Qui Ticino... a voi missionari, Anno 53, numero 193, marzo 2021

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Anno 53, numero 193

Qui Ticino...

...a voi missionari

marzo 2021 Periodico trimestrale ticinese del Gruppo Medaglia Miracolosa di Mendrisio attivo dal 1960 www.medaglia-mendrisio.org

Buona Pasqua di Risurrezione!


Vita dell’Associazione...

Notizie ed avvisi Calendario Mariano Missionario calendar-alt Martedì, 27 aprile 2021 Incontro mensile nella chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 Santo Rosario meditato; ore 20.00 Santa Messa. calendar-alt Giovedì, 27 maggio 2021 Incontro mensile nella chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 Santo Rosario meditato; ore 20.00 Santa Messa. Segue Assemblea Ordinaria Annuale.

GRAZIE DI CUORE a tutti i benefattori, associati e amici dell’Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa” di Mendrisio per tutte le generose offerte giunteci durante l’anno 2020. Rammentiamo che ogni sabato dell’anno 2021, padre Luigi Gabaglio, missionario Comboniano in Uganda, celebra una Santa Messa per tutte le necessità degli associati e benefattori, vivi e defunti, della nostra Associazione. Di nuovo “GRAZIE” per il vostro costante sostegno spirituale e materiale a favore delle missioni e delle persone più bisognose.

Tutti gli incontri si svolgeranno in base alle normative vigenti sulla pandemia Covid-19. Eventuali mutazioni saranno annunciate sui quotidiani e sul nostro sito internet.

La colomba della pace porti tanta serenità nei cuori e Gesù Risorto vegli su tutti noi.

Il vostro contributo alla nostra Associazione è deducibile dalle tasse! L’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio è un ente senza scopo di lucro e ha un fine di pubblica utilità; in tale qualità è esente da imposta. I nostri benefattori possono quindi dedurre dal proprio reddito i contributi elargiti alla nostra Associazione se raggiungono almeno 100 franchi all’anno e non superano il 10% dei proventi imponibili. Trattenete le relative ricevute postali o bancarie per giustificare all’autorità fiscale il vostro diritto alla deduzione. Chi desidera un attestato per la dichiarazione delle imposte può richiederlo al nostro segretariato telefonando oppure via email.

Accetta che Gesù entri nella tua vita ed accoglilo come amico con fiducia.

Lui è la vita! Impressum Editore: Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa”, Mendrisio Direzione, redazione e amministrazione: via Carlo Croci 6, 6850 Mendrisio telefono: +41 91 646 28 20 email: quiticino@medaglia-mendrisio.org internet: www.medaglia-mendrisio.org Orari apertura segretariato: Lunedì - Venerdì: 09:00-11:30 / 14:00-17:00 Direttore Responsabile: don Claudio Premoli Redazione: Carla Bernaschina, Stefania Bazzurri, Florindo Brazzola, don Claudio Premoli, Michele Faul Impaginazione e Grafica: Michele Faul Tipografia: La Buona Stampa SA, via Fola 11, 6963 Pregassona

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Abbonamento: Di qualunque offerta, indipendentemente dal modo di versamento, 4 franchi danno diritto all’abbonamento.


Verso la Pasqua

Pensiero dell’Assistente...

chiunque chiede riceve

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al Figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliene chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la legge e i profeti”. (Mt 7,7-12)

Gesù, con la tua Risurrezione ci hai mostrato a quale destino siamo chiamati. Se ti seguiamo sinceramente e fedelmente, soprattutto sulla via della Croce, - una via dura, ardua, faticosa arriveremo certo alla salvezza. Il Padre ci verrà incontro abbracciandoci - che abbraccio amoroso e intenso sarà! -. Giungeremo alla comunione piena e perfetta con te, al possesso completo della vita divina, alla contemplazione beatifica della Trinità … È possibile, forse, desiderare qualcosa di più? E allora Signore, donaci, - oltre che di saper portare la nostra croce con amore e serenità, confidando solo nel tuo aiuto e nella tua misericordia di saper credere che nelle nostre quotidiane fatiche tu ci sei vicino e ci sostieni anche quando non ti vediamo o non comprendiamo i tuoi disegni. Concedici di vivere nella sicura speranza che dopo aver camminato seguendo le tue orme condivideremo la tua stessa vita, beata ed eterna, in cui la nostra felicità sarà la contemplazione eterna del tuo volto.

Scenda o Signore, la tua misericordia su coloro che ti supplicano; la sapienza che viene dall’alto ispiri la loro preghiera, perché possano ottenere i doni che invocano con fiducia (Orazione sul popolo, Messale Romano). don Claudio Premoli, assistente

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Progetti per le missioni...

Un seminario vincenziano di periferia A un secolo di presenza a Bikoro, Repubblica Democratica del Congo, la Congregazione della Missione (C.M.) dei Padri Lazzaristi avrà un seminario nella vicina località di Ekata. La costruzione degli alloggi per i seminaristi e per gli insegnanti, delle aule, della cappella, dell’impianto fotovoltaico e della trivellazione per l’acqua prevede un costo di circa 356’000 franchi. Nel settembre 2020 padre Tomaž Mavrič C.M., Superiore Generale Vincenziano, in visita al nostro segretariato, ci aveva anticipato i contenuti.

