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Il giallo senza soluzione degli avvelenamenti in Iran
Tra i tanti gravi avvenimenti che stanno accadendo adesso sicuramente troviamo il caso delle studentesse iraniane avvelenate. In Iran, da ormai novembre 2022 nelle scuole femminili, sono stati rilevati casi di avvelenamento. Chi racconta descrive prima un leggero odore di mandarino bruciato, che poi si tramuta in vero e proprio gas. Successivamente arrivano soffocamento, nausea, infine svenimenti e addirittura convulsioni. Sono oltre 13.000 le ragazze, che frequentano scuole elementari, medie e superiori, ad aver avuto bisogno di cure mediche per questo motivo. È stata riportata dal «Corriere Della Sera» la testimonianza di un uomo anziano che abita a Pardis, a est di Teheran, rilasciata per l’ Irib ( Islamic Republic of Iran Broadcasting – la tv di stato - ) in cui questi afferma d’aver buttato nel bidone vicino casa un insetticida, che lui ha riconosciuto essere scaduto da anni. Racconta di aver visto un operatore ecologico lasciare il suddetto insetticida per strada, davanti a due scuole. L’insetticida sarebbe poi stato scaldato dal sole così tanto da venire rilasciato nell’aria e il vento lo avrebbe portato fino alle scuole, e questa sarebbe la ragione dell’intossicazione delle studentesse. Gli avvelenamenti, che tutt’ora continuano, vengono spacciati dal governo iraniano come “ casi irrisolti ”, “ gialli senza soluzione ”.
Dopo quattro mesi, a febbraio 2023, i numeri si sono alzati: sono cinquemila le ragazze intossicate e oltre cento scuole colpite in più di venti città. Solo il 7 marzo 2023 quando in tutto il paese docenti e genitori si sono mossi a protestare le studentesse sono finalmente state ricoverate, molte in situazioni critiche.
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Si pensa però che non siano attacchi sofisticati: medici iraniani pensano di aver riconosciuto dai sintomi un agente organofosfato, usato in agricoltura come pesticida. Secondo alcuni, questi attacchi sono una “punizione” contro tutte le donne che hanno manifestato dopo la morte di Masha Amini, e in questo caso specifico le studentesse, che spesso erano presenti in foto con il dito medio alzato verso le forze dell’ordine, o si sono levate il velo, al grido di “donna, vita, libertà”.
Altra ipotesi, che non per forza dobbiamo pensare disgiunta dalla preceden - te, è che questi attacchi siano mirati a diminuire l’istruzione e l’educazione delle donne, fin da molto piccole, per dare così finalmente la possibilità al governo iraniano o alle varie singole città di chiudere le scuole femminili. Viviamo in un mondo che ancora segue il modello patriarcale, e in Iran, come gran parte dell’Oriente, si diffondono tutt’ora la maggior parte delle idee di una società misogina e oppressiva. Le ragazze stanno venendo violentemente arrestate, uccise, soffocate, avvelenate da un regime fortemente sessita, che vuole sopprimere il diritto allo studio. Video testimoniano ragazze che piangono mentre vengono spinte in macchina, o che, aggrappate ai cancelli delle scuole attaccate, urlano di non voler morire, mentre le autorità bastonano gran parte delle persone fuori o ne portano via altre, ad esempio le donne, che in suddetti video, vengono trascinate per i capelli. Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana, delibera: « Il regime islamico è il più grande nemico del coraggio e dell’unità. [ ... ] L’avvelenamento deliberato è la prova concreta della vendetta contro questa generazione che ha avuto il coraggio di lottare».