curiosità
Il vento risponde di Raffaella Segantin
In un giardino del Giappone, su una collina che affaccia sul mare, c'è una cabina con un vecchio telefono nero non collegato alla rete. È il “Kaze no Denwa”, il telefono del vento, che migliaia di persone ogni anno usano per parlare con chi non c'è più.
NUMERO 5
LUGLIO-AGOSTO 2020
Rivolgersi in forma diretta a chi ci ha lasciato è un bisogno comune, soprattutto se il distacco è stato improvviso e traumatico. Di solito lo si fa sulla tomba del proprio caro oppure nell’intimità delle mura domestiche, magari davanti ad una sua fotografia. Modalità che per Itaru Sasaki, un signore giapponese sconvolto dalla morte di un cugino a cui era particolarmente legato, non erano sufficienti per stabilire quel contatto immaginario ma spesso necessario al superamento della perdita. E così ha pensato di collocare nel suo giardino,
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su una collina che guarda il mare, una cabina telefonica bianca con un vecchio telefono nero a disco, completamente scollegato da tutto. Itaru Sasaki aveva bisogno di comporre quel numero per parlare idealmente con lui, anche se non poteva udire alcun squillo né tantomeno una risposta, ma solo il fruscio della brezza che saliva dal mare. Per questo è stato chiamato “il telefono del vento”, Kaze no Denwa, nella lingua giapponese. Non è facile concepire quella che a prima vista sembra una singolare stravaganza. Il Giappone è un