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All’università di Bari la matematica si chiama Rosa o Pia
Determinante per l’aumento di immatricolazioni femminili la copertura del 75 per cento delle tasse per le studentesse con Isee sotto i 30mila euro duzione delle tasse per le donne che avrebbero optato per i percorsi Stem, l’università “Aldo Moro” ha voluto sottolineare altre iniziative volte a raggiungere questo obiettivo. Sul tema delle politiche “Gender equality”, infatti, è stato ribadito ancora una volta l’impegno nel regolamento per la concessione del logo e del patrocinio soltanto negli eventi che garantiscono la parità di genere. Questo anche attraverso provvedimenti regolamentari destinati a potenziare le opportunità di accesso per le donne alle cariche elettive e con la modifica, introdotta lo scorso anno.
La matematica è donna all’università di Bari. Con buona pace di chi pensa che alcuni mestieri siano ancora una prerogativa esclusiva di un unico sesso, aumentano sempre più le donne che si iscrivono a matematica e ai percorsi Stem (acronimo inglese che sta per scienze, tecnologia, ingegneria e, appunto, matematica, più in generale). Lo si legge sulla pagina Facebook del dipartimento di Matematica della “Aldo Moro”, che riprende un’inchiesta di “Repubblica Bari”, i cui dati mostrano come sia cresciuto dal 51,1% dello scorso anno al 57% il numero di studentesse iscritte al corso di laurea.
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A favorire l’aumento di immatricolazioni femminili nell’università del capoluogo regionale influiscono in maniera determinante le agevolazioni studiate e introdotte per questi percorsi. Tra le principali misure, spicca in modo particolare la copertura del 75% delle tasse per le studentesse con un Isee inferiore ai 30mila euro.
L’UNIVERSITÀ DI BARI


In alto alla pagina, l’Ateneo del capoluogo regionale. Qui sopra, una ripresa del dipartimento di matematica
«Un risultato incoraggiante che mostra segni di crescita anche nelle altre discipline correlate», si legge ancora sulla pagina social del dipartimento, a dimostrazione di come la decisione dell’università barese si sia rivelata azzeccata. L’Ateneo del capoluogo regionale si conferma in prima linea nella battaglia per ridurre il gender gap nel mondo accademico in generale e nelle discipline scientifiche più in particolare.
Proprio in occasione dell’annuncio della ri-
Ma non è tutto, perché l’università barese, in collaborazione con altri istituti, ha creato anche un percorso di studi interamente dedicato al tema. Nel capoluogo pugliese è stato varato, infatti, il primo dottorato di ricerca in tutta Italia sui “Gender studies”, insieme all’università di Macerata e alla scuola universitaria superiore “Sant’Anna” di Pisa, ma anche con la “Humboldt-Universität” di Berlino e con la “Bergische Universität” di Wuppertal.
Come se non bastasse, proprio in questi giorni, l’11 febbraio, si è celebrata l’ottava “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”. Anche in questo caso l’università di Bari ha offerto il proprio supporto. In vista della ricorrenza, infatti, il dipartimento di “Scienze della terra e geoambientali” di UniBa ha organizzato un evento dal titolo “Geologia e innovazione: dalle pioniere ai giorni nostri”, un vero e proprio viaggio dal passato al presente, con l’obiettivo di ricordare le geoscienziate che, con le proprie ricerche pioneristiche, hanno contribuito al progresso scientifico in ambito geologico.
Inoltre, tra le altre iniziative mirate a promuovere le carriere scientifiche, in particolare tra le ragazze, con cui l’università di Bari collabora, ci sono “Next-Land”, “STE@M” della Regione Puglia, “STEAMiamoci” di Assolombarda e “NERD? Non È Roba per Donne”.Il primo progetto, in particolare, proprio in questi giorni ha organizzato due appuntamenti di attività laboratoriali nelle scuole secondarie di primo grado “G. Verga”, “G. Carducci” e “C. Levi” organizzate da docenti dei dipartimenti di Matematica, Scienze della terra e geoambientali, Informatica e Ricerca e innovazione umanistica dell’università di Bari, in collaborazione con il MuMa (Museo della Matematica) e con in SiMA (Sistema Museale di Ateneo). L’iniziativa, di respiro nazionale, per la città di Bari è stata co-progettata con l’università “Aldo Moro” e si propone di far conoscere le discipline Stem attraverso un approccio artistico, creativo e culturale, favorendo lo sviluppo della persona e dei talenti. Le attività laboratoriali coinvolgono adolescenti provenienti dai contesti più difficili della città.
Emanuele Saponieri
«Accanto a quella finanziaria, abbiamo organizzato una politica di orientamento sul tema delle iscrizioni femminili ai percorsi Stem. Per noi è importante seguire una linea di coerenza sulle politiche di genere». Ad affermarlo è il rettore dell’università degli studi di Bari “Aldo Moro”, Stefano Bronzini.
Rettore Bronzini, come commenta l’aumento delle iscrizioni femminili a matematica?

«Innanzitutto vorrei sottolineare che c’è stato un incremento anche per il corso di chimica. Questo è dovuto anche alle politiche finanziarie dell’università, che ha favorito le iscrizioni al femminile con dei benefit sul sistema di tassazione».
Quanto hanno influito queste misure?
«Credo abbiano influito, ma non in maniera caratterizzante. Noi abbiamo anche organizzato una politica di orientamento al riguardo, che si somma a quella finanziaria della tassazione. Pensiamo di procedere così anche nei prossimi anni, perché sono ambiti disciplinari di primaria importanza, che possono avvalersi di personale al femminile che poi trova allocazione anche nelle grandi aziende, molto interessate a questo fenomeno dell’aumento delle iscrizioni. È una delle politiche di genere che abbiamo perseguito».
In questo senso l’università di Bari vuol confermarsi in prima linea?
«Per noi era prioritario seguire una linea di coerenza su tutto. La prorettrice è donna e sono aumentate le donne nelle posizioni di vertice all’interno dei vari dipartimenti. Inoltre, stiamo favorendo le iscrizioni nelle lauree Stem e abbiamo anche varato il regolamento alias. Quello dell’identità di genere è un tema molto complesso e articolato, per cui abbiamo investito tanto sul counseling psicologico, accompagnando studentesse e studenti anche in questo percorso. È la prima università che assume psicologi».
Obiettivi per i prossimi anni?
«Sicuramente confermeremo queste linee sulla tassazione, ma io, se i bilanci lo consentiranno, vorrei anche incrementarle. Il mio obiettivo è vedere una continuità nelle iscrizioni femminili alle lauree triennali, alle magistrali e ai dottorati di ricerca anche in altri ambiti».
E. Sap.