Anno 47, numero 171
Qui Ticino...
...a voi missionari
settembre 2015 Periodico trimestrale ticinese del Gruppo Medaglia Miracolosa di Mendrisio attivo dal 1960 www.medaglia-mendrisio.org
Due sorelline di una comunitĂ in Angola (Africa)
Notizie ed avvisi Calendario Mariano Missionario Martedì, 29 settembre 2015 Incontro mensile nella Chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 Santo Rosario meditato; ore 20.00 Santa Messa. Nella biblioteca San Damiano, segue l’incontro missionario.
GRAZIE DON ANGELO
Per i tuoi 21 anni messi al servizio della nostra Associazione, anni di condivisione e di fraternità. Ti auguriamo ogni bene per la tua nuova missione nella Parrocchia di Novazzano e ti assicuriamo la nostra vicinanza nella preghiera.
Domenica, 18 ottobre 2015 Giornata missionaria mondiale: l’invito è di viverla nelle proprie comunità, zone pastorali o vicariati. Martedì, 27 ottobre 2015 Incontro mensile nella Chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 Santo Rosario meditato; ore 20.00 Santa Messa. Nella biblioteca San Damiano, segue l’incontro missionario. Domenica, 22 novembre 2015 Festa del 55° dell’Associazione: nella Chiesa Parrocchiale di Mendrisio alle ore 14.30 recita del Santo Rosario e alle ore 15.00 celebrazione della Santa Messa solenne. I sacerdoti che desiderano partecipare alla celebrazione, sono pregati di portare camice e stola bianca. Sabato, 12 dicembre 2015 Mercatino di Natale a Mendrisio, in Piazza del Ponte, dalle ore 10.00 alle 18.00: la nostra Associazione sarà presente con una bancarella.
Vita dell’Associazione...
Martedì, 22 dicembre 2015 Giornata dedicata alla Preghiera Perenne. L’invito è quello di unirsi in preghiera in famiglia o nella propria comunità parrocchiale.
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Domenica, 27 dicembre 2015 Celebrazione del “27” in famiglia.
GRAZIE DI CUORE
a tutti i benefattori, associati e amici dell’Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa” di Mendrisio per tutte le generose offerte a sostegno dei tanti progetti missionari. Rammentiamo che ogni sabato dell’anno 2015 Padre Luigi Gabaglio, missionario Comboniano in Uganda, celebra una Santa Messa per tutte le necessità degli associati e benefattori, vivi e defunti, della nostra Associazione. Di nuovo “GRAZIE” per il vostro costante sostegno spirituale e materiale a favore delle missioni e delle persone più bisognose.
BENVENUTO DON CLAUDIO
A don Claudio Premoli diamo il caloroso benvenuto quale nuovo assistente spirituale della nostra Associazione. A lui auguriamo un cammino ricco di esperienza umana, missionaria e spirituale nella certezza che camminando insieme si potranno realizzare cose grandi! il comitato
Impressum Editore: Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa”, Mendrisio Direzione, redazione e amministrazione: via Carlo Croci 6, 6850 Mendrisio tel: +41 91 646 28 20 fax: +41 91 646 28 15 email: quiticino@medaglia-mendrisio.org internet: www.medaglia-mendrisio.org Orari apertura segretariato: Lunedì - Venerdì: 09:00-11:30 / 14:00-17:00 Direttore Responsabile: don Claudio Premoli Redazione: Carla Bernaschina, Stefania Bazzurri, Florindo Brazzola, don Claudio Premoli, Letizia Bernaschina, Michele Faul Impaginazione e Grafica: Michele Faul Tipografia: La Buona Stampa SA, via Fola 11, 6963 Pregassona Abbonamento: Di qualunque offerta, indipendentemente dal modo di versamento, 4 franchi danno diritto all’abbonamento.
Ciascuno deve poter trovare un’oasi di misericordia
particolarmente significativi, tratti dalla bolla di indizione dell’Anno giubilare “Misericordiae vultus”. Buona lettura.
È significativo il fatto che Papa Francesco aprirà la Porta Santa nel giorno del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, in un tempo in cui la Chiesa «sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento». L’Anno giubilare poi si concluderà nella solennità di Gesù Cristo Re dell’universo, il 20 novembre 2016. Per introdurci in quello che sarà sicuramente un tempo favorevole per la nostra conversione, come inizio della mia collaborazione a questo nostro bollettino, voglio proporvi alcuni brani scelti,
1. Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. 2. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. 8. Con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità. La missione che Gesù ha ricevuto dal Padre è stata quella di rivelare il mistero dell’amore divino nella sua pienezza… La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nei confronti dei peccatori, delle persone povere, escluse, malate e sofferenti, sono all’insegna della misericordia. Tutto in Lui parla di misericordia. Nulla in Lui è privo di compassione. 10. L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole… Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione di pretendere
Lettera dell’Assistente...
Nei prossimi mesi la Chiesa universale sarà invitata a vivere l’Anno giubilare della misericordia. La divina misericordia «non è un’idea astratta, ma una realtà concreta» con cui Dio «rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore “viscerale”». La misericordia è “l’architrave” che sorregge la Chiesa: va riscoperta e vissuta, perché «non è l’osservanza della legge che salva, ma la fede in Gesù Cristo». Lo scrive papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo straordinario, intitolata “Misericordiae vultus”, consegnata ai rappresentanti delle Chiese dei cinque continenti durante i primi vespri della Domenica della Misericordia lo scorso 11 aprile. L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione con la solenne apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, che «sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Nella terza domenica di Avvento tutte le chiese particolari – ogni diocesi – del mondo aprirà la propria Porta Santa della Misericordia: «ogni Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale».
don Claudio Premoli, assistente
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sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. 12. La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia. 15. In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno
crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta… È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina.
Preghiamo e meditiamo insieme:
Supplica alla Madonna della Medaglia
Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese ed in ogni urgente necessità.
Lettera dell’Assistente...
