L'imprenditore Agricolo Maggio 2017

ANNO 6 NUMERO

65

maggio 2017

DANNI DEL GELO

Frutta a guscio

La Regione chiede l’intervento del Governo

Appuntamenti da non perdere a Cherasco e Baldissero d’Alba

L’imprenditore agricolo • AGRICOLI Maggio 2017 1 L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI

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Maggio

2017

Sommario L’editoriale

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La legge della giungla

L’aria che tira

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La lezione dei francesi

Fisco e tributi

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Come e perchè affidare i propri beni al fiduciario

12

Il caviale è tassato come reddito agricolo

Notizie dalle aziende

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Ricambi introvabili?

La soluzione è qui!

L’avvocato risponde

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Contratti di affitto tra diritti e doveri

Fiere

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Triathlon del boscaiolo a Vigliano d’Asti

58

Forlener a Lario fiere Capitale del legno

Seguici anche su: www.imprenditoreagricolo.com Diritto agrario

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37

Se il latte è munto in Piemonte, piace di più

Pozzi irrigui, occhio alla normativa

68

Il biologico vuole una legge giusta

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Economia e turismo Il vino sale in cattedra

Formazione

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Il Grana Padano è la spina dorsale

Agrimeccanica

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Agrimeccanica, il futuro si costruisce insieme

Zootecnia

Attualità

40

A chi andranno i fondi Alcotra

60

Foreste, un patrimonio ancora da sfruttare

24

Carmagnola incorona la nobile Piemontese

26

Latte stabile, il prezzo tiene

61

Il parco del Monviso assume un istruttore

32

Suini alle stelle Il settore respira

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Agricoltura simbiotica la radice del futuro

Agricoltura conservativa Cinque Regioni in campo

Ortofrutticoltura

42

Segnalare i danni del gelo di aprile

45

Il futuro delle nocciole tra cimici e quotazioni

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Cherasco, laboratorio sul futuro corilicolo

52

Nocciola, la gallina dalle uova d’oro

54

Presente e futuro della frutta a guscio

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Sommario 56

Se il noccioleto è sotto attacco

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L’angelo verde contro la batteriosi del kiwi

Enologia

L’IMPRENDITORE AGRICOLO

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Testo Unico, Ocm e Registro. Il vino al tavolo del ministro

Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno

78

Ismea a Vinitaly promuove l’Italia

Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 redazione@imprenditoreagricolo.com www.imprenditoreagricolo.com Editore: Réclame S.r.l.

Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo

Pubblicità: Réclame Ufficio: 0172.711279 Agente: Luca Ternavasio - 340.3190808 Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo

L’invitato speciale

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Bollicine d’autore alla sfida di Caluso

e-mail: info@reclamesavigliano.it www.reclamesavigliano.it

Radici

Progetto grafico: Marco Grussu

Seminativi

62

Chiesta all’Unione europea la proroga per il glifosato

90

Francesco a Fatima sulle orme dei pastori

Osservatorio prezzi

92

Prezzi e mercati all’ingrosso

Scadenze fiscali

93 70

Il riso come il latte l’Italia chiede regole

72

Le cinque azioni messe in campo dal Governo

6

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Giugno: occhio alle scadenze

Mercatino

95

Gli affari dell’Imprenditore

Stampa: G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 3 del 09/01/2012

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La legge della giungla “Chiunque competa con gli schiavi, diventa uno schiavo”.

Questa metafora dell’eclettico scrittore americano Kurt Vonnegut, saggista satirico e umanistico, rende bene l’immagine di quanto sta avvenendo in molti ambiti del lavoro contemporaneo. Competere con gli schiavi significa, in sostanza, accettarne le condizioni. Lo vediamo negli effetti della globalizzazione selvaggia, che ha messo fuori mercato buona parte delle nostre produzioni, anche agricole. Impossibile concorrere con chi fa lavorare i bambini nei seminterrati.

Impossibile concorrere con gli schiavi, salvo che si diventi come loro, come in effetti sta accadendo, in modo più o meno evidente, in quasi tutti i settori.

