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Adiós Carlo Saura regista del silenzio
I FESTIVAL
Una vita tra set e red carpet. Al festival di Cannes del 1976 con Geraldine Chaplin e una piccola Ana Torrent
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È scomparso a Madrid il regista del silenzio, Carlos Saura, uno dei piu noti e importanti cineasti del cinema spagnolo del Novecento.

A darne notizia è stata l’Accademia cinematografica spagnola. Aveva 91 anni, è morto a causa di un’insufficienza respiratoria.
Curioso della bellezza delle persone, dei momenti e collezionista di macchine fotografiche. Durante il regime franchista ha lottato contro la censura mentre raccontava i mali della Spagna.
Il giorno seguente alla sua morte, avrebbe dovuto ricevere a Siviglia il premio Goya d’onore 2023, il piu importante premio del cinema spagnolo. Non ha fatto in tempo. Aveva espresso la sua gratitudine e si sentiva onorato dell’invito: "Sono stato fortunato nella vita facendo ciò che mi attraeva di più: ho diretto cinema, teatro, opera e ho disegnato e dipinto per tutta la vita".
Una lunga carriera la sua, segnata da numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Candidato piu volte agli Oscar nella categoria miglior film straniero. Mamà compie 100 anni nel 1979, Carmen Story nel 1983 e Tango nel 1998. Non è mai riuscito però a portare in Spagna l’ambita statuetta hollywoodiana.

Carlos Saura Atarés è nato a Huesca, nel nord-est della Spagna, nel 1932. Da giovane si appassionò alla fotografia, fino a che non si iscrisse nel 1952 a una scuola sperimentale di cinematografia, spinto dal fratello, dove si diplomò in regia. Il suo primo film I monelli fu presentato al Festival del cinema di Cannes nel 1960. L’opera si ispirava al Neorealismo italiano e al Cinema verità francese. La conoscenza con il regista Luis Buñuel gli cambiò la linea autoriale tanto da dedicargli nel 1967 il suo film di successo Frappé alla menta che vinse l’anno dopo l’Orso d’argento al Festival del cinema di Berlino. Fu uno dei suoi tanti film che vede come protagonista l’attrice statunitense Geraldine Chaplin, figlia di Charlie, con cui ebbe anche una relazione e un figlio. Un altro successo fu il film Elisa che gli fece vincere il premio speciale della giuria al Festival di Cannes nel 1977 e un altro Orso d’oro nel 1981 con In fretta in fretta. La sua produzione cinematografica è proseguita fino agli ultimi anni, anche con diversi documentari. Dopo l’adolescenza vessata dal conflitto civile, si ritrovò a vivere in un Paese sottomesso alla dittatura franchista. Con La Caza (1965) e Peppermint frappé (1967) il regista espose delle argute analisi sulla situazione sociale che attraversava la Spagna. Eludendo le censure, e senza lasciare la nazione, Saura fece della sua opera un perno di dissidenza. Negli anni ‘70 videro la luce La prima Angélica (1973) e Cría cuervos (1975), affreschi di quella guerra e quel regime vissuti dal regista e da tanta gente.
Dal suo maestro Buñuel invece ha ereditato la sua marcata vena di surrealismo pervasivo, anche se meno estremista. Celebre il ciclo di film dedicati alla danza tra gli anni Ottanta e Novanta, come Bodas de sangre - Nozze di sangue, Carmen Story, L'amore stregone, Flamenco e Tango. Non erano dei musical o documentari, ma veri trattati cinematografici sulla danza, la musica, l’amore e la tragedia. Saura prima di Almodòvar ha diffuso la cultura spagnola nel mondo con la passione e la conoscenza di chi è dentro quella storia, quella cultura. I suoi personaggi declinano tutte le sfumature e le contraddizioni di un Paese in trasformazione.
La sua partecipazione attiva al Paese è espressa anche nel documentario ’92 Marathon, realizzato per omaggiare le Olimpiadi di Barcellona.
Saura ha ricevuto apprezzamenti internazionali, com'è il caso di Stanley Kubrick che nel 1980, in una intervista al quotidiano spagnolo El Pais, lo definì "un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori".
Antonietta Pasanisi