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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI SETT./OTT. ‘15 N°7 anno XXII euro 2,00

L’evento 2015

L’industria farmaceutica

Pergola

traina l’export marchigiano

La città dei Bronzi Dorati

Anna Casini

Il caso Volkswagen

già dal 2014 sotto la lente di Uniurb

PRIORITÀ ALL’ENTROTERRA

U.S. Ancona 1905

ALESSIA POLITA

Un modello rivoluzionario nel calcio italiano

“Lotto per tornare in piedi e poi in pista”

I sondaggi di ML L’agroalimentare è servito

164 Pagine

Allegato

Finanza innovativa alternativa

Economia.Lavoro Cultura.Attualità Stile.Viaggi.Design

a cura di Sida Group srl Copertina di Simone Altamura

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EDITORIALE | di Flavio Guidi

INTERNAZIONALIZZARSI PER FAVORIRE CRESCITA E OCCUPAZIONE L’attore italiano dov’è? Riflessioni

di Flavio Guidi Management Academy Sida Group srl - Area Macroeconomica

I

creativo, evoluto. Quando giro all’estero trovo che la gente alla notizia che sono italiano mi guarda con stupore, ammirazione. Subito si apre nei nostri confronti un canale comunicativo ed empatico. Ci guardano, ci vogliono ascoltare, ci vogliono conoscere, il rapporto che si apre è non solo di ampia disponibilità, ma di voglia di fare squadra. Abbiamo un grande carisma per ciò che siamo e ciò che abbiamo fatto e come ci siamo comportati. Un grande valore, una grande forza competitiva nelle relazioni umane ed economiche. Siamo il Paese più bello al mondo, il mondo visita l'Italia e trova nell’Italia la risposta alle

doni dell’italiano sono curiosità, conquista, esplorazione, esternalizzazione della cultura, della conoscenza, dell’empatia, del buon vivere, della raffinatezza. La storia ci testimonia questa origine e queste caratteristiche distintive rispetto ad altri popoli. Penso all’impero romano, alla Chiesa cattolica, al Rinascimento, a Matteo Ricci, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Pigafetta, alle emigrazioni verso ogni parte del mondo. Credo ci siano più italiani nel mondo che in Italia. Ovunque abbiamo “portato”, siamo sempre stati apprezzati, ben voluti, ricercati, amati. “Italiano brava gente” l’italiano è generoso,

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EDITORIALE | di Flavio Guidi sue aspettative, sotto ogni aspetto. Ora la nostra economia sta stentando a ripartire, la domanda domestica tende a stagnare; viceversa la domanda internazionale è infinita, il reddito globale sta crescendo, con esso la domanda a livello globale. Stiamo attraversando periodi di boom dove l’offerta è insufficiente rispetto alla crescita della domanda, ci sono mercati che si aprono. Tutto questo richiede prodotti, offerta. I nostri prodotti e i nostri servizi sono espressioni della nostra cultura, della nostra conoscenza, dei nostri mestieri, del nostro genio. Sono tra i più raffinati nella loro capacità di rispondere alle attese del consumatore globale. Il nostro livello di esportazioni è alto ma, l’opportunità che lo sviluppo offre è

grossissimo. Cosa manca per cogliere queste opportunità di sviluppo, che rinvigorirebbe la crescita con l’effetto di produrre occupazione e ulteriore benessere? Che gli imprenditori e gli italiani in generale ricordino, riscoprano chi siamo e cosa abbiamo fatto, la nostra natura, la nostra abilità e le nostre competenze , la nostra anima di cittadino del mondo. L’aumento della consapevolezza della sfida, dell’opportunità presente, associata al risveglio alla concentrazione, all’orgoglio, alla determinazione possono produrre grandi effetti. Il mondo delle imprese italiane è fatto di piccole medie imprese; queste si portano dietro un handicap strutturale e dimensionale; ne consegue che tutte le infra-

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strutture appartenenti al mondo politico, sindacale, associativo, amministrativo, dei servizi sia pubblici che privati, tra cui professionisti, devono concentrare le loro azioni per implementare il coraggio per pensare e favorire intensamente e prioritariamente processi di aggregazione e di integrazione tra aziende favorendo il sostegno, l’accompagno nei processi di scouting e consolidamento e penetrazione. A queste infrastrutture una grossa responsabilità di ruolo nel processo di internazionalizzazione. Qui sta il presupposto di una crescita “veloce e duratura”, la consapevolezza del valore di questo determinante economico, della sua priorità rispetto ad altri strumenti. Qui sta la differenza.


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CONTENUTI INTERNAZIONALIZZARSI PER FAVORIRE LA CRESCITA 3 di Flavio Guidi

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PRIMO PIANO U.S. Ancona 1905

FOCUS SPORTIVI DELLE MARCHE

CITTA' & BORGHI

124

PERGOLA La città dei Bronzi Dorati

CULTURA 134 Francesca Pierelli L'autoironia si fa dipinto

COVER STORY Ugo Pazzi, presidente di Slow Food Marche

“Il cibo non è una merce: è la nostra identità”

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ATTUALITA' 20 Il caso Volkswagen Già dal 2014 sotto la lente di Uniurb

A Gianmario Strappati il premio 'Nino Rota'

LIBRO “Il panorama qui è meraviglioso, bisogna che ce ne innamoriamo"

138

22 NEWS 34 FORMAZIONE

DESIGN To pin, or not to pin

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38 LAVORO

VOLONTARIATO Anpas Marche, volontari per passione

44 CONSULENZA ARTIGIANATO 52 Emergenza artigianato La Cna Marche ha incontrato l'assessore Bora

54

SETT./OTT.

113

Un modello rivoluzionario nel calcio italiano

2015 n°7

142 146

SALUTE E BENESSERE

148

SPORT NEWS

Bio o non bio? Questo è il problema

Così è nata la sella del futuro

Prince Saddlery

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APPUNTAMENTO DEL MESE Fiera nazionale del tartufo bianco di Acqualagna

IMPRESE E IMPRENDITORI Baldi Brevetti

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VIAGGI Si salpa con Mediterranea

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Prendi e parti con Maraviglia

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Da quarant'anni per la proprietà intellettuale marchigiana

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CONTRIBUTI E INCENTIVI

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CARRIERE E POLTRONE

DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE Roberto Luongo, direttore Ice

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COMICS 156 Simone Altamura “Il disegno è un'estensione della mia anima” RACCONTO 158 TESTAMENTO DI UN DANNATO

L'industria farmaceutica traino dell'export marchigiano

LIKE TOURISM 2015 In viaggio verso l'internazionalizzazione

160 EVENTI

162 OLQ

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ALDO BONOMI “Il turismo motore dello sviluppo dei territori”

SPECIALE L'AGROALIMENTARE È SERVITO

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Assessore Anna Casini

Ricambio generazionale e priorità all'entroterra

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CITTA' & BORGHI 124 PERGOLA La città dei Bronzi Dorati

ALLEGATO n°7

Finanza innovativa e alternativa a cura di Sida Group srl

DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

COVER STORY

SPECIALE

"Il cibo è la nostra identità"

In viaggio verso l'internazionalizzazione

UGO PAZZI

LIKE TOURISM 2015

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L'APPUNTAMENTO Fiera nazionale del tartufo bianco di Acqualagna


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Chiuso in redazione il 08/10/2015 progetto grafico: Tommaso Costantini stampa: Bieffe spa (MC)

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in breve A

mare le Marche e volerle far conoscere: potremmo riassumere così lo spirito dell'evento Like Tourism, la due giorni dedicata all'arte della ricettività che si è svolta nell'incantevole cornice della Mole Vanvitelliana, ad Ancona. Gli atti sono contenuti, i momenti più significativi e le idee più importanti nel nostro speciale, in una sorta di numero monografico da leggere e conservare. E se il turismo guarda al mondo, anche l'imprenditoria non è da meno. All'internazionalizzazione, infatti, dedichiamo il nostro speciale, con spunti utili per chi vuole pensare e agire in grande. L'allegato a cura di Sida Group tratterà invece il tema della finanza innovativa e alternativa. Di crescita parliamo anche nello speciale dedicato all'agroalimentare: un settore che si rinnova, che crea occupazione e che richiama sempre più giovani. Un fiore all'occhiello delle Marche, regione della buona tavola, dove la terra regala perle di grande valore, come il tartufo, che richiama appassionati da tutto il mondo, diventando ambasciatore dei luoghi in cui si raccoglie. È il caso di Pergola, borgo incantato che ospita i meravigliosi Bronzi dorati, a cui è dedicato il nostro focus. Circondarsi di bellezze architettoniche e paesaggistiche, mangiare bene e fare movimento: tre segreti del vivere bene che gli sportivi marchigiani conoscono da sempre. Ne abbiamo incontrato alcuni, che ci hanno raccontato il loro impegno e le loro passioni.

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REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133301 ufficiostampa@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Carlo Badioli Apollonia Benassi Sara Bonacucina Letizia Ciaccafava Lucia Fava Claudia Giuliodori Graziella Mastronicola

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PRIMO PIANO

La squadra dell' U.S Ancona 1905

PRIMO PIANO

U.S. Ancona 1905: I un modello rivoluzionario nel calcio italiano Per la prima volta nel nostro Paese, il tifoso è entrato “nella stanza dei bottoni” di una società sportiva: Lorenzo Gambelli è uno dei due amministratori dell'associazione “Sosteniamolancona” ed è stato scelto dagli ultrà dorici per rappresentarli all'interno del consiglio di amministrazione di Stefano Strano Ph. Apollonia Benassi e Cristiano Belfiore ∂11∂

n che cosa consiste questo assetto societario così peculiare? “Siamo stati i primi in Italia ad avere nel nostro statuto la possibilità di una rappresentanza dei tifosi all'interno del Cda: con due rappresentanti nominati dai tifosi mediante l'associazione 'Sosteniamolancona'. Deriva da un'esigenza che i tifosi hanno sentito nel 2010, per le vicende sofferte che ci sono state: tutelare il patrimonio della squadra di calcio da eventi quali il fallimento della società che giocava in B l'anno precedente e che dovette retrocedere in Eccellenza, e prima ancora, quello della presidenza Pieroni, quando passammo dalla serie A alla C2. Cinque anni fa i tifosi hanno deciso che il nostro calcio doveva tornare a delle basi sane. Abbiamo selezionato una squadra di quartiere, il Piano San Lazzaro, scegliendola per rappresentare la città intera: l'imprenditore Andrea Marinelli, con la sua presidenza, ha voluto che nel Cda ci fossero due rappresentanti dei tifosi che


PRIMO PIANO diventavano i 'controllori' del bilancio e delle prerogative che sono tipiche della gestione societaria”. Come si passa da una curva dello stadio al tavolo di un Cda? “L'effetto è strano: trovi motivazioni che non hai in nessun'altra esperienza professionale. Ti occupi quotidianamente di una passione e la trasformi in un lavoro, non in quanto professione remunerata, ma in qualcosa che ti impegna in ogni momento. Non l'ho mai provata in trent'anni del mio lavoro: è come se trasformassi il tuo giocattolo preferito di quando eri bambino nel tuo lavoro. Lo spirito rimane lo stesso: spesso mi capita di iniziare a seguire la partita in tribuna e di finire in curva, come da ragazzino, perché il cuore dello stadio batte lì”. Insomma, assomiglia un po' a un modello aziendale-societario tedesco, dove, in un certo senso, gli 'operai', attraverso i sindacati, siedono nel consiglio di amministrazione, anche di veri e propri colossi imprenditoriali... “Sì, in effetti, lì è così anche nel calcio. Passare dagli spalti alla scrivania non è semplice. Da quest'estate però, siamo diventati anche più gestori che semplici

controllori, e attraverso il passaggio di quote societarie, potremmo fare anche di più, entrare direttamente nella proprietà. Per questo la voglia di partecipare, di dare il proprio contributo, sta aumentando nei nostri tifosi. Nel 'modello tedesco', una squadra come il Bayern Monaco ha il 49% della proprietà che fa capo ai tifosi, oltre alle multinazionali, anche in Spagna, il Barcellona ha 220.000 soci. Noi abbiamo fatto un accordo quadro: si prevedono quote, e per questo anche la nascita di una fondazione, gestita dall'associazione, ma deve diventare un contenitore di realtà pubbliche e private, che vogliono partecipare e finanziare questo progetto, questa parte della proprietà”. Seguendo uno schema simile, come potrebbe cambiare l'U.S. Ancona 1905 nel prossimo futuro? “Nel possesso delle quote si va verso una proprietà diffusa: dal modello del vecchio padrone, si passerà a tanti soggetti che diventeranno protagonisti attraverso la fondazione. Non mancano, ovviamente le criticità, perché chi è disposto a immettere una parte consistente di capitale, giustamente, vuole decidere. Potrebbe essere l'inizio di un assetto misto, in stile Bayern Monaco, dove più imprenditori

dovranno comunque rispettare i principi della nostra società: sostenibilità patrimoniale contro i fallimenti, valorizzazione del settore giovanile, a partire dai ragazzi del nostro territorio, e partecipazione dei tifosi alle scelte. L'associazione 'Sosteniamolancona', tramite le assemblee, nomina i propri rappresentanti nel Cda, ogni tre anni: ogni associato può eleggere o candidarsi come rappresentante dei tifosi”. Per questa stagione e per il prossimo futuro quali sono gli obiettivi? “Partiamo dalle sponsorizzazioni, a partire da quelle della presidenza Marinelli, e con quelle dare continuità alla stagione dell'anno scorso. Nel campionato 20142015, pur non avendo un grande budget a disposizione, siamo arrivati sesti. L'obiettivo di quest'anno è il mantenimento della categoria in maniera dignitosa: la squadra è giovane, quindi ci sono potenzialità inesplorate. La campagna abbonamenti ha superato i 1.200 iscritti e abbiamo più che raddoppiato la cifra dello scorso anno. Il 50% delle nostre risorse sono contributi della Lega Pro, abbonamenti e biglietti: questo è il budget preventivo, sulla base di quanto avevamo a disposizione lo scorso anno. L'altro 50% è rappresentato dalle sponsorizzazioni. Noi lavoriamo per Gli ultrà della curva dorica

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PRIMO PIANO L'Ancona Point Store di Chiaravalle (via Massimo D'Antona 24)

Lorenzo Gambelli, amministratore dell'associazione “Sosteniamolancona”, scelto dai tifosi per la loro rappresentanza nel Cda dell'U.S. Ancona 1905

Nel campo della Carrarese Calcio 1908

aumentare le risorse da sponsorizzazioni, biglietti e abbonamenti, mentre i contributi della Lega Pro, in prospettiva futura, dovrebbero aumentare perché diminuisce il numero delle squadre professionistiche: con C1 e C2 c'erano 90 squadre, oggi ce ne sono 54, avrebbero dovuto essere 60 ma sei non si sono iscritte. La stessa torta viene così suddivisa tra un numero sempre più ristretto di attori, mentre, guardando al bilancio, i parametri finanziari sono molto rigorosi, a partire dal rispetto delle pendenze nei confronti del fisco e dei giocatori. La linea di tendenza è una

serie divisa in due gironi, come negli anni '80, uno di Centro Nord e uno di Centro Sud: presumibilmente, tra qualche anno avremo un ridimensionamento ulteriore e si arriverà a 40 squadre. Ad Ancona, la Lega Pro, può stare un po' stretta dal punto di vista sportivo: meno da quello economico, anche se la serie B, di sicuro, è molto ricca, con i contributi tv, mentre la Lega Pro è come un purgatorio”. Infine, il punto dolente: le strutture sportive, dallo stadio ai campi di allenamento. Cosa si può fare per migliorare

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una situazione così critica? “Difficile rispondere a questa domanda. Non è un fatto recente: già da ragazzo, negli anni '80, c'era il problema dei campi di allenamento. Sono passati trent'anni e oggi muoversi da un campo all'altro è complicato. Il Dorico è in condizioni pessime e ci gioca una squadra di terza categoria: è oggettivo che non vi sono strutture adeguate. Il Del Conero con 24.000 posti funziona bene per i concerti, ma per la squadra di oggi, un po' meno: bisogna trovare la chiave per svecchiarsi e per rinnovarsi sempre”.


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COVER STORY

Terra Madre 2014

COVER STORY

“Il cibo non è una merce: è la nostra identità”

Si sta diffondendo sempre di più una nuova coscienza dell'importanza di mangiare bene e di avere comportamenti sani nei confronti del Pianeta. Il movimento Slow Food nasce proprio da questa consapevolezza. Ne parliamo con il presidente di Slow Food Marche, Ugo Pazzi di Asmae Dachan ∂15∂

S

low Food, non una tendenza, ma... “Slow Food è una associazione internazionale no-profit impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi gli agricoltori e i pescatori nei territori. È un movimento che propone un cambiamento e che raccoglie al suo interno una serie di istanze che nascono da un'insoddisfazione profonda rispetto al sistema produttivo convenzionale, che ha impoverito e standardizzato le realtà agricole. Slow Food è per la biodiversità e la biodiversità ha in sé i colori, le forme, la ricchezza dei sapori e dei saperi di un territorio. Tutto nasce da lì”.


COVER STORY

'Fast vs Slow' Chi non ricorda il tormentone di Celentano, 'Rock o lento'? Quando parliamo di cibo il duello si trasforma in 'Fast vs Slow' dove il primo non rappresenta di certo il benessere, così come il secondo non rappresenta la noia. È una questione di stile di vita, che certamente riguarda le abitudini alimentari, ma anche l'approccio verso le tematiche della sostenibilità e della biodiversità.

Ugo Pazzi e Bruno Amurri con campioni di grano antichi Salone del Gusto 2014

Attività divulgativa a Belmonte Piceno

Qual è la filosofia alla base di questo movimento? “Slow Food propone un approccio nuovo al discorso del cibo e del nutrimento, che va oltre al discorso dell'atto del mangiare fine a se stesso e apre a una riflessione più ampia, spingendo a domandarsi la provenienza dei prodotti, la loro sostenibilità e il rapporto con l’identità dei territori. L'idea è quella di ampliare la conoscenza ai territori stessi, ai paesaggi e alle tradizioni in cui il percorso della

coltivazione e lavorazione degli alimenti, è inserito. Non ci accontentiamo del fatto che un prodotto sia buono, il gusto, infatti, trova una sua collocazione e una sua giustificazione filosofica nella tutela della biodiversità e nella sostenibilità ambientale ed etica. Slow Food ha aperto le porte a questo cambiamento di mentalità, spingendo alla creazione di reti tra produttori, pescatori, agronomi, politici per un confronto e una partecipazione diretta di persone che conoscono profondamen-

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te ogni realtà locale. E si notano a livello nazionale spazi nuovi per quelle figure che dentro Slow Food si sono occupate di educazione alimentare e orti, segno che nei prossimi anni la sfida che vogliamo affrontare è quella dell’educazione permanente della comunità locale intorno al mondo del cibo”. Come hanno reagito le comunità locali di fronte a questa inversione di tendenza, che riporta a quelli che sono i valori


COVER STORY di un tempo? “Gli agricoltori custodi che abbiamo portato al Salone del Gusto 2014 sono stati molto contenti di dare i semi delle proprie coltivazioni per sancire la loro entrata nell'arca del gusto, un'arca simbolica che consente di salvare prodotti altrimenti in via di estinzione. Mettere insieme il cappero rupestre di Borgo Cisterna, la favetta di Fratte Rosa, il mais di Rocca Contrada, l'anice di Castignano significa che il tema della biodiversità, al di là delle singole specificità, deve essere valorizzato in modo che sia mantenuta dagli agricoltori ma adottata dalle comunità locali. Condividono tutti i medesimi problemi, gli stessi di comunità del cibo in altre zone del mondo, in Africa, America del Sud e Asia. Il tema portante di Slow Food non è quello di tutelare le nostre produzioni contro quelle di altri Paesi, ma di valorizzarle tutte. Non è una contrapposizione nazionalista e campanilista del cibo, tutt'altro. È la spinta affinché ognuno faccia conoscere meglio nella propria comunità locale i suoi prodotti, perché il cibo è fonte di identità”. Come è avvenuto il suo incontro con questa realtà? “Sono presidente di Slow Food Marche dal marzo 2014. Prima di entrare a far parte di questa realtà il mio rapporto con il cibo era il modello alimentare della mia famiglia. I miei nonni e i miei genitori sono impegnati in attività agricole, per cui ho conosciuto il cibo non solo attraverso gli studi accademici, ma attraverso i prodotti agricoli che venivano coltivati in Valdaso. L'università ti insegna che la produzione agricola dovrebbe essere massimizzata e che si deve puntare molto sulla quantità; non si parlava di cibo, ma di mais, di frumento, di pomodori. C'è questo concetto diffuso per cui bisogna ottenere rese sempre maggiori dalle produzioni agricole, senza badare al contesto. Con Slow Food ho imparato che ciò che produciamo è già cibo e per questo va trattato con rispetto, non come una merce qualsiasi”. Che bilancio traccia di questo suo primo anno di esperienza? “Il primo obiettivo a cui stiamo lavorando è la ricostruzione di una rete a livello regionale. Abbiamo deciso di rafforzare la nostra presenza, riaprire condotte che sono i nostri gruppi sul territorio

- e questo ci ha consentito di crescere numericamente. In più l'elezione di nuovi fiduciari ha portato linfa vitale nell'associazione e adesso abbiamo quasi raddoppiato gli iscritti rispetto a due anni fa. Laddove si parla di cibo, vogliamo dire la nostra, dare il nostro contributo e portare il nostro sapere e i valori che ci contraddistinguono e che sono ineguagliabili. Partiamo dall'esperienza diretta nel mondo dell'agricoltura per arrivare a trattare temi come la tutela dell'ambiente e la lotta allo spreco alimentare”. Nelle scorse settimane come Slow Food Marche avete preso parte ad alcune manifestazioni nell'ambito di Expo Milano 2015. Quali sono stati gli obiettivi principali di questa presenza? “Grazie a un Protocollo d'intesa sottoscritto con la Regione Marche e l'Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche, Assam, già dal 2013, abbiamo potuto attivare una serie di azioni che sono poi sfociate nell'anno dell'esposizione internazionale anche in una nostra partecipazione all'evento. La firma del Protocollo di intesa è stato un momento fondamentale per la nostra associazione perché ci ha dato una sorta di riconoscimento da parte delle istituzioni. Il lavoro che abbiamo svolto, soprattutto il collaborazione con Assam, è stato quello di migliorare ciò che l'agenzia già svolgeva per la tutela della biodiversità attraverso l'individuazione di agricoltori-custodi e di prodotti che erano in qualche modo in via di estinzione. Abbiamo fatto uno step in più rispetto a questo lavoro, perché ci siamo resi conto che l'agricoltore va tutelato anche tenendo viva la sua comunità. Se questa mangia i prodotti locali, li usa nelle scuole, nelle mense, nei ristoranti, allora quel cibo e quell'agricoltore sono salvi. Bisogna scongiurare il rischio di estinzione di certi prodotti, facendo sì che il contadino che ha determinati semi possa continuare la sua attività”. A proposito di Expo, ha fatto molto discutere il fatto che tra gli sponsor della manifestazione, il cui slogan è 'Nutrire il pianeta', ispirando quindi comportamenti positivi e sani, ci siano anche multinazionali che propongono fast food e i cosiddetti cibi-spazzatura. Come si colloca una proposta come la vostra, rispetto ai grandi colossi mondiali?

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“La nostra sfida è anzitutto culturale. Il messaggio che mandiamo è che oggi il cibo, che dovrebbe essere fonte di vita, diventa un danno per il terreno, per l'aria, per l'acqua, perché la produzione industriale distrugge le risorse, il terreno e la biodiversità. Basti pensare che per fare un chilogrammo di carne di vitello a livelli industriali, ad esempio, sono necessari più di 10mila litri di acqua. Così si distrugge l'ambiente. Tutto ciò si può contrastare solo attraverso l'educazione, con una continua presenza da parte nostra nelle scuole e in altri luoghi dove si parla di cibo, dove si comunica e si decide sui terreni pubblici, sull'uso di aree verdi al servizio di una comunità, sui diritti degli agricoltori, sullo scambio di semi”. Se il cibo è ciò che siamo, come stanno diventando le nuove generazioni, figlie e vittime dei fast food? Come rendere consapevoli i giovani dell'importanza di una sana alimentazione? “Nel concreto bisogna creare momenti di riflessione e informazione. La quotidianità spinge a essere sempre di corsa, a consumare velocemente e i fast food attraggono i ragazzi per mille motivi. È importante offrire alternative, come un'esperienza in una fattoria didattica - nella nostra regione ormai ce ne sono molte - o in un agriturismo di qualità. Significa fare un'immersione completa in cui si entra in contatto con una realtà del cibo da un punto di vista inconsueto per le nuove generazioni. È un'esperienza totalizzante, che oltre ad un alto valore formativo, li spinge a giocare su un prato, fare una merenda diversa e sana, assaggiare l'olio d'oliva appena spremuto su una fetta di buon pane, visitare una stalla, vivere forme di interazione con l'ambiente che in un certo senso abbiamo del tutto dimenticato. Dobbiamo riabituarci a vivere pienamente l'ambiente che ci circonda e visitarlo con uno sguardo differente”. Lo scandalo delle conserve di pomodoro, emerso recentemente dopo un'inchiesta di Report e confermato da un'indagine di Coldireti, pone l'accento sul perché esistano leggi che consentono in qualche modo l'usurpazione della qualità e della genuinità dei cibi. “Il problema di normative che non rispettano la produzione locale nasce da un'idea, che noi dobbiamo contrastare,


COVER STORY del cibo come merce. Per noi non lo è affatto, come non lo sono il terreno, l'acqua, le persone. Se noi consideriamo il cibo come un insieme di chilocalorie o un prodotto solo da vendere, commettiamo una mistificazione, che è anzitutto una mistificazione culturale. Ne deriva infatti che, se il cibo viene considerato solo come una merce, lo si può produrre ovunque nel mondo, purché costi di meno. Questo è stato il grande problema dell'industrializzazione del mondo agroalimentare. Quando è cambiato il modo di coltivare, inseguendo solo il profitto, è cambiato anche il modo di mangiare nei vari territori”. Cosa può fare quindi un piccolo agricoltore per tutelarsi e promuovere la sua attività? “Deve partire dalla sua comunità locale, farsi conoscere e far conoscere la propria realtà. Tali comunità sono spesso già pronte ad accogliere questi prodotti, che certamente non avranno prezzi bassi come quelli che può garantire la produzione industriale, ma sono di qualità elevata e creano nuove forme di economia. Se, infatti, le risorse restano in maniera stabile sul territorio e non si volatilizzano nelle grandi catene distributive, il beneficio che ne deriva è immediato e duraturo”. Oggi si parla di un ritorno all'acquisto diretto dai produttori agricoli. Ritiene che comprare in azienda possa aiutare l'ambiente e l'economia locale? “Bisogna fare una riflessione. Il buon senso va cercato in chi produce, ma anche nei nostri comportamenti di consumatori o co-produttori. L'acquisto diretto del formaggio da un caseificio, della carne da un allevamento e così via, è certamente una cosa sana, ma spesso comporta dover fare più chilometri, quindi investire molto tempo, con un impatto a livello ambientale non del tutto positivo. Noi incoraggiamo una forma di coscienza di diffusione dei prodotti del territorio, ma diciamo anche che bisogna avere un equilibrio e un senso della misura rispetto a ciò che si fa. Iniziamo a comprare ad esempio mettendo insieme i bisogni di più famiglie e comunità, acquistando direttamente dai produttori. Si ottimizzano così i costi, si evitano sprechi, si risparmiano risorse e si adottano comportamenti all'insegna della

qualità”. Il diffondersi di una nuova consapevolezza tra produttori e consumatori sta influenzando anche le nuove tendenze del turismo. Chi arriva in un luogo non vuole solo mangiare un piatto tipico, ma anche vedere dove questo nasce e come viene lavorato. L'agricoltura può fungere da volano per l'incoming? “Più che volano è una miniera d'oro, fatta di situazioni inedite, incontri, scoperta di paesaggi, tesori del territorio, condivisione di momenti conviviali. Oggi si offre tutto al turista per vivere un'esperienza totalizzante. Certo, non tutte le aziende agricole sono pronte a questo tipo di apertura. Quelle medio-grandi sono più propense a vendere presso la grande distribuzione organizzata, la Gdo, ma il futuro economico, e anche turistico, è quello delle piccole realtà agricole. L'importante è che l'agricoltura non venga considerata solamente come un settore economico, ma che siano riconosciuti i suoi beni e i suoi valori, che sono unici. Più agricoltori riescono a modificare la propria scelta produttiva, più l'agricoltura si riconverte e diventa interessante e attrattiva anche per il turista. Ciò consente di integrare il loro reddito in modo eccellente. Avere la consapevolezza che l'agricoltore è veramente un guardiano del territorio consente di fare un passo in avanti enorme per la diversità dell'offerta turistica in una regione come le Marche, che non può vivere solo di mare nei mesi estivi”. Un'ultima riflessione: slow, lenti, in un mondo che corre tanto. È ancora possibile? “Il mondo andrà sempre più veloce, ma nella velocità dobbiamo trovare momenti di pausa. Non si pensa a un ritorno bucolico al passato, ma a usare gli strumenti della modernità, per dare la possibilità alle aziende agricole e alle persone che vivono nei territori di stare in un contesto equilibrato. Bisogna riscoprire il valore e la centralità del cibo nella nostra vita. Se facciamo questo passaggio nella velocità, potremo trovare anche il modo di nutrirci meglio”. Per info: http://www.slowfood.it/regioni-condotte/ marche-condotte/

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I FIDUCIARI: • Condotta di Pesaro: Enrico Tacchi • Condotta di Urbino: Giulio Lonzi • Condotta del Catria e Nerone: Alessandro Chegai • Condotta di Senigallia: Corrado De Michelis • Condotta di Ancona e del Conero: Roberto Rubegni • Condotta dei Castelli di Jesi: Bernadette Dupouts • Condotta di Matelica: Sauro Magnatti • Condotta dei Monti Sibillini: Roberto Rommozzi • Condotta di Loreto: Antonello Loreto • Condotta di Corridonia: Paolo Luciani • Condotta di Civitanova Marche: Simone Pirro • Condotta del Fermano: Luigi Silenzi • Condotta del Piceno: Nelson Gentili • Condotta di San Benedetto del Tronto e Valdaso: Alessia Consorti

I PRESÌDI NELLE MARCHE: • Carciofo di Montelupone • Cicerchia di Serra de' Conti • Lonzino di fichi • Mela Rosa dei Monti Sibillini • Mosciolo selvatico di Portonovo • Pecorino dei Monti Sibillini • Salame di Fabriano


www.acqualagna.com Comune di Acqualagna

50^ FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO

25.31. OTT 1.7.8.14.15. NOV 2015

Info: Ufficio Turistico Comune tel. 0721.796741

Provincia di Pesaro e Urbino

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ATTUALITÀ

Il caso Volkswagen: già dal 2014 sotto la lente di Uniurb

Attraverso il progetto Sefira, i ricercatori dell'Università di Urbino stavano già seguendo il caso, scoperto dalla Icct. Ecco cosa ci ha detto la coordinatrice, professoressa Michela Maione, anche sulla diffusione del diesel nel mercato Europeo di Asmae Dachan

L

a cronaca di questo periodo, con il caso Volkswagen, ha portato alla ribalta l'ateneo di Urbino e il progetto Sefira, che studia questa problematica. Che cosa avevate scoperto? “Prima di tutto una precisazione: lo scandalo Volkswagen è stato 'scoperto' dall’organizzazione Internazional Council Clean Transportarion, Icct, negli Stati Uniti dove è poi scoppiato il caso. Per quanto riguarda la situazione Europea, si sapeva comunque da anni che i livelli di ossidi di azoto in atmosfera non scendevano quanto ci si aspettava, nonostante

il rinnovamento del parco macchine secondo i nuovi standard europei. Il fatto che Volkswagen abbia “truccato” 11 milioni di autovetture, molte delle quali destinate al mercato Europeo, potrebbe essere una delle cause. Il progetto Sefira studia queste tematiche all’interfaccia tra le scienze atmosferiche, sociali ed economiche con lo scopo di trasferire le conoscenze emerse da questi studi ai decisori e policy makers in genere, affinché questi possano mettere in atto politiche sulla qualità dell’aria più efficaci. Nel dicembre 2014 il progetto Sefira ha diffuso una nota

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ATTUALITÀ

tecnica, Policy Brief #2, che evidenziava l'asimmetria tra le emissioni dichiarate e testate in laboratorio e quelle rilevate nei cicli di guida reale in molte città europee (come è accaduto per il caso Volkswagen, ndr). Molti cittadini Europei erano convinti di tenere un comportamento ecologicamente corretto acquistando una vettura diesel e questo si deve a una cattiva campagna di informazione. Infatti, rispetto alle auto a benzina, le auto diesel, a fronte di emissioni più basse di anidride carbonica (che è un gas serra) emettono maggiori quantità di ossidi di azoto e polveri sottili, ovvero i principali responsabili del deterioramento della qualità dell’aria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità, tale deterioramento è responsabile ogni anno di decine di migliaia di morti premature. La qualità dell’aria rimane tema di sentita importanza per i cittadini e le cittadine europee, come emerge anche da uno studio pilota condotto da Sefira che ha messo sotto osservazione quattro importanti aree metropolitane (Milano, Malmo, Anversa e Varsavia). Sefira ha inoltre condotto un’indagine approfondita sull’impatto delle scelte individuali sulla qualità dell’aria intervistando 16.000 persone in sette paesi UE tra cui l’Italia”. Vuole illustrarci più nel dettaglio il progetto Sefira e i suoi obiettivi? “Al progetto Sefira, che coinvolge partner scientifici di primaria importanza come King’s College di Londra Iisa di Vienna, partecipano nove partner europei esperti di chimica dell’atmosfera, di scienze sociali e di economia. Un consorzio, quin-

di, transdisciplinare, che coordino per l’Università di Urbino e in cui questo tipo di problematiche è trattato da diverse angolature: 1) i livelli di ossidi di azoto nell’atmosfera delle città europee non sono scesi negli ultimi 20 anni come ci si aspettava dalla implementazione degli standard Euro per i veicoli. Misure sui test di guida reali mostravano che in effetti le emissioni di ossidi di azoto erano più alte rispetto ai test di laboratorio. Lo scandalo Volkswagen ha fornito una possibile risposta a questa evidenza; 2) le misure tecnologiche (come appunto gli standard Euro) non sono sufficienti a risolvere i problemi della qualità dell’aria. E’ necessario che i consumatori facciano scelte consapevoli (ad esempio conoscendo le emissioni reali) e modifichino i loro stili di vita affinché si abbia una riduzione dei livelli di inquinamento; 3)attraverso l’elaborazione, attraverso modelli matematici, delle risposte di 16.000 cittadini europei intervistati sulle loro preferenze circa le modifiche dei loro stili di vita; Il progetto Sefira si propone di fornire ai decisori (e policy makers in genere) informazioni sulle politiche più accettabili e quindi più efficaci”. LA CRONACA IN PILLOLE: • Inizio 2014 - A Peter Mock, responsabile per l'Europa dell'Icct, sorgono i primi sospetti dopo i risultati di alcuni test sulle emissioni nocive, in particolare di ossidi di azoto NOx. • Mock interpella l'omologo americano German. Vengono effettuati nuovi test: i risultati inchiodano il gruppo di Wolf∂21∂

sburg. • A dicembre Volkswagen esegue un aggiornamento volontario dei software di circa mezzo milione di veicoli venduti in America. Viene coinvolto l'Enviromental Protection Agency, Epa. • Luglio 2015 – l'Epa minaccia lo stop alla vendita negli Usa. • 8 settembre 2015: arriva l'ammissione definitiva da parte del Ceo Martin Winterkorn, che rassegna le sue dimissioni. • 24 settembre 2015 - Il ministro tedesco dei Trasporti, Alexander Dobrindt ha ammesso che anche in Europa i test sui gas di scarico dei motori diesel della Volkswagen sarebbero stati truccati. I NUMERI DEL DIESELGATE: • 11 milioni i veicoli truccati • -13%: il titolo crolla dopo l'ammissione dell'avvenuta manipolazione dei test inquinanti • 1 milione di tonnellate di emissioni di NOx all'anno. Secondo il Guardian “più o meno quanto ne producono tutte le centrali elettriche, le auto, le industrie e l'agricoltura del Regno Unito” • 18 miliardi di dollari il potenziale delle multe esigibili dai soli Usa • 482mila auto prodotte a partire dal 2009 di cui il governo americano ha ordinato il ritiro • 53% delle vetture diesel viene esportato sul mercato europeo; solo il 2,75 in Germania • 9 i marchi controllati dal Gruppo: Audi, Seat, Skoda, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Ducati e Scania • 600mila i dipendenti Volkswagen


NEWS DA P.U. Uniurb protagonista a 'Expo Belle Arti' Ben quattordici volumi appartenenti al Fondo Antico della Biblioteca di Urbino sono protagonisti a Palazzo Isimbardi a Milano, nell'ambito dell'esposizione 'Expo Belle Arti'. All'evento di inaugurazione del Padiglione hanno preso parte Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, Giuliano Pisapia, sindaco di Milano e l'ambasciatore per le Belle Arti di Expo 2015 Vittorio Sgarbi. Nello stesso contesto la Scuola di Conservazione e Restauro dell'Università degli Studi di Urbino ha attivato due laboratori di restauro. Il primo controlla lo stato di conservazione di alcuni dipinti su supporto ligneo della Raccolte d’Arte dell’Ospedale Maggiore “Ca’ Granda” di Milano, tramite indagini non invasive con nuove tecnologie e metodologie innovative e piccoli interventi di manutenzione. Il secondo laboratorio è dedicato al restauro del libro e in particolare a due volumi della Fondazione Carlo e Marise Bo: un’edizione di fine’600 dei "Saggi” di Michel de Montaigne e un'opera di Platone edita nel 1500. Un intervento svolto in collaborazione con la Società Pagnoni Group s.r.l. di Urbino.

Berloni Group, firmato accordo con i turchi di EczacibaŞi Berloni Group Srl e Eczacıbaşı Building Products Division hanno siglato un importante accordo di distribuzione. L’amministratore delegato dell’azienda pesarese, Roberto Berloni e l’amministratore delegato dell'unità cucine di Eczacibasi Building Products Division, Emre Eczacibasi, hanno firmato a Istanbul, a fine agosto, il contratto di distribuzione che legherà le cucine Berloni al gruppo Eczacibasi per i prossimi anni. L’accordo stabilisce che Intema, la società di vendita di Eczacıbaşı Building Products Division, distribuirà le cucine a marchio Berloni sul mercato turco, sia nel canale retail, sia in quello contract. L'edilizia è uno dei principali motori dell'economia turca, che sta registrando una crescita spettacolare. Questo contratto apre le porte a vendite di cucine potenzialmente molto significative, soprattutto tenendo in conto che tutti i nuovi appartamenti sono venduti con la cucina già installata.

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Scavolini apre tre nuovi store in Italia e prossimamente a Las Vegas e Boston L'azienda Scavolini ha annunciato la prossima apertura di tre store nel settore retail, rispettivamente ad Alessandria, Lucca e Modena. Grazie a queste nuove aperture, gli store a marchio Scavolini in Italia hanno superato quota cento. Oltre all'Italia, Scavolini continua a investire nell'ambito dell'internazionalizzazione, come confermano le dichiarazioni del direttore generale Vittorio Renzi: “Alla crescita italiana, ha affermato, corrisponde un incremento degli Scavolini Store esteri, oggi circa sessanta. Una strategia di successo che ci vede fortemente impegnati nell'sportare questo modello in tutto il mondo. Tra gli ultimi store, ricordiamo le recenti inaugurazioni a Vienna, Londra e Las Vegas e la prossima a Boston per gli inizi del 2016”.


Fano, per le Giornate europee del patrimonio, un Re-Mix Malatestiano La città di Fano, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, ha scelto il museo quale luogo ideale allo sviluppo di una nuova sensibilità per leggere e vivere la cultura. Nel pomeriggio di sabato 19 settembre le sale della Pinacoteca e del Museo archeologico del Palazzo Malatestiano sono state eccezionalmente aperte per ospitare un laboratorio di pittura a terra, rivolto a bambini e ragazzi. L’opera, dal titolo Re-Mix Malatestiano, è stata eseguita sulla superficie pavimentale della corte e sotto il portico all’ingresso della Sala Grande e ha visto il coinvolgimento di giovani che, guidati dall’operatrice, sono stati invitati a lasciare una traccia, una scia della loro esperienza. Un percorso laboratoriale rivolto ai bambini, ai ragazzi e alla famiglie, finalizzato a offrire un approccio diverso e innovativo con l’arte e con i luoghi della cultura.

Pesaro "sempre più città della bici"

Marotta, arriva Nao, il prof. robot

“Siamo sempre più città della bici. Proseguiremo con gli investimenti sulla bicipolitana. Ma dentro la strategia complessiva sulla mobilità sostenibile, all'assessorato al ramo e a Pesaro Parcheggi ho chiesto di studiare un meccanismo che possa coinvolgere i veicoli elettrici, come mezzi di scambio, nei parcheggi più adatti della città”. Queste le parole del sindaco di Pesaro Matteo Ricci in occasione della settimana della mobilità sostenibile che si è svolta dal 21 settembre. “Lavoreremo perché chi esce dall'autostrada, un giorno, lasci la sua macchina all'Adriatic Arena, e prenda l'auto o la bici elettrica per andare in città”. Alle auto elettriche e alle relative colonnine per la ricarica, in aggiunta, “potrebbero essere riservati i dieci migliori parcheggi di Pesaro. In modo tale che chi cambia la macchina possa farlo nel posto più comodo del centro. Un'ipotesi? Piazzale Matteotti. Ma ce ne sono altre da abbinare”. Nel progetto si coinvolgerebbe Enel Energia, che ribadisce: “La mobilità elettrica è una delle nostre sfide per vivere la città in modo sostenibile, in un ambiente meno inquinato, a vantaggio di tutti”.

Un robot di ultima generazione in grado di interagire con chiunque, dai piccini ai più grandi e in grado tenere una lezione di storia, inglese, matematica, educazione musicale o motoria. È Nao, un progetto che ambisce a rivoluzionare la didattica tradizionale. È già stato testato l'incremento del 30% nella comunicazione con soggetti autistici grazie all'utilizzo di questo nuovo robot. Il progetto porta la firma del professor Giuliano Fattorini, docente di Laboratorio di Disegno e Sistemi presso l'Itis G.Marconi di Jesi (AN), in collaborazione con la Professoressa corinaldese Alessandra Battestini, docente di sostegno presso l'istituto R. Sanzio di Mercatino Conca (PU). Nao, per l'anno scolastico 2015/2016 sarà in via di sperimentazione presso l'Istituto Comprensivo Faà di Bruno di Marotta (PU) e si articolerà in diversi fasi. Molti saranno i vantaggi derivanti dalla diffusione di questa nuova tecnologia all'interno della didattica. Gli studenti avranno la possibilità di immaginarsi in un universo vicino, affascinante e intrigante in cui i robot saranno i compagni della vita quotidiana. Potranno compiere progressi nell'ambito della tecnologia, imparando in modo divertente e collaborando in team. Gli insegnanti potranno suscitare interesse nei confronti della scienza e della tecnologia, offrendo loro prospettive di carriera attraenti.

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NEWS DA AN

Castelfidardo, l'arte di Genemans al Parco del Monumento Lo scultore Olandese Johannes Genemans ha donato alla città di Castelfidardo una sua nuova scultura, 'Angelica'. Si tratta di un nudo di donna in bronzo collocata in prossimità dell'ingresso principale del Parco del Monumento, al centro di una fontana dal basamento in travertino. Realizzata nel 2002 in un periodo di difficoltà, Angelica è simbolo di equilibrio: “ogni aspetto della vita personale e professionale è sempre caratterizzato da alti e bassi e in quest'opera ho voluto raffigurare la ricerca della stabilità e la gioia di averla trovata”, ha spiegato Genemans, ringraziando il sindaco per essersi mostrato “sensibile e aperto ad accogliere questa idea”. Il sindaco Mirco Soprani ha a sua volta elogiato il maestro per “lo slancio di generosità che arricchisce Castelfidardo e il contesto del Parco dove esiste un percorso culturale che andrà completandosi con i busti dei personaggi del Risorgimento”.

Jesi, esposto il manoscritto autografo di Gaspare Spontini Il pubblico di Jesi e di Maiolati ha potuto ammirare per la prima volta un manoscritto autentico di Gaspare Spontini, comparso di recente sul mercato antiquario e acquistato dal Comune di Maiolati Spontini. L'opera, 'Cari figli alme innocenti', scena e aria per Andromaca, datata 1796, è una composizione giovanile di Spontini e, in occasione della prima esecuzione in epoca moderna dell'inedita partitura a cura dei Virtuosi italiani, diretti da Alberto Martini con il mezzosoprano Antonella Colaianni per la 15/a edizione del Festival Pergolesi Spontini, è stata esposta all'omonimo teatro, nella Casa delle Fanciulle.

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Presentata in Regione la Rete contro le discriminazioni È stata presentata al presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo e all'ombudsman delle Marche uscente, Italo Tanoni, l'iniziativa dell'Autorità per la Garanzia dei diritti e dal servizio Politiche sociali della Regione Marche, in collaborazione con l'Università di Urbino, l'Agenzia regionale sanitaria Ars e l'Associazione Avvocati di strada. Numerose le adesioni di Comuni e associazioni del settore. Delineati gli impegni da portare avanti nei prossimi mesi. Obiettivi prioritari, così come definiti nel corso dell’incontro, la promozione e la concretizzazione degli interventi di contrasto al razzismo e alle discriminazioni sul territorio regionale; la ricezione di segnalazioni e l’attivazione di soluzioni possibili; la sinergia tra i diversi soggetti che operano a favore dell’uguaglianza dei diritti; il monitoraggio del fenomeno.


La mostra dello scultore Daniele Baldoni ai “Giovedì del Passetto” Nella rassegna di arte, vino e finger food “I Giovedì del Passetto”, il Grand Hotel Passetto, insieme al sommelier Tiziano Cacciani, propongono una degustazione di piatti tipici con un’accurata selezione di vini marchigiani, dal Rosso Conero al Verdicchio passando dalla Passerina fino all’incrocio Bruni. Si tratta di una serie di appuntamenti a cui sono abbinati eventi culturali e musicali: il 24 settembre, è stata la volta della personale di Daniele Baldoni. Un giovane artista autodidatta, osimano, classe 1987, che, terminati gli studi artigianali, ha scelto la scultura come propria forma di espressione. E annovera già una personale al Palazzo Camerata di Ancona e mostre ad Ancona, Jesi, Roma, Bologna, Spoleto, Milano e Terni, con i primi riconoscimenti: come la menzione speciale al Premio Eureka 2013.

Kathleen Kennedy Townsend in visita ad Ancona La primogenita di Bob Kennedy, Kathleen Kennedy Townsend, vice governatrice del Maryland è stata ad Ancona per una storica visita di tre giorni. Diverse le tappe del viaggio, iniziato con una conferenza stampa al Fortino Napoleonico e proseguito con una visita all'Arco di Traiano e al porto e una al Museo Omero, oltre a un'escursione in mare con il campione del mondo Alberto Rossi e a un importante incontro alla Polveriera sul tema 'Convivenza e integrazione'. L'esponente della dinastia più famosa d'America ha promesso che tornerà nella città dorica, che ha apprezzato per le sue bellezze e la sua offerta culturale. La vice presidente della Conferenza Mondiale “Science for Peace” ha dichiarato che è l’incontro “delle” civiltà e l’incontro “nelle” civiltà l’obiettivo da perseguire non astrattamente, bensì attraverso l’azione di pace delle persone e dei popoli nel momento storico in cui vivono.

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Sì al referendum sulle trivellazioni L'Assemblea legislativa delle Marche dice sì al referendum sulle trivellazioni in Adriatico. “È necessario conciliare lo sviluppo sostenibile con il rispetto per l'ambiente, difendendo turismo, occupazione e qualità della vita”, ha dichiarato Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio regionale delle Marche. “Il Consiglio regionale delle Marche, ha aggiunto Mastrovincenzo, ha deciso di intraprendere, accanto alle altre Regioni italiane, la via del referendum in difesa del Mare Adriatico. Si tratta di un'azione volta ad abolire alcune norme dei decreti Sblocca Italia e Sviluppo che consentirebbero nuove trivellazioni per la ricerca, lo sfruttamento e l'estrazione di petrolio e gas metano di fronte alle nostre coste, permettendo di prescindere dal parere delle Regioni''.


NEWS DA MC Il Castello di Pitino su 'Discover the other Italy'

Ben 16mila euro dal Macerata Opera Festival alla Lega del Filo d'Oro Il Macerata Opera Festival ha scelto come charity partner la Lega del Filo d’Oro e alla chiusura della stagione 'Nutrire l’anima' ha raccolto più di 16mila euro. Per tutta la durata del Festival, fin dagli appuntamenti di avvicinamento, è stato possibile donare online, nella biglietteria di piazza Mazzini e durante gli eventi 'La luce dell’anima', realizzati con il contributo di Hera Comm. Fondamentale la serata del 6 agosto allo Sferisterio, in cui sono state festeggiate le eccellenze marchigiane, e il lavoro di coordinamento di Patrizia Sughi che ha curato i rapporti con la Lega del Filo d’Oro. Tra queste donazioni, la quota che Eurosuole ha destinato all’associazione di Osimo, che da 50 anni opera a favore delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Il contributo servirà alla Lega del Filo d’oro per aggiungere mattoni alla costruzione di un’aula di musicoterapia.

Tolentino, Simone Ruffini e Fabrizio Castori cittadini dell'anno 2015 Simone Ruffini, campione del mondo di nuoto e mister Fabrizio Castori, allenatore del Carpi, squadra militante nel campionato di calcio di serie A, sono i cittadini dell’anno 2015 di Tolentino. Per il 2015 l’associazione “I Ponti del Diavolo”, presieduta da Carla Passacantando, che ha istituito il premio, ha deciso di assegnarlo, di concerto con il sindaco Giuseppe Pezzanesi, a Simone Ruffini e Fabrizio Castori per aver portato il nome di Tolentino nel mondo, accrescendo così il prestigio della città per essersi particolarmente distinti nei rispettivi ambiti di appartenenza. La menzione d’onore è stata attribuita a Cristiano Portas, presidente Gruppo Arena Italia. Nella stessa occasione sono stati consegnati attestati alle associazioni sportive di Tolentino per l’attività che svolgono per la città.

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Il Castello di Pitino a San Severino Marche, immortalato dal fotografo Massimo Feliziani, è tra le meraviglie che compongono la mostra 'Discover the other Italy”. Lo spirito dell'esposizione, patrocinata da Expo Milano 2015, Enit e con la partecipazione del Fai è valorizzare località meno note della nostra penisola, ma di bellezza, suggestione e fascino proverbiale. “Per noi è stata una bella sorpresa scoprire, fra i 210 scatti che rappresentano un’Italia non certo di secondo ordine in una mostra internazionale, uno dei nostri castelli – ha dichiarato il sindaco di San Severino Cesare Martini - . Al sistema di difesa della nostra città, che con grande fatica riusciamo a conservare visti i sempre minori fondi a nostra disposizione, di recente è stata dedicata anche un’interessante pubblicazione. Devo dire che Pitino, insieme ad Elcito, sono i borghi della nostra regione cui negli ultimi tempi si sono dedicati molti artisti rilanciando un’idea di turismo che ci piace e che è legata al nostro territorio dove ci sono eccellenze che vanno riscoperte e vissute. Abbiamo un tesoro unico che tutti ci invidiano. Dovremmo esserne gelosi ma anche, e soprattutto, orgogliosi”.


Laura Boldrini inaugura l'anno accademico Unicam La presidentessa della Camera Laura Boldrini è l'ospite d'onore della cerimonia di inaugurazione del 68/o anno accademico dell'Università degli Studi di Camerino che si tiene al teatro Marchetti. L'evento, coordinato dal giornalista Vincenzo Varagona, è dedicato a Carlo Urbani, con l'assegnazione del premio alla sua memoria. Lo scorso gennaio Unicam e l'Associazione Carlo Urbani, Aicu, avevano formalizzato la firma di un protocollo. Laura Boldrini, in passato, aveva espresso la sua volontà di testimoniare la vicinanza alle attività svolte nel nome del medico di Castelplanio che ha scoperto e isolato il virus della Sars, rimanendone vittima.