Se siamo a questo punto, è perché, invece di esportare le regole del welfare, abbiamo importato la legge della giungla.

Non abbiamo preteso che al bambino del seminterrato venisse consentito di giocare e che a suo nonno fosse garantita una pensione, ma abbiamo preferito far finta di non vedere e importare quanto produce, a prezzi ridicoli. Abbiamo delocalizzato vivendo di rendita, finché quella manodopera a prezzi stracciati non ci ha raggiunti a casa nostra, costringendoci a dilapidare in pochi anni un patrimonio di conquiste sociali che pensavamo acquisito per sempre.

Al netto della grossolana semplificazione e dei comprensibili distinguo, resta il fallimento di un modello civile, il nostro, che ha preferito speculare sull’economia, piuttosto che investire sugli uomini.

E l’agricoltura ne sa qualcosa. Lo spopolamento delle campagne e delle montagne nella corsa al mito della città industrializzata, molto assomiglia all’inarrestabile avanzata del nuovo progresso tecnologico e della robotica, che questa volta svuoterà non più le stalle, ma gli uffici e gli studi professionali. Avremo presto taxi senza autista e farmacie a domicilio.

Negli Stati Uniti, si calcola che nei prossimi due decenni la metà degli attuali posti di lavoro sarà ad elevato rischio di automazione. Una rivoluzione senza precedenti.

Le macchine lavoreranno al posto degli uomini, non è più fantascienza, sempre che non avvenga il contrario, secondo l’infausta logica della concorrenza con lo schiavo.

Bisognerà lottare per evitare la giungla, magari imparando da quegli agricoltori già sopravvissuti, per scelta o per necessità, all’industrializzazione e ai meccanismi della concorrenza globalizzata.

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La lezione dei francesi Lo ha scritto per primo Angelo Peretti, stimato giornalista e professionista del vino in quel del Veneto: mentre i comitati interprofessionali francesi diffondono cifre e percentuali, relativamente alle gelate tardive della settimana dopo Pasqua, in Italia si registra qualche comunicato che parla di danni, ma dalle organizzazioni che sovraintendono alla produzione di vini di qualità non vengono cifre o stime di riduzione della capacità produttiva. La cosa appare decisamente curiosa, soprattutto allorché si tiene a mente come nella parte più meridionale del sistema collinare che ospita la gran parte del vigneto Piemonte, l’altitudine massima delle colline, e a maggior ragione dei fondovalle, ha costituito una condizione favorevole all’accumulo del freddo nelle ore notturne con conseguenti pesanti danni a vigneti e non solo. La circostanza offre spunti di riflessione a proposito di quali siano le posizioni dove effettivamente sia meglio piantare la vite, senza dimenticare che un evento di tale portata, per estensione del fenomeno, e di tale incisività, grazie alla ripetizione di più notti di gelo, non si ricordava a memoria d’uomo e non è certo facile basare strategie produttive e di sviluppo su circostanze che possono verificarsi una volta ogni 70 anni. La mancanza di previsioni, che pure non dovrebbero essere fuori portata per i professionisti che operano nei consorzi e negli altri enti deputati a controllare il settore vitivinicolo, lascia qualche dubbio soprattutto se confrontata con le nette posizioni espresse in Francia dai comitati interprofessionali che hanno espressamente messo numeri e percentuali a corollario dei danni da gelo. Questa scelta dei cugini francesi rappresenta chiaramente la distinzione fra due diversi modelli di sviluppo: in Italia rimaniamo fortemente ancorati ad un modello quantitativo per il quale è fondamentale il sistema dei “bollini” e quindi della, ancorché ufficiale e non ufficiosa, piena capacità produttiva secondo i limiti dei disciplinari. Quindi, vietato parlare di riduzione della capacità produttiva del vigneto Piemonte in tutti i comunicati. Una situazione quantomeno stridente con la richiesta formulata da molti produttori aderenti agli stessi consorzi, di dichiarazione dello stato di calamità naturale, preordinato a garantire condizioni di aiuto e eventuale sollievo fiscale, proprio in ragione del danno alla capacità produttiva subito nei vigneti. I francesi questo modello non lo vedono nemmeno negli specchietti retrovisori. Il loro sistema delle denominazioni punta dritto verso la massima valorizzazione dei territori e delle bottiglie che ne provengono, senza considerare essenziale la quantità di queste ultime, ma anzi preparandosi a collocare le stesse a prezzi più alti proprio in virtù dello sfavorevole andamento climatico, capace di disallineare domanda e offerta. Siamo proprio sicuri che in un’Italia che ha ridotto i consumi pro capite di vino del 50% in meno di 40 anni, sia ancora produrre tanto, e soprattutto produrre il massimo possibile non importa come, il modello di crescita e di sviluppo del settore vitivinicolo?