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
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Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest’ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d’affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all’unisono col tuo. Lo accenderà d’amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l’ora tua, o Maria, l’ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l’ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest’ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest’ora sia anche l’ora nostra: l’ora della nostra sincera conversione, e l’ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu che hai promesso, proprio in quest’ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l’amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest’ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch’essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina…
Le giovani ribelli della Foresta del Bengala Padre Luigi Paggi, missionario Saveriano, è ormai da 40 anni in Bangladesh e da qualche tempo lavora a contatto con la tribù Munda. Il tasso di analfabetismo nella tribù raggiunge il 95% e per questa ragione la missione si è fin da subito impegnata nella realizzazione di progetti scolastici. Si è però confrontati anche con un altro problema: quello dei matrimoni forzati e prematuri. L’aumento della richiesta di aiuto da parte delle ragazze stesse, richiede maggiori spazi e finanziamenti ed è per questo che padre Luigi Paggi si rivolge alla nostra associazione. malaugurata sorte. Il tasso di mortalità femminile nella tribù è quindi altissimo, cosa che crea pure uno squilibrio demografico fra maschi e femmine. Le prime ragazzine fuggite lo scorso anno hanno creato una cooperativa che si prefigge lo scopo di aiutare le loro madri e sorelle che vivono nei vari villaggi ad elevare il loro tenore di vita.
Vorrei mandarvi qualche informazione sulla mia attività missionaria in questo angolo sperduto del mondo, un’attività particolare che senz’altro desterà una certa curiosità… Nella tribù Munda, di cui mi occupo ormai da più di 10 anni e nella quale non vi è nessun cristiano, insegno alle ragazzine a non osservare il quarto comandamento, a ribellarsi e a disubbidire ai genitori che vogliono sposare le figlie a 12-13 anni. Questa tradizione tribale dei matrimoni forzati è una vera piaga sociale che sto cercando di curare e guarire. Nella mia piccola missione, ai bordi della Foresta del Bengala (il regno della famosa tigre reale del Bengala), garantisco a queste ragazzine ribelli e disubbidienti, cibo, alloggio e la possibilità di continuare gli studi. Ne ospito quasi una ventina, fuggite da casa per evitare un matrimonio che avrebbe potuto avere conseguenze fatali per la loro giovane vita. Molto spesso, infatti, durante il parto non solo il bambino muore, ma anche alla madre tocca la stessa
Le giovani ribelli non si limitano a dare un aiuto concreto alla tribù, ma contribuiscono anche a cambiare le mentalità. Spargendo la voce fra le loro coetanee sempre più ragazze stanno arrivando alla missione. Il numero è destinato ad aumentare anche grazie ad un’altra bella novità: se inizialmente il problema maggiore era stata l’ostilità dei genitori, ora sono proprio alcuni di loro a portare le figlie alla missione, promettendo che non le sposeranno prima che abbiano raggiunto i diciotto anni d’età. A noi della Missione tra i tribali Munda sembra che lo scopo principale della nostra presenza sia questo servizio alla vita… più riusciremo a portare vita e vita in abbondanza e più la risurrezione di Cristo avrà portato frutto. Un cordiale saluto e tanti auguri di ogni bene e a risentirci. padre Luigi Paggi
Progetti per le missioni...
Cari amici, pace e bene e saluti dal lontano Bangladesh.
Hanno già a disposizione un buon gruzzoletto con il quale hanno già iniziato a fare dei preziosi lavori per l’intera tribù, che conta circa 4’000 anime. Magari la vostra associazione può dare una mano ad aumentare il capitale della piccola cooperativa cosicché possa aiutare un maggior numero di donne della tribù.
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Progetti per le missioni...
Che rifugio è senza un tetto? A Makeni Villa, un quartiere sovrappopolato della città di Lusaka (Zambia), le suore Missionarie Comboniane hanno costruito, con l’aiuto della comunità locale e di altre organizzazioni, un Centro di Educazione polivalente, che funge da luogo d’incontro per i giovani del posto, altrimenti dispersi in strada. Purtroppo mancano i finanziamenti per completare la sala polivalente senza una parte della quale, un rifugio, non può definirsi tale: il tetto! Suor Giuliana Marini bussa alla nostra porta per chiedere un nostro aiuto per l’ultimazione dell’opera. Carissimi amici, una scuola, una sala polivalente, una zona sportiva e vi ringrazio di vero cuore di tutto l’aiuto datoci, case per i volontari. Stiamo costruendo un salone e della vostra generosità, tenendo in considerazione i libreria ove anche quelli che vanno a scuola possono bisogni della nostra Missione in Zambia. trovare un posto sicuro per leggere e studiare. Con il vostro aiuto siamo riuscite a completare, lo scorso anno, la costruzione della nostra casa a Makeni Simoson, quartiere popolare di Lusaka. Era stata iniziata nel mese di luglio del 2013 e grazie ancora al vostro aiuto abbiamo scavato un pozzo per l’acqua e installato panelli solari per avere la luce. Il 15 marzo 2014, anniversario della nascita del nostro fondatore, San Daniele Comboni, abbiamo benedetto la casa e l’11 maggio 2014 quattro suore Comboniane hanno iniziato la loro presenza nel quartiere. La nostra presenza oggi in questo quartiere di Makeni Simoson, al servizio della comunità locale, Un’attenzione particolare è riservata all’educazione è stata possibile grazie anche al vostro aiuto e per delle ragazze, vittime frequenti di ingiustizie sociali e questo vi siamo molto riconoscenti e speriamo tanto culturali, che non permettono loro di avere accesso nella vostra continua amicizia e sostegno. ad un’istruzione e al mondo del lavoro poi. Per quanto riguarda la sala polivalente, i beneficiari Ora vi presentiamo un progetto educativo a favore sarebbero 200 donne, 500 giovani e 500 bambini, ai delle donne e dei giovani, certe che se potrete darci quali verranno proposte attività educative, ricreative, ancora una mano ve ne saremo grate. Siamo sicure professionali e servizi terapeutici per facilitare la che la Mamma Celeste desidera che lo realizziamo crescita professionale, la guarigione emotiva e la essendo a beneficio dei più poveri e abbandonati, in promozione di donne e ragazze. Circa la metà del una zona dove i giovani se ne stanno tutto il giorno costo totale è stata raccolta. Siamo a buon punto, in strada non avendo nessun posto ove radunarsi. E, ma ci mancano i soldi per il tetto. non avendo accesso all’istruzione e alla formazione Stiamo pregando San Giuseppe e la Madonna professionale, in molti finiscono in giri di droga, sperando che qualcuno ci venga incontro. La gente abusi e criminalità. del posto cerca di aiutarci e anche senza tetto entrano nel centro e lo usano per radunarsi, anche Stiamo perciò realizzando un centro che comprende se noi diciamo loro di avere pazienza. Ci rispondono: “L’acqua c’è, i muri ci sono, possiamo sederci per terra e aprire l’ombrello per ripararci”. Per fortuna che in questi giorni piove moltissimo, in modo che possano capire che non è possibile l’utilizzo della struttura senza il tetto! Mettiamo tutto nelle mani della Madonna e nella generosità dei buoni. Potete darci ancora una mano per terminare quest’opera? Grazie di vero cuore! Un caro e fraterno saluto e un abbraccio forte a tutti.
