MSOI thePost numero 130

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AFRICA L’EX PRESIDENTE DELLA COSTA D’AVORIO GBAGBO È IN LIBERTÀ La Corte Penale Internazionale lo ha prosciolto dalle accuse di crimini contro l’umanità

Di Jessica Prieto Il 15 gennaio l’ex Presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, è stato prosciolto dalle accuse di crimini contro l’umanità. Tali accuse risalgono agli anni 2010-2011, quando, all’indomani delle elezioni presidenziali, Gbagbo si era rifiutato di accettare la sconfitta ed erano scoppiati violenti scontri tra i suoi sostenitori e quelli dell’avversario Alassane Ouattara. Laurent Gbagbo aveva per la prima volta assunto la carica di Presidente nel 2000. In quell’occasione Gbagbo aveva perso le elezioni contro il leader militare Robert Guéï, ma quando quest’ultimo aveva proclamato la sua vittoria, nel Paese si era scatenata una rivolta a favore dell’ex presidente che aveva costretto Guéï a fuggire e a lasciare il potere a Gbagbo. L’ex leader ivoriano ha mantenuto ininterrottamente la carica di Presidente fino al 2010, quando la Costa d’Avorio si è trovata divisa tra due Presidenti e sull’orlo di una guerra civile. Quell’anno infatti, si svolsero le elezioni presidenziali; dopo aver vinto al primo turno Gbagbo era risultato sconfitto al ballottaggio contro

Ouattara. L’ex presidente però, con l’appoggio della Corte Costituzionale, aveva diffuso un altro risultato che annullava 7 sezioni elettorali, corrispondenti al 13% degli aventi diritto al voto, ottenendo così una vittoria falsata. Il 4 dicembre del 2010, Gbagbo aveva prestato giuramento per il suo nuovo mandato, scatenando le proteste degli oppositori, che a loro volta avevano indetto una cerimonia per celebrare l’investitura di Ouattara. Le violenze e gli scontri, tra dicembre 2010 e aprile 2011, causarono più di tremila vittime. Solo l’11 aprile, grazie all’intervento delle forze speciali francesi su mandato dell’ONU, Gbagbo è stato arrestato nella sua residenza-bunker ad Abidjan. Nella sera dello stesso giorno l’ex presidente aveva rivolto un appello ai suoi sostenitori affinché deponessero le armi. In quello stesso appello Ouattara aveva dichiarato l’apertura di “una procedura giudiziaria contro il presidente uscente, sua moglie e suoi collaboratori”. Il processo contro Gbagbo presso la Corte Penale Internazionale (Cpi) si è aperto ufficialmente nel 2016. Da subito l’ex presidente e il suo ex

ministro della giustizia, Charles Blé Goudé, si sono dichiarati innocenti. La procuratrice capo della Corte, Fatou Bensouda, al tempo dichiarava di aver prove sufficienti per poter condannare entrambi, in particolare affermava: nell’autoproclamarsi presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo ha utilizzato le Forze di difesa e sicurezza ivoriane, la FDS e dei mercenari per attaccare i civili. Ha usato gruppi giovanili e miliziani, galvanizzati dal co-imputato, Charles Blé Goudé, che, con una retorica odiosa, ha esortato ad attaccare i civili. I capi d’accusa che gli venivano imputati erano quindi quattro: omicidio, stupro, altri atti inumani/tentato omicidio e persecuzione. Il 23 luglio 2018 tuttavia, la difesa di Gbagbo ha presentato una mozione per l’assoluzione e l’immediato rilascio dell’ex Presidente. La settimana scorsa la Cpi ha rilasciato gli imputati perinsufficienzadiprove.Marie-Evelyne Petrus Barry, direttrice di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale ha dichiarato “L’assoluzione di Gbagbo e Blé Goudé è una grande delusione per le vittime delle violenze post-elettorali […] che devono ancora ricevere giustizia e riparazione per il danno che hanno subito”.

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