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Carissimi amici, ho ancora viva memoria della vostra gentilissima e calda accoglienza nel vostro ufficio di Mendrisio avvenuta lo scorso 21 settembre 2020. È stato un piacere incontrare persone come voi, convinti Mariani e Vincenziani, che state cercando di aiutare i meno fortunati della vita nelle periferie geografiche del mondo. Mi sono rallegrato nel notare che quando parlavamo avevamo lo stesso linguaggio, la stessa preoccupazione per i poveri e, in un certo senso, la stessa metodologia nel servirli. La presenza missionaria dei Lazzaristi nell’odierna Repubblica Democratica del Congo iniziò a Bikoro nel 1925. La missione era stata fondata con tanto sudore e fatica e aveva visto la vita di tanti nostri confratelli spezzarsi prematuramente a causa di svariate malattie tropicali. Tutta questa sofferenza e fatica, però, hanno sparso il seme del nostro carisma che oggi sta fiorendo in grande quantità e varietà di colori e sta rendendo ancor più bella quella regione. Di fatto, il territorio missionario tradizionalmente a noi affidato ha dato origine a tre diocesi nella chiesa congolese. Per questo, se per la geografia del Congo, Bikoro è fuori mano e difficile da raggiungere, per noi Lazzaristi è il cuore della nostra missione, il centro da cui siamo partiti e dove vogliamo ancora rimanere per continuare l’evangelizzazione. La periferia geografica ed esistenziale, ci dice Papa Francesco, deve essere il punto di partenza di qualsiasi missione e per noi Vincenziani è solo una conferma delle nostre convinzioni. La Chiesa Cattolica locale non esisteva quando i nostri primi missionari belgi s’insediarono a Bikoro. La loro preoccupazione non fu di installare la C.M. bensì la Chiesa Cattolica come tale. Bikoro ebbe la prima sede vescovile nella casa della missione. I primi vescovi furono i nostri, quindi, andavano avanti nella loro opera missionaria senza preoccuparsi di separare quel che apparteneva alla C.M. o

alla Diocesi di Bikoro. Ora che ci sono nuovi vescovi nativi, tutte le costruzioni sono riconosciute dalla C.M. come immobili della Diocesi. La gente di Bikoro, vedendo che i Lazzaristi hanno avviato un cammino indipendente, ha donato loro quindici ettari di terreno a Ekata, nella periferia di Bikoro, presso il lago Tumba, come segno di riconoscenza per il lavoro missionario svolto per quasi un secolo.

Qui i Lazzaristi intendono quindi costruire il Seminario Interno dove s’imparano a conoscere il carisma, la spiritualità, la vocazione e la natura della missione vincenziana, la sua storia e le sue tradizioni. Ekata è vicina al cuore della presenza storica dell’inizio della nostra Missione. È vero che è lontano dal centro, però, per noi Vincenziani il centro è la periferia dove vivono i poveri, i lontani, i bisognosi. Qui, un confratello ha circa trenta comunità di base da seguire perché i preti diocesani non vogliono andare in questa zona periferica. I nostri seminaristi devono essere quindi allenati a questo tipo di apostolato. Per vostra conoscenza vi invio il progetto aggiornato dal Visitatore del Congo, padre Bernardin Yoka. Ringrazio di tutto cuore a nome mio personale, di tutta la Congregazione della Missione, in modo speciale della Provincia del Congo, per la vostra disponibilità nel sostenere, con questo progetto, tante vocazioni alla vita consacrata e alla nostra famiglia vincenziana. Vostro fratello in San Vincenzo. padre Tomaž Mavrič


Progetti per le missioni...

Un ambulatorio al campo profughi di Yoro Le suore Comboniane in Uganda, visto le difficoltà in cui vivono i profughi sudanesi, nel campo profughi di Yoro (Uganda), desiderano costruire una semplice struttura che al mattino funga da ambulatorio e al pomeriggio diventi un centro per l’attività con le donne. Suor Luigina Frison, superiora provinciale delle Suore Missionarie Comboniane in Uganda, chiede il nostro aiuto per la realizzazione di questo progetto. Cari amici, accompagnata da due mie consorelle, suor Angelina Nyakuru e suor Giovanna Calabria, sono giunta piena di speranza e gioia al Campo profughi di Yoro. La strada sterrata che dalla cittadina di Arua porta al campo era buona perché non pioveva già da qualche settimana e quindi da Arua, dove risiede la nostra comunità, abbiamo potuto raggiungere il campo in poco più di un’ora. Qui risiedono suor Janet e suor Joyce, incaricate di iniziare la missione tra i rifugiati Sudanesi. Le sorelle vivono in questo luogo già da alcuni mesi ma l’arrivo del Covid ha posticipato l’inizio della loro attività. Diciamo che è stato un ritardo provvidenziale nel senso che in questo frattempo suor Janet e suor Joyce hanno potuto fare i primi sopraluoghi ed avere contatti, relazionarsi con le varie autorità del posto e così capire meglio come offrire i nostri servizi, riflettendo sulle possibili soluzioni che cerco di condividere qui di seguito. I servizi richiesti dalla comunità dei rifugiati sono principalmente due: sanità e promozione/sviluppo delle donne, soprattutto con attività educative. Possiamo rispondere ad entrambi i bisogni ma lo dobbiamo fare rimanendo al di fuori del campo stesso, essendo molto complicato inserirci dentro questa area affidata alla giurisdizione delle Nazioni Unite, le quali richiedono pratiche burocratiche infinite che poi ci obbligherebbero a rimanere e agire secondo i loro parametri.

Abbiamo contattato il Vescovo della regione monsignor Sabino e il coordinatore sanitario della Diocesi che ci hanno suggerito e incoraggiato a seguire un’altra pista molto più veloce ed efficace: acquistare noi un appezzamento di terreno adiacente al campo profughi e costruire una semplice struttura, tipo una sala polivalente che potrebbe essere adibita ad ambulatorio durante la mattina e centro per l’attività con le donne il pomeriggio. I casi di malattia più seri saranno deferiti ai due centri sanitari che distano una decina di chilometri. Le sorelle potrebbero provvedere un servizio di ambulanza usando la macchina della comunità. A noi è sembrata un’ottima soluzione e ha dato una carica di gioia ed entusiasmo a me e soprattutto alle mie due consorelle Janet e Joyce che stavano ormai scoraggiandosi davanti alle numerose difficoltà incontrate. Insieme stiamo ora già sognando i diversi piani di lavoro. L’aiuto di Dio e l’aiuto di tanti amici che ci vorranno dare una mano sappiamo che non mancherà! Sempre insieme, dobbiamo “innamorarci” di questi nostri fratelli che vivono nel bisogno e che devono confrontarsi ogni giorno con realtà faticose che incontrano lungo la loro strada di rifugiati, una strada sempre in salita dove è difficile scorgere la luce alla fine del tunnel… e chissà ancora per quanto tempo dovranno continuare a vivere “in terra straniera” come racconta il Salmista!