Oscar 2016, 'Il giovane favoloso' tra i nove candidati italiani Il film di Giovanni Martone sul poeta recanatese Giacomo Leopardi, che vede protagonista Elio Germano e che ha già riscosso consensi in Patria e all'estero, è tra i nove candidati italiani al premio Oscar 2016. A contendersi la possibilità di concorrere nella cinquina finalista dell'Academy Awards sono Il giovane favoloso di Mario Martone, Latin lover di Cristina Comencini, L'attesa di Piero Messina,Mia madre di Nanni Moretti, Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto, Non essere cattivo di Claudio Caligari, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio e Vergine giurata di Laura Bispuri. L'annuncio per le nomination agli Oscar è previsto per il 14 gennaio 2016. Tutte le Marche tifano per la pellicola, già presentata alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e vincitrice del Globo d'oro come miglio film 2015.

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Premio alla carriera a Lidia Moretti La Camera di Commercio di Macerata ha assegnato a Lidia Moretti, la novantenne decana dei commercianti, il premio Fedeltà al lavoro. Nella stessa occasione a Lidia Moretti, sorella di Giovanni e figlia di Primo, fondatori della concessionaria maceratese della Moto Guzzi di Macerata, è stato assegnato anche il Premio donna impresa. “Figura esemplare, recita la motivazione, a favore dello sviluppo economico della città e per i valori trasmessi alle nuove generazioni”. Il riconoscimento è stato assegnato anche ad altre imprenditrici, alla presenza di Patrizia Tiranti, presidente del comitato per l'Imprenditoria femminile della Camera di commecio di Macerata. “Impegno, capacità, tenacia, innovazione: sono queste le virtù che vengono riconosciute, in questo giorno, per esaltare il talento di coloro che hanno contribuito alla crescita dell'economia locale, ha dichiarato Tiranti”.


NEWS DA FM Sant'Elpidio a Mare in vetrina al Micam In occasione del Micam, il principale evento fieristico in Italia dedicato alla calzatura, anche il museo della calzatura 'Cav. Vincenzo Andolfi' di Sant'Elpidio a Mare si è messo in mostra, mettendo a disposizione un prototipo del 2009 disegnato da Cristina Franceschini. Il prototipo è stato esposto nello stand di Fermo Promuove, azienda speciale di Ccia di Fermo. “Ringrazio Fermo Promuove e la Camera di Commercio, ha affermato il sindaco Alessio Terrenzi, per aver ospitato la nostra calzatura offrendo così l’occasione a Sant’Elpidio a Mare di avere una speciale vetrina a questa edizione del Micam così come li ringrazio per la visibilità che danno, in ogni occasione utile, ai nostri territori”.

Delegazione cinese in visita alla Camera di Commercio di Fermo Il Presidente della Camera di Commercio di Fermo e di Unioncamere Marche Graziano Di Battista, il Presidente del Sistema Turistico Locale Marca Fermana Maurizio Marinozzi e l'imprenditore Silvano Lattanzi hanno accolto una delegazione cinese guidata da Wang Ying, Capo Dipartimento della Camera di Commercio Cinese per il settore import-export light industrial product. “Ci siamo trovati molto bene nella vostra terra, ha dichiarato Ying. Abbiamo scoperto prodotti che ci interessano anche se non abbiamo avuto tempo di vedere tutto. Nonostante questo siamo già abbastanza soddisfatti. I rappresentanti delle varie realtà commerciali e produttive cinesi hanno fatto ordini di prova con le vostre aziende per testare prodotti nel nostro mercato e per capire le prospettive per il futuro”. A illustrare le caratteristiche del distretto e il progetto d'internazionalizzazione portato avanti da Regione e Uniocamere è stato il Presidente Graziano Di Battista. “La nostra Camera di Commercio, ha affermato, ha 23 mila aziende iscritte. Tra queste 2.500 riguardano il distretto calzaturiero. A esso si aggiunge il distretto del cappello, il più importante al mondo. Un territorio fatto di storia, mare, colline, arte e cultura ed è proprio da questo ambiente che trovano ispirazione i nostri imprenditori con prodotti unici che non sono frutto di assemblaggio ma che nascono dalle materie prime trasformandosi in veri e propri gioielli per qualità e design. È questo quello che in mondo ci invidia. Tante le analogie tra la Cina e il nostro territorio, una su tutte la grande laboriosità”.

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A Porto Sant'Elpidio The Distinguished Gentleman's Ride 2015 “È un onore che Porto Sant' Elpidio sia di nuovo teatro di eventi di portata internazionale grazie allo spirito d’iniziativa di questi ragazzi. A coronare la varietà di occasioni di svago offerte dalla Città dell’Estate e con uno scopo benefico che rende il tutto ancora più apprezzabile": con queste parole l'assessore al Turismo e allo Sport Milena Sebastiani ha salutato la tappa elpidiense dell'evento internazionale The Distinguished Gentleman's Ride 2015 che finanzia la ricerca sul cancro alla prostata. La kermesse, supportata da Triumph, richiedeva un dress code particolare: completi tre pezzi, pipe, bombette e papillon. Hanno preso parte decine di Café racer, bobber, scrambler, sidecar e scooter d'epoca, portando nell'area ex Orfeo Serafini colore, eleganza e spirito sportivo.


Confartigianato Fermo e Ascoli: convegno sulla sicurezza degli anziani nel territorio

Camera di Commercio, nuova sezione speciale alternanza scuola-lavoro nel registro delle imprese

Premio della fedeltà al lavoro all'imprenditore settempedano Gualtiero Taborro della Sios srl

Prefettura, Confartigianato imprese Fermo e Ascoli Piceno, forze dell’ordine e Anap Confartigianato persone, insieme per un’azione condivisa a tutela della sicurezza del territorio: è stato questo il tema del convegno “Sicurezza per gli anziani” alla Camera di Commercio di Ascoli Piceno che ha visto la partecipazione del prefetto di Ascoli Piceno Graziella Patrizi, oltre ai vertici delle forze dell’ordine territoriali, alla Confartigianato imprese Ascoli Piceno e Fermo, all’Anap del patronato Inapa, alla locale diocesi e ai rappresentanti di Comune, Provincia e Regione. Il convegno ha costituito l’occasione, oltre che per offrire una panoramica di carattere generale sulla sicurezza del territorio, anche per proporre alla popolazione anziana - fascia particolarmente debole della società - degli importanti e utili consigli su come prevenire i sempre più frequenti fenomeni di truffe e di criminalità diffusa in genere, e difendersi al meglio da questi rischi.

Scuola e impresa: due mondi più vicini grazie all'iniziativa della Camera di Commercio di Fermo. Nel registro imprese è stata istituita la nuova sezione speciale su alternanza scuola-lavoro, alla quale devono iscriversi le imprese disponibili a ospitare studenti per un periodo di formazione “On the Job”. L'ente camerale fermano, fin dalla sua nascita, ha investito risorse e competenze, per far sì che gli studenti, non solo degli istituti tecnici ma anche delle università, potessero toccare con mano il mondo del lavoro e fare esperienze all’interno delle imprese. Il registro è costituito d'intesa con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ed è suddiviso in due sezioni: la prima, costituita da un'area consultabile gratuitamente, in cui sono visibili le imprese e gli enti disponibili a svolgere i percorsi di alternanza, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e formative; la seconda, specifica del registro delle imprese, al quale le imprese per l'alternanza scuola-lavoro devono essere iscritte.

La Camera di Commercio di Macerata ha conferito il “premio della fedeltà al lavoro e del progresso economico” all’imprenditore settempedano Gualtiero Taborro, che da anni guida con successo la Sios srl (Scatolificio imballaggi ondulati settempedano). A consegnargli il riconoscimento è stato Nando Ottavi, già presidente di Confindustria Marche, in occasione della quarantesima edizione del premio. Per la città di San Severino, e per il suo tessuto produttivo, questo encomio è motivo di orgoglio perché la Sios rappresenta una delle aziende storiche del territorio (è nata nel 1969) e il suo “timoniere” ha avuto il merito di farla crescere nel settore degli imballaggi, specializzando sempre più il prodotto con lo studio di sistemi packaging innovativi in cartone ondulato. Oggi questa realtà imprenditoriale ha numerosi dipendenti e più di uno stabilimento (San Severino, Tolentino e Castelferretti), grazie non solo all’acquisizione della Dorica imballaggi srl, ma anche a una politica aziendale lungimirante.

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NEWS DA AP Ripatransone diventa 'Comune amico del turismo itinerante' L'Unione Club Amici, rappresentata dal responsabile nazionale Gabriele Gattafoni, ha consegnato al vicesindaco di Ripatransone, Alessandro Lucciarini, il riconoscimento 'Comune amico del turismo itinerante'. Il borgo, già insignito dei titoli 'Belvedere del Piceno', 'Città del vino e dell'olio' è anche Bandiera Arancione e Bandiera Verde. Gattafoni dopo aver ringraziato l’amministrazione comunale “per aver accolto con entusiasmo la proposta di aderire al progetto e per la splendida accoglienza”, ospitando gli equipaggi nelle piazze principali della Città e davanti al Municipio, ha sottolineato che “il turismo itinerante è l’unico a poter garantire presenze turistiche per 365 giorni l’anno” e, dopo aver letto il messaggio di saluto inviato dal Coordinatore Nazionale Ivan Perriera, ha consegnato nelle mani del Vicesindaco Lucciarini l'attestato di “Comune Amico del turismo itinerante” e il relativo cartello stradale da posizionare all’ingresso del paese.

Progetto 'Gira', proclamati i cinque storyteller vincitori Documentare il Piceno con il linguaggio affascinante del racconto unito alle nuove tecnologie: questo lo spirito del progetto 'Gira', finanziato dall'Unione delle Province Italiane e dall'Agenzia Nazionale Giovani, che si è concluso il 15 settembre con la proclamazione dei cinque vincitori. Ecco i nomi dei giovani che hanno narrato il Piceno attraverso storie digitali: Marzia Fornei che ha proposto una lettura della chiesa 'Della Scopa' attraverso l'arte del restauro; Tatiana Elisabetta Manazza che ha evocato la suggestione delle 'Cascate della Volpara'; Eleonora Ortenzi che ha proposto la storia di Piazza Bonfine, antico punto di stazionamento di cavalli e carri; Serena Sciamanna che ha esaltato le antiche radici di Spinetoli e, infine, Andrea Tarquini con il tributo alla statua di "Cecco d'Ascoli", personaggio storico locale di grande impatto. “Il progetto, ha evidenziato la consigliera provinciale Valetina Bellini, ha consentito di far emergere il talento e le potenzialità dei giovani che hanno saputo cogliere le peculiarità del territorio dimostrando che quando le istituzioni fanno squadra possono essere conseguiti risultati importanti per la collettività”. Un concetto ripreso dal Sindaco Guido Castelli che ha auspicato che "il progetto costituisca un punto di partenza per valorizzare ulteriormente, nella promozione del Piceno, il patrimonio di competenze sviluppato durante le varie fasi dell'iniziativa".

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Torna il concorso di illustrazione Dimensione fumetto Con il tema 'C'è Lupin in città', torna ad Ascoli Piceno il concorso di illustrazione Dimensione fumetto, riservato a non professionisti. Classe 1967, il famoso ladro gentiluomo, nato dalla penna del disegnatore Monkey Punch, sarà il protagonista, insieme alle bellezze architettoniche e artistiche delle città italiane, per 'rubarne' la bellezza. Il termine ultimo per l'invio dei lavori è il 14 novembre; tutte le informazioni sul sito www.dimensionefumetto.it e sulla relativa pagina Facebook. I lavori saranno esposti in una mostra collettiva dal 31 novembre al 13 dicembre all'interno dello spazio espositivo della Libreria Rinascita di Piazza Roma. I tre migliori lavori saranno premiati il 5 dicembre.


San Benedetto nel direttivo del Coordinamento Agende 21 Il Comune di San Benedetto del Tronto è di nuovo nel direttivo del Coordinamento Agende 21, l'associazione nazionale costituita da Regioni ed enti locali che partecipano alla vita dell'associazione per migliorare la gestione dell'ambiente e puntare a uno sviluppo sostenibile. “Durante l’assemblea, ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Paolo Canducci, che è uno straordinario momento di confronto e condivisione di buone pratiche e progetti tra città che vogliono essere pronte alla sfida dei cambiamenti climatici e della resilienza, San Benedetto è riuscita a confermare il proprio ruolo nel direttivo nazionale alla pari di città come Roma, Milano, Udine, Foggia, Padova, Bologna, Lucca. Questo è un motivo in più, ha concluso, per proseguire in quelle azioni già messe in campo dal 2006 a oggi, che migliorano la qualità ambientale del territorio e della vita di tutti e programmarne altre come la predisposizione del piano di adattamento ai cambiamenti climatici già adottato da diverse città italiane”.

Riviera delle Palme, Elio fa promozione a X Factor Stefano Belisari, in arte Elio, ha reso omaggio in diretta su Sky, nel corso della seconda puntata delle audizioni del talent X Factor, alla Riviera delle Palme. “Tenetevi Ibiza, ha dichiarato, io al mare vado a San Benedetto”, aggiungendo poi che nella cittadina marchigiana ci sono molte belle ragazze. L'artista, fondatore della band Elio e le Storie Tese, non è il primo ad elogiare la bellezza delle Marche. La coppia Baglioni-Morandi, infatti, ha scelto il sud delle Marche come sfondo per il video 'Capitani Coraggiosi', mostrando all'Italia e non solo scorci sconosciuti e di grande suggestione.

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'Comunicare la Macroregione Adriatico-Ionica', a novembre il convegno Dal 19 al 21 novembre si terrà ad Ascoli Piceno il convegno 'Comunicare la Macroregione Adriatico-Ionica' #PolCom2015. L'evento è promosso dal Consorzio Universitario Piceno, con il sostegno dell'Università di Macerata e il patrocinio del Comune di Ascoli. Tra gli ospiti che interverranno ci sarà anche l'ambasciatore Fabio Pigliapoco, responsabile del segretariato intergovernativo dell'Iniziativa Adriatico-Ionica. Sono due le sezioni previste: comunicazione politica e istituzionale e comunicazione per la promozione dei territori. L'evento si concluderà con una tavola rotonda a cui prenderanno parte Achille Buonfigli (Presidente CUP), Guido Castelli (Sindaco di Ascoli), Luca Ceriscioli (Presidente della Regione Marche), Paolo Frattura (Presidente Euroregione Adriatico Ionica), Luigi Lacché (Rettore dell’Università di Macerata), Ida Simonella (Segretario del Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio), Rodolfo Giampieri (Presidente del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio).


NEWSDALMONDO MAROCCO La Mamounia di Marrakesh miglior hotel del mondo

TUNISIA Punta sull'agroalimentare il progetto Compass

Da un recente sondaggio del Conde Nast Traveller, periodico britannico dedicato ai viaggi di lusso, La Mamounia è risultato il miglior albergo del mondo, oltre che miglior hotel del Medio Oriente e dell'Africa. Il palazzo di Marrakech ha vinto per l'eccellente qualità del servizio, il lusso, la bellezza dei luoghi. Su 100 possibili scelte, in tutto il mondo, è risultato il primo. Nello stesso sondaggio l'Italia è il paese prediletto per le vacanze e Parigi la città dei sogni. Sin dalla sua fondazione, nel 1923, La Mamounia ha collezionato riconoscimenti di prestigio. È stato l'albergo dei potenti e quello delle coppie romantiche più fortunate. In stile moresco, con elementi berberi e arabo-andalusi, ha 209 stanze, incluse 71 suites, giardini di aranci e ulivi secolari, tre riad (giardini interni), e la spa con hammam, il tradizionale bagno di vapore marocchino; è stato completamente restaurato nel 2009.

Creare una rete euro-mediterranea per assistere e accompagnare i processi di integrazione delle filiere produttive tra Sicilia e Tunisia, in un ambito rafforzato di cooperazione economica: è questo lo scopo principale del progetto Compass. Cofinanziato dall'Unione europea Ievp-Ct Italia-Tunisia e promosso dai comuni di Modica, Pozzallo, Scicli e Ispica, insieme all'associazione culturale Centro Studi Ibleo e alla tunisina Agence de Promotion de l'Industrie, il progetto prevede due sportelli di assistenza, uno a Ragusa, l'altro a Tunisi. Le attività principali di Compass si concentrano sugli operatori dell'agricoltura, dell'agroalimentare, della pesca, del turismo e dei servizi collegati. Nel mese di ottobre sono previsti degli "entreprise-meeting" nel ragusano e a Tunisi, durante i quali verranno analizzate - di fronte alla platea degli imprenditori e dei nuovi promotori - le opportunità d'investimento nei due paesi.

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PARAGUAY Il Paese più felice del mondo Secondo la classifica 'Global Emotion Report 2015' realizzata dal portale Gallup.com, il Paraguay è il Paese più felice del mondo, a prescindere dal Pil. Al centro dello studio, che vede nella top 10 dei 148 Paesi presi in considerazione tutte nazioni sudamericane, è stato messo l'indicatore 'Positive Experience Index', con domande come 'Ti sei sentito rilassato ieri?', 'Ti hanno trattato con rispetto?', 'Hai sorriso o riso molto?'. Il Paraguay ha totalizzato 89 su un totale di 100. Al secondo posto si è piazzato l'Ecuador, mentre la Colombia è sul gradino più basso del podio. Un elemento molto interessante è che i cittadini di questi Paesi hanno dichiarato “di avere molti legami di amicizia e un alto livello di libertà personale”.


La croce di Papa Francesco Chi ha l'esclusiva sulla riproduzione?

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ffiora una singolare vertenza, che vede contrapposte al momento due ditte artigiane, sui diritti di esclusiva per la riproduzione della croce di Papa Francesco.

della 'Croce del Buon Pastore' e da quel momento il Sig. Albrizzi ha iniziato a riprodurla legittimamente e in conformità a quanto prescrive l'articolo 109 della Legge sul Diritto d'Autore (Legge 22 aprile 1941, n.633) a norma del quale “la cessione di uno stampa, di un rame inciso o di altro simile mezzo usato per riprodurre un'opera d'arte, comprende, salvo patto contrario, la facoltà di riprodurre l'opera stessa, sempreché tale facoltà spetti al cedente”.

Nel dicembre 2013, in occasione del nostro speciale sul Natale, realizzammo un'intervista a un artigiano di Loreto, Renato Moroni, che ci raccontò tra l'altro, di produrre la croce di Papa Francesco avendo ottenuto dagli eredi di Vedele, l'artigiano che l'ha costruita, i diritti di riproduzione. Non è d'accordo, a quanto pare, Giuseppe Albrizzi, anch'egli artigiano, che, secondo i suoi legali, "è titolare da più di trent'anni di un'azienda sita in Vidigulfo (PV) che si occupa della produzione di calici, ostensori, pastorali, anelli vescovili, crocifissi ed altri oggetti destinati a papi e cardinali, distribuiti nei negozi specializzati in tutta Italia e anche all'estero". "Anche la croce in argento che Papa Francesco portava al collo al momento della sua elezione nel marzo 2013, raffigurante il Buon Pastore, è stata realizzata dal Sig. Albrizzi, come dimostrano gli articoli pubblicati su 'Il Giorno' del 20 marzo 2013 e sulla 'Provincia Pavese".

Albrizzi, pertanto, contesta le dichiarazioni del "concorrente" Moroni, da noi ospitato nell'articolo pubblicato nel dicembre 2013 ("Qui nasce la croce di Papa Francesco"), secondo il quale la sua ditta, dopo l'elezione del Pontefice, avrebbe acquistato i diritti di riproduzione della Croce dagli eredi del Vedele, e pertanto la LAL Srl sarebbe l'unica riproduttrice dell'originale e tutti gli altri artigiani riprodurrebbero la Croce senza averne il diritto. "Affermazioni - incalzano i legali di Albrizzi - che non corrispondono al vero in quanto, come detto, il Sig. Albrizzi riproduce da più di quindici anni la 'Croce del Buon Pastore?, avendo legittimo diritto in quanto destinatario del calco originario". Le notizie pubblicate, quindi, lo "hanno posto in una posizione di grave disagio nei confronti dei rivenditori specializzati che dallo stesso si sono sempre riforniti". Del resto, "quand'anche la LAL Srl avesse acquistato il diritto di riproduzione, tale diritto spetta in egual misura anche al Sig. Albrizzi in quanto possessore del calco originario della Croce allo stesso donato dall'artista”.

"La 'Croce del Buon Pastore - continuano i legali di Albrizzi - è stata ideata dall'artista genovese Antonio Vedele, scomparso nel 1998 dal quale il Sig. Albrizzi ha appreso il mestiere, lavorando presso la sua bottega sino al 1978. Prima di chiudere il laboratorio, nel 1997, il Sig. Vedele ha donato al Sig. Albrizzi lo stampo originale

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FORMAZIONE

UNICAM Università di Camerino

Costituita l’associazione “Smart Cities & Smart Communities”: Unicam tra gli enti promotori

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ortemente voluta dall’Università di Camerino, si è costituita nei giorni scorsi l’Associazione “Smart Cities & Smart Communities”, proficuo esempio di sinergia tra enti ed aziende che, grazie ad una specializzazione qualificata sia nella ricerca e nell’innovazione che a livello territoriale, risulta competitiva a livello internazionale.

sostenibile ed inclusiva, e il progetto, non utopico, di vivere nel futuro le nostre città a misura d’uomo. Sono orgoglioso che l’Ateneo che guido sia tra i soci fondatori insieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-INFN e ad importanti aziende del settore quali Halley Informatica, Filippetti, Esalab, Net4Partners, e-Lios, mentre altre formalizzeranno presto la loro adesione”.

L’obiettivo principale dell’Associazione è infatti quello di promuovere e agevolare l’attivazione di soluzioni innovative utilizzabili in ambito regionale e nazionale nei settori strategici delle Smart Cities e Smart Communities, secondo i paradigmi innovativi introdotti dall’Agenda Digitale Europea e fatti propri da quella italiana.

L’idea dell’associazione nasce per dare una forte continuità all’esperienza del progetto “Open City Platform (OCP)”, che ha visto unirsi in partnership la Regione Marche, l’Università di Camerino, l’INFN ed alcune brillanti realtà imprenditoriali nazionali e locali, per partecipare e vincere il bando Smart Cities e Communities del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; il modello di soluzioni smart proposto dalla piattaforma cloud OCP è ormai riconosciuto come un modello di assoluta rilevanza nazionale, tanto che è già stato preso come piattaforma di riferimento all’interno del protocollo di intesa tra alcune regioni italiane e l’Agenzia dell’Italia Digitale. “Potremmo così – prosegue il Rettore Corradini – essere sempre più competitivi

“Alcune tra le migliori esperienze nel segno della conoscenza e dell’innovazione delle Marche e dell’Italia - ha sottolineato il Rettore Unicam, prof. Flavio Corradini, che è anche il Presidente dell’Associazione – hanno deciso di fare squadra per affrontare insieme le molteplici sfide che si pongono innanzi a chi crede nella possibilità di intravedere un orizzonte comune che coniughi conoscenza, una crescita ∂34∂


FORMAZIONE

Il Rettore Unicam prof. Flavio Corradini

presentando in forma congiunta progetti di ricerca finanziabili nell’ambito del programma europeo “Horizon2020”, oppure nella “Smart Specialisation Strategy” (S3), uno dei pilastri centrali della “Strategia Europa 2020”, che prevede la definizione di piani per la ricerca e l’innovazione per la “specializzazione intelligente”. L’associazione intende promuovere la collaborazione tra i soci su filiere specializzate, valorizzando le competenze esistenti all’interno e acquisendone di nuove, in settori strategici quali Smart Cities & Communities, in cui sono inserite le più avanzate tecnologie dell'informazione e della comunicazione per migliorare

la qualità della vita dei cittadini di tutta Europa in diversi ambiti: Smart Living per lo sviluppo di soluzioni innovative volte a migliorare le condizioni e la qualità della vita; Smart Energy per il miglioramento delle tecnologie idonee a rendere disponibili fonti di energie alternative a basso impatto ambientale e a costi sempre più bassi; Smart Mobility per rendere i trasporti più sostenibili, cioè più efficienti, puliti e sicuri; Smart Materials per lo sviluppo di materiali in grado di reagire in maniera autonoma agli input dell’ambiente modificando le proprie caratteristiche per fornire prestazioni su misura; Smart Tourism per lo sviluppo di un turismo

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sostenibile ed inclusivo. L’associazione è aperta e tutti gli interessati sono invitati a parteciparvi attivamente. Possono aderire all’associazione in qualità di socio industriale, le imprese e i centri di servizi alle imprese, oppure in qualità di socio di ricerca e socio di innovazione e trasferimento tecnologico, gli enti di ricerca pubblici e privati, gli istituti degli enti di ricerca, le università e i centri servizi per il trasferimento tecnologico. Ad ottobre è previsto un nuovo incontro dei soci: chi fosse interessato e volesse aderire può contattare il Presidente dell’Associazione prof. Corradini (flavio.corradini@unicam.it).


FORMAZIONE

Q Method

Al SeePort Hotel di Ancona sbarca la scienza che studia le opinioni di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi

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na metodologia speciale per studiare le opinioni in sé, al di là delle persone che le esprimono. È il cosiddetto Q Method, nato in Inghilterra negli anni '30 dal lavoro del professor William Stevenson, lo psicologo che per primo arrivò a teorizzare il metodo. Oggi è molto usato in America per studi in molteplici discipline: si va dalla sociologia al giornalismo, dalle scienze naturali alla psicologia. Tutti quegli ambiti, insomma, in cui possono essere espresse opinioni, anche il marketing. E proprio ad Ancona, al SeePort Hotel, si è tenuta la 31esima conferenza dell'ISSSS, l’International Society for the Scientific Study of Subjectivity, che si riunisce annualmente e che quest'anno ha scelto il capoluogo dorico per la sua sessione plenaria, proprio per parlare di Q Method e degli sviluppi della sua applicazione. "Le persone non sono che portatrici di opinioni, secondo la metodologia Q", ha spiegato Raffaele Zanoli, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università Politecnica delle Marche, che ha ospitato il convegno. "Certi punti di vista rimangono al di là delle persone stesse, come le idee politiche - ha proseguito - e a differenza di altri metodi che vanno a fare sondaggi sulle persone, con il Q Method, pur dando importanza alla soggettività, lo studio si sposta sui punti di vista veri e propri. L'analisi è su questi: le persone sono viste come soggetti che passano, mentre i

punti di vista no”. Ovviamente le opinioni possono modificarsi nel tempo. “Noi dell'Università Politecnica delle Marche – ha detto Zanoli - abbiamo fatto diverse indagini: in un'occasione ci siamo concentrati sullo studio degli ambienti marini profondi, per cercare di capire come la gente li percepisce. Si arriva a fare ricerca – ha continuato - anche su temi come la campagna elettorale per l'America, per capire le opinioni diffuse delle persone, e si cerca di capire se le idee si separano da certi temi portati avanti da un determinato partito politico". Durante i quattro giorni di convegno ad Ancona sono stati presentati anche studi per la risoluzione del conflitto tra palestinesi e israeliani, ed è stato fatto un seminario per studiare come le persone si associavano a diverse idee di amore. Nei momenti iniziali, poi, si è tenuto un workshop per introdurre le persone all'uso del Metodo Q; a questa sessione è intervenuto il professor Paul Stenner per la relazione introduttiva, autore di pubblicazioni famose che spiegano come applicare questa metodologia nella ricerca. "Quest'anno mi è stato chiesto di organizzare il convegno dell’ISSSS – ha proseguito Zanoli - che una volta all'anno tradizionalmente si tiene negli Stati Uniti, poi è previsto, nello stesso anno, un altro appuntamento altrove. In Italia - ha continuato - non c'era mai stato un convegno di questo tipo, anche perché noi siamo l'unico dipartimento di ricerca nel Paese che ∂36∂


FORMAZIONE

Alcuni momenti del convegno sul Q-Method al SeePort Hotel

Il professor Raffaele Zanoli dell'Università Politecnica delle Marche

usa questa metodologia. Agli americani è piaciuto molto venire qui - ha continuato Zanoli - anche perché abbiamo fatto vedere loro Ancona e hanno apprezzato sia la location, sia la città e la Mole, dove si è svolta una parte del convegno". Circa 80 i relatori coinvolti nell'iniziativa, provenienti da diverse zone del mondo, persino dalla Corea. "La maggior parte degli studiosi oggi sono americani e inglesi - ha spiegato Zanoli - perché in quei paesi c'è una tradizione di ricerca con questo metodo legata sia alla psicologia, sia alle scienze politiche, sia alla sociologia". Come funziona in concreto l’analisi delle opinioni con il Q Method, è presto detto: inizialmente viene fatta una griglia con delle carte che contengono immagini e frasi e le persone le devono posizionare nello spazio a seconda del grado di collegamento alla

domanda fatta, che può essere: 'Sei più o meno d'accordo?'. Poi l’analisi prosegue con altri momenti di approfondimento specifici. “Generalmente si preferisce condurre questa analisi dal vivo – ha continuato Zanoli – perché l’impatto sulla persona è diverso, ovviamente, rispetto al fatto di fare il test a distanza. Questo metodo, poi, permette di essere molto aperti nell’indagine, ma anche di avere uno strumento statistico per fare una sintesi generale di quanto si è ottenuto dalla ricerca”. La Politecnica, in questi anni, ha fatto diversi studi su molteplici temi usando il Q Method, ma questo è usato molto anche nel campo del giornalismo, ad esempio nelle redazioni per decidere che linea tenere su temi controversi. Interessanti, per quanto riguarda la Politecnica e gli studi del team di Zanoli, i risultati della

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ricerca sulla disponibilità delle persone a mangiare cibi prodotti con gli insetti: “Abbiamo notato che c’erano persone più coraggiose disposte a mangiare i prodotti con insetti, anche se questi erano visibili nel piatto – ha spiegato Zanoli - mentre altre erano pronte a farlo solo se gli insetti non si vedevano”. Tanti gli ambiti di approfondimento della Politecnica, in questi anni, con l’uso del Q Method: dalle ricerche sul mare profondo a quelle sull'impatto paesaggistico del fotovoltaico, dagli studi sull'approccio all'innovazione degli agricoltori, realizzati prendendo in esame cinque paesi europei, a quelli sulla mobilità sostenibile, fatti in collaborazione con la provincia di Ancona. Un insieme ricco e variegato di ricerche, dunque, che continua ancora adesso ad arricchirsi di nuovi e importanti filoni.


LAVORO

UN MONDO CHE CAMBIA RICHIEDE NUOVE FIGURE PROFESSIONALI di Romano Mataloni Management Academy Sida Group - Area Information & Communication Technology

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LAVORO

I

n questi ultimi anni, le aziende italiane si sono trovate di fronte a importanti cambiamenti e grandi sfide, che stanno interessando a diversi livelli tanto le aziende ICT e digitali quanto quelle degli altri settori. Da un lato, i cambiamenti sono influenzati da trend che hanno coinvolto l’economia contemporanea e dei quali qualsiasi organizzazione deve tener conto: • Globalizzazione: la libera circolazione di idee, di pratiche e tecnologie e soprattutto delle persone influenza inevitabilmente il modo attraverso cui le persone (inter) dipendono e si influenzano le une con le altre • Innovazione Tecnologica: la crescita in termini di potenza, velocità di elaborazione e di storage dei dati rende possibile a livello globale la collaborazione in tempo reale. È possibile imparare, condividere e lavorare in qualsiasi parte del mondo • Mobilità: la forza lavoro è oggi più libera di spostarsi e di lavorare senza essere costretta in confini spaziali. Le organizzazioni si aspettano un maggiore apporto produttivo dalle persone anche se sono in movimento e questo comporta nuove competenze nella gestione delle priorità • Social Enterprise: le persone possono connettersi, condividere informazioni e costruire comunità online. Le organizzazioni tradizionali si trovano a dover transitare verso reti umane dinamiche, utilizzando i Social Media non solo per innovare il brand ma anche per raggiungere persone che utilizzano un ventaglio di mezzi di connessione molto diversificati • Analisi dei dati: le organizzazioni possono ora utilizzare l’analisi dei dati sia per fini predittivi che prescrittivi, grazie ai big data e software molto avanzati Dall’altro lato, le sfide sono riconducibili all’attuale contesto politico-economico italiano, caratterizzato da un mercato del lavoro che fatica a decollare

(il livello di disoccupazione è ormai al 13%), da retribuzioni tra le più basse dei Paesi Ocse (siamo al 22esimo posto sui 34 paesi dell’Ocse), dal costo del lavoro tra i più alti (in questo caso siamo al 17esimo posto) e da produttività in costante calo (-20% dal 2007). Per sopravvivere in questo contesto, le aziende italiane devono recuperare produttività e competitività, attuando processi innovativi e stando al passo con i cambiamenti, dando spazio e particolare valore alla formazione. Attraverso questo processo si possono così acquisire le competenze e le abilità che il nuovo contesto richiede. Alcuni dei pilastri della trasformazione digitale che stanno sconvolgendo il modo con cui le aziende devono operare e devono competere nei propri settori sono l’Internet delle Cose (IOT), i Big Data e la Security e la Cyber Security. Per ognuno di essi esamineremo le principali caratteristiche descrittive e le necessità nelle aziende di nuove figure e ruoli professionali. L’INTERNET DELLE COSE L’Internet of Things è il punto di contatto tra mondo fisico e mondo digitale, reso possibile attraverso l’utilizzo dell’internet technology: un’infrastruttura tecnologica globale, basata su standard e protocolli interoperabili dove gli oggetti, sia fisici che virtuali, acquisiscono attributi, identità e personalità, comunicano tra di loro e sono in grado di modificare il proprio comportamento in base all’evoluzione dell’intero ecosistema. Un ruolo abilitante lo ha avuto l’evoluzione tecnologica che ha coinvolto il mondo fisico dei sensori, componenti che sino a poco tempo fa erano, oltre che costosi, anche poco flessibili, e che sempre di più risultano invece trasversali ai più svariati ambiti applicativi (rilevazione temperature, velocità, monitoraggio ambientale, controllo infrastrutture). Anche lo sviluppo di nuove modalità di comunicazione, non più basate esclusivamente su rete cellulare ma, ad esempio, su tecnologie short range o power line sta iniziando ad abilitare una serie di servizi più ampi abbattendo i costi di tecnologia e integrazione. Altro elemento che permetterà la

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crescita del mondo Internet of Things è rappresentato da piattaforme applicative pervasive in grado di integrare il mondo fisico di oggetti, sensori, tag, device, di gestirlo raccogliendo dati ed inviando indicazioni di comportamento ed aggregando le informazioni secondo le necessità del cliente, oggi prevalentemente B2B ma un domani, probabilmente, anche un consumatore finale. Le piattaforme saranno sempre più abilitate dal Cloud Computing e beneficeranno di motori potenti per l’analisi dei Big Data. Alla luce di queste evoluzioni già in parte concretizzate, l’Internet of Things risulta ancora in uno stadio di sviluppo embrionale, ben distante da quel paradigma del “tutto interconnesso” che vedrà 100 miliardi di device comunicanti tra loro nel 2025. A livello mondiale, gli ambiti applicativi prevalenti dell’Internet of Things sono l’automotive (con servizi sullo stato dell’auto, del traffico e soprattutto di tipo assicurativo), il transportation e la logistica, la security e lo smart grid elettrico, mentre tra qualche anno dovrebbero essere abilitate vere e proprie soluzioni di smart cities e anche l’health, oltre all’internet industrial (elettrodomestici bianchi soprattutto). I prodotti intelligenti interconnessi obbligheranno le aziende a ripensare praticamente tutto quello che fanno: da come concepiscono, progettano e predispongono i prodotti a come li producono, li fanno funzionare e li riparano. Vediamo alcuni settori aziendali che saranno fortemente influenzati da questa nuova forma tecnologica e che richiederanno nuove competenze. Risorse umane - I prodotti intelligenti interconnessi creano nuove sfide importanti per la funzione risorse umane. La più pressante è l'esigenza di acquisire nuove competenze, molte delle quali sono particolarmente richieste. L’engineering, popolato tradizionalmente da ingegneri meccanici, deve acquisire specialisti di sviluppo software, ingegneria dei sistemi, cloud di prodotto, analitica dei big data e altro ancora. Progettazione - I prodotti intelligenti


LAVORO interconnessi richiedono tutta una serie di nuovi principi di progettazione, modelli che consentono la personalizzazione attraverso la standardizzazione dell’ hardware ma con una customizzazione basata sul software e che incorporano la capacità di supportare continui miglioramenti del prodotto e che facilitano un'assistenza preventiva, più efficace o a distanza. L’expertise nell'engineering dei sistemi e nello sviluppo agile del software è essenziale per integrare l'hardware, l'elettronica, il software, il sistema operativo e i componenti di connettività di un prodotto - un'expertise che non è ben sviluppata in molte aziende di produzione. Anche i processi di sviluppo dei prodotti dovranno incorporare rapidamente ed efficientemente più modifiche nella fase finale e dopo l'acquisto. Le aziende dovranno sincronizzare le diversissime "velocità" di sviluppo dell'hardware e del software. Servizi post-vendita - I prodotti intelligenti interconnessi offrono grossi miglioramenti nella manuten-zione preventiva e nella produttività dell'assistenza. Occorrono nuove strutture organizzative di servizio e nuovi processi di fornitura per sfruttare dati sul prodotto che rivelano problemi attuali e futuri e permettono alle aziende di effettuare riparazioni tempestive. I dati in tempo reale sull'utilizzo e sulla performance dei prodotti consentono forti riduzioni nei costi di dislocazione degli addetti all'assistenza e grosse efficienze nel controllo delle scorte di pezzi di ricambio. I segnali precoci di rottura di parti o componenti possono ridurre i guasti e favorire una programmazione più efficiente dell'assistenza. I dati sull'utilizzo e sulla performance dei prodotti possono fornire indicazioni preziose per la progettazione dei prodotti stessi, aiutando così le aziende a ridurre i guasti e gli interventi di assistenza. I dati sull'utilizzo dei prodotti si possono usare anche per validare le richieste di applicazione della garanzia e identificare eventuali abusi. I dati sull'utilizzo dei prodotti consentono inoltre alle aziende di migliorare la "progettazione dell'assistenza" - ossia di ridurre la complessità o l 'impiego di componenti soggetti a guasti per

semplificare le riparazioni. Tutte queste opportunità modificano drasticamente le attività di assistenza nella catena del valore. Marketing - I prodotti intelligenti interconnessi per¬mettono alle aziende di costituire nuove relazioni con i clienti, relazioni che richiedono nuove pratiche e nuove competenze di marketing. Man mano che accumulano e analizzano dati sull'utilizzo dei prodotti, le imprese acquisiscono nuove indicazione su come i prodotti creano valore per i clienti, il che favorisce un miglior posizionamento delle offerte e una comuni¬cazione più efficace del valore del prodotto ai clienti. Usando strumenti di analitica dei dati, le aziende possono segmentare i propri mercati in modo più sofisticato, tagliare su misura combinazioni tra prodotti e servizi che generano più valore per ciascun segmento e prezzarle in modo da acquisire una quota maggiore di quel valore. Sicurezza - I prodotti intelligenti interconnessi creano l'esigenza di massimizzare i sistemi di sicurezza per proteggere i dati che fluiscono verso, da e tra i prodotti; proteggere i prodotti dall'uso non autorizzato. Ciò richiederà nuovi processi di autenticazione, l'archiviazione sicura dei dati sul prodotto , meccanismi di protezione contro gli hacker sia per i dati sul prodotto sia per i dati sui clienti, la definizione e il controllo dei privilegi di accesso e la difesa dei prodotti stessi dagli hacker e dall'uso non autorizzato. BIG DATA Quando si parla di “Big Data” si fa comunemente riferimento all’esplosione di dati e informazioni che la rivoluzione digitale ha portato negli ultimi anni: grandi volumi di dati, varietà di fonti e formati, alta velocità di raccolta, di analisi e distribuzione. É significativo evidenziare come circa il 90% dei dati mondiali sia stato creato negli ultimi due anni e che, nel 2020, la quantità di dati memorizzati potrebbe essere 50 volte maggiore rispetto a quella del 2001. I driver che hanno alimentato questa crescita esponenziale

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di dati e di informazioni sono: • la crescente diffusione di dispositivi mobili, Smartphone e Tablet, sia in ambito Consumer che in ambito Enterprise • l’esplosione del web e Social Media, che mettono a disposizione una quantità enorme di informazioni sui profili, le abitudini e i comportamenti degli utenti • la crescita dell’e-Commerce, che genera miliardi di transazioni online al giorno • il fenomeno dell’Internet of Things, con la crescente proliferazione di oggetti e dispositivi connessi tramite sensori e sistemi Machine-to-machine La realtà dimostra come i dati all’interno delle aziende/enti sono largamente sottoutilizzati, anche perché gli ecosistemi di dati sono complessi e spesso strutturati a silos non comunicanti. In questo scenario, giocheranno un ruolo sempre più competitivo i sistemi di Business Analytics, mirati ad analisi predittive e what if dei dati. L’utilizzo di soluzioni di Business Analytics nelle aziende italiane è ancora in fase iniziale e attualmente rintracciabile esclusivamente in alcuni settori che producono e gestiscono grandi volumi di dati e presentano una maggiore focalizzazione su scenari evolutivi e predittivi, come il Finance, le Telecomunicazioni, le Utilities e le aziende Web native (ad esempio gli e-Commerce). Il data scientist - Il data scientist, con le sue capacità di analizzare e interpretare dati, diviene così sempre più una figura professionale centrale e quindi richiesta nel mondo aziendale. Su una cosa tutti gli analisti concordano: uno dei problemi dei prossimi decenni sarà il gap tra la scarsa offerta e l’abbondante domanda di data scientist. Sempre di più le aziende sono consapevoli di potere acquisire vantaggi competitivi dai dati che per il momento sono solo memorizzati (per esigenze di processo), ma non realmente analizzati. Per esempio, tutti i dati prodotti dalla sensoristica delle nostre automobili, sono in massima parte analizzati solo dopo il guasto dalla apparecchiatura di diagnostica del meccanico. Una loro analisi base di routine, per tutte le auto


LAVORO dello stesso modello, potrebbe portare enormi benefici nell’aumentare la sicurezza e la affidabilità dei mezzi. Diverse case produttrici cominciano a muoversi in questa direzione con l’obiettivo ideale di individuare la difettosità prima ancora che l’auto esca dalla stessa fabbrica. Il data scientist è un professionista ed è il portatore di una serie di competenze che permettono alle aziende non solo di sfruttare i dati disponibili per generare vantaggio competitivo, ma anche di creare nuovi modelli di business. Ecco alcuni esempi: • Capacità di comprendere l’origine, e le possibili distorsioni insite in essa, dei dati che analizza; • Capacità di analizzare il flusso informatico di provenienza dei dati: conoscere le tecnologie, i loro limiti prestazionali e i vantaggi dell’una sull’altra; • Capacità di identificare problemi di business che possono essere meglio indirizzati grazie all’analisi dei dati; • Capacità di analizzare i dati con metodi scientificamente provati: Statistica, Data Mining, Ricerca Operativa; • Capacità di comunicare con chiarezza al top management i risultati e le raccomandazioni di business conseguenti, • Capacità di ideare applicazioni automatizzate, che analizzano e suggeriscono le decisioni in ambienti complessi. Certamente ogni data scientist avrà maggiori abilità in alcuni di questi campi e minori in altri, ma deve evidentemente avere la consapevolezza che tutti questi aspetti sono parte della sua professione, combinati con un’attitudine di fondo fatta curiosità e creatività nel problem solving basato sull’analisi dei fatti. Fino a un recente passato, i data scientist si sono formati sostanzialmente in modo autonomo, empiricamente, risolvendo problemi sempre più complessi. Sono il frutto della combinazione, talvolta casuale, tra le attitudini, gli studi individuali e le opportunità aziendali, senza un percoso di formazione e di crescita ben preciso. Security e Cyber Security Negli ultimi anni, il numero di attacchi contro i sistemi informativi è aumenta-

to costantemente e drammaticamente in Europa come nel resto del mondo; su scala mondiale si stimano perdite per centinaia di miliardi di dollari, derivanti dal cosiddetto cybercrime ai danni di individui, aziende, istituti finanziari ed Enti pubblici. Il “Datagate” ha messo ancora più in luce la necessità, almeno in ambito europeo, di una riforma comunitaria delle normative che porti gli Stati membri ad adottare un codice unico di sicurezza volto a proteggere cittadini, aziende ed Enti. Alla luce di questo scenario l’Unione Europea ha intrapreso, nel corso dell’ultimo biennio, una serie di iniziative volte a rivedere e rafforzare da un lato l’impianto normativo relativo alla gestione dei dati e delle informazioni digitali, dall’altro, tramite la creazione di appositi istituiti, la lotta al cybercrime. Oggi, come non mai in passato, aziende private ed Enti pubblici si trovano ad operare in un contesto in cui il perimetro aziendale e, di conseguenza, quello dei sistemi informativi, si sta ampliando, ponendo le organizzazioni di fronte alla necessità di ripensare la propria strategia in materia di sicurezza e controllo degli accessi al fine di garantire protezione e tracciabilità di dati e informazioni. Il panorama della sicurezza informatica è caratterizzato da una serie di minacce ampia e variegata, su cui le aziende devono agire a 360°, al fine di contrastare: • frodi informatiche • perdita di dati ed informazioni aziendali • furto di personalità/identità • furto di dati ed informazioni aziendali I fenomeni da contrastare non sono più, come in passato, volti solo a danneggiare le aziende bloccandone l’operatività, ma sempre più i reati informatici vedono l’utilizzo di strumenti volti a sottrarre quanto di più prezioso le aziende hanno, cioè dati e informazioni. Nonostante la maggior parte delle aziende, in particolare quelle di medie e grandi dimensioni, siano oggi consapevoli dei pericoli derivanti da una non corretta

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gestione della sicurezza informatica, l’evoluzione e la trasformazione verso un ambiente informatico “sicuro” è ostacolata da vari fattori che frenano l’adozione delle corrette misure di difesa. Una figura che quindi sarà particolarmente richiesta dal mondo del lavoro sarà il Security manager, che avrà la responsabilità di gestire la politica delle sicurezza in merito al sistema delle informazioni. Politica delle sicurezza che si articolerà su tre percorsi ovvero la sicurezza logica, fisica ed organizzativa. La sicurezza logica si dovrà occupare di definire tutti gli aspetti tecnici e tecnologici. La sicurezza fisica si riferisce a tutto ciò che riguarda accessi al sistema delle informazioni e alle infrastrutture preventive da adottare in termini di antincendio, antiallagamento, antiintrusione. La sicurezza organizzativa riguarda invece tutte le policy descrittive che indicano alla organizzazione quali debbano essere le accortezze da adottare e soprattutto i doveri che ogni singolo dipendente deve assolvere nell’assolvimento delle proprie mansioni.


LAVORO

L'IMPRESA, ROBA DA RAGAZZI

Un nuovo rapporto del Global Entrepreneurship Monitor, Gem, rivela che i giovani tra i 18 e i 34 anni hanno un più spiccato spirito imprenditoriale rispetto agli adulti a cura di Ilary Bottini, Agenzia Noir du Blanc

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ufficiale. I giovani sono più dinamici e dimostrano una maggiore volontà imprenditoriale rispetto agli adulti. Secondo il nuovo rapporto “Future Potential – a Gem perspective on youth entrepreneurship 2015” pubblicato il mese scorso dal Global Entrepreneurship Monitor (Gem), i giovani, considerati come gruppo, mostrano livelli significativamente più elevati di volontà imprenditoriale rispetto agli adulti. In tutte e cinque le zone del mondo prese in considerazione, i giovani tra i 18 e i 34

anni hanno 1,6 volte più di probabilità di voler avviare un business in giovane età rispetto a quando sono adulti. Il rapporto ha analizzato i dati raccolti dal 2012 al 2014 e mette in evidenza i diversi motori che spingono i giovani imprenditori e gli elementi che influiscono sul loro successo (o il loro fallimento) in cinque zone geografiche: l’Africa sub-sahariana (Ssa); Medio Oriente e Nord Africa (Mena); Asia meridionale e orientale (S&ea); America Latina e Caraibi (Alc) e i paesi di cultura europea (Ecc). ∂42∂


LAVORO

Mike Herrington, direttore esecutivo di Gem, spiega le ragioni del focus del rapporto sulla gioventù: “La carenza di opportunità di lavoro, soprattutto tra i giovani, è un grave problema in tutto il mondo. Questa è stata esacerbata dalla crisi finanziaria e dalla recessione economica globale. La promozione dell'attività imprenditoriale tra i giovani è vista come una strategia di sviluppo fondamentale per integrarli nel mercato del lavoro e sfruttare al meglio il loro potenziale per contribuire allo sviluppo economico sostenibile”. Tuttavia, un ostacolo importante per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile è la mancanza di dati affidabili e analisi aggiornate. Il rapporto Gem colma questa lacuna, e permette di approfondire le pratiche imprenditoriali dei giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, tenendo in considerazione tre variabili principali: le differenze intergenerazionali, le differenze di genere e le differenze geografiche. Caratteristiche dei giovani imprenditori Secondo Thomas Schøtt, Professore presso il dipartimento di Entrepreneurship and Relationship Management dell’Università della Danimarca del Sud e autore principale del rapporto, mentre i giovani in tutte le zone geografiche si sono dimostrati in generale più attivi nell’avviare nuove attività rispetto agli adulti, la ricerca ha scoperto che non tutte le imprese create da giovani sono in grado di generare un numero significativo di posti di lavoro (il 73% dei business gestiti da giovani sotto i 24 anni di età

sono imprese individuali). I giovani hanno anche meno probabilità di dirigere le imprese che sono sopravvissute più di tre anni e mezzo, mentre gli adulti di più di 34 anni hanno 1,7 volte più di probabilità di dirigere imprese mature. I giovani di sesso maschile hanno inoltre 1,3 volte più di probabilità delle giovani donne di avviare un’impresa e 1,6 volte più di probabilità di dirigere imprese mature. Gli uomini hanno anche il doppio delle probabilità di offrire posti di lavoro a più di cinque persone rispetto alle imprese controllate da giovani donne. Il rapporto mostra anche variazioni significative rispetto alle intenzione imprenditoriali nelle diverse zone geografiche: i giovani in Africa sub-sahariana sono molto più propensi a esprimere l'intenzione di avviare un business (52%) e hanno molte più probabilità di aprire realmente un business (28%) rispetto ai giovani nei paesi di cultura europea. Solo il 19% dei giovani dei paesi di cultura europea esprimono intenzioni imprenditoriali e solo l'8% sono effettivamente impegnati in un'attività imprenditoriale (misurata come percentuale della popolazione adulta). Thomas Schøtt spiega che trovare modi per rendere le imprese giovanili più sostenibili e individuare e sostenere aziende a alto potenziale e che creano posti di lavoro in contesti diversi è un messaggio centrale della ricerca di Gem: "Dobbiamo trovare il modo di capitalizzare sulla motivazione dei giovani desiderosi di avviare nuove imprese ma che non dispongono delle competenze e del network per farlo con successo".

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Cosa aiuta e cosa ostacola i giovani imprenditori? Negli ultimi 16 anni la ricerca di Gem ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere la comprensione della diversità imprenditoriale in tutto il mondo e contribuire a individuare strategie adeguate a sostenere e rendere possibile l’imprenditoria in contesti diversi. Uno dei risultati più importanti che emergere è che esiste un forte legame tra istruzione in generale e training specifico per l’avvio di un'impresa e comportamento imprenditoriale. Questa ricerca dimostra quindi che i giovani in tutte le zone geografiche analizzate hanno più probabilità degli adulti di essere educati. Le formazioni specifiche sull'imprenditoria nelle scuole sono raddoppiate da una generazione a quella successiva. Tuttavia, il rapporto conclude che c'è ancora molto da fare per creare un ecosistema favorevole per i giovani imprenditori a livello globale, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e alle infrastrutture tecnologiche. I dati mostrano che, per esempio, con l'eccezione della regione Ecc (paesi di cultura europea), e in una certa misura nella regione Mena, Internet è sottoutilizzato nel commercio, con appena il 16% dei giovani in Africa sub-sahariana che vendono prodotti o servizi on-line. “Adeguate politiche e programmi di sostegno all'imprenditoria aiuteranno a concretizzare le intenzioni dei giovani, che stanno attualmente sostenendo il peso maggiore di un'economia globale stagnante”, conclude Mike Herrington.