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suor Giuliana Marini
Una chiesa per la nuova missione di Daye
Cari amici e benefattori, tempo fa andai a visitare la nuova comunità di Daye, piccolo paese in via di sviluppo, situato nella provincia etiopica di Sidamo. I due nuovi padri missionari mi fecero una ospitale accoglienza perché negli anni precedenti a Daye avevo fatto costruire un asilo, una scuola elementare, un’abitazione per i missionari, un pozzo per avere l’acqua potabile e realizzato la posa di un trasformatore per la corrente elettrica. Dopo aver dato un’occhiata a queste opere, i padri missionari mi chiesero perché non avevo pensato alla chiesa: una missione senza chiesa è come un corpo senza testa. Entrammo in casa e mi fecero vedere una stanzetta dove c’era un tavolino coperto da una tovaglia che fungeva da altare, due o tre sedie e nell’angolo un tronco d’albero abbellito e pitturato sul quale avevano sistemato il tabernacolo. “Ecco la nostra chiesa, dove durante la settimana preghiamo e celebriamo la santa Messa. Alla domenica, per la celebrazione festiva e la catechesi, utilizziamo un’aula scolastica...” mi dissero i padri. Il progetto di fare una chiesa lo avevo fin dall’inizio della missione e sia il vescovo, sia i miei superiori mi avevano dato la loro approvazione purché trovassi i fondi necessari per la costruzione. In seguito dovetti lasciare la missione e così il progetto fu messo da parte. Ora che ci sono due missionari è giusto che la comunità di Daye abbia la sua chiesa. Il problema più difficile è quello di trovare generosi benefattori che comprendano il grande significato che un edificio di culto ha per una comunità cristiana e che con spirito di fede e di generosità diano il loro contributo. È
anche doveroso fare uno sforzo per i coinvolgere i cristiani locali affinché collaborino in modo che la futura chiesa la sentano propria. Sono sempre più convinto che, alla base di ogni sviluppo umano, c’è la fede e l’osservanza della legge di Dio. Nel passato e nel presente spesso mi sono sentito dire: “Pensa piuttosto a dare da mangiare alla gente che non a costruire chiese”. La mia risposta è solo una: “È in chiesa che la gente impara ad amarsi, a perdonarsi, a lavorare insieme. Quando si ameranno e condivideranno la loro vita troveranno anche il modo di vincere la povertà. Ecco perché non solo facendo scuole e ospedali si collabora allo sviluppo, ma anche facendo chiese, ossia facendo sì che gli uomini diventino migliori. Poi dove c’è una chiesa sorgerà anche tutto il resto!”. Anche monsignor Giovanni Migliorati, Vicario Apostolico di Hawassa, appoggia il progetto della costruzione della chiesa di Daye ed è riconoscente verso chiunque collaborerà alla sua realizzazione. Per la costruzione della chiesa occorrono circa 120’000 franchi. Potete darci anche voi una mano? A tutti coloro che daranno la loro collaborazione a questa pia opera giungano non solo i miei più sinceri ringraziamenti, ma anche quelli di tutti i cristiani di Daye e delle cappelle dei dintorni, i quali, uniti in una nuova chiesa, si sentiranno più fratelli e più consci della grandezza e della bellezza di Dio e della lode che gli si deve. Certo della vostra vicinanza e del vostro aiuto, vi saluto fraternamente con l’assicurazione del ricordo per voi nelle mie preghiere. padre Giuseppe Detomaso
Progetti per le missioni...
Padre Giuseppe Detomaso, missionario Comboniano a Teticha (Etiopia) chiede il nostro aiuto per la costruzione di una chiesa nella nuova missione di Daye che i Missionari Comboniani hanno iniziato alcuni anni fa. Qui è stato costruito un asilo, una scuola e una casa per i missionari, ma manca il luogo dove ritrovarsi a pregare e a ringraziare Dio per i benefici ricevuti. Possiamo dare una mano a Padre Giuseppe a realizzare la chiesa di Daye?
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La pagina dei giovani...