Suor Janet, suor Joyce e tutte noi suore Comboniane della provincia d’Uganda, non ci vergogniamo a stendere e stringere la mano per raggiungere più mani possibili, anche in tempo di Covid, per poter soccorrere chi è nel bisogno. Insomma, insieme vorremmo vivere in solidarietà con questi nostri fratelli emarginati e farli sentire che il mondo e la Chiesa non si sono dimenticati di loro. Ci aiuterete a fare questo? Sarà solo una goccia? Non importa: di tante gocce è fatto il mare! Il Signore vi benedica. Con riconoscenza e stima. suor Luigina Frison

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Progetti per le missioni...

Una missione da realizzare e da sostenere Padre Juarez Dalan, missionario brasiliano da noi ben conosciuto, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma, come responsabile delle missioni dei Giuseppini, è ritornato nella sua patria per essere missionario fra la sua gente. Con grande impegno ed entusiasmo sta lavorando nella periferia della città di São Paulo, dove i bisogni sono tanti. Chiede il nostro aiuto affinché la sua gente possa vivere dignitosamente e guardare con speranza al futuro. Carissimi amici, con gioia e speranza ho ricevuto la vostra lettera di sostegno per la missione che ho assunto alcuni mesi fa, qui nella periferia della città di São Paulo in Brasile, capitale dell’omonimo Stato.

La popolazione è formata prevalentemente di immigranti che arrivano dal nord-est del Brasile, alcuni stranieri dalla Bolivia in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Alcuni trovano lavoro nelle aziende e nelle famiglie al centro della città. La grande maggioranza sono lavoratori informali e venditori ambulanti. Con l’avvento della pandemia è cresciuta notevolmente la disoccupazione. In questo periodo molte famiglie hanno bisogno di riparare il tetto delle loro case. Le forti piogge degli ultimi giorni hanno danneggiato molte case. Molte famiglie hanno bisogno del cibo quotidiano. In una piccola comunità vogliamo costruire due sale per stabilire un centro comunitario di coordinamento dell’assistenza sociale. La zona è molto bisognosa. Oltre all’impegno della Parrocchia, manteniamo una piccola scuola serale per adulti che imparano a scrivere e leggere. Ricevono un pacco di alimenti ogni mese e formazione in generale oltre l’avviamento agli organi competenti per quanto riguarda la sanità e la documentazione di cui hanno bisogno. Vicino alla parrocchia funziona il Centro Sociale diurno, di cui il parroco è il direttore legale, che accoglie 140 bambini/ragazzi dai sei ai quattordici anni. Fanno un turno a scuola e uno con noi, per il pranzo, la merenda e attività complementari. Per questo servizio c’è un aiuto parziale dello Stato.

La parrocchia dove opero (Nossa Senhora da Penha) conta 70/80 mila persone. La struttura della chiesa è stata rifatta cinque anni fa. Gli altri spazi sono molto piccoli e hanno bisogno di ristrutturazione. Ci sono anche tre Cappelle e una comunità, vincolate alla chiesa madre.

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La gente vive in case molto semplici, costruite senza nessuna pianificazione. Molte costruite sui monti e altre letteralmente sul fiume che scende dalla collina (palafitas).

ll nostro sogno per il futuro è di riuscire ad ampliare degli spazi, magari acquistando qualche terreno per costruire un centro per accogliere i disoccupati. Con il cambiamento del mondo del lavoro bisognerà reinventare nuove attività in autonomia, qualche cooperativa, incoraggiare la condivisione e lo spirito collaborativo. La sfida è grande ma sarà importante affrontare i nuovi tempi con nuove iniziative. Grazie per quello che fate e che potrete fare per questa missione in terra brasiliana. Un cordiale saluto e una benedizione speciale a tutti gli amici e sostenitori dell’Associazione Medaglia Miracolosa. padre Juarez Dalan


Vieni e facci trasalire di gioia

Preghiamo e meditiamo insieme...

Signore Gesù, morto e risorto per noi, vieni a rischiarare della tua luce il nostro mattino... Il tuo saluto ci faccia trasalire di gioia, mettendo in fuga i nostri dubbi e le nostre paure. Vieni Gesù e come facesti con Maria Maddalena, chiamaci per nome, con quel nostro nome segreto, che solo tu conosci, tu che scruti l’intimo dei cuori. Pervasi dalla tua luce gloriosa, andremo ad annunziarti a tutto il mondo portando nel nostro corpo il profumo della tua carne risorta, primizia della nostra risurrezione. Amen! Alleluia! Annamaria Canopi

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Testimonianza...

