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Turismo

sinergia tra istituzioni e associazioni locali, che ha portato il castello al lustro dovuto. Soprattutto grazie a un lavoro di restauro che ha riportato alla luce gli affreschi che abbellivano le sale in cui la famiglia d’Amore, proprietaria della struttura dal 1653, intratteneva i suoi ospiti. Il castello è visitabile soltanto dal 2005.

Senza ripetere l’infelice uscita dell’allora ministro dell’economia, Giulio Tremonti, di cultura si mangia (eccome!) soltanto se c’è una visione comune per un bene pubblico. Le amministrazioni comunali hanno il dovere di riallacciare i legami dei cittadini con la loro storia, in particolar modo se a tenere le redini è il ministero competente. I casi ultimi di Monte Sant’Angelo, tra le dieci finaliste a capitale italiana della cultura per il 2025 e di Mesagne, nel Brindisino, nominata dalla Giunta regionale “capitale cultura di Puglia”, sono gli esempi più brillanti. Alla città messapica arriveranno nel corso dell’anno 300mila euro.

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Ma non basta, nel castello normanno-svevo della città sarà allestita dal 16 luglio all’8 dicembre di quest’anno una mostra, tutta made in Puglia, sul grande artista Caravaggio. Un colpo grosso per la città, ma anche per la cultura pugliese in generale, nell’ottica di un rilancio a 360 gradi delle bellezze storiche, artistiche e architettoniche che contraddistinguono il nostro territorio.

Silvio Detoma

DUE CASTELLI

Sorti diverse per le fortezze di Bari, sopra, e Lecce, a destra. Top sulle presenze il primo, arranca il secondo