Campo di lavoro in Uganda
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Il Natale di solidarietà 2014 aveva unito le Parrocchie di Mendrisio, Balerna, Vacallo, Salorino e Castel San Pietro – cui si è aggiunta l’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio – in un progetto molto semplice: due bus per i bambini della Missione di Kitanga, nel sud dell’Uganda, fondata nel 1935 da un missionario ticinese, Ubaldo Torelli padre bianco. Ce ne aveva parlato Antonio Pizzi, missionario laico che fa la spola dall’Italia all’Uganda e che da anni offre un sostegno tecnico e umanitario alla missione ugandese. Il piccolo seme piantato da Padre Torelli, dopo 80 anni, è diventato un albero carico di frutti. La missione di Kitanga accoglie oggi più di 600 ragazzi della regione e li aiuta a crescere soprattutto con la scuola materna e la scuola (60 per classe…), offrendo loro un ambiente sereno, serio ma anche pieno di vita e di gioia, pur nella povertà ed essenzialità. I bambini rimangono quasi tutti per i pasti e per la notte tutto l’anno, con sole tre interruzioni per le vacanze. Completano la missione altre costruzioni, come un ospedaletto (cui abbiamo portato una valigia di preziosi medicinali) e la maternità, la bella chiesa in mattoni costruita da Padre Ubaldo, falegnameria, officina e mulini per la macinazione dei grani, serre per le piantine di tè. È qui, a 1800 metri di altezza, che abbiamo svolto quest’estate, in luglio, il nostro campo di lavoro: scopo primario è l’incontro e la condivisione della vita delle persone, e non solo l’invio di soldi. Don Angelo, don Gian Pietro e tre giovani: Samuele, Matilde e Clea, a nome delle
nostre Parrocchie e della Medaglia Miracolosa sono stati accolti come una piccola “delegazione svizzera” in Uganda da Padre Gaetano Batanyenda, prete ugandese coraggioso che dirige la missione di Kitanga e la grande parrocchia che vive in decine di frazioni sparse sui monti. La vita alla missione inizia presto, alle 06.00 e si chiude al calar del sole. È tutto un brulichio di bambini, voci, canti che rendono la missione viva e speciale. I nostri giovani volontari si sono messi a disposizione con semplicità ed entusiasmo, come raccontano Samuele di Vacallo e Matilde di Salorino. Porteremo nel cuore anche le due Sante Messe domenicali, con canti e danze al ritmo dei tamburi, compresi la Cresima di 72 ragazzi e la benedizione dei due bus-scuola. Spesso capita di incontrare anziani, bambini, giovani che portano al collo con orgoglio la Medaglia Miracolosa.
La testimonianza di Samuele
Da diversi anni sognavo di poter partire un giorno per conoscere nuove culture e nuove realtà e quando mi è stato proposto di partecipare al campo di lavoro in Uganda ho subito accettato. Studiando per poter un domani lavorare nel sociale a stretto contatto con l’infanzia, mi è capitato di imbattermi in situazioni difficili, ed è forse da queste esperienze che in me è nata la volontà, nel mio piccolo, di attivarmi per dare una mano a chi ne necessiti, così il 7 luglio assieme a don Angelo, don Gian Pietro, Clea e Matilde siamo partiti alla volta dell’Africa Centrale. Questa appena vissuta è stata per me unica e indimenticabile, che spero in un futuro prossimo di poter rivivere. La cosa che più mi ha colpito è stata la gioia e il sorriso che sempre accompagnavano i bambini della missione di Kitanga, bambini ai quali bastava un abbraccio, una parola, un semplice gesto affettuoso per essere felici, bambini con una gran voglio di studiare, di divertirsi,... di vivere. Ho molto apprezzato la possibilità di interagire con tutti i bambini, grandi e piccini, e di poter proporre loro attività manuali e giochi all’aperto, come anche l’apertura di docenti e preti che a braccia aperte ci hanno accolto e ci
La testimonianza di Matilde L’Africa nera, la polvere rossa, la natura verde, gli occhi bianchi puntati addosso a noi, i Basungu (termine utilizzato in Uganda per definire i bianchi). Il primo impatto con l’Africa, i suoi colori. In seguito siamo entrati nella sua vita; ci sono stati i vari incontri con gli ugandesi che ci hanno accolto a braccia aperte, ci sono stati i bambini che ci hanno toccato e annusato tutte le braccia con i loro grandi sorrisi, ci sono stati i mille odori che ci hanno avvolto, e non sempre, bisogna ammetterlo, avevano un profumo gradevole. Laggiù ci hanno sorpreso con i loro canti, i loro balli, i loro ritmi e con la semplicità con cui vivono la vita, un giorno alla volta. Ci siamo accorti che i bambini, nonostante le differenze culturali e la realtà completamente diversa dalla nostra, sono uguali in tutto il mondo: inizialmente sono timidi, ma ci mettono poco a prendere confidenza, a chiamarci per nome ogni volta che ci incontrano, a lottare fra di loro per stringerci le mani durante le passeggiate e a diventare furbi come i bambini che tutti noi conosciamo. Per qualche giorno ci sono stati pure gli elefanti, gli ippopotami, i coccodrilli e molti altri animali, nascosti nell’erba gialla costellata di acacie e nelle lagune della Rift Valley. L’Uganda ci ha donato tanto, niente che si può vedere o toccare, ma ci ha lasciato qualcosa nel cuore, o noi ne abbiamo lasciato giù un pezzetto. In fondo si sapeva già, appena si torna a casa, nel lusso
che ci aveva abbandonato per qualche settimana si nasconde il “mal d’Africa” che ci richiama nel continente nero. Quel continente dove un furgoncino che ha perso una batteria per strada si riaccende miracolosamente grazie a sei Basungu che lo spingono per un distributore di benzina, dove il miracolo viene spiegato dall’autista africano che dice semplicemente: “This is Uganda”.
Un fiore nella prigione femminile di Kampala
I primi due giorni del campo di lavoro li abbiamo trascorsi nella capitale Kampala, in compagnia di un missionario pugliese ben conosciuto dalla Medaglia Miracolosa, Padre Felice Sciannameo che ci ha accolti con grande senso di ospitalità. Con l’aiuto della Medaglia Miracolosa Padre Felice ha potuto realizzare un sogno: la sua lungimiranza e ispirazione evangelica gli hanno suggerito un’opera bellissima e unica, una maternità all’interno del carcere femminile di Luzira in piena Kampala. Guidati da Padre Felice siamo andati a visitare la nuova maternità: 14 piccoli con le loro mamme. Fino ai 3 anni i bimbi stanno nel reparto con le loro mamme, poi sono accolti appena fuori dalla prigione in un’altra casa costruita da Padre Felice. La maternità di Luzira è il vero cuore della prigione: i bimbi sono il fiore bello sbocciato nel mezzo di un istituto di pena. Stiamo un po’ con le mamme e i loro piccoli: donne che hanno rubato, ucciso, ma il poter stare con le loro creature nate in prigione le aiuta ad andare avanti, a sperare, a redimersi… anche queste donne “rinascono” a una vita nuova, un parto doloroso per una vita e un futuro per loro e per i loro bambini. Padre Felice ci ha guidati poi anche a un’altra sua opera, la casa “Effata”, aperta da pochi mesi, per ragazze sordo-mute: ballano per noi danze tradizionali, con piccoli versi di gioia e movenze eleganti. Grazie, Padre Felice, per questa giornata memorabile: il vangelo accolto dai giovani martiri ugandesi (di cui visitiamo il santuario-memoriale di Namugongo), fiorisce in questa terra e produce opere di amore e rinascita! don Angelo
La pagina dei giovani...