Al Carmel apre una scuola agricola al tempo della pandemia di coronavirus Bangui (Repubblica Centrafricana), 6 gennaio 2021 “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri… non impareranno più l’arte della guerra”. Quando il profeta Isaia annunciava questa radicale riconversione industriale post-bellica, che avrebbe portato finalmente la pace per Gerusalemme, forse non avrebbe immaginato che le sue parole sarebbero state, in un certo senso, un annuncio di speranza e un sogno possibile anche per la città di Bangui e per tutto il Centrafrica. Il Centrafrica vive, ancora una volta, giorni difficili. Nelle ultime settimane, diversi gruppi di ribelli, nell’intento di destabilizzare il paese, impedire le elezioni e, probabilmente, raggiungere la capitale per l’ennesimo colpo di stato, hanno seminato paura in numerose città. Saccheggi di uffici pubblici e scontri armati, divampati come fuochi nella savana, ci hanno come riportato alla casella di partenza, cioè alla guerra iniziata nel 2013 e dalla quale – lo sapevamo bene – non eravamo del tutto usciti. Milizie armate un tempo nemiche – Selekà e Anti-balaka – si sono addirittura alleate pur di arrivare al potere. Al momento non si contano molte vittime e l’elemento confessionale, che aveva caratterizzato in precedenza il conflitto, è per fortuna assente. Si tratta, molto più semplicemente, di una lotta per il potere che ha trovato il fattore scatenante nell’esclusione, tra i candidati alla presidenza, dell’ex capo di stato François Bozizé (sul quale pende un mandato di arresto internazionale), salito al potere nel 2003 con un colpo di stato e destituito a sua volta, dieci anni dopo, con un altro colpo di stato. Se la situazione non è precipitata è solo grazie al contingente di pace dell’ONU e alla presenza di altri militari stranieri, tra cui i russi e i ruandesi. Com’era immaginabile, le elezioni del 27 dicembre sono state fortemente perturbate e incerte fino all’ultimo. Di fatto, in molte città e villaggi non è stato possibile votare, sia perché il materiale elettorale non è arrivato, sia perché gli elettori sono stati minacciati e, presi dalla paura, hanno preferito non recarsi ai seggi. In alcuni casi, i ribelli si sono addirittura impossessati delle urne per poi bruciarle. Il presidente uscente, Faustin Archange Touadera, è dato per vincente, ma il risultato sarà sicuramente contestato. Davanti a noi si apre, purtroppo, un periodo buio e che non si risolverà né facilmente né rapidamente.

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Alcuni giorni prima del voto, avevamo programmato di recarci nella nostra missione di Bozoum,

a 380 km a nord dalla capitale, per aprire le celebrazioni del 50° del nostro arrivo in Centrafrica e, soprattutto, per la professione solenne – cioè l’impegno definitivo nell’Ordine – di fra Martial e fra Jeannot-Marie. Iniziamo il viaggio di buon mattino, ma, quando stiamo per uscire dalla città, siamo informati dell’arrivo dei ribelli proprio a Bozoum. Impossibile proseguire. Impossibile fare la professione solenne a Bozoum. Ma com’è difficile fare marcia indietro! Non ho mai visto i miei confratelli così arrabbiati e scoraggiati. Tuttavia, nonostante l’improvviso cambio di programma, fra JeannotMarie mi rassicura: “Mon père, per quanto ci riguarda, la professione solenne si può fare anche stasera ai Vespri”. Il desiderio e l’urgenza dei miei due giovani confratelli di pronunciare il loro per sempre a Dio nel Carmelo, anche se in condizioni non previste e con i ribelli che potrebbero arrivare in capitale da un momento all’altro, mi edificano e c’incoraggiano a prendere la decisione di fare la professione non più a Bozoum, ma a Bangui. Tutta la comunità si mobilita e domenica 20 dicembre, fra Martial e fra Jeannot-Marie diventano Carmelitani per sempre. La professione solenne è il giorno che ogni frate ricorda come il più bello della propria vita. Un giorno preparato e atteso da lunghi anni. Purtroppo i nostri confratelli, dai quali ci separano centinaia di chilometri e centinaia di ribelli, non hanno potuto raggiungerci. Ma li sentiamo ugualmente vicini in un forte abbraccio di fraternità e in un’invisibile barriera di pace della quale il paese ha più che mai bisogno.

Per fortuna tanti piccoli cantieri di pace cercano di strappare un po’ di terreno alla guerra e alla povertà. Uno di questi piccoli cantieri è stato aperto anche al Carmel dov’è nata, alcuni mesi fa, una piccola scuola agricola. In Centrafrica il 75% della popolazione vive di agricoltura contribuendo al 50% del PIL. Sebbene un quarto della sua superficie sia costituito da terre arabili, purtroppo solo il 5% è effettivamente coltivato. Il paese, inoltre, dispone di buone risorse idriche e di un clima fa-


Testimonianza... vorevole. Purtroppo tale potenziale non è adeguatamente sfruttato ed è praticata solo un’agricoltura di sussistenza che ha l’inevitabile effetto che il 50% della popolazione si trovi in situazione d’insicurezza alimentare. È in tale contesto che è nata la “Scuola Agricola Carmel”, un piccolo seme in un grande campo tutto ancora da arare e coltivare. All’origine di questa scuola c’è un grande sogno dell’instancabile padre Anastasio Roggero, il fondatore della missione di Bangui, il quale vorrebbe vedere ogni metro quadro del Centrafrica occupato da un albero. I metri quadri del Centrafrica sono tanti e quindi si è dovuto accontentare di un centinaio di ettari acquistati, più di 20 anni fa, alle porte di Bangui. In questa grande superficie di terreno, nel corso degli anni, sono stati creati un grande palmeto con relativo oleificio, un allevamento di bovini, un pollaio, un ricco vivaio di piante tropicali, un grande orto, una piccola piantagione di ananas, papaye e caffè… Indubbiamente il quadro ideale per una scuola agricola che, grazie ad un finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana tramite l’8xmille, è stata ultimata lo scorso anno. Nel mese di novembre la scuola ha finalmente aperto le porte e quasi quaranta giovani – tra cui anche una decina di ragazze – si sono iscritti ai corsi. L’obiettivo della scuola è quello di offrire una formazione che permetta a questi giovani di diventare un giorno dei piccoli imprenditori agricoli. Grazie all’aiuto di tanti amici e al loro entusiasmo – a volte più del nostro! – e grazie soprattutto alla tenacia del mio confratello padre Arland, ora la scuola funziona e ogni giorno impariamo a farla funzionare meglio. Nel 1964 Paolo VI, proclamando san Benedetto messaggero di pace e patrono d’Europa, affermava che i monaci con la croce, il libro e l’aratro avevano trasformato ciò che restava dell’Impero romano annunciando il Vangelo, salvando il patri-

monio della cultura antica, insegnando l’arte della coltivazione della terra. I Carmelitani, che non sono monaci come i benedettini, insieme a tanti altri missionari e religiosi autoctoni, svolgono per il Centrafrica la stessa opera che fu dei monaci in Europa, offrendo il loro piccolo contributo per migliorare ciò che resta dell’Impero centrafricano di Jean-Bedel Bokassà. E questo è forse ancor più vero per il convento del Carmel di Bangui, la missione in cui vivo da sette anni, dove una comunità di giovani frati vive le sue giornate alternando la preghiera, lo studio, l’annuncio del Vangelo, l’accoglienza, l’aiuto ai poveri, il lavoro e, ora, anche una piccola scuola agricola. Il seme, gettato umilmente a Bozoum il 16 dicembre 1971 dai quattro miei confratelli italiani, è ormai diventato un albero, i primi frutti sono ormai maturi e altri stanno germogliando. Ed è a questi giovani che appartiene la sfida e il privilegio di continuare l’opera dei primi missionari e di scrivere – con la croce, il libro e l’aratro… al ritmo dei tam-tam – la storia dei prossimi cinquant’anni del Carmel in Centrafrica. Poi è arrivato Natale. La gente, nonostante la paura che ancora avvolge il paese, ci raggiunge, numerosa come sempre, per celebrare con noi l’Eucaristia che, al termine, si trasforma in un’esplosione di canti e di danze. Anche i miei confratelli danzano instancabili fino a notte inoltrata. In Africa, tutto, tranne la guerra, si può fare danzando. E la danza dei miei confratelli mi sembra una supplica, quasi un esorcismo, perché il paese sia liberato dalla guerra e possa vivere in pace. Unitevi anche voi a questa supplica e a questa danza affinché il Centrafrica possa conoscere al più presto giorni di pace. padre Federico Trinchero

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Notizie dalle missioni...

Qui Missionari... a voi Ticino Portoviejo (Ecuador), 26 novembre 2020 Carissimi amici, membri e benefattori, un caro saluto da Portoviejo, nella Provincia di Manabi, sulla costa pacifica dell’Ecuador. Con grandissima gioia vi informo che i lavori concernenti la costruzione della Cappella di Santa Maria Assunta, per il villaggio rurale di Maconta Adentro, sono finalmente finiti.

villaggio ogni quindici giorni. Vorrei trasmettervi il ringraziamento della Comunità di Maconta Adentro per il dono che ci avete fatto. Non avremo modo di ripagare tanta generosità, ma assicuriamo la nostra preghiera affinché il Signore vi benedica e la nostra Santa Madre vi custodisca col Suo materno e tenero sguardo. Infinite grazie. Un fraterno e caro saluto. padre Walter Coronel Lahore (Pakistan), 8 dicembre 2020

Il vostro prezioso contributo di 7’000 franchi ci ha permesso con immensa gioia di offrire ai membri della Comunità di Maconta Adentro uno spazio dove incontrarsi per celebrare l’amicizia col Signore nei sacramenti. Subito dopo l’arrivo del vostro dono abbiamo cominciato con i lavori di costruzione e insieme ad altri contributi di amici e benefattori e il pregiato lavoro comunitario siamo riusciti, nonostante le dure condizioni in cui ci ha posto la pandemia, a finire i lavori di costruzione della chiesetta e per la festa di Cristo Re abbiamo potuto celebrare la Messa di benedizione della nuova cappella.

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Purtroppo le restrizioni imposte dalla pandemia, non ci hanno permesso di celebrare la Santa Messa con tutti i membri della comunità, ma soltanto con venticinque persone… Nonostante tutto, la partecipazione spirituale della comunità è sempre assicurata a turni per le celebrazioni eucaristiche, che sono stabilite per ogni

Carissimi amici tutti, saluti dal Pakistan e buona festa dell’Immacolata! Eccomi a formularvi i ringraziamenti della famiglia Munir per l’aiuto ricevuto per la costruzione di un secondo piano della loro attuale abitazione, che era costituita da una camera singola con bagno in comune con altre famiglie. Ora la famiglia Munir ha una camera in più con servizi ed ha ovviamente un impatto molto positivo sull’intera famiglia. Il vostro contributo ha infuso in loro coraggio per andare avanti con fiducia, speranza e fede in un futuro più luminoso. Unisco una fotografia fatta all’inizio della costruzione… Vi ringrazio di cuore per questo generoso aiuto che ha contribuito ad assicurare una vita migliore a questa famiglia. Il Signore vi ricompensi di tutto! Con viva riconoscenza e affetto. suor Ida Porrino Kampala (Uganda), 12 dicembre 2020 Carissimi amici, fra qualche giorno sarà Natale e niente e nessuno potrà privarci di celebrarlo, nemmeno il Covid-19. Un evento di portata storica così universale che è


Notizie dalle missioni... successo nel nascondimento e nell’indifferenza quasi totale della gente di duemila anni fa ci porta quest’anno particolare a viverlo di più nella sua verità e autenticità. Questo nemico invisibile, che oltre ad avere scatenato lutti imprevisti e prematuri sta mettendo in seria discussione le nostre sicurezze, può diventare l’occasione per una ripartenza o meglio una rinascita da questa Nascita speciale che apre il cammino per una umanità nuova. In molti mi hanno chiesto se anche qui in questa periferia del mondo ci sia il virus. Sì, è arrivato anche qui e, non avendo dati più precisi per mancanza di tamponi effettuati, tutto è lasciato all’incognito. Sta di fatto che a metà novembre tre dei nostri missionari della regione centrale dell’Uganda ci hanno lasciati a causa di questo virus. Le nostre strutture sanitarie molto precarie si sono trovate spiazzate ad affrontare l’emergenza in corso. Le mascherine speciali e i gel disinfettanti sono beni non facilmente accessibili alla povera gente che si è arrangiata con fazzoletti o sciarpe improvvisate. Il governo ugandese è uno dei pochi dell’Africa che ha preso delle misure più drastiche con un lungo lockdown di sei mesi che, se da una parte ha frenato il diffondersi del virus, dall’altra ha ridotto alla fame moltissima gente. Se i morti non sono paragonabili ai numeri dei paesi europei o dell’America, le conseguenze catastrofiche sono evidenti… Come Diocesi abbiamo puntato molto sulla prevenzione usando i nostri poveri mezzi per informare la gente della gravità della situazione, insegnando i comportamenti base per contenere il più possibile il contagio. Radio Maria ha organizzato programmi specifici e le nostre macchine attrezzate di altoparlante hanno girato nei villaggi ripetendo le informazioni utili per affrontare l’emergenza. Con la situazione di insicurezza che si è creata qualcuno ne ha approfittato per procurarsi qualche fucile e ritornare a fare razzie di bestiame e beni comuni nei villaggi più isolati dai centri abitati. Ci sono stati dei morti e molta gente ha perso le poche cose essenziali per il vivere quotidiano come vestiario, pentole e piatti. Dopo pressanti appelli è finalmente intervenuto l’esercito a rimettere un po’ di ordine. È impressionante vedere bambini in età scolastica girovagare per la città in cerca di qualcosa da mangiare. La scuola garantiva loro un pasto quotidiano, ma ora sono ancora chiuse. Le condizioni purtroppo impediscono ogni iniziativa per far fronte alla situazione se non preparare qualche pacco alimentare. Le chiese e i luoghi di culto sono rimasti chiusi fino a metà settembre e ora sono accessibili a numeri limitatissimi… Ora abbiamo moltiplicato le celebrazioni domenicali per dare possibilità a tutti gli adulti di partecipare. Il tempo di elezioni che stiamo vivendo è teatro di

una forte tensione dove non mancano le rappresaglie per frenare la campagna elettorale dell’opposizione… Bisogna pregare affinché il tutto avvenga nella massima trasparenza e libertà.

I lavori della costruzione della nuova cattedrale hanno subito purtroppo un rallentamento, ma, da qualche settimana, hanno ripreso a pieno ritmo e speriamo che con il nuovo anno si possa rendere agibile la nuova chiesa anche per garantire celebrazioni più in sicurezza e accessibili a un numero maggiore di fedeli. Augurando un buon Natale e un felice anno nuovo ringrazio di vero cuore tutti voi per gli aiuti ricevuti e invoco la benedizione del Signore assicurandovi il mio ricordo nella preghiera. monsignor Damiano Guzzetti Nzara (Sud Sudan), 17 dicembre 2020 Carissimi amici, è un vero piacere per me cogliere la splendida occasione di questo Santo Natale per raggiungervi. Voi che come pietruzze in un mosaico avete realizzato con me la stupenda esperienza della missione di Gesù e mi avete sostenuto con la preghiera e la solidarietà sincera. È un privilegio per me poter essere nel cammino di Gesù, una discepola piccola fragile, ricca di esperienze profondamente umane con i suoi successi e fallimenti, in fondo l’importante è esserci e con amore. Io credo che questa esperienza di pandemia, con tutti i disagi, le sofferenze e la morte che molti hanno dovuto affrontare, abbia una valenza che non possiamo non utilizzare, dare più valore alla vita, alle relazioni, un miglior utilizzo del tempo e un ritorno alle cose che valgono nella nostra vita, a una relazione più profonda e vera con il Signore che viene… Ringraziarvi, mi rendo conto sia una piccola cosa, ma la affido al Signore e Lui sa trasformarla per ciascuno di voi, Lui che solo sa cosa è necessario al vostro cammino personale… Come sapete negli ultimi otto anni, dopo aver lasciato L’Etiopia per rispondere all’invito di monsignor Edward

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Notizie dalle missioni... nella grotta a Betlemme, in povertà, semplicità, amore, con la presenza dei poveri pastori... Vi ho molto pensato in questo tempo così speciale per tutto il mondo, ho potuto seguire, se pur con difficoltà, la drammatica situazione della nostra Europa…

Hiiboro, nella Diocesi di Yambio-Tombora, ho raggiunto le mie consorelle nella comunità di Nzara. Ho ricevuto l’eredità del lavoro fatto da suor Sara Antonini, un medico che ha dato vita a ciò che oggi è l’ospedale Santa Teresa. È una realtà di salute cresciuta in un ambiente molto povero, con una storia non ancora finita di violenza, di guerra, di vendette. L’ospedale ora sta veramente prendendo la forma di un presidio di 3° livello, ha la fortuna di avere amici come voi che credono e sostengono il nostro impegno… Le gocce di solidarietà che continuo a ricevere sono di vitale importanza. Io non ho niente, solo la mia vita e finché Dio mi dà la grazia della salute cercherò di essere un vostro messaggero di speranza per loro, per tutti quelli che stanno perdendo la speranza, per coloro che non contano, ma che sono vicini al cuore di Dio… Concludo scusandomi dei lunghi silenzi, ma voi continuate a scrivermi, credetemi è un aiuto anche per me. Ho ricevuto la vostra bellissima lettera. 60 anni di servizio non accade tutti i giorni! Congratulazioni e auguri di altri 60 con la freschezza che vi caratterizza e la preghiera continua a Maria, Lei che ci aiuta e sostiene il nostro SI quotidiano. Sono cosciente che l’esperienza del covid è stata devastante e potrebbe spingerci ad aiutarci soltanto e prima tra noi, ma non possiamo dimenticare i poveri dell’Africa, del Sud Sudan che hanno sperimentato pandemie una dietro l’altra (malaria, AIDS, Ebola). Sono sicura che briciole o piccole gocce ci aiuteranno a essere una presenza di speranza. Con affetto vi auguro un buon Natale e sereno Anno Nuovo. suor Laura Gemignani Addis Abeba (Etiopia), 18 dicembre 2020