Dai francesi abbiamo imparato tante cose, innanzitutto sotto il profilo enologico: vale davvero la pena che finalmente impariamo anche la loro migliore lezione di marketing.

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Fisco e Tributi di Alberto Tealdi - commercialista - a.tealdi@studiocugnasco.it

Come e perchè affidare i propri beni al fiduciario Con il contratto di mandato fiduciario tra il proprietario dei beni, soggetto fiduciante, e la società Fiduciaria e la conseguente intestazione fiduciaria dei

te e la legittimazione formale, che viene trasferita alla società Fiduciaria.

beni a quest’ultima, viene prevista la separazione tra la proprietà dei beni medesimi, che rimane in capo al soggetto fiducian-

rapporto fiduciario può avvenire, nella prassi, per le più svariate ragioni: mantenere un’adeguata riservatezza nell’av-

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QUANDO SERVE Il ricorso all’utilizzo del

vio di nuove iniziative imprenditoriali o nello svolgimento di trattative d’affari; garantire un’idonea pianificazione (anche successoria) del patrimonio del fiduciante e una sua efficiente amministrazione, mantenendo contemporaneamente un’opportuna riservatezza sull’effettiva titolarità di partecipazioni societarie, titoli, immobili, ecc.; facilitare e garantire il passaggio graduale e il relativo pagamento di determinati beni, ad esempio partecipazioni sociali, gestendo, nell’interesse di entrambe le parti e su specifiche istruzioni congiunte delle stesse; consentire una fluida gestione societaria in presenza di una rilevante conflittualità tra i soci; ecc.

ESTERO E QUOTE SOCIETARIE Possono essere oggetto di intestazione fiduciaria, tra

Fisco e Tributi le altre, le quote societarie, i conti correnti e i conti titoli, le polizze assicurative, i beni immobili.

Per i citati beni, se all’estero, la società Fiduciaria funge da sostituto d’imposta con la conseguenza che questi non devono più essere indicati nel quadro Rw della dichiarazione dei redditi del fiduciante.

INTESTAZIONE L’intestazione fiduciaria di un bene ne mantiene riservata l’effettiva proprietà e consente alla Fiduciaria di porre in essere a nome proprio ma per conto del fiduciante le attività necessarie per soddisfare le più diverse esigenze siano esse in ambito finanziario, societario, immobiliare od anche a supporto di strumenti

giuridici quali il trust od il patto di famiglia.

RISERVATEZZA Soggetti non legittimati

di eccezioni previste e regolate dal mandato fiduciario, la Fiduciaria è obbligata a rifiutarsi di rivelare l’identità del

Cosa bisogna sapere quando si decide di separare la proprietà dalla legittimazione formale di chi la rappresenta: utilità, intestazioni, riservatezza non possono venire a conoscenza delle generalità del fiduciante ed in assenza di specifiche disposizioni di legge, o

fiduciante pertanto, il vincolo della riservatezza, che fa da sfondo a tutte le attività della Fiduciaria e che costituisce un ele-

mento caratterizzante ed imprescindibile per molte di esse, può incontrare dei limiti solo quando imposti esclusivamente da apposite prescrizioni normative (ad esempio in tema di antiriciclaggