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THE WALL
Il Muro difensivo dell’Olimpia in evidenza per tutta la serie ha indirizzato Gara 6, giocata a Milano con l’obbligo di non tornare a Bologna per Gara 7 e uno Shields uscito malconcio dalla quinta partita
L’ANTEFATTO - Nella stagione
2021/22, dopo aver vinto la Coppa
Italia a Pesaro, l’Olimpia non riuscì a ripetere l’accesso alle Final Four di EuroLeague conquistato l’anno prima anche a causa di una molteplice serie di infortuni che di fatto tolsero di mezzo Malcolm Delaney e Nicolò Melli, oltre a richiedere uno sforzo supremo, da menomato, a Sergio Rodriguez. L’Olimpia finì seconda in stagione regolare e recuperò Melli nei playoff solo nella semifinale con Sassari. La stagione di Delaney invece era già finita. In corso d’opera era stato perso anche Dinos Mitoglou e il suo posto occupato da Ben Bentil. In finale, ritrovò la Virtus Bologna Campione d’Italia con il fattore campo contro. Ma con una grande prova di squadra Milano vinse subito la prima partita in trasferta e poi in casa allungò sul 3-1 prima di cede- re in Gara 5 a Bologna. Nel finale di quella partita, Shavon Shields si infortunò alla caviglia cadendo sul piede di Marco Belinelli. Si arrivò quindi a Gara 6 con il match-point scudetto, ma anche il rischio di tornare a Bologna per Gara 7 con Shields in condizioni complicate.
LA SQUADRA - Senza Delaney, Sergio Rodriguez era il playmaker con il sostegno di Tommaso Baldasso. Anche Devon Hall veniva impiegato in quel ruolo. Nei playoff ebbe una parte significativa Jerian Grant, utilizzato come sesto straniero al posto di Delaney. Shavon Shields e Gigi Datome erano gli altri esterni. I lunghi erano Nicolò
Melli, Kyle Hines, Ben Bentil più Pippo Ricci. Si trattava di una rotazione di dieci uomini più Paul Biligha come terzo centro e Davide Alviti.

LA PARTITA - Non è stata una vittoria drammatica quella di Gara 6. In realtà è stata una partita senza storia, che l’Olimpia ha dominato fin dalle prime battute per poi allungare e finire dominando. Ma è stata una partita che ha rispecchiato l’andamento della serie e dei playoff, contrassegnati da un’Olimpia più brillante e veloce in attacco rispetto all’intero andamento della stagione ma sempre efficace in difesa nell’alzare il suo muro, “The Wall”, grazie alla presenza contemporaneo in campo di quattro straordinari difensori come Devon Hall, Shavon Shields, Nicolò Melli e Kyle Hines. Anche in Gara 6, l’Olimpia ha tenuto una formazione ricca di talento come la Virtus a quota 64 punti. L’Olimpia in questa Gara 6 ha tratto dalla difesa le risorse per esaltare l’attacco, segnando in contropiede e transizione. Nel primo quarto ha costruito subito 13 punti di vantaggio in questo modo, segnandone addirittura 29. Dopo un secondo periodo migliore in cui Bologna è tornata a meno sette, i primi cinque minuti del terzo periodo sono stati significativi: l’Olimpia ha segnato dieci punti concededone… zero. Il muro ha trasformato i sette di vantaggio dell’intervallo in 17. A quel punto, la partita non è più tornata in discussione né in equilibrio. La Virtus ha segnato dieci punti nel terzo quarto e 28 in generale nel secondo tempo, ma nel quarto periodo la partita è stata una cavalcata trionfale. Shavon Shields è stato l’unanime MVP della serie, in quella gara Gigi Datome ha segnato 23 punti e Sergio Rodriguez 12 ma con otto assist e quattro palle rubate.
IL SIGNIFICATO - È stata la prima volta nella storia del club in cui l’Olimpia ha battuto la Virtus in una finale dei playoff. Aveva perso nel 1979, nel 1984 e dodici mesi prima nel 2021 addirittura 4-0. Oltre che sublimare la classe e il gioco totale di Shavon Shields, la finale e in particolare Gara 6 hanno rappresentato il momento del grande connubio tra Chacho Rodriguez e il Muro, non quello in campo, ma quello sugli spalti. Infine, la vittoria ha convalidato una stagione esaltante cosa che sfortunatamente non era successa un anno prima quando un gruppo in parte simile aveva esaurito le proprie energie contro lo stesso avversario.

Auxilium Torino-Olimpia Milano 90-91 LO