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Carissimi, grazie della vostra bellissima e gradita lettera di auguri per il Santo Natale; sì, come voi ben avete espresso: un Natale diverso e speciale! Sotto tanti aspetti, ma, per altro sembra sia un Natale del cuore, quello che Maria e Giuseppe hanno vissuto

Noi abbiamo continuato, se pur con difficoltà, il nostro impegno nel rifugio con mamme e bimbi, siamo restate in lockdown per nove mesi e intanto i bimbi sono cresciuti! Ora sono nel Centro dei volontari di Don Bosco e noi stiamo preparando per il prossimo gruppo. Nel paese si vive ancora in piena situazione di pandemia con molti casi positivi anche tra i missionari, ma per fortuna sembra ci aiuti una particolare immunità acquisita in terra così detta di missione. Carissimi, non vi possiamo dimenticare! Come potremmo mentre abbiamo davanti ai nostri occhi le molte persone, mamme, bimbi, anziani, ammalati, che hanno trovato sostegno, educazione, medicine, cure, grazie alla vostra squisita e costante solidale carità? Dio vi benedica e vi dia la gioia nella consapevolezza che, ogni gesto di amore fatto ai più bisognosi, lo avete fatto al Signore presente in ciascuno di loro. suor Angela Mantini Gulu (Uganda), 21 dicembre 2020 Carissimi amici della mia Missione, ormai siamo alle porte del Natale e non voglio essere in ritardo a farvi giungere i miei più sinceri auguri di pace e speranza. Quest’anno sarà un Natale un po’ speciale perché celebrato in un’atmosfera molto pesante dovuta al Covid-19, ormai presente in tutto il mondo. In Uganda ci ha toccato già all’inizio di ottobre quando due di noi che dovevano tornare in Italia per un controllo medico, al tampone sono risultati positivi… Ho vissuto tre giorni di ansia essendo il più anziano e quindi il più vulnerabile all’infezione. Ho pregato molto il Beato Carlo Acutis: tutti e sedici fummo trovati negativi! I miei anni sono tanti, 84 e sono ancora pieno di impegni nel servire tutti. La tentazione di ritirarmi


Notizie dalle missioni... talvolta è grande e mi sono già reso disponibile ad andare al nord dove ho passato tanti anni con i miei fratelli e figli Acioli… Nessuno di noi è necessario, tutti però utili… e quindi aspetto la volontà di Dio, contento di poter ancora servire soprattutto i giovani che trovo assetati di Dio e di preghiera, che è la strada giusta per diventare veri cristiani e veri testimoni! Ho una grande stima di voi tutti cari amici! Non vi siete mai stancati di essermi vicini con la vostra amicizia e aiuto, nonostante io sia diventato pigro nel farmi vivo, nel rispondere ai vostri messaggi ricchi di solidarietà e vicinanza. L’unica cosa che posso fare per voi è la mia preghiera! Ogni sera mando una benedizione a tutti voi, ma soprattutto a quelli che hanno più bisogno e vedo che il Signore accoglie le mie preghiere di missionario, povero peccatore… Per Natale ho in programma di comprare un bel po’ di latte per due orfanelli neonati, abbandonati davanti alla nostra chiesa; li ho battezzati io con una grande gioia. Qui mi accusano di essere un po’ uno spendaccione, ho sempre le tasche buche dicono, ma non mi pento di questo perché sapeste come sono felice quando posso aiutare! Dicono che per diventare santi bisogna essere come Gesù che non ha fatto altro che dare, soprattutto ai poveri e agli ammalati nel corpo e nello spirito…

Vi mando alcune foto dei miei orfanelli. Non vi mando le foto di giovanotti di strada che vivono in un mercato della capitale, durante il giorno, aiutando a trasportare sacchi di cipolle o altro, e passano la notte sotto la veranda della Libreria delle Suore di San Paolo, dove li incontro quando mi portano a dire la Messa al mattino presto. Si coprono con dei sacchi di plastica. Vestiti? Sporchi, con calzoni che si legano ai fianchi con delle corde. Far vedere la loro miseria mi sembrerebbe di offenderli. Ogni giorno cerco di dar loro due franchi perché prendano una tazza di te e tre fette di pane… Il Natale è vicino e una cosa voglio assicurarvi: la mia preghiera e stima. Senza di voi la mia carità sarebbe zoppicante! Grazie di tutto! Un abbraccio grande come la mia Africa. padre Giuseppe Clerici

Orga (India), 13 gennaio 2021 Carissimi in Cristo, buon anno a tutti. Un caro saluto dalla missione di Kutungia. Come state? Noi, insieme ai bambini, stiamo bene. Nonostante i problemi causati dal coronavirus, noi abbiamo trascorso un buon Natale e siamo arrivati all’anno nuovo. Dio ci ha protetto da tutti i pericoli. Il numero dei bambini in collegio è arrivato a trentotto. In questo periodo sono rientrati dalla vacanza. Anche se la scuola è ancora chiusa, loro stanno con noi e studiano. Noi stiamo lavorando per il loro vero bene facendo imparare loro tutto ciò che serve nella vita. Tutti sono contenti. È una bella soddisfazione vedere i bambini contenti! Vi mando le fotografie dei nostri ragazzi.

