Qui Ticino... a voi missionari, Anno 52, numero 191, settembre 2020

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Anno 52, numero 191

Qui Ticino...

...a voi missionari

settembre 2020 Periodico trimestrale ticinese del Gruppo Medaglia Miracolosa di Mendrisio attivo dal 1960 www.medaglia-mendrisio.org

Eduard e la piccola Jennifer dal Congo, giunti nella missione di suor Laura Gemignani nel Sud Sudan a piedi con la mamma malata terminale di AIDS.


Vita dell’Associazione...

Notizie ed avvisi Calendario Mariano Missionario calendar-alt Domenica, 27 settembre 2020 Incontro mensile nella chiesa Parrocchiale di Mendrisio, ore 17.30 Santo Rosario meditato; ore 18.00 Santa Messa. calendar-alt Martedì, 27 ottobre 2020 Incontro mensile nella chiesa Parrocchiale di Mendrisio, ore 19.30 Santo Rosario meditato; ore 20.00 Santa Messa. Segue l’Assemblea Ordinaria Annuale. calendar-alt Domenica, 22 novembre 2020 60° di fondazione dell’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio. Nella chiesa parrocchiale di Mendrisio, ore 14.30 Santo Rosario; ore 15.00 Santa Messa. Rosario e celebrazione eucaristica saranno trasmessi in diretta da Radio Maria. calendar-alt Martedì, 22 dicembre 2020 Giornata dedicata alla Preghiera Perenne. L’invito è quello di unirsi in preghiera in famiglia o nella propria comunità parrocchiale. calendar-alt Domenica, 27 dicembre 2020 Celebrazione del “27” in famiglia.

Giornata Missionaria Mondiale domenica 18 ottobre 2020

Comunicateci eventuali cambiamenti d’indirizzo Al fine di limitare le spese postali, vi chiediamo gentilmente di volerci comunicare ogni vostro eventuale cambiamento di indirizzo al nostro Segretariato telefonando al numero 091 646 28 20 o scrivendo una email all’indirizzo di posta elettronica quiticino@medaglia-mendrisio.org. Ricordiamo inoltre che la nostra Associazione ringrazia per iscritto i benefattori a partire dal versamento di un’offerta di 100 franchi. Chi non desidera ricevere il ringraziamento è pregato di volerlo indicare sulla polizza di versamento con la sigla: N.R. Da parte nostra non è possibile inviare ringraziamenti relativi a indirizzi incompleti o illeggibili. Mediante questo nostro periodico, desideriamo ringraziare TUTTI per il costante sostegno spirituale e materiale. Cari amici e benefattori, vi rendiamo noto che la Posta trattiene per ogni versamento da voi effettuato allo sportello postale una tassa che cambia a seconda dell’importo versato. Dal 1° luglio 2020 queste trattenute sono aumentate (es. su un’offerta fino a 50 franchi sono trattenuti 2 franchi di commissione). Pertanto, chi ha la possibilità, è invitato a voler fare il proprio versamento tramite girata postale, e-finance, e-banking o direttamente presso il nostro Segretariato! Grazie di cuore!

Impressum Editore: Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa”, Mendrisio Direzione, redazione e amministrazione: via Carlo Croci 6, 6850 Mendrisio telefono: +41 91 646 28 20 email: quiticino@medaglia-mendrisio.org internet: www.medaglia-mendrisio.org Orari apertura segretariato: Lunedì - Venerdì: 09:00-11:30 / 14:00-17:00 Direttore Responsabile: don Claudio Premoli Redazione: Carla Bernaschina, Stefania Bazzurri, Florindo Brazzola, don Claudio Premoli, Michele Faul Impaginazione e Grafica: Michele Faul Tipografia: La Buona Stampa SA, via Fola 11, 6963 Pregassona

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Chiesa ospite di quest’anno: Guinea. L’invito è quello di celebrare la giornata nella propria comunità.

Abbonamento: Di qualunque offerta, indipendentemente dal modo di versamento, 4 franchi danno diritto all’abbonamento.


“Eccomi, manda me”

Pensiero dell’Assistente...

il messaggio di Papa Francesco per la giornata missionaria mondiale 2020 In questo numero di settembre, come già fatto lo scorso anno, propongo il bel messaggio che il Papa rivolge a tutta la Chiesa in occasione della Giornata missionaria mondiale, che si celebrerà domenica 18 ottobre. Le parole del Santo Padre non hanno bisogno di alcun commento: occorre unicamente prenderle sul serio. Buona lettura. don Claudio Premoli, assistente Cari fratelli e sorelle, Desidero esprimere la mia gratitudine a Dio per l’impegno con cui in tutta la Chiesa è stato vissuto, lo scorso ottobre, il Mese Missionario Straordinario. Sono convinto che esso ha contribuito a stimolare la conversione missionaria in tante comunità, sulla via indicata dal tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. In questo anno, segnato dalle sofferenze e dalle sfide procurate dalla pandemia da covid 19, questo cammino missionario di tutta la Chiesa prosegue alla luce della parola che troviamo nel racconto della vocazione del profeta Isaia: «Eccomi, manda me» (Is 6,8). È la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: «Chi manderò?» (ibid.). Questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale. «Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti” (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme» (Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020). Siamo veramente spaventati, disorientati e impauriti. Il dolore e la morte ci fanno sperimentare la nostra fragilità umana; ma nello stesso tempo ci riconosciamo tutti partecipi di un forte desiderio di vita e di liberazione dal male. In questo contesto, la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione. La missione che Dio affida a ciascuno fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé. Nel sacrificio della croce, dove si compie la missione di Gesù (cfr Gv 19,28-30), Dio rivela che il suo amore è per ognuno e per tutti (cfr Gv 19,26-