CONSULENZA

RC AUTO

Assicurazione auto, l'indagine di SosTariffe.it: ad Ancona la polizza più alta, quasi come Napoli Macerata è la più cara, Urbino la più conveniente: è l'analisi del sito che mette a confronto le Rc auto in ogni regione di Stefano Strano

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c auto ancora piuttosto salata nelle Marche, seppur meno della media nazionale. E' quanto emerge dall'indagine di SosTariffe.it, il sito di comparazione sulle telecomunicazioni, utilities, prodotti finanziari e assicurativi. Secondo il suo osservatorio, che nei capoluoghi di provincia marchigiani ha analizzato i costi per assicurare una tra le auto più diffuse (una Fiat Panda, la macchina più venduta nel 2014) e per un profilo di assicurato tra i più comuni (un uomo di 40 anni con prima classe di merito, senza incidenti negli ultimi 5 anni), mediamente, in regione la spesa più bassa per assicurare l’auto è di 290,78 euro mentre l'offerta meno conve-

niente è di 951,75 euro. A Macerata, in media, si paga l'assicurazione più cara: qui il premio parte dai 316 euro e il preventivo più alto arriva fino a 1.069,50 euro, mentre il risparmio è di quasi il 70,5% grazie al confronto online. A Urbino, invece, si riesce a risparmiare quasi 56 euro sulla polizza base più alta, calcolata a Macerata: nella città feltresca, infatti, il preventivo più basso è di 261,06 euro, ed è anche il più conveniente nelle Marche, mentre quello più alto ammonta a 865 euro. Ad Ancona si registra il preventivo più

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CONSULENZA

alto in regione: 1.179, 50 euro, una cifra considerevole, se si pensa che con meno di cento euro in più (1.264 euro) si assicura un'auto contro atti vandalici nella città di Napoli. Ad incidere sull’andamento dei prezzi per le Rc auto ci sono diversi elementi che le compagnie valutano per l’elaborazione dei preventivi tra cui, quello più determinante, l’indice di lesività, ovvero i feriti in incidenti stradali rispetto al totale degli incidenti. Nelle Marche questo valore è diminuito dell’1,1% in 12 anni: l’aumento maggiore è ad Ancona che segna un 3% in più.

euro in valore assoluto e -6,9% in valore percentuale). Continua quindi la flessione dei prezzi Rc auto avviatasi già dalla fine del 2012”

Nelle Marche, comunque, l'assicurazione è meno cara, rispetto alla media nazionale: in base all'ultima pubblicazione (settembre 2015) Ania Trends dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), si legge che “nel mese di luglio la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra Ue è stata pari a 8,1 miliardi euro, registrando, per il secondo mese consecutivo, un calo rispetto allo stesso mese del 2014 (-16,4%). Da gennaio i nuovi premi vita emessi hanno raggiunto 61,8 miliardi (+10,5% rispetto a luglio 2014). Secondo i dati dell’indagine Ania relativa all’andamento del premio medio effettivamente pagato dagli assicurati per la copertura Rc auto, risulta che, per il totale dei contratti, il prezzo medio della copertura prima delle tasse è diminuito, tra giugno 2014 e giugno 2015, da 399 a 372 euro (27

Il governo, ad ogni modo, ha inserito misure che, auspicabilmente, potrebbero abbassare il costo dell'assicurazione. Già con il decreto legge 1/2012 (“Crescitalia”) l'esecutivo ha introdotto novità nel campo delle assicurazioni Rc auto, tra cui l'eliminazione del cartaceo nelle documentazioni assicurative già in atto dal 1 Giugno 2015: il servizio sarà gestito prevalentemente online e l'attestato di rischio non sarà più recapitato per posta, ma sarà solo ed esclusivamente in un formato informatizzato già a disposizione delle compagnie assicurative attraverso il portale dell'Ania. Questa semplificazione burocratica, dovrebbe portare maggiore trasparenza nella documentazione online e una diminuzione del costo delle polizze Rc auto.

Dalla parte dei consumatori, però, l'associazione Adoc, denuncia che l’assicurazione auto è la spesa più gravosa per gli automobilisti italiani: in media del 42,9% in più rispetto a Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Svezia. In Italia spendiamo 50 euro al mese, secondo l’Adoc, per l’Rc auto, mentre in media gli altri spendono 35 euro.

Con il disegno di legge “Concorrenza”, all'esame in Parlamento, è previsto ∂45∂

l'obbligo per le compagnie di praticare sconti significativi in presenza di una serie di parametri, tra i quali l'installazione della scatola nera nell'auto (a spese della compagnia assicurativa) o nel caso in cui l'assicurato accetti clausole per ridurre i costi o contrastare le frodi, come l'installazione di misuratori del tasso alcolemico. E sono contemplate multe più salate per le assicurazioni che negano o eludono gli obblighi a sottoscrivere e a rinnovare una polizza (fino a 15.000 euro) e per quelle che non applicano gli sconti obbligatori (fino a 40.000 euro). Inoltre nel testo è contenuta una modifica che intende porre fine alle differenze territoriali delle polizze assicurative: gli automobilisti o i guidatori che non hanno incidenti da 5 anni, con scatola nera installata a bordo, e che vivono nelle aree dove la loro polizza assicurativa è più alta della media, potranno avere uno sconto in linea con la polizza media delle altre regioni. SosTariffe.it è un portale particolarmente affidabile per il risparmio sulle tariffe, “eletto quattro volte di seguito sito web dell'anno” in questo ambito, che può contare “oltre un milione di utenti, ogni mese”: “opera sotto la vigilanza dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) e offre servizi sempre gratuiti, imparziali e rispettando secondo le direttive del Garante della privacy”, su Adsl, internet mobile, telefonia mobile, luce e gas, conti corrente online, assicurazioni auto e moto, prestiti e pay tv.


CONSULENZA

IL PIANO INDUSTRIALE Uno strumento per far evolvere la mente verso una visione aziendale di medio/ lungo periodo

di Michele Sasso Management Academy Sida Group - Advisor Area Corporate Finance

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l mondo aziendale italiano, quattro milioni di unità, è fatto per il 97% di piccole e medie imprese, di cui 3,5 milioni di aziende gestiscono quotidianamente le incombenze di breve periodo, che sono dettate dall’urgenza delle consegne, dal rispetto dei livelli qualitativi, dai volumi di fatturato e dalle esigenze finanziarie. Una porzione del tempo lo dedicano al prodotto, al miglioramento dei processi, a trovare economicità e riduzione degli sprechi. Il cervello dell’imprenditore e dei principali attori dell’azienda è concentrato sul breve periodo e un po’ sul medio; si lascia la soluzione di cosa accadrà nel futuro alla dinamica degli eventi e alla intuizione delle opportunità che si andranno a configurare. Una mentalità che lascia tutto il regolamento del processo aziendale all’automatismo e alla ripetitività quotidiana. Poco tempo viene riservato alle domande: chi sono, dove sto andando e dove voglio

andare, quale il futuro della mia azienda, del mio modo di operare? Il contesto in cui l’azienda è inserita sta cambiando in termini estremamente veloci. Il cambiamento genera nuove opportunità ma anche nuovi rischi. Per prevenire eventuali cadute e cogliere le nuove opportunità bisogna che gli imprenditori allunghino in termini spaziali e temporali la loro visione, cercando di individuare quale sarà o vorrà essere il ruolo dell’azienda che governano in questo futuro contesto. Questo tipo di mentalità, oggi, è diventata una necessità, condizionata dall’esigenza prima di sopravvivenza, poi di crescita. Da qui la necessità di porsi su un percorso di pianificazione di medio lungo periodo. Dove si prenda coscienza di chi siamo e dove vogliamo andare, di quale è la nostra posizione nel mercato e quale sarà il rapporto con gli altri concorrenti; da ciò ∂46∂

viene conseguente fissarsi degli obiettivi in funzione degli scenari che spontaneamente si andranno a configurare. Enucleati gli obiettivi, diventerà automatica e immediata la necessità di formare una o più strategie. Formulate le ipotesi strategiche, si inizierà a pensare alle risorse umane e finanziarie disponibili per la realizzazione di questi obiettivi. Seguirà la verifica della fattibilità economica e finanziaria dei vari progetti strategici. Prevenire e organizzarsi per tempo consente di far in modo che ciò che si pensa possa realizzarsi con maggiore probabilità. Lo strumento per accedere, orientare, organizzare questo nuovo processo mentale e il piano industriale. L’intervento di un consulente esperto può facilitare il processo di inizializzazione, di implementazione e di controllo che lo strumento venga istituzionalizzato, ricoprendo il ruolo di coach.


CONSULENZA

SIDA ADVISOR, compagno per lo sviluppo della finanza innovativa in azienda Il progetto MaG.NuS

di Michele Sasso Management Academy Sida Group - Advisor Area Corporate Finance

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e aziende dovranno velocemente prendere confidenza con nuovi strumenti e fonti per approvvigionare le risorse finanziarie necessarie per dare copertura agli impieghi, sia quelli consolidati, sia quelli da intraprendere, necessari per sostenere la sopravvivenza e sempre più la crescita. Tale orientamento è chiaro nelle politiche internazionali e segnatamente italiane, il ministero dello Sviluppo Economico Mise, sta operando, infatti, in modo attivo e con insistenza nella creazione e potenziamento di fonti e strumenti affinché le aziende possano trovare nella finanza alternativa e innovativa un reale supporto ai processi di ripresa e crescita, consapevole che l’approccio Bancocentrico non è più sufficiente, in termini di vincoli sistemici e di cambiamento, ad assolvere da solo la funzione di sostegno e spinta all’economia reale. La Sida Group è stata accreditata sul mercato dei capitali rientrando a far parte di un ristrettissimo circolo di Advisor che si distinguono per l’esperienza e l’avanguardia mostrata nella gestione dei percorsi di affiancamento aziendale diventando così membro dei Partners Equity Markets di Borsa Italiana. A tal riguardo si è ritenuto di sviluppare e potenziare gli sforzi dedicati a questo nuovo corso, per svolgere un ruolo attivo e funzionale nel campo della dimensione

finanziaria d’impresa, definendo così un servizio di assistenza ad hoc: il Progetto MaG.NuS. Esso consiste in un percorso completo di affiancamento aziendale con approccio innovativo, che ha come obiettivo quello di strutturare e ampliare il business aziendale di quelle realtà che mostrano grande potenziale inespresso e non riescono allo stato attuale ad attrarre finanza per sostenere la propria crescita. MaG.NuS interviene in questa delicata fase quando si è ad un bivio con scelte opposte, tra sopravvivere o strutturarsi crescendo; una crescita di cultura, strategica ed economica, ampliando margini e volumi, espandendo l’EBITDA, ovvero quel driver che è sempre di più espressione del saper “stare” sul mercato ed essere finanziabili. Un percorso attraverso il quale ci si interfaccia con un mercato finanziario che valuti i progetti e sempre meno i capitali posseduti, una finanza più strutturata che tiene conto delle nuove opportunità che la finanza innovativa/alternativa sta offrendo, e sempre più offrirà, alle aziende pronte a fare questo salto di mentalità. Il progetto MaG.NuS di crescita programmata, si svolge in un periodo di 6/18 mesi e trova il suo campo in ambito strategico, finanziario, organizzativo. Il programma consentirà a aziende di relazionarsi con nuove fonti finanziarie e

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utilizzare nuovi e/o più consoni strumenti di approvvigionamento offerti dal nuovo contesto del mercato dei capitali. Le fasi del percorso sono: a. Diagnosi aziendale, economica, finanziaria, societaria e di governance; b. Informazione e formazione delle risorse che dovranno contribuire alla crescita aziendale; c. Analisi e confronto con altre realtà operanti nel settore di appartenenza dell’azienda, dirette a valutare il posizionamento aziendale e la strategia più consona da adottare in relazione al rapporto azienda/ contesto attuale e prospettico; d. Elaborazione di un progetto aziendale, piano industriale da sviluppare con la stretta partecipazione degli attori aziendali; e. Supporto alla realizzazione del progetto. Quanti avranno interesse ad avvalersi di questo processo troveranno nella competenza, nelle relazioni e nell’efficacia operativa, un valido e funzionale partner capace di implementare le attività necessarie per il raggiungimento degli obiettivi. Un partner che accorcia le distanze tra due mondi, quello industriale delle PMI e quello della finanza degli investitori specializzati e che vuole traghettare le aziende verso nuovi orizzonti di crescita.


CONSULENZA

Credito d’Imposta: fonte di sostegno agli investimenti in R&S e strumento contributivo attuabile fin dal 1 gennaio 2015 di Raffaele Sansone Management Accademy Sidagroup - Area Fiscale Societaria

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stato recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (GU n. 174 del 29-07-2015), il decreto di attuazione che rende operativa la nuova disciplina sul credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo, introdotta dalla Legge di Stabilità 2015. Il decreto era molto atteso dalle aziende che investono in attività di R&S, questo provvedimento permetterà loro, a partire dall’anno in corso, di liberare risorse finanziarie che in molti casi verranno reinvestite proprio per la ricerca, attraverso nuove assunzioni di personale qualificato e collaborazioni con start-up innovative ed enti di ricerca, dando ulteriore impulso allo sviluppo delle start-up innovative e slancio alle collaborazioni tra impresa ed università. Si tratta di una misura, che permetterà di usufruire di un credito d’imposta fino ad un massimo di 5 milioni di euro, che opererà per il quinquennio 2015-2019, la misura riguarderà tutte le imprese, con particolari benefici per le PMI, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano nonché dal regime contabile adottato, che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo. Il credito d’imposta spetterà per le spese che l’azienda ha sostenuto nell’anno, per attività di R&S, per la quota incrementale rispetto alla media

del triennio 2012-2014. Il credito d’imposta spetterà nella misura del 50%, per: • spese per personale dipendente o in rapporto di collaborazione con l’impresa, compresi professionisti, impiegati nelle attività di ricerca, in possesso di un titolo di dottore di ricerca, ovvero iscritto ad un ciclo di dottorato presso una università italiana o estera, ovvero in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico; • spese relative a contratti di ricerca stipulati con start-up innovative, università, enti di ricerca e organismi equiparati. Nella misura del 25% per: • quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio, in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l’attività’ di ricerca e sviluppo e comunque con un costo unitario non inferiore a 2.000 euro; • competenze tecniche e privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, anche acquisite da fonti esterne. • Le spese in R&S rendicontate dovran-

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no essere supportate da apposita documentazione contabile, certificata dal soggetto incaricato della revisione legale o dal collegio sindacale o da un professionista iscritto nel registro dei revisori legali. Per usufruire del credito d’imposta, bisognerà riportarlo nella dichiarazione dei redditi (modello Unico), relativo al periodo d’imposta nel quale è maturato e potrà essere usato in compensazione per il pagamento di imposte e contributi. Sono al vaglio del ministero dello sviluppo economico e del ministero dell’economia due interventi sulla misura, al fine di potenziarla, la prima riguarda l’importo massimo del credito d’imposta, innalzandolo dai 5 milioni attualmente previsti, fino a 10 o 15 milioni di euro, l’altra modifica al vaglio dei ministeri è quella di eliminare per alcune voci di spesa il criterio della spesa incrementale. Una limitazione, quest’ultima, contestata soprattutto da quelle aziende che hanno sempre investito in ricerca e sviluppo a prescindere dai benefici fiscali e dalle crisi economiche, l’idea è quella di calcolare le spese “extra muros”, ovvero, quelle commissionate dall’azienda a soggetti esterni, sul volume intero e non solo sull’incrementale rispetto al triennio 2012-2014.


CONSULENZA

Invitalia, fondo centrale di garanzia & crowdfunding: istituzioni e strumenti a sostegno dell’imprenditorialità di Fiammetta Giurato Management Academy Sida Group - Area Corporate Finance

L

’attività finanziaria, tradizionalmente intesa come ricerca di fonti di finanziamento per l’avvio di nuovi progetti imprenditoriali, trova nella finanza “innovativa” un valore aggiunto. In questo modo, è possibile beneficiare di vantaggi, che i canali tradizionali difficilmente offrirebbero attraverso condizioni più convenienti rispetto a quelle legate alle ordinarie modalità di finanziamento. A tal fine, sorgono a sostegno istituzioni come Invitalia ed il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Invitalia è l’agenzia nazionale pensata per l’attuazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, istituita dal dicastero dell’Economia e Finanze. Attualmente, le misure agevolative previste e gestite attraverso di essa, sono fra le principali forme finanziarie a sostegno delle iniziative imprenditoriali che vengono intraprese da giovani e, in generale, da quei soggetti in cerca di un’occupazione che desiderano mettersi in proprio. Nella prima metà del 2015, è stato istituito un bando grazie al quale, le realtà imprenditoriali intente a investire nei contratti di sviluppo potranno fruire dei finanziamenti disposti dal MISE. Il budget stanziato ammonta a 250 milioni di euro. Le risorse raccolte dal Governo verranno distribuite per l’80% al Sud, mentre il restate 20% riguarderà il Centro-Nord Italia. La realizzazione dei programmi di sviluppo coinvolge diversi ambiti produttivi (industriali, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, tutela ambientale e

turismo). La concessione delle agevolazioni può assumere forme differenti: finanziamento agevolato; contributo in conto interessi; contributo in conto impianti; contributo alla spesa. Altro organismo è il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Esso sorge in risposta al fatto che, non solo è diminuita la quota di credito erogata dalle banche alle imprese, ma la stessa sembra altresì mal distribuita rispetto ai loro fabbisogni. Infatti, se per un numero elevato di PMI, i livelli del credito bancario risultano particolarmente elevati (attorno all’80-90%), per altre imprese, presumibilmente caratterizzate da una maggiore dimensione e una minore rischiosità, le linee accordate risultano superiori rispetto all’effettivo utilizzo. L’aumento del rischio di credito, acuito dal protrarsi della crisi economica e finanziaria, ha determinato nel nostro paese un innalzamento della quota di prestiti assistiti da garanzie. In tal senso, si evidenzia che ad essere aumentate sono soprattutto le garanzie reali e quelle fornite da soggetti che gestiscono risorse pubbliche, che offrono agli intermediari una maggiore possibilità di recupero del credito in caso di insolvenza. Sorge così l’esigenza per molte imprese di rivolgersi a banche, società di leasing e altri intermediari finanziari come i Confidi, per usufruire di garanzie rilasciate dal Fondo. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e cliente. Tassi di interesse, condizioni di rimborso, ecc… sono lasciati alla

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contrattazione tra le parti. Considerando quello che è il tessuto imprenditoriale italiano, in assenza della garanzia la maggior parte delle imprese non otterrebbe alcun finanziamento. Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. è stato istituito con Legge n. 662/1996 (art. 2, comma 100, A) ed è operativo dal 2000. La sua finalità è favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle PMI mediante la concessione di una garanzia o di una controgaranzia pubblica che si affianca e si sostituisce alle garanzie reali prestate dalle imprese. Rivolgendosi al Fondo Centrale di Garanzia, pertanto, l’impresa non ha un contributo in denaro, ma ha la concreta possibilità di ottenere dei finanziamenti senza garanzie aggiuntive sugli importi garantiti dal fondo. Il meccanismo di finanziamento del Fondo genera un importante effetto leva in grado di agire da moltiplicatore delle risorse pubbliche, per cui risulta essere uno strumento di politica industriale efficace che presenta un rapporto costi-benefici superiore a qualsiasi altra agevolazione: secondo le stime di Italia Confidi con 1 euro di dotazione del Fondo, al sistema imprenditoriale arrivano 16 euro. È, inoltre, un fondo rotativo che si alimenta autonomamente per effetto del graduale rimborso dei finanziamenti ed è così in grado di garantire un numero elevato di imprese. Essendo il tasso di default pari a circa il 2% del totale delle operazioni, la maggior parte dei fondi destinati alla copertura della garanzia


CONSULENZA rientrano e possono essere messi a disposizione di altre imprese. I soggetti beneficiari finali sono rappresentati dalle PMI (così come definite dalla normativa europea), economicamente e finanziariamente sane e appartenenti a qualsiasi settore, ad esclusione dei settori ritenuti sensibili dall’Unione Europea. A seconda della natura del soggetto che si rivolge al Fondo Centrale di Garanzia, per richiedere che l’operazione di erogazione del credito verso una PMI sia assistita dalla garanzia del Fondo, esistono diverse modalità di intervento: • Garanzia diretta: indica la garanzia prestata dal fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori e cioè le banche. In questo caso, l’impresa che necessita di un finanziamento può chiedere alla banca di garantire l’operazione con la garanzia pubblica; • Controgaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo a favore dei Confidi e degli altri Fondi di Garanzia. In questo caso l’impresa si deve rivolgere a un Confidi o ad un altro fondo di garanzia che provvederanno ad inviare la domanda di controgaranzia al Fondo; • Cogaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo a favore dei soggetti finanziatori e congiuntamente ai Confidi, agli altri Fondi di Garanzia ovvero ai Fondi di garanzia istituiti nell’ambito dell’Unione Europea o da essa cofinanziati. Parallelamente, in seguito all’introduzione del decreto sulle startup innovative avvenuto nel 2012 si evidenzia una forte difficoltà da parte di queste ad attrarre capitali ed a ricorrere al credito bancario, fonti necessarie per la crescita e lo sviluppo. Una possibile soluzione è rappresentata da un ulteriore strumento, il “Crowdfunding” o finanziamento collettivo che si pone come mezzo di “rottura” volto a stimolare gli investitori, divenuto un fenomeno di diffusione mondiale. Si tratta un processo di finanziamento che si basa sulla collaborazione di un gruppo di persone che utilizza le proprie risorse economico-finanziarie per sostenere gli sforzi di persone o imprese. Il crowdfunding si può riferire quindi a iniziative di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie o ambientali, al sostegno all'arte e ai beni culturali, fino all'imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica.

Nella sua fattispecie, è una modalità di raccolta di capitali diretta, che ha strette connessioni col mondo della rete e dei new social media. Lo sviluppo delle aziende è basato su una continua innovazione e quest’ultima è sempre più guidata, oltre che dalle possibilità di finanziamento, da nuove modalità di lavoro, di organizzazione, di comunicazione. Il crowdfunding, quindi, promuove l'innovazione, abbattendo le tradizionali barriere derivanti dalla ricerca di forme e fonti di finanziamento. Pur essendo un fenomeno di origine anglosassone, l’Italia ha regolamentato il fenomeno già da tre anni e sul web sono nate in poco tempo più di 20 piattaforme ufficiali. Le piattaforme di crowdfunding possono essere generaliste (raccolgliendo progetti in ogni area di interesse) o tematiche (verticali), cioè specializzate in progetti appartenenti a particolari settori. Esistono ben quattro tipi differenti di crowdfunding: il finanziamento come puro dono da cui non ci si aspetta nulla in cambio (Donation); il finanziamento da cui deriva un premio commisurato all’importo donato. In tal caso, il premio può essere materiale, ad esempio un gadget o un prodotto, o immateriale, come la citazione del nome del donatore in un elenco ufficiale (Reward); il terzo tipo è in realtà un prestito che verrà restituito nel tempo con un interesse. Non si tratta più, quindi, di una donazione, ma di un investimento (Lending); infine, c’è quel finanziamento che dà diritto a quote della società che richiede i fondi. Chi finanzia diventa cioè socio, puntando sulla capacità dell’impresa di aumentare il proprio valore nel medio termine (Equity). In Italia, inizialmente L’Equity era limitato alle Start-up innovative. Da marzo di quest’anno invece il governo, con l’approvazione dell’Investment Compact, ha fatto un passo avanti e lo ha esteso alle PMI innovative, consentendo dunque a un numero potenzialmente elevato di PMI che hanno progetti di crescita e sviluppo di non rinunciare ai propri piani, ricorrendo a una forma di finanziamento alternativa al credito bancario. Consente il suo utilizzo anche a enti e fondazioni, mendiante l’utilizzo del donation/reward. In questo modo è possibile fare rete, entrando in contatto con soggetti davvero interessati alla realizzazione del progetto.

∂50∂

“Fare rete” non è solo uno slogan, ma è soprattutto un obiettivo importante da raggiungere per dare vita alle proprie idee in modo concreto. Tutto ciò porta ad un’importante deduzione: al centro di ogni innovazione ci sono sempre le persone. Per ottenere risultati dall’utilizzo degli strumenti sopra indicati è necessario un’insieme di competenze nuove e trasversali. Si profila in più ambiti a livello nazionale e internazionale la figura dello specialista competente in merito che identifica programmi e strategie per accelerare i processi di innovazione in azienda, attraverso la messa in opera di campagne di crowdfunding create ad hoc, fornendo assistenza fino al raggiungimento del risultato. Dunque, afferrare l’occasione offerta dalle nuove opportunità è più che mai il fattore chiave per creare valore e cogliere un adeguato e meritato ritorno economico a sostegno degli investimenti da realizzare. Per far sì che tutto ciò possa essere attuato, si rende necessaria la diffusione della cultura in merito, attuata mediante un’adeguata formazione. Proprio la “cultura” rappresenta un passaggio obbligato, per uno strumento, il crowdfunding, che rappresenta e rappresenterà nel prossimo futuro una componente importante di quella comunità proattiva, di relazioni, di attori ed infrastrutture in grado di supportare la nascita e lo sviluppo di progetti imprenditoriali. A tal proposito, il Gruppo SIDA, in collaborazione con The Hive e Startzai, sta avviando un percorso formativo volto a trattare questa tematica quanto mai rilevante. Si tratta dell’Executive Master in Crowdfunding e Microfinanza, della durata di 60 ore, di cui 48 in aula e 12 per la creazione di una campagna di crowdfunding. È rivolto a imprenditori e startupper, professionisti nell’ambito del credito, del web e della comunicazione, esperti di fundraising e credito al terzo settore. Il percorso porta a un’autonomia nello sviluppo di una campagna di crowdfunding, a specializzarsi in un ambito estremamente innovativo e promettente che sta generando milioni di posti di lavoro nel mondo, aggiornare la propria preparazione finanziaria e professionale su temi la cui padronanza sarà strategica nella ridefinizione dell’economia post-crisi.


ENERGIA & AMBIENTE

LA DIAGNOSI ENERGETICA: NORMATIVA E LINEE GUIDA di Mattia Bocchini Management Academy Sida Group - Coordinatore Area Real Estate, Smart City, Energie Rinnovabili

I

l termine sulla bocca di tutti gli operatori del mercato energetico in questo momento è: diagnosi energetica. Con il decreto legislativo 102/2014, che ha recepito la direttiva europea 27/2012 sull'efficienza energetica, è stato introdotto l'obbligo di diagnosi energetica per le grandi imprese e le società energivore. DEFINIZIONE DI IMPRESA ENERGIVORA "Imprese a forte consumo di energia" sono quelle che rispettano entrambe le seguenti condizioni: • Abbiano utilizzato almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure almeno 2,4 GWh di energia diversa dall'elettrica • Siano caratterizzate da un rapporto tra il costo effettivo dell'energia e il fatturato pari almeno al 3%. DEFINIZIONE E FINALITÀ DI UNA DIAGNOSI ENERGETICA La diagnosi energetica è una procedura applicabile a qualsiasi tipo di edificio e serve ad individuare gli interventi migliorativi (sia impiantistici che di isolamento) idonei alla riduzione dei consumi dell'immobile. La finalità di una diagnosi è quella di classificare gli interventi simulati secondo un ordine di priorità, in modo da ottimizzare il rapporto costi/benefici e scegliere il miglioramento con un tempo di ritorno economicamente vantaggioso. Lo scorso 17 giugno si è svolto presso la sede dell'Enea un incontro pubblico per l'illustrazione dei "Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese" (cosiddette Linee Guida), predisposti dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) con l'ausilio tecnico di Enea e pubblicati sul sito del medesimo Ministero il 20 maggio. Il documento sulle Linee Guida mira a chiarire i punti principali dell'obbligo di audit energetico introdotto dall'art. 8 del decreto legislativo 102/2014 (recepimento della direttiva 2012/27/UE) a carico di grandi imprese e imprese energivore.

MODALITÀ DI ANALISI E TEMPI DI RINNOVO L’analisi dovrà essere condotta entro il 5 dicembre 2015 e, successivamente, ogni 4 anni da società di servizi energetici, da auditor energetici o dall’ISPRA, nei siti produttivi localizzati sul territorio nazionale. Tale obbligo non si applica alle grandi imprese che hanno adottato sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme ISO 50001 o EN ISO 14001, a condizione che il sistema di gestione in questione includa un audit energetico realizzato in conformità ai dettati del decreto. Di seguito le linee guida stabilite: 1. Individuazione del soggetto obbligato: le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia 2. Individuazione dell’oggetto dell’obbligo: il sito produttivo 3. Individuazione dei soggetti che eseguono la diagnosi 4. Individuazione delle modalità tecniche per eseguire la diagnosi 5. Termine per eseguire la diagnosi, comunicazione dei risultati e altri adempimenti 6. Sanzioni 7. Comunicazione dei risparmi ai sensi dell’articolo 7, comma 8 del d. lgs. 102/2014. MODUS OPERANDI PER ESEGUIRE UNA DIAGNOSI ENERGETICA ANALISI PRELIMINARE DEI DATI RELATIVI ALL'UTILIZZO DELL'EDIFICIO • modalità di utilizzo dell'edificio, temperature interne, ricambi d'aria, ambienti non riscaldati. • fonte energetica utilizzata per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda • consumi medi annuali (metano, legna e/o pellet) • visione delle eventuali schede tecniche relative a caldaie e/o impianti di energia rinnovabile • visione degli eventuali elaborati grafici presenti relativi all’edificio

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• dati meteo e di irraggiamento medi della località SOPRALLUOGO • rilievo delle stratigrafie di pavimenti, muri, solai, tetti e pareti verso locali freddi • rilievo dei serramenti e analisi della tipologia dei telai,dei vetri e dei sistemi di schermatura dei serramenti • analisi degli ombreggiamenti • analisi delle temperature interne superficiali e dell’umidità interna mediante strumentazioni non invasive (termoigrometro, endoscopio, datalogger umidità). ELABORAZIONE DATI • realizzazione del modello virtuale dell'edificio • confronto fra i consumi reali e stimati dal modello virtuale IMPOTESI DI INTERVENTO In funzione della localizzazione delle dispersioni e dei rendimenti degli impianti verranno presentati i possibili interventi migliorativi di isolamento termico (isolamento tetto, cappotto esterno…), modifica dei sistemi di generazione dell’energia termica (posa pannelli solari termici, sostituzione caldaia esistente...), combinazione di soluzioni architettoniche ed impiantistiche. Per ogni intervento verranno riportate: • breve indicazione del lavoro (tipo di materiale isolante e dimensionamento, caratteristiche impianto riscaldamento...). • stima dei costi di realizzazione • analisi delle possibili agevolazioni (65% , Conto Termico….) • stima del tempo di ritorno dell’investimento QUADRO SINTETICO La diagnosi si concluderà con lo schema comparativo dei diversi interventi per facilitare la scelta ottimizzando il rapporto costi/ benefici, anche alla luce delle eventuali agevolazioni economiche previste e del budget disponibile.


CNA

EMERGENZA ARTIGIANATO La CNA Marche ha incontrato l’assessore Manuela Bora di Sergio Giacchi

“I

n un momento in cui l’economia oscilla tra segnali negativi e una debole ripresa occorre fare sistema, rete e aggregazione. A tale scopo occorre accorpare i Confidi del settore del credito, ottimizzando così le risorse messe a disposizione Lo ha sostenuto l’Assessore regionale all’Artigianato e Industria Manuela Bora incontrando gli imprenditori artigiani della Cna. Quella dell’artigianato per le Marche è una vera e propria emergenza. La regione più manifatturiera d’Italia, sta modificando radicalmente un sistema produttivo da sempre fondato sulla piccola e media impresa artigiana. In sette anni, secondo un’indagine del Centro Studi Cna delle Marche, le imprese artigiane della regione sono passate da 52.448 a 47.660, con un calo di 4.788 aziende e la scomparsa di 15 mila posti di lavoro. Particolarmente pesante la situazione del comparto manifatturiero artigiano che ha perso un’impresa su quattro, scendendo da 17.988 a 13.813 imprese, con il distretto del tessile che ha visto addirittura dimezzato il numero delle aziende in attività. Anche le imprese artigiane impegnate nel commercio e nella ristorazione sono diminuite del 23,2 per cento, quelle dei trasporti del 18,7 e le aziende edili del 12,5 per cento. Se crolla il manifatturiero, crescono le imprese artigiane dei servizi (+25,9) con i servizi alle imprese e le attività professionali che

sono aumentate del 44,4 per cento. Tra i settori manifatturieri, tra giugno 2008 e giugno 2015, il tessile ha perso il 50,6 per cento delle imprese in attività e il legno il 23,9 per cento. Seguono i prodotti in metallo (-23,8), la meccanica (-22,5), le calzature (-17,2). Unico settore in crescita l’abbigliamento (+12,1) con le imprese che salgono da 1.121 a 1.257. “Una crisi, quella dell’artigianato” hanno affermato il presidente Cna Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “che continua anche nel 2015, con 641 aziende che sono scomparse nel primo semestre provocando la perdita di 2 mila posti di lavoro mentre solo l’8,4 per cento delle oltre 47 mila imprese artigiane, ha realizzato investimenti. Per uscire da questa situazione e favorire un rilancio degli investimenti e dell’occupazione, servono interventi di sostegno alle piccole e medie imprese nei settori del credito, dell’internazionalizzazione e dell’accesso ai Fondi Europei”. Sono questi i temi sui quali gli imprenditori artigiani della Cna Marche si sono confrontati con l’Assessore regionale all’Artigianato e Industria Manuela Bora. La Regione, secondo la Cna, può svolgere un ruolo determinante per sostenere il sistema delle garanzie e dei Confidi, favorendo la loro solidità patrimoniale e facilitando il ricorso al Fondo Centrale di

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Garanzia per le PMI. In questa legislatura, secondo la Cna Marche, sarà inoltre fondamentale saper utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea tra il 2014 e il 2020 con i nuovi Fondi comunitari. In particolare, per l’associazione artigiana, occorre ottimizzare al massimo le opportunità di finanziamento offerte dai fondi Fesr, Por ed Fse per sostenere e rafforzare la piccola impresa manifatturiera marchigiana. La Cna ha chiesto inoltre di ampliare la promozione e la presenza sui mercati internazionali delle imprese e delle produzioni regionali, favorendo la creazione di reti d’impresa e consorzi e portando all’estero il “sistema Marche”. “L’utilizzo efficace di risorse europee” ha dichiarato L’Assessore Bora “passa attraverso una programmazione regionale unitaria che la Giunta Regionale si è proposta di fare nel programma di mandato. Dobbiamo fare scelte coraggiose. Dobbiamo avere il coraggio di lavorare per progetti, evitando un impiego di finanziamenti a “pioggia”. Inoltre in assenza di un mercato interno favorevole la via maestra da seguire per una piena ripresa anche delle imprese artigiane è l’internazionalizzazione. Una risposta concreta è data dall’Agenzia unica per l’internazionalizzazione e la promozione estera, nonché da Centri di Imprenditorialità Diffusa sui quali lavoreremo nelle prossime settimane”


CNA LE IMPRESE ARTIGIANE DELLE MARCHE TRA IL II TRIM 2008 E II TRIM 2015 II Trim 2008 II Trim 2015 saldo

var.%

le imprese artigiane delle Marche

52.448

47.660

-4.788

-9,1

I principali settori

II Trim 2008

II Trim 2015

saldo

var.%

Manifatturiero

17.988

13.813

-4.175

-23,2

Costruzioni

18.785

16.433

-2.352

-12,5

Commercio

3.403

2.613

-790

-23,2

Trasporti

3.800

3.090

-710

-18,7

Informazione e comunicazione

595

541

-54

-9,1

Attività professionali e servizi alle imprese

1.758

2.538

780

44,4

Altri servizi

4.715

5.936

1.221

25,9

II Trim 2008

II Trim 2015

saldo

var.%

Società di capitale

2.545

3.642

1.097

43,1

Società di persone

12.079

10.015

-2.064

-17,1

Imprese individuali

37.671

33.822

-3.849

-10,2

153

181

28

18,3

52.448

47.660

-4.788

-9,1

Le imprese per ragione sociale

Altre forme TOTALE

MANIFATTURIERO, LE IMPRESE ARTIGIANE TRA IL II TRIM 2008 E IL II TRIM 2015 II Trim 2008

II Trim 2015

saldo

var.%

17.988

13.813

-4.175

-23,2

II Trim 2008

II Trim 2015

saldo

var.%

Industrie tessili

676

334

-342

-50,6

Confezione di articoli di abbigliamento

1.121

1.257

136

12,1

Fabbricazione di articoli in pelle e simili

3.515

2.909

-606

-17,2

Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero

1.226

933

-293

-23,9

carta

116

107

-9

-7,8

Stampa e riproduzione di supporti registrati

454

378

-76

-16,7

prodotti chimici

50

45

-5

-10,0

Gomma e materie plastiche

283

291

8

2,8

lavorazione di minerali non metalliferi

437

365

-72

-16,5

Prodotti in metallo

2.554

1.946

-608

-23,8

Meccanica

2.889

2.238

-651

-22,5

Mobili e altre industrie manifatturiere

2.029

2.017

-12

-0,6

totale imprese artigiane

Principali settori manifatturieri

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ALTO ARTIGIANATO

Prince Saddlery, così è nata la sella del futuro

Togliere il filtro che divide cavallo e cavaliere: questa l'idea di Gianluca Andreatini, classe 1982, che dal suo laboratorio di Pesaro sta rivoluzionando il mondo dell'equitazione di Asmae Dachan

R

ivoluzionare la sella da equitazione: da dove nasce questa idea? “Ha radici molto lontane. Durante il periodo degli studi universitari già andavo a cavallo e mi ponevo domande su aspetti tecnici relativi all'attrezzatura che si usa in equitazione, in particolar modo la sella. Così mi sono messo a lavorare ad un progetto innovativo, ponendomi come obiettivo quello di rivoluzionare la sella stessa. Ho fatto alcune ricerche e sono venuto a sapere che in realtà quello a cui pensavo era un concetto vecchio di centinaia di anni, che però non avendo potuto approfittare dell'innovazione tecnologica che esiste oggi, non si è mai perfezionato”.

sempre stato un ragazzo che ama i cavalli. Sono molto curioso, con un gran senso pratico, tanto che da piccolo mi costruivo i giochi da solo, amavo i Lego e mi piaceva vedere le cose nascere dal nulla. Purtroppo ero estremamente indietro negli studi e ho pensato che fosse meglio, almeno per un periodo, mettere da parte la mia passione per i cavalli. Così ho abbandonato l'idea del progetto dedicato alle selle e mi sono finalmente laureato. Il quadro che mi si è presentato in quel momento non era roseo, non volevo proseguire gli studi perché mi rendevo conto che il mercato del lavoro in ambito legale era già saturo. Nel novembre 2012 sono andato a fare un colloquio in una società di assicurazioni e proprio li mi sono reso conto che quella non sarebbe potuta essere la mia strada, così ho deciso di

Eppure lei non stava studiando veterinaria... “Studiavo Giurisprudenza ma sono

∂54∂


ALTO ARTIGIANATO farmi coraggio e tornare a lavorare al mio progetto. Sapevo che mi sarei giocato tutto, ma ero certo che ci fossero buone opportunità di riuscita. Ho cominciato a informarmi sulla fattibilità dello stesso, mi sono poi confrontato coi miei genitori, che sono stati, con la mia ragazza, i primi sostenitori”. Nel concreto, come si articolava questo progetto? “In realtà io volevo rivoluzionare quella che è la struttura stessa della sella inglese da equitazione e l'intero metodo di costruzione. La sella tradizionale al suo interno ha un vero e proprio telaio rigido chiamato 'arcione', come quello delle auto e delle moto; costruito in fibra di vetro, di carbonio, oppure in legno e acciaio. Questa sella, per quanto possa essere imbottita, rivestita con un cuoio meraviglioso e avere elementi di design fantastici, rimane una struttura sostanzialmente rigida che non potrà mai accompagnare e assecondare completamente i movimenti del cavallo che la indossa. È un modello legato ad una cultura del 1800; le prime selle da equitazione con questa tecnologia, infatti, sono state fatte per Federico Caprilli, l'inventore dell'equitazione moderna dalla Casa Pariani di Milano. Non potevo pensare che quella fosse effettivamente la soluzione giusta. In pratica, è come fare ginnastica con zoccoli olandesi: possono essere fatti su misura, ben imbottiti, ma quando vai a correrci non sono adatti. Il cavallo è un essere vivente, la sua corporatura si modifica nel tempo esattamente come la nostra e quindi ho pensato a una struttura nuova, che si adattasse perfettamente alla sua schiena e variasse la sua forma accompagnando le sua modificazioni e movimenti. Nelle selle tradizionali, infatti, in virtù della loro struttura rigida, i più grossi problemi si riscontrano soprattutto al momento di trovare una sella che calzi perfettamente sul dorso del singolo cavallo, ad ogni animale andrebbe adattata una diversa sella e per fare questo è necessario conoscere perfettamente anche l'anatomia e le caratteristiche di ogni soggetto; senza dimenticare le esigenze e i gusti personali del cavaliere.” Quali sono le caratteristiche principali delle selle da lei ideate? “Una volta ho letto l'affermazione di un

ingegnere che diceva che 'unire due corpi flessibili', in questo caso cavallo e cavaliere, 'con una struttura rigida, è una pazzia'. Ho preso spunto da questa affermazione per creare quella che era la mia idea di sella: una struttura che si adattasse perfettamente al cavallo e fosse estremamente comoda per il cavaliere. Un prodotto così non esisteva. Esiste la tipologia di selle flessibili chiamate 'Treeless', ma hanno forme, design e soluzioni tecniche che lasciano a desiderare. Io volevo selle che potessero dare sensazioni totalmente nuove, creando una vera e propria connessione col cavallo”. Dall'idea al prototipo, quali sono stati i passi che ha compiuto? “Avevo un quaderno dove ho cominciato a disegnare tutto quello che mi passava per la mente. Come faceva Virgilio, che alla mattina scriveva un'infinità di versi e al pomeriggio li correggeva, riducendoli a pochi. Appuntavo tutto ciò che mi veniva in mente e dopo una settimana riguardavo, miglioravo, arrivando a capire quali fossero le linee guida. A quel punto ho realizzato la forma della prima sella in feltro, riuscendo a capire lo stile che volevo darle e poi ho cercato un artigiano esperto di cuoio che avesse la conoscenza delle tecniche di cucitura e lavorazione che potesse darmi una mano dal punto di vista pratico. Volevo che la sella avesse comunque una sorta di telaio interno per dare stabilità al cavaliere, ma allo stesso tempo volevo che questo fosse totalmente nuovo, flessibile al punto giusto. Dopo vari passaggi abbiamo capito che la cosa migliore sarebbe stata creare una struttura in cuoio termo-modellato. Ho imparato ad usare il programma per il disegno in 3d Cad e da lì ho cominciato a definire la linea della sella. Siamo partiti da subito con una base buona, la sella si comportava bene, non disturbava il cavallo, aveva il giusto design e soprattutto funzionava. Chiunque la provasse riconosceva immediatamente il comfort e la possibilità di sentire sotto di sé l'animale. Era come se avessimo finalmente tolto un filtro alla comunicazione tra cavallo e cavaliere. Un'altra caratteristica importante è che, a differenza delle altre selle, la mia è modulare dal punto di vista della costruzione, dell'assemblaggio e della riparazione: tutti i pezzi sono smontabili. Questo è un elemento di forte

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novità, impercettibile dal punto di vista estetico, ma di grande utilità e funzionalità”. Dove ha testato il suo prodotto? “I primi test sono stati fatti in un circolo ippico gestito da amici; subito molto aperti all'idea di un'unica sella che si adattasse perfettamente a tutti i loro cavalli. Dalle prove è emerso che il prodotto superava le aspettative e da lì ho cominciato a vendere le prime selle. L'investimento iniziale per partire con il progetto lo hanno fatto i miei genitori, a cui devo davvero tutto. Sono particolarmente riconoscente anche all'artigiano che ci ha aiutato, Roberto Donzelli, di Pesaro, perché sin da subito si è incuriosito e interessato e ha capito perfettamente cosa volevo fare, dandomi la disponibilità a realizzare il prototipo. Roberto e sua moglie Silvana, mi hanno accolto proprio come un figlio e hanno creduto nel progetto tanto quanto me, nonostante lavorassero il cuoio nel settore del mobile. Fortunatamente ora riesco a ripagare la loro generosità. Al momento opero conto terzi, anche sono sempre presente durante le varie fasi di lavorazione. È stato bello vedere che un professionista della sua esperienza si sia messo in gioco e abbia accettato la sfida, dovrebbe essere un esempio da imitare. Dopo aver perfezionato i primi prototipi, a febbraio di quest'anno sono uscite le prime selle in serie. A quel punto ho creato il mio marchio, Prince Saddlery e il sito dedicato www.princesaddlery.com”. Come comunica il suo prodotto al pubblico? “Ho fatto diverse presentazioni in tanti maneggi e le reazioni sono sempre state molto positive, anche tra gli agonisti. Persino i cavalli che prima avevano dolori e problemi di schiena hanno avuto ottime reazioni, traendo benefici immediati. In particolare, mi ha colpito la risposta di una cavalla da salto ostacoli che ogni trenta giorni aveva bisogno dell'osteopata e trattamenti specifici alla schiena ed era montata con una sella tradizionale. Dopo aver acquistato la mia sella il suo proprietario mi ha comunicato che la cavalla non ha più avuto problemi e insieme sono riusciti a passare da categorie basse a competizioni di tutto rispetto, riscoprendo la gioia di andare a cavallo".


ALTO ARTIGIANATO

Dal passaparola siamo passati a piccole pubblicità sui social e ora ho sempre più richieste. Andremo alla Fiera Cavalli di Verona, appoggiati allo stand del 'Gruppo italiano Ecole de Légèreté' e lì avremo il contatto con il grande pubblico italiano ed estero”. Ha già brevettato il prototipo? “Purtroppo non ho potuto brevettare l'idea perché nel 1889 un inventore americano aveva già pensato a qualcosa di simile, così ho potuto registrare solo il

mio marchio”. Guardando indietro, rifarebbe la stessa scelta? “Assolutamente sì. In due anni e mezzo ho fatto passi da gigante. All'inizio tutti mi guardavano con diffidenza, ma bisogna fare tesoro anche delle porte che ti vengono chiuse in faccia e degli errori. Ovviamente non bastano solo le idee, ma servono anche i fondi e per un giovane potrebbe essere un ostacolo. Serve sempre un investimento e per questo rin-

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grazio la mia famiglia. In più bisogna avere coraggio, studiare, informarsi, fare tanta ricerca per concretizzare ciò che si ha in mente; se non avessi avuto internet non avrei mai potuto cominciare. Ora il mio obiettivo è puntare ad una buona promozione, far conoscere questo prodotto, puntando soprattutto sulla qualità dei materiali e il design, vorrei che diventasse un uno status symbol, un prodotto di riferimento, riconosciuto e riconoscibile da tutti, quasi l'iPhohe delle selle. Siamo all'inizio ma ce la faremo”.


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IMPRESE E IMPRENDITORI

BALDI BREVETTI

Da quarant'anni l'organizzazione di riferimento per la proprietà intellettuale marchigiana

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a sempre si parla dell’estro imprenditoriale, dell’inventiva che possederebbero i marchigiani; per noi è giunto il momento di verificare se questa credenza popolare risponda al vero o sia soltanto un luogo comune indimostrato. Per compiere una simile indagine non c’è niente di meglio che rivolgersi ad un Professionista che da quarant’anni offre agli operatori economici della nostra Regione, e non solo, la propria assistenza per tutte le questioni relative alla proprietà industriale. Stiamo parlando dell’Ingegner Claudio Baldi che dal 1975 è alla testa di un’Organizzazione che fornisce alle imprese una consulenza qualificata in materia di brevetti e di marchi: Ingegner Baldi è dunque vero che gli imprenditori marchigiani manifestano una particolare propensione nei confronti dell’innovazione? “Alla luce della mia ormai lunga esperienza posso confermare che i marchigiani sono davvero imprenditori di razza e, in quanto tali, costantemente votati all’innovazione di prodotto e di processo, nella consapevolezza che per le loro imprese fare innovazione significhi guadagnare in competitività, qualità e dunque reddito. Al tempo stesso essi sono ormai consapevoli della necessità di tutelare le loro innovazioni nei confronti di eventuali concorrenti spregiudicati e dunque ricorrono sempre con maggiore frequenza e con maggiore fiducia allo strumento brevettuale”. Per coloro che non abbiano una specifica conoscenza della materia, ci può dire quali sono i vantaggi di brevettare un’invenzione? “Naturalmente il principale vantaggio risie-

de nel fatto che il brevetto è un titolo di esclusiva, uno strumento giuridico che conferisce il monopolio, seppure limitato nel tempo, in relazione alla produzione e alla vendita di un nuovo prodotto, di un nuovo dispositivo, di un nuovo impianto. Il secondo vantaggio è che il brevetto costituisce anche un valore aziendale, certamente rilevante ai fini della patrimonializzazione di un’impresa”. In realtà molti diffidano dell’efficacia di un brevetto, sostenendo che non sia così difficile aggirarne l’ambito di esclusiva, magari con il semplice accorgimento di prevedere che il prodotto che imita il prodotto brevettato presenti delle piccole differenze rispetto a questo. “Naturalmente siamo ben consci di quanto una simile affermazioni abbia presa nell’immaginario collettivo. Però, a questo specifico proposito, tengo a sottolineare, da un lato, che ormai gli imprenditori marchigiani hanno acquisito sufficiente dimestichezza con lo strumento brevettuale per non prendere più sul serio questa semplicistica affermazione e, dall’altro, che un brevetto fatto a regola d’arte – come capita quando l’imprenditore decide di affidarsi ad un’Organizzazione professionale come la nostra – si dimostra tutt’altro che vulnerabile, tanto meno con quegli espedienti semplicistici di cui, per l’appunto, la gente parla a sproposito”. Quanto ha influito la perdurante crisi economica sulla propensione a brevettare degli operatori marchigiani? “Certamente qualche ripercussione negativa si è registrata, per due principali ordini di motivi: la carenza dei fondi necessari a sostenere le spese di brevettazione e la chiusura di un certo numero di imprese

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travolte dalla crisi economica. A fronte di questo scenario negativo, però, occorre anche sottolineare – come si diceva all’inizio – che gli imprenditori della nostra Regione hanno continuato a credere nell’innovazione. Piuttosto che piangersi addosso, hanno pensato a come far riprendere competitività alle loro imprese e giustamente hanno puntato verso l’innovazione”. Ci può fornire qualche dato in grado di confermare quanto sta affermando? “Certamente, in particolare posso citare le statistiche elaborate dalla Camera di Commercio di Ancona; si tratta di statistiche parziali, relative ad una sola provincia, però comunque significative perché la provincia di Ancona è storicamente quella più attiva dal punto di vista brevettuale. Ebbene nell’anno 2012 risultano depositate 322 domande di brevetto in relazione ad invenzioni industriali, a modelli di utilità e a disegni registrati; nell’anno 2013 lo stesso dato sale a 424 depositi, mentre nell’anno 2014 ha effettivamente conosciuto una nuova flessione, attestandosi sui 336 depositi, comunque un dato tutt’altro che disprezzabile”. Quali sono i settori della tecnica maggiormente praticati dagli inventori marchigiani? “Premesso che quando si parla di inventori, non si può certo fare riferimento ad un semplice hobbysta o un ad un “genio” isolato, ma certamente di progettisti che operano per l’appunto all’interno delle imprese. Pertanto chi conosce il tessuto produttivo marchigiano non farà fatica ad immaginare che un gran numero di brevetti riguardano il settore calzaturiero, il settore del mobile, il settore metalmeccanico, il settore dello stampaggio dei materiali pla-


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IMPRESE E IMPRENDITORI stici e dei metalli, insomma i settori in cui da sempre sono maggiormente impegnate le aziende regionali”.

nell’anno 2012 si sono registrati 661 nuovi depositi di marchio, saliti a 714 nell’anno 2013 e giunti fino a 718 nell’anno 2014”.

In un simile contesto di innovazione che valore hanno i marchi registrati? “È facile intuire che i marchi abbiano un rilievo enorme, se solo si consideri che il marchio è il principale strumento con il quale un’Impresa rende riconoscibile, agli occhi della potenziale clientela, la propria immagine aziendale e i suoi stessi prodotti. Insomma: un marchio ben scelto, ed opportunamente tutelato con una registrazione, diviene un formidabile strumento di marketing, assolutamente determinante per il successo della rispettiva azienda proprietaria”.

Che ci può dire, infine, sul fenomeno della pirateria nell’ambito della proprietà industriale? “Purtroppo questo deprecabile fenomeno sta registrando una crescita significativa e si manifesta sostanzialmente con la contraffazione dei brevetti e, più ancora, dei marchi altrui. A quanto pare l’industria del “falso” è quanto mai fiorente e merita dunque di essere combattuta con le armi efficaci che il diritto prevede. Intendo dire che il titolare di una privativa industriale – sia essa un brevetto, un marchio o un disegno registrato – può ottenere la giusta tutela dei propri diritti di esclusiva, anche in sede giudiziaria, mediante l’assistenza di un team di qualificati professionisti: sostanzialmente un Consulente in Proprietà Industriale ed un Legale esperto in questa stessa materia”.

