ML n.3 19 Aprile 2013

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e più a lungo”, è umanamente possibile che l’adesione alla nuova cura, anche se non sperimentata, sia totale. E’ la speranza che sostituisce la disperazione. La stessa speranza che investe i genitori di Sofia, Federico e di tanti altri bambini. Ma come per la terapia Di Bella ci si chiedeva quanto fosse valida, così, al di là del cuore di madre, tutti si domandano qual sia la forza della terapia Stamina. E’ una forza scientifica? Vorrei estrarre la risposta da un report di uno dei maggiori esperti italiani sulle cellule staminali, il professor Giuseppe Remuzzi di Brescia. Egli asserisce che: 1. oggi per il morbo di Krabbe non vi sono cure basate su evidenze scientifiche; forse il trapianto di midollo può dare prospettive; 2. le cellule staminali mesenchimali (quelle utilizzate dal metodo Stamina)

non apportano miglioramenti; 3. le cellule del metodo Stamina testate dal Ministero della Salute risultano essere inefficaci; 4. si stanno sperimentando altre cure volte a correggere il difetto del gene malato, con buone possibilità di successo. Ma i tempi sono lunghi. E allora si ricorre a ciò che il mercato offre. E’ il percorso seguito da Sofia, Federico ed altri. Su un fatto, comunque, bisogna convenire: le cellule staminali sono le terapie del futuro che già è iniziato. Un giorno potranno servire per curare il diabete mellito, l’Alzheimer, il Parkinson, lesioni del midollo spinale e post-infartuali del cuore, danni dei reni, del fegato. Due sono i gruppi di patologie che già oggi si possono curare con le staminali: le malattie del sangue e le immunodeficienze primitive, e questo si fa a Milano

dove lavora uno dei più grandi esperti del settore, Luigi Naldini. Per tante altre malattie si studia in ogni parte del mondo non per curare da subito, ma per capire quali cellule usare e se questi trattamenti sono abbastanza sicuri (“safety”, dicono gli anglosassoni) da poter diventare una terapia. Si seguono cioè i canoni suggeriti dalla scienza. Che talvolta si possono by-passare mediante il cosiddetto “turismo delle cellule”. E allora bisogna spiegare come stanno le cose.

*Medico chirurgo 173


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