice scegliere lo sgravio più aderente alle esigenze. I benefici correlati alle assunzioni vanno valutati non soltanto sotto l’aspetto dello sgravio contributivo, ma anche dei vantaggi economici e normativi che non sono, assolutamente, secondari. Le riflessioni sul tema potrebbero continuare ma occorre non dimenticare che l’assunzione di una persona deve, innanzitutto, essere condizionata dalle sue capacità professionali, anche potenziali, dal tipo di percorso che si intende offrire all’interno dell’impresa, dalle attitudini e dalle caratteristiche personali e, infine, dalle agevolazioni. Queste sono numerose, “slegate” tra di loro e, talvolta, particolarmente difficili da utilizzare. Manca, a mio avviso, una strategia di insieme e, sovente, manca una stretta correlazione con la realtà che si sta vivendo” – ha sottolineato Massi. Il Forum si è concluso con la tavola rotonda che ha visto protagonisti gli ex ministri del lavoro Cesare Damiano, Elsa Fornero, Maurizio Sacconi e Tiziano Treu, moderati da Paolo Stern, consulente del Lavoro e presidente Nexumstp SpA, in cui si è affrontato il tema della ripartenza anche in ambito di normative sul diritto del lavoro.

Fonte: Comunicato Stampa Wolters Kluwer
A cura di Tommaso Mazziotti
Diettore generale Cred.it spa
economia a 360°
La Formazione 4.0, un valore aggiunto per le imprese orientate alla crescita!
Innovare i processi di una azienda o i prodotti non significa semplicemente comprare macchinari nuovi o software da scaffali di centri commerciali, innovare è partire da uno studio approfondito dei processi attuali o dei prodotti venduti e da lì capire se esistono tecnologie già presenti sul mercato e, da queste, creare modelli nuovi cuciti sulle reali esigenze dell’azienda coinvolgendone il personale. L’innovazione non può prescindere dalla formazione del personale all’uso e alla conoscenza delle nuove tecnologie. Far acquisire nuove conoscenze al personale coinvolto in progetti di innovazione e portare l’azienda verso l’Industria 4.0 è spesso sinonimo di costi e di investimenti; quanto maggiori saranno gli investimenti attuati in innovazione, tanto maggiori saranno i costi da affrontare per formare il personale dipendente coinvolto. Questo molto spesso scoraggia le imprese che rinunciano all’innovazione con il rischio di perdere anche quote di mercato. Molto spesso anche i manager dell’innovazione o le software house si sono trovati in situazioni in cui i clienti non erano in grado di sostenere i costi legati a investimenti in nuove tecnologie a causa della difficoltà nell’accesso a finanziamenti bancari o a causa di budget limitati. Il mio ultimo libro ‘Credito d’Imposta Formazione 4.0’ è un vero supporto fattivo per i fornitori di tecnologia e per le imprese interessate ad innovare a costo zero, il libro è strutturato in modo da guidare l’azienda passo dopo passo per capire tutti i meccanismi e la documentazione da produrre al fine dell’ottenimento del credito d’imposta per la Formazione 4.0. Nei vari capitoli spiegherò come funziona il Credito di Imposta in Formazione 4.0, alla luce delle novità normative introdotte dalla legge di bilancio 2020, analizzerò nel dettaglio le finalità, i destinatari della misura e come si calcola, approfondirò la normativa di riferimento, ivi incluse le varie circolari che si sono susseguite, infine spiegherò esattamente il processo da seguire per avviare un percorso formativo destinato al personale dipendente e beneficiare del credito d’imposta in Formazione 4.0, sia nel caso in cui l’azienda lo faccia internamente che nel caso tu ti rivolga ad una società di formazione certificata EA37. Con questo libro l’azienda avrà la possibilità di incrementare lo sviluppo e la resilienza dell’impresa o dell’impresa che assisti, tra le materie abilitatiti ci sono nozioni di cui l’imprenditore e il suo personale dipendente non potrà fare a meno. Con questo libro ho voluto dimostrare che è possibile fare innovazione nelle aziende arricchendo le competenze del personale interno a costo zero. Come già precisato l’evoluzione delle aziende passa necessariamente per l’innovazione e, in un contesto fiscale come quello italiano in cui i margini delle aziende sono ridotti all’osso, il Credito d’Imposta per la Formazione 4.0 rappresenta un’opportunità che non ci si può far sfuggire. Ho voluto condividere le mie esperienze e le mie conoscenze con altri imprenditori e con i professionisti che supportano le aziende in modo da far conoscere a tutti questo strumento. La Legge di Stabilità 2020 ha avuto il pregio di aver esteso l’arco temporale in cui sarà possibile usufruire di tale credito, rimodulando la somma massima a cui poter accedere parametrata alle dimensioni dell’impresa. Sono certo che dalla lettura di questo libro i consulenti potranno trovare degli spunti per far crescere l’azienda o per aiutare le imprese clienti a non perdere questa opportunità.