E qual è la frequenza con cui gli operatori marchigiani provvedono a registrare i loro marchi? “Si tratta di una notevole frequenza; i dati della stessa Camera di Commercio di Ancona lo provano ampiamente, evidenziando anche un promettente trend crescente a dispetto della crisi economica. In effetti

In conclusione, quali sono i suoi auspici e le sue previsioni per ciò che attiene

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la proprietà industriale nella nostra Regione? “A tale riguardo sono piuttosto fiducioso perché in questi quarant’anni di professione ho visto crescere costantemente la confidenza degli operatori economici marchigiani nei confronti degli strumenti della proprietà industriale e non vedo motivi che facciano temere che questa tendenza si possa interrompere. Ma, se permette, mi lasci dire che io personalmente sento l’orgoglio di aver contribuito a questo positivo approccio degli imprenditori della nostra regione, visto che nel 1975, quando io ho iniziato l’attività, il mio era il solo studio marchigiano che si occupava in maniera esclusiva di proprietà industriale e, in questa mia veste, ritengo di aver contribuito a sviluppare la sensibilità di tantissime imprese rispetto alla necessità di difendere in regime di esclusiva le proprie opere dell’ingegno. In questo senso ritengo di poter dire, senza tema di smentite, di aver fatto anche un po’ da apripista nei confronti delle Organizzazioni professionali che negli ultimi anni sono entrate in concorrenza con la mia sul territorio regionale”.


CONTRIBUTI & INCENTIVI

Contributi & incentivi a cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Sida Group srl

¬ MARCHE ¬ REGIONE MARCHE "Sostegno al commercio" Contributi per sostenere l'attività delle piccole e medie imprese commerciali e di somministrazione alimenti e bevande marchigiane. L'entità massima del contributo è pari al 15% delle spese ammissibili fino ad un massimo di € 12.000,00. Sono ammissibili le spese effettuate dal 01/01/2014. SCADENZA: 30/09/2015

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO ""Voucher per l'internazionalizzazione"" Saranno a breve disponibili contributi a fondo perduto sotto forma di VOUCHER , ovvero un sostegno economico a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati oltreconfine attraverso una figura specializzata (il cd. Temporary Export Manager o

start-up innovative ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’ economia digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero. Il finanziamento agevolato è pari al massimo al 70% delle spese sostenute.

TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. La data per la presentazione delle domande non è stata ancora resa nota. SCADENZA: in fase di definizione

MINISTERO DELLO SCADENZA: SVILUPPO ECONOMICO "Incentivi per la brevettazione fino ad esaurimento fondi e la valorizzazione economica dei brevetti" MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO Concessione di agevolazioni "Fondo Crescita: R&D, settore finanziarie per tutelare la proICT e industria sostenibile" prietà industriale e favorire la valorizzazione economica dei Al via due interventi del Fonbrevetti delle micro, piccole do per la crescita sostenibile e medie imprese. Contributo per la promozione di grandi a fondo perduto pari all'80% progetti di ricerca e sviluppo dei costi ammissibili fino ad un nel settore delle tecnologie massimo di 140.000 euro. dell’informazione e della comunicazione elettroniche A PARTIRE DAL 06/10/2015 (ICT), coerenti con l’Agenda digitale italiana, e nel settore INVITALIA della cosiddetta industria sostenibile. I progetti dovranno "Smart&Start" prevedere spese ammissibili comprese tra 5 mln € e 40 Smart&Start Italia sostiene mln €, con un mix di agela nascita e la crescita delle

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volazioni tra finanziamento agevolato (max 60%) e fondo perduto (max 15%). SCADENZA: in fase di attivazione

FONDI INTERPROFESSIONALI "Sostegno alla formazione" I fondi interprofessionali sono stati istituiti per favorire la formazione dei lavoratori e sono aperti a soddisfare i fabbisogni formativi della singola impresa, partecipando ai bandi emessi dal Fondo. SIDA Group affianca l'azienda, supportandola nella scelta del Fondo Interprofessionale, elaborando e gestendo i progetti formativi aziendali e interaziendali, svolgendo tutti gli adempimenti burocratici previsti.

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Centrale di Garanzia per le PMI" Con il Fondo di Garanzia


CONTRIBUTI & INCENTIVI le PMI possono accedere a diversi tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti, avendo a supporto una copertura massima dell'80% del finanziamento, fino ad un massimo di € 2,5 milioni.

oltreconfine attraverso una figura specializzata (il cd. Temporary Export Manager o TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. SCADENZA: 02/10/2015

SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO "Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti" Concessione di agevolazioni finanziarie per tutelare la proprietà industriale e favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all'80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 140.000 euro. A PARTIRE DAL 06/10/2015

MISE E CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Sabatini Bis" Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che istituisce un nuovo strumento per accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese.Alle imprese verrà riconosciuto dal Mise un contributo in conto interessi pari all'ammontare complessivo degli interessi calcolato su un tasso favorevole del 2,75%, ripartito in cinque anni in quote annuali costanti. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

¬ EMILIA ROMAGNA ¬ MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Voucher per l'internazionalizzazione" Saranno a breve disponibili contributi a fondo perduto sotto forma di VOUCHER , ovvero un sostegno economico a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati

La Regione Emilia-Romagna intende sostenere progetti strategici, che comprendano attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati a sviluppare e diffondere significativi avanzamenti tecnologici per il sistema produttivo, e alla realizzazione di nuovi risultati di rilevanza tecnologica e industriale, di interesse per le filiere produttive regionali, nella forma di dimostratori di nuovi prodotti o nuovi sistemi di produzione. Il contribuito può arrivare fino ad un massimo del 70% delle spese ammissibili. SCADENZA: a partire dal 04/08/2015

di sviluppo rurale 2014-2020, per favorire l'insediamento di nuovi imprenditori agricoli giovani e professionalizzati e lo sviluppo dei loro progetti imprenditoriali. Il contributo per gli investimenti di ammodernamento aziendale può arrivare fino al 50% della spesa ammissibili. Il pacchetto è destinato ad agricoltori che al momento della domanda abbiano meno di 40 anni. SCADENZA: a partire dal 15/09/2015

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Ricerca e sviluppo" Saranno a breve disponibili i 400 milioni di euro che il Ministero dello Sviluppo ecoREGIONE nomico ha destinato alle imEMILIA ROMAGNA prese che investono in grandi "Progetti di Ricerca e Svilupprogetti di Ricerca e Sviluppo po delle imprese" (R&S). Con la firma del decre to ministeriale attuativo sono La Regione intende sostestati infatti definiti i termini, le nere e rafforzare le strutture modalità per la presentazione di ricerca e sviluppo delle delle istanze preliminari e di imprese con nuovo personale quelle definitive e le modalità laureato e incrementare i loro di applicazione dei criteri di rapporti con il sistema della valutazione per i bandi Ict – ricerca a partire dalla Rete Agenda digitale e Industria Regionale dell’Alta Tecnolosostenibile. Per il primo gia. Il contributo può arrivabando le istanze preliminari re fino al 45% delle spese sostenibili. potranno essere presentate dal 25 giugno 2015, per il secondo dal 30 giugno 2015. SCADENZA: a partire dal 02/09/2015 SCADENZA: fino ad esaurimento fondi REGIONE EMILIA ROMAGNA "Giovani e Agricoltura" Le risorse sono messe a disposizione dalla Regione con il nuovo bando che dà attuazione a quanto previsto dal nuovo Programma regionale

REGIONE EMILIA ROMAGNA "Incentivi per il vitivinicolo" Il bando rivolto alle alla aziende vitivinicole, prevede aiuti pari al 40% della spesa con investimenti compresi tra i 40 mila e 1 milione di euro. Le spese ammissibili sono costruzione o ristrutturazione di immobili, l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, la realizzazione di punti vendita diretta o di siti di e-commerce. SCADENZA: 30/09/2015

REGIONE EMILIA ROMAGNA "Progetti di Ricerca industriale strategica"

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CHI ENTRA E CHI ESCE

Chi entra e chi esce

In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine e incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani

Andrea Nobili Ombudsman Marche L'avvocato anconetano e già assessore comunale di Ancona Andrea Nobili è stato eletto dall'Assemblea legislativa delle Marche nuovo ombudsman delle Marche. Succede a Italo Tanoni e svolgerà le funzioni di garante per l'infanzia e adolescenza e per i detenuti.

di Terni, Fermo, Bologna 2, Parma e Ancona. Giacomo Bugaro nel cda Imesa L'ex presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Giacomo Bugaro entra a far parte del cda dell'azienda di famiglia Imesa, che produce sistemi elettromeccanici. Tra le deleghe affidategli i Rapporti istituzionali e Main clients e quella al Business development.

Giancarlo Giannotti direttore di Poste Italiane ad Ascoli Alla filiale di Ascoli di Poste Italiane arriva un nuovo direttore, che subentra a Francesco Gentile: è Giancarlo Giannotti, che aveva precedentemente guidato le filiali

Emidio Del Zompo presidente Asimprese L'associazione Asimprese Italia Balneari ha un nuovo presidente. Si

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CHI ENTRA E CHI ESCE

tratta di Emidio Del Zompo, titolare dello Chalet La Bussola. Germano Peschini presidente Coni Marche Con quarantuno voti favorevoli e due schede bianche Germano Paschini è stato eletto nuovo presidente del Coni Marche. Anconetano, settantenne, insignito dal Coni delle stelle al merito di bronzo e di argento, è coordinatore del gruppo sportivo 'A. Maggi' dei vigili del fuoco di Ancona. Paola Taddei riconfermata alla direzione delle Belle Arti di Macerata Paola Taddei è stata riconfermata alla guida dell'Accademia delle Belle Arti di Macerata, con 39 voti su 42. Si tratta del secondo mandato triennale per la docente recanatese. GF, il tenente Leuzzi a capo della Compagnia di Fano Il tenente Luigi Leuzzi ha preso il comando della Compagnia della Guardia di Finanza di Fano. Succede a Francesco Mancini, che ha un nuovo incarico alla polizia tributaria di Siena. Matteo Pirro presidente Pro loco di Civitanova Ha ventitré anni il nuovo presidente della Pro loco di Civitanova: è di Matteo Pirro, che succede alla dimissionaria Camilla Bellavita Mussio. Giuseppe Zocchi nuovo comandante della stazione Carabinieri di Marotta Il luogotenente Giuseppe Zocchi lascia il comando della stazione Carabinieri di Gabicce Mare per assumere il comando della stazione di Marotta. Milanese di nascita, si è arruolato nell'Arma nel 1981. Marco Zona comandante Rav Piceno Il 235/o Reggimento Addestramento Volontari "Piceno'' di Ascoli Piceno ha un nuovo comandante: è il colonnello Marco Zona, che ha preso il posto del colonnello Aniello Santonicola.

Carlo Cifani vince l'oscar farmacologia Ue Il professor Carlo Cifani, docente della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam ha vinto il premio 'European Young Scientist Award'. Il riconoscimento viene assegnato ogni due anni dalla Società Scientifica Europea di Farmacologia a un ricercatore che non abbia superato i quarant'anni di età e svolga attività di ricerca di eccellenza.

importanti progetti tesi a sostenere soggetti deboli e vulnerabili, ma non ci siamo limitate soltanto ad iniziative di solidarietà sociale, in quanto da sempre ci siamo anche poste al fianco delle istituzioni, con azioni di tipo educativo, preventivo e culturale. Per questo mi sento in dovere di ringraziare la presidente uscente, Maria Elisa Alessi Cristalli, e tutte le altre che l’hanno preceduta per il prezioso lavoro svolto”.

Luigi Ingrosso comandante della Compagnia dei Carabinieri di Macerata Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari ha ricevuto il nuovo comandante della Compagnia dei Carabinieri, il Maggiore Luigi Ingrosso, che sostituisce Tullio Palumbo.

Caporossi comandante provinciale Carabinieri di Ancona Stefano Caporossi, già comandante del Reparto Sicurezza del Reggimento Corazzieri al Quirinale è il nuovo comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Ancona.

Urbino, Maria Rosaria Valazzi cittadina onoraria Il Consiglio comunale di Urbino ha approvato la proposta della Giunta di assegnare alla dottoressa Maria Rosaria Valazzi la cittadinanza onoraria. Valazzi ha ricoperto il ruolo di Soprintendente per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici delle Marche e di Urbino dal 2012 al 2015.

Piero Francia presidente Femca Cisl Marche Il sindacato dei lavoratori dei settori energia, moda, chimica e affini, Femca, ha un nuovo presidente. È Piero Francia, che succede a Bartolomeo Scibechi, scomparso prematuramente.

Emanuele Tacconi è il 'Maceratese nel mondo' La Camera di Commercio di Macerata ha assegnato a Emanuele Tacconi, inviato dell'Onu tra 'gli ultimi della terra', il riconoscimento 'Maceratese nel mondo'. La cerimonia si è svolta alla Domus San Giuliano, in occasione nel quarantennale del premio 'Fedeltà al lavoro e progresso economico'. Inner Wheel Club, passaggio di consegne al vertice Alida Biondini Cipriani è la nuova presidentessa dell'Inner Wheel Club di Fabriano. Succede a Maria Elisa Alessi Cristalli. “L’Inner Wheel Club di Fabriano, ha dichiarato Biondini Cipriani, facendo propria la vocazione al service, obiettivo fondamentale dell’appartenenza al Club, ha realizzato nel corso della sua esistenza

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Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: ufficiostampa@mlmagazine.it


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DOSSIER

internazionalizzazione Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove. Pino Cacucci – scrittore e sceneggiatore

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DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

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DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

L'industria farmaceutica traino dell'export marchigiano

Un recente Rapporto dell'Ice sul commercio estero indica che la nostra regione è cresciuta del 7,5 nel 2014 Ne abbiamo parlato con il direttore generale dell'Agenzia Ice Roberto Luongo Roberto Luongo

di Asmae Dachan

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uole presentarci l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - Ice e le sue attività? “La nuova Ice è il partner ideale delle imprese italiane che competono sul mercato globale. La nostra mission è quella di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali con l’estero, con particolare attenzione alle esigenze delle Pmi, dei loro consorzi e raggruppamenti, nonché di promuovere l’attrazione degli investimenti esteri in Italia. A questo scopo forniamo attività di informazione, assistenza, promozione e servizi formativi per l’internazionalizzazione a favore delle imprese e delle Istituzioni italiane ed operiamo in una logica di integrazione sinergica con gli interventi previsti in altri ambiti. Una linea di operato che risponde pienamente ai principi di coordinamento e programmazione ispiratori della nuova Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione”. A fronte della recente riorganizzazione delle sedi diplomatiche all'estero, quale ruolo ha assunto l'Ice? In quali aree del mondo siete maggiormente attivi? “Il ruolo è quello di moderna Trade Promotion Agency. Con il nuovo assetto organizzativo, l’Agenzia Ice dispone di 65 unità operative (di cui 14 uffici e 51 sezioni per la Promozione degli Scambi) e di 14 punti di corrispondenza nell’ambito delle locali rappresentanze diplomatiche, in 66 Paesi del mondo. Oltre 400 esperti di marketing dedicati alla consulenza alle imprese e ca-

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paci di indicare quotidianamente i settori più dinamici nel breve termine, le azioni da intraprendere per battere la concorrenza, le migliori soluzioni da attuare in termini di costi/benefici per raggiungere gli obiettivi. La riorganizzazione della nostra rete estera ha puntato alla razionalizzazione dei costi e al rafforzamento delle sinergie logistiche ed operative con la Rete diplomatico consolare italiana in cui siamo ormai strutturalmente integrati”. Quali sono i vostri rapporti con gli enti locali? “L'interazione continua con le imprese tramite le Regioni, le Camere di Commercio, gli enti locali, le associazioni imprenditoriali di categoria ed i soggetti strategicamente presenti sul territorio è per noi fondamentale. Gli stretti rapporti con i partner, con i quali condividiamo la passione per l’internazionalizzazione e l’impresa, hanno prodotto un piano di attività che rafforza il Paese e le aziende che ne trarranno beneficio. Sono convinto che il successo all’estero delle imprese italiane dipenderà sempre più dalla capacità di tutti gli attori del Sistema Italia di “fare squadra” evitando sovrapposizioni e dispersioni, potenziando il supporto all’internazionalizzazione”. Quanto conta oggi per le imprese italiane puntare sull'internazionalizzazione? “Vista la contrazione del mercato interno per le aziende di molti comparti è diventato vitale puntare sull'estero. Non c'è mai


DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE stato un momento migliore per esportare: le aziende che intendono cogliere questa sfida di crescita e successo troveranno nell'Agenzia Ice un supporto operativo per impostare uno stabile progetto di internazionalizzazione. Basti pensare che per il solo 2015 contiamo di organizzare circa 850 iniziative (tra fiere, missioni imprenditoriali, workshop, incoming di buyer esteri, attività formative) per promuovere 70 settori del Made in Italy in oltre 60 mercati esteri”. Quali sono le reali opportunità che offrono i mercati esteri? “Produttive e/o commerciali a seconda dei settori e dei quadranti geo-strategici. Più in generale assistiamo ad un crescente numero di opportunità di business all'estero per le nostre Pmi. Reti internazionali e tecnologie digitali aumentano, peraltro, le occasioni di internazionalizzazione per le imprese. Alla luce di questo processo il Governo ha varato un Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia articolato in 10 misure, di cui 5 da attuarsi in Italia (Potenziamento grandi eventi in Italia, Voucher Temporary Export Manager, Formazione Export Manager, Roadshow per le Pmi, Piattaforma E-Commerce per le PMI) e 5 all’estero (Piano Gdo, Piano speciale per i cd. “mercati di attacco”, Piano Road to Expo, Piano comunicazione contro Italian Sounding, Roadshow attrazione investimenti) che vede la nostra Agenzia in prima linea”. Quali sono le maggiori difficoltà che vi segnalano le aziende che puntano sui mercati esteri? “La natura del tessuto produttivo italiano - nato sull'eccellenza del modello imprenditoriale familiare - ha rappresentato storicamente un fattore di competitività su scala globale. La sua dimensione a volte può costituire un limite operativo negli attuali processi di internazionalizzazione. Le piccole e medie imprese italiane segnalano spesso un gap di conoscenza delle tecniche di commercio con l’estero rispetto ai competitor mondiali. Ice-Agenzia è al loro fianco mettendo a disposizione giovani export manager appositamente formati per aumentare il fatturato all’estero delle aziende tutelando, ove necessario, anche i diritti di proprietà intellettuale. La nostra rete di uffici è inoltre a disposizione per

erogare servizi personalizzati di assistenza alle imprese. L’Ice è infine impegnata nell’organizzazione delle missioni imprenditoriali e di Sistema, guidate dai vertici del Governo, che servono da “apripista” per le imprese italiane in mercati lontani e di difficile penetrazione”. “Le piccole e medie imprese italiane segnalano spesso un gap di conoscenza delle tecniche di commercio con l’estero rispetto ai competitor mondiali” Dopo la crisi economica del 2008, su quali Paesi è diventato più importante puntare? “La scelta dei mercati va sempre tarata rispetto al potenziale del singolo comparto merceologico che può indirizzare l’offerta. In generale, non vanno trascurati i macro-mercati tradizionali - come quelli europeo e statunitense - dove l'Agenzia continua a supportare la promozione dei settori classici del Made in Italy. Obiettivo della nuova Ice è, però, anche quello di promuovere i settori ad alto contenuto tecnologico, quali le bio e nano-tecnologie, l’aerospazio, l’Ict, le tecnologie per l’ambiente e le infrastrutture. La mappa dei mercati più promettenti in questo settore è guidata dalla demografia e dai processi di urbanizzazione in corso in molti paesi emergenti: fra i primi 10 mercati ci sono Indonesia, Pakistan, Thailandia e Vietnam a conferma del ruolo trainante del continente asiatico sullo scenario del settore. Per i beni di consumo, invece, tra i 10 mercati ad alto potenziale ci sono principalmente paesi dove il processo di trasformazione e diversificazione economica è già a uno stadio avanzato. Fra questi gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita e il Qatar presentano le migliori prospettive per le importazioni italiane. Per le imprese della meccanica italiana i mercati a maggior potenziale appaiono le nuove piattaforme produttive dell’Asia e dell’America Latina: Indonesia, Thailandia e Malaysia in un caso, Messico, Colombia, Perù, nell'altro, sono destinante ad aumentare la loro domanda di macchinari nel prossimi anni. Fra i Paesi più vicini all’Italia - infine - Serbia, Tunisia e Marocco rappresentano i mercati a maggior potenziale”. Recentemente avete pubblicato un

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Rapporto sul commercio estero ed è emerso che nelle Marche l'export è in continua crescita. Come commenta questo dato? Come si piazzano, in generale le Marche rispetto ad altre regioni? “Nel 2014 le Marche hanno registrato un incremento delle esportazioni per un totale di 12.484 miliardi di vendite all’estero. Alla crescita delle esportazioni si è contrapposta una contrazione del 9,3% del numero di operatori all’estero, pari a 7.786 unità. Il valore medio esportato da ogni operatore è dunque fortemente aumentato (+19,4%), per un valore di quasi 1,6 milioni di euro. Questa performance ha consentito alla regione di incrementare la propria incidenza sull’export italiano, attestandosi su una quota del 3,6%. Anche nel primo trimestre del 2015 il totale dei prodotti esportati è aumentato del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dal punto di vista settoriale la crescita delle esportazioni marchigiane è stata trainata nel corso del 2014 dal settore della farmaceutica, in aumento del 39%; questo da solo spiega i tre quarti dell’aumento di vendite all’estero della regione. Un importante traino per l’export marchigiano è stato rappresentato anche dai prodotti petroliferi, in crescita dopo la riapertura della raffineria di Falconara Marittima, rimasta inattiva nel primo semestre del 2013. Hanno inoltre registrato un significativo miglioramento le esportazioni del tessile abbigliamento (+8,7%) e dei mezzi di trasporto (+6,0%). I settori che invece hanno risentito di un maggiore calo delle vendite all’estero sono gli elettrodomestici (-3,6%), i mobili (-6,3%) e le calzature (-3,1%). L’export marchigiano ha riguardato principalmente i mercati UE, aumentando del 14,1%. La Germania ha incrementato le vendite provenienti dalla regione del 24,3%, per effetto principalmente dei prodotti farmaceutici, per il resto destinati quasi interamente in Belgio, primo partner commerciale delle Marche. Le esportazioni della regione sono invece diminuite in Francia (-5,6%) e Spagna (-1,0%), tra i principali mercati di sbocco europei. In Europa centro-orientale ha pesato la netta diminuzione delle vendite in Russia, del 17,0%, per effetto del settore calzaturiero. Un altro importante mercato è quello statunitense, il quinto per la regione, in calo nel 2014 del 3,2%, principalmente in seguito alla contrazione del settore della meccanica”.


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DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

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DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

Commercio con l’estero, la via della nuova crescita Italia, record 2015: le piccole e medie imprese top nel tasso di crescita dell’esportazione di Giorgio Guidi Club Economia e Finanza - Sida Group S.r.l.

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iamo uno dei cinque paesi (con Cina, Germania, Giappone e Corea) ad avere un surplus commerciale per i manufatti industriali di oltre cento miliardi. L’export commerciale italiano tra il 2010-2014 (esclusi i servizi) è cresciuto di 61 miliardi di euro toccando i 398 miliardi. Nello stesso periodo la bilancia commerciale italiana per manufatti è cresciuta di 61 miliardi passando da 38 a 99 miliardi di attivo con l’estero, ed è il secondo paese UE, dopo la Germania per surplus commerciale con l’estero nei manufatti. Su 5.000 prodotti cui è suddiviso il commercio mondiale, l’Italia risulta prima, seconda e terza nel mondo per la migliore bilancia commerciale con l’estero. I drivers del nostro export sono: agroalimentare in fortissima crescita nel 2015 e il mercato americano. Il surplus commerciale è relativo a 63 prodotti che ci vede al primo posto nel mondo tra agroalimentari e vini. Quello degli Stati Uniti è in assoluto il mercato di esportazione dell’Italia dopo Germani e Francia. L’export verso gli USA è stato di 29,8 miliardi. Il settore agroalimentare è il quarto per importanza dell’export italiano verso gli USA. L’export italiano ha raggiunto i 398 miliardi di euro e rappresenta il 28 % del nostro Pil. La Germania esporta per 1.135 miliardi con un contributo sul Pil pari al 40% con mercati molto più diversificati. La sfida è che anche l’Italia raggiunga il 40%. Nei primi 5 mesi del 2015 le nostre esportazioni sono cresciute del 4,1% (6,6% nei paesi extra CEE nonostante il crollo della Russia). Con gli USA si è segnalato un vero exploit +28,8%, non solo effetto del minieuro, ma di un rinnovato feeling dei nostri imprenditori verso gli USA e delle forti operazioni di sostegno del governo col recente piano “Made in Italy” e delle attività Simest – Sace – Ice.

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Sono 212.023 le aziende italiane che esportano, a lievitare questo numero sono soprattutto le aziende di piccola dimensione, tendenza veramente interessante. L’accordo recente “transatlantic Trade and Investment”, partneriato transatlantico per il commercio e gli investimenti, contribuirà ad accelerare questo processo di crescita Verso gli USA delle nostre esportazioni. I gruppi di prodotti su cui si concentra il nostro export e di cui disponiamo quote rilevanti sull’export mondiale sono: articoli in pelle, bevande, macchinari e apparecchi, prodotti delle lavorazioni minerali non metalliferi, articoli farmaceutici chimico-medicinali, botanici, articoli di gomma e materie plastiche, autoveicoli rimorchi e semirimorchi, sostanze e prodotti chimici. I big dell’industria pubblica e privata hanno trovato nell’esportazione uno strumento di sostanziale miglioramento della redditività, una perfetta condizione tra risultati economici e fatturato estero. I gruppi pubblici hanno il 60% dei ricavi oltre frontiera, mostrano un ROE (Return On Equity) del 5,6%, mentre i privati, il cui fatturato extra Italia raggiunge il 79%, hanno raggiunto un indice di redditività del 11%. La manifattura privata con quota esportazioni del 91% vanta un ROE del 14,3%. Tra il 2010 e il 2014 i big pubblici hanno prodotto 46,5 miliardi di profitti, il triplo rispetto ai privati che ne hanno generati 15,1. Degli utili delle imprese pubbliche (Eni, Enel, Snam, ecc) se ne sono avvantaggiate le casse dello stato o le amministrazioni pubbliche con 11,8 miliardi di dividendi e 6,2 miliardi di cedole pagate agli omologhi azionisti privati. Lo sviluppo delle esportazioni è una opportunità estremamente interessante, qualitativamente strategica di medio lungo periodo, uno strumento di politica macro economica e microeconomica a cui va riservata attenzione e concentrazione.


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Paolo Gentiloni insieme a Federica Guidi: “in pochi anni possiamo diventare il piu’ importante partner europeo dell’Iran” di Giulio Guidi Club Economia e Finanza - Sida Group S.r.l.

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eheran, 12 milioni di abitanti, più che una capitale mediorientale è più simile a Los Angeles, minareti e moschee inghiottiti da una edilizia verticale e soffocante, dalle tangenziali e boulevard chilometrici, una metropoli a tutti gli effetti con i caratteri metropoli occidentale. La Persia, espressione di una cultura millenaria, nonostante l’embargo non ha mancato di evolvere. Nell’immaginario collettivo è rimasta imperiale. In Iran si parla di affari arte e di cultura. L’Iran è ricca di petrolio e di gas e di un

apparato industriale diversificato, è il maggiore produttore di acciaio, cemento, automobili del Medioriente e confinante con la Turchia un mercato di altri 80 milioni di abitanti; entrambi questi stati apprezzano sempre di più i prodotti italiani. L’Iran è il quarto al mondo per le riserve di petrolio e secondo per il gas. Vanta crediti per 800 milioni di dollari, un’economia affamata di tecnologia, cultura, know-how e jointventure. Non dimentichiamo che negli anni 50' il caro Mattei inizio la presenza storica

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dell’Eni in quel paese, rompendo gli schemi di prezzo, di approvvigionamento del petrolio, con vantaggi enormi per l’Iran. Gli scambi culturali hanno avuto continuità nel tempo e sono stati sempre molto apprezzati dagli iraniani. L’Iran ha consolidato con Finmeccanica su settori come l’aereospaziale e difesa, proposte legate al settore del gas, a forniture di elicotteri a uso civile, tecniche di esplorazione elettroniche, a servizi di immagine satellitare e a tecnologia dei droni, questi saranno il primo campo su cui sviluppare i rapporti


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economici. La Guidi ha già realizzato una commessa di mezzo miliardo di euro per la Fata, controllata Finmeccanica, per la realizzazione di una centrale idroelettrica. L’interscambio con l’Iran potrebbe triplicare in tre anni, attualmente è pari a 1,6 miliardi di euro, dice Gentiloni, costituendo un volano efficace per la ripresa economica del nostro sistema. È intenzione di insediare una commissione mista per lo sviluppo delle relazioni bilaterali; è stato al riguardo stilato un

memorandum. I grandi gruppi Eni, Finmeccanica, Ansaldo, Fincantieri, Fiat, affiancati da Unicredit, Sacc, Mediobanca, Cassa Depositi e Prestiti, Fondo Strategico, ABI si stanno già aggregando per agire in modo integrato e propositivo per cogliere questa grande opportunità per l’Italia. Francesi, tedeschi e statunitensi e cinesi saranno competitor efficaci, già loro si sono mossi prima, comunque l’Italia ha tutte le carte in regola per competere. Il sistema Italia è quello che nelle relazioni

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con l’Iran si presenta in ottima posizione. La storia, la qualità degli scambi, la serietà e qualità e carisma delle nostre genti hanno sviluppato negli iraniani l’apprezzamento nel “made in Italy”. Gentiloni ha già incontrato il presidente Hassan Rohany a Teheran, lo ha invitato a venire in Italia. L’abbattimento dell’embargo costituisce per l’Italia una grande opportunità e augurio che i nostri governanti, il credito, gli industriali e le strutture di sostegno sappiano in modo intelligente ed energico pilotare questa nuova sfida.


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IL CAMBIO: artefice dell’andamento delle economie dei singoli paesi e della loro competitività Riflessioni Riflessioni

di di Flavio Flavio Guidi Guidi Club Economia e Club Economia e Finanza Finanza -- Sida Sida Group Group S.r.l. S.r.l.

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e l’economia del Sud Italia non è mai decollata, benché ricca di prodotti agroalimentari, turistici e culturali, è dovuto all’impossibilità per la moneta, prima la lira e poi l’euro, di manovrare il cambio con delle svalutazioni che avrebbero reso l’economia del Meridione più competitiva, orientando l’investimento verso produzioni più conformi al territorio e alle sue risorse. Ciò ha depresso le produzioni del Sud, rendendole incapaci di creare valore aggiunto e ritorno sugli investimenti, tali da favorire le attese di quanti investono in questo territorio. Oggi, in presenza della svalutazione dello yuan, ci si accorge che chi ha localizzato le produzioni in Cina si trova favorito. Queste produzioni godono di un vantaggio competitivo verso l’estero del 20%

rispetto agli inizi del 2014. Perché, ci chiediamo, la Germania investe nell’economia reale di Paesi come la Polonia o in quelle di Paesi che non fanno parte dell’euro? Perché gode degli effetti delle manovre di svalutazione che, in situazioni di boom economico, questi Paesi devono sistematicamente e periodicamente adottare. Oggi la Cina, come altri paesi asiatici, sta deprezzando la sua moneta per sostenere le esportazioni e mantenere così la crescita della domanda; ciò determina la sua crescita. L’Italia, che ha un volume di esportazioni di tutto rispetto nei confronti alla Cina (10,5 miliardi di euro), non può reagire a questa manovra in quanto ancorata all’euro; quindi deve subire la perdita di

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competitività. Al contrario, una corrispondente svalutazione del 20% della moneta ci consentirebbe non solo di non perdere competitività, ma di trarre ulteriori vantaggi a livello internazionale, con conseguenti effetti sull’accelerazione delle esportazioni e con effetti quantitativamente rilevanti sulla crescita del PIL. Perché gli Stati Uniti, l’Inghilterra, il Giappone, la Polonia, la Finlandia, il Canada, l’Australia la Turchia, il Brasile, la Russia, l’Indonesia, il Sud Africa, il Kazakistan e l’Ucraina oggigiorno svalutano le loro monete e noi rimaniamo ancorati all’euro? Ricordiamo che la Germania, allargando la comunità dei paesi aderenti all’euro, ha indirettamente, e senza che questi se ne accorgessero, svalutato la sua moneta ed evitato il processo di rivalutazione che ne


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sarebbe conseguito. Non dimentichiamo che la forza della svalutazione è quella di attirare investimenti in quei campi di attività più coerenti rispetto alle performance economiche che offre il territorio. Al momento attuale molti investitori esteri andranno e investiranno in Cina, per godere della svalutazione adottata. La localizzazione industriale nei territori dove il paese può agire sul cambio premia economicamente l’investimento. Oggi, chi ha localizzato le proprie produzioni in Cina, si trova avvantaggiato. Da tutto ciò consegue che, se si vuole mantenere la parità con l’euro e quindi l’unità comunitaria della moneta, bisogna studiare un meccanismo di correzione che riequilibri gli svantaggi competitivi

che subiscono i diversi Stati alla presenza di svalutazioni internazionali; un meccanismo che tenga conto delle diverse strutture produttive e delle diverse strutture delle bilance commerciali (esportazioni/ importazioni) e dei pagamenti. In mancanza di ciò si avranno distorsioni a livello di struttura degli investimenti e sempre più depauperamento delle economie deboli a favore di quelle più competitive. Da non dimenticare l’effetto che si produce sui rapporti competitivi quando si considera il tasso di cambio reale (differente inflazione tra paesi a parità di cambio). In questi ultimi 13 anni la Germania ha registrato un tasso di inflazione del 25,5%, l’Italia del 39%, la Spagna del 47% e idem per la Grecia. Nelle stessa posizione di

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vantaggio anche la Francia che ha registrato una variazione del 128%. In questi ultimi anni la Germania, grazie al cambio reale, ha guadagnato posizioni competitive sulle altre economie legate al cambio fisso dell’euro. Ricordiamo che tutto lo sviluppo tedesco negli ultimi anni è stato sostenuto dalle esportazioni che sono cresciute del 400%, a loro volta sostenute dalla svalutazione di cui indirettamente ha potuto godere, grazie al cambio fisso e al cambio reale. Ai governanti italiani un segnale: attenzione, preparatevi, non bisticciate e fate valere quanto è giusto; i più organizzati e ordinati la fanno da padroni.


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LA CADUTA DELL’IMPERO CINESE La crisi finanziaria e l’economia reale di Flavio Guidi Club Economia e Finanza - Sida Group S.r.l.

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media di tutto il mondo in questi giorni si stanno divertendo a elucubrare sull’economia e sulla finanza cinese, come Cassandra, annunciando crisi e declino dell’impero del Sol Levante, con effetti nefasti sull’intera economia globale. Chi si è intrattenuto a seguire “Overland” nelle due serie televisive sulla Cina, avrà rilevato che il Paese si presenta ordinato, ben organizzato, con una chiara visione ed obiettivi ben definiti, con una mentalità proattiva e innovativa e con uno spiccato senso economico-finanziario dell’industria. Il sistema infrastrutturale creato ha raggiunto livelli così elevati che consentiranno alla Cina di competere e vincere sulle altre economie mondiali. Le città, a partire dal 1989, hanno radicalmente cambiato volto. Le politiche economiche, finanziarie e monetarie sono efficienti; i rapporti tra le autorità politiche centrali e quelle periferiche sono sinergici. Negli ultimi anni la Cina ha fatto incetta

nel mondo di territori e di fonti di materie prime ed è in grado con le sue strategie di manovrare il prezzo delle stesse. Gli stock di valuta estera sono tra i più rilevanti al mondo. Il capitale cinese detiene una fetta rilevante del debito pubblico di altre nazioni, tra cui quello degli USA. La presenza dei cinesi nel mondo si è andata espandendo, acquisendo in tante città il dominio su piccoli mercati nel settore commerciale. Essa è fonte di manodopera a basso costo ed è agile nelle strategie di decentramento produttivo in altri stati, con un costo del lavoro ancora più basso. La laboriosità in Cina e nel mondo non conosce sosta e questo, associato al sistema dei clan, garantisce un'accelerazione nel processo di accumulazione. È prevalentemente un popolo di laboriosi e intraprendenti, con capacità organizzative e che ha sviluppato il concetto sistemico di rete. Tra i fattori competitivi spicca l’ancora basso costo del lavoro e l’elevata disponibilità di questa risorsa. Il livello di

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scolarizzazione è molto elevato. Prevale la cultura confuciana, quella del realismo, del pragmatismo, del problem solving, recentemente orientata sul modello occidentale. Il livello di managerializzazione è buono. Le donne, rispetto agli altri paesi, spiccano per la loro capacità manageriale e sono grandi imprenditrici, che giocano un ruolo di rilievo sull’economia. Nell’ambito delle tre variabili strategiche, ovvero cultura, prodotto e vendita che caratterizzano il successo di business, i cinesi sono di un elevato livello rispetto agli altri Paesi e le donne sono al pari dell’uomo, se non superiori. Essi, inoltre, stanno immettendo nei processi sempre maggiore knowhow. Ovunque si vada, dentro le aziende si parla in termini di cash-flow. La cultura finanziaria prevale sulla gestione aziendale. L’attitudine al controllo di gestione e all’ottimizzazione dei processi è diffusa e particolarmente spiccata e interiorizzata. La Nokia ha insediato il suo centro R&D a Pechino: perché? Perché a Pechino, ogni anno, un milione di ingegneri è disponi-


DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE bile. È un popolo che si pianifica a breve, medio e lungo termine. Possiede una radicata mentalità strategica e una grossa propensione mentale all’emulazione, quindi apertura verso chi fa meglio per migliorare. È una nazione dove, in agricoltura, esiste la filiera corta e su una superficie si sviluppano ben 7 attività di business, dove il clan familiare partecipa in termini specializzati ai diversi ruoli della filiera. È un paese pieno di fiducia e di sogni. Fiducia, modestia, umiltà, sistematicità, apertura mentale, i caratteri dei cinesi che favoriscono l’apprendimento e la crescita. È un popolo che risparmia. La popolazione ha raggiunto i 1.400 milioni: ciò costituisce una variabile determinante nello sviluppo del Paese. In termini di popolazione, 10 italiani equivalgono a 230 cinesi: pensate la forza, l’energia e la concentrazione che sprigiona e sprigionerà la Cina. La Cina dà e sta dando all’economia reale

una particolare rilevanza. L’esperienza socialista ha consentito di raggiungere tre obiettivi sociali sistemici: ordine, unificazione, ma soprattutto identità nazionale (pensate alla storia). La crisi delle borse cinesi, e di conseguenza di quelle asiatiche e mondiali, è in parte frutto di un processo di assestamento monetario dovuto dallo sganciamento dello yuan dal dollaro (necessario tra l’altro per difendersi dalle manovre valutarie internazionali, vedi quantitative-easing americana, giapponese, inglese ed oggi europea) e in parte di una crisi finanziaria con carattere prevalentemente speculativo occidentale. Ricordiamo che le borse cinesi avevano registrato un incremento, dal 2014 ad oggi, del 160% spinto da una bolla speculativa. Gli attuali contraccolpi borsistici sono diretti proprio a ridurre questa bolla e a riallineare l’andamento finanziario a quello reale e a diventare autonomi e protagonisti della gestione delle politiche valutarie e monetarie.

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Il rallentamento del tasso di crescita è un segnale di tendenziale e di possibile perplessità, ma non dimentichiamo che in valore assoluto il tasso di incremento è del 7% su un Pil (denominatore) che cresce di anno in anno. In sostanza la crescita c’è, è consistente e superiore all’andamento delle economie occidentali, sintomo di un’economia reale forte e ben manovrata, che in futuro non potrà non esprimere i suoi caratteri di forza ed energia competitiva. Da tutto ciò possiamo trarre, per il futuro dell’Italia, un sostanziale insegnamento: la Cina è e sarà sempre di più un grande mercato dove indirizzare investimenti commerciali, industriali e finanziari. Le strategie private e pubbliche dovranno essere rivolte a favorire lo sviluppo dei rapporti commerciali e culturali con questo Paese. Una grossa opportunità che va colta e gestita. Non dimentichiamo che l’Italia gode, da parte del popolo cinese, di una posizione di rispetto e di simpatia.


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LA VIA DELLO SVILUPPO di Giuseppe Barchiesi Club Economia e Finanza - Sida Group S.r.l.

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'imprenditore ormai da tempo si trova di fronte un quadro di riferimento di non facile comprensione, che complica sensibilmente il suo già difficile lavoro. Usando un'espressione forte, si potrebbe persino dire che l’ambiente e la congiuntura sembrano inesorabilmente ostili nei suoi confronti. Nonostante le assicurazioni e gli “atti di dolore” all'indomani dello scoppio della grande crisi, il quadro internazionale è sempre più dominato dalla finanza con le sue formidabili leve, in grado di dare grandi benefici a chi le sa e le può usare, a discapito, ovviamente, dei più che questa possibilità non ce l'hanno. C'è, in buona sostanza, il predominio

dell'economia virtuale su quella reale. E questo è un problema grave, perché l’azione meramente speculativa di creazione e distruzione della ricchezza attraverso l’economia finanziaria, può essere un lubrificante di una primaria attività di costruzione di prospettive reali, ma non può essere una pratica prioritaria e preponderante, perché questo genera ostacoli, vincoli, rallentamenti e danni (diretti e collaterali) all’economia reale. E quando le istituzioni provano a fare chiarezza e a ripristinare la calma, magari dichiarando l’esistenza di un possibile ostacolo al fine di predisporre le mentalità e gli strumenti alla risoluzione dello stesso, ci pensano invece le fonti gior-

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nalistiche, e non solo, a trasformare gli impulsi positivi e costruttivi e a conclamare già un avvenuto disastro. E su mercati speculativi, dove si compra sulle speranze e si vende sulle paure, seminare dubbi e timori è qualcosa di paragonabile al terrorismo, e se si pensa che sia un termine forte, si pensi semplicemente alle possibili conseguenze di un’informazione distorta o non data, in termini di danni economici, danni al mondo del lavoro, danni al comportamento di acquisto delle persone. Non parliamo poi, specialmente in Paesi come l’Italia, della complessa rete di regole, burocrazia, leggi, relazioni sindacali e politica, che ad essere benevoli, si possono giudicare assolutamente non adeguati ad affrontare un mondo profondamente diverso da quello passato, quando tutto queste patologie sono nate, ed in particolare, mettere nelle migliori condizioni le aziende per affrontare l'internazionalizzazione. Già, perché la via dello sviluppo risiede proprio nell'internazionalizzazione delle aziende essendosi ormai imposto il mercato globale. Ma fare della sopravvivenza di un sistema in crisi, una guerra di ideologie, si può facilmente capire che è quanto meno rischioso. Oggi l'azienda, che si debba ristrutturare o che si costituisca, deve avere come obiettivo strategico lo sviluppo sostenibile di lungo periodo nell'ambito del mercato globale. Ma deve avere chiara un'altra importante visione: i mercati esteri non vanno mai visti come una minaccia, magari in veste di concorrenti, bensì come una opportunità, tanto più grande quanto più grandi sono per la vendita dei propri prodotti. A patto che si sappia percepire la diversità come sprono alla crescita e

non come stimolo alla polemica. Seguendo questa logica, l'internazionalizzazione non può che essere nel Dna dell'azienda. Non è quindi un effetto, ma causa dell'esistenza stessa dell'azienda. Tale processo, per quanto scontato, non va confuso con l'esportazione che diviene logica e susseguente al processo stesso. Più in particolare, l'internazionalizzazione sta a monte dell'esportazione traendo la sua origine da un attento studio di tutti i mercati di possibile sbocco, per individuare le tendenze, le evoluzioni e quant'altro possa servire per adeguare il prodotto tempestivamente, per caratteristiche e prezzo, a tali mutamenti. Si passa così, da una visione statica, quasi fatalistica, a una dinamica dove fa premio la velocità, il dinamismo con cui si anticipano le situazioni. Certamente, comprendere il futuro prossimo di certe situazioni non è facile, occorre molto impegno, razionalità, approfondimenti, adeguata struttura aziendale (per l’analisi in sé e per le reazioni da porre in atto con tempestività) e in tutto ciò la dimensione gioca un ruolo molto importante. Bisogna assolutamente essere adeguati in tutto alla globalizzazione, dove i cambiamenti in senso lato sono sorprendentemente veloci: se prima un prodotto poteva dare una certa “tranquillità” all'azienda produttrice che poteva anche durare a lungo (mesi se non anni), ora questi tempi si sono praticamente annullati. E con una longevità potenziale di un portafoglio di offerta che si riduce nella durata, corrisponde la necessità di effettuare investimenti flessibili e leggeri, tenendo conto che i tempi di rientro potrebbero non essere adeguati, o per lo meno prolungati come un tempo.

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Con queste nuove regole del gioco, l'imprenditore attento sarà portato a considerare in modo probabilmente diverso da tanti altri la nuova fiammata causata da un rallentamento del colosso Cinese. A tal proposito, è necessario sottolineare che la loro “crisi” deriva dal fatto che si parla di un Pil al di sotto del 7%, anziché il previsto 7%, ma non dimentichiamoci che non solo quell’incremento percentuale noi ce lo sogniamo, ma anche che tale frazione è la parte di un tutto che è pur sempre un valore straordinariamente alto; l’economia cinese è comunque in grado di dare soddisfazioni, dato il mercato composto da ben oltre 1.400.000.000 di consumatori. La “crisi” della Cina è un segnale, vero, ma a ben guardare è una sorta di “suggerimento” per magari riflettere che altri mercati si stanno aprendo (uno su tutti? Iran) e che la recente scoperta del mega-giacimento da parte del gruppo Eni possa aprire ulteriori sbocchi. Insomma, piuttosto che le problematiche finanziarie che oggi sembrano maggiormente sotto controllo rispetto al 2007 (ma sempre assolutamente da eliminare nelle loro dinamiche), oggi l'imprenditore e qualsiasi altro operatore economico, devono temere le altre situazioni di cui si diceva, che condizionano troppo pesantemente la loro attività e che troppi effetti negativi hanno su tutti i consumatori, con la logica conseguenza di influenzare lo sviluppo economico. Con i tempi e momenti che da qualche hanno ci è dato di vivere, chiunque parli senza cognizione di causa e in termini allarmistici, può provocare danni molto seri. Per ora questo atteggiamento è stato molto praticato; attiviamoci perché il futuro ci riservi emozioni migliori.


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"Internazionalizzazione: unico futuro possibile" di Francesco Trovato, Ceo Fimat Cap srl

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a globalizzazione dei mercati apportato in questi ultimi 15 anni evidenti vantaggi economici per grandi aziende e per i consumatori, ma insieme a queste ha portato anche gli effetti delle crisi globali, lunghe e pesanti e che coinvolgono tutti i paesi del continente con una velocità di contagio mai vista prima. Comunque la si voglia giudicare la globalizzazione è un processo irreversibile, dunque è assolutamente dovere di ogni impresa adattarsi e prenderne tutti lati positivi. Oltre agli Stati Uniti, tante altre economie hanno imparato questa lezione e ne hanno fatto l'unico modello di sviluppo. Basti pensare alla Germania che fa del disavanzo commerciale con l'estero uno dei grandi punti di forza della prima economia europea, imponendo il proprio modello di sviluppo del manifatturiero che sembra non conoscere crisi, al dil à di scandali ed errori contingenti. Anche quella del Regno Unito è un'economia che si basa sulla globalizzazione del mercato dei capitali. La struttura dell'imprenditoria italiana, che

per il 99% numericamente è composto da piccole e medie imprese, sconta, in questo contesto di globalizzazione, la dimensione e la capacità di investimento limitata in risorse umane e capitali necessari per uno sviluppo internazionale ed una presenza nei mercati esteri. Nonostante questo, il tasso di crescita dell'export e le Pmi italiane è assolutamente apprezzabile, grazie soprattutto ad una flessibilità una velocità di pensiero di strategia e una qualità di processo e di prodotto che hanno le nostre imprese, soprattutto quelle manifatturiere. Queste qualità possono sembrare più frutto di una estemporanea capacità di adattamento che aduna solida pianificazione di attività e know how per il raggiungimento di nuovi mercati e di nuovi clienti. In questo senso servono una serie di competenze, da mettere anche a fattore comune all'interno di quei distretti di eccellenza industriale, che continuano a essere l'ossatura delle piccole medie imprese italiane. Pianificare una strategia di internazionalizzazione significa avere la capacità e la metodologia adatta per prendere cono-

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scenza dei mercati di sbocco, non solo da un punto di vista commerciale ma anche di supply chain ed acquisire le competenze necessarie e soprattutto avere gli strumenti finanziari idonei Per competere con concorrenti più grandi di dimensione e di disponibilità. Lo sviluppo dell'export non si improvvisa. Ecco perché ciascun imprenditore deve essere molto attento ad evitare scelte sbagliate che compromettono la solidità ed il futuro di un'azienda. Come succede in alcuni paesi come la Germania, potrebbe essere importante è creare un network di competenze da mettere a disposizione dei singoli distretti industriali italiani, in modo da far diventare il know how all'internazionalizzazione una delle basi fondanti dei concetti di distretto industriale. Questo è un processo irreversibile, infatti, secondo un'analisi di Boston Consulting Group, solo le aziende che destinano solo dal 10 al 18 % del proprio fatturato al mercato italiano hanno una seria possibilità di sviluppo costante e sostenibile nei prossimi anni.


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Export Marche 2014, +7,5%, 12 miliardi di vendite

L'assessore Manuela Bora: “Riscontri positivi ma occorre fare di più. Strategia unica e condivisa per l’internazionalizzazione”

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o spunto è rappresentato dai dati Ice relativi all’export marchigiano, cresciuto del 7,5% nel 2014 e con oltre 12 miliardi di euro di vendite all’estero, ma l’obiettivo è quello di rilanciare le politiche dell’internazionalizzazione della Regione, ampliando i mercati di sbocco e il coinvolgimento delle imprese nella predisposizione delle strategie. Con una novità per il prossimo anno: la realizzazione di un’Agenzia unica per lo sviluppo regionale costruita attorno ai pilastri dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e dell’europrogettazione. Sono le conclusioni della conferenza stampa indetta dall’assessore all’Internazionalizzazione Manuela Bora, alla quale hanno partecipato il prorettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori e i rappresentati delle categorie produttive, presenti con il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli (accompagnato dal direttore Bichisecchi) e il direttore di Confartigianato Marche, Giorgio Cippitelli. “I dati del 2014 sono positivi ma non ci accontentiamo, perché vogliamo e possiamo fare di più. Abbiamo migliorato la nostra incidenza sull’export italiano, attestandoci su una quota del 3,6%, ma è diminuito il numero di operatori all’estero. I segnali del 2015 evidenziano delle criticità da analizzare e monitorare – ha commentato l’assessore Bora – Vogliamo iniziare una nuova politica di internazionalizzazione, che

sia diffusa e proattiva, cioè che interessi tutto il territorio regionale e che chieda alle imprese di accettare quelle sfide che l’era globale impone, quali l’innovazione, la dimensione, il passaggio generazionale, la cultura manageriale, la formazione e valorizzazione del personale , il marchio (brand), la necessità di costruire relazioni forti con i propri clienti (acquisendo notorietà anche attraverso i social), la necessità di costruire una rete distributiva forte che possa aiutare a posizionare al meglio i nostri prodotti”. Per fare questo l’assessore ha lanciato la proposta di avviare dei Centri di imprenditorialità diffusa, uno per ogni provincia, che verrà discussa nelle prossime settimane. Secondo le rilevazioni 2014 dell’Ice, il valore delle esportazioni marchigiane ha registrato un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente. Le Marche sono la quarta regione per crescita dell’export in rapporto alle altre regioni italiane. A livello nazionale presentano una quota di mercato del 3,2%, in crescita sull’anno precedente. Tra le province, è quella di Ancona a mostrare l’importo più elevato, ma è Ascoli Piceno a registrare la crescita maggiore, dovuta, in modo particolare, all’esportazione dei prodotti farmaceutici. Belgio, Germania e Francia sono da molti anni i primi tre Paesi di esportazione delle Marche. Stati Uniti e Russia sono destinazioni importanti che tuttavia, nell’ultimo

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anno, rallentano: in particolare la Russia ha diminuito del 17% l’acquisto di prodotti marchigiani, pur rimanendo la prima destinazione del calzaturiero. Si segnalano aumenti, invece, nelle esportazioni verso la Turchia, gli Emirati Arabi, l’India e l’Arabia Saudita. Il 2014, comunque, sembra orientare le esportazioni marchigiane sui Paesi dell’Ue, verso i quali si esporta il 61% del totale, con un incremento del 12%. I mercati extra Ue rappresentano il 38%, con un lieve aumento rispetto al 2013. Osservando i Continenti, l’Europa riceve il 74% delle merci marchigiane in uscita, l’Africa il 4%, l’America (nel suo complesso) acquista quasi il 9% delle nostre produzioni, mentre un buon 12% del totale viaggia verso l’Asia.

