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L’editoriale | Vivere la scuola con consapevolezza
Niccolò Generoso
Chi può descrivere con occhio critico un ambiente meglio di chi ne è protagonista? A mio avviso nessuno. Se poi lo stesso ambiente è un luogo finalizzato a plasmare i futuri cittadini, l’attenzione ad esso deve essere duplice. Proprio per questo motivo, è fondamentale per ogni studente vivere la propria esperienza scolastica in modo consapevole dei propri diritti, dei propri doveri, di tutto ciò che lo riguarda. Questa consapevolezza è la base per costruire un pensiero critico sulla realtà scolastica odierna, che non necessariamente deve essere negativo, ma che deve esserci. Questo poiché è essenziale, non solo per tutti gli studenti ma per tutti i cittadini, cercare di lottare attivamente affinché la scuola, principale fonte di crescita personale e collettiva, sia effettivamente un ambiente sempre migliore per chi lo vive. Troppo spesso molti studenti sono disinteressati alla questione pur sapendo che ci potrebbe essere una vita scolastica migliore per tutti; pur sapendo che, muovendosi e manifestando la propria posizione, si potrebbe arrivare ad una scuola nella quale la parola “istruzione” non combacia con “sacrificio”. Una volta elaborato questo pensiero critico, vi sono diversi modi per manifestarlo. In questo editoriale non mi soffermerò sulle mie posizioni in merito a questi, per evitare di dare una visione eccessivamente di parte. Il primo modo è quello forse più longevo e antico: la parola, che da millenni viene utilizzata non solo per esprimere concetti oggettivi, ma anche soggettivi come posizioni politiche e ancora prima filosofiche. Questa è indubbiamente un mezzo che, se utilizzato in modo proprio e corretto, può essere di grande impatto mediatico e può portare al raggiungimento di obiettivi politici. Un altro sono le partecipazioni a gruppi studenteschi, a cortei e altri generi di manifestazioni, i quali sono più volte risultati utili al fine che voleva essere raggiunto, un esempio lampante ne è il Sessantotto, che dalle proteste di piazza arrivò a mutare il ruolo sociale dei giovani, delle donne e di molte minoranze (o, talvolta, maggioranze) oppresse. Tra gli altri generi di manifestazioni vi sono, anche, le occupazioni. Queste hanno la virtù propria di, in quanto atti illegali, essere rumorose e amplificare la voce di chi le porta avanti. Tuttavia, sempre in quanto tali, hanno lo svantaggio di essere estremamente divisive tra chi si trova a favore, reclamando il diritto di manifestare, e chi si trova contro, reclamando il rispetto delle leggi dello Stato. Dunque con queste parole voglio invitare tutti, anche te, qualunque posizione tu abbia, a una partecipazione attiva e consapevole nella scuola e, di conseguenza, nella vita. A non avere paura di esprimere la tua opinione, seppur critica, nei confronti anche di un’autorità. E questo poiché, laddove vi sia il rispetto tra le due parti, il dialogo può essere veramente efficace per cambiare ciò che deve essere cambiato.
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