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Farmaci, le nuove droghe che sanno di casa

Farmaci utilizzati come stupefacenti, con l’illusione di poterne gestire utilizzo ed effetto. L’abuso di sostanze proibite per i giovanissimi passa spesso attraverso questi prodotti economici e facilmente reperibili – prodotti con il sapore di casa e infanzia. L’allarme è stato lanciato dai Servizi per le Dipendenze (SerD) e dalla Società italiana Patologie da Dipendenza (SIPaD). Psicofarmaci, ansiolitici, sonniferi, antidepressivi, stabilizzanti dell’umore e farmaci oppioidi, responsabili negli Stati Uniti di quasi due terzi delle morti per overdose nel 2021, oltre 70,000, secondo i dati forniti dai Cdc, i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

L’età dell’utilizzo si è abbassata ai 1314 anni, riferiscono i SerD italiani. I farmaci sono legali, si trovano a casa o su internet. La loro assunzione viene equiparata a una sbornia e le pillole vengono talvolta mixate con alcolici e cannabis. Per lo sballo i ragazzi vogliono spendere poco, e per questo cercano sempre sostanze nuove e i genitori prendono coscienza della situazione solo quando li chiama il pronto soccorso, secondo la Società italiana Patologie da Dipendenza. Il più recente rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, relativo ad un periodo precedente alla pandemia che va dal 2005 alla fine del 2018, sottolinea che oltre 730 nuove sostanze psicoattive sono comparse e scomparse dal mercato prima di essere incluse nella tabella delle sostanze stupefacenti. Il report parla tra gli altri di cannabinoidi sintetici, amfetamine, benzodiazepine, oppiacei, che rimuovono la componente emotiva e inducono euforia. E l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nel 2019 ha notato che tra le persone che intraprendono per la prima volta il trattamento della tossicodipendenza per un problema connesso agli oppiacei, ben una su cinque segnala un oppiaceo sintetico.

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Questa fotografia si è aggravata con l’insorgere della pandemia. Solo considerando gli oppioidi, la Società Italiana di Tossicologia (Sitox) stima che in Italia circa 350 mila persone ne siano dipendenti, di cui circa 140 mila in trattamento. L’età media si aggira sui 25-26 anni, con picchi fino ai 60, ma il trend è in crescita tra gli adolescenti.

Gli oppioidi, farmaci molto utilizzati in ambito clinico per la gestione del dolore, sono generalmente sicuri se presi per un breve periodo e sotto stretto controllo medico. Ma causano dipendenza se assunti in modo improprio, per esempio prendendo medicine in dosi diverse da quelle prescritte. Inoltre, chi ne abusa può schiacciare le pillole o aprire le capsule, dissolvendo la polvere in acqua e iniettando il liquido in vena, con conseguenze potenzialmente molto pericolose per la salute.

Già nel 2014 il Ministero della Salute aveva lanciato un primo allarme, in base ai dati dell’Agenzia Italiana del

Farmaco, secondo cui l’utilizzo di analgesici oppioidi in Italia sono in costante crescita. Negli Stati Uniti, dove si è verificata un vero e proprio boom degli oppioidi, si stima che 11 milioni di persone ottengano prescrizioni inappropriate di analgesici oppioidi e che il numero di morti connesso al consumo di questi farmaci sia più che quadruplicato negli ultimi due decenni. L’Europa registra circa 7-8 mila morti l’anno per overdose o per mix letali di oppioidi, sostanze stupefacenti e alcolici. In generale in Italia l’età del consumo di farmaci e droghe si è abbassata fino all’inizio dell’adolescenza, secondo la Sitox. E il quadro fornito dai SerD di Firenze alla fine dell’anno scorso con- ferma la tendenza anche a livello locale. Dal primo gennaio al 31 agosto 2022, sono state 2.356 le persone prese in carico dai Ser.D di Firenze, in aumento rispetto al 2021 quando nel corso dell’intero anno (1 gennaio-31 dicembre) erano 2.596. Circa il 30% dei nuovi utenti è sotto i 30 anni, con una diminuzione dell’età nell’uso dii sostanze ed alcolici che arriva fino all’inizio dell’adolescenza. In particolare, gli operatori dei SerD locali, nonché di cooperative sociali quali la CAT, hanno segnalato l’anno scorso come i ragazzi già a 13-14 anni si avvicinino agli alcolici e alle sigarette ‘puff’, vietate ai minori ma con gusti accattivanti per i più giovani quali lo zucchero filato. Altrettanto insidioso è l’utilizzo da parte di giovanissimi dei farmaci che può portare, in tempi brevi, a provare droghe pesanti in occasioni speciali come le feste. Ansiolitici, antidepressivi, codeina, ossicodone trovati in casa o sul ‘mercato grigio’ vengono consumati, scambiati, mixati ad altre sostanze, riferiscono gli operatori fiorentini. E non è raro che servano da apripista. I dati elaborati dall’area delle dipendenze dall’ Ausl Toscana Centro mettono in evidenza un incremento importante nell’uso tra giovani e giovanissimi di cocaina e crack, quasi sempre associate a cannabinoide e abuso di alcolici e farmaci. Secondo i più recenti dati nazionali, l’utilizzo di crack e cocaina è aumentato del 20% tra gli studenti.