Conferenza delle Regioni: il Coordinamento delle attività produttive alle Marche

Le Marche, per la terza volta consecutiva, hanno ottenuto il coordinamento della Commissione Attività produttive che comprende le materie: industria, commercio fiere e mercati, commercio con l’estero, artigianato, sostegno all'innovazione per i settori produttivi, miniere, cave e torbiere.


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“All'estero ci scelgono, sognando 'la dolce vita'” Da Pesaro alle famiglie del Bel Paese, fino alla conquista dei principali mercati internazionali Fabiana Scavolini, amministratore delegato dell'azienda Scavolini: “Nel 2016 sarà la volta dei nuovi show-room di Boston e Las Vegas”

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a più amata dagli italiani' alla conquista del mondo: quando è iniziato il processo di internazionalizzazione dell'azienda? Quali sono state le circostanze che hanno spinto a questa scelta? “La scelta di aprirci ai mercati internazionali è stata una naturale evoluzione del nostro percorso di crescita. Dopo esserci affermati come azienda leader del settore cucine in Italia abbiamo iniziato, trent’anni fa, a esportare i nostri prodotti in tutto il mondo, supportati anche dalle numerose richieste che spontaneamente hanno iniziato ad arrivarci dai mercati esteri. Una scelta assolutamente lungimirante e vincente, che ci ha permesso di diventare oggi un brand presente e conosciuto in tutto il mondo e che ci ha consentito di affrontare la crisi che ha colpito il settore

in Italia negli ultimi anni. Alla base della nostra politica di espansione territoriale c’è una strategia che ci vede impegnati con costanti investimenti per il consolidamento della nostra rete distributiva. Attualmente, contiamo 150 punti vendita in Europa, 60 in Russia e nelle Repubbliche Orientali, 30 nel Nord America, 15 in Centro/Sud America ed altrettanti in Asia e Oceania, a cui si aggiungono gli oltre 1000 punti vendita in Italia”. Quali sono oggi i vostri principali mercati esteri di riferimento? “Con un fatturato dell’80%, l’Italia rappresenta sicuramente il mercato principale, anche se l’obiettivo dei prossimi anni è di incrementare la quota di export. In quest’ottica, ci sono aree con margini di crescita molto interessanti praticamente

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in tutto il mondo, sia sulle aree già mature, ma che mantengono forte interesse nei confronti del design italiano, sia su quelle in evoluzione che sognano la 'dolce vita' e che nutrono una vera passione per 'il bello e ben fatto' di radice italiana”. Prossimamente verranno inaugurati nuovi show-room a Boston e Las Vegas. Quale segmento di mercato puntate a conquistare con queste presenze? “L’apertura dello store di Las Vegas, e del prossimo di Boston a inizio 2016, ci consente di consolidare ulteriormente la nostra presenza sul mercato americano, che presidiamo da circa 20 anni e dove contiamo oltre 10 punti vendita monomarca tra cui Chicago, Houston, Miami, e New York, dove nel 2010 abbiamo inaugurato la Soho Gallery a New York,


DOSSIER INTERNAZIONALIZZAZIONE

ad oggi il più grande punto vendita di cucine di tutta Manhattan. Negli Stati Uniti ci rivolgiamo ad un pubblico di privati estremamente variegato, che ha dimostrato di apprezzare in particolar modo i nostri prodotti, non solo per l’eccellente qualità e il design italiano, ma soprattutto per l’alta possibilità di personalizzazione che offriamo. Altrettanto importante e strategico è il settore contract, al quale offriamo soluzioni complete per arredare cucina, living e bagno”. In generale, sia in Italia, sia all'estero, come si è evoluto il mercato del mobile negli ultimi anni? “Difficile identificare un trend univoco: certamente, in termini generali, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una contrazione dei consumi, e questo ha inciso anche sul mercato dei mobili, chiaramente con caratteristiche e dimensioni differenti a seconda dei paesi. Per quanto riguarda l’Italia, la crisi si è fatta sentire, diversi competitor e rivenditori hanno avuto molte difficoltà, l’intero settore si è impoverito. È cresciuta molto una richiesta di prodotti più economici e anche la nostra azienda per rispondere alle esigenze di mercato ha lanciato una nuova linea di cucine chiamata Scavolini Easy, che si rivolge a un pubblico giovane attento al

prezzo ma che non vuole rinunciare alla qualità e al marchio Scavolini”. Design e qualità possono ancora fare la differenza in un mercato sempre più globalizzato? “Design e qualità, uniti alla serietà e autorevolezza del brand e a un efficace servizio assistenza, sono certamente gli elementi principali che ci hanno permesso di fare la differenza sui mercati internazionali. La qualità rappresenta per noi un valore imprescindibile e per questo operiamo attraverso una filiera produttiva rigidamente controllata e rispettosa dell’ambiente. Sul fronte del design, invece, da sempre ci avvaliamo della collaborazione di prestigiosi designer, nomi di spicco nel panorama internazionale, quali Nendo, Ora-ïto, Diesel Creative Team, Giugiaro Design, King&Miranda Design, Karim Rashid e Michael Young, che contribuiscono con le loro esclusive proposte alla continua attività di mediazione fra le espressioni più avanzate e più effervescenti della creatività e i sogni attuali e futuri della gente”. La vostra azienda è una cinquantenne in splendida forma: quali sono gli elementi di forza che vi permettono di continuare a crescere e competere?

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“Qualità made in Italy, creatività, design, innovazione, affidabilità, attenzione ai dettagli, un ottimo rapporto qualità-prezzo e l’alto livello di servizio e assistenza alla clientela, pre e post-vendita sono gli elementi che ci contraddistinguono. A questi, si aggiunge la volontà di non fermarsi mai e continuare a innovare: un’attitudine che ci ha permesso di introdurre importanti novità sul mercato, come il lancio nel 2012 della linea di prodotti Scavolini dedicato all’arredo bagno e, nel 2015, l’implementazione di un catalogo dedicato alle soluzioni arredative per il soggiorno”. Quali sono le prossime sfide con cui vi confronterete? “Sicuramente la sfida dei prossimi anni si giocherà sul mercato globale. Noi, come sempre, continueremo a lavorare con serietà, rigore e professionalità su quegli ingredienti che ci hanno permesso di conquistare la posizione di leadership nazionale che tuttora deteniamo. Da un lato, quindi, continueremo nella ricerca di nuove soluzioni in grado di accogliere le istanze e le tendenze del mercato. Dall’altro, porteremo avanti gli importanti e costanti investimenti per il consolidamento e la valorizzazione della rete distributiva, non soltanto attraverso i monomarca, ma anche attraverso la distribuzione tradizionale”.


SPECIALE

LIKE TOURISM

2015

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Illustrazione di Simone Altamura

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SPECIALE LIKE TOURISM

Un viaggio unico verso l'internazionalizzazione del turismo nelle Marche

L'1 ottobre, la sessione plenaria di apertura della seconda edizione di Like Tourism è stata inaugurata da una tavola rotonda, dove rappresentanti delle istituzioni ed esperti hanno analizzato le tendenze del settore, e le relazioni tra la nostra regione e i paesi esteri di Stefano Strano Ph. Apollonia Benassi

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a Mole Vanvitelliana di Ancona, l'1 e 2 ottobre, ha ospitato Like Tourism 2015, il grande evento di scambio e formazione degli operatori turistici, organizzato dal Consorzio Marche Maraviglia: la Destination Management Company, nata nel 2013 e leader per l’incoming nella nostra regione, che riunisce gli operatori della filiera turistica del territorio marchigiano, con l’obiettivo comune di promuoverlo al meglio come destinazione di eccellenza. Il tema cardine di quest'anno, dopo la prima edizione del 2014, è stato l'internazionalizzazione. Con una priorità: sviluppare negli operatori turistici la cultura dell'accoglienza, specie nei confronti dei clienti stranieri. Proprio l'apertura verso nuovi mercati, e la capacità di attrarre turisti dai paesi esteri nel nostro territorio, sono stati i temi al centro della sessione plenaria. Dopo il saluto istituzionale del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, insieme al presidente del Consorzio Marche Maraviglia Guido Guidi, alla tavola rotonda moderata da Germana Di Falco (Expert DG Social e DG Regio della Commissione europea) sono intervenuti: Pietro Talarico (dirigente del settore Turismo della Regione Marche), Alessandra Priante (International Relations – Unwto Italian Cultural Expert for the Gulf Region – ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – miBACT), Franco Grasso (formatore e consulente di Revenue Management Alberghiero), Alessandro Nucara (direttore generale di Federalberghi) e Massimiliano Polacco (direttore di Confcommercio Marche). “Quest'anno è stato più facile per noi organizzarci, perché si sta diffondendo

sempre di più la consapevolezza del valore del turismo - ha dichiarato il presidente del Consorzio Marche Maraviglia Guido Guidi, in apertura della sessione inaugurale -. In Italia il nostro settore è stato analizzato con approssimazione nel corso degli anni: noi, con Like Tourism, lo trattiamo con una metodologia scientifica. È ora di ricostruire la 'National Branding Image' italiana, e per farlo, occorre una profonda riqualificazione non solo delle nostre strutture, ma anche culturale dei nostri operatori turistici. Per questo servono scientificità e sistematicità. Abbiamo bisogno di dati, di istituzioni che li rendano disponibili: come fa, da solo, un operatore (di fatto una microimpresa), sotto il 'bombardamento' dei Big Data, delle recensioni del web a cui deve rispondere, a estrapolarli, interpretarli e sintetizzarli nel nostro contesto? Per questo serve l'aiuto delle istituzioni”. Dal Comune dorico, un forte plauso all'iniziativa: “Porto il saluto della città - ha affermato il sindaco Valeria Mancinelli perché, in una situazione di particolare difficoltà, chi fa iniziative è già di per sé meritorio, specie in questo caso, con un evento particolarmente efficace che è un modo serio di affrontare il tema delle politiche industriali del turismo. Nel sentimento diffuso, viene visto in una prospettiva di crescita da 'nuova Eldorado', ma, per poterlo diventare nel concreto, è un settore che va affrontato con metodi e criteri tipici delle politiche economiche e industriali. I protagonisti di questa iniziativa sono tra le parti più attive della nostra società: risorse, energie e persone che non vedono solo le difficoltà, ma anche tante opportunità, e che lavorano per

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sfruttarle a pieno”. La Regione Marche ha definito gli interventi: “Abbiamo già predisposto il piano triennale – ha detto il dirigente del settore Turismo Pietro Talarico - e lo abbiamo inviato a stakeholders e operatori, per pareri e consigli, ma dobbiamo lavorare sulla celerità dei tempi, averlo pronto entro novembre. Per la prima volta della storia della Regione approveremo il piano sul turismo entro l'anno. Con una nuova strategia e una forma di aggregazione che includa formazione, industria, cultura e commercio: servono piani integrati con il turismo e, a questo scopo, continuiamo a lavorare in sinergia tra pubblico e privato”. Dall'Europa arrivano segnali incoraggianti, da interpretare comunque con cautela: “Ci sono stati cambiamenti di paradigma nel turismo – ha spiegato l'Expert DG Social e DG Regio della Commissione europea Germana di Falco -, anche nelle politiche dell'Ue 2014-2020, e a livello comunitario, parliamo di un industria tra le più importanti. Lo scenario arriva al 2035: il turismo è il settore anticiclico, in controtendenza rispetto alla crisi, che trainerà la ripresa, specie per le economie mature legate al manifatturiero. Un settore che cresce, insomma, nelle proiezione dell'organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite: ma l'Europa è più lenta, mentre il Nord America si rafforza nella capacità di attrazione dei flussi turistici nel 2014 e 2015, e lo fa più velocemente di noi. Le statistiche ci dicono che ogni turista straniero contribuisce in media alla nostra economia con 789,75 euro: l'effetto moltiplicatore sull'economia è la metà di quello Usa, Germania e Regno Unito, e, per quanto possa sembrare consolato-


SPECIALE LIKE TOURISM

Lo staff Guido Guidi, presidente Consorzio Marche Maraviglia

rio, tra i grandi paesi, peggio di noi c'è la Francia”. Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha dato una chiave di lettura ancora più globale, con un'alta funzionaria che è anche referente dell'organizzazione mondiale turismo dell'Onu (Unwto): “Questo evento 'forecast' sul turismo è un appuntamento tra i più dinamici e promettenti per il futuro – ha commentato Alessandra Priante, International Relations – Unwto Italian Cultural Expert for the Gulf Region - . Ci consente di vedere che, per la maggior parte dei paesi del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, da quelli africani al Bangladesh o al Nepal, il turismo è la variabile positiva dell'economia mondiale, la via di uscita dalla crisi, non solo economica, ma anche politica. L'Italia, nel binomio cultura-turismo, è tra i primi al mondo, e l'Arabia Saudita, ad esempio, ci guarda come Paese di riferimento. L'esigenza a livello globale, però, è il recupero dei dati: uno sforzo che devono fare il miBACT e le regioni

I partecipanti alla sessione di apertura di Like Tourism 2015

italiane, per poterli analizzare e renderli comprensibili agli operatori del settore turistico”. Poi un tema molto delicato: il rapporto con le Online Travel Agencies (Ota), quei portali web che consentono al cliente di prenotare direttamente le camere delle strutture ricettive. “Il successo di Booking si spiega perché, online, siamo invisibili al mondo – ha rimarcato Franco Grasso, formatore e consulente di Revenue Management Alberghiero - e il cliente, in genere, è di Booking, non si fida del sito della struttura. Quando è online, infatti, troppo spesso l'albergo presenta prezzi scollegati, domanda e offerta non si incontrano: troppo alti in bassa-media stagione, troppo bassi in alta stagione”. L'associazione di categoria degli albergatori fotografa una sproporzione evidente: “Nel 2014, su 260 milioni di pernottamenti, il 30% è stato venduto online ed è stato intermediato soprattutto dalle Ota – ha spiegato il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara -. Lo scorso anno, su 20 miliardi di euro, 6 sono

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andati alle Ota. Il fatturato di Booking è di 40 miliardi, il doppio del valore del nostro settore: in questa scala di valori, un albergo italiano è 68.000 volte più piccolo”. È per questo che bisogna fare di più: “Ai nostri operatori serve conoscenza – ha concluso Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche - e con quest'iniziativa, tramite il Consorzio Marche Maraviglia, si fornisce ed estende, attraverso l'internazionalizzazione. Purtroppo, nel turismo, non c'è una strategia dell'Italia come Paese. Quest'estate la stagione è andata bene: anche per l'instabilità di mete come i paesi del Nord Africa, si è registrato un 10% di turisti stranieri in più nelle Marche. I social sono già un mezzo rapidissimo e conveniente di internazionalizzazione, ma i nostri albergatori non conoscono questi strumenti digitali, e affidarsi solo alle Ota non è la soluzione: serve un ragionamento di filiera, i nostri prodotti industriali e le specialità tipiche dell'agricoltura sono un valore aggiunto per la vacanza e per il nostro territorio”.


SPECIALE LIKE TOURISM

“Il turismo è motore dello sviluppo sostenibile dei territori” A tu per tu con Aldo Bonomi “Gli operatori del settore devo essere positivamente schizofrenici, guardando alla dimensione globale e locale assieme, per promuovere le destinazioni”. Il curatore della mostra ‘La Prospettiva di Vita’ del Padiglione Marche a Expo e ospite d’onore dell’area Turismo del Gusto, ci ha parlato di questo e di molto altro a Like Tourism 2015. di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi

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na dimensione, quella del mercato turistico, che è fortemente cambiata, rispetto al passato. Bonomi, ospite d’eccezione di Like Tourism, ne è convinto. Un incontro importante, quello con lui, fra i relatori di maggior prestigio, che ha idee molto chiare su quello che dovrà essere il futuro dei territori, anche dal punto di vista turistico: non esiste turismo di valore se non si cambia prospettiva, se non si inverte la rotta, se non ci si spinge oltre i modelli attuali di consumo, non sostenibili. Anche Expo, per Bonomi, ha segnato un’inversione

di rotta importante: non è stato solo un evento di consumo ma un’occasione per mutare i paradigmi esistenti, per rivolgersi finalmente a un modello di sviluppo diverso. “Oggi più che mai c’è bisogno di tenere conto dei modelli ambientali – ha detto Bonomi – e anche il turismo deve adeguarsi a questa nuova idea. Non bisogna più fare confusione tra territori e terra, nel promuovere una destinazione: prima del territorio, che è una costruzione sociale, c’è la terra, che è il posto dove noi poggiamo i piedi e che va salvaguardato”. Un binomio inscindibile, dunque, che non

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si può più fare a meno di considerare, quando si pensa ai modelli turistici del futuro. Perché oggi vendere un territorio significa “vendere la qualità della vita – ha proseguito Bonomi – come hanno saputo fare egregiamente le Marche durante Expo”. Marche che portano a casa un risultato importante dalla manifestazione milanese: oltre 100mila le presenze registrate al Padiglione regionale, tra la mostra e chi si è fermato per la compilazione del questionario sugli stili di vita personali. Un risultato importante che conferma la bontà dell’operazione messa in atto dalle


SPECIALE LIKE TOURISM Marche, per la kermesse di Expo, ovvero quello di proporre il tema della longevità, che in sé racchiude quello della qualità della vita. “La regione ha saputo dire al mondo, durante Expo, che le Marche sono un ottimo posto dove vivere e dove passare per vivere un’ottima vacanza, perché hanno un’eccellente qualità della vita. Una grande intuizione della regione – ha aggiunto Bonomi – che ha consentito di ottenere successo a Milano”. Convegni, manifestazioni, conferenze, i mille eventi che hanno animato Expo, per Bonomi, sono i cosiddetti segnali deboli che vanno presi in considerazione per tracciare un bilancio complessivo dell’esperienza dell’esposizione universale. “Non basta guardare solo ai cosiddetti segnali forti – dice lui – come la visita dei potenti della Terra o i 20 milioni di visitatori, dovuti anche al fatto che altre mete, a causa delle guerre, non sono state praticabili. Bisogna considerare tutte le centinaia di eventi collaterali ai grandi momenti di Expo, perché sono quelli che nei prossimi anni contamineranno letteralmente il lavoro degli operatori turistici”. Un lavorìo lento, sotterraneo, partito adesso e che cambierà la società nel tempo a venire. “Già i ragazzi che sono venuti

a visitare Expo portano in loro segnali forti di discontinuità antropologica – ha spiegato lo studioso – perché non saranno uomini e donne come noi. Ci sarà una coscienza ambientale più forte in loro, e concetti come green economy, sostenibilità, sviluppo discontinuo, potranno fare la differenza”. Di certo le basi per il cambiamento si gettano ora, partendo proprio dall’educazione delle giovani generazioni. “Chi fa turismo – sostiene Bonomi – deve prendere in considerazione questi aspetti, tra cui proprio la green economy, orientandosi su modelli produttivi che incorporino il concetto del limite”. Perché i limiti vanno rispettati, se si vuole perseguire quell’ideale di sviluppo dolce, di capitalismo sostenibile che permette la crescita e non uccide terra e territori. “Expo su questo aspetto ha consentito di fare un passo avanti: ha modificato la coscienza del nuovo - ha aggiunto – perché ogni regione, ogni territorio ha rappresentato la sua idea di nuovo proprio partendo da stimoli differenti dai tradizionali”. Stimoli che hanno fatto la differenza, se a Expo hanno portato persone da 150 paesi del mondo. “Expo è stata un flusso, un grande movimento maieutico di educazione alla globalizzazione”, ha continuato Bonomi.

Globalizzazione che non è poi così male, vista da un'altra prospettiva. “Se consente, grazie alla facilità degli spostamenti di oggi, una conoscenza maggiore e una coscienza differente dei luoghi, è positiva”. Il turismo, come Expo, è un flusso “che impatta sui luoghi e li cambia antropologicamente – si è detto convinto lo studioso – e in questo senso un operatore deve essere positivamente schizofrenico: deve saper tenere la sua dimensione e contemporaneamente aprirsi a una globale”. Senza dimenticare l’importanza delle reti. “I flussi atterrano sui territori grazie alle reti, quelle fisiche, oltre alle virtuali, e chi le ha possiede un vantaggio competitivo enorme”. E se oggi le comunicazioni viaggiano a livello ottimale, grazie al Web, ancora i corpi no. Su questo Bonomi non ha dubbi: “Bisogna maturare una cultura profonda delle reti fisiche, non solo della rete intesa come Internet, e conoscere i territori nelle loro articolazioni complesse, per venderli al meglio”. La competizione del futuro sarà proprio su questo, per lo studioso: “Modellare i territori per renderli fruibili dal punto di vista turistico, in modo diverso dal passato, senza più creare disordine urbanistico o snaturando i luoghi: questa la vera sfida del futuro”.

L'area Turismo del Gusto

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SPECIALE LIKE TOURISM

TURISMO DEL GUSTO LA NOVITÀ 2015 di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi

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n’area di approfondimento completamente nuova: è quella del Turismo del Gusto, presentata quest’anno per la prima volta a Like Tourism, per l’importanza sempre crescente del comparto enogastronomico nel mercato turistico. Un settore che oggi funge da vero e proprio volano dell’economia nazionale e regionale e che si è scelto di valorizzare ad Ancona con interventi di relatori ed esperti in più campi, dall’enologia all’enogastronomia. L’idea di valorizzare questa sezione è nata anche per promuovere il confronto sulle nuove frontiere della ristorazione e per la necessità dell’aggiornamento continuo degli operatori del comparto. La manifestazione ha anche avuto, a questo proposito, il patrocinio di Expo Milano ed Expo Marche. Partner tecnico dell’iniziativa è stata Alma, la più grande Scuola internazionale di cucina italiana, e la manifestazione per il 2015 si è arricchita di nuovi momenti importanti: tra questi, gli show cooking, attraverso i quali sono state mostrate le più avanzate tecniche di cucina oggi esistenti. Sono stati condotti dallo Chef Maurizio Marrocco, e si sono svolti in entrambe le giornate dell’evento, con la collaborazione di Electrolux. Lo Chef ha mostrato i vantaggi dell’abbattimento nella piccola, media e grande ristorazione, spiegati anche dal relatore Andrea Grandi, e ha anche indicato qual è la cottura a vista più innovativa, per servire chiunque e dovunque. Ha poi mostrato le cotture sottovuoto e illustrato anche le tecniche di

preparazione delle colazioni, oggi elemento sempre più importante del business di una struttura turistica. Si è parlato, con lo Chef Alessandro Masia di Alma, anche di cost saving sulle colazioni stesse, vista la loro importanza. Lo Chef ha parlato del ruolo fondamentale di quello che viene considerato il pasto più importante della giornata, uno strumento di marketing fondamentale; perché la colazione è un valore aggiunto che può davvero fare la differenza nella scelta del cliente. Altra novità di Like Tourism 2015 sono state le degustazioni in appositi stand, e anche l’innovativo Lunch Box con i prodotti del territorio. Ad aprire la sessione degli interventi di approfondimento dell’area Turismo del Gusto, giovedì 1 ottobre, Aldo Bonomi e c’è stato poi spazio anche per parlare del Bon Ton, ovvero delle regole dell’accoglienza perfetta, con Donatella Paduano. Altro importante momento è stato quello condotto da Giuseppe Cristini sulla carta dei vini, biglietto da visita di ogni ristorante. Non è mancata nemmeno una sessione di approfondimento dedicata alla cucina gluten free, con Laura Diodovich e Ambra Corazza, professioniste dell’AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, e attive nelle Marche. Tra le novità più interessanti, infine, la presentazione di un’app innovativa, ideata da una giovane startup toscava: lo Smart Menu, presentato da Sauro Benigni, che consente di tradurre il menu dei ristoranti in più lingue. Un’idea di grande valore, che permette il superamento delle barriere linguistiche.

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SPECIALE LIKE TOURISM

Laura Diodovich

Giuseppe Cristini

Sauro Benigni Chef Maurizio Marrocco

Chef Alessandro Masia della Scuola Alma di Cucina

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SPECIALE LIKE TOURISM

“Pillole” di turismo

I consigli dei relatori agli operatori turistici per migliorare la propria offerta e conquistare clienti (stranieri e non solo) di Stefano Strano

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Like Tourism, anche quest'anno, un ricchissimo programma di approfondimenti. In soli due giorni, si sono alternati gli interventi di ben 60 relatori, suddivisi in cinque aree tematiche: Gestione e Controllo (gestire una attività turistica massimizzando i profitti); Marketing e Sviluppo commerciale (fidelizzare i propri clienti, acquisirne di nuovi, sviluppare una strategia commerciale e marketing di successo); Comunicazione Web e Social (conoscere i canali di comunicazione sul web, dialogare con i turisti in tutto il mondo, utilizzare il web come canale di sviluppo commerciale); Pianeta Accoglienza (nell’era dell’internazionalizzazione, i segreti della world hospitality, con strategie e strumenti per accogliere al meglio il 'turista 3.0'); Turismo del Gusto (Food & Future, nell’anno di Expo Milano 2015 e del suo slogan “Nutrire il Pianeta”, alla scoperta delle nuove frontiere della ristorazione). Ecco alcuni dei loro contributi, sintetizzati in “pillole”, con consigli pratici e riflessioni essenziali, tutti dedicati ai professionisti del turismo:

GESTIONE E CONTROLLO

Loredana Pistonesi, Chief Financial Officer di GGF Group: “Si possono esternalizzare moltissimi servizi della struttura ricettiva ed è una cosa che, da controller, consiglio: dalle pulizie alla lavanderia, dal booking al servizio IT, fino al facchinaggio. Può essere una scelta difficile, perché per l'operatore significa perdere il controllo diretto di certe attività, ma va a vantaggio di altre attività 'core' dell'albergo, a partire dalla vendita delle camere”

GESTIONE E CONTROLLO

Francesco Calia, Esperto Hotel management e responsabile per l'Italia della società multinazionale di servizi immobiliari Cbre Hotels: “Il valore immobiliare di una struttura ricettiva è strettamente connesso alla redditività, al flusso di cassa che essa può generare. Occorre capire l'esatto collocamento che ha rispetto al mercato in cui opera. Con la crisi, dopo lo scoppio della bolla speculativa, è seguito un calo delle compravendite e i prezzi sono più coerenti con i valori di mercato”

MARKETING E COMMERCIALE

Luca Tarullo, esperto di privacy, consulente direzionale e responsabile della società Inline: “La privacy si gestisce prima di tutto a livello organizzativo: serve competenza, formazione e responsabilità. Si interviene su tre ambiti: i controlli dell'autorità giudiziaria, con il problema delle cause civili soprattutto; la sicurezza informatica, quindi la tutela dei dati personali dei clienti in mondo in cui si è sempre più soggetti agli attacchi esterni; la consapevolezza orientata al servizio e al valore del cliente, con una particolare attenzione, perché nel mondo ricettivo il cliente si aspetta di essere tutelato attraverso codici comportamentali e strumenti operativi di salvaguardia dei dati personali” ∂92∂

COMUNICAZIONE WEB E SOCIAL

Nicola Zoppi, esperto di Web Reputation: “Fondamentale la comunicazione nella fase precedente al soggiorno del cliente. Prima che arrivi in albergo va comunicato il proprio brand: se c'è trasparenza del marchio, il cliente molto probabilmente è più consapevole di ciò che compra; così non vede negativamente la struttura e il suo gradimento accresce anche la capacità di vendere della struttura turistica”

PIANETA ACCOGLIENZA

Bruno Bertero, fondatore di Four Tourism e consulente di marketing turistico: "Sono cambiati completamente gli strumenti legati alla promozione della destinazione turistica: prima passava solo attraverso enti, come regioni e province, oggi il potere è in mano al turista ed è da esso che deriva la reputazione dell'albergo. Il cliente per scegliere l'operatore turistico, deve essere in grado di conoscerlo, e prima, quindi, deve conoscere strumenti e piattaforme online che permettono di condividere esperienze. Il target del futuro è rappresentato dai 'millennials': giovani tra i 18 e i 30 anni, sempre connessi, molto orientati al viaggio. Bisogna saperli attirare non offrendo destinazioni, bensì esperienze ed emozioni"


SPECIALE LIKE TOURISM PIANETA ACCOGLIENZA

Stefano Tabellini, diplomato alla scuola internazionale di cucina Alma di Parma nel corso manager della Ristorazione e Assistant, F&B Manager presso Lungarno Collection: “Nel servizio di Food & Beverage è indispensabile conoscere il proprio mestiere, passando dal mondo del saper fare, dal proprio lavoro, a una formazione specifica sulla realtà che si vive tutti i giorni: diventa importante specializzarsi sulla gestione dell'impresa e rimanere appassionati a quello che si fa, tutti i giorni”

PIANETA ACCOGLIENZA

Chiara Mencarelli, Direttore di hotel 5 stelle più del Nun Assisi Relais: “Ottimi direttori di hotel si nasce o si diventa? Entrambi direi, in quanto da un lato c’è bisogno di una certa base caratteriale, poi la formazione e l’esperienza fanno il resto. Senz’altro tra le caratteristiche psicologiche del direttore ci sono notevoli abilità organizzative e di adattabilità, la curiosità e la voglia di crescere continuamente, la buona capacità di relazione interpersonale a qualsiasi livello, la tenacia, la determinazione, la perseveranza, la creatività, il carisma e la predisposizione alla leadership”

Smart Menu, uno strumento digitale che traduce il menù in 12 lingue: “Noi pensiamo che una persona in grado di leggere e capire il menù al 100% è propensa a ordinare di più. Per questo abbiamo creato Smart Menu, un servizio, dedicato al mondo della ristorazione e delle strutture ricettive, che permette ai clienti di poter visualizzare il menù tradotto nella propria lingua, tramite il QR code, con il proprio smartphone o tablet: da una parte il cliente si può sentire più libero di decidere, dall'altra la struttura ricettiva può visualizzare con facilità le ordinazioni”

TURISMO DEL GUSTO

Alessandro Masia, docente del Corso superiore di pasticceria della Scuola internazionale di cucina Alma di Parma: “È essenziale la formazione del personale specializzato, sia nell’ambito cucina, sia nella sala, affinché gli operatori diventino attori evoluti nel processo di costruzione di uno standard sempre alto e all’insegna della qualità e del profitto della struttura. E la colazione è il pasto più importante della giornata: in un hotel di alto livello costituisce uno strumento di marketing fondamentale, un valore aggiunto che può determinare la scelta del cliente e fare la differenza”

TURISMO DEL GUSTO

Sauro Benigni, Ceo e cofondatore della società SmartHamster - Digital Solutions, società italiana di servizi tecnologici che ha appena lanciato sul mercato

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Ricambio generazionale, biologico, digitalizzazione e priorità all'entroterra

L'assessore all'Agricoltura Anna Casini descrive cosa cambierà con il nuovo piano di sviluppo rurale (Psr): “Le Marche tra le prime regioni ad avere disponibili i fondi europei per il proprio territorio” di Stefano Strano

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ome valuta il nuovo piano di sviluppo rurale regionale (Psr)? Come avete ripartito le risorse del Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (Feasr) da utilizzare entro il 2020 e perché suddividerle in questo modo? “Il programma di sviluppo rurale per le Marche dà particolare rilievo alle azioni legate alla salvaguardia, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi, al potenziamento della competitività del settore agricolo e di quello forestale e a promuovere l'inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali. Sono particolar-

mente soddisfatta perché i tempi record con cui il Psr è stato portato in aula, hanno permesso alle Marche di essere tra le prime regioni ad avere disponibili i fondi Feasr per il proprio territorio: si tratta di 538 milioni di risorse da utilizzare entro il 2020. Una cifra importante per la nostra economia, che vogliamo spendere tutta. Oltre 211 milioni di euro sono indirizzati alla competitività delle aziende agricole e alle filiere alimentari, quasi 218 milioni di euro alla tutela delle risorse ambientali e degli ecosistemi, a promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, alla prevenzione e la gestione dei rischi,

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SPECIALE AGROALIMENTARE

quasi 95 milioni all’inclusione sociale e allo sviluppo economico delle aree rurali. L’agricoltura biologica, attraverso la misura 11, può contare su 80 milioni di euro. Da segnalare infine le risorse destinate allo sviluppo della banda ultra larga: 22 milioni di euro destinati ai comuni delle aree rurali in digital divide. La suddivisione è avvenuta in modo concertato con le associazioni di categoria e le istituzioni che hanno segnalato le priorità di intervento. La collaborazione è poi continuata con la campagna di ascolto dei sindaci e degli amministratori locali allo scopo di far sì che i bandi che usciranno già a fine ottobre aderiscano alle esigenze del settore”. Nel vostro documento c'è attenzione anche al ricambio generazionale nell'agricoltura. Crescono ancora i giovani che decidono di lavorare in questo settore? Quali sono gli ultimi dati regionali che avete elaborato in questo ambito? “Alla luce del trend di invecchiamento degli imprenditori agricoli e della dimensione ridotta delle aziende agricole marchigiane, il Psr prevede di dare supporto a 300 giovani agricoltori per l'avviamento della propria attività e di sostenere gli investimenti e l'ammodernamento di oltre 650 aziende agricole, promuovendo allo stesso tempo l'introduzione dell'innovazione come strumento per aumentare la competitività. Nella selezione delle operazioni un peso particolare verrà dato al fattore innovazione. Quasi l'8% della spesa pubblica del Psr verrà destinata a sostenere azioni che stimolano l'innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze. Saranno resi inoltre disponibili 4.200 posti per la partecipazione ad attività di formazione”. Quanti fondi verranno messi a dispo-

sizione per la prevenzione del rischio idrogeologico? “Abbiamo a disposizione tra i 15 e i 20 milioni di euro per la salvaguardia del suolo e la prevenzione del dissesto idrogeologico e delle alluvioni, con l’attivazione di interventi integrati su scala territoriale, denominati “accordi agroambientali d’area”. In questo Psr si prevedono 80 milioni di euro per l'agricoltura biologica: secondo lei è una cifra sufficiente, per un periodo che va dal 2014 al 2020, rispetto alle risorse che destineranno altre regioni italiane e all'aumento esponenziale della domanda di questi prodotti? “Parliamo di una cifra consistente per un settore che è in netta crescita. Le risorse in ogni caso potranno inoltre essere ulteriormente aumentate, se necessario, come fatto nel Psr 2007-2013 in cui sono state finanziate tutte le domande. Teniamo presente che l’agricoltura biologica potrà contare anche sul sostegno alla creazione di filiere accedendo anche a misure diverse dal “pagamento a superficie”, come il sostegno agli investimenti per la trasformazione dei prodotti e la promozione. Più in generale circa il 33% dell'allocazione finanziaria del Feasr sarà utilizzata per i pagamenti basati sulla superficie a favore degli agricoltori per l’utilizzo di pratiche di gestione dei terreni rispettosi dell'ambiente e del clima, compresa l’agricoltura biologica, il sostegno per le zone soggette a vincoli naturali e l'aiuto per le zone interessate dai vincoli derivanti dalla gestione dei siti Natura 2000. Oltre 42.000 ettari di superficie agricola saranno interessati dall'aiuto da erogare per la conversione o il mantenimento del metodo dell’agricoltura biologica”. ∂97∂

Ha lanciato una fase di incontro con i territori per discutere il nuovo Psr con le amministrazioni e con i cittadini, a partire dai comuni dell'entroterra. Ritiene che i fondi saranno ripartiti in modo omogeneo da Nord a Sud delle Marche, o è preferibile dare priorità a quelle aree più arretrate: qual è la vostra mappa degli interventi? “Condivisione e partecipazione, nel segno del metodo adottato dal presidente Ceriscioli, sono i leit motiv di questa legislatura. Per questo motivo abbiamo appena concluso la campagna d’ascolto che ha interessato le cinque province con una particolare attenzione all’entroterra che è una priorità di questa giunta. Per quanto riguarda nello specifico le azioni in favore delle aree interne, tra gli interventi finanziabili col Psr ci sono gli investimenti infrastrutturali nei centri storici e nei borghi rurali e gli investimenti nelle energie rinnovabili per la creazione di micro reti di distribuzione di energia da calore generati da biomassa locale. Il Psr Marche pone particolare attenzione all’inclusione sociale e allo sviluppo locale nelle zone rurali (il 17,6% delle risorse disponibili è destinato a questa priorità), che vengono promossi attraverso il sostegno allo sviluppo delle aziende agricole e delle imprese anche tramite la diversificazione in innovazione tecnologica e attività e servizi Tic, e ai servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali, inclusi i servizi alla persona. Inoltre, le strategie di sviluppo locale attuate attraverso 6 gruppi di azione locale Leader interesseranno oltre 44% della popolazione rurale. Grazie alle operazioni programmate nell'ambito di questa priorità, si creeranno 98 nuovi posti di lavoro, e il 17% della popolazione rurali beneficerà anche di nuove o migliori infrastrutture/servizi a banda larga nelle aree rurali”.


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Confidicoop Marche Una garanzia per l’agricoltura di Silvia Baldini Ph. Confidicoop Marche

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al 1980 garantisce l’attività di moltissime imprese del territorio: è Confidicoop Marche, cooperativa che è attiva in diverse regioni e che è oggi tra le maggiori realtà marchigiane di garanzia per favorire l’accesso al credito alle imprese. La sua specializzazione è nel settore agricolo e a partire dal 2014 ad oggi ha registrato una crescita del 18% del volume delle garanzie rilasciate. L’ingegnere Lanfranco Marsigliani, Direttore Generale, e Riccardo Dolci, referente reparto credito agrario e pesca, ci hanno spiegato il funzionamento dell’attività. Come nasce la storia di Confidicoop? (Marsigliani) "Il lavoro parte nel 1980, e fino al 1999 Confidicoop era una struttura separata da un’altra sempre da noi creata, che si chiamava Coopinvest. La prima operava garanzie sul credito a breve termine mentre la seconda operava garantendo il credito di investimento, usufruendo di un contributo pubblico alla capitalizzazione che la Regione Marche aveva destinato al fine di stimolare gli investimenti delle imprese marchigiane. Nel 1999 le abbiamo fuse e si è costituito il Confidicoop Marche che operava garanzie su crediti a breve termine e per investimenti. La qualifica di intermediari vigilati da Banca d’Italia ci ha consentito di ampliare l’attività in via marginale anche all’erogazione di finanziamenti diretti e fidejussioni verso le P.A. per i nostri soci. Questo strumento importantissimo per il sostegno alle imprese, essendo vigilato, rappresenta garanzia di affidabilità per il sistema bancario di riferimento". Come funziona in concreto un Confidi? (Marsigliani) "L’impresa che necessita di un finanziamento viene al Confidicoop

Marche che rilascia delle garanzie alla banca per erogare il credito. Oggi per le banche è sempre più importante sapere a quale Confidi fare riferimento, per avere garanzie di qualità, e il nostro Confidi, consente alla banca la ponderazione del rischio. Quando l’impresa entra in sofferenza, la banca è coperta da un soggetto che esprime un requisito patrimoniale decisamente superiore a quanto espresso anche dalle migliori banche del nostro sistema del credito. Oggi nel Consiglio di amministrazione sono presenti anche importanti rappresentanti di istituti di credito, frutto di una scelta fortemente voluta, in quanto riteniamo le banche partner e attori principali per sostenere il rilancio della nostra economia". Che cosa comporterà per voi la riforma dei Confidi? (Marsigliani) "Un impegno notevole, perché la normativa che accompagna la riforma del TUB impone una organizzazione di queste strutture che sia in grado di presidiare tutte le fasi operative e di sostenibilità patrimoniale nei confronti del sistema bancario coinvolto. Per quanto riguarda i costi dell’operazione, per diventare un Confidi 106 vigilato del nuovo albo unico degli intermediari finanziari, dobbiamo raggiungere un volume di attività complessivo, in cinque anni, di 150 milioni di euro. In realtà a noi basterà circa un anno per arrivarci. Intanto come Confidi siamo l’unico che nel 2014 e per questa parte del 2015 è cresciuto di circa il 18%, a differenza di strutture analoghe alle nostre". Quale il volume delle attività? (Marsigliani) "Siamo passati da 65 milioni di garanzie nel 2013, che corrispondono

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a circa 120 milioni di euro di operazioni in essere, a oltre 85 milioni, nel primo semestre 2015 che corrispondono a oltre 170 milioni di euro di finanziamenti". Cosa prevede il Piano Industriale 20152017? (Marsigliani) "Il nostro core business rimangono le garanzie per fare accedere al credito i nostri associati, ma ci stiamo attrezzando per dare ulteriori servizi, come quelli di consulenza per le aziende, a partire dalla individuazione delle tipologie più adatte per sostenere il progetto che le imprese hanno presentato. La consulenza diventa perciò fondamentale per indirizzare le imprese verso scelte di business adeguate. Gli investimenti delle aziende possono essere in beni materiali o immateriali, ovvero in conoscenza e formazione. Poi ogni impresa ha bisogno anche di capitale circolante, e noi ci rivolgiamo al settore agricolo, ad esempio, con la tipologia delle cambiali agrarie ad un anno e più, oltre alle operazioni a medio-lungo termine". Quanto conta il comparto agricolo nella vostra realtà? (Dolci) "La cooperativa Confidicoop è composta per oltre il 56% da aziende agricole. Settore trainante per noi è sempre stato quello agricolo e per questo Confidicoop ha gestito per molti anni un fondo regionale dedicato a tale settore. Su 1.757 soci che abbiamo, 989 circa sono agricoltori. Ogni anno interveniamo a sostegno di almeno 250 aziende di questo comparto, senza subire riduzioni consistenti del numero di pratiche. stiamo però andando verso finanziamenti ad importo ridotto e mirati alle necessità delle singole aziende. Gli ultimi grandi


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Il gruppo Area Crediti (da sinistra, in alto, Riccardo Dolci) Lanfranco Marsigliani

investimenti sono stati quelli del periodo 2012-2014, successivo al problema della neve". Quali strumenti offrite alle imprese agricole? (Dolci) "Abbiamo permesso a molte aziende agricole di accedere a contributi regionali grazie al rilascio della nostra fidejussione diretta all’ente pubblico, in quanto vista la rischiosità, le banche tendono a non concedere. Nel rilascio delle garanzie fidejussioni abbiamo aumentato il plafond sulle singole aziende, e possiamo arrivare a rilasciare un importo di un milione di euro su ciascuna. Tale aumento ha permesso la finanziabilità di alcuni

progetti di filiera, specie per il vino o il biologico. Seguiamo l’IMT, fra gli altri, e la filiera del vino picena. Sul vino lavoriamo molto con la promozione, perché è un settore dinamico e con investimenti continui. Altro settore in espansione è quello della birra artigianale, con tante piccole nuove realtà". Quali sono le esigenze più frequenti delle aziende agrarie? (Dolci) "Le richieste delle aziende attualmente si concentrano per investimenti in impianti e macchinari, ma non mancano le richieste di liquidità per il finanziamento dei mezzi tecnici annuali, acquisto terreni e richieste finalizzate all’aumento

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della qualità delle produzioni". A livello di startup agricole, quante si rivolgono a voi? (Dolci) "I vantaggi offerti dal Confidi sono più evidenti per le aziende di neo-costituzione, che hanno maggiori difficoltà nell’accesso al credito. Sono molti i giovani che ormai si stanno sempre più specializzando in questo settore e in tanti vengono da una formazione specifica e dalle facoltà di Agraria. Non sono mancati gli esempi di nuove realtà senza esperienza, che sono partiti con investimenti piccoli per poi sviluppare gradualmente l’attività con buoni risultati: un segnale positivo per tutta l’economia regionale".


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Approvato il Piano di sviluppo rurale regionale 2014-2020 di Silvia Baldini

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l Piano di sviluppo rurale regionale ha ottenuto il via libera: sono 538 i milioni di euro a disposizione dell’agricoltura da utilizzare entro il 2020. La cifra è ripartita tra differenti funzioni: 218 milioni di euro andranno alla tutela ambientale, 221 verranno investiti nello sviluppo della competitività delle aziende agricole e delle filiere alimentari, e circa 95 per l’inclusione sociale e lo sviluppo delle aree rurali. Si è voluto anche pensare al ricambio generazionale, che verrà sostenuto con un premio che andrà dai 50mila ai 70mila euro. Riguarderà i giovani che si inseriscono per la prima volta in una realtà aziendale agricola, in cui viene data anche l’opportunità di accedere a un pacchetto di altre misure di sostegno. Forte anche l’impegno sul fronte dell’agricoltura Bio: per questo settore sono previsti 80 milioni di euro. La spinta è anche verso un’attenzione maggiore alla prevenzione del rischio idrogeologico,

grazie alla attivazione di interventi specifici sul territorio, da realizzare in maniera integrata, chiamati “accordi agroambientali d’area”. Grande rilievo è infine dato dalla programmazione regionale allo sviluppo economico delle zone rurali, i cosiddetti interventi Leader: in questo caso gli enti locali potranno portare avanti, con Progetti integrati locali, azioni mirate allo sviluppo del turismo, alla promozione dei beni culturali e ambientali e dei prodotti tipici. Ventidue milioni, poi, saranno investiti nello sviluppo della banda ultra larga e verranno destinati ai comuni delle zone rurali che soffrono il problema del digital divide. L’assessore all’Agricoltura Anna Casini ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, cioè “la rapidità con cui il provvedimento è stato portato in aula – ha dichiarato – cosa che ha permesso alle Marche, insieme a Emilia Romagna, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano,

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Toscana, Lombardia, Umbria e Molise, di essere tra le prime regioni ad avere disponibili le risorse del Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale”. Le cifre sono “importanti per il settore – ha continuato Casini – ma anche per l’economia marchigiana, e dobbiamo impiegare tutto, fino all’ultimo euro come abbiamo fatto per il precedente Psr”. Il documento era stato trasmesso dalla giunta all’assemblea l’11 agosto subito dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea. Terminata la fase di consultazione con tutti i territori. La prima tappa è stata Amandola nel Fermano; l'idea era di incontrare i sindaci e gli amministratori locali per illustrare il Psr e per raccogliere suggerimenti e contributi da inserire nei bandi che usciranno a fine ottobre. Gli incontri si sono svolti nelle aree interne per ribadire l’attenzione della giunta riserva all’entroterra.


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Bollicine marchigiane per il brindisi tra Putin e Obama Lo spumante Bolla Rosa vola dalla provincia di Ancona a New York per il pranzo dei potenti del mondo di Silvia Baldini

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a Luigino Giusti, alla sua caparbietà e al suo grande cuore”. Chissà cosa direbbe oggi il fondatore delle Cantine, vedendo la bottiglia con la sua etichetta sul tavolo dei ‘big’ del mondo. Di certo la tenacia e la qualità tipicamente marchigiane sono state premiate e il legame con la terra ha dimostrato la sua forza, portando Bolla Rosa a essere scelto tra moltissimi altri competitor internazionali. Un successo per le Cantine Giusti, nate a Castelfidardo e poi ampliatesi sulle colline del capoluogo dorico, ma anche per l’intero territorio delle Marche, che ancora una volta vedono i propri calici alzarsi con protagonisti di rilievo. Pochi giorni fa, infatti, Papa Francesco e Barack Obama hanno brindato con il Pollenza, dell’imprenditore dell’Api Brachetti Peretti.

l Bolla Rosa, uno spumante rosato delle Cantine Luigi Giusti di Montignano, frazione collinare di Senigallia, in provincia di Ancona, è stato il protagonista del brindisi tra i capi di Stato e di governo nel primo giorno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Barack Obama, Vladimir Putin, Ban Ki Moon e gli altri leader presenti hanno sorseggiato un vino marchigiano prezioso, abbinato a un timballo di trota affumicata e cetriolo con emulsione di mango. Sulla homepage della Casa vinicola il titolare Piergiovanni Giusti ha scritto una dedica: “Io e mio padre avevamo un sogno, quello di lavorare per fare delle colline di Montignano un luogo speciale che testimoniasse quanto era forte il legame che ci univa alla terra e ai nostri vigneti. Questi vini sono dedicati

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Le Marche del bicchiere protagoniste indiscusse a Expo Per tutta la durata della kermesse milanese è stata forte la presenza dei vini regionali, grazie all’Istituto Marchigiano di Tutela Vini di Silvia Baldini – Ph. Istituto Marchigiano Tutela Vini

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’Imt, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, è stato in prima linea a Expo. I vini delle Marche si sono infatti guadagnati un posto in prima fila, da settembre a ottobre, al Padiglione Vino – A Taste of Italy, in una maniera del tutto particolare. Protagoniste sono state 12 aziende dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e 22 etichette di vini, che è stato possibile assaggiare in tasting guidati che hanno spaziato dal Conero docg al Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, dal Colli Pesaresi al Colli Maceratesi Ribona, dalla Lacrima di Morro d’Alba al Serrapetrona, fino al Bianchello del Metauro. Tre gli appuntamenti aperti al pubblico – che si sono svolti a Expo il 16 settembre, il 6 e il 7 ottobre – in cui è stato possibile scoprire tutto il fascino dei vini marchigiani raccontati dagli stessi produttori. La rassegna è iniziata con Umani Ronchi, Cantine Belisario, Piersanti e Fonte Zoppa, poi,

tra il 6 e 7 ottobre, è stata la volta di altri importanti produttori della regione: Boccadigabbia, Casalfarneto, Di Sante, Marconi Vini, Mariotti Cesare, Santa Barbara, Terre Cortesi Moncaro e Togni. Un’iniziativa che di certo ha consentito di far conoscere a una platea ampia i nostri migliori vini regionali, di cui sicuramente il Verdicchio rimane il re, pluripremiato vino di fama internazionale che continua a riscuotere successo ovunque. Proseguono, inoltre, fino al 31 ottobre gli assaggi liberi delle 93 etichette IMT alla Biblioteca del Vino (1° piano, area 6), dove l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini è presente con una collettiva di 40 aziende, in rappresentanza delle 16 denominazioni tutelate. Dunque una presenza da protagonista alla grande kermesse milanese, quella dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che segna il passo per l’attività presente e per quella futura. L’Imt è una re∂102∂

altà importante, che raggruppa ben 800 aziende per 16 denominazioni, e che rappresenta oltre l’82% dell’export vinicolo regionale. Forte, per tutta la durata della kermesse milanese, anche la presenza del consorzio marchigiano al fuori Expo, nello spazio Elica del quartiere Brera: qui il vino regionale, nelle sue mille sfaccettature, è stato protagonista fin da giugno agli undici appuntamenti promossi dalla Regione Marche sull’agroalimentare. I grandi vini del territorio sono stati infatti abbinati ai prodotti regionali come l’olio, i formaggi, il miele, ma anche la frutta e i prodotti QM e biologici. Non è mancato nemmeno l’abbinamento con il pesce e la pasta. Il grande palcoscenico di Milano, ora, potrà fare da rampa di lancio per l’export del vino marchigiano; che è stato, per di più, l’unico prodotto delle Marche a essere presente a Expo per tutta la durata della manifestazione.


