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Maschi sigma: emblema di una società sempre più sola

Sono uno dei fenomeni più polarizzanti degli ultimi anni, c’è chi li idolatra e chi li odia, ma possono anche essere un ottimo spunto di riflessione sul disagio del genere maschile di oggi.

Ormai, scrollando all’infinito su qualunque social media, è impossibile non essersi imbattuti almeno una volta in un video motivazionale sui maschi sigma.

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Ma cos’è un sigma? Da dove deriva questa nuova figura Messia del XXI secolo?

Cosa è un sigma ?

Facendo un passo indietro, un “sigma male” è solo una componente della “Piramide del maschio nella società”, teoria sociologica creata da un certo Vox Day, scrittore e attivista americano contemporaneo dalle posizioni decisamente ambigue e discutibili. Questa piramide sostiene l’esistenza di un ordine gerarchico dei vari maschi nella società, i quali, in base alla loro stile di vita, rientrano in una determinata categoria. Sul gradino più basso di questa piramide si trovano i maschi omega, che sono considerati i falliti per antonomasia, rifiutati da chiunque (gli hikikomori rientrano in questa categoria, ad esempio). Sopra gli omega Vox mette i delta, i quali non hanno particolari ambizioni e interessi, ma seguono le mode e non hanno una personalità strutturata. Ancora sopra ci sono i gamma, estremamente intelligenti, e per questo completamente isolati dal resto della società (filosofi e artisti sono gamma); al secondo posto della piramide si trovano i beta, che possono anche avere posizioni di rilievo rispetto ad altri, ma sostanzialmente sono coloro che vengono definiti “uomini- zerbino” o “sottoni”, cioè uomini che appaiono goffi perché sottomessi a qualcun’altro. Infine, al vertice della piramide, come dominatori, Vox ha messo il maschio alfa, concetto ormai abusato e conosciuto. L’alfa è l’uomo che tutti vogliono essere, ricercato da tutti, carismatico, attraente, autoritario…

Come variante o controparte dell’alfa si trova il maschio sigma. Questo è cercato e inseguito da tutti perché carismatico e attraente, ma a differenze dell’alfa, non ha bisogno dell’approvazione della società, è dominante ma silenzioso, è un lupo solitario. Non tutti possono essere sigma, ma tutti possono aspirare a diventarlo.

Come è diventato moda?

Grazie ai social media, si sono diffusi moltissimo i video motivazionali, che idolatrano la cultura del fare soldi, del grinding , del dominare. Generalmente sono clip di persone famose che parlano della loro vita di successo, oppure spezzoni di film dove un antieroe contrasta le regole, vincendo grazie ad azioni fuori dagli schemi. Questi videoclip sono generalmente accompagnati da una musica triste o da una citazione di qualcuno di famoso. Con il diffondersi di questi video, la coscienza collettiva ha sovrapposto il prototipo del maschio sigma al messaggio proposto da questi video. Come perfetti prototipi di maschi sigma si possono citare Jordan Belfort di The Wolf of Wall Street, Walter White di Breaking Bad, Patrick Bateman di American Psycho , Joker di Batman , Shelby di Peaky-Blinders . Questi video possono trasmettere messaggi positivi come nutrire ambizioni, allenarsi, istruirsi. Ma la gran parte di questi sono usati invece come pretesto perm diffondere odio contro donne, membri della LGBT, etc… Tali video, infatti, sfruttano il rancore che alcune persone provano perché rifiutati dalle femmine o perché poveri, e lo incanalano nell’identificazione con le figure sopracitate, che a loro volta provano questi stessi sentimenti: il non essere considerati li rende forti.

“Perché quel personaggio sono letteralmente io?”

Ciò che bisognerebbe seriamente analizzare del fenomeno sigma sono le cause e l’idealizzazione legata a certe figure. Il genere maschile sta attraversando un’epoca di caos totale. Mentre le femmine sono riuscite a trovare una propria identità forte, che affonda le proprie radici nella lotta femminista, il maschio si trova perso: il vecchio modello di patriarca, infatti, appare ormai lontano. In questo periodo di confusione, come punto di riferimento sono emerse alcune figure a cui si vuole assomigliare: i maschi vogliono essere sigma per imitare i loro idoli cinematografici. Il motivo per cui i sigma prendono come modello queste figure, è che semplicemente riescono a rivedersi in determinati personaggi. “Quel personaggio sono letteralmente io, mi rispecchia in ogni caratteristica, è la mia immagine riflessa allo specchio; solo che lo specchio non potrebbe rappresentare in maniera tanto reale la mia personalità sfaccettata nonché unica al mondo. Un’immagine non sarebbe capace di renderle giusti- zia, ma questo personaggio di finzione sono indubbiamente io. Voi non lo potete capire questa sensazione, ma d’altronde io me lo merito molto più di voi. Ho deciso, io diventerò questo personaggio e lui diventerà il vero me. Solo in questo modo io riuscirò finalmente a sentirmi felice di essere me stesso”. Questo potrebbe essere un pensiero molto comune di una qualunque persona che si rivede in un personaggio di finzione, e questo perché uno dei migliori stratagemmi per far interessare il pubblico ad un’opera di finzione è creare immedesimazione da parte dello spettatore verso un personaggio, dando a quest’ultimo dei tratti che spingano ad identificarsi facilmente in esso, come traumi, insicurezze, paure, creando un personaggio sfaccettato e umanizzato proprio per i suoi difetti. Alla base, il personaggio deve spingere a pensare:”Vorrei essere come lui”, che poi diventa un “Quello sono io”. Riuscire a far pronunciare questa frase a moltissime persone vuol dire creare un’opera che mette in scena i problemi, disagi e malcontenti della società.

Proprio i personaggi sigma hanno tutti in comune alcuni tratti, che poi diventano i loro punti di forza: si può citare l’inettitudine sociale di Travis di “Taxi Driver”, la sociopatia di Lou di “Nightcrawler”, la noia del protagonista di “Fight Club”. Il denominatore comune di tutti questi personaggi è però l’assoluta solitudine, probabilmente oggi la sensazione e il disagio più diffuso tra i maschi. Bisogna anche considerare che la mentalità sigma esisteva anche in passato, ma la forza di propagazione del loro modo di porsi era limitata alle persone vicine. Il web, invece, ha abbattuto i limiti di distanza e quindi i “proseliti” sono ovunque e sono colpiti da messaggi sempre più forti: più alto è il carico emotivo di un contenuto, maggiori saranno le sue possibilità di godere di successo sui social. La cultura del maschio sigma che domina da solo e l’idolatria di determinate figure, tuttavia, sono lo specchio del disagio di una società sempre più dominata dalla solitudine, in cui si cerca di creare una bolla di felicità rendendo il proprio problema un punto di forza.

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