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Di cultura si mangia, parola di castello!
LUCI E OMBRE
I castelli di Lucera e quello di Ugento, esempi opposti di come fare cultura e usarla come attrattore turistico
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Tra le attrazioni pugliesi non mancano i castelli, alcuni fiori all’occhiello di piccole cittadine, altre enormi roccaforti decadenti o mal gestite.
Quest’ultimo è il caso del castello “Carlo V” di Lecce. Un patrimonio importante, purtroppo snobbato dal giro turistico della città barocca preso dalle bellezze di chiese e palazzi. Ormai da qualche giorno il castello è passato, nella sua totalità, nelle mani della Sovrintendenza per le province di Brindisi e Lecce, dopo che già a dicembre era passato al demanio pubblico. Questo dopo due giorni di chiusura forzata per favorire il passaggio di consegne della parte che era gestita dal 2016 insieme al Comune. Una scelta costretta dal fatto che per visitare il castello erano necessari due biglietti con prezzi differenti, con due visite guidate, che però non è piaciuta ai cittadini ed evidentemente neanche alle opposizioni. A detta del sindaco Salvemini, però, ora l’intera struttura sarà riportata ad una completa valorizzazione, nella speranza che passi sotto l’occhio attento della Direzione Musei di Puglia che gestisce già l’anfiteatro leccese. Un obiettivo che porterebbe il castello, secondo il sindaco, ai livelli record di quello del capoluogo di regione.


Il castello normanno-svevo nella città vecchia di Bari è l’esempio di un rinnovamento graduale che sta portando frutti, soprattutto negli ultimi anni. Lo sottolinea il successo della mostra “Antichi popoli di Puglia. L’archeologia racconta”, vista al momento da oltre 13mila visitatori in due mesi e prorogata fino al prossimo 14 maggio. Una mostra prodotta interamente dal Ministero della Cultura, allestita dal 6 dicembre scorso. Anche la fortezza barese ha vissuto vari periodi di incuria, trascurata dai pochi turisti che giungevano a Bari Vecchia e visitabile soltanto in alcune parti. Con il graduale restyling in chiave marketing della città, dal 2014 il castello è entrato a far parte della Direzione Musei Puglia e nel 2017 ha ospitato tra le sue antiche stanze il G7 finanziario e ha accolto le delegazioni del G20 nel 2021. Dopo anni di restauro e messa in sicurezza ora è possibile visitarlo, in buona parte.

Al di là dei castelli di Lecce e Bari, fortezze e manieri sul territorio pugliese abbondano, dal più visitato Castel del Monte, nel territorio di Andria, ad altri sparsi per tutto il territorio, a volte anche nascosti.
Dal castello di Acaya e Copertino, nel Salento, fino a quello di Monopoli, Conversano e Mola di Bari, nel Sud Est Barese, per arrivare a quelli di Barletta, Manfredonia e Monte Sant’Angelo.
Tra i castelli pugliesi quelli di Lucera e Ugento rappresentano due realtà non soltanto agli antipodi della Regione, ma anche dal punto di vista della gestione, prima, e del recupero, dopo.
La fortezza svevo-angioina di Lucera, storicamente nota per aver ospitato il palazzo dell’imperatore Federico II, oltre a un importante insediamento musulmano, versa però in condizioni precarie. Soltanto nel 2016, dopo anni di attesa, la Regione Puglia ha stanziato 3 milioni di euro per il dissesto idrogeologico che interessa il versante collinare. Un anno dopo, nel 2017, anche dal Ministero sono arrivati altri 2 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione, anche se i lavori, a dire il vero, al momento non stanno portando a nulla. Il risultato è il degrado all’interno delle mura, miracolosamente ancora in piedi, e della torre della Leonessa, esempio mirabile dell’epoca angioina. Caso diverso è il “castello” di Ugento, tra i più imponenti della zona di Otranto. La città in cui sorge è al quinto posto tra le città più visitate la scorsa estate in Puglia ed ha inaugurato il 22 gennaio scorso il nuovo sistema culturale cittadino, che comprende oltre alla fortezza anche il rinnovato museo archeologico, la biblioteca di comunità e l’ex chiesa di Santa Filomena. Un risultato dovuto alla