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Alberto Mazzoni

Alcuni momenti delle degustazioni di vini marchigiani a Expo

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IL BASSOTTO DI SIROLO: l'arte del gelato artigianale

I titolari dell'attività, Barbara e Michele Serrani e Stefania Lombardi raccontano come nasce un'eccellenza, fortemente legata alle tradizioni agroalimentari ed enogastronomiche del territorio e premiata all'ultima edizione del Gelato Artigianale Festival di Agugliano di Stefano Strano Ph. Apollonia Benassi

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ome si fa un buon gelato artigianale e come lo si fa diventare così pregiato? (Barbara e Michele Serrani) “La risposta più semplice, ma la più vera, è che un buon gelato artigianale nasce dall’utilizzo di materie prime eccellenti, fresche e soprattutto lavorando giornalmente il prodotto. Le materie prime che utilizziamo per realizzare il gelato nel nostro piccolo laboratorio posto alle spalle del punto vendita, vengono scelte attraverso una continua ricerca dei prodotti migliori che il mercato offre: la freschezza degli ingredienti utilizzati in equilibrio con la loro stagionalità, l’interesse e l’impiego di prodotti del territorio, presidio Slow Food e bio che riusciamo a 'intercettare' nel mercato, fanno sì che il nostro gelato sia realmente un prodotto “vivo”, che racchiude in sé la perfezione delle cose semplici, la raffinatezza e l’innovazione nella tradizione. A volte anche con un semplice alimento come il gelato si può raccontare una storia. È proprio il tema della sesta edizione del Gelato Artigianale Festival di Agugliano, al quale abbiamo partecipato per la prima volta quest’anno, che ci ha dato spunto per ricercare e sperimentare un gusto che racchiudesse in sé la vera essenza della nostra terra. La sperimentazione fa parte del nostro lavoro e sicuramente la nostra sensibilità che deriva sia dalla grande passione e dedizione che apportiamo al nostro lavoro, sia all'esperienza che ci siamo fatti anche in ambiti non sempre prettamente legati al mondo enogastronomico, hanno fatto sì che approcciassimo a questo tema attraverso

una ricerca, in primis, storica. Infatti “Un lonzino di fichi di venti secoli fa” (De ficis siccandis), nella ricetta dello scrittore latino Columella (65 d.C.), trasmessa dalla tradizione contadina fino ai nostri giorni, ci ha dato l’idea. Nelle nostre campagne si mangiava, e si mangia tutt’ora, il lonzino di fico, accompagnato dal formaggio di pecora. La trasposizione nella nostra ricetta del gelato ha visto l’utilizzo di una ricotta di pecora della Vallesina con un sentore di pecorino, variegato da quello che poteva essere il nostro lonzino: ovvero un trito di noci e mandorle unite ad una stracciatella di fichi, il tutto ben profumato con il liquore all'anice. Ma perché poi non guarnire e completare il tutto con dei veri pezzi di lonzino di fico? Così è nato 'La pecora e il Fico': quasi una favola di Fedro”. ...E con questo gusto avete vinto la Coppa Varnelli 2015 del Gelato Artigianale Festival di Agugliano. Cosa significa per voi questo premio? Perché siete stati scelti dalla giuria e dalle tante persone che apprezzano il vostro gelato? (Stefania Lombardi) “È sicuramente una conferma del nostro lavoro e delle scelte che abbiamo fatto nell’intraprendere un percorso per noi nuovo. Abbiamo iniziato con tanta passione e dedizione tre anni fa. La nostra attività non vanta di una lunga storia e tradizione alle sue spalle, quindi partecipare ad un festival in cui invece potevamo confrontarci con dei maestri gelatieri che si sono tramandati di padre in figlio storia e tradizione, un nome e tante ricette, è stato sicuramente stimolante, e ci ha dato la possibilità in un qualche

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modo di capire se eravamo sulla giusta strada. Sicuramente dobbiamo ringraziare anche i clienti che di anno in anno crescono nel numero, amano il nostro prodotto e ci danno conferme sul nostro operato. Credo che anche al festival di Agugliano, attraverso il gusto che abbiamo proposto, siamo riusciti a trasmettere “i profumi e i sapori della nostra terra”. Il Bassotto è sempre più conosciuto, dai marchigiani e dai turisti da fuori regione: quanto è stato, ed è, importante promuovervi sulla rete e sui social? (Barbara Serrani) “Ormai i social, network e media, rappresentano un canale di comunicazione di fondamentale importanza. Possono raggiungere target che, come il gelato, è di qualsiasi età. Il famoso passaparola, oggi, avviene soprattutto in rete e, se il cliente apprezza il tuo prodotto, può essere un veicolo fondamentale nel pubblicizzarlo. Per la nostra, giovane, attività è stato molto importante essere stati menzionati, e di seguito inseriti, su Tripadvisor: grazie agli stessi clienti che, già dal primo anno, ci hanno dato la possibilità attraverso le loro recensioni (e a volte indirettamente consigli) di essere sempre tra i primi posti nella classifica dei locali, bar e gelaterie di Sirolo. Sui social abbiamo anche la nostra pagina Facebook, stiamo costruendo il sito internet, siamo su Appgelato e siamo stati scelti tra le Eccellenze Italiane, il portale delle piccole medie imprese del Made in Italy”. Il gelato artigianale può essere un pro-


SPECIALE AGROALIMENTARE Barbara e Michela Serrani con Stefania Lombardi

dotto di alta qualità in grado di rilanciare la promozione turistica? (Michele Serrani) “Sicuramente il gelato artigianale rientra a pieno titolo nelle attività creative, in quanto l’aspetto della ricerca e dell’invenzione sono pilastri fondamentali per ottenere un prodotto di eccellenza che sia al passo con i tempi, e che riesca in qualche modo anche a creare una tendenza nei gusti delle persone, magari indirizzandole verso un approccio più maturo e una sensibilità maggiore verso l’alimentazione e al modo di intendere il gusto. Data la sua natura creativa, il gelato artigianale, oltre ad essere un piacere per il palato, è un prodotto che può legarsi perfettamente alla manifestazione artistica: crea quel 'contenitore' dal quale poter dar vita ad iniziative culturali e di intrattenimento, nelle quali l’ospite può vivere

un'esperienza completa, e dove l’aspetto intellettuale si fonde con quello sensoriale, risultando così piacevole ed appagante. Naturalmente tutte queste caratteristiche e potenzialità si legano, inevitabilmente, con la promozione turistica di un territorio, riuscendo a portare l’ospite a contatto con la cultura dello stesso, grazie alla creazione di ricette dove trovano spazio le tradizioni gastronomiche locali e, appunto, alla possibilità di diventare anche luogo di aggregazione per eventi musicali e culturali. Così il gelato artigianale può diventare quel valore aggiunto che rende speciale il soggiorno del turista”. Perché avete scelto Sirolo per aprire la vostra gelateria? (Stefania Lombardi) “Nel nostro territorio Sirolo, e la Riviera del Conero in generale,

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possono essere considerati i punti di forza del sistema turistico della 'marca anconetana'. Unire eccellenze culturali, paesaggistiche, artistiche e artigianali dovrebbe essere il leitmotiv di un ottimo sistema turistico. Ci siamo inseriti in questa 'Perla dell’Adriatico' perché vorremmo essere 'un'eccellenza nell’eccellenza'. Stiamo intensificando il legame con il nostro territorio cercando di utilizzare sempre più materie prime locali, instaurando, quando possibile, un rapporto di collaborazione con piccoli e grandi imprenditori per offrire anche, ingredienti del nostro gelato a chilometri zero, o quasi. In questa maniera, il nostro operato ci gratifica e, in termini lavorativi, pensare di essere parte di questo sistema, ci dà vera soddisfazione. È un progetto che abbiamo in mente e nel quale crediamo fermamente”.


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SALUMIFICIO CIRIACI: una lonza stagionata sinonimo di qualità della tradizione contadina

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ti dalla nascita all’ingrasso. Il salumificio Ciriaci si avvale di un sistema di tracciabilità totale tramite l’assegnazioni di lotti di produzione che certifica il percorso produttivo e di filiera del prodotto. La Lonza Ciriaci è il risultato di una tradizione contadina, popolare, morbida al taglio ma gradevolmente asciutta, fragrante , golosa già all’occhio con stupende venature di grasso rosaceo. Una lonza che dice pane al pane e vino al vino, che va assecondata con un fetta di pane casereccio e un buon bicchiere di vino rosso, che al primo assaggio può sembrare leggermente saporita ma che scompare quando si assapora meglio l’aroma tipico del prodotto artigianale.

a lonza stagionata è uno dei principali prodotti della salumeria italiana, che si ricava dal taglio anatomico del capocollo suino; dal punto di vista tecnologico rientra nel gruppo dei prodotti salati ed essiccati le cui doti di conservabilità sono essenzialmente legate all’abbassamento del valore di attività dell’acqua, ottenuto grazie ad un processo di preparazione che prevede la disidratazione con l’aggiunta di sale a secco marino; nel caso della lonza stagionata per ottenere l’effetto desiderato la quantità minima di sale che diffonde nella carne è nell’ordine del 3% del peso del prodotto finito. La quantità di sale presente nel prodotto finito deve rappresentare un compromesso fra questo valore minimo, necessario per garantire la conservabilità del prodotto, e un valore che deve essere compatibile con le caratteristiche qualitative e nutrizionali. I capocolli utilizzati dal Salumificio Ciriaci nella produzione della Lonza stagionata provengono dalla macellazione di suini della filiera produttiva Ciriaci che comprende due allevamen-

Per info Sede amministrativa e commerciale: Contrada Croce n.13 – 63851 Ortezzano (FM) Tel. (+39) 0734 777134 Fax (+39) 0734 777276 E-mail: info@salumificiociriaci.it www.salumificiociriaci.it

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DATI TECNICI Materia prima: capocollo suino di filiera scelto, di pezzatura da kg. 2,600-2,900, Proveniente da capi macellati ad un peso superiore a 170kg e un eta’ superiore a 12 mesi; Aromatizzazione: sale marino grosso, pepe nero e bianco, arancio, cons.E252. Aspetto esterno: involucro di budello naturale suino, legato con spago di juta naturale; Aspetto interno: colore rosso marezzato brillante, omogeneo, presenza di tirosina (cristalli); Affumicatura: effettuata con semi e legni di ginepro a fumo vivo in locale saturo; Stagionatura: minimo 70 gg. In asciugatoi appositi che ricreano l’ambiente migliore per una stagionatura naturale del prodotto. Per essere infine collocati in locali ad aria libera che ci permette di dare al prodotto un aroma condizionato dal ns. Clima collinare. Sapore: gradevole derivante dalla profumazione della carne fresca, lavorata senza aggiunta di aromi sintetici e spezie che coprirebbero il sapore tipico della “lonza stagionata marchigiana”. Metodo di conservazione: tenere in luogo asciutto e areato.

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AGRONEWS COLDIRETTI MARCHE: VENDEMMIA VERSO IL MILIONE DI ETTOLITRI Una bottiglia su quattro sarà da uve bio La vendemmia “vola” verso il milione di ettolitri, con una bottiglia su quattro che sarà ottenuta da uve biologiche. Ad affermarlo è la Coldiretti Marche sulla base dei primi risultati della raccolta, con le operazioni che in alcune zone sono state concluse, mentre in altre sono nel pieno, maltempo permettendo, soprattutto per le varietà di rosso. Confermata al momento la crescita rispetto allo scorso anno di circa il 10 per cento, ma ottimi risultati si registrano soprattutto dal punto di vista della qualità dei grappoli. In aumento, nota Coldiretti, anche l’incidenza delle superfici bio. Nello spazio di un paio d’anni gli ettari coltivati a uva secondo il metodo biologico sono praticamente triplicati, passando da 1.100 ha a 3.800 ha, quasi un quarto dell’intera superficie vitata regionale. Una percentuale che fa delle Marche la regione con la maggior percentuale di vigne bio sul totale. “Quello del vino biologico è un mercato che ha dato segnali di crescita in questi ultimi anni e che sta cercando di recuperare il ritardo accumulato rispetto ad altri prodotti, anche se il sistema di certificazione è senza dubbio più complicato, ha spiegato Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche e produttore vitivinicolo a Fano. A livello più generale, il bilancio della vendemmia può essere sino ad oggi sicuramente positivo, con una qualità davvero eccellente delle uve”. Nelle Marche, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, sono attive complessivamente 14.200 aziende, per una superficie complessiva di circa 16.200 ettari. L’80 per cento delle uve raccolte viene utilizzato per la produzione di vini Doc e Docg e biologici che stanno incontrando un successo sempre maggiore. Non a caso negli ultimi anni ha fatto registrare un vero e proprio boom il fenomeno della vendita diretta grazie alle circa 1.100 cantine che commercializzano bottiglie e dame e organizzano iniziative di degustazione sul territorio regionale. Il 30 per cento dei Punti di Campagna Amica, la rete promossa da Coldiretti degli agricoltori che commercializzano senza intermediazioni, ha puntato proprio sul nettare di Bacco.

UN PREMIO PER I “CUSTODI DELLA TERRA” La Camera di Commercio di Ascoli Piceno vuole premiare gli agricoltori che contribuiscono al mantenimento del territorio Silenziosi tanto quanto efficaci, costanti tanto quanto indispensabili: sono gli agricoltori, i proprietari, i coltivatori, chiunque dedichi alla terra tempo e passione contribuendo a mantenere l’ecosistema. La Camera di Commercio di Ascoli Piceno ha ufficializzato la volontà di istituire un bando che permetta di dare un vero e proprio “Oscar dei Custodi della Terra” a tutti coloro i quali, spesso inconsciamente, incarnano la figura del “custode”. Inviteremo – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno Gino Sabatini – le istituzioni locali picene a segnalare, sulla base dei criteri tassativi che stiamo elaborando, le persone meritevoli di ricevere il premio. Nel contesto dello sviluppo futuro del Piceno, l’agricoltura ha un ruolo centrale e la Camera di Commercio ne è consapevole, prova ne sia ad esempio la concessione dei contributi per l’oliva “Ascolana Tenera”. Questa volta, dedichiamo attenzioni e riconoscimenti alle persone che non solo lavorano la terra ma lavorano per la terra. Il ruolo del “custode della terra” da tempo riconosciuto negli Stati Uniti e anche dall’Unione Europea e, più recentemente, dalla Regione Marche, è basilare per il recupero delle terre abbandonate, la conservazione delle biodiversità e per mantenere una funzione sociale dell’agricoltura, cioè la capacità di fornire servizi che si rivolgono alla società nel suo complesso e mantenerne il suo carattere culturale e tradizionale.

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AGRONEWS

IL “VERDICCHIO D'ORO COMPIE CINQUANT'ANNI” Il prestigioso Premio nazionale a Franco Scaramuzzi, Giancarlo Gonizzi e Franca Marzioni Staffolo ha celebrato nel suo centro storico una delle manifestazioni di cultura enogastronomica più longeve a livello nazionale, riservata a coloro che si sono distinti nella promozione e valorizzazione della cultura enogastronomica del nostro Paese, il “Verdicchio d’Oro” . Nella 50/a edizione la terna vincente scelta dalla giuria composta dal sindaco di Staffolo, Patrizia Rosini e da Mauro Magagnini coordinatore territoriale dell’A.I.C. Marche, è quella composta da Franco Scaramuzzi, Giancarlo Gonizzi e Franca Marzioni. A loro l’importante riconoscimento per aver contribuito alla promozione del Verdicchio, dei prodotti tipici della nostra terra, diventando così ambasciatori del nostro territorio e delle Marche nel mondo. “Mi piace pensare, ha commentato l’assessore regionale al Turismo e Cultura, Moreno Pieroni, che insieme al Premio festeggeremo anche le Nozze d’oro con una comunità, quella del Verdicchio e auguro che questo traguardo venga doppiato per raggiungere il secolo di storia.” “Quando un prodotto, in questo caso il Verdicchio, ha affermato il sindaco di Staffolo, Patrizia Rosini, emerge in maniera così forte da permeare un’intera comunità, allora è del tutto naturale che la festa più importante sia ad esso dedicata e, nello stesso tempo, si crei un Premio che raccolga in una giornata l’essenza della collettività. E se si tocca il mezzo secolo, è anche tempo di bilanci: il Premio è tra i più longevi del settore e deve avere un’ulteriore spinta per ambire a toccare altri traguardi”.

TORNA IL CONCORSO "LA BIODIVERSITÀ IN CUCINA" Giovani chef e tradizione: una ricetta che funziona Assam, in collaborazione con la Regione Marche ha presentato la nuova edizione del concorso per i giovani chef delle scuole alberghiere che vogliono cimentarsi con i prodotti più tradizionali e tipici del territorio marchigiano:"La biodiversità in cucina". Tema di questa edizione sono:"I legumi, la carne del futuro". Durante la presentazione la vicepresidente della regione e assessore all’all’agricoltura e all’alimentazione Anna Casini ha spiegato: "L’idea è nata per diffondere tra ragazzi delle scuole alberghiere la conoscenza dei prodotti della biodiversità attraverso un "percorso didattico" che, dagli approfondimenti e ricerche sulla storia di un determinato prodotto del pepertorio regionale e il suo legame col territori in collaborazione con gli "agricoltori custodi", arrivi alla rielaborazione di una ricetta tradizionale in chiave innovativa per un suo migliore utilizzo e calata nelle nuove tendenze del consumo. In tempi di globalizzazione e di fronte ad un mercato enogastronomico sempre più attento e consapevole, è infatti fondamentale concentrare l’attenzione sull’origine delle materie prime che portiamo in tavola. La biodiversità ci consente una alimentazione intelligente e sana nel quotidiano e di tramandare ai giovani gusti, colture e soprattutto cultura. Insomma, giovani chef e tradizione: una ricetta che sono sicura funzionerà".

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SPECIALE AGROALIMENTARE

SENTI CHI

PARLA I

l tema del sondaggio di questo mese è l’agroalimentare: abbiamo chiesto ai nostri lettori la loro opinione in merito al futuro e alle prospettive di questo settore, esplorando attraverso i loro occhi (e palati!) sapori tradizionali, prodotti tipici, usanze popolari e abitudini a tavola. Gustiamoci quanto ne è emerso. La maggioranza dei nostri lettori (53,66%) ritiene che il rapporto tra la nostra terra e il settore agroalimentare sia una consuetudine viva e ben radicata; il 40,24% degli intervistati considera il legame tra le Marche e questo distretto un’opportunità per il futuro. Soltanto il 4,88% dei rispondenti ritiene che l’agroalimentare sia una tradizione relegata al passato e ormai desueta, mentre una percentuale residuale (1,22%) di lettori non considera le Marche una terra di agricoltori, né in passato, né attualmente. A testimonianza del rapporto tra le Marche e il settore agroalimentare e del ritorno all’agricoltura cui stiamo assistendo in questo particolare periodo storico, il 63,41% dei nostri lettori dichiara di coConosci giovani marchigiani che hanno scelto di fare dell’agricoltura la loro professione?

Numero rispondenti: 82; 100% del campione intercettato

INFORMAZIONI SUL SONDAGGIO

Sondaggio realizzato da GGF Group Srl Sondaggio online, pubblicato sul profilo Facebook, su sito di Mondo Lavoro ML Magazine. Indagine gestita attraverso piattaforma CAWI dal 30 settembre al 6 ottobre 2015. Campione non probabilistico. Totale rispondenti: 82

Il rapporto tra Marche & settore agroalimentare è per te:

Numero rispondenti: 82; 100% del campione intercettato

noscere giovani che hanno scelto di fare dell’agricoltura la propria professione. La maggioranza dei rispondenti (54,88%) ritiene che l’agricoltura possa contribuire alla ripresa economica del paese, mentre

il 23,17% la considera uno dei settori trainanti del rilancio della nostra economia. Il 21,95% degli intervistati ritiene che l’agricoltura rivestirà un ruolo di primo piano nella ripresa economica italiana.

Pensi che il ritorno all’agricoltura cui stiamo assistendo in questo periodo storico possa fungere da volano per l’economia?

Numero rispondenti: 82; 100% del campione intercettato ∂110∂


SPECIALE AGROALIMENTARE Su quale dei seguenti aspetti ritieni che il settore agroalimentare possa avere un effetto positivo?

Oltre al contributo, più o meno determinante, riconosciuto all’agroalimentare dai nostri lettori, altri aspetti potrebbero godere dei risvolti positivi che questo settore comporta; si ritiene che l’agroalimentare avrà un effetto positivo sulla tutela del Made in Italy (59,76% degli intervistati), sulla conservazione del patrimonio ambientale (19,51%), sull’occupazione (15,85%) e sull’innovazione (4,88%). Dalla terra, ai suoi frutti: abbiamo chiesto ai nostri lettori quale sia il prodotto alimentare che associano principalmente alla nostra regione. Il più gettonato è il ciauscolo, seguito da vino e uva. Invitati poi a selezionare da una lista di prodotti tradizionali i più rappresentativi, si evince che è ancora il ciauscolo il re delle tipicità marchigiane, seguito questa volta da tartufo, maccheroncini di Campofilone, pizza di Pasqua al formaggio, liquore all’anice e vino di visciole.

Numero rispondenti: 82; 100% del campione intercettato Abbiamo poi esplorato il nostro territorio attraverso aziende produttrici, cantine e birrifici. Tra le aziende del settore, la prima che viene in mente ai nostri lettori è Fileni, seguita da Varnelli. Tra i vini, il più citato è il Verdicchio, seguito dal Rosso Conero, e tra le cantine i nostri lettori citano principalmente Moroder e Moncaro. Ricca e variegata è

anche la lista dei birrifici, guidata dai marchi Sangermano 18 e La Cotta. Per quanto concerne le abitudini di consumo dei prodotti locali, il 50,63% dei rispondenti dichiara di consumarli “spesso”, ricorrendo anche a molti prodotti a chilometri zero. Il 48,10% dei lettori ne fa invece un uso meno frequente, dichiarando di mangiarli “a volte”, per il

A tavola ti capita di consumare prodotti originari della nostra regione?

Numero rispondenti: 79; 96,34% del campione intercettato

Indagando, infine, il rapporto con le tradizioni e usanze del territorio, emerge che la maggior parte dei nostri lettori ha assistito o partecipato almeno una volta ad un “momento di vita contadina”, principalmente raccolta delle olive e vendemmia. Infine, l’86,08% degli intervistati dichiara di partecipare abitualmente ad eventi e sagre dedicate a prodotti tipici locali; il più rappresentativo sul nostro territorio è ritenuto la Sagra dell’uva di Cupramontana, seguita dalla Fiera del Tartufo di Acqualagna

gusto di assaggiare i sapori locali. L’1,27% dei lettori li acquista “raramente”, preferendo i brand noti alle piccole realtà del territorio. L’acquisto di prodotti marchigiani avviene principalmente dal produttore (43,03% dei rispondenti), seguito da supermercati (32,91%), piccoli alimentari (12,66%), fiere e mercati (6,33%) e negozi specializzati (5,06%).

Dove li acquisti?

Numero rispondenti: 79; 96,34% del campione intercettato

e dalla Festa del Rosso Conero di Camerano. L’aspetto di questi eventi che principalmente attrae i nostri lettori è l’enogastronomia, il piacere di scoprire nuovi sapori (36,71% dei rispondenti), seguita dall’aspetto folkloristico e dal clima festoso che coinvolge trasversalmente le diverse generazioni (entrambi al 29,11%). Il 5,06% dei lettori partecipa, invece, a feste e sagre, attratto dalle manifestazioni collaterali (musica e spettacoli) che spesso arricchiscono il programma di questi eventi.

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Cosa ti attrae di questi eventi?

Numero rispondenti: 79; 96,34% del campione intercettato


Al ser vizio dei ma r ch i gi a n i

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FOCUS

Gli sportivi delle Marche

“Lo sport non fa vivere più a lungo, ma fa vivere più giovani”

Anonimo

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FOCUS GLI SPORTIVI DELLE MARCHE

“Le Marche sono un serbatoio di grandi atleti” Il commissario Coni Roberto Fabbricini: “Lo sport deve sempre svolgere la propria missione sociale” di Asmae Dachan

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e Marche sono una fucina di grandi campioni in diverse specialità sportive: scherma, nuoto, moto, volley, basket, tiro a volo, atletica e la lista è ancora molto lunga. Come si potrebbe spiegare questo primato? “La Regione è sempre stata un serbatoio di grandi atleti, di eccellenze indiscusse. Mi viene da pensare alla straordinaria scuola di scherma di Jesi, ad alcune individualità di spicco come Angelo Romani nel nuoto, Sandro Riminucci nella pallacanestro, Gianni Del Buono nell’atletica,

Liano Rossini nel Tiro a Volo. Storicamente le Marche rappresentano una cassaforte di successi e gratificazioni per lo sport italiano”. Quali sono le principali attività in cui è impegnato il Coni Marche? “È fortemente impegnato nell’assistenza alle società sportive, nell’attività della scuola regionale dello sport, tra le più attive a livello nazionale, e nell’organizzazione di eventi su scala territoriali, con particolare riferimento ai giovani marchigiani”.

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FOCUS GLI SPORTIVI DELLE MARCHE

Che rapporto avete con le diverse federazioni iscritte? “In questo breve periodo di commissariamento il rapporto con le società è stato ottimale, abbiamo anche condiviso alcune considerazioni in chiave futura. Credo che chi diventerà presidente del Comitato Regionale saprà continuare l’opera che il suo predecessore ha brillantemente svolto negli anni scorsi”. Come vi stata preparando per l'atteso appuntamento delle Olimpiadi di Rio 2016? “Gli atleti di punta marchigiani, individuati dalle Federazioni, nel piano di assistenza generale previsto dal Coni, godranno certamente delle attenzioni che avranno d’altronde tutti gli atleti in predicato di partecipare a Rio”. Passaporto ematico, defibrillatori: il Coni è in prima fila con le iniziative per il benessere e la prevenzione. Come rispondono le varie federazioni? Quali saranno le vostre prossime iniziative? “Sui defribillatori è già in atto una distribuzione capillare del materiale e, parallelamente, sono in atto gli studi per i processi formativi di chi dovrà materialmente garantire assistenza, in perfetta e totale sintonia con la Federazione Medico Sportiva”. Nelle Marche e più in generale in Italia sono molti gli sport e gli sportivi che

fanno onore al tricolore nel mondo. Eppure in tv e sui grandi network sembrano trovare spazio solo il calcio e i calciatori. Perché? “È una situazione endemica dello sport italiano. Il calcio è indubbiamente la prima disciplina per seguito popolare. Questo è un discorso che abbraccia tutto il Paese, non solo le Marche. Nella Regione c’è grande attenzione per gli altri sport: direi che è la culla della scherma, e vanta – tra l’altro - una tradizione vincente nel canottaggio e nella pallavolo”. Grandi passi avanti si stanno facendo anche nel promuovere e sostenere l'attività sportiva per le persone diversamente abili: cosa manca ancora per una effettiva parità? “La parità per quanto riguarda le attenzioni e il sostegno, da parte del mondo dello sport, è stata già ampiamente raggiunta e se questo non succede ancora a livello nazionale è perché parliamo di una situazione molto delicata. La società deve lavorare per favorire l’integrale processo di inclusione”. Lo sport, oltre a far bene a chi lo pratica, è un aggregatore sociale. Quanto conta promuoverlo nelle aree dove c'è ancora poco interesse? “Lo sport deve sempre svolgere la propria mission sociale in modo concreto. Fare sport significa benessere, far decrescere la spesa per il servizio Sanitario Nazionale

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e favorire la crescita culturale dei giovani, tenendoli lontano dalle problematiche che costituiscono una grande minaccia per il loro sviluppo educativo” Come è stato il passaggio di consegne con il presidente Sturani? “Al di là dei tecnicismi, molto semplici, legati al passaggio di consegne, posso dire che questa esperienza mi ha permesso di avere l’onore di conoscere Fabio Sturani, uomo di sport prima ancora che di politica, con un passato da atleta di buon livello ma soprattutto con un grande presente da dirigente sportivo, perché persona straordinaria, dotata di grande sensibilità, di senso della misura e di eccezionale capacità nell’affrontare e risolvere problemi generali che riguardano l’intero movimento agonistico italiano. La sua presenza in Giunta nazionale è una garanzia per il Coni nel gestire tematiche a volte molto complesse”. Quali saranno i suoi prossimi impegni? “In qualità di Segretario Generale del Coni seguirò questi 11 mesi che ci separano dai Giochi Olimpici di Rio, ma soprattutto supporterò le attività di tutte le componenti del nostro mondo: federazioni, discipline associate, enti di promozione e associazioni benemerite e seguirò, con particolare attenzione, le iniziative politiche, a livello legislativo, che interesseranno lo sport”


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Andrea Carloni: 40 anni di cronaca dello sport nelle Marche

Il giornalista anconetano è tra le voci e i volti più stimati e noti in questo ambito e ha celebrato le imprese di campioni che sono passate agli annali della storia: un bilancio dei successi dei nostri atleti, presenti e passati, e un 'pronostico' sui risultati di quelli più promettenti, che presto potrebbero far parlare di sé di Stefano Strano

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artendo dalla sua lunga e ricca esperienza professionale, e rispetto al suo passato di giovane atleta primatista nell'atletica, cosa e come è cambiato oggi lo sport marchigiano? “Diciamo che un po’ tutti gli sport sono in continua mutazione ed evoluzione. Si pensi soltanto ai materiali dei campi da gioco, delle piste, delle pedane, degli attrezzi, dell’abbigliamento, dei mezzi di trasporto (noi a volte ci trasferivamo in 7-8 in un pulmino da 80/90 chilometri orari e i viaggi si allungavano), ma soprattutto delle sempre più innovative metodologie di allenamento. Valutando una prestazione agonistica, anche solo uno di questi aspetti può fare la differenza; quello che non credo sia cambiato è che per riuscire nello sport occorrono sempre – oltre a doti naturali spirito di sacrificio, tenacia, perseveranza e un corretto stile di vita. Senza certe caratteristiche, raramente si può riuscire nello sport. E questo vale per tutte le discipline, senza distinzioni. Altro è, naturalmente, praticare lo sport per puro gusto o semplicemente per mantenersi in forma, che è sempre la cosa consigliabile, dal momento che non tutti possono diventare campioni, ma tutti possono praticare sport per garantirsi una migliore qualità della vita”. Quali sport oggi sono più promettenti, dove i giovani del nostro territorio si possono affermare e raggiungere risultati di prestigio? Quali, invece, quelli dove c'è ancora molto lavoro da fare? “Innanzi tutto va detto che negli ultimi vent’anni l’offerta di pratica sportiva si è decuplicata. In questo tempo sono nate così tante nuove discipline sportive da suscitare nei giovani solo l’imbarazzo della scelta. Ai miei tempi, quasi tutti giocavamo soprattutto a pallone (oggi si usa dire … cal-

cio), poi c’erano la pallacanestro, la pallavolo, l’atletica, la ginnastica, il pugilato, la vela, il nuoto, il tennis e non molti altri. Oggi di discipline se ne contano un’infinità, basta recarsi in una delle Feste dello Sport che tanti nostri Comuni organizzano – in collaborazione con il Coni - in concomitanza con l’avvio dei corsi annuali sportivi. Oggi più che mai hanno molto successo la danza e le arti marziali, che hanno poi nel loro ambito tante declinazioni. Rugby, football americano, golf ed equitazione hanno dalle nostre parti una storia relativamente recente, ma sono ora alla portata di tutti, con un buon appeal sui giovani e meno giovani. Perché anche quello della pratica sportiva ad un’età avanzata è un bel tema. In questi anni si è piacevolmente alzata – e non di poco – l’età media di chi pratica sport, ecco perché oggi si svolgono campionati master in tante discipline e si tengono maratone (o solo semplici camminate, nel caso del nordic walking) che coinvolgono centinaia di migliaia di persone!”. Ha visto molti grandi campioni crescere: ci racconti qualche aneddoto per capire quale approccio e quali caratteristiche possono accomunare atleti che ora primeggiano nel mondo? “La nostra regione ha sempre avuto un ruolo rilevante nell’ambito dello Sport italiano. Basta rifarsi ad una frase dell’attuale presidente del Coni, Giovanni Malagò: 'Se l’Italia non avesse la scherma e il Club scherma Jesi che ha, alle Olimpiadi, il nostro medagliere sarebbe come quello della Grecia'. È proprio così, basti pensare che dal 1984 ad oggi almeno un atleta jesino è sempre salito sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi. Stefano Cerioni, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca: nessuna città al mondo può vantare quattro campioni olimpici e due porta-

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bandiera (Trillini e Vezzali) ai Giochi, come Jesi. Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, mi limiterò a svelare (ma non è un segreto), che alla base di questi risultati c’è soprattutto una rivalità che talvolta ha assunto i toni di una vera e propria 'guerra': sportiva, naturalmente. Quattro campioni pieni di valori umani, che però quando infilano o infilavano la maschera si trasformavano in autentiche iene della pedana. Si chiama 'cattiveria agonistica' (spesso invocata da tanti tecnici e dirigenti per i loro assistiti), senza la quale non si va nessuna parte”. Nel suo libro 'Le Marche a 5 cerchi' descrive, con una dettagliata raccolta dati, le imprese di atleti, tecnici, dirigenti, giudici di gara, sanitari e giornalisti marchigiani, che hanno preso parte ai Giochi Olimpici e Paralimpici, Estivi ed Invernali, da Atene 1896 a Vancouver 2010. Cosa ci si può aspettare per le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, rispetto alle ultime di Londra? E, anche per i Giochi olimpici invernali, ci sono atleti marchigiani di cui sentiremo parlare nei prossimi in Corea del Sud 2018, dopo Sochi 2014? “Mentre aspettiamo di capire se quel libro realizzato in collaborazione con la Regione Marche e il Coni avrà un seguito, va ricordato che a Londra le Marche (e soprattutto la provincia di Ancona), hanno toccato il loro massimo in fatto di conquista di podi nella storia delle Olimpiadi. Abbiamo avuto dieci medaglie con Elisa Di Francisca (due ori) e Valentina Vezzali (un oro e un bronzo) nella scherma, Massimo Fabbrizi (un argento) nel tiro a volo, Samuele Papi, Emanuele Birarelli e Andrea Bari (tre bronzi) nella pallavolo, non dimenticando il bottino dei più bei Giochi Paralimpici di sempre con l’oro di Assunta Legnante nel getto del peso e l’argento di Giorgio Farroni nel ciclismo su strada. Andare fino


FOCUS GLI SPORTIVI DELLE MARCHE Andrea Carloni al teatro della Fortuna di Fano, dove ha presentato la Giornata delle Marche 2012 con la giornalista di Sky Ilaria D’Amico

Allo Stadio Panathinaikos di Atene dove sono nate le Olimpiadi, nel 1896

Dietro le quinte del premio “Marchigiani dell’Anno” che presenta da 26 edizioni consecutive

in fondo potremmo aggiungere Stefano Cerioni che, da ct della Nazionale di fioretto ha (virtualmente) conquistato con i suoi atleti: 3 ori, 1 argento e 1 bronzo. Di fronte a questi risultati è difficile immaginare che si possa fare meglio in Brasile. Anche perché purtroppo – a causa di un inquietante regolamento - non ci sarà la gara di fioretto femminile a squadre e questo ci penalizzerà parecchio. Non solo, visto lo strapotere azzurro (l’Italia ha occupato tutto il podio a Londra), qualcuno ha pensato bene di ridurre a due le partecipazioni alla gara per ciascun Paese. Considerato che la monzese Arianna Errigo è sempre stata (da Londra) ai vertici del ranking come Elisa Di Francisca (vincitrice della Coppa del Mondo 2015), sembra difficile che si possa avere a Rio anche la Vezzali e quindi due marchigiane. Per il resto, Massimo Fabbrizi ha già in mano una carta olimpica, ma non

è ancora sicuro di partecipare; il nuotatore tolentinate, Simone Ruffini, campione mondiale della 25 chilometri di fondo è già qualificato, Gianmarco Tamberi sembra pure molto probabile. E mentre incrociamo le dita per quello che potrebbe essere un fantastico tris nelle ginnastica artistica, aspettiamo conferme da Paolo Principi, Paolo Ottavi e Andrea Cingolani. Per il resto, puntiamo ancora sulla gran classe e longevità agonistica di Filippo Magnini. In attesa di qualche bella sorpresa ad inizio 2016, non dimenticando che in corsa – nel basket – potrebbe esserci anche l’anconetano, Achille Polonara, cresciuto nella Stamura”. Un tema delicato: le strutture sportive. In che stato si trovano nella nostra regione? Di chi è la responsabilità (Coni, Regione, Comuni o Province ) quando

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non sono adeguate? E come migliorarle: solo il privato riesce a investire? “La situazione dei nostri impianti, da buona che poteva essere agli inizi degli anni Novanta, è divenuta molto preoccupante. Si pensi che molte strutture, anche fra le più rilevanti (dagli stadi di Ascoli e Ancona ai Palasport di Pesaro, Ancona, Macerata (ma l’elenco sarebbe più lungo), avrebbero tutti bisogno di interventi più o meno importanti. Tutto ciò è figlio della grande crisi che stiamo attraversando da troppi anni e del conseguente pauroso calo di partecipazione diretta agli eventi sportivi (si pensi agli alti costi di biglietti, viaggi e di tutto ciò che comporta seguire un avvenimento dal vivo), non dimenticando che ormai l’offerta televisiva è in grado di dare emozioni con una capacità professionale e un livello di produzione tali da scoraggiare anche i più appassionati”.


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Simone Ruffini

Campione in vasca, campione di romanticismo “Rappresentare le Marche è per me un grandissimo onore e una gioiaˮ

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a Tolentino a Kazan, come è cambiata la sua vita, ora che è campione del mondo? “La vita non è cambiata. Mi chiedono qualche foto o un selfie ma per il resto è tutto nella norma”. Come è stato accolto al suo ritorno da familiari, amici, compagni di squadra e compaesani? “Ritornare a casa è stata una bella emozione. Erano tutti felici, quasi in estasi. In città sono stati esposti cartelli che celebravano la mia vittoria, poi è stata organizzata una festa durante la quale sono stato premiato e mi ha fatto veramente tanto piacere. Sinceramente non mi aspettavo così tante persone ad applaudirmi”. La sua proposta di matrimonio in mondo visione ad Aurora Ponselè, anche lei marchigiana, ha suscitato commozione e forse anche un po' di invidia. A quando il grande evento? “Il grande evento non ha ancora una data perché faremo un passo per volta e quest’anno ci dobbiamo concentrare sulle

di Asmae Dachan Olimpiadi”. Anche il suo selfie con suo padre e sua madre ha fatto presto il giro del mondo. Che ruolo ha avuto la sua famiglia nel suo percorso sportivo? È vero che è stato suo padre a spingerla in acqua la prima volta? “La famiglia ha un ruolo importantissimo. I miei famigliari sono i primi a sostenermi, ad appoggiarmi e mi consigliano nelle scelte. È stata la mamma a spingermi in acqua e spronarmi all’inizio perché odiavo l'acqua e poi perché in casa era l’unico che non faceva nessuna attività sportiva”. Ora si allena a Roma, ma per anni lo ha fatto a Pesaro. Come giudica l'offerta sportiva marchigiana e quali sono le possibilità per un giovane atleta promettente? “A Pesaro mi sono trasferito all’età di 16 anni dove ho completato gli studi e continuato a nuotare. Mi sono trovato benissimo e non avrei mai lasciato quella realtà ma ad un certo punto, se si vuole fare un salto di qualità, bisogna rinunciare a ∂118∂

qualcosa e ho scelto di trasferirmi a Roma. Per quanto riguarda il nuoto nelle Marche devo dire che le strutture non sono male ma ci sono poche vasche da 50 metri”. Cosa porta di marchigiano quando è in vasca? “Con me in vasca porto sempre tanta tigna e fame e la voglia e volontà di spingermi oltre, per poter raggiungere i miei obbiettivi”. Il prossimo obiettivo è Rio 2016. Come si sta preparando per la sua prima Olimpiade? “Ho iniziato la preparazione per l’Olimpiade che prevede molte gare a livello nazionale e internazionale ma, soprattutto, dovrò sempre macinare tanti chilometri”. Come ti senti a rappresentare le Marche e l'Italia di fronte al pubblico sportivo internazionale? “Rappresentare le Marche per me è un grandissimo onore e una gioia. È una regione stupenda e poi è casa mia”.


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“Lotto per tornare in piedi e poi in pista”

Alessia Polita correva in pista col numero 51. Un terribile incidente durante le prove al campionato italiano Superstock 600 nel giugno 2013 l'ha costretta su una sedia a rotelle. Ma Lady Polita, come la chiamano migliaia di fan, non ha mai smesso di lottare. Per se stessa e per gli altri di Asmae Dachan

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lessia, molti ti conoscevano già come campionessa delle due ruote, ma molti altri ti stanno conoscendo ora per la tua lotta e il tuo coraggio. Attraverso i social e la Fondazione Lady Polita Onlus sei impegnata ogni giorno per far conoscere cos'è davvero la paralisi. Qual è l'obiettivo che ti sei posta? “Lotto per tornare in piedi prima ancora che tornare in pista. Ho scoperto che c'è tanta confusione sulla paralisi, che la maggior parte della gente pensa che si tratti solo di non poter camminare ed essere costretti sulla sedia a rotelle, ma la paralisi è altro. Da dove parte la lesione, non funziona più niente; si bloccano le attività fisiologiche del corpo, si lotta

contro le continue piaghe da decubito, contro la debilitazione della parte paralizzata, contro la perdita di sensibilità; siamo anche soggetti a rischio di osteoporosi. La gente, purtroppo, non è a conoscenza di tutte queste problematiche. Il mio obiettivo principale, quindi, è sensibilizzare l'opinione pubblica sulla natura di questo grave problema e lottare per tornare, un giorno, a camminare. Spesso la gente pensa che possa rimanere sulla sedia solo chi va in moto o in macchina, a seguito di un incidente, ma non è così. Si può restare paralizzati o tetraplegici a causa di alcune malattie come la mielolesione, le ischemie midollari, la mielite e tante altre che ti portano a queste condizioni, e non succede solo ∂119∂

agli sportivi. Può capitare a tutti. Un paraplegico continua a vivere utilizzando gli arti superiori, mentre chi diventa tetraplegico è costretto a farsi aiutare in tutto, persino per bere, mangiare e aver cura della propria igiene e questo è veramente devastante. Per me, quindi, è molto importante cercare di far conoscere questa realtà che molti fanno finta di non vedere. Se questa mia attuale disastrosa condizione dovesse essere ripristinata alla normalità, cosa che vedo lontana, da sportiva che ha rincorso il motociclismo per anni, è certo che mi piacerebbe tornare a fare attività. Non solo la moto, ma tutto quello a cui mi dedicavo prima. Essere sulla sedia a rotelle è un incubo. Il mio essere è stato completamente


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FOCUS GLI SPORTIVI DELLE MARCHE annullato e questo è difficile da accettare. Questa è la panoramica di quello che oggi sto vivendo”. Sui social hai un gran numero di persone che ti seguono, oltre 50mila, specie giovani, e con loro sei molto aperta, mostrando anche il tuo lato più fragile. Sei una campionessa senza maschera... “Non uso filtri, sono sincera. Molte persone, per avere cinque minuti di notorietà, fingono che vada tutto bene nonostante l'improvvisa paralisi. Poi, quando chiudono la porta di casa, sono depressi, nervosi, instabili. Io, invece, avendo la fortuna di essere, grazie al motociclismo, una persona nota, posso essere un libro aperto. Se oggi ho la luna storta a causa di forti dolori lo posso e lo voglio dire. Sono stata tre mesi a Montecatone perché ho dovuto fare alcuni interventi e l'ho raccontato senza nascondere nulla, riferendo anche le mie difficoltà. La gente apprezza la mia franchezza e il mio aprirmi. Nella vita sono molto istintiva, se sono in crisi mi apro di più. Molte persone mi seguivano da prima, ma molte altre mi hanno conosciuta dopo l'incidente e mi seguono perché ho acceso i riflettori su una realtà che è quasi un tabù descrivere nella sua durezza. Sto cercando di cogliere il lato positivo perché evidentemente devo dare un messaggio. Quando sei su una sedia devi provare a darti degli obiettivi e trovare risposte al perché ti sia successo tutto questo. Penso che questo ora sia il mio compito e voglio portarlo avanti”. Lo scorso anno è saltato l'evento Lady Polita day, un'iniziativa dedicata alla raccolta fondi, indispensabili per la ricerca. Credi che organizzerai qualcosa di nuovo? “Avevo messo l'anima nell'evento che avrebbe dovuto tenersi nel 2014, ma purtroppo è andato all'aria per diverse ragioni. Quest'anno ho deciso di collaborare con il Raid for Life, un evento nato nel 2009 dopo che un ragazzo che faceva motocross è rimasto tetraplegico; da lì le persone che seguivano il motociclismo, conoscendo dal vivo questa patologia, e rimanendo impressionate nello scoprire le problematiche che ci stanno dietro, anche a livello economico, hanno deciso di creare un evento per raccogliere fondi per la ricerca sulle lesioni midollari. Fino

allo scorso anno la manifestazione si faceva a Ottobiano. Da quest'anno l'evento si fa a Imola e io ho deciso di sposare la causa di Ride for Life perché a me hanno dato un vero aiuto economico quando ho avuto l'incidente. Il 15 novembre ci sarà una sfida intitolata a Lady Polita. Farò parte di questo circuito sia per aiutare gli atleti che si sono fatti male, sia per raccogliere fondi per le persone che hanno subito lesioni midollari. Non sarà più il Lady Polita day, ma una collaborazione”. Cosa significa per te dover fare fisioterapia, entrare in contatto con giovani che hanno vissuto la tua stessa esperienza? “È la parte più dura del mio percorso. Nonostante io stia vivendo in prima persona questo problema, mi lascio coinvolgere molto anche dalla sofferenza degli altri. Nella disgrazia mi sento comunque fortunata perché ho ancora l'uso delle braccia e per un mieloleso è importantissimo. Invece sono contornata da tanti ragazzi, anche giovanissimi, che rimangono su una sedia a rotelle per tante cause, persino a causa dei tuffi. Non conoscevo questa realtà e ho scoperto che i tuffi rompono le vertebre cervicali molto più di altre attività. Mi ha fatto soffrire molto vedere ragazzi come me che non possono muovere nemmeno le braccia e questo mi ha sensibilizzato ancora di più, spingendomi ad andare avanti in questo progetto. È devastante stare lì per se stessi, ma quando si guarda la situazione di altri, in condizioni ben peggiori, si trova un'ulteriore spinta per lottare anche per loro. Chi perde completamente la mobilità, l'autonomia, perde persino la privacy, perché dipende in tutto e per tutto dagli altri. Ci vuole una gran forza d'animo per affrontare tutto questo”. Hai trovato persone preparate su questo tema? “Purtroppo devo dire che sulle mielolesioni, in generale, non c'è una preparazione adeguata. Non è la stessa realtà delle persone amputate, ci sono problematiche diverse e spesso siamo noi stessi che dobbiamo spiegare ai fisioterapisti quello che ci sta accadendo. Se si prendono dieci persone paraplegiche, non ce ne saranno mai due che hanno lo stesso problema”.

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Come si è comportata con te la città di Jesi? “In passato ho vinto un campionato europeo, diversi titoli italiani ma finché vincevo e il mio nome circolava, non ho ricevuto la stessa attenzione che ricevono altri sportivi, con sponsorizzazioni e altro. Adesso che sono su una sedia a rotelle, si sono sensibilizzati tutti. Questa è la cosa che mi ha fatto più male. Sono sempre le persone più semplici e più autentiche che ti aiutano, mentre chi avrebbe il potere di farlo spesso non lo fa o lo fa in ritardo. È un po' un tasto dolente. La gente comune, invece, mi ha mostrato un calore e un affetto inaspettato”. Qual è ora la cosa che ti preme di più? “Vorrei chiarire subito una cosa: molte persone pensano che io abbia avuto un'assicurazione o altro, ma non è così. Dopo due anni, purtroppo, siamo stati costretti a vendere casa perché non era possibile installare un ascensore. Con quei soldi non riusciamo ancora a comprare una casa dove io possa avere tutto a mia portata e adatto alle mie esigenze. La cosa che mi preme di più è riuscire a ricrearmi una mia identità, perché quando ti accadono queste disgrazie senti di aver perso tutto e anche la tua famiglia ne risente. Un giorno sono partita di casa sulle mie gambe e sono tornata su una sedia a rotelle. Vorrei ricrearmi una vita, riprendermi e poi buttarmi sulla ricerca. Se, come si dice, non sarà per la mia campata, vorrei farlo lo stesso per qualcun altro. Ho mosso le uniche cose che mi restano, la mente e le braccia, per portare avanti questa causa. Forse non riusciranno a trovare una soluzione alle mielolesione oggi, ma sarà comunque valsa la pena lottare pensando anche agli altri. È incredibile vedere quanta gente mi scrive oggi per raccontarmi di un figlio, di un genitore o di un amico che ha avuto un incidente o si è ammalato ed è rimasto costretto su una sedia a rotelle. La gente mi scrive per raccontarmi cosa accade, per cercare in me un conforto. Io mi sento in dovere di aiutare chi, in me, cerca una speranza. Sono queste situazioni che mi danno la forza di andare avanti; anche se mi sento fragile e devastata, devo aiutare gli altri. Devo metabolizzare quello che mi è successo per aiutare me stessa e poi essere davvero un sostegno per chi mi cerca”.


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Civitanova capitale della vela Cristiana Mazzaferro, presidentessa del Club vela: “La conquista del titolo mondiale è un evento che segna per sempre la tua vita” di Anna Siria Ph Paolo Paolucci

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i è recentemente svolto a Civitanova il Campionato italiano assoluto di vela d'altura con un podio tutto civitanovese: come avete vissuto questo successo? “Siamo estremamente soddisfatti del lavoro svolto per il quale ci siamo preparati per tempo e con estrema cura. La manifestazione ha avuto un grande successo sia per l’elevato numero di partecipanti, 46 imbarcazioni, sia per la riuscita della parte tecnica in mare, curata da professionisti del settore , sia, infine, per la riuscita degli eventi collaterali a terra, molto apprezzati dai regatanti. Nella classe A-1-2- regata il podio è stato occupato da tre imbarcazioni Civitanovesi, Hurakan di Marco Serafini , Be Wild di Renzo Grottesi e Altair 3 di Sandro Paniccia e questa è stata la ciliegina sulla torta per una manifestazione memorabile”. Come definirebbe l'attività velica a Civitanova e nelle Marche in generale? “Le Marche sono una piccola regione in termini di tesserati e numero di circoli af-

filiati alla Fiv, ma sanno sempre esprimersi con forza e competenza nell’organizzare eventi di rilievo, vedasi il Campionato del Mondo Orc International di Ancona nel 2013, inoltre hanno prodotto in passato, e continuano a produrre nel presente, grandi campioni di livello internazionale, nelle derive, nelle classi monotipo e nell’altura”. Lo scorso febbraio lei è stata confermata per la quinta volta consecutiva alla presidenza del Club Vela Civitanova. Un riconoscimento davvero importante... “Durante gli anni del mio mandato abbiamo dato una svolta decisamente sportiva e agonistica al nostro sodalizio promuovendo la vela a 360 gradi, credo che gran parte del riconoscimento derivi da questa scelta; unitamente ai numerosi eventi che organizziamo, svolgiamo un’intensa attività di promozione sia per i giovani, con l’ avviamento alla vela, il perfezionamento e l’inquadramento agonistico, sia per gli adulti con corsi ad hoc. In questi anni abbiamo profuso, inoltre, un grande

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impegno nel completo restyling della sede sociale”. Lei è stata per due volte campionessa del mondo insieme a Emanuela Galeazzi: cosa ha significato per lei salire sul gradino più alto del podio? “Non ci siamo accorte subito della portata delle nostre vittorie, nostro malgrado abbiamo acceso i riflettori sulla vela femminile che prima di allora era scarsamente considerata e siamo finite sulle pagine di tutti i giornali, di settore e non. La conquista di un titolo mondiale è comunque un evento che segna per sempre la tua vita e ti accompagna come inevitabile biglietto da visita lungo tutto il cammino della stessa”. Perché la vela continua ad essere uno sport ad appannaggio prevalentemente maschile? “Le cose sono un po’ cambiate nel corso degli anni e continuano a cambiare, questa affermazione è solo in parte veritiera, esiste un mondo femminile molto attivo e


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Altair 3

Cristiana Mazzaferro

I campioni italiani

competitivo nelle classi olimpiche e nelle derive in genere, mentre è molto limitato il professionismo sulle imbarcazioni di altura”. Quali sono le principali attività del club? “Come ho già detto, oltre all’organizzazione di numerosi eventi e manifestazione di carattere regionale, nazionale e internazionale, il Club svolge un’intensa attività di promozione della vela con attività riservate ai giovani, giovanissimi e adulti;

inoltre mantiene attive tutto l’anno tre squadre agonistiche nella classi Optimist, Laser e Kitesurf. Parallelamente si svolgono diverse iniziative di carattere prettamente sociale e conviviale”. Tra i grandi campioni civitanovesi di ieri e di oggi, chi ricorda con più emozione? “Ce ne sono tantissimi e a tutti sono in qualche modo legata, quindi non dirò un nome in particolare, posso solo suggerire di leggere la storia sportiva del Club Vela sul sito www.clubvelaportocivitanova.com,

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una storia lunga ormai decenni, emozionante e ricca di risultati eccellenti”. Quali sono le prossime sfide del Club? “Sicuramente la formazione, dal nostro vivaio di giovani atleti, di un altro campione che possa aggiungere alla storia del Club Vela un altro glorioso pezzetto; sicuramente l’organizzazione di altri eventi di rilevanza nazionale e internazionale e sicuramente il perfezionamento delle nostre attività sportive e delle nostre strutture”.