27). E ci chiede la nostra personale disponibilità ad essere inviati, perché Egli è Amore in perenne movimento di missione, sempre in uscita da sé stesso per dare vita. Per amore degli uomini, Dio Padre ha inviato il Figlio Gesù (cfr Gv 3,16). Gesù è il Missionario del Padre: la sua Persona e la sua opera sono interamente obbedienza alla volontà del Padre (cfr Gv 4,34; 6,38; 8,12-30; Eb 10,510). A sua volta Gesù, crocifisso e risorto per noi, ci attrae nel suo movimento di amore, con il suo stesso Spirito, il quale anima la Chiesa, fa di noi dei discepoli di Cristo e ci invia in missione verso il mondo e le genti. «La missione, la “Chiesa in uscita” non sono un programma, una intenzione da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta» (Senza di Lui non possiamo far nulla, LEV-San Paolo, 2019, 16-17). Dio ci ama sempre per primo e con questo amore ci incontra e ci chiama. La nostra vocazione personale proviene dal fatto che siamo figli e figlie di Dio nella Chiesa, sua famiglia, fratelli e sorelle in quella carità che Gesù ci ha testimoniato. Tutti, però, hanno una dignità umana fondata sulla chiamata divina ad essere figli di Dio, a diventare, nel sacramento del Battesimo e nella libertà della fede, ciò che sono da sempre nel cuore di Dio. Già l’aver ricevuto gratuitamente la vita costituisce un implicito invito ad entrare nella dinamica del dono di sé: un seme che, nei battezzati, prenderà forma matura come risposta d’amore nel matrimonio e nella verginità per il Regno di Dio. La vita umana nasce dall’amore di Dio, cresce nell’amore

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Pensiero dell’Assistente...

e tende verso l’amore. Nessuno è escluso dall’amore di Dio, e nel santo sacrificio di Gesù Figlio sulla croce Dio ha vinto il peccato e la morte (cfr Rm 8,31-39). Per Dio, il male – persino il peccato – diventa una sfida ad amare e amare sempre di più (cfr Mt 5,38-48; Lc 23,33-34). Perciò, nel Mistero pasquale, la divina misericordia guarisce la ferita originaria dell’umanità e si riversa sull’universo intero. La Chiesa, sacramento universale dell’amore di Dio per il mondo, continua nella storia la missione di Gesù e ci invia dappertutto affinché, attraverso la nostra testimonianza della fede e l’annuncio del Vangelo, Dio manifesti ancora il suo amore e possa toccare e trasformare cuori, menti, corpi, società e culture in ogni luogo e tempo.

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della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato. L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica. In questo contesto, la domanda che Dio pone: «Chi manderò?», ci viene nuovamente rivolta e attende da noi una risposta generosa e convinta: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male (cfr Mt 9,35-38; Lc 10,112).

La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio (cfr Lc 1,38)? Questa disponibilità interiore è molto importante per poter rispondere a Dio: “Eccomi, Signore, manda me” (cfr Is 6,8). E questo non in astratto, ma nell’oggi della Chiesa e della storia.

Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti.

Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione

papa Francesco

La Santissima Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione e Consolatrice degli afflitti, discepola missionaria del proprio Figlio Gesù, continui a intercedere per noi e a sostenerci. Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste


Progetti per le missioni...

Dare aiuto alle famiglie con bambini Suor Mona Dhem, suora della Carità a Khabab-Hauran in Siria, lavora nella cura pastorale con una consorella e ogni giorno è confrontata con le difficoltà in cui vivono le famiglie; in modo particolare quelle con bambini piccoli. Il loro intento è di dare aiuto fornendo alle famiglie latte e pannolini. Amatissimi benefattori, siamo due religiose delle Suore della Carità di Khabab-Hauran, in Siria, impegnate nella cura pastorale nella regione meridionale della Siria. Nonostante avessimo ricevuto l’ordine di uscire dalla Siria durante la guerra, dopo poco, siamo ritornate per aiutare la nostra gente. Tutti quelli che avevano dei soldi sono scappati, mentre sono rimasti solo coloro senza possibilità economiche, in particolare anziani e minorenni. Durante gli anni della guerra abbiamo lavorato a livello sociale per sostenere le famiglie in difficoltà, soprattutto a causa della crisi economica e dell’embargo. Ora qui abbiamo bisogno di tante cose: cibo, medicine, anche per malati di tumore, aiuto economico per sostenere studi e istruzione dei giovani, pannolini e latte per bambini…

La nostra moneta, la lira siriana, ha perso valore e il costo della vita si è alzato esageratamente, inoltre tanta gente ha perso il lavoro. La nostra priorità è ora quella di aiutare le famiglie che hanno figli e neonati perché l’alto costo della vita è un pesante fardello per loro con questa crisi economica. Il nostro progetto è di poter fornire alle famiglie pannolini e latte per i bambini da un mese a un anno e latte per i bambini da uno a dieci anni. Per i bambini in pannolino: ogni bambino ha bisogno di dieci sacchetti di pannolini al mese e i bambini da aiutare sono 150. Per quanto riguarda la fornitura di latte per neonati

da un mese a un anno: ogni bambino ha bisogno in media di otto lattine di latte al mese e vorremmo aiutare 100 bambini. Per i bambini da 1 a 10 anni: vorremmo fornire loro il latte due volte al mese e i bambini sono 600. Pertanto, per realizzare questo progetto, ci occorrono ogni mese 17’000 franchi, un impegno davvero oneroso per la nostra comunità. In seguito alle difficoltà create dalla guerra, speravamo in un aiuto da parte della Chiesa cattolica di Roma o della Chiesa ortodossa, ma la prima ci considera parte della chiesa orientale, la seconda parte della chiesa occidentale, così facendo siamo stati abbandonati da entrambe. Nonostante tutti i problemi e le difficoltà, questo popolo ha mantenuto e difeso la propria fede cristiana viva, contro il sopraffare della cultura e religione musulmana e gli effetti devastanti della guerra. Grazie dunque per il vostro aiuto e la vostra collaborazione nel nostro lavoro a favore di tanta gente bisognosa di aiuto, specialmente in questi difficili tempi a causa della guerra e del coronavirus. Un ricordo reciproco nella preghiera. Rinnovando il nostro grazie, a voi tutti i nostri più sinceri saluti suor Mona Dhem

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Progetti per le missioni...

Più pediatria, meno mortalità infantile Suor Laura Gemignani, suora missionaria Comboniana a Nzara in Sud Sudan, confrontata quotidianamente con innumerevoli situazioni di bisogno e di sofferenza, rivolge a tutti noi il suo accorato appello di aiuto. Per ridurre la mortalità infantile, occorre potenziare il reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Teresa. Solo così si potranno salvare le vite di molti bambini piccoli e assistere le loro madri in gravidanza e durante il parto. Cari amici, a Nzara, cittadina in espansione dopo il conflitto armato sono presenti cinque Missionarie Comboniane che rendono servizio nella scuola, nel centro catechistico, nella Comunità Rainbow per i sieropositivi HIV e nell’ospedale Santa Teresa. La Diocesi Tombura-Yambio è estesa a più di 250/300 km quadrati con più di un milione di fedeli. Una realtà giovane che attualmente conta una quarantina di sacerdoti Diocesani guidati dal Vescovo locale monsignor Hiiboro Edward, attivo e impegnato anche nel processo di riconciliazione del Paese. La situazione attuale necessita di notevoli sforzi per la ricostruzione di una società che possa provvedere servizi essenziali e prendersi cura delle categorie più deboli e vulnerabili, come i bambini sotto i cinque anni; il tasso di mortalità infantile a livello nazionale è ancora estremamente alto circa il 10%, in gran parte dovuto alle complicazioni della malaria, anemia grave, polmoniti e disidratazione. Gli sforzi che come personale medico infermieristico affrontiamo ogni giorno sono numerosi ma, molto spesso, ripagati dai buoni risultati, come ad esempio la riduzione del tasso di mortalità infantile che nel nostro ospedale è sceso a meno di 1.5%. Questo dato ci dà coraggio anche in momenti delicati, di crisi e di fatica.

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Il Reparto di Pediatria, per il quale chiediamo il vostro sostegno, è di vitale importanza per assistere i bambini malati e malnutriti. In questo reparto i tanti bambini sotto i cinque anni trovano cure appropriate per le diverse patologie grazie alla cura e attenzione 24 ore su 24 dei nostri medici e infermieri instancabili. Ad esempio, i bambini con importanti bruciature devono affrontare mesi di medicazioni molto costose, alcuni di loro dei veri e propri trapianti della pelle eseguiti con ottimi risultati dal Dottor Taban Charles, un bravo medico chirurgo ugandese. Molte sono le mamme e i papà che giungono a piedi da lontano all’Ospedale perché hanno speranza, hanno sentito parlare, hanno visto bimbi guariti di ritorno nei villaggi. Questo è il miracolo che vi chiediamo di aiutarci a realizzare: essere canali di vita, di cure, di attenzione, di speranza, attraverso i quali Dio opera meraviglie. Ogni anno questo piccolo reparto accoglie circa 4500 bambini e 2000 adulti; unitevi a noi, potremmo riaccendere il sorriso sulle loro labbra. Tra il personale sanitario, è ancora elevato il numero di coloro che non hanno conseguito alcun diploma o qualifica accademica, ma hanno imparato il lavoro sul campo nel corso di anni di esperienza. È un Ospedale che ha grandi potenzialità; sono, infatti, pronti i reparti di maternità-chirurgia, il blocco operatorio e il centro trasfusionale che è una vera e propria banca del sangue a cui il Governo centrale guarda con speranza. L’emergenza COVID-19 ha ritardato l’inaugurazione ma con i tempi africani speriamo di gioire presto di questo evento che ci ha visti impegnati negli ultimi tre anni. L’Ospedale di Nzara si sostiene grazie a diversi gruppi di donatori che finanziano le varie attività dell’ospedale; a causa della crisi economica mondiale uno dei principali donatori ha dovuto improvvisamente dimezzare gli aiuti previsti per l’anno 2020, soprattutto nell’area dei salari degli infermieri. La preoccupazione maggiore è come poter portare avanti il servizio agli ammalati se si arrivasse al punto di non poter mantenere l’attuale numero del personale ospedaliero, già comunque inadeguato al carico di lavoro. Ci affidiamo a voi cari lettori, a coloro che hanno a cuore le Missioni in Africa che secondo il nostro Fondatore San Daniele Comboni “Sono le più difficili, le più impegnative e le più belle. La Perla Nera della Chiesa”. Grazie di cuore. suor Laura Gemignani


Progetti per le missioni...

Il nuovo vicariato necessita di una canonica Padre Marco Vailati, missionario Comboniano in Ciad ha ricevuto dal vescovo della diocesi di Sarh (a sud del Ciad), monsignor Miguel Ángel Sebastián Martínez, l’incarico di creare le necessarie strutture per il neocostituito vicariato “San Daniele Comboni di Mousnini”. All’inizio sarebbe necessario costruire la canonica per un territorio che comprende quattro comuni popolati da circa 85’000 abitanti sparsi in oltre 260 villaggi del Sahel. Il costo della costruzione della canonica è preventivato in circa 38’000 franchi. Carissimi Amici della Medaglia Miracolosa, sono padre Marco Vailati, missionario Comboniano, economo dei Missionari Comboniani in Ciad. Ci conosciamo da tanto tempo. Da tanti anni nella diocesi di Sarh i Comboniani lavorano in una grande parrocchia che si chiama Moissala. Il territorio è molto vasto e poco a poco i cristiani sono aumentati di numero e sono nate anche le vocazioni sacerdotali ciadiane. È giunto il momento di dividere questa grande parrocchia, creando un vicariato dove avranno la loro residenza i sacerdoti ciadiani. Noi Comboniani siamo chiamati ad accompagnare questa giovane chiesa nella creazione delle strutture parrocchiali e inserirli poco a poco nella nuova realtà che si sta creando. Nel Vicariato esistono nove scuole elementari i cui corsi si svolgono in capanne costruite con arbusti di sorgo e di paglia. Per la cura della salute la gente ha a disposizione sei ambulatori. Le “strade” sono tutte in terra battuta e sono transitabili solo nella stagione secca. Durante la stagione delle piogge, non potendo svolgersi il commercio, i prezzi vanno in caduta libera e la povertà dilaga. La gente vive prevalentemente dell’agricoltura (sorgo rosso, sesamo e arachidi) e dell’allevamento del bestiame (vacche, pecore, capre e maiali) e dei polli. La pesca è un’attività stagionale. Il commercio

occupa quasi un quinto della popolazione e ferve soprattutto nella stagione secca; lo scambio si effettua con i commercianti dello Sarh e del vicino Centro Africa (attualmente la frontiera è chiusa). I cristiani costituiscono una minoranza di circa 1300 persone e quasi altrettanti sono coloro che sono in procinto di essere ammessi al sacramento del battesimo. Cominceremo con la costruzione del presbiterio (canonica) affinché i sacerdoti possano risiedervi e accompagnare le numerose comunità cristiane.

In questa fotografia vedete la sala polivalente: di fianco sorgerà il presbiterio. Questa richiesta di aiuto è stata sollecitata dal vescovo di Sarh, monsignor Miguel Sebastian che è stato il primo missionario Comboniano ad arrivare a Moissala nel lontano 1977. Pian piano i missionari lasciano il posto al clero locale. Il sogno di San Daniele Comboni diventa sempre più consolante realtà.

Con monsignor Miguel ho lavorato tanti anni nella diocesi di Lai, lui vescovo ed io economo diocesano. Il piano di costruzione prevede un costo totale di 38’000 franchi circa. Vedete voi quel che è possibile fare; capisco bene che il momento non è tra i più facili. Siamo certi, come sempre, della vostra generosità e collaborazione: grazie di vero cuore. Che Dio ve ne renda merito per il bene che fate per noi. padre Marco Vailati

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Vita dell’Associazione...

Da 60 anni una realtà mariana e missionaria Quest’anno ricorre un’importante evento per la nostra Associazione... un evento che non molte associazioni possono festeggiare: 60 anni di fondazione. Questo “Anniversario di Diamante” giunge in un anno che, per quanto accaduto, non è sicuramente dei più belli da ricordare... ma noi vogliamo ricordare quel 27 agosto 1960 quando il primo gruppo si è riunito ed ha dato il via a questo meraviglioso miracolo. Ripercorriamo quindi dal racconto del suo fondatore, Rino Bazzurri (1924-1997), la nostra storia. «Mendrisio, novembre 1985 Carissimi, tante volte, mi sono chiesto se è bene che uno “strumento”, seppur stonato, ma sempre scelto dalla Provvidenza secondo i Suoi fini, si rifiuti di sprigionare le sue note armoniose, per conservare il suo profondo silenzio, invece di intonare il concerto dell’Amore e della Riconoscenza? Dopo questo serio “esame”, al pensiero che anche la Madonna ha ordinato a Santa Caterina la diffusione della Sua Medaglia – che la fede popolare per gli strepitosi prodigi ottenuti non esitò a definire “miracolosa” – anch’io, nell’occasione del 25.mo di fondazione del Gruppo, mi sento in dovere di raccontare, pubblicamente, l’esperienza da me vissuta. Era il 4 gennaio 1959. Di buon mattino mi recai in Leventina (Alto Ticino) per gustare le bellezze del creato. Ma, ecco l’imprevisto: un’abbondante nevicata aveva imbiancato, in poco tempo, tutto l’alto Ticino. A sera, sulla via del ritorno, con la mia macchina, non convenientemente equipaggiata, sbando per ben due volte evitando però la caduta nel burrone sottostante. Ma, non è tutto… seguitemi bene! La corsa della macchina in discesa, e per di più favorita dal percorso ghiacciato, ha evitato, miracolosamente, la collisione con un’altra macchina che viaggiava in senso inverso. Ma, come se ciò non bastasse, ero angosciato dalla paura che mi attanagliava: la macchina iniziò una corsa drammatica, non riuscivo più ad essere padrone del volante. Finalmente, a Dio piacendo, dopo questi tragici momenti, che mi sono sembrati un’eternità, la macchina terminò la sua “frenetica danza”. Si bloccò sul piazzale dove ebbi l’amara sorpresa di vedere numerose altre macchine fermate dalla Polizia per il controllo dell’equipaggiamento.

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A questo punto, veramente terrorizzato, scesi dal veicolo ma, non potendo reggermi in piedi, rientrai

in macchina e volgendomi al Cielo, per lo scampato pericolo, esclamai: “Madonna mia Ti ringrazio per la Tua Materna Protezione”. Lo credereste? Sulla tela del soffitto dell’abitacolo della macchina vidi LA MEDAGLIA MIRACOLOSA della grandezza di 20 cm circa, con i luminosi raggi che uscivano dal bordo, a conferma dell’assistenza amorevole verso i Suoi figli. Vi era un particolare: le dodici stelle che sono sul retro della medaglia apparivano al posto della giaculatoria. Vi confesso che non dormii tutta la notte. Eppure io l’ho vista… ero sveglio, non era un’allucinazione. All’alba corsi da don Romeo Biucchi, che mi conosceva molto bene e gli riferii l’accaduto. Vi espongo esattamente il dialogo intercorso tra me e don Biucchi in quel mattino del 5 gennaio 1959. Alla mia domanda: perché al posto della giaculatoria c’erano le 12 stelle sul retro? Risposta: tu la conosci la giaculatoria, vero? Io risposi: certo e la recito più volte al giorno. Allora don Biucchi prende un libro tra le mani, lo sfoglia, lo medita e mi dice: 12 stelle = 12 apostoli, ossia far conoscere anche agli altri la Medaglia Miracolosa. Questo è un messaggio per te… e guai a te se non lo metti in pratica! L’indomani andai subito a Milano ed acquistai le prime 1’000 Medaglie che diedero inizio ad una diffusione di oltre un milione e mezzo in tutto il mondo. Rino Bazzurri»

Come è nata l’Associazione L’Associazione Medaglia Miracolosa è stata fondata nel 1960 (risale al 27 agosto 1960 il primo incontro) da un gruppo di persone desiderose di ritrovarsi regolarmente a pregare la Vergine della Medaglia Miracolosa, apparsa a Santa Caterina Labouré nel 1830 a Rue du Bac, a Parigi, alla quale veniva affidato l’incarico di diffondere la “medaglia miracolosa”, promettendo, a coloro che l’avrebbero portata con fede, grandi grazie. Nel giugno del 1967, durante una riunione di comitato, un membro dello stesso lanciò la geniale idea di inserire, dopo sette anni dal sorgere dell’Associazione impegnata nella diffusione del messaggio della Medaglia Miracolosa e all’attività d’opere benefiche interne, anche l’aiuto alle missioni. I responsabili dell’Associazione capirono così che


Vita dell’Associazione... l’impegno di diffusione della Medaglia Miracolosa poteva e doveva passare anche attraverso un sostegno concreto all’attività missionaria. L’aiuto alle missioni iniziò in Uganda e oggi sono oltre 150 i missionari, sparsi nei cinque continenti, sostenuti dall’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio, grazie alla sensibilità, alla bontà e all’altruismo della nostra gente. L’attività missionaria è fatta conoscere grazie alla pubblicazione del periodico trimestrale “Qui Ticino... a voi missionari”, che permette a tutti di sentirsi attivamente solidali e partecipi alle tante opere che i missionari compiono con tanto amore e sacrificio per dare il minimo indispensabile a chi vive fra mille difficoltà. Sono gesti concreti di solidarietà che cerchiamo di dare con il contributo di tante persone sensibili al mondo missionario, dove un po’ ovunque occorrono case, ospedali, scuole, chiese, pozzi, dispensari, utensili e materiale per le scuole, laboratori artigianali e agricoli. Ecco che, con lo sguardo aperto sulla realtà del mondo missionario, siamo sempre confrontati con tante persone che vivono nell’indigenza e povertà (anche nel nostro bel Ticino!) che non possono lasciarci indifferenti e insensibili. Si tratta di un mondo ingiusto in cui i beni non sono suddivisi equamente. Aiutando a realizzare ognuno di questi progetti, crediamo che si concorra al promovimento della dignità umana. È solo una goccia di solidarietà, ma che può diventare un mare di bene.

Impegno e attività Gli associati e gli amici dell’Associazione Medaglia Miracolosa si riuniscono generalmente ogni 27 del mese presso la Biblioteca San Damiano a Mendrisio, dopo la recita del Santo Rosario e la celebrazione della Santa Messa. Spesso, a questi incontri mensili, è presente un missionario che fa partecipe i presenti della sua attività missionaria. Sono organizzati pure degli incontri di spiritualità e di fraternità in alcune domeniche dell’anno. La cura spirituale è affidata al parroco “pro tempore” della Parrocchia di Mendrisio. L’Associazione Medaglia Miracolosa ha un segretariato, in Via Carlo Croci 6, aperto da lunedì a venerdì, luogo familiare e di accoglienza per chi desidera informazioni in merito all’attività missionaria e che sente il bisogno di condividere e di essere attivi in seno a questa Associazione oppure semplicemente perché ha necessità di una preghiera o una parola di conforto. Nell’atrio del Segretariato è esposta la statua della Madonna della Medaglia Miracolosa, benedetta

nel 1967 da San Padre Pio da Pietrelcina, davanti la quale parecchie persone si soffermano in preghiera e dove i membri dell’Associazione assicurano preghiere secondo le particolari intenzioni dei richiedenti. L’attività missionaria iniziò con l’invio di pacchi e di container ai missionari sparsi nei cinque continenti, contenenti, oltre ai vestiti, medicinali e generi alimentari, le Medaglie Miracolose! Come erano e come sono sempre richieste le medaglie e le corone del rosario! Ora queste spedizioni non sono più effettuate a causa degli elevati costi postali. Ai missionari vengono perciò versate le offerte dei benefattori affinché sul luogo possano comprare ciò che loro abbisogna. Le medaglie sono inviate ai missionari che ne fanno richiesta o sono loro consegnate direttamente quando fanno visita al nostro Segretariato prima di ripartire per la loro missione. Nella medesima sede dell’Associazione Medaglia Miracolosa ha avuto sede “La Bottega del Mondo” dal 1997 al 2017.

Scopo dell’Associazione Gli scopi dell’Associazione sono contemplati nell’articolo 2 dello Statuto: a. Onorare la Vergine Immacolata con la vita cristiana impegnata e con la diffusione della Medaglia Miracolosa. b. Il Gruppo ha esclusivamente fini umanitari e si prefigge di sostenere spiritualmente e materialmente attività missionarie nel mondo. c. Il Gruppo non persegue scopi di lucro; in particolare esclude ogni beneficio diretto o indiretto per i suoi membri. d. Il Gruppo è di ispirazione cristiana e apolitico e fa capo alla Parrocchia cattolica di Mendrisio.

Domenica 22 novembre 2020 60° di fondazione dell’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio per ricordare e ringraziare Nella chiesa parrocchiale di Mendrisio ore 14.30 Santo Rosario meditato ore 15.00 Santa Messa Il rosario e la celebrazione eucaristica, saranno trasmessi in diretta su Radio Maria.

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Preghiamo e meditiamo insieme...

Nicolao della Flüe, protettore d’Elvezia, chì la gent la sa ‘mala e la mör, e sa pò fa niént. San Nicolao della Flüe, dag al Governo sapienza, ala scienza pazienza, ai malaa la speranza, e alla gente la pace della mente, all’umanità rinnovata spiritualità. Bruder Claus, protectore Helvetia, protege patres et matres, protege filios. Oh Sancte Nicole, patroni Helvetia, salutem dona, adiuva nos, a malo libera intercede pro nobis, protege mundum. San Nicolao della Flüe, a ta ringràziom da cör: la Tèra la fiada, la gent l’è per strada e i giüga i pinìtt; nesün u g’ha pü pagüra, e gh’è chi che giüra d’aveg vista ‘na man su in dal cél… giü là in fónd a protég tütt el Mónd.

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Paolo Tomamichel

Estratto dal brano "Na man dal cél (Bruder Klaus Protector Helvetia)" scritto durante la pandemia. È un auspicio, una preghiera affinché il Santo patrono della Svizzera «che già nel 1940 in piena guerra protesse la nostra Patria» intervenga per sconfiggere la pandemia di coronavirus.


Qui Missionari... a voi Ticino

Notizie dalle missioni...

Bushenyi (Uganda), 1 giugno 2020 Carissimi amici, vi scrivo in questi momenti di sofferenza e di pandemie, con una certa esitazione. Tutti sono chiusi ed in pericolo, e anche noi, ed è per questo che in questi tempi, malgrado le mie difficoltà, mi vergognerei a scrivere ai miei amici. Sennonché, in questi giorni, l’Ufficio amministrativo dei Missionari Comboniani mi ha informato dell’offerta di 5’000 franchi che ci avete inviato per la nostra scuola delle ragazze, e più specificatamente per la costruzione del laboratorio di economia domestica. Mi sono commosso e ho rivolto il mio sguardo di gratitudine al quadro della Medaglia Miracolosa. Anche noi siamo chiusi. Le nostre ragazze sono nelle loro capanne, so dove vivono, non come vivono, non so se abbiano o no qualcosa da mangiare. Da mangiare intendo, qualche patata dolce, un po’ di fagioli e un po’ di polenta, cose che avevano a scuola. Cerchiamo di fare il possibile per seguirle nello studio. Con una fotocopiatrice e carte, cerchiamo di spedire loro note di studio ed esami. Speriamo che durante il giorno possano fare qualcosa. Perché, per mangiare, devono continuare a lavorare quel pezzettino di terra che hanno intorno alla capanna. Appena possibile inizieremo il nostro laboratorio di economia domestica. Vi terrò informati passo dopo passo. Intanto con tanta gratitudine ringrazio l’Associazione, i responsabili e i cari benefattori. Siete sempre presenti nelle mie preghiere e invochiamo su tutti la protezione della Madre Celeste. Un fraterno saluto. padre Paolino Tomaino Mbeya Iwindi (Tanzania), 24 giugno 2020 Carissimi, un grazie per il vostro scritto e soprattutto per la vostra generosità e attenzione a questa missione guanelliana in Tanzania. Grazie per averci aiutati a ristrutturare il nostro centro e la casetta di accoglienza per ragazzi con handicap. Anche noi abbiamo subito le conseguenze della pandemia anche se il governo non ha voluto spaventare più di tanto la gente. Le scuole sono state chiuse come tutte le attività sociali. Solo il commercio interno ha continuato la sua vita normale, altrimenti la gente non avrebbe avuto da mangiare. Sono state prese delle piccole precauzioni. Non si conosce la reale entità della diffusione del virus.

Anche il nostro centro è stato chiuso per due mesi. Abbiamo aperto due settimane fa. Il governo aprirà tutte le scuole (alcune sono già aperte) e tutte le attività sociali dal 29 giugno. Per quanto riguarda la casa dei ragazzi tutto è finito, anche se manca da sistemare una casa che funge da ufficio del parroco e del catechista… Un grazie di cuore. Uniti nella preghiera alla Madonna. Un saluto. padre Giancarlo Frigerio

La casa per i ragazzi con handicap costruita grazie agli aiuti ricevuti dai benefattori della nostra Associazione.

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Notizie dalle missioni... Nairobi (Kenya), 19 luglio 2020 Carissimi amici, Pace e bene… Mi scuso del ritardo a rispondervi. Il nostro economo provinciale mi ha detto che la vostra offerta per la borsa di studio per i nostri ragazzi è arrivata. A nome loro vi ringrazio di cuore per il vostro contributo alla loro formazione. Ogni giorno durante la santa messa prego per voi, per la vostra associazione e anche per le vostre famiglie. Che la nostra Santa Vergine Maria interceda sempre per voi. Pregate anche per me affinché il Signore mi dia la forza di annunciarlo ai miei fratelli e sorelle del Kenya. Vi saluto con tanto affetto. padre Jonas Beka Sanga (Uganda), 20 luglio 2020 Carissimi amici, mi auguro che da voi il coronavirus sia abbastanza superato. Così è da noi in Uganda, anche se le limitazioni di movimento e trasporto persone è ancora in vigore, come per le chiese chiuse. Rimangono chiusi anche i confini con gli altri stati e pure l’aeroporto eccetto alcuni voli umanitari. A parte le limitazioni che dovete seguire, mi auguro che riprendiate con generosità e senza paure la frequenza alla Messa domenicale, le attività in parrocchia e nei gruppi di preghiera. Non ci dobbiamo lasciar sopraffare dal demonio della chiusura in noi stessi e dall’individualismo… Riguardo a me qui in Uganda sono sempre impegnato ad aiutare la gente nell’annuncio del Vangelo e nella costruzione di aule scolastiche per i ragazzi dei villaggi lontani dai centri principali. Il Signore mi ha chiamato a seguirlo, lasciando da parte i miei progetti personali e a lavorare per il Regno di Dio, ancora su questa terra. Nell’aiutare la gente, il Signore chiede la nostra collaborazione e anche decisione nel portare avanti il lavoro intrapreso. Chi è disposto a collaborare con noi missionari è sempre ben accetto e rimunerato dal Signore. Vi ringrazio di cuore e con gratitudine per quanto vorrete inviarmi, anche se piccola offerta, ma con il cuore e la generosità della vedova del Vangelo che depose dieci centesimi; “che era tutto quello che aveva per vivere”. Vi saluto di cuore e vi ringrazio anche a nome dei ragazzi e famiglie della mia missione. padre Franco Bertò Nobai Bottola (Bangladesh), 28 luglio 2020

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Cari tutti della Medaglia Miracolosa, ho letto “Qui Ticino… a voi missionari” di giugno

e ho visto che avete dato un grande spazio al mio progetto: grazie di cuore. Si vede proprio che avete apprezzato che noi qui abbiamo pregato tanto per voi, ma anche perché finisca questa pandemia, una prova della nostra fede, perché finché tutto va bene è facile avere la fede, è facile pregare, ma durante le prove, il dolore… Le intenzioni di Sante Messe che mi avete inviato le ho condivise con altri sacerdoti che hanno tanti villaggi in cui portare la Parola di Dio e celebrare l’Eucaristia. È un sostegno anche per loro che non hanno tanti aiuti come noi. Noi abbiamo da accudire una decina di villaggi con una chiesetta, mentre una parrocchia qui vicina alla nostra ha almeno venti villaggi con cappelle e altrettanto senza; quindi devono celebrare molte Messe nell’arco di un mese. Grazie di cuore per la vostra generosa offerta di 5’000 franchi. Con questo sostegno ho voluto aiutare dapprima alcune famiglie della Missione nel Distretto di Manikgonj dove ero fino al 2014 ed alcune famiglie del Distretto di Madaripur e Gopalgonj dove sono stato dal 1982 al 1989, distretti colpiti dal ciclone Ampan e dall’alluvione… Qui a Nobai Bottola non c’è alluvione, noi siamo in una zona un po’ alta, anzi la nostra gente, dato che è piovuto tanto, ha potuto seminare e trapiantare il riso, senza bisogno di pagare l’acqua, che di solito è erogata dal sistema di irrigazione del governo pagando una quota fissa ogni ora. Per la ricostruzione di alcune capanne dei poveri della nostra parrocchia, ho dato un aiuto a dieci famiglie per comprare alcune lamiere, che erano state un po’ accartocciate dal ciclone precedente, chiamato Fani… In Bangladesh, finito un ciclone ne arriva un altro, poi ecco l’alluvione, i bisogni da soddisfare sono tanti!

Dato che le scuole sono chiuse, abbiamo iniziato da due mesi la scuola non ufficiale nel nostro Community Center; la scuola al mattino per chi deve sostenere gli esami esterni alla fine di novembre e all’inizio di dicembre (fine del nostro anno scolastico), cioè per la quinta primaria e per l’ottava, che sarebbe la III Media. Per la scuola darò un


Notizie dalle missioni... contributo agli insegnanti, poiché molti allievi, a causa del covid-19, non possono pagare la quota mensile. Abbiamo anche iniziato il dopo scuola, per la I e II Asilo, per la I, la II, la III e la IV Primaria e per la VI (=I Media), per la VII (=II Media). Quest’anno, con la disoccupazione, il rialzo dei prezzi dei beni di prima necessità è del 20-25%, le famiglie più deboli, le vedove con figli, fanno fatica a sbarcare il lunario. Spesso devo aiutare gli ammalati che vanno dal medico o in ospedale. Inoltre, con l’aiuto di un giovane, curiamo specialmente donne anziane, pochi uomini e bambini, con la medicina omeopatica. Anche per queste medicine ogni mese c’è una certa spesa… Verrò in Italia nel mese di settembre, ottobre e un po’ del mese di novembre, sempre se Dio vuole e se sono ancora vivo. Spero di venire ancora alla Medaglia Miracolosa di Mendrisio. Un saluto caro a tutti e ancora un grande grazie! Affezionatissimo in Cristo, nostro Signore Gesù Salvatore. padre Arturo Speziale

San Paolo (Brasile), 6 agosto 2020 Carissimi, un abbraccio e un ringraziamento, di cuore, per la vostra amicizia, preghiera e appoggio economico! Grazie per le intenzioni di Sante Messe che ci avete inviato in memoria dei vostri cari. Li porteremo con noi nell’Eucarestia mattutina, uno a uno. La vostra donazione ci giungerà tra circa due mesi, considerando i tramiti interni, e la destineremo alle nostre attività missionarie. In tempo di pandemia, i missionari Comboniani in Brasile continuano il loro impegno religioso e sociale.

Chipata (Zambia), 31 luglio 2020 Carissimi tutti di Medaglia Miracolosa, Pace e bene e grazie per la vostra email con le varie notizie. Spero che nonostante il periodo passato con il covid-19 ora stiate tutti un po’ meglio. Continuiamo a pregare che la Madonna protegga tutti noi e le persone care. Io sarei dovuto venire in Italia per le mie vacanze all’inizio di aprile, invece era tutto chiuso e così spero di venire verso la metà di settembre. Certamente verrò a trovarvi… Circa il virus qui è difficile capire la situazione, perché non si hanno tutte le possibilità che ci sono in Europa. Ci sono dei casi ma non si sa esattamente quanti e dove siano. Qui la gente sembra non curarsi di quello che potrà capitare anche perché non è facile avere l’informazione esatta. Siamo nelle mani di Dio e ci affidiamo alla sua provvidenza. Certo che se dovesse diffondersi sarebbe un disastro.

Siamo presenti in quattordici comunità, in diversi luoghi del Brasile, nelle grandi periferie urbane, nel nordest e in Amazzonia. La situazione in Brasile è tragica, con 100mila morti per coronavirus, a causa dell’inefficienza e irresponsabilità del governo. La Chiesa è molto impegnata nella difesa della vita. Nel nostro piccolo, come congregazione con circa settanta persone impegnate in questo Paese, ci dedichiamo alle comunità cristiane, che sono nuclei di speranza, incontro con Dio e tra le persone, organizzazione sociale e riflessione.

Carissimi, grazie della vostra amicizia e vicinanza a noi missionari. A volte ci sentiamo un po’ abbandonati dalla Chiesa... per fortuna ci sono sempre persone e gruppi che ci sono vicini e condividono con noi il servizio missionario. Grazie di cuore per esserci vicini e per l’aiuto concreto che ci donate. Ci teniamo uniti in preghiera e la Madonna ci protegga da ogni male. Un abbraccio. Con affetto. padre Enrico Colleoni

Abbiamo poi un servizio specifico agli esclusi, sia con la pastorale carceraria che nella dedizione ai più piccoli, ragazzi e adolescenti. Ci impegniamo nella lotta al razzismo e nel dialogo interreligioso, valorizzando soprattutto la cultura “afrobrasileira”, già che il DNA comboniano ha

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Notizie dalle missioni... molto a che fare con l’Africa. L’Amazzonia è un fronte di impegno e lavoro speciale, per noi. Abbiamo progetti che seguono alcuni popoli indigeni e comunità che vivono in riva ai fiumi. Difendiamo i diritti delle comunità e della natura, contro l’aggressione sempre più violenta delle industrie minerarie, degli allevamenti di bestiame e del disboscamento. Alla luce dell’enciclica “Laudato Si’” e del Sinodo dell’Amazzonia, facciamo appello alla comunità internazionale perché tutti rivediamo il nostro stile di vita, combattiamo il modello economico che uccide e distrugge, apriamo nuovi percorsi e relazioni che si fondino sul rispetto alla vita. Grazie di cuore a tutti coloro che, credendo in Dio, appoggiano anche noi e la nostra missione. Un ringraziamento speciale all’Associazione Gruppo Medaglia Miracolosa, che sempre ci è vicina. padre Dario Bossi

Così, con il vostro aiuto possiamo andare avanti e mettere in opera tutto il progetto. Si, i lavori del secondo blocco lì abbiamo ripresi: la gente non resiste più: siamo ufficialmente ancora in Lockdown, niente scuole, niente Messe, coprifuoco di notte... Tutto il resto è ritornato come prima. La gente, oltretutto, diceva che morire di fame è peggio che morire di coronavirus. Vi mando qualche foto perché possiate vedere il frutto della vostra generosità.

Ombaci (Uganda), 7 agosto 2020 Carissimi amici, notizia di grande, grandissima portata per Ombaci, quella del vostro invio di un’offerta di 20’000 franchi per la riparazione della casa dei missionari di Ombaci, per di più in un momento in cui la situazione mondiale ci obbligava a mettere il cuore in pace, almeno per il momento! Grazie dunque di vero cuore al caro benefattore che ha voluto dare questo prezioso aiuto alla nostra missione. Lo devo proprio ricordare in una maniera tutta speciale nella preghiera e invitare anche la nostra gente a fare altrettanto. Lo affidiamo alla Madonna che implori tutte le grazie e benedizioni su di lui e le persone che porta nel cuore. Si vede che la Madonna della Medaglia Miracolosa ci tiene presenti.

I lavori vanno avanti bene, con ammirazione di tutti... e tanta gioia da parte nostra e anche della famiglia degli operai. Da parte mia sto valutando le possibilità di mandare avanti il progetto anche senza di me. Perché dovrei già essere in Italia da parecchi mesi, sia per normale riposo dopo i regolari tre anni e sia per controlli medici che mi sono stati ripetuti più volte all’ospedale di Kampala. Ho perso l’aereo già due volte. Ora la Brussels Airways mi offre un posto la settimana prossima... “perderlo” ancora sarebbe un insulto alla Provvidenza. Se mi capita di passare del tempo a Rebbio... chissà che non abbia l’occasione di fare un salto da mio fratello a Bellinzona e a Mendrisio da voi? Per ora voglio solo esprimere tutta la nostra riconoscenza a nome mio personale e a nome di tutti qui a Ombaci. Vi assicuro il nostro ricordo nella preghiera al Signore. Possa la Madonna portarla al dilettissimo Figlio e intercedere per noi tutti. padre Roberto Pegorari

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Vita dell’Associazione...

Ricordando padre Giovanni Giorda Padre Giovanni Giorda, nato il 5 febbraio 1927 ad Allivellatori (Torino), missionario della Consolata da anni conosciuto e sostenuto dalla nostra Associazione, è tornato alla Casa del Padre all’età di 93 anni l’11 agosto 2020 alle 15:45 a Tosamaganga (in Tanzania) dove è stato parroco per anni. Di seguito un ricordo di un suo confratello.

La conoscenza indiretta di padre Giorda risale agli inizi degli anni ‘50 del secolo scorso. Allora l’unico mezzo di informazione e comunione dell’Istituto Missioni Consolata era il “da Casa Madre”. Se ne desiderava l’arrivo mensile e lo si leggeva durante i pasti. Padre Giorda era stato il corrispondente ufficiale dell’allora Delegazione. Per anni il suo nome si rincorse, dando notizie di Tosamaganga, della diocesi di Iringa e della Tanzania. Lo scrivere gli doveva essere facile. Questo carisma gli fu di aiuto per puntualmente far conoscere, augurare e ringraziare benefattori e conoscenti che, dovuto alla sua fedeltà, si moltiplicarono e divennero molti. Dare notizie… ma anche ascoltarle, e così seguire le vicende mondiali. La sera e il mattino era segnato dall’appuntamento con la BBC e Voice of America. Settimanalmente leggeva “Time magazine”, dall’inglese non facile. Sempre aggiornato, era diventato la fonte di notizie per i confratelli e altri. Notizie del mondo… ma anche quelle di casa. Era molto interessato alla vita e cammino dell’Istituto, chiedendo notizie di persone ed eventi. Padre Giorda, un missionario tutto zelo, sempre frettoloso, instancabile. Ripeteva spesso il detto: “Mpunda afe, mzigo afike”. Tradotto: “L’asino muoia pure, purché la merce arrivi a destinazione”. La merce era la sua pastoralità, l’evangelizzazione, il compimento di progetti. Il suo ministero fu dono, tutta generosità, specialmente a Tosamaganga ma anche a Chosi, dove per una forte malaria vide il paradiso vicino. Si considerava miracolato. Molte volte gli commentavo che era una colonna e un cedro del Libano. Un sorriso era la risposta. Ministero integrale, ma con cuore di predilezione

per gli ammalati e gli orfani che, a causa dell’AIDS, erano diventati centinaia a Tosamaganga e nei villaggi attorno. Pure zelante, anche da anziano, nel fare catechismo nelle scuole. Compito mai facile e che con gli anni divenne sempre più difficile. Ma non esistevano difficoltà per padre Giorda. Persino una santa temerarietà. Come quando il vescovo, appena arrivato in Tanzania, gli chiese di insegnare teologia in seminario. E non conosceva l’inglese! O quando fu scelto come maestro dei novizi dei Fratelli diocesani, che comprendeva pure l’incarico di superiore generale. In tempi di sensibilità anticoloniale. La pipa era sua amica e, con una generosa pipata, superava difficoltà e fatica. Inoltre confessava di dormire bene di notte. Ha vissuto integralmente la sua sacerdotalità. Era povero. Si accontentava di poco. Ci volle molta insistenza perché non continuasse a prendere i pasti dove era solito farlo, ma provvedesse ad avere una cucina in casa per assicurare a se stesso e cooperatori un cibo migliore e almeno sufficiente. Ha vissuto 68 anni in Tanzania. Vide e visse l’Indipendenza del paese e tutti gli eventi che la seguirono, come pure gli eventi ecclesiali di Iringa. Tutto seguiva da vero appassionato. Amava profondamente la Tanzania e i Tanzaniani. Una vera simbiosi…nelle differenze caratteriali e culturali! La sua forza interiore e spirituale la dimostrò pure negli ultimi anni, segnati da malattia e acciacchi. Non lamentele ma serenità. Per noi, che l’abbiamo conosciuto e voluto bene, rimane un esempio luminoso di missionario e di sacerdote. Ne è testimonianza pure la numerosa schiera di sacerdoti diocesani che parteciparono al suo funerale. Gliene siamo grati. Vero, sono cambiati i tempi e sono mutate le varie dimensioni della Missione, ma ci sono valori perenni che vanno conservati e vissuti. Come l’intramontabile Vangelo! padre Giuseppe Inverardi

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