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Omero non tira più ma in Puglia è diverso

I DATI

In foto a destra, le percentuali raccolte dal Mur sulle iscrizioni degli studenti pugliesi che hanno scelto i licei

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Il 30 gennaio si sono chiuse le iscrizioni per l’anno scolastico 2023/2024. Secondo i dati raccolti e condivisi dal Mur (Ministero dell’università e della ricerca) in testa alle preferenze delle famiglie italiane ci sono i licei nei loro vari indirizzi: 57,1% di nuovi iscritti contro il 56,6 dello scorso anno. I tecnici recuperano lo 0,2 (30,9 rispetto a 30,7) e i professionali scendono ancora dal 12,7 al 12,1. Ma il dato che più preoccupa è che se sono sempre elevate le percentuali di chi decide di continuare gli studi al liceo, sono in calo i ragazzi che hanno scelto il classico. Lo scorso anno, del totale degli studenti delle medie che sarebbero passati al liceo l’anno successivo, aveva scelto il liceo classico il 6,2%. Quest’anno, lo stesso dato, è sceso al 5,8.

“Credo sia necessario attivarsi per far comprendere che lo studio delle lingue classiche induce lo studente a stimolare la logica, così come un problema di matematica, e che sia necessario ridare il giusto spazio allo studio della storia antica, fin dalle scuole primarie”, ha dichiarato in un comunicato stampa il sottosegretario all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti, che ha aggiunto: “Esistono alcune correnti di pensiero che, con una sottile strategia, tendono a sminuire l’importanza della cultura classica, definendola inutile e superata. Va invece rilanciata l’importanza degli studi umanistici, vero e proprio pilastro della nostra cultura e delle nostre tradizioni”.

Analizzando nello specifico i dati, emergono numerose differenze da regione a regione: in Lombardia si registra il crollo più netto per il classico, ormai lo sceglie solo il 3,7% dei quattordicenni, mentre lo scientifico tradizionale perde consensi (11,7%) a favore di quello con l’informatica al posto del latino (9,9%). Mentre in Lazio il classico va ancora alla grande (9,2%) così come lo scientifico tradizionale (22% contro l’8,2 dell’opzione senza il latino). Da segnalare l’avanzata costante, da un lato del liceo linguistico che raccoglie sempre più consensi fra le ragazze (passando dal 7,4 al 7,7), dall’altro del liceo delle Scienze umane, che grazie all’opzione economico-sociale attrae sempre più ragazzi che pensano poi di proseguire gli studi in ambito economico o giuridico (11,2% contro il 10,3 dell’anno scorso).

Ma qual è la situazione nella nostra Puglia? I licei continuano a essere preferiti per il 56,6%, poco meno della media nazionale. I tecnici dal 30,2% e i professionali, conquistando il 13,2% del totale di iscrizioni, superano di oltre un punto la media nazionale ma perdono due punti percentuali rispetto a un anno fa (15%), distribuiti invece quest’anno tra i licei e i tecnici.Nello specifico, i licei classici vengono scelti dal 6,8%, un punto in più della media nazionale e il 27,3% opta per i licei scientifici.

I buoni risultati della Puglia possono deri- vare dalla condizione dei licei classici locali. A riguardo, ne abbiamo parlato con Alida Palmieri, vice-preside del Liceo Classico Statale Quinto Orazio Flacco di Bari, uno degli istituti più antichi della nostra regione che proprio quest’anno compie 90 anni di storia. “La nostra scuola, seguendo un trend che parte dagli ultimi due anni, ha avuto un gran successo nelle iscrizioni: vediamo un rimpolparsi notevole dei nostri studenti e ne siamo contenti. La discussione sul liceo classico va avanti da tempo, noi non solo ci avvantaggiamo di una qualità del nostro lavoro che cresce e di una comunità scolastica che ritrova identità dopo gli anni terribili del Covid-19, ma anche di tanta intelligentia locale che ci sostiene con i suoi interventi”. Uno dei punti di forza dell’istituto è stato anche l’approccio didattico nel pre e post pandemia: “Ci siamo applicati tutti seriamente e fruttuosamente nell’esercizio della didattica a distanza, ma didattica a distanza era, e la scuola è vita, non solo formativa, ma sociale. Il Covid-19 ha dato uno scossone incredibile, però è bastato riprendere con la frequenza in presenza che la crescita e la voglia di imparare degli studenti si è vista”. Complici anche della buona riuscita delle iscrizioni, sono stati proprio gli stessi studenti: “Da novembre a gennaio facciamo un’attività di orientamento in entrata per i ragazzi delle medie. I veri protagonisti oltre a noi docenti che abbiamo guidato labora- tori e alimentato la curiosità in chi avrebbe voluto probabilmente iscriversi sono stati i nostri alunni che, spontaneamente, hanno veicolato un orgoglio di appartenenza e di scelta molto forte. Noi riteniamo che il successo delle iscrizioni di quest’anno sia dovuto in buona misura a questo, cioè la comunicazione da alunni che ci sono agli alunni che ci saranno e ha funzionato, quindi la passione è forte. Il quadriennale di indirizzo internazionale (tipologia in cui gli alunni studiano una lingua straniera in più, coadiuvata a materie come la storia o la filosofia) si è riconfermato e il corso continua con i numeri soliti: riusciamo a formare due classi in più di quanto non ne avessimo prima e passare da 7 a 9 non è poco per noi”.

Sul liceo classico restano però i soliti luoghi comuni. Chi vi scrive lo ha frequentato e può affermare che non ti spiega “come” funziona il mondo, ma in compenso ti abitua a chiederti “perché”. Come detto da Massimo Gramellini in uno dei suoi ultimi “Caffè”, “il classico è come la cyclette: mentre ci stai sopra, fai fatica e ti sembra che non porti da nessuna parte. Ma quando scendi, scopri che ti ha fornito i muscoli per andare dappertutto”.

L’ISTITUTO

Veduta esterna dell’ingresso monumentale del Liceo Classico Statale Quinto Orazio Flacco di Bari

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