Città&Borghi

PERGOLA

“La città dei Bronzi doratiˮ

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Ph. Apollonia Benassi


Amministrazione Comunale

Con il patrocinio di:

Con il Patrocinio di

MILANO 2015 NUTRIRE IL PIANETA ENERGIA PER LA VITA

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a

Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola e dei Prodotti Tipici INGRESSO GRATUITO

In collaborazione con:

domenica

4 | 11 | 18

ottobre 2015 dalle ore 10:00 alle ore 21:00

www.comune.pergola.pu.it ∂126∂


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Il sindaco Baldelli con Vittori Sgarbi

Nella terra dei Bronzi Dorati

Diversificazione dell'offerta turistica e gemellaggi con altre città europee: così Pergola si apre al mondo. Abbiamo incontrato il sindaco, Francesco Baldelli, alla vigilia della fiera nazionale del tartufo bianco pregiato di Asmae Dachan

I

dati sul turismo nella nostra regione mostrano che la città di Pergola sta registrando negli ultimi anni numeri da record. Conferma questa tendenza? “Sì, i dati dell'Osservatorio regionale certificano come Pergola abbia ottenuto un aumento esponenziale di arrivi e di presenze, grazie a politiche di rivalutazione del territorio che si fondano sulla valorizzazione delle ricchezze culturali e architettoniche, ma anche su quei tesori che ci ha offerto la natura e a cui in passato non è stato dato il giusto rilievo. In un territorio come la regione Marche, che ha una larghezza di circa cinquanta chilometri, si incontrano spiagge bellissime, dal Monte Conero a San Benedetto, passando per Fano, Pesaro e Senigallia. Riviere che vengono baciate dalle nostre dolci colline, ricche di suggestivi borghi e centri storici medievali come quello di Pergola. Centri storici incantevoli che raccontano una storia millenaria e offrono testimonianze del passato come gli splendidi Bronzi Dorati da Cartoceto di

Pergola, l'unico gruppo statuario in bronzo dorato di epoca romana esistente al mondo, definiti da Vittorio Sgarbi ‘I quattro bronzi più belli al mondo’. Secondo gli studi e le ricostruzioni, le quattro sculture rappresentano una famiglia nobiliare; sono equiparabili per bellezza e importanza solo ai Bronzi di Riace. Partendo da questa ricchezza abbiamo cercato di convogliare su Pergola i diversi turismi: da quello legato all'archeologia a quello attratto dalla bellezza degli scorci medievali del centro storico, fino ad arrivare al turismo che ama l'enogastronomia di qualità, con il Rosso Pergola Doc, il Visciolato a denominazione comunale - elisir che alcuni definiscono afrodisiaco - e il tartufo pregiato. Pergola è, infatti, uno dei più grandi territori esistenti in Italia dove si cava tartufo di qualità tutto l'anno”. In questa diversificazione dell'offerta turistica siete stati in qualche modo pionieri nella nostra regione. Quando riscontrate i maggiori picchi?

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“Sicuramente lo slogan coniato per descrivere la nostra città, ‘Pergola città di eventi tutto l’anno’, è stato di buon auspicio. La fiera nazionale del tartufo, che si celebra nelle prime tre domeniche di ottobre, per un mese interamente dedicato al tartufo pregiato, è divenuta una delle manifestazioni più partecipate, se non la più partecipata delle Marche. Tale evento conta decine di migliaia di visitatori e turisti che, alla ricerca della qualità che gli operatori del settore sanno offrire, affollano la capillare rete di strutture ricettive, che ha fatto dell’accoglienza il suo carattere distintivo. Così accade anche per la Notte Verde che, nel cuore del mese di agosto, è dedicata alla cultura, al divertimento e al rispetto dell'ambiente in uno dei borghi più antichi della città, il Castello di Montesecco. Successo assicurato anche per la rievocazione storica legata all'arrivo delle spoglie dei Santi Secondo, Agabito e Giustina, nostri Santi protettori, che si tiene annualmente il primo venerdì dopo il ferragosto. Altro grande evento di


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richiamo la Cioccovisciola di Natale. Manifestazione, quest’ultima, che si svolge nel weekend dell’Immacolata e che, nel segno della tradizione, celebra il 'dolce matrimonio d'amore' tra il cioccolato artigianale e il Visciolato, vino di visciole lasciataci in eredità e tramandatoci nei metodi di lavorazione dai nostri padri”. Il tartufo è tra gli elementi di punta della vostra economia. Come lo valorizzate? “Quest'anno uno dei temi centrali dell'evento sarà la proposta della creazione della strada del tartufo pregiato delle Marche. Il tartufo è un simbolo dell’intero territorio regionale, ed è giusto esaltarlo elevandolo a nostro simbolo. In Francia c’è il Grand Cru del vino, perché non creare da noi il Grand Cru del tartufo? Potremmo chiamare le strade provinciali non più con dei numeri 'freddi' come adesso, ma come strada del tartufo pregiato delle Marche. Questa è una proposta presentata nelle scorse settimane e subito accolta con favore da associazioni di categoria, Camera di commercio e dalla critica, non solo come elemento identificativo di un intero territorio, ma quale importante strumento di sostegno e di sviluppo dell’economia”. Da dove vengono principalmente i turi-

sti che scelgono il vostro Comune? “Oltre al turismo italiano, abbiamo una forte incidenza di turisti olandesi, che scelgono Pergola tutto l'anno, seguiti da tedeschi e nell'ultimo biennio anche da americani e francesi. Un fenomeno interessante è quello degli italiani emigrati, di ritorno dal Belgio e dal Lussemburgo. Stiamo riscontrando anche una nuova tendenza: molte strutture ricettive da alcuni anni vengono gestite da imprenditori olandesi, tedeschi o svizzeri che, da turisti innamoratisi della nostra terra, si sono trasformati in gestori di strutture ricettive. È in corso uno studio universitario da cui emerge come Pergola sia una fra le città con più forte presenza di questa tipologia di immigrazione che, a sua volta, richiama turisti, in particolare dal Nord Europa”. Vuole presentarci anche gli altri eventi su cui puntate? “Abbiamo circa un evento al mese, otto nel corso di tutto l'anno per soddisfare quelli che si definiscono i ‘diversi turismi’. Iniziamo a marzo con 'The Diagonal Challenge of Italia', incontro internazionale per rally e raid moto a cui prendono parte anche motociclisti della Parigi-Dakar, per proseguire a giugno con 'Pergola città dei motori', evento dedicato all'automobilismo. Non poteva essere diversamente nella città sede della Scuderia Catria,

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che annovera tra i suoi iscritti il campione italiano di velocità in salita e campioni italiani di velocità in circuito. Di grande importanza è poi la valorizzazione del vino, il Pergola Doc, al quale sono dedicati, per il grande pubblico, appuntamenti nel mese di luglio. Motori, enogastronomia, storia, cultura e natura: a Pergola ce n'è per tutti i gusti. Lavoriamo da anni sul concetto di cluster e di turismo al plurale”. Il vostro è un esempio eccellente di agire local e pensare global: che importanza hanno i diversi gemellaggi che tenete ogni anno? Recentemente ne avete concluso uno con la Città tedesca di Gernsbach. Quali sono stati i momenti più significativi? “Con ben presente la volontà di favorire l'idea di una Europa dei popoli e non della finanza e delle multinazionali, a settembre, su invito degli amici tedeschi della città di Gernsbach, nella Foresta Nera, ci siamo recati in questa suggestiva città per una nuova tappa di un proficuo gemellaggio dalla grande vivacità che in questi mesi ha festeggiato il suo quinto compleanno. Circa 70 i Pergolesi presenti, tra i quali anche imprenditori e produttori tipici locali. Credo in una vicendevole conoscenza e nel principio del rispetto reciproco che possono portare arricchimento e crescita. Questa è l'impronta che abbiamo voluto


Città&Borghi | PERGOLA imprimere al gemellaggio: rapporti di amicizia istituzionale e personale, ma anche commerciali per promuovere l'economia e le tipicità pergolesi e del Made in Marche. Formula di successo visto che molti produttori hanno ormai scambi commerciali fissi con la Germania e che Pergola è divenuta meta di soggiorno estivo per molte famiglie di Gernsbach. Oltre alla promozione della città, il gemellaggio ha dato spazio anche alla conoscenza dei luoghi. Pergola, in veste ufficiale, è stata chiamata all'inaugurazione dell'Altstadtfest, festa della città vecchia, ma è stata coinvolta anche in iniziative tenutesi a Baden Baden per le antiche terme romane di Caracalla, Spyer, con la sua cattedrale romanica più grande al mondo, e nella suggestiva Foresta Nera da cui si dominano i confini tedeschi sino alla Francia. I nostri gemelli europei ricambiano la visita nel prossimo appuntamento del gemellaggio, che si tiene tradizionalmente in ottobre in occasione della fiera nazionale del tartufo bianco pregiato di Pergola. Una folta delegazione proveniente da Gernsbach è, infatti, nella nostra città a proporre le particolarità della propria terra, avvolta dal profumo del tartufo pregiato di Pergola, in un viaggio tra gusto e aromi che, ogni anno, rappresenta il perfetto connubio tra arte, storia e sapori”. Per promuovere ulteriormente il turismo avete creato sinergie con altre realtà territoriali? "Gemellaggi e collaborazioni in Italia e all’estero, in Germania, Lussemburgo e presto in Francia, grazie anche alle comunità dei nostri marchigiani nel mondo. Inoltre, in questi anni abbiamo stretto importanti e proficui rapporti con molte realtà vicine sino ad arrivare a Gubbio e Siena. Con queste condividiamo e vorremmo continuare a condividere progetti di sviluppo turistico, dalla promozione e valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, alla collaborazione per prestigiosi eventi e manifestazioni di carattere storico culturale. Le città di Corinaldo e di Gubbio, solo per fare un esempio, da alcuni anni, con i loro gruppi storici partecipano a una delle nostre manifestazioni di maggior successo: la rievocazione storica dell’arrivo delle spoglie dei Santi patroni Pergolesi Secondo, Agabito e Giustina. In cantiere numerosi altri progetti di valorizzazione degli scorci più suggestivi

del nostro centro storico medievale, per continuare a crescere a livello turistico, settore fondamentale per il rilancio dell’economia e in cui è necessario investire per poter resistere a una congiuntura economica sfavorevole”. Quali sono le vostre attese rispetto al nuovo governo regionale? “Dal nuovo governo regionale ci aspettiamo innanzitutto forti investimenti proprio nel settore del turismo affinché si possa essere competitivi con altre realtà e regioni limitrofe che hanno fatto delle emergenze culturali e turistiche del proprio territorio un elemento identitario e una risorsa economica anche per le giovani generazioni. Fondamentale dovrà essere il rilancio dell’aeroporto delle Marche, infrastruttura straordinaria per il turismo e l’economia e per una più generale politica di potenziamento delle infrastrutture marchigiane, tra queste soprattutto quelle ferroviarie. Basti pensare alle tratte Pergola - Fabriano, sospesa recentemente da Trenitalia con il pretesto di un semplice dilavamento della base della massicciata ferroviaria, e Civitanova Macerata - Fabriano. La nostra proposta è che le due tratte Pergola – Fabriano e Civitanova – Macerata – Fabriano vengano subito unificate. Questo provvedimento non solo porterebbe un considerevole risparmio, in una necessaria riorganizzazione del trasporto pubblico locale regionale, ma unirebbe la nostra regione con un’unica superstrada ferrata interna, in grado di collegare la provincia di Macerata a quella di Pesaro, con tempi di percorrenza ridottissimi e utilizzando un’infrastruttura esistente che non abbisogna di alcun tipo di nuovo investimento. Il progetto avrebbe un costo vicino allo zero e con esso si avrebbe il primo ramo di metropolitana di superficie. Strumento utile anche a rafforzare turismo ed economia dell’entroterra”. Abbiamo parlato di turismo e di crescita. Cosa può dirci rispetto alle altre attività produttive della Città? "A Pergola insistono attività industriali di eccellenza, leader nei loro settori. Spiccano importantissime aziende che operano nella metalmeccanica. È, tra l'altro, in un periodo di grande sviluppo tutto il settore che ruota attorno ai prodotti tipici. Vere e proprie eccellenze che, grazie a un instan-

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cabile lavoro di promozione e valorizzazione, con eventi ad hoc, stanno riscuotendo ovunque enorme successo. Mi riferisco principalmente al tartufo pregiato e al Visciolato di Pergola, un elisir dichiarato ora sotto tutela del marchio De.Co. (Denominazione Comunale). Esiste un disciplinare di produzione che ne garantisce la peculiarità e il suo stretto legame a Pergola. E poi, tra i tanti prodotti di qualità, il Pergola Doc, la più giovane delle denominazioni a origine controllata delle Marche". Ci consenta una domanda personale: lei è tra i sindaci più giovani delle Marche. Cosa auspica per i ragazzi della nostra regione? Che politiche avete messo in atto a loro favore? “Da una delle giunte più giovani della nostra regione, l’appello alla politica è quello di permettere ai nostri ragazzi di vivere nella terra che amano, dove sono nati e cresciuti. Per far questo abbiamo portato il nostro contributo risvegliando nelle giovani generazioni il senso di appartenenza a una comunità e l’orgoglio di essere figli di questa terra che ha una storia millenaria. Ora chiediamo alla Regione Marche di invertire la tendenza, rendendo possibile la permanenza dei più giovani in questi territori, garantendo le infrastrutture necessarie per lo sviluppo economico e mantenendo i servizi sanitari ospedalieri di cui la provincia di Pesaro è stata spogliata e in particolare il nostro entroterra. Su questo argomento voglio mettere in evidenza anche l’ospedale della nostra città, che brilla per modernità della struttura e professionalità degli operatori. Non possiamo parlare di tutela dei nostri giovani se neghiamo loro anche il diritto alla salute.” Si punta al futuro, ma non ci si dimentica del passato. Vuole ricordare l'evento che vi è valso la medaglia d'oro al Risorgimento? “Nel 1860 Pergola fu la prima città delle Marche a insorgere per l'Italia unita. Questo storico evento ci è valso la suddetta medaglia, l'unica d'oro della regione Marche. Orgogliosi di questo grande passato, guardiamo con fiducia e ottimismo al futuro rimboccandoci le maniche e affrontando con determinazione la sfavorevole congiuntura economica che sta vivendo la nostra nazione”.


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Ph. Comune di Pergola

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Ph. Apollonia Benassi

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Ph. Comune di Pergola

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Ph. Apollonia Benassi

Ph. Comune di Pergola

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Ph. Comune di Pergola


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VENERDI’ 16 Ottobre 2015 Ore 9:00

I° Convegno LA FINANZA ALTERNATIVA PER L’IMPRESA

BUSINESS INCUBATOR

PROGRAMMA DEL CONVEGNO 9:00 9:15

Registrazione Partecipanti Apertura Convegno GUIDI FLAVIO - Presidente Sida Group

9:45

Introduzione alla Finanza alternativa e Progetto MaG.NuS SAURO RAMAZZOTTI Divisione M&A Sida Group - Project manager Insieme Srl MICHELE SASSO Divisione Finance Sida Group - Project manager MaG.NuS

INTERVENTI 10:15

Gli strumenti di crescita per le PMI: il percorso ELITE e il mercato AIM Italia VITTORIO BENEDETTI Senior Relationship Manager Primary Markets, Borsa Italiana - London Stock Exchange Group

11:00

Fondi di Private Equity e opportunità di Crescita MARCO MORGESE Partner Consilium SGR

11:45

presso

Strategie competitive e finanza per lo sviluppo UMBERTO MARIA TRIPICIANO of Counsel Consilia Business Management

TESTIMONIANZA 12:15 13:00

L’impresa, la finanza, il mercato sono paradigmi in costante evoluzione. Nuove sfide, nuovi approcci, nuovo linguaggio, nuove risposte, quelle che la Sida Group vuole affrontare nel I° convegno sulla Finanza Alternativa per L’impresa. Presenti i principali attori del sistema aziendale e consulenziale, cui si uniranno gli esperti di Borsa Italiana, due tra le maggiori società di Advisoring italiano operanti nel contesto dell’ Equity Market e due importanti testimonianze aziendali. Un salto di livello culturale e strategico per mostrare al sistema azienda, che pronti alle nuove sfide non si nasce, ma si diventa, e che il percorso di crescita deve essere scandito e certificato da un sistema che li guidi a cogliere gli ampi e innovativi spazi offerti dal mercato dei capitali e dalla Finanza alternativa e innovativa.

Via Rupi di Via XXIX Settembre, Ancona

Esperienze di Finanza Alternativa I casi aziendali: CLABO S.P.A. (mercato AIM) e MEP S.P.A. (percorso ELITE) Chiusura lavori e Aperitivo ∂133∂

Per motivi organizzativi la conferma della presenza è obbligatoria scrivendo all’indirizzo mail info@sidagroup.com. In alternativa telefonando al nr. 071 28521.


CULTURA

L'artista Francesca Pierelli

L'AUTOIRONIA SI FA DIPINTO

Forma e colore per sorridere della vita e dar voce alla propria creatività: Francesca Pierelli, di professione rappresentante di commercio, è una giovane pittrice. Il suo stile è stravagante e originale, un po' pop, un po' anni '80. Anche lei, come molti, sogna un nuovo mecenatismo di Anna Siria

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suoi quadri sono un trionfo di colori e suscitano curiosità e riflessioni. Come definirebbe la sua pittura? “Di solito viene definita pop, anche se a me non piace incasellarla in un genere specifico. Riprendo un po' la grafica pubblicitaria e opero una distorsione del messaggio, cercando di rileggerla in chiave ironica. Scelgo spesso prodotti di largo consumo come la Nutella, che siano facilmente riconoscibili da un immaginario collettivo ampio e orientato al consumismo. Ho pensato di usare la mia immagine come veicolo, di diventare quasi una 'testimonial fittizia' di ciò che voglio esprimere con le mie creazioni. Mi autoritraggo in contesti fantasiosi e irreali. Poi, nel tempo, ho avuto anche richieste di ritratti utilizzando lo stesso genere e adottandolo allo stile della persona

che mi chiedeva di realizzare l'opera. Ho disegnato, e ci sto ancora lavorando, una serie di scatole in legno, grandi circa 50 centimetri, dove riprendo i farmaci più pesanti, gli psicofarmaci, quei medicamenti su cui si discute un po', e li ripropongo sempre in chiave ironica. È un modo di sdrammatizzare la realtà, di riflettere e sorridere anche rispetto a tematiche che sono spesso un tabù. Gioco molto con la mia immagine; contrariamente a quello che si dice spesso delle donne, non sono permalosa, butto tutto sull'ironia”. Come fa conoscere la sua arte al grande pubblico? “Inizialmente con il passaparola, mostrando i miei lavori ad amici e parenti. Avevo aperto un blog, ma mi sono resa conto che è uno strumento più indicato per ∂134∂

chi scrive piuttosto che a chi disegna. Così ho creato una pagina Facebook, Francesca Pierelli Art, che mi permette di entrare in contatto con la gente. Un ruolo importante lo fanno le mostre anche se bisogna fare una selezione attenta prima di decidere a quali partecipare; ultimamente ad esempio, arrivano, soprattutto via web, diversi inviti per collettive d'arte, ma chiedono cifre importanti come 'spese di segreteria'. Onestamente non mi piace che si faccia business in questo modo e che qualcuno speculi sul sogno degli artisti. Partecipo volentieri, invece, alle esposizioni e iniziative organizzate dai Comuni, come ho fatto a Monteprandone e a mostre organizzate dalle Pro loco. Ho avuto la possibilità di conoscere e collaborare con il pittore, nonché talent scout Nazareno Luciani, che è sempre molto attivo con


CULTURA gli artisti del luogo. Ci sono, inoltre, realtà come l'Osteria di Sirolo che ogni tanto organizza mostre con fotografi e artisti. In estate ho partecipato alla mostra dell'Eco museo di Montecarotto, dove ho creato un'installazione con delle emoticons. Ho dato vita a una sorta di perfomance che ha coinvolto i partecipanti alla mostra itinerante, chiedendo come si sentivano e di indicare, contemporaneamente, l'emoticon corrispondente, lasciando per ogni stato d'animo una frase d'autore. Queste sono occasioni importanti perché ci permettono un contatto reale col pubblico; è una partecipazione molto più attiva rispetto a quella delle gallerie tradizionali. Onestamente preferisco stare fuori dal circolo dei cosiddetti 'addetti ai lavori' e avvicinarmi alla gente in modo diretto e senza filtri”. Facciamo un passo indietro: quando hai iniziato a dipingere? “Appena ho iniziato a prendere in mano matite pennarelli, ancora molto piccola, mi sono subito data al disegno. Ho fatto il liceo classico invece che l'istituto d'Arte e poi ho scelto di frequentare l'Accademia

di belle arti, facendo due anni a Macerata e due a Roma. Mi sono presto resa conto che è difficile guadagnarsi da vivere con quello che amiamo fare, con i frutti del nostro ingegno e della nostra creatività, così ho cercato un lavoro 'tradizionale'. Nella vita di tutti i giorni sono rappresentante, ma non ho mai abbandonato del tutto la pittura, il lato creativo, con periodi di alti e bassi”. Attualmente a cosa ti stai dedicando? “Sto continuando la serie di scatole, che spero di ultimare. Sto lavorando anche ad alcune opere mi vengono commissionate. Purtroppo non riesco a dedicare all'arte il tempo che vorrei. Non interpreto la pittura come uno sfogo o un passatempo. È una cosa studiata, curata nei dettagli. È una passione a cui non voglio rinunciare, è forse la mia parte più autentica, quella che tendo a custodire”. Qual è l'opera a cui sei più affezionata? “Le amo tutte, ma ce ne sono due in particolare: la prima è un autoritratto e si chiama Cash; in pratica ho modificato

il logo del Dash con un termine inglese che significa soldi; è un finto manuale per donne di successo, un autoritratto in chiave autoironica. L'altro è una finta pubblicità del Ritalin e come testimonial ho scelto Dennis La Minaccia. Vedo che piace moltissimo. È uno dei primi che ho venduto. Uso quell'immagine anche come mia foto profilo su Facebook”. Secondo te, cosa bisognerebbe fare perché un giorno, finalmente, gli artisti vivano della propria arte? “Ci vorrebbero fondi statali come ci sono all'estero, collaborazioni con i Comuni, gli enti locali. La cosa importante è trovare spazi espositivi gratuiti, anche auto gestiti. Purtroppo ci sono stati molti tagli e secondo me un Paese che non destina parte dei propri introiti alla cultura e all'arte è destinato al declino. Siamo la culla dell'arte, ma non investiamo in questo settore. Anche a livello della formazione non c'è l'attenzione che ci si aspetterebbe da una nazione come l'Italia, che fa del patrimonio artistico, architettonico, archeologico e museale il suo fiore all'occhiello. Spero che le cose possano presto cambiare”. 2.

Visita la sua pagina Facebook “Francesca Pierelli Art” e clicca “Mi Piace” 1.

3. 1. Senza titolo, poster in acrilico (supporto legno e plexiglas) 2. L'albero delle Emoticons, cartone riciclato (“How Are You Today?”, installazione per il Festival dell'Ecomuseo del Paesaggio, Montecarotto, 7 giugno 2015) 3. Autoritratto "Cash", poster in acrilico (supporto legno e plexiglas) 4. “Pseudofarmaci”, sculture in legno in acrilico 4.

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LUCI DELLA RIBALTA

A GIANMARIO STAPPATI IL PREMIO 'NINO ROTA' Classe 1999, è stato definito un “Musicista di straordinario talento” di Asmae Dachan

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i hanno recentemente assegnato il premio 'Nino Rota', conferito in passato ad artisti del calibro di Katia Ricciarelli e Wladimir Horowitz, definendoti “Musicista di straordinario talento”. Come hai accolto questo riconoscimento? “Con grande entusiasmo e una felicità immensa. Il tutto è avvenuto in un’atmosfera quasi surreale, avevo intorno a me la grande orchestra filarmonica di Bakau (Romania) che mi aveva appena accompagnato nel concerto di R. V. Williams e

nella Czardas di V. Monti. Una suggestiva colonna sonora arricchita dagli applausi del pubblico che risuonavano all’interno della Chiesa fino alla piazza centrale. Quasi un corteo del quale non mi riusciva di vederne la fine. Quando il direttore d’orchestra ha preso la mia mano per alzarla verso l’alto e la presentatrice ha decretato il vincitore del premio 'Nino Rota' ho capito che stava succedendo qualcosa di straordinario”. Il tuo cognome racconta che sei figlio

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LUCI DELLA RIBALTA

d'arte. Come è stato crescere con un padre così? “Mio padre è il mio insegnante da quando avevo 4 anni. Ora studio con lui presso il Conservatorio “G. B. Pergolesi” di Fermo. Sia lui, sia mia madre mi hanno insegnato che prima del musicista bisogna edificare l’uomo. La fede in Dio e l’impegno costante e disciplinato nello studio devono essere le mie priorità”. Quando hai capito che quella della musica sarebbe stata la tua strada? “Nella mia infanzia ho vissuto un piccolo travaglio, non riuscivo a tenere la maschera in posizione corretta, il bocchino mi scivolava spesso al lato destro della bocca e questo non mi permetteva di suonare con la giusta facilità. Mio padre ogni sera si sedeva accanto a me e mi teneva con le mani le parti interessate (muscoli facciali e labiali) facendole muovere in modo corretto. Dopo alcuni mesi iniziai ad avere sensazioni nuove, le labbra vibravano con più facilità e maggior leggerezza, la cantabilità dei suoni mi era più naturale. Di lì a poco entrai a far parte della Filarmonica di Castelfidardo (ensemble di fiati) e dopo alcuni mesi mi esibii in duo con il pianoforte presso la Facoltà di lettere e filosofia di Macerata. Fu un’emozione grandissima,

ricordo ancora la presentazione, la sonata di Hindemith, gli applausi e la prima intervista sul giornale locale. Capii allora che la musica stava diventando la mia grande passione”. Dove ti sei formato? Nelle Marche, in base alla tua esperienza, ci sono buone opportunità per chi vuole studiare musica? “Fortunatamente ho avuto la possibilità di esibirmi in numerose città, non solo come solista ma anche con orchestre russe, spagnole e italiane. Ho registrato per la Rai, Sky Classica, Radio Vaticana e ultimamente con l’orchestra di Roma la colonna sonora del film “Ferrari passione rossa”. Ho lavorato ad una pubblicazione con cd uscito a ottobre. Ecco la mia formazione. Penso che oggi per costruirsi una propria strada sia necessario pensare in grande e muoversi oltre i confini, senza fermarsi nel luogo d’origine”. Oltre a tuo padre, quali sono gli artisti che hanno influenzato il tuo percorso da musicista? “I maestri Paolo Mattei, Franco Emaldi, Gino Macchia (furono allievi di mio padre) e il Direttore d’orchestra Leonardo Quadrini”.

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Quali sono gli strumenti che preferisci? “La tuba in mib e sib, il cimbasso, il trombone contrabbasso e la tuba elicon”. Cosa rappresenta per te il palco? “Il luogo dove mi sento piu a mio agio, alcune volte vorrei che il concerto non finisse mai”. La musica è per eccellenza un linguaggio universale. Cosa significa per te esibirti con artisti e su palchi internazionali? “Il grande auditorium di Alicante e Teulada Moraira (Spagna) la registrazione del disco con la casa discografica, il concerto con l’orchestra filarmonica di Bakau e il premio Nino Rota mi hanno dato tanto entusiasmo, ma mi hanno anche insegnato che per proseguire lungo un percorso di crescita è necessario mettersi sempre in discussione con grande umiltà”. A livello artistico, qual è il tuo sogno nel cassetto? “Vorrei che la musica riempisse sempre la mia vita e che i bei momenti trascorsi, possano essere sempre uno stimolo a cercare nuove strade da percorrere e nuovi sogni da vivere, con grande coraggio ma senza illusioni”.


IL LIBRO

“IL PANORAMA QUI È MERAVIGLIOSO, BISOGNA CHE CE NE INNAMORIAMO” Il volume, curato da Margherita Rinaldi con foto di Corrado Maggi, è un'ode ad Ancona, alla sua anima più controversa e autentica di Asmae Dachan Ph: Corrado Maggi

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l panorama qui è meraviglioso, bisogna che ce ne innamoriamo” non è un libro che narra una storia, che descrive luoghi e personaggi; non ha una trama, ma un filo conduttore sottile e impalpabile, discreto. È il filo della memoria e del sentimento, quello che si passano di mano in mano, inconsapevolmente, i protagonisti scelti dall'autrice, Margherita Rinaldi. Un'anconetana doc, non solo per le sue radici, o per la minuziosa conoscenza della città e dei suoi abitanti, ma per il modo in cui presenta al pubblico la sua opera, impreziosita dagli scatti di Corrado Maggi. Le pagine sembrano bozzetti, incipit di

storie sussurrate, dove luoghi e personaggi si mostrano senza apparire, fanno intendere senza mai rivelare troppo. Sono testimonianze toccanti, raccolte con tocco leggero, come pennellate di acquerello che disegnano un soggetto senza definirlo, senza mai dargli una cornice chiusa. Margherita crea, attraverso le interviste e le testimonianze raccolte, un'ode all'amore, all'amore per Ancona, 'la città che si nega', che 'si nasconde', che 'è sospesa nel tempo' e da buona anconetana lo fa senza mai rivelarsi apertamente, lasciando appena trapelare tra le righe il suo pensiero e il suo sentimento. Un'autrice ritrosa della città che è emblema della

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ritrosia, tanto bella, quanto silenziosa, da non mostrarsi apertamente nemmeno nelle fotografie di Corrado Maggi. Sono immagini evocative, bellissime, che regalano scorci della città, del suo porto, ritagli di monumenti, immersi nel blu del mare e del cielo. Un sentimento ricambiato, quello dell'autrice per la sua città, che con il suo silenzioso fermento culturale si sta rianimando e sta tornando viva più che mai, cuore pulsante della regione, ma anche dell'Italia centrale. L'antica porta d'Oriente che vede gente andare e poi tornare, che accoglie senza un sorriso, ma poi ti accompagna, fedele e gioiosa.


IL LIBRO

Dal blog Segmenti GENTI DELLA CITTÀ “Ad Ancona molte persone somigliano al famoso 'albero che cresce'. Il silenzio però è biforcuto: da una parte può nascondere la ricchezza e la bellezza di tante idee, di contenuti, di stili di vita, dall’altra può celare quel senso di rassegnazione che ti fa accettare i problemi come i mali con cui, anche se brontolando, continuare a convivere”.

Alla presentazione in anteprima alla Polveriera Castelfidardo di Ancona, in occasione nel Festival Adriatico Mediterraneo, ad applaudire l'opera prima di Rinaldi e i suggestivi scatti di Maggi è accorso un pubblico numeroso, che non ha nascosto le sue emozioni nell'ascoltare descrizioni inedite, a volte pungenti, della sua città. I primi versi sono dedicati al terremoto, quello dell'82, che l'autrice ben ricorda.

Momenti drammatici, indimenticabili nella loro tragicità, “eppure gli anconetani, ancora una volta, non disperano, abituati come sono a convivere con l’idea del rischio, che si nasconde quasi in ogni anfratto della terra sulla quale vivono da millenni. Già dopo poche ore si parla di ricostruzione e si tirano fuori i progetti: nuovi quartieri, zone della città da rivitalizzare, l’arretramento della ferrovia”.

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Pagina dopo pagina, emergono nuove sfumature della città dorica, descritta da suoi abitanti sotto una nuova luce, inedita e sorprendente, non sempre lusinghiera, ma certamente piena di un affetto sincero e incondizionato. Il libro di Margherita Rinaldi, che cura anche un blog, Segmenti, è disponibile in formato ebook, scaricandolo da Amazon.


DESIGN

TO PIN OR NOT TO PIN? Anche i designer nella rete dei social network Da piazze virtuali per conoscersi e scambiare idee a strumenti di business di Marco Fossati

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lzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Facebook o Twitter. Gli strumenti di social networking, nati come siti di aggregazione sociale che permettono agli utenti che vi accedono di far parte e di creare reti di individui, appunto i networks, stanno diventando sempre più dei portali dove le persone possono incontrarsi, trasformandosi a volte in veri e propri motori di ricerca nei quali gli utenti stessi interrogano, commentano e valutano. Lo sviluppo crescente dei device portatili e la diffusione capillare di tecnologie mobili come smartphone e tablet, unito a reti sempre più veloci e meno costose, rende oggi più agevole la connessione in mobilità ai social, rendendoli fruibili quotidianamente. Diventano vetrine, di se stessi e della propria attività, sociale e

potenzialmente anche lavorativa. È proprio in questo momento storico che gli utenti si stanno evolvendo, passando da Consumer a Prosumer, e cioè da consumatori tradizionali a consumatori autori, cioè attivi e produttori di contenuti su internet. Il mondo del lavoro non è esente dall’influenza dei social network, mettendo sul campo oltre a Facebook e Twitter, strumenti specifici come LinkedIn, ormai noto strumento per cercare e contattare specifiche persone all’interno di aziende di nostro interesse. Il mondo del design nello specifico, oltre a LinkedIn stesso, sfrutta canali più mirati quali per esempio Dezeen, Mocoloco e CoolHunterche, che sono siti a cui accedere per poter vedere offerte di lavoro in tutto il mondo, ma sono allo stesso tempo portali dove poter

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vedere mode e tendenze ed eventualmente promuovere, previa registrazione e selezione, i propri progetti. Esiste poi il fenomeno Pinterest, forse il più noto e social di tutti; una bacheca virtuale ad alto impatto visivo, che consente di fare un “pin”, che vuol dire appuntare con uno spillo, ovvero raccogliere le immagini dal web in un singolo posto che è poi appunto il proprio profilo Pinterest. Si creano le proprie bacheche di immagini “pinnate”, classificandole e condividendole. Rappresenta un modo veloce ed efficace per crearsi un proprio mondo di ispirazione, condividendolo. Col tempo si è trasformato in un reale e valido strumento di lavoro per noi designer. Il secondo è Behance, una vetrina in cui artisti, grafici e designer possono mostrare i propri lavori.


DESIGN

Utile sia per contattare direttamente un libero professionista, sia per cercare ispirazione attraverso ciò che gli altri pubblicano e attingendo, in qualche modo, dalla loro esperienza. Si crea un'interazione diretta con la persona che sta dietro le opere e/o i progetti. Io stesso sono stato contattato per un paio di progetti proprio attraverso Behance, e rappresento quindi un esempio reale e provato dell’utilità di questo tipo di strumenti. Il consumatore, tramite i social network, ricerca informazioni, e nella sua posizione di Prosumer recensisce i prodotti e comunica alla cerchia di utenti la propria soddisfazione o meno. Le piattaforme social diventano gli ambienti dove inizia il processo di acquisto degli utenti e dove i brand invece possono comunicare se stessi e i propri prodotti andando ad alimentare i desideri e i sogni degli utenti. Sono spesso i reparti marketing che direttamente gestiscono tali strumenti e questo si traduce facilmente in un contatto diretto, da parte di noi professionisti del mondo del design, con le aziende stesse. Comprendere la potenzialità di interazione e coinvolgimento degli utenti

con i social network, vuol dire aprire porte che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili e garantirsi un’opportunità di successo da non sottovalutare. I social stanno diventando, ma probabilmente lo sono già, lo strumento di comunicazione più efficace e veloce. Tutto questo vale senza dubbio per grandi brand, ma anche per piccoli marchi e startup che hanno la necessità di farsi conoscere e comunicare la propria attività. Gli ultimi anni hanno visto nascere e crescere il fenomeno dei makers, professionisti, in genere designer, che si sono dedicati al fenomeno dell'autoproduzione e che hanno visto nei social un ottimo alleato per poter accrescere la propria visibilità, arrivando in modo più efficace e veloce alla massa. I grandi marchi del design utilizzano ormai costantemente tali strumenti, e recenti studi dimostrano come Facebook, il social network con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo, sia diventato il canale di promozione online utilizzato maggiormente da aziende come iGuzzini Illuminazione, Arper, Kartell, B&B Italia e Poliform. A seguire c’è poi ovviamente Twitter, secondo strumento più diffuso. I social

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sono senza dubbio uno strumento molto potente di esposizione verso il mondo e gli utenti, e proprio per questi si è anche esposti a giudizi e valutazioni nel momento in cui, come professionista o brand, offri qualcosa. È altrettanto vero però, che questo meccanismo di condivisione, se sfruttato correttamente, consente di aumentare in maniera efficace e vincente la propria credibilità verso gli altri.

Da 16 anni nel modo del design, Marco Fossati inizia l’attività di designer presso Design Continuum Milano, società con sede a Boston, e in parallelo come ricercatore sul tema dell’interazione uomo-macchina al CNR di Milano. Da undici anni, è designer freelance e consulente per aziende sempre sul tema del design e lo sviluppo del prodotto in diversi settori come il mobile, lo sport e il prodotto tecnologico. Vincitore di numerosi premi design, tra cui il RedDot e l’IF di Hannover.


VOLONTARIATO

ANPAS MARCHE, VOLONTARI PER PASSIONE

Indossano divise arancioni, hanno coraggio e altruismo da vendere e sono sempre pronti quando qualcuno ha bisogno d'aiuto: sono le donne e gli uomini dell'Associazione Nazionale di Pubbliche Assistenze Il presidente Massimo Mezzabotta ci presenta questa realtà, fiore all'occhiello dell'associazionismo regionale di Asmae Dachan

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uali sono le principali attività di Anpas Marche? “L'Associazione Nazionale di Pubbliche Assistente Anpas è una cosiddetta associazione di volontariato di secondo livello onlus; cioè sono socie, e quindi costituiscono Anpas, le associazioni di volontariato onlus costituite ai sensi della L. 266/1991 e della L.R. Marche 15/2012; queste ultime sono a loro volta formate da soci e volontari che liberamente decidono di aggregarsi in forma organizzata per dare risposte concrete a bisogni oggettivi della comunità in cui vivono. Anpas conta circa 780 associazioni in Italia, ed è quindi la più grande realtà nazionale di volontariato organizzato insieme alle

Confraternite della Misericordia. Il Comitato regionale Marche conta 48 associazioni in totale: 44 di queste sono attive nel soccorso sanitario d’urgenza (118), nel trasporto sanitario e sociale; le altre sono attive rispettivamente nella protezione civile; nel soccorso sulle piste da sci; nella ricerca dispersi con unità cinofile; nella psicotraumatologia dell’emergenza”. Quanti sono i vostri volontari? Più uomini o più donne? Come operano? “Anpas Marche conta circa 5.800 volontari che prestano la propria opera liberamente e gratuitamente, senza percepire alcun compenso. Percentualmente vi è una

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VOLONTARIATO prevalenza degli uomini rispetto alle donne con un rapporto 65% - 35%. Ogni associazione si organizza in autonomia con i propri volontari, definendo dei turni di servizio. Tendenzialmente vi sono dei turni 'classici' (mattina - pomeriggio – notte), è frequente che alcune associazioni effettuino anche dei brevi turni di transizione (ad esempio 19:00 – 21:00) proprio per ottimizzare l’impegno di tutti. Altra cosa frequente è il servizio 'spot', cioè il volontario che effettua magari uno o due servizi a chiamata e poi se ne torna a casa: proprio quest’ultima modalità 'classica' del volontariato consente tuttavia di avere sempre una notevole capacità di adattamento rispetto al numero di servizi richiesti, che ovviamente non è mai costante, ma anzi molto variabile da giorno a giorno. Operando con i volontari si rende anche necessario garantire una continuità della risposta alla richiesta di servizi, tanto per il 118 che per gli altri servizi, anche in orari in cui la disponibilità del volontario è minore (come nei giorni feriali); per questo le associazioni marchigiane impiegano circa 270 dipendenti che si occupano di coprire i periodi del giorno in cui sono meno disponibili i volontari, nonché di gestire l’amministrazione e le pratiche burocratiche imposte dalle norme regionali che sono diventate, negli ultimi anni, decisamente rilevanti e non più gestibili con il solo personale volontario”. Quanto conta per voi la formazione? “È assolutamente fondamentale. È del tutto impensabile far salire su un mezzo di soccorso, o anche su un veicolo per i trasporti sociali, personale che non sia stato adeguatamente formato: sia per la sicurezza del volontario stesso, sia per la tutela e il confort della persona soccorsa/ trasportata cui deve essere garantito un servizio a elevato standard. Il fatto che a bordo di un mezzo di soccorso operi un 'laico' (cioè personale non sanitario) non vuol dire che questo non debba essere adeguatamente formato per prestare soccorso entro i limiti riconosciuti legislativamente a tale figura, che opera a pieno titolo nel servizio di emergenza territoriale a fianco delle componenti sanitarie. Le associazioni di volontariato da sempre sono abituate alla formazione 'a cascata': negli archivi storici si trovano foto di fine ‘900 in cui già si vedono volontari esperti che formano i più giovani. Anche oggi

funziona così, seppur in maniera più strutturata e scientifica. Questa autodisciplina è proseguita in realtà fino a non molto tempo fa: infatti solo nel 2001 la Regione Marche ha emanato una Dgr con le linee guida per la formazione di tutto il personale impiegato nell’emergenza extraospedaliera (sanitario e laico), cui le associazioni si attengono sotto la supervisione del proprio direttore sanitario che, annualmente, certifica alle Aziende sanitarie competenti il livello di formazione di tutto il personale dell’associazione (volontario e dipendente). La formazione di legge viene comunque integrata con aspetti più ideali, quali i valori del volontariato, l’importanza della cittadinanza attiva, sino a giungere all’approccio relazionale con il paziente/ utente trasportato. Il personale opera su mezzi di soccorso rispondenti a precisi requisiti di legge in ordine agli equipaggiamenti, che sono certificati dall’Asur e che debbono avere un’anzianità massima di servizio (per il 118) invalicabile. Questo personale, quindi, deve essere perfettamente in grado di conoscere la dotazione della propria ambulanza, ed essere in grado di usare quanto a propria disposizione”. Il vostro lavoro si svolge anche in situazioni di emergenza, sia in Italia, sia all'estero. Come ci si prepara ad affrontare alluvioni, terremoti e altre emergenze? “Distinguiamo innanzitutto le tipologie di emergenze, che sostanzialmente per noi possono essere sanitarie e di protezione civile. Per quanto riguarda il soccorso sanitario agevola il fatto di partecipare al sistema 118: certamente, per le nostre associazioni impegnate quotidianamente in questo servizio, l’emergenza sanitaria è quasi una routine. Ci sono poi, effettivamente, degli adattamenti in casi particolari, quali le possibili maxi emergenze locali, per le quali vengono organizzate periodicamente delle esercitazioni. Le attività emergenziali importanti (incidente aereo, naufragio nave, incidente stradale con rischio Nbcr oppure con pullman) vengono cioè pianificate a tavolino e 'provate' sul campo insieme a tutti i soggetti che entrano a vario titolo in campo (prefettura, forze dell’ordine, capitaneria di porto, autorità aeroportuali, Asur -118, dipartimento di Protezione civile della Regione Marche, vigili del fuoco, Croce Rossa italiana, ecc.).

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Il discorso per l’emergenza di Protezione Civile è un po’ diverso. Accanto all’attività di soccorso sanitario Anpas Marche ha attiva in pronta partenza (entro 3 ore dalla chiamata) una propria colonna mobile in grado di allestire un campo di accoglienza con tende, cucina e mensa, tutto gestito con i propri volontari. Anpas Marche opera in sinergia sia con la colonna mobile regionale del dipartimento di Protezione civile della Regione Marche, sia con la colonna mobile di Anpas Nazionale (che si rapporta con il dipartimento di Protezione civile nazionale). Ovviamente l’intervento si adatta in base alla situazione, alla vastità e alla localizzazione: possono intervenire tutte le risorse, sia logistiche sia sanitarie (terremoto in Abruzzo 2009; Emilia Romagna 2012), oppure solo il personale (soprattutto all’estero: Pakistan, Filippine, Haiti); o ancora unità specializzate (idrovore e personale per pulizia e sgombero nell’alluvione di Senigallia 2014). La modalità di preparazione del personale è sempre la stessa: la formazione. Tuttavia, a differenza del soccorso sanitario 118, dove alla formazione teorica segue subito una pratica quotidiana, in Protezione civile il personale viene sì formato, anche se in realtà non opera immediatamente sul campo, ma si prepara per intervenire (di rado). È quindi necessario effettuare molta più formazione ed esercitazione pratica 'in tempo di pace' per riuscire ad esser pronti e reattivi nel momento dell’emergenza 'vera'. Aiuta in questa opera di formazione anche l’occasionale partecipazione a grandi eventi (si pensi ad esempio alla visita del Papa), in cui comunque viene impiegata tutta la macchina di assistenza: sia logistica, sia di soccorso”. Tra di voi sono presenti anche 'volontari a quattro zampe'. Qual è il contributo principale delle unità cinofile? “Il settore cinofilo è stato implementato in Anpas Marche da poco tempo, e quindi è per noi un’attività in progress. Le nostre attuali unità cinofile sono addestrate per la ricerca dispersi in superficie: è prevista, tuttavia, l’evoluzione addestrativa e certificativa per arrivare ad impiegarle anche nella ricerca di dispersi sotto le macerie”. Come si diventa volontari? Come cambia poi la vita della persona che si unisce a voi?


VOLONTARIATO

“Si diventa volontari molto facilmente: ci si reca presso una delle nostre associazioni, sparse su tutto il territorio marchigiano, si prende coscienza di cosa fa e se quest’attività risponde alle aspettative del potenziale volontario, e si compila una domanda di ammissione. Dopo che questa è stata accettata, si inizia l’iter addestrativo a seconda del tipo di servizio che si intende prestare (non è detto che tutti aspirino o debbano fare il 118). Moltissime nostre associazioni, periodicamente, organizzano anche corsi di primo soccorso sul territorio rivolti alla cittadinanza semplicemente per diffondere la cultura del primo soccorso fra la gente: questa è spesso un’occasione in cui gli aspiranti volontari prendono contatto con l’associazione, per poi iscriversi e rimanervi. La vita del volontario non cambia: semmai

si arricchisce di nuovi contenuti e stimoli. Può cambiare l’organizzazione della propria routine, in cui andare a ritagliate uno spazietto di tempo da dedicare all’associazione, che peraltro non è nulla di diverso dall’organizzare la propria vita per andare in palestra o ad un corso di ballo”. Vuole lanciare un messaggio ai nostri lettori? “Certamente, anche se può sembrare banale: diventate volontari di una pubblica assistenza. Fate qualcosa per gli altri, cercate di migliorare le cose nell’ambiente in cui vivete, diventate parte attiva della comunità facendo qualcosa di concreto per dare una mano con un contributo reale ai bisogni del territorio in cui si vive. Fatelo per la comunità e fatelo anche per voi. Il volon-

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tario non prende soldi per quello che fa: e questo, nella società odierna fortemente basata sul fattore economico, può già sembrare strano. Ma chi è volontario da anni può confermare che un semplice grazie ricevuto da una persona in difficoltà, cui abbiamo dato il nostro piccolo aiuto, gratifica l’anima e fa star bene molto più di qualsiasi lauta somma di denaro ciascuno possa aspettarsi di ricevere”. A.N.P.AS. Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze Comitato Regionale Marche Via Castellaraccia, 1/b – 600015 Falconara M.ma (AN) Tel. 071.52398 – 071.53187 Fax 071.9164057


VOLONTARIATO

RISORSE ANPAS MARCHE Uomini • 7.000 volontari che effettuano servizi in ambulanza e servizi sociali • 3.000 volontari che effettuano regolarmente servizi d’emergenza/urgenza • 300 volontari preparati specificatamente per le emergenze di Protezione Civile • 30.000 soci che aiutano le Associazioni dall’esterno • 255 dipendenti Automezzi • 650 mezzi in totale presenti sul territorio regionale • Ambulanze di categoria “A” per servizi ed interventi di emergenza sanitaria • Ambulanze di categoria “B” per servizi di trasporto sanitario secondario o

programmato • Automediche attrezzate per interventi di emergenza sanitaria • Fuoristrada, anche uso ambulanza e/o automedica • Autovetture trasporto materiale sanitario, taxi sanitario, etc. • Automezzi attrezzati specificatamente per trasporto organi e plasma • Pulmini attrezzati per trasporto disabili • Automezzi sostitutivi in caso di avaria di veicoli utilizzati per i servizi richiesti • Automezzi dedicati specificatamente ed unicamente alle attività di Protezione Civile per la logistica di uomini ed attrezzature: 1. autocarri di varie portate (anche 4x4 ed attrezzati con gru), 2. fuoristrada 4x4 3. carrelli elevatori 4. autoarticolato con semirimorchio

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5. autobus 55 pax 6. minibus 19 pax Attrezzature varie Generalmente destinate al sostentamento ed alla assistenza delle persone e dei volontari che intervengono in zone colpite da eventi calamitosi, possono essere utilizzate per brevi periodi ed in occasione di assistenza a imponenti manifestazioni. • Cucina da campo installata su semirimorchio • Tensostrutture di grandi dimensioni, complete di tavoli e panche • Tende • Roulotte • Gruppi elettrogeni


SALUTE & BENESSERE

BIO O NON BIO? QUESTO È IL PROBLEMA

Orientarsi nel panorama dei prodotti agroalimentari non è facile, specie per chi cerca cibi sani Abbiamo chiesto alcuni consigli alla health Zen coach professionista Letizia Saturni di Asmae Dachan

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utti pazzi per il biologico. Quali sono dimensioni di questo fenomeno? “Partiamo da questa affermazione che trova conferma in qualche interessante dato. In Italia 15 milioni di famiglie mangiano bio. I consumi nei primi cinque mesi del 2014 segnano +17%. I prodotti maggiormente acquistati sono pasta, riso e sostituti del pane (+73%), zucchero, caffè, bevande (+37%), aceto (+23,5%), omogeneizzati (+21%), miele (+19%), ortofrutta fresca (+11%) oltre a biscotti, dolciumi e snack (+15%). Il principale canale di vendita è rappresentato dai negozi specializzati, che sono 1.277 in Italia, mentre i supermercati e ipermercati rappresentano solo il

27%. Secondo Nomisma – società di studi economici - tra le motivazioni ci sono i fattori socio-economici, ma anche stili di vita quali abitudine all’esercizio fisico (63%) e la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti (63%) fino agli stili alimentari: vegetariani o vegani (78%), intolleranze e allergie (63%) o, in generale, la presenza di disturbi che impongono grande attenzione alla dieta (68%). Il successo del bio vede anche la ferma volontà di proporre cibi sicuri, soprattutto se in famiglia c’è un figlio in età pre-scolare (68%). Sulla base di questa fotografia cerchiamo di capire in che mondo ci muoviamo e come condurre l'acquisto buono e consapevole di un prodotto da agricoltura biologica”. ∂146∂


SALUTE & BENESSERE

Cosa dovremmo cercare sulle etichette per essere sicuri di comprare davvero prodotti biologici? “Ottima domanda, ma prima di tutto mi chiederei se sappiamo cosa vuol dire agricoltura biologica e/o prodotti biologici. Agricoltura biologica, secondo la maggior parte di noi, è un insieme di pratiche agricole, coltivazione e allevamento, che portano alla produzione di cibi biologici, ma è un termine improprio. L’attività agricola, biologica o convenzionale, verte sempre su un processo di natura biologica attuato da un organismo vegetale, animale o microbico. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nel livello di energia ausiliaria utilizzata. Nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di energia ausiliaria proveniente da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica), mentre l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica. Detto questo, il termine più corretto è organico. La filosofia dietro a questo modo di coltivazione e allevamento vuole offrire prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi/mangimi chimici e soprattutto – scagliandosi contro le tecniche e principi introdotti nell’agricoltura convenzionale a partire dagli anni 70 – vuole non incidere negativamente sull’ambiente. Da un punto di vista legislativo la regolamentazione delle produzioni biologiche di prodotti agricoli e derrate alimentari a livello europeo è avvenuta nel 1991, mentre solo nel 1999 sono state regolamentate le produzioni animali”. Fatta questa premessa, cosa possiamo dire al consumatore che cerca bio? “Prima di tutto diciamo che la sola dicitura bio non è sufficiente. I veri prodotti seguono regole ben precise tra le quali la presenza del logo Bio oltre alle seguenti indicazioni: nome e indirizzo dell’operatore, del proprietario e del venditore del prodotto (a volte possono coincidere); nome del prodotto, che deve essere accompagnato da un riferimento al metodo di produzione biologico nella denominazione di vendita per i prodotti con almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola bio, oppure da un riferimento al

metodo di produzione secondo l’agricoltura biologica solo nell’elenco degli ingredienti se quelli bio sono inferiori al 95%; numero di codice. È il numero di codice attribuito dallo Stato all’organismo di controllo del biologico che ha effettuato le proprie verifiche. Infine il banco al mercato, il negozio o il supermercato che vende prodotti biologici non confezionati (frutta, verdura, carne, pane, salumi e formaggi al taglio) deve comunque essere sottoposto al regime di controllo, alle ispezioni e alla certificazione, per poter garantire che il prodotto deriva effettivamente dalla produzione biologica. In conclusione, dunque, il monito è: diffidate dai prodotti che riportano le diciture bio o biologico in modo generico, senza la presenza di una etichettatura chiara, che segua le regole descritte”. Recentemente sta spopolando l’abitudine di fare l’orto, sia per risparmiare, sia per mangiare qualcosa di cui si è sicuri. Quelli sono prodotti bio? “Stiamo assistendo a un'esplosione d’interesse verso gli orti domestici. Un Italiano su quattro arrocca il proprio orto nelle più impervie situazioni dai balconi alle pareti di casa, ma le situazioni più gradevoli sono quelle che vedono tra l’altro, il coinvolgimento di un saggio nonno pronto a dispensar consigli rispolverando un vecchio sapere, con grande soddisfazione. Partiamo dunque con un punto già positivo, cioè un passaggio di sapere tra generazioni, ma da un punto di vista di salute, diciamo che certo sono prodotti biologici e sono anche organici perché difficilmente i cittadini bio-oriented – come simpaticamente mi piace definirli - usano prodotti chimici per produrre fragole, pomodori e perfino fagiolini, melanzane, zucchine. C'è anche un'altra motivazione che spinge ad improvvisare un orto domestico: esso costituisce una vera fonte di relax”. Su che tipo di prodotti dovremmo orientarci, dunque, per essere certi di comprare sano? “Come health zen coach mi piace allenare al ragionamento, quello che è frutto del nostro cervello senza pregiudizi, senza condizionamenti, fatto con estrema semplicità e pulizia mentale che permette di arrivare a scelte auto-determinate che non seguono mode e/o luoghi comuni.

