ML9 Dicembre 2011 Gennaio 2012

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“Prima della gara ho chiesto alla moto di non tradirmi sul più bello. La vittoria è stata una bella soddisfazione, ma il pensiero andava sempre a Marco Simoncelli... “

trazione. E’ stato forse più difficile per chi ci circonda, conciliare amicizia e rivalità; una volta dentro i box siamo stati avversari come con tutti gli altri. Io volevo vincere, sia con lui, che con qualsiasi altro compagno di team”. Siete già stati compagni di squadra? Sì, nel team Campetella Racing di Montecassiano, quando abbiamo affrontato insieme da sedicenni l’europeo 125. A distanza di 11 anni siamo tornati assieme, è stato curioso, ma anche stimolante”. Hai citato prima Marco Simoncelli; con la sua scomparsa il motociclismo ha subito una grande perdita: cosa spinge un pilota a tornare in sella dopo simili eventi? “Sono tredici anni che inseguo un sogno, dei traguardi. E’ brutto da dire, ma certe cose non ti possono fermare, altrimenti avremmo scelto un altro sport. La motivazione è quella che ti spinge ad impegnarti verso un obiettivo e in questo caso l’obiettivo è lo stesso che aveva Marco. Purtroppo quello che è successo a lui è stata una tragica fatalità, non è accaduto a 300 all’ora, non è stato nella velocità il pericolo, è stato effettivamente un incidente incredibile. E’ chiaro che Marco era italiano, era giovane, era un personaggio solare e quindi la sua morte ci tocca di

più rispetto a tanti altri fatti che succedono attorno a noi. Da parte mia ho sempre corso in modo abbastanza calcolato, non vado all’arrembaggio: qualche volta mi ha aiutato, qualche volta mi ha penalizzato, ma è il mio modo di correre e continuerò così”.

formare un feeling unico. Al Mugello sono venute in 50-60 con pullman e vetture private ed è stato veramente piacevole stare tutti assieme. Non è un interesse o un’amicizia legata solo al fatto sportivo: con molti di loro trascorro anche molto tempo libero quando sono ad Osimo”.

La prossima sfida sarà nuovamente a livello mondiale? “Dopo due stagioni di Campionato del Mondo Superbike, la prima con grossi cambiamenti durante l’anno e la seconda con mezzi non competitivi, punto ovviamente a potervi tornare. Sono contento della squadra attuale e non è detto che non rimanga per inseguire di nuovo il titolo italiano. Per ora non c’è nulla di concreto e vedremo cosa succederà”.

Si è parlato molto di un autodromo nel fermano, anche se sembra difficile la realizzazione. Cosa potrebbe significare nelle Marche, visto che già abbiamo tanti bravi piloti? “Nell’Italiano Velocità siamo veramente numerosi, nel cross ugualmente: siamo una grande regione nel motociclismo. Sarebbe eccezionale poter disporre di un circuito, che potrebbe avere un grande ruolo promozionale”.

Hai saputo creare attorno a te un notevole seguito del Fans Club: come lo spieghi? “Penso sia fondamentale l’approccio personale a questo sport. Noto differenze tra noi piloti: io, caratterialmente riesco a legare con tutti. Il nostro gruppo è numeroso ed è cresciuto insieme fin dall’infanzia, siamo molto uniti, anche se, naturalmente c’è chi va e chi viene. Attorno allo zoccolo duro si sono aggiunte nel tempo altre bravissime persone, che aiutano a

In pista e nella vita hai al tuo fianco Veronica, cosa vuol dire per te? “Stiamo insieme da sette anni, ha vissuto con me tutte le difficoltà ed i bei momenti sportivi. Mi ritengo fortunato ad avere la sua vicinanza: in modo molto discreto, condivide in tutto e per tutto ogni mio momento. Sono maturato molto anche grazie a lei, che ha avuto un’infanzia più difficile della mia. Io ho la fortuna di avere anche una famiglia molto unita, che sta sempre accanto a me”.

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