Io sono molto grato alla Beata Vergine. Quest’anno vorrei restaurare la grotta della Vergine Maria. I lavori sono già avviati. Il preventivo sarebbe di circa 7’000 franchi. Spero che il buon Dio mi aiuti. Intanto preghiamo e affidiamoci alla Madonna. Qui il tempo è già cambiato e sembra stia per arrivare la primavera. Invece voi avrete tanto freddo. Ogni tanto mi manca la neve. Tanti cari saluti da parte dei miei bambini, dei parrocchiani e da parte mia. don George Valentine Kerketta

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Vita dell’Associazione...

Grazie, caro don Vittorino! Domenica 21 dicembre 2020 è tornato alla Casa del Padre don Vittorino Piffaretti. Per circa un ventennio è stato assistente della nostra Associazione. Nato nel 1930, ha svolto il suo ministero sacerdotale a Mendrisio dal 1969 al 1991. Diventato assistente dell’Associazione nel 1973, don Vittorino ha seguito con tanto amore l’Associazione, scoprendo di persona la gioia della missione “ad gentes”, fino al 1991 quando la “sua missione” è diventata quella di cappellano all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, mettendosi al servizio di chi soffre. Con Rino Bazzurri, fondatore della nostra Associazione, ha visitato luoghi di missione e incontrato missionari con cui condividere gioie e difficoltà. Queste esperienze e questi incontri hanno dato a don Vittorino uno sguardo sempre più aperto sui bisogni delle persone sia lontane, che vicine. L’importanza dell’appartenenza alla nostra Associazione e di esserne l’assistente, la ricorda lui stesso nel suo “Saluto di commiato”, pubblicato sul “Qui Ticino… a voi missionari” di marzo 1992: “[…] Voglio innanzitutto ringraziare il Signore e la Vergine Maria per il grande dono che mi hanno fatto di seguire, come Assistente spirituale, l’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio per tanti anni. […] E per parte mia, come ho sempre affermato, pur lasciando ad altri il compito di Assistente, continuerò a sentirmi membro attivo e quindi piena-

mente partecipe di tutte le iniziative spirituali e di animazione missionaria del nostro Gruppo. E, in modo speciale, come ho sempre raccomandato, non mancherò di essere spiritualmente unito a tutti gli Associati, nell’incontro del 27 del mese. L’Eucaristia, il Santo Rosario, la testimonianza diretta dei missionari e il pensiero dell’Assistente, siano sempre un punto di riferimento essenziale che dà tono a tutta l’attività dell’Associazione… A tutti e tutte coloro che sentono la gioia di partecipare alla nostra Associazione un cordiale fraterno saluto e augurio impreziosito dall’invocazione per noi abituale «O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te».” Con questo numero del “Qui Ticino...” vogliamo dunque ricordare con immensa gratitudine don Vittorino per quanto donato e fatto per la nostra Associazione. A lui il nostro ricordo nella preghiera, nella certezza che dal Cielo continuerà a vegliare, con il suo sorriso, sul cammino della nostra e sua Associazione! il comitato

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Vita dell’Associazione...

60 anni di vita mariana e missionaria “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.” Non avendo potuto celebrarlo il 22 novembre 2020 a causa del coronavirus, il 60° Anniversario della nostra Associazione è stato ricordato la sera del 27 novembre 2020 quando, con un ristretto gruppo, ci siamo ritrovati a onorare la Vergine Maria, nel giorno della sua apparizione a Santa Caterina Labouré. Preceduta dalla recita del Santo Rosario, il nostro Assistente don Claudio Premoli, ha celebrato la Santa Messa ricordando tutti coloro che hanno nel cuore la nostra Associazione, chi ne ha fatto parte e chi, ancora oggi, partecipa attivamente alla sua vita mariano-missionaria. Al termine dell’Eucaristia, la nostra preghiera è salita a Maria, riponendo in Lei la nostra vita e ogni nostra speranza. A differenza di quanto alcuni potrebbero pensare, la Celebrazione speciale per festeggiare questo importante traguardo non è stata cancellata, ma sarà nuovamente organizzata non appena sarà possibile anche in accordo con i responsabili di Radio Maria che trasmetteranno l’evento.

Mostra Missionaria Africana

il comitato Sempre a sottolineare il 60° della nostra fondazione, nel nostro segretariato è stata allestita una mostra missionaria con oggetti provenienti da diversi Paesi dell’Africa, che aprono i nostri orizzonti e i nostri cuori su altre culture, su altri Paesi e modi di vivere. Gli oggetti sono doni di amici missionari venuti in visita al nostro segretariato oppure doni ricevuti durante le visite alle missioni e ai campi di lavoro organizzati negli anni ‘90 e 2000. La mostra si può visitare negli orari di apertura del segretariato, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 11:30 e dalle 14:00 alle 17:00. A lato della mostra c’è una serie di oggettistica, sempre proveniente da terre di missione, messa in vendita e il cui ricavato sarà destinato a sostenere progetti missionari. Questi oggetti di artigianato, realizzati in parte anche grazie al nostro sostegno ai progetti volti al promovimento allo sviluppo, potrebbero essere anche un bel regalo per un evento speciale! Grazie per una vostra visita!

il comitato

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[Indirizzo]

GAB CH-6850 Mendrisio

Chi dà al povero presta a Dio! Vuoi renderti utile alle missioni? Fai conoscere

Qui Ticino...

...a voi missionari via Carlo Croci 6 – 6850 Mendrisio +41 91 646 28 20 quiticino@medaglia-mendrisio.org CH94 0900 0000 6900 0853 6

Al vescovo Valerio, agli emeriti vescovi Ernesto e Pier Giacomo, ai nostri sacerdoti, a tutti i missionari, a voi tutti, cari associati, benefattori e lettori, con le vostre famiglie, giunga l’augurio di una Buona e Santa Pasqua di Risurrezione!