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Personalmente credo che il miglior prodotto che oggi possiamo portare sulle nostre tavole per garantirci una buona prevenzione e mantenimento del nostro stato di salute, sia un prodotto genuino, cioè fresco che viene coltivato/allevato nel nostro territorio e che segue i tempi della natura nel pieno rispetto del Pianeta e delle sue risorse acqua, aria, e suolo. Il mio slogan è 'ciò che è buono per me rispetta il Pianeta'. Se penso alle fragole parlo di stagionalità e questo significa ad esempio che le acquisterò in primavera e non di certo a Natale perché rosso fa pendant con la tovaglia e/o perché porta bene. Lo stesso vale se penso a un alimento di origine animale: devo rispettare i tempi di crescita dell’animale stesso, oltre che farlo crescere in un ambiente adeguato.Per fare tutto ciò, dunque, non servono super-controlli, non servono etichette varie. Serve buon senso. Certo non nego che occorre un discreto portafoglio, ma credo sia doveroso investire un soldo in più in ciò che facciamo diventare parte di noi (cibo) piuttosto che in ciò che mettiamo fuori del nostro corpo (abbigliamento) o nei confort di cui ci circondiamo (computer, cellulari) o magiche pozioni per essere performanti (medicine, integratori)”. In questa stagione, su che prodotti possiamo puntare per contribuire al nostro benessere? “Nel periodo autunnale, dai profumi e odori forti, ma anche foriero di primi malanni stagionali, possiamo scegliere gustose verdure e succulenti frutti. L’orto offre gli ultimi timidi peperoni, zucchine e pomodori, ma ci sono buone nuove perché l’orto comincia a colorarsi di arancione con le prime zucche oltre a radicchio, cicoria, porri fino ai primi legumi quali fagioli, fagiolini e piselli. Tra la frutta melograno, cachi, pere, uva, fichi e frutti rossi come lamponi. In questo periodo è ancora molto bello fare lunghe passeggiate in montagna che possono regalarci i preziosi doni di stagione quali funghi e castagne e forse qualche noce. Sono tutti alimenti ricchi di fitocomposti che permettono al nostro organismo di mantenersi in salute e in particolare, grazie alla ricchezza di vitamine, minerali e antiossidanti, permettono al nostro sistema immunitario di reagire ai primi attacchi di freddo”.


SPORTNEWS

Ginnastica ritmica, Centofanti alle Olimpiadi di Rio 2016 La ginnasta Martina Centofanti tesserata Fondazione Carifac Ginnastica Fabriano, si è guadagnata il pass per la partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016. L'atleta ha ottenuto, a soli diciassette anni, il titolo di campionessa del mondo nell'esercizio a due cerchi e di vice campionessa nell'esercizio a cinque nastri, nell'ambito dei Campionati del mondo di Ritmica che si sono svolti a Stoccarda.

Vrioni, da Matelica alla Sampdoria L’emozione dell’esordio in prima squadra l’ha vissuta sulla sua pelle il giovane matelicese Giacomo Vrioni, classe ’98, da gennaio alla Sampdoria. L'attaccante, cresciuto nel vivaio del Matelica, a soli 8 mesi di distanza dall’inizio della sua avventura della blasonata squadra di serie A, dove

aveva iniziato a giocare negli Allievi, ha fatto un triplo salto passando rapidamente ad occupare un posto fisso in Primavera fino ad approdare in prima squadra. Il tecnico Walter Zenga, alla guida della compagine nella massima serie, ha voluto Vrioni in allenamento con i “grandi”. Lì è rimasto una la settimana, mentre il campionato ha rispettato un turno di stop per l’impegno della Nazionale e si è messo in luce tanto da convincere Zenga a schierarlo in campo nell’amichevole contro l’Entella (in serie B). Emozioni a fior di pelle al momento di entrare in campo per il giovane matelicese che si è distinto tra gli altri, suscitando i favori degli addetti ai lavori. È stato proprio lui, infatti, a procurare il rigore che ha permesso alla Samp, sotto di una rete, di stabilire il definitivo pareggio per 2-2.

Judo, doppio oro per il Judo Club di Camerano Doppia medaglia d'oro all'Open d'Italia master e al campionato italiano a squadre per il Judo Club Camerano. Andrea Toccaceli e Marco Montanari sono saliti sul gradino più alto del podio rispettivamente nella categorie

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73 Kg e 90 Kg M3. Un altro atleta della squadra allenata dal tecnico Giorgio Ragnini, Fabrizio Caprari, categoria 73Kg M1, ha invece conquistato la medaglia d'argento.

Football americano, due anconetani in Nazionale contro la Serbia Lorenzo Pignataro e Luke Zahradkas sono stati convocati dalla Nazionale italiana di football americano, il Blue Team, per affrontare a Lignano Sabbiadoro la nazionale serba. Il match è stato un'occasione importante di preparazione ai prossimi campionati europei del 2016.

Pattinaggio artistico: argento per Annalisa Graziosi ai Campionati Europei La pattinatrice anconetana Annalisa Graziosi ha ottenuto un nuovo impor-


annunciato che i suoi atleti Federico Diotalevi e Matteo Gentiletti sono stati convocati per il Futsal Camp, lo stage azzurro di Cercola (NA). Il tecnico Carmine Tarantino ha esaminato trentacinque ragazzi provenienti da diverse città italiane, tutti tra i 15 e i 17 anni. Per Diotalevi si è trattato della seconda convocazione consecutiva, mentre per il portiere Gentiletti è stata la prima esperienza. Soddisfatto il tecnico Rosario Messina, che nella passata stagione ha allenato i due promettenti giovani.

tante titolo internazionale. L'atleta ha vinto la medaglia d'argento ai Campionati Europei di pattinaggio artistico che si sono svolti a Senigallia, chiudendo una stagione piena di successi e che, stando alle sue stesse dichiarazioni, potrebbe essere l'ultima. Graziosi ha voluto ringraziare l'allenatrice Sara Locandro, il preparatore atletico Luca Bernacchia e Andrea Arcu per le sue fotografie. Un ringraziamento particolare, inoltre, è stato rivolto dalla giovane alla sua famiglia, che l'ha sempre sostenuta.

Orgoglio per il club PesaroFano, Gentiletti e Diotalevi convocati per lo stage in Nazionale Il club di Calcio a 5 PesaroFano ha

chi mi ha seguito sul posto, da mio papà all’amico Sandro Marconi presente anche in veste di fotografo e tutti quelli che mi hanno sostenuto da casa, la Recanati sportiva e il mondo italiano del running”.

Corsa su strada, Azzurra Ilari campionessa su strada Atletica, Paolo Bravi argento mondiale L'atleta recanatese Paolo Bravi si è aggiudicato due medaglie d'argento al Campionato mondiale ed europeo della 100 chilometri di corsa su strada. “Un’esperienza davvero splendida – ha dichiarato il giovane - e coronata dall’ottimo risultato di squadra in una prova non facile, che comunque sono riuscito a completare non troppo distante dal personal best, correndo a una media di 4’21” al chilometro per lasciarmi alle spalle il ritiro dell’anno scorso. Adesso un po’ di riposo, ma nei prossimi mesi potrei puntare al campionato italiano della 50 km, il 22 novembre a Salsomaggiore Terme, sempre con l’intenzione di divertirmi. Invece per il Mondiale del prossimo anno ci sarà da guadagnarsi la convocazione, che non è scontata. Ringrazio ∂149∂

La giovane mezzofondista di Filottrano, Azzurra Ilari, ha conquistato il titolo italiano di corsa su strada under 18 ai Campionati italiani assoluti e giovanili che si sono tenuti a Trecastagni, in provincia di Castagna. Soddisfatto il tecnico Giuseppe Carbonari, che segue la campionessa sin dalle sue imprese sportive.

Raccontateci le vostre esperienze sportive. Scriveteci a: ufficiostampa@mlmagazine.it


APPUNTAMENTI DEL MESE

LA FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO DI ACQUALAGNA (25-31 ottobre/ 1-7-8-14-15 novembre 2015)

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cqualagna, capitale mondiale del tartufo fresco tutto l’anno, crocevia internazionale della produzione, del commercio e della degustazione del prezioso tubero, si prepara a celebrare la 50/a edizione della Fiera nazionale del tartufo bianco pregiato (1966-2015), in programma il 25 e 31 ottobre e l’1, 7, 8, 14 e 15 novembre prossimi. Per i suoi 50 anni di Fiera, Acqualagna festeggia con un’edizione speciale: a tutti gli amanti e appassionati del tartufo dedica un weekend in più rispetto al passato e propone loro tantissime novità e grandi nomi tra gli ospiti in visita, insieme a un programma più ricco e prelibato, scandito da appuntamenti continui nei luoghi simbolo della fiera. La presentazione ufficiale della nuova edizione, a Expo Milano 2015: un palcoscenico straordinario per la sicurezza, qualità, tradizione e innovazione alimentare. Valori e obiettivi condivisi da Acqualagna che avrà il privilegio di raccontare 50 anni di storia e presentare, di fronte a una platea prestigiosa, le novità di quest’anno.

A partire da domenica 25 ottobre, per quattro weekend e per un totale di otto giorni, Acqualagna invita i visitatori italiani e stranieri a immergersi in una tradizione secolare attraverso la grande mostra mercato, il salotto da gustare tra cooking show con chef stellati, esibizioni, sfide tra vip in cucina, spettacoli e degustazioni, percorsi, laboratori didattici e creativi per adulti e bambini, esperienze sensoriali, visive e olfattive insieme a momenti di grande passione nell’assaggio di un sapore unico, il più prezioso di questa terra. La cinquantesima edizione si apre, domenica 25 ottobre, con la cerimonia inaugurale (Teatro Antonio Conti) alla presenza di un ospite d’eccezione: il Maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi, lo chef pluristellato più famoso al mondo, fondatore della “nuova cucina italiana”. E proprio in occasione dei cinquant’anni della Fiera, che l’organizzazione ha deciso di rendere omaggio a questa straordinaria tradizione con la pubblicazione e presentazione del volume “Acqualagna Capitale del Tartufo. 1966 – 2015/ 50 anni di Fiera,

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Storia, Uomini, Passione”. Un’opera, con oltre duecentosettanta pagine, che raccoglie mezzo secolo di storia, attraverso le immagini e i ricordi più significativi, tra i quali quelli di personaggi e ospiti illustri, insieme ai momenti più rilevanti, i ricordi, gli aneddoti e le curiosità delle trascorse edizioni, a partire dalla prima del lontano 1966. E’ per festeggiare come si deve questa particolare ricorrenza, che è partita l’iniziativa “50 come Te”: tutti gli italiani che compiono 50 anni nel 2015, sono invitati a festeggiare il proprio compleanno ad Acqualagna. Per tutti coloro che decideranno di mettersi in viaggio per raggiungere la “capitale del tartufo” e condividere insieme questo traguardo importante, l’organizzazione ha in serbo una sorpresa: un piccolo dono per un grande giorno. A partire dal 25 ottobre (dalle ore 9 del mattino) la Fiera si sviluppa nelle principali vie del centro storico fino a raggiungere piazza Enrico Mattei, cuore pulsante della cittadina e anima dell’evento con gli stand dei commercianti di tartufo fresco e dei


APPUNTAMENTI DEL MESE

ristoratori alle prese con ricette prelibate. Altra meta del sapore e del sapere è il Palatartufo, uno spazio di quattromila mq per scoprire le migliori produzioni legate al tartufo, tipiche del territorio e per conoscere da vicino i produttori artigiani. Sono grandi e piccole realtà commerciali provenienti dalle altre regioni italiane che mettono in mostra e in vendita i propri prodotti, alimenti preziosi che raccontano le proprie esperienze e differenze di un territorio ricco e variegato come quello italiano. Luogo irrinunciabile per i palati sopraffini è rappresentato dal “salotto da

gustare”, un teatro di sapori che costituisce un’importante occasione di conoscenza del tartufo attraverso l’aiuto di validi esperti ovvero rinomati chef, protagonisti dei cooking show, o attraverso la simpatica sfida ai fornelli di personaggi noti che vestiranno per un giorno i panni da cuochi. Tra gli ospiti d’onore che si sono destreggiati nella cucina del tartufo di Acqualagna hanno brillato le stelle Michelin Massimo Bottura, Mauro Uliassi, Davide Oldani, Alessandro Borghese e il celebre giudice di Master Chef Carlo Cracco. Confermata anche per il 2015 la parteci-

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pazione del simpaticissimo Giorgione di Gambero Rosso. Infine, informazioni utili su dove dormire e mangiare ad Acqualagna si possono trovare qui: http://www.acqualagna.com/ enogastronomia/dove-mangiare/. Info : ufficio turistico del Comune Tel.: 0721.796741 comune.acqualagna@provincia.ps.it turismo@acqualagna.com www.acqualagna.com


VIAGGIO

SI SALPA CON MEDITERRANEA

Un progetto nautico, culturale e scientifico. Cinque anni a tutta vela per Simone Perotti e il suo team di Asmae Dachan

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uole presentarci il Progetto Mediterranea e i suoi ideatori? “Siamo gente qualunque, ma non gente comune, così amiamo definirci. Qualunque vuol dire normale, persone come tante, senza risorse economiche tali da garantirci qualcosa in più di altri, ma con la convinzione che un sogno sentito, vissuto, perseguito con convinzione, sia sempre realizzabile. Viaggiamo a vela da due anni e lo faremo anche per i prossimi tre o quattro, per tutte le coste del Mediterraneo, Mar Nero, e se riusciremo anche Mar Rosso settentrionale. Incontreremo artisti e intellettuali per parlare, ascoltare, assumere le buone voci del Mediterraneo. A bordo svolgiamo esperimenti scientifici, osservazioni, rilevamenti, e contribuiamo alla ricerca insieme ad istituti e università. Insomma, ci prendiamo cura dei nostri sogni e cerchiamo di fare qualcosa per la ricerca applicata al mare. L’obiettivo è conoscere il nostro mondo, il Mediterraneo, metterci in collegamento con popoli e voci, tutte espressioni del nostro universo mediterraneo, il Sesto Continente che tanto amiamo e tutti così poco conosciamo”. Tra le città protagoniste c'è anche San Benedetto: come è nata questa unione? “A San Benedetto ci siamo finiti un po’ per caso e un po’ su invito di Gigi Anelli e Sandro Nulli, dunque della Lega Navale di San Benedetto, che ci patrocina anche come Comune. Amici del mare, cari e generosi, che hanno fatto quel che potevano per aiutarci, e

siamo loro riconoscenti”. In questi ultimi anni il Mediterraneo purtroppo non è di certo un mare tranquillo. Come sta procedendo il vostro viaggio? “Fino ad ora molto bene. Grecia, poi Albania, Montenegro, Croazia, Istria, coste orientali italiane, poi ancora Grecia, Turchia, Georgia, Bulgaria, Romania si sono rivelati posti interessanti, ricchi di fascino, stimoli, con incontri profondi e ricchi, con voci interessanti da ascoltare, e siamo sempre stati accolti molto bene. Problemi non ne abbiamo avuti mai. Ora certo, usciti dal Mar Nero e presto sulla rotta mediorientale dovremo vedere cosa accadrà. Il Ministero degli Affari esteri è nostro partner istituzionale, e ci atterremo alle informazioni che riceviamo dalla Sala Operativa della Farnesina. Speriamo di non dover cambiare troppe volte il nostro programma di rotta”. Può raccontarci alcuni aneddoti legati alla vostra esperienza? “Pescatori umili che ci hanno aiutato all’ormeggio in fondo al Mar Nero e subito dopo ci hanno regalato pesce e buste di tè, come se ci dovessero qualcosa: 'siete ospiti!' e questo ci ha inteneriti e resi grati. I delfini, decine e decine ogni giorno, che ci hanno accompagnati sempre, senza mai mancare all’appuntamento del nostro quotidiano viaggio in Mar Nero. Mai visto niente di simile. L’incontro con artisti e scrittori perseguitati, che hanno trascorso anni in galera, torturati, a volte quasi uccisi, e solo per reati d’opinione;

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orribile retaggio di totalitarismi e arretratezza democratica. Emozionante. Ma potrei continuare a lungo”. Qual è l'insegnamento principale che trae da questi primi mesi di navigazione? “Che non conosciamo per niente il Mediterraneo. Che chi non conosce il suo mondo è destinato a perdersi. Che il Mediterraneo ci riguarda, non è uno sfondo senza senso, è il teatro delle nostre vite. Che apparteniamo all’Europa comunitaria e condividiamo destini con popoli a noi lontanissimi, con cui convivenza e condivisione sono un’ardua sfida, mentre non facciamo nulla o quasi per dialogare con fratelli millenari, in tutto simili a noi. Che il gesto di un gruppo di uomini e donne mediterranee, come noi siamo, è tutt’altro che vano, tutt’altro che minimo, e anzi, è quel che serve per procedere verso conoscenza, comprensione, arricchimento e ricerca del senso”. Lei ha anche un suo blog personale ed è autore di diversi romanzi: come si conciliano in lei l'amore per il viaggio con quello per la scrittura? “Io sono nato per scrivere e per navigare. Ognuno è nato per qualcosa, io per questo. Mare e letteratura, scrivere e navigare, compongono un’identica dimensione, quella della ricerca, quella del viaggio, della scoperta. Io non so cosa farei se non scrivessi, forse sarei un uomo disperato. Scrivere per chi lo fa in modo professionale, per chi ne fa la sua stessa vita, non è cosa evitabile, o fungibile.


VIAGGIO Navigare, a sua volta, somiglia a questa necessità”. Alcuni temi ricorrenti nei suoi testi sono le relazioni umane e il lavoro. Che importanza hanno nella sua vita? “Il lavoro, inteso come fare qualcosa che renda denaro, ha un ruolo molto piccolo, solo quello che la necessità della sussistenza impone. Ho lavorato vent’anni in azienda, anche con buon profitto, poi ho smesso. Non volevo vivere per lavorare, e se potevo, con qualche sforzo creativo, neppure lavorare per vivere. Ovviamente sono riuscito a raggiungere il primo obiettivo ma non il secondo, anche se faccio di tutto per riuscirci ogni giorno. Direi che

le relazioni umane sono cosa del tutto indipendente dal lavoro. Le relazioni sul lavoro sono perdute, inquinate, non scelte, generalmente fallimentari. Nel mio ultimo romanzo, 'Un uomo temporaneo' (Frassinelli) ho forse sviluppato entrambi gli ambiti parallelamente. Un piccolo miracolo”. La prossima opera o avventura in cui si imbarcherà? “Sto scrivendo un romanzo molto importante, almeno questo credo. Una storia con quattro voci diverse, una storia di eroismo e passione, di spionaggio perfino, ma soprattutto di vita. La storia di un pirata del ‘500, e mi fermo qui”.

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“Nessuno vuole entrare in profondità, come nessuno cerca davvero il silenzio o ha mai provato, o proverebbe, la vera solitudine. In profondità, in silenzio e da soli si finirebbe col dover affrontare la vita, i suoi problemi, le domande, l’immensa prateria illibata del senso. Ci si guarda bene dal praticare il senso, salvo poi lamentarci che la vita è tedio. Diamine, è tedio sì senza senso!”. Tratto da www.simoneperotti.it – Piccolo cabotaggio II - “Meglio”, 26 agosto 2015


PRENDI E PARTI CIASCULO E PECORINO, MORBIDI SAPORI DEI SIBILLINI

Borgo di Gallano è un luogo incredibilmente suggestivo, dove la storia di Duchi e Templari si intreccia con confort moderni, nella splendida cornice di maestose montagne. Un luogo dove ogni singola pietra porta il carico di una storia e millenaria. Immersi nella natura del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e in una fattoria biologica con cereali e bovini, gli ospiti potranno godere di lunghe giornate di relax a bordo piscina, gustare un frutto davvero biologico dall’antico frutteto, fare escursioni in mountain bike e passeggiate dei deliziosi borghi vicini di Visso, Fiastra e Pievebovigliana. Completa l’esperienza un pranzo in agriturismo, con prodotti genuini tra i quali spicca l’ottimo pecorino, vera specialità di queste zone. Il pacchetto comprende • 1 notte in Junior Suite matrimoniale presso l’Agriturismo Antico Borgo di Gallano a Pievetorina • Ricco cestino di prodotti del territorio in omaggio • Prima colazione con prodotti bio e a km0 • 1 pranzo, bevande incluse, con omaggio di prelibato pecorino dei Sibillini, presso l’Agriturismo Le Casette di Fiastra (a 15 km dall'agriturismo) Quota pacchetto a persona: 99 €

TARTUFI DI ACQUALAGNA E SAPORI D’AUTUNNO

Un weekend per gli amanti dei buoni sapori d’autunno, tartufi, funghi di bosco, formaggi di fossa e pregiati oli extravergini d’oliva, di cui è particolarmente ricco il territorio intorno ad Acqualagna, sulle colline delle Marche. Con soggiorno in una dimora di charme immersa nella campagna, dove assaporare un’atmosfera genuina e d’altri tempi. A pochi minuti dalle stupende Gole del Furlo, nei pressi di Acqualagna. Un'esperienza da non perdere in occasione delle più prestigiose fiere del tartufo: 50/a Fiera nazionale del tartufo bianco 25-31 ottobre e 1-7-8-14-15 novembre 2015. Il pacchetto comprende • 2 notti in camera Casolare presso Villa Tombolina Country house, a Montemaggiore al Metauro • Ricca prima colazione a buffet con salumi e dolci fatti in casa • 1 bottiglia del pregiato olio-extravergine di oliva di Cartoceto • 1 cena 3 portate con specialità locali + 2 calici di vino presso Ristorante La Palomba a Mondavio • Lista dei ristoranti consigliati dove degustare il tartufo di stagione Quota a persona a partire da: 109 €

a cura di

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IN QUAD TRA CASTELLI DI ARCEVIA

L'incanto di San Settimio sono i quattrocento ettari di Riserva Privata lungo i quali si snodano sterrati da percorrere a piedi, a cavallo o percorsi avventurosi in quad. Un vero paradiso da esplorare in totale sicurezza guidati da un istruttore esperto. L'accoglienza si realizza in un albergo diffuso dove i "rifugi" perfettamente integrati nello spazio naturale offrono sensazioni senza tempo. Completa l'esperienza la cena nel ristorante panoramico "il Padiglione" dove l'accoglienza e la cura dell'ospite sono una filosofia di vita. Il pacchetto comprende • 1 notte in camera standard presso la Riserva Privata San Settimio • Prima colazione a buffet • 1 cena di 3 portate al "Padiglione" ristorante interno della riserva (bev. escluse) • Escursione guidata in Quad di 1 ora nella tenuta Quota a persona: 99 €

SPA E VINO ALLE GROTTE DI FRASASSI

Le Grotte di Frasassi, tra le più grandi cavità carsiche d’Europa, offrono l'emozione di un mondo rovesciato, fatto di caverne suggestive e di straordinarie concrezioni, di stalagmiti e stalattiti dalle più curiose forme, di laghetti color smeraldo e di immense aperture nella cui dimensione si perde la percezione reale dello spazio. Potrete scoprirle attraverso un rilassante soggiorno a due passi dalle Grotte e, con l’occasione, deliziare il vostro palato con alcune tipicità del territorio. Il pacchetto comprende • 2 notti in camera doppia con colazione presso Hotel Le Grotte**** di Genga • Accesso giornaliero alla Ile Spa con idromassaggio, sauna, bagno turco, docce emozionali e tisane • 1 ingresso alle Grotte di Frasassi • 1 ingresso al Museo Speleopaleontologico di San Vittore-Genga, con reperti rarissimi di ittosauro • 1 degustazione in cantina di vino Verdicchio e Lacrima di Morro d’Alba • 1 pranzo tipico a km0 in ristorante caratteristico nei pressi di Genga. Adulti in Matrimoniale 200 €

∂155∂ info: www.marchemaraviglia.it | mail: booking@marchemaraviglia.it | tel.: 071.2133845


COMICSPERML

“IL DISEGNO È UN'ESTENSIONE DELLA MIA ANIMA” Si ispira agli illustratori d'oltreoceano e all'attivo ha già le copertine di due libri: vi presentiamo Simone Altamura, della Scuola Internazionale di Comics, autore della nostra ultima cover di Asmae Dachan

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er la terza volta in un anno firmi con una tua illustrazione la cover del nostro magazine. Vuoi presentarti, finalmente, ai nostro lettori? “Sono un aspirante illustratore. Inizio ora il terzo anno alla Scuola Internazionale di Comics, a Jesi. Disegno da sempre, come raccontano i miei genitori; ero talmente piccolo che non ricordo quando e come ho iniziato. Non ho avuto nessuna spinta, nessuno stimolo esterno; mi è venuto autonomamente. Ho continuato per tutta l'infanzia, poi durante gli anni dell'adolescenza, finché non ho avuto un blocco perché, a livello degli studi, penso di non aver scelto la scuola giusta. Ho fatto il liceo classico, una scuola seria, che ti prepara su tutto, ma non su ciò che a me interessava di più, il mondo delle illustrazioni. Questo mi ha un po' allontanato da quella che era la mia strada. Mi sono poi iscritto a Scienze politiche, ma non ero affatto soddisfatto. A un certo punto

ho preso una decisione, che da un lato è stata responsabile, dall'altro è stata molto pesante. Visto che avevo deciso di non proseguire con gli studi, non volendo più dipendere dai miei genitori, ho iniziato a cercare un lavoro. Fortunatamente mi è capitata subito un'occasione; sono passato però negli anni da un'esperienza negativa all'altra. Invece di fare un'ascesa professionale ed economica, la mia è stata una parabola discendente. Ho lavorato nella produzione, nel commercio e per anni non ho più tenuto in mano una matita”. Cosa ti ha spinto a tornare a disegnare? “Mi sentivo infelice e avevo un forte rimpianto per non aver mai nemmeno provato a seguire la mia strada. Così, alla veneranda età di 43 anni ho preso coraggio, consapevole che se non avessi provato allora, non avrei provato mai più. Meglio un rimorso, mi son detto, che un rimpianto. Erano anni che sentivo parlare ∂156∂

della Scuola Comics; mi sono iscritto e contemporaneamente ho seguito lezioni a Macerata alla Fabbrica delle Favole, Ars in Fabula, con corsi specifici in illustrazione editoriale mirati a bambini e ragazzi. Mi sono tornati la passione e l'interesse per tutto ciò che è immagine. Insieme allo studio e alla pratica, mi dedico molto anche all'osservazione. Mi sono creato un archivio digitale negli ultimi due anni, con diversi filoni tematici. Sono artisti americani della corrente surrealista con una venatura un po' dark quelli a cui mi ispiro. Seguo artisti che fanno illustrazione concettuale, destinata a periodici e riviste. Mi piacciono particolarmente le illustrazioni per l'infanzia. Quest'ultimo è un genere che mi interessa molto e che mi piacerebbe sviluppare sotto il profilo professionale. L'osservazione mi serve da ispirazione. È importante guardare chi è venuto prima di te, conoscere la storia dell'arte, che costituisce la base di ogni formazione. Con


COMICSPERML Danilo Santinelli alla Scuola Comics abbiamo seguito un corso dedicato. Poi bisogna guardare molto quello che si fa oggi”. Esiste una differenza sostanziale tra lo stile americano e quello italiano? “C' è una gran varietà di stili e di linguaggi, sia nel panorama europeo, sia in quello americano; non si può fare una distinzione netta, anche perché ci sono molti connazionali che vanno a lavorare in America. Il caso più noto è quello di Emiliano Ponzi che lavora più Oltreoceano che qui. Gli statunitensi sono orientati al settore dell'illustrazione concettuale, quella rivolta a periodici e riviste, ma fanno poca illustrazione per l'infanzia, che invece va molto forte tra gli artisti europei. Sull'illustrazione concettuale, a mio avviso, sono davvero imbattibili. Ci sono giovani che lavorano per i più grandi quotidiani e magazine americani che considero veri e propri geni”. Qual è il tuo segno distintivo? “Trovare il mio stile personale è l'obiettivo del mio percorso di studi. In parte ho trovato la mia via, ma a seconda del tema che devo affrontare vedo che ho ancora sollecitazioni diverse. Non ho ancora un'unità di linguaggio per tutte le cose che faccio, ma credo che si normale nella fase formativa, dove si hanno ancora molti input. È inevitabile che nella mente si formi un groviglio di suggestioni che poi

tminfluenzano. Grazie ad alcuni lavori che ho eseguito lo scorso anno, ho iniziato a trovare un mio codice personale e ho scoperto che l'illustrazione per periodici, giornali e riviste mi piace molto. Mi orienterò verso questo ambito”. Preferisci creare un'illustrazione partendo da zero, o avere un tema su cui lavorare? “Per me è relativamente più semplice lavorare su un tema assegnato; certo, su alcuni temi trovo subito la soluzione e l'ispirazione, su altri devo fare un lavoro più lungo. In genere se mi trovo davanti ad un foglio bianco senza un input vado in crisi, come capita a molti artisti. Il timore di non dare l'interpretazione giusta, di non scegliere il segno grafico giusto, di non piacere c'è sempre. È una forma di frustrazione con cui, in generale, gli illustratori devono combattere. È un settore in cui tutto è molto soggettivo, relativo, opinabile. Io posso essere convinto di un'idea, di una soluzione, ma qualcun altro potrebbe non essere d'accordo”. Come e quando è avvenuto il tuo primo confronto con il pubblico? “Lo scorso anno, quando, con mia grande gioia, la casa editrice Cleup di Padova ha scelto una mia illustrazione per la copertina di un romanzo intitolato Langenwang, ovvero Il disastro della puntualità, di Annalisa Bruni e Stefano Pittarello. Solitamente

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ci mandano schede con un riassunto molto sintetico della trama del romanzo, del saggio e del testo universitario. Ci danno spunti, parole chiave, riferimenti iconografici. La copertina è un mondo a sé rispetto all'illustrazione che accompagna un testo. Quando arrivano queste schede tutta la classe lavora su quel tema. Il docente poi prende le illustrazioni che ritiene più valide. Ho saputo recentemente che hanno scelto un'altro mio lavoro per la copertina di un saggio sul disagio sociale. Vedere pubblicata un'immagine frutto della mia fantasia per me è ogni volta una gioia enorme, una soddisfazione. È bellissimo riscontrare che gli altri apprezzano. ”. In Italia ci sono opportunità professionali per un illustratore? “All'inizio temevo di no, poi ho scoperto una piccola galassia di case editrici che fanno grandi cose. Nel nostro Paese c'è stata una piccola rivoluzione nata dall'esigenza di svecchiare il settore e cercare nuovi talenti. Si è capito il potenziale della piccola editoria indipendente e oggi c'è una produzione davvero bellissima e vivace. Le opportunità, quindi, ci sono e bisogna riuscire ad avere un quid che ti distingua. Chi fa il nostro lavoro è un privilegiato, ma allo stesso tempo è sempre esposto al rischio della mancanza di creatività. Per questo è importante essere sempre aperti e disposti a mettersi in discussione”.


RACCONTO

TESTAMENTO DI UN DANNATO di Malak Illustrazione di Riccardo Howl Gabrielli ∂158∂


RACCONTO

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enni creato nell’indifferenza di un principio di normalità. Nessun evento, invero, quello lo creano gli uomini per sentirsi speciali, per sentirsi meno soli in questo vuoto stellato, così privo di senso, agli occhi di chi già di suo non ne ha. L’atto era dovuto, era prassi. Nessuno si chiese davvero quali potessero esserne le implicazioni. Un essere senziente, autocosciente e sognante incurva il tessuto stesso dell’universo, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa sia, indipendentemente che lo abbia deciso lui (evento più che raro) o che sia così voluto dalla società nella quale è suo malgrado inserito. Perché a prescindere che si sia mai posto il problema o meno, può capitare che il suo pensiero prima o poi inizi a vagare verso i confini del formalmente decente, verso l’orizzonte estremo dell’accettabile. Ed è in quel momento che inizia la Caduta. La metafora, in fondo, era chiara fin dall’inizio: il frutto era quello della Conoscenza, distinto da quello della Vita, tra l’altro, posto in un Giardino in cui tutto era stato creato su misura, compresa la Prova. Già, perché non c’era alcun’altra ragione per averlo piantato in quel pianoro, se non per incarnare un vincolo nato violato, un verdetto già emesso per atto dovuto, anch’esso. Crebbi immerso nelle convinzioni e nelle convenzioni, che come un secondo liquido amniotico mi accolsero fino a che iniziai a pormi le prime domande. Anche qui, l’essenza non è nel punto interrogativo, non è l’inflessione della voce ad alterare la realtà, ma è il concetto stesso di vera curiosità, quella che porta a infrangere i luoghi comuni e le facili risposte, la questione legata alla percezione della nascita di un dubbio, di una frattura nel continuum di certezze che non erano altro che l’alveo dorato ed inconsapevole che aveva garantito la salvezza ai Primi, fino a quel morso.

E mentre si rompevano le acque della mia serenità, mi ritrovavo comunque criticato. E pensare che ho sempre rispettato ogni regola, ho sempre tenuto fede a ciò che mi si diceva di fare. Fu quello il mio errore, un eccesso di umiltà ma soprattutto di ubbidienza, nei confronti dei primi ad attaccarmi, ma che consideravo modelli. Forse non fui semplicemente in grado di dirglielo in modo adeguato, di farmi capire. Eppure volevo fossero orgogliosi di me. Ed ero sempre fedele a concetti come quello di giustizia, equilibrio, saggezza, gentilezza, coerenza, lealtà, educazione. Il problema non è in essi, ora mi è chiaro, ma nella loro massificazione sotto forma di regola di vita sociale. E nel fatto che io, nella spirale delle mie riflessioni, non potevo rispecchiare la società e i suoi meccanismi di autopreservazione. Riflettere. Speculare. In effetti, è piuttosto ironico come questi termini siano usati tanto nell’ottica, quanto nella filosofia e nella psicologia. Io tutto sommato non rifletto nulla. Niente di ciò che ho attorno si riverbera in me. Io sono io. Questa è la mia nemesi. La mia dannazione? Amare. Dio, ovunque tu sia, giacché hai predisposto ogni cosa creando gli incavi per le combinazioni e generando i primi impulsi per dare vita al grande movimento di ogni cosa e di ogni pensiero, so bene che io non sono affatto espressione diretta della tua volontà, ma piuttosto un suo bizzarro effetto collaterale, ma dovresti tener presente comunque che ad ogni azione corrisponde una reazione. Uguale e contraria? No, quello accade solo per le cose, che non pensano e non provano emozioni. Quello vale per chi è privo di una propria individualità. La mia reazione non sarà né contraria né uguale. Ma tu lo sai. Gli altri no. Non ancora. Io accetto la mia dannazione. Io ho amato, amo e continuerò ad amare. Non mi arrenderò ad un intero mondo

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pronto a caricarmi a testa bassa, solo per sentirsi meglio, migliore, al riparo dai propri crimini, dalle proprie perversioni, dalla sua infinita e malcelata debolezza. Non mi lascerò ammansire da parole facili e gesti gratuiti. Non mi convinceranno le sicurezze altrui. Non mi abbandonerò all’autocommiserazione, non mi farò carezzare da lusinghe amnesiche e dalla retorica di passaggio di un altro maestro di vita che incroci la mia per puro caso. No. Io sono dunque un mostro? E così sia. Perché finché riesci a sentire il suono delle tue lacrime che cadono invano, tutto sommato può passare, ma i dolori iniziano quando senti solo i tuoi denti che digrignano. E la ciliegina sulla torta è incarnata da chi pretende di capirti. Ma i sentimenti non sono misurabili, sono l’essenza stessa della relatività, della mutevolezza, dell’irrazionalità, del caos che alberga nell’anima di ogni individuo, dell’assoluto reale innegabile isolamento di ogni spirito, poiché puoi misurare i battiti di un cuore, ma non il motivo per cui esistono. E allora crescerà in me la spietatezza di chi oramai è annoiato da un gioco ritrito, che fa breccia solo nella routinaria stupidità di chi non ha abbastanza energia e coraggio per guardarsi riflesso nelle proprie azioni e nelle proprie intenzioni. Meraviglierò tutti con lo splendido tepore dei miei gesti e dei miei sorrisi. Continuerò ad illudere tutti. E a divertirmi, mentre osservo le reazioni e le sentenze di chi ha capito tutto, una volta ancora. Ma è tardi, per me non vi è più salvezza. E mentre il mondo deciderà se sto bene o no in base al fatto che mi stia suicidando o meno, nessuno si accorgerà che non è l’uccidere il proprio corpo a sancire la ribellione ultimale: io sono ai confini della mia anima, nascosto allo sguardo di chi ancora pretende di misurarla in chili o in metri. E ora spiccherò il salto. Addio. E a presto.


EVENTI DA NON PERDERE

CONCERTO NEK SENIGALLIA AL MAMAMIA IL 17 OTTOBRE Live il 17 ottobre al teatro La Fenice di Senigallia (AN), torna, dopo il grande successo di Sanremo, Filippo Neviani in arte Nek con il tour “Prima di parlare live 2015. Secondo i dati certificati dalla Federazione Industria Musicale Italiana, il cantante, nato a Sassuolo nel 1972, ha venduto nel corso della sua carriera oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo. Nek ha collezionato, infatti, tanti grandi successi. Dalle canzoni più intime e profonde a quelle più orecchiabili (e colonna sonora di molte estati italiane), il repertorio è vasto e pieno di piacevoli sorprese. Per info: http://turismosenigallia.it/events/ nek-in-concerto/

CONCERTO LORENZO FRAGOLA AL MAMAMIA DI SENIGALLIA IL 23 OTTOBRE Oltre ai concerti già annunciati di Roma, Napoli, Bari, Padova, Milano, Firenze etc, Lorenzo Fragola, il giovane cantante bolognese, ex vincitore di X Factor, sarà il 23 ottobre al Mamamia di Senigallia (AN). Nel febbraio del 2015 Fragola ha partecipato alla 65ª edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo nella sezione "Big" con il brano "Siamo uguali", che si è classificato al decimo posto. Tale singolo ha anticipato la pubblicazione del primo album in studio del cantante, intitolato “1995” e pubblicato il 31 marzo 2015. L'album, di cui è autore

lo stesso Fragola, contiene brani interpretati sia in lingua inglese, sia in lingua italiana. Oltre ad aver scritto la maggior parte dei testi, Lorenzo Fragola ha curato personalmente gli arrangiamenti insieme ai produttori Fabrizio Ferraguzzo e Fausto Cogliati. A una settimana dall'uscita, l'album ha debuttato nella prima posizione nella classifica italiana degli album e ricevuto una nomination ai Kids' Choice Awards 2015 nella categoria "Cantante Italiano Preferito" e due nomination agli MTV Music Awards nelle categorie “Artist Saga” e “Best New Artist”, quest'ultima dominata. Nello stesso periodo ha collaborato con i Two Fingerz alla realizzazione del brano Matriosca, presente in La tecnica Bukowski. Il 14 giugno 2015, in occasione degli MTV Awards 2015, ha presentato il brano # Fuori c'è il sole, terzo singolo estratto da “1995”. Il 29 giugno 2015 è stato protagonista di una serata evento al cinema prodotto da Sony Music, Qmi e Fremantle in diretta dal Palalottomatica di Roma e trasmessa in oltre 180 sale cinematografiche in tutta Italia. Per info: www.ticketone.it

CESARE CREMONINI IN CONCERTO ALL’ADRIATIC ARENA DI PESARO IL 30 OTTOBRE Dopo il grande successo dell’album “Logico” e del conseguente “Logico Tour 2014”, Cesare Cremonini non lascia, ma raddoppia, con il "Più che logico Tour 2015", tornando sulle scene dell'Adriatic Arena di Pesaro, il 30 ottobre 2015, per un concerto tutto da vivere, in piedi, come il cantautore bolognese ci ha abituati. Artista poliedrico, Cremonini, si prepara a non deludere il pubblico di Pesaro, puntando sulla consueta versatilità che non gli ha impedito di diventare artista vero in un decennio, da idolo delle teenager con i Lunapop, fino alle nomination del Premio Tenco. Non stiamo parlando soltanto di musica, ma anche delle numerose attività che Cesare porta avanti, basti pensare soltanto all'anno in corso. Nel marzo 2015 ha scritto l'inno della scuderia SKY Racing Team VR46 di Moto3, intitolato “46”, in omaggio al suo amico fraterno, nonché presidente della squadra, Valentino Rossi; poi è stato direttore per un giorno (il 24) de Il Resto del Carlino in occasione

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del 130º anno di nascita del giornale. Il 27 marzo 2015, giorno del suo 35º compleanno, ha deciso di pubblicare il nuovo singolo “Buon viaggio” (Share the Love), che ha anticipato il suo sesto album, poi uscito a maggio. Album che riproporrà ad un adorante pubblico, che certamente invaderà Pesaro, da ogni parte delle Marche e non solo, c'è da scommetterci. Per info: http://www.teamworld.it/concerti-festival/biglietti-concerti-cesare-cremonini-piu-che-logico-tour-2015-nuovo-album-live/

FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO DI ACQUALAGNA (PU) 25.31 OTTOBRE 1.7.8.14.15 NOVEMBRE La Fiera Nazionale del Tartufo di Acqualagna è il più importante appuntamento del centro Italia dedicato al Tuber Magnatum Pico. E’ un evento di spicco che rappresenta la città anche all’estero, richiamo per tutti coloro che vogliono gustare e, in un secondo momento, acquistare questo prodotto di qualità. Durante l’anno vi sono tre eventi dedicati al tema: il più importante è quello di ottobre e novembre, che vede appunto la città marchigiana diventare la protagonista del tartufo bianco pregiato. Si sviluppa nell’arco di 3 weekend, all’interno dei quali stand gastronomici, convegni ed eventi di settore raccontano le novità del momento, la qualità e il valore del tartufo in tutto il territorio. Oltre a questo appuntamento, Acqualagna propone altre due fiere: la prima a febbraio, dedicata al tartufo nero pregiato e la seconda ad agosto, quando si tiene la Fiera Regionale Del Tartufo Nero Estivo. Nel corso delle giornate del tartufo, raccoglitori e commercianti che lavorano in tutti i mercati mondiali diventano i punti di riferimento per i visitatori che vogliono vedere, gustare ed acquistare. In questi ultimi anni, si è potuto constatare come molti paesi esteri, quali Germania, Belgio, Olanda, Francia, USA e Canada, siano grandi estimatori di questo prodotto marchigiano, tipico della provincia di Pesaro e Urbino. Per tale motivo, ad ogni evento Acqualagna si riempie di gente proveniente da tutto il mondo, interessata e a caccia di qualità e buoni prodotti, quale è stato definito il tartufo negli ultimi decenni. Per info: http://www.acqualagna.com/fiere-tartufo/


SARTO PER SIGNORA CON EMILIO SOLFRIZZI – STAGIONE TEATRALE DI MACERATA 2015/2016 - 27-28 OTTOBRE Un appuntamento da non perdere, risultato della collaborazione tra l’autore del vaudeville per antonomasia e un regista di spessore come Binasco, un attore dalla grande verve comica come Emilio Solfrizzi e una dama del grande teatro come Anita Bartolucci, attrice di razza che torna ad esibirsi sul palcoscenico della sua città natale. In Sarto per signora c’è già tutto l’estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino, lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto, la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare, ovvero mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. La produzione di opere di Feydeau, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Époque, quel periodo privo di preoccupazioni che sfociò, poi, tragicamente, nella Grande Guerra. L’attualità di questo commediografo francese è tale per cui il pubblico di oggi, rivedendo i suoi vaudevilles, non li considera affatto come figli di un’epoca determinata, passata e superata, ma coglie in essi una relazione con il presente e con la società attuale. Nelle sue opere, dove la parabola degli equivoci porta quasi a un’assurda comicità tragica, vi è la chiave per capire molto teatro contemporaneo, le logiche conseguenze, i contraltari, le appendici deliranti, i commenti, i corollari di autori fra i più disparati come Cechov, Wedekind, Beckett, lonesco e Brecht. Per info: http://www.amatmarche.net

THE BEATLESTORY AL TEATRO VENTIDIO BASSO IL 24 OTTOBRE Uno spettacolo da non perdere al Teatro Venti-

dio Basso di Ascoli Piceno il 24 ottobre 2015: the BeatleStory. Dopo le esperienze internazionali con il musical “Let it Be” in scena a Broadway e Londra, e il successo con gli Apple Pies, Roberto Angelelli (“George Harrison” sul palco dello storico teatro St. James di New York), e Patrizio Angeletti presentano, in collaborazione con la 2PIER e Giancarlo Bornigia, un nuovo spettacolo interamente dedicato ai Fab Four!! Dopo il sold out al Piper Club di Roma, BeatleStory, il più grande Tribute Show musicale dedicato ai Fab Four mai realizzato in Italia (a 50 anni esatti dal loro tour italiano), sarà protagonista di uno spettacolare tour teatrale che attraverserà tutta la Penisola. Un concerto dedicato ad appassionati e non solo, che – attraverso la favola musicale più bella ed emozionante di sempre – riporta il pubblico indietro negli anni ’60, quando una band di Liverpool rivoluzionò il mondo con le sue canzoni. BeatleStory – Il Musical (già protagonista del Capodanno di Rai Uno e dell’evento condotto da Paolo Bonolis all’Arena di Verona il 3 giugno su Canale 5) partendo dalle strade di Liverpool, attraversando gli anni della Beatlemania fino ai grandi capolavori in studio, porta in scena due ore intense di capolavori come ‘She Loves You’, ‘I Want To Hold Your Hand’, ‘Twist and Shout’, ‘Yesterday’, ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’, ‘All You Need Is Love’, ‘Come Together’, ‘Let It Be’, ‘Hey Jude’, per raccontare fedelmente al pubblico di ogni età la più grande esperienza pop mai esistita. Con video d’epoca, costumi, strumenti vintage e un’incantevole scenografia in grado di catapultare lo spettatore nel clima della Swinging London dei primi anni Sessanta, passando attraverso spezzoni di filmati originali dei memorabili live, fino alle atmosfere più hippy di Magical Mystery Tour e alle proteste studentesche anni Settanta, BeatleStory diventa così un ritratto fedele della band più influente della storia della musica, unendo la storia dei Fab Four alla storia di un’epoca. Per info: http://www.ilteatroventidiobasso.it/ beatlestory/

GIAMPIERO INGRASSIA IN CABARET AL TEATRO VENTIDIO BASSO – APERTURA STAGIONE TEATRALE ASCOLI PICENO 2015/2016 IL 20 E I 21 OTTOBRE Ad aprire la stagione teatrale del Ventidio Basso di Ascoli Piceno, ci pensa lo spettacolo con Giampiero Ingrassia e Giulia Ottonello. Cabaret, un titolo famo-

sissimo grazie all'omonimo film del 1972 che consacrò Liza Minnelli come un'autentica star e icona del film musicale. Numerose sono state le edizioni del musical in tutto il mondo, tra cui, negli ultimi anni, è memorabile la versione di Sam Mendes, incredibile successo alle Folies Bergère di Parigi e allo Studio 54 di New York. Il testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, con le musiche di John Kander e le liriche Fred Ebb, è un classico del teatro musicale e vanta una colonna sonora straordinaria, a diritto entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come Mein Herr, Money Money, Maybe This Time (Questa volta) e Life is a cabaret (La vita è un cabaret), interpretati in questa nuova edizione dalla strepitosa voce di Giulia Ottonello. Nella Berlino dei primi anni Trenta, prima dell'ascesa del III Reich, il giovane romanziere americano Cliff (Mauro Simone) è a Berlino in cerca di ispirazione e, nel trasgressivo Kit Kat Klub, incontra Sally Bowles (Giulia Ottonello) e tra i due inizia una relazione tempestosa; sullo sfondo dell'avvento del nazismo, si intrecciano le storie di altri personaggi (Altea Russo/ Fräulein Schneider, Michele Renzullo/Herr Schultz, Valentina Gullace/Fräulein Kost). Neanche l'ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie del Kit Kat Klub – nel ruolo Giampiero Ingrassia - riuscirà a far dimenticare al pubblico che sulla Germania, e sulle loro vite, sta per abbattersi la furia hitleriana. Per info: http://www.amatmarche.net

CLAUDIO BISIO IN FATHER AND SON – APERTURA STAGIONE TEATRALE FERMO 10/11 NOVEMBRE Il meglio della scena teatrale nazionale e internazionale è offerto dalla stagione di prosa 2015/2016 del Teatro dell’Aquila promossa dal Comune di Fermo in collaborazione con l’AMAT e con il contributo di Regione Marche e Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. Il sipario si apre martedì 10 e mercoledì 11 novembre su Father and son. Inventiva sfrenata, comicità, brutalità, moralità sono gli ingredienti di un irresistibile soliloquio che permettono a Claudio Bisio – diretto da Giorgio Gallione - di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso, che racconta il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l'ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. Per info: http://www.amatmarche.net

a cura di

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OFFERTE DI LAVORO | A cura di Sida Group srl • SI RIPORTANO DI SEGUITO LE ULTIME NOVITÀ IN AMBITO FISCALI. VOLUNTARY DISCLOSURE L’Agenzia delle Entrate, con il Provvedimento del 14 settembre 2015 ha proceduto alla modifica dei termini di trasmissione della documentazione a corredo del modello previsto per la procedura di voluntary. In particolare, è stato stabilito che la trasmissione della relazione di accompagnamento all’istanza di accesso alla procedura di collaborazione volontaria e della relativa documentazione a supporto può essere effettuata entro 30 giorni dalla data di presentazione della prima o unica istanza START UP – 1 Il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), con la Nota del 3 settembre 2015, protocollo n.155183, ha ammesso che si possa costituire una start-up innovative tramite affitto di azienda o di un ramo di essa. START UP - 2 In merito all’obbligo per le start up innovative di indicare i titoli di studio e le esperienze professionali dei soci e del personale che lavora nella start up innovativa [PMI innovativa], esclusi eventuali dati sensibili”, ha chiarito che la volontà legislativa è mirata a conoscere i dati relativi ai soggetti direttamente impegnati nella start up/Pmi innovativa e non anche a quelli che a titolo di mero investimento, partecipano tramite azionariato o crowdfunding al capitale di rischio della medesima. AGEVOLAZIONI L’Agenzia delle Entrate è stato precisato che è obbligatorio il codice fiscale del condominio per poter fruire della detrazione delle spese per interventi edilizi, anche nel caso in cui si sia in presenza di un condominio minimo IVA - 1 L’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione n.75/E del 28 agosto 2015 ha chiarito che il contribuente minimo che effettua una prestazione di commercio elettronico diretto (c.d. “servizi di e-commerce) a un privato consumatore comunitario (c.d. B2C) deve assolvere l’Iva relativa all’operazione identificandosi nello Stato membro in cui il cliente è stabilito oppure, in alternativa, avvalendosi del regime Moss. RISCOSSIONE - 2 Con effetto dal 18 agosto 2015, è stato stabilito che il regime sospensivo IVA previsto per i trasferimenti intracomunitari di beni a scopo di lavorazione o di perizia presuppone che i prodotti, al termine della prestazione, siano trasportati

o spediti nel Paese membro di origine; secondo la normativa previgente, invece, la sospensione d’imposta si applicava a prescindere dalla successiva destinazione dei beni e, per tale ragione, la Commissione europea aveva già avviato la fase pre-contenziosa nei confronti dello Stato italiano. • SIDA GROUP, PER UCCELINI SECURITY GROUP, IMPORTANTE REALTÀ OPERANTE NEL SETTORE DELLA SICUREZZA, ALLO SCOPO DI AMPLIARE LA RETE VENDITA, RICERCA UN: AGENTE AG/15)

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