hanno lasciato entrare nella loro vita quotidiana rendendoci partecipi di ogni loro attività: dalla messa alle lezioni, dai giochi ai pasti, dalle gite alle serate. Uno degli aspetti che maggiormente mi ha colpito è stato il vedere la grande volontà che i bambini, tutti, avevano di frequentare la scuola, forse nel tentativo di garantirsi un futuro migliore di quello che potrebbe essere senza istruzione. Mi ha, inoltre, piacevolmente sorpreso lo spirito di gruppo e la collaborazione dei bambini di questa grande missione che ne conta quasi 650, dove i bambini più grandi seguono e aiutano i piccini. Questi ultimi, che già a 3 anni vivono lontano da casa per lunghi periodi, autonomamente lavano i propri vestiti e dormono in immense camerate. È stata un’esperienza che mi ha molto emozionato e che ha cambiato diversi dei miei modi di fare e di pensare, un’esperienza che sempre porterò con me e che mi ha insegnato molto. Un giorno, durante il suo discorso, il parroco della parrocchia di Kitanga ha pronunciato queste parole: “I nostri ospiti che vengono dalla Svizzera sono persone importanti...”, ma la realtà è che loro sono stati importanti per noi e sono sicuro che hanno fatto più loro per me di quanto io abbia fatto per loro.
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Nakwamekwi (Kenya), 13 maggio 2015 Carissimi, vorrei ringraziare di tutto cuore e assicurare il ricambio della mia preghiera al Signore perché ricompensi la vostra generosità come solo Lui può fare. Il mio Confratello Padre Elia Ciapetti, 84 anni e quasi 60 anni di missione in Africa, ha lasciato Nakwamekwi per rientrare definitivamente in Italia, al Centro Comboniano Anziani di Brescia. Abbiamo lavorato insieme per tanti anni sia in Karamoja che qui a Nakwamekwi in Turkana, perciò sentirò molto la sua mancanza anche perché, se ho potuto fare tanto qui in questi ultimi anni, lo devo principalmente a lui. Voleva morire ed essere sepolto qui in Africa ma, la settimana scorsa recatosi a Nairobi per dei normali controlli medici, è caduto ed è finito in carrozzella. Qui in Missione è impossibile avere quel minimo di assistenza necessaria quando si è su una carrozzella. Non ha potuto neanche rientrare da Nairobi a Nakwamekwi per salutarci e per sistemare le sue cose. Ci lascia un ricordo bellissimo di missionario pieno di zelo, di generosità, di laboriosità e di coraggio. Ringraziamo il Signore per questi esempi meravigliosi che continuamente ci dona e preghiamo perché continui sempre a suscitarne nella sua chiesa come ha suscitato il nostro grande Papa Francesco. Con i miei auguri di ogni bene nel Signore, sempre vostro affezionatissimo.
sembra prevalere sugli insediamenti dell’uomo. Attorno a tutta la città, ma anche nelle vicinanze della nostra Casa, ci sono degli insediamenti da poco costituiti, formate da abitazioni fatiscenti che, nel corso di lunghi anni, aspirano a modificarsi in case modestissime di mattoni. Mi impressiona vedere oggi, nel centro della città, case che definirei belle, e , accanto, ancora abitazioni mal ridotte, in legno, senza pavimento, con tetti ricoperti da teli e lamiere. Gli insediamenti sono abitati da persone che provengono dalle montagne, dalle campagne, dalla vicina e più povera Bolivia, molti sono aborigeni con storie allucinanti di peregrinazioni, di fatiche, di incomprensioni.
padre Raffaele Cefalo
Notizie dalle missioni...
Oran (Argentina), 25 maggio 2015
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Carissimi, la “calle” Arenales non è una via secondaria: attraversa la città di Oran, lambisce la piazza principale e storica “San Martin”, e va diritta verso il rio Bermejo che a circa 20 chilometri separa l’Argentina dalla Bolivia. All’inizio, tra le case del Centro è asfaltata, per poi finire in terra battuta, bisognosa di continui rifacimenti per garantirne la viabilità. Non so l’origine del nome, forse vuole ricordare il rio Arenales che attraversa Salta (capoluogo di provincia) o forse perché quando piove diventa essa stessa “un rio” dove tutta l’acqua delle vie del Centro , dopo i frequenti temporali estivi, va a confluire. È una strada abbastanza trafficata: porta al “matadero” (macello degli animali); va alla discarica, una discarica a cielo aperto; è percorsa da quanti vanno alle aziende agricole alle falde del rio Bermejo, che è spesso preso d’assalto per gli amanti della pesca, o meglio per quanti, a corto di richieste di lavoro, sbarcano il lunario dedicandosi alla pesca. Sulla via Arenales si trova anche il nostro Centro, “Techo Fraterno - Casa Divina Provvidenza”. È ai margini della città abitata, dove il verde del bosco
La “calle” Arenales è un po’ la cartina di tornasole per misurare la miseria, i problemi di tante famiglie di Oran. Infatti, quando al mattino, col pulmino, vado a raccogliere i bambini che hanno fatto del nostro Centro un punto di riferimento, mi colpisce vedere bambini e ragazzi che inseguono i container con cui viene trasportata la immondizia per andare a rovistare tra il materiale che verrà gettato nella discarica, altri che salgono sui camion in movimento per recarsi nelle diverse aziende agricole alle falde del rio Bermejo, per essere utilizzati come manovalanza a basso costo nella raccolta di frutta e verdura, altri ancora armati di fionda che scrutano le cime degli alberi a caccia di qualche piccola preda. Forse un giorno riusciremo a coinvolgere anche loro, soprattutto a coinvolgere le loro famiglie, come abbiamo coinvolto i bambini che ora frequentano il Centro.
Al Centro vengono per mangiare. Fa effetto una simile constatazione, ma all’inizio è così... per loro e le loro famiglie. Certo poi apprezzano l’aiuto scolastico, apprezzano lo stare insieme, apprezzano l’attenzione all’igiene, apprezzano il clima di affetto e di considerazione, ma il punto di partenza è poter fare una colazione, fare un pranzo che non solo li aiuti nella loro crescita fisica, ma anche come premessa a quella intellettiva, scolastica.
Dar Es Salaam (Tanzania), 2 giugno 2015 Cari amici, grazie per il vostro dono di 3’000 franchi. La gratitudine è immensa: al Signore, al comitato, ai benefattori. Il generoso contributo è prezioso per la realizzazione dei programmi formativi del nostro “Consolata Mission Centre”… Il giorno 20 di questo mese ricorre la festa della Consolata, che noi celebreremo con circa 250 giovani. Occasione privilegiata per essere in comunione e per intercedere per tutti coloro che mi sono accanto con affetto, nella preghiera e generosità. Prego Maria perchè sia consolatrice di ogni sofferenza e madre di tenerezza per tutti. Un caro e fraterno saluto. padre Giuseppe Inverardi San Paolo (Brasile), 10 giugno 2015
Il merito dell’aiuto a una cinquantina di bambini di età scolare, aiuto pienamente gratuito perché rivolto a veri poveri, è reso possibile dalla generosità di tanti, a partire da famiglie cristiane delle diverse parrocchie di Oran... ma anche da gruppi e associazioni che, una volta conosciutoci, non mancano di esserci vicini con la loro solidarietà.
Carissimi amici, ringrazio tutta l’Associazione Gruppo Medaglia Miracolosa a nome mio, della Comunità Alleanza di Misericordia e, soprattutto, dei poveri della nostra missione: quelli delle favelas, delle nostre case di accoglienza, i bambini della Casa Naim, i poveri della strada, i giovani e tutti i fratelli che raggiungiamo attraverso le nostre evangelizzazioni... a nome di tutti un grazie di vero cuore per l’offerta che ci avete inviato. Non immaginate quanto bene potremo fare! Vi benedico di vero cuore e aspettiamo una vostra visita in Brasile! Fraterni saluti. padre João Henrique Bangalore (India), 25 giugno 2015
Un grazie pertanto all’Associazione della Medaglia Miracolosa, che si è fatta “provvidenza” venendo incontro a due “fatti spiacevoli” descritti la volta precedente, (il furto di una cinquantina di sedie e il rafforzamento della recinzione); il contributo ha permesso di non erodere le risorse destinate a provvedere quotidianamente il cibo ai nostri piccoli.
Cari benefattori, cari saluti nel nome di Cristo e della Beata Vergine! Sono molto felice di informarvi che abbiamo ricevuto la vostra generosa offerta di franchi 10’000 per la costruzione di un nuovo monastero e vi esprimo i miei più sinceri ringraziamenti. Un milione di ringraziamenti ai nostri cari benefattori e, attraverso la nostra preghiera, che Dio vi benedica abbondantemente.
Si allarga, per i nostri piccoli, il numero di persone per cui pregare: se ci commuoviamo noi alle loro preghiere, non lo farà il Signore e la Vergine Santa?
Vi manderò tutti i dettagli del progetto e le foto. Ringraziandovi di nuovo sinceramente, con cuore riconoscente vi saluto.
padre Gabriele Mortin
padre K.P. Xavier
Notizie dalle missioni...
Ancora oggi, sono due anni ormai che opero in questo Centro, mi commuovo quando all’entrare e all’uscire dal portone del Centro in coro i bambini a voce alta recitano “Guardaci Maria, coi tuoi occhi di pietà, soccorrici Regina con la tua ardente carità. Madre della Divina Provvidenza, prega per noi”. L’effigie della Vergine Santa campeggia sulla facciata del salone e si vede benissimo dalla strada di via Arenales. Quanti vi passano, di tutte le età e le condizioni, non disdegnano fare il segno della croce: credo certamente in onore a Maria, ma credo anche perché passano davanti ad un luogo sacro, dove viene esercitata la carità in suo nome.
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Timon (Brasile), 2 luglio 2015 Carissimi amici, vi ringrazio di cuore, anche a nome di tutta la nostra comunità parrocchiale, per l’offerta di 5’000 franchi per la costruzione della cappella nella nostra parrocchia di Timon, in Brasile!
Amakuriat (Kenya), 7 luglio 2015 Carissimi, …certo non vi meraviglierà questo mio scritto perché ho la gioia di comunicarvi l’arrivo della vostra generosa offerta per il nostro “Progetto Bambù” a favore delle nostre Consorelle Africane. Sì, con gioia e riconoscenza grande vi comunico l’arrivo della vostra generosa e preziosa offerta. Con il nostro grande GRAZIE vi mandiamo pure il nostro quotidiano ricordo nella preghiera che, continua ormai da anni, affinché sempre con l’aiuto e sulle orme di Maria Santissima possiate continuare a fare tanto bene a favore dei molti “Poveri Popoli” che ormai conoscete in tutto il mondo.
Notizie dalle missioni...
Questo è stato un aiuto molto significativo nello sviluppo di questa comunità ecclesiale di base che da tanto tempo non riusciva a finire la costruzione. Finalmente la gente di Timon adesso ha un luogo dove potrà pregare, fare gli incontri, fare la catechesi per i bambini, etc. La parrocchia è dedicata a Maria, Madre di Dio del Perpetuo Soccorso. Speriamo che con l’aiuto di Dio la nuova cappella possa dare più vita a questa gente e cosi Dio sia lodato. Prego per voi, per intercessione di Maria del Perpetuo Soccorso, che vi dia ancora molti stimoli, forza e volontà nell’impegno di evangelizzazione e aiuto alle missioni. Faccio i miei migliori auguri di ogni bene a tutti voi che tanto aiutate i missionari. Se riesco, quest’estate, vi faccio una visita, insieme a Padre Piercarlo Mazza. Un forte abbraccio! padre Tomasz Marek
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Dopo nove anni passati a Nairobi, a servizio delle Missioni, da quattro mesi mi trovo di nuovo fra i Pokot, tribù che alcuni di voi hanno conosciuto verso il 1980 con il signor Bazzurri e monsignor Mazzetti. Quanto bene abbiamo sempre potuto fare con il vostro sostegno! Il ritrovarmi fra loro è come “essere tornata a casa”. Con loro ero già stata per ben ventinove anni! Dopo nove anni di assenza ho potuto costatare un buon cammino! Ma, come è vero che lo sviluppo porta il buono e il meno buono! Perciò voglio chiedervi una preghiera particolare per i Pokot. Non ci resta che affidare pure loro alla Mamma di Gesù e Nostra così che riescano a lasciarsi guidare da Lei. In questa viva unione saluto tutti cordialmente augurando a ciascuno ogni bene. suor Amelia Ghielmetti
Domenica 22 novembre 2015:
55 anni con Maria aiutando i fratelli più bisognosi Solenne celebrazione Eucaristica a ricordare i 55 anni della nostra Associazione
Nella chiesa parrocchiale di Mendrisio: Ore 14.30 Santo Rosario meditato. Ore 15.00 Solenne Concelebrazione Eucaristica. I missionari e i sacerdoti sono pregati di portare camice e stola bianca. Dopo la Santa Messa seguirà un rinfresco all’Oratorio Santa Maria di Mendrisio. La partecipazione è aperta a tutti! Vi aspettiamo numerosi!
C’è una componente particolare che caratterizza, sostiene e permea questi 55 anni di attività della nostra associazione, una componente non solo particolare ma fondamentale, che ha dato principio e vita nel 1960 all’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio. Qual è questa componente? È la devozione a Maria. Le nostre menti senza dubbio si smarrirebbero nel tentativo di affrontare questo argomento così vasto e profondo. Ne hanno scritto santi, dottori della chiesa, pontefici, teologi… Ma propongo, in queste poche righe dedicate alla nostra ricorrenza, di farci guidare da un noto autore, noto ma, paradossalmente al contempo quasi sconosciuto: Luigi Maria Grignion de Montfort. Estraggo solo qualche frase dal suo Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, scritto probabilmente attorno al 1712 ma che rimase nascosto fino al suo ritrovamento nel 1842 e pubblicato l’anno successivo. È in realtà un testo non molto lungo ma estremamente denso. Così comincia: “Per mezzo della Santissima Vergine Maria, Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo”. Affronta quindi il tema dell’umiltà e del nascondimento di Maria e, oserei dire, del suo secondo devoto, se vogliamo mettere per primo San Giuseppe, silenzioso custode della Sacra Famiglia. Parla di Gesù che “rese maggior gloria a Dio suo Padre con la sottomissione a Maria per trent’anni, che non gliene avrebbe data convertendo tutta la terra con i più grandi miracoli” ed infine di Dio Padre che “ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria”. Ma, subito, all’inizio della seconda parte, precisa che “Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di ogni nostra devozione. Diversamente sarebbe devozione falsa e ingannatrice. […] Se dunque stabiliamo una solida devozione alla santissima Vergine è solo per stabilire più perfettamente quella verso Gesù Cristo e per indicare un mezzo facile e sicuro per trovarlo”. Essa infatti “è così caritatevole, da non rimandare nessuno che invochi la sua intercessione, per quanto peccatore sia”. San Luigi Maria prosegue nel suo trattato elencando una serie di false devozioni a
Maria: devozioni critiche, esteriori, presuntuose, incostanti o interessate. Con ciò si prende cura del sincero devoto, di modo che possa evitare d’incorrere in questi errori e quindi di perdersi. Indica la strada alla vera devozione: essa è interiore tenera, santa, costante e disinteressata. “È interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei”; “è tenera […] piena di fiducia nella Vergine Santa, di quella stessa fiducia che un bambino ha della propria mamma.” […] “è santa, cioè conduce l’anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine” […] “è costante; conferma l’anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà […] una persona veramente devota non è per nulla volubile, triste, scrupolosa o timorosa.” Infine, punto importante per tutti coloro che si adoperano per procurare sostegno spirituale e materiale là dove è necessario, “la vera devozione a Maria è disinteressata: muove l’anima a non ricercare se stessa, ma Dio solo nella sua Santa Madre. Un vero devoto di Maria non si serve di questa augusta Regina per spirito di lucro e di interesse, per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei”. Più in là nel testo, il nostro santo autore arriva persino ad invitare il devoto che tende, nell’intimo del suo cuore, a consacrarsi completamente a Maria, a “non disporre del valore di alcuna delle sue buone opere. Tutto ciò che soffre, tutto ciò che pensa, dice e fa di bene appartiene a Maria ed ella può disporre secondo il volere del Figlio e alla maggior gloria di Lui”. Concluderei questa breve e incompleta esposizione ancora con le parole di San Luigi Maria, parole che potrebbero diventare motivo di riflessione e accompagnarci durante questo 55° compleanno della nostra associazione: “L’Altissimo è disceso fino a noi in maniera perfetta e divina per mezzo dell’umile Maria, senza nulla perdere della sua divinità e santità. Così, per mezzo di Maria noi piccolissimi possiamo risalire in modo perfetto e divino verso l’Altissimo, senza nulla temere”. Gianluca Poletti, presidente
Vita dell’Associazione...
55° della Medaglia Miracolosa di Mendrisio
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Visite dei missionari presso il nostro segretariato 26 maggio 2015 Sono molto felice di essere qui nel Segretariato della Medaglia Miracolosa, soprattutto perché siamo nel mese di maggio, mese dedicato alla Vergine. Il lavoro che qui viene svolto per le missioni è ammirevole. Vi ringrazio per il vostro amore, per l’aiuto e la preghiera.
coraggio e spirito per affrontare ogni situazione. La relazione e l’unione dello spirito fanno grandi cose in Cristo, che ha chiamato ognuno di noi per costruire il Regno di Dio. Rimaniamo uniti nella preghiera. Ringrazio Dio per la persona di Don Angelo, che ha lavorato così tanto per rendere questa associazione forte ed evangelica. Possa Dio benedirlo abbondantemente quando se ne andrà fisicamente, non lasciandoci orfani ma con lo spirito di nostro Signore, “va nel mondo intero” e proclama la salvezza della creazione. Grazie Signore, grazie Don Angelo, grazie a tutti i missionari e le missionarie, grazie a tutti coloro che sostengono questa associazione. monsignor Vincent Barwa Vescovo della diocesi di Simdega (India)
Vi assicuro le nostre preghiere e ricorderemo ogni giorno le vostre intenzioni, in modo particolare durante l’adorazione quotidiana nella nostra cappella. Nelle missioni, anche i più piccoli aiuti ricevuti diventano grandi cose. Gli articoli religiosi sono molto apprezzati dai fedeli. Prego perché Maria, la Regina delle missioni, ci aiuti nel nostro lavoro missionario.
Vita dell’Associazione...
monsignor George Pallipparambil Vescovo della diocesi di Miao (India)
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27 maggio 2015
2 giugno 2015 Sono ancora una volta alla sede della Medaglia Miracolosa per ringraziare degli aiuti che mi hanno dato per la mia missione di Boda, nella Repubblica Centrafricana. In questi ultimi tre anni la gente di Boda, e noi missionari con loro, abbiamo molto sofferto per la guerra tra di loro e i musulmani. Per parecchi mesi abbiamo avuto alla missione quasi 9’000 sfollati che avevano perso tutto con le loro case bruciate. Noi abbiamo cercato di aiutarli in qualche modo, ma essi hanno apprezzato soprattutto il fatto che noi siamo rimasti sul posto a condividere la loro sorte.
Sono molto grato al Signore e lo glorifico per la grande opportunità che mi è stata data di essere qui al segretariato della Medaglia Miracolosa. Sono sempre bene accolto da tutti coloro che sono coinvolti in tutti i modi possibili nell’aiuto alle missioni. Le loro preghiere, il loro supporto totale e il loro sostegno finanziario danno in molti modi forza,
E quello che sostiene anche noi missionari, è questa solidarietà che ci manifestano tanti amici e benefattori come questi della Medaglia Miracolosa. A nome dei beneficiari dell’aiuto di questa benemerita associazione chiedo al Signore Gesù e alla sua e nostra Madre Maria tante grazie e benedizioni. padre Antonio Berti Missionario Comboniano Repubblica Centrafricana
5 giugno 2015
28 luglio 2015
Cari amici della Medaglia, fra pochi giorni ritorno in Ciad. Vi ringrazio per la vostra attenzione e generosità al mondo missionario. Assicuro per tutti voi e per i vostri amici e tutti i benefattori il mio ricordo personale nella preghiera e nella Santa Messa. Fraterni saluti.
Ringrazio di tutto cuore il Signore per il suo aiuto che mi ha dato durante questi 50 anni di sacerdozio missionario. Così pure l’Associazione Medaglia Miracolosa per il sostegno spirituale e materiale, specialmente all’inizio con i pacchi di vestiti da distribuire ai poveri. Chiedo ancora il vostro aiuto tanto spirituale quanto materiale. Che la Vergine vi benedica con tutti gli amici delle missioni. padre Mario Benedetti Missionario Comboniano in Sud Sudan 11 agosto 2015
27 luglio 2015 Carissimi amici dell’Associazione della Medaglia Miracolosa, questa è la mia seconda visita alla vostra Associazione, dove si respira un’aria di amicizia e solidarietà che nasce dalla fede e dalla consapevolezza che siamo tutti fratelli.
Grazie a voi, amici della Medaglia Miracolosa, che ci permettete di fare il bene; anche voi fate il bene che noi facciamo e noi facciamo il bene che voi fate nella solidarietà. Saluto sinceramente e di cuore. padre Silvano Poletto Missionario Guanelliano in Cile
Vi abbraccio e vi benedico di cuore perché possiate continuare a fare del bene a tanta gente sparsa per il mondo che ha tanto bisogno. Vi ringrazio per tutto quello che fate e vi assicuro le mie preghiere. Io e tanti missionari abbiamo bisogno delle vostre preghiere e vi affidiamo le nostre intenzioni. Avanti sempre con lo sguardo verso il cielo e le mani tese verso i poveri. Con affetto. padre Juarez Dalan Responsabile missioni Giuseppini del Murialdo
Auguri cari e di ogni bene a padre Mario Benedetti per i suoi 50 anni di sacerdozio!
Vita dell’Associazione...
padre Marco Vailati Missionario Comboniano in Ciad
Quando vengo alla Medaglia Miracolosa mi trovo a casa. Grazie per ricevermi sempre bene. Voglio raccontarvi della nostra missione: tre cose semplici, ma molto guanelliane. Lavoriamo per la nostra opera a Santiago del CileRenca, praticando le opere di misericordia corporali. La casa di accoglienza riceve ammalati per la riabilitazione fisica dopo un’operazione, le persone operate di cancro, specialmente donne, gli anziani che rivivono la loro vita in compagnia. Don Guanella si fa presente per mezzo dei cooperatori e la gioia è grande nel vedere il recupero fisico e morale delle persone e condividere con loro la vita. Si capisce così il senso della vita e della guarigione, ci occupiamo pertanto dei corpi e delle anime. Grazie per questo carisma che ci fa essere giudicati sull’amore.
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[Indirizzo]
GAB CH-6850 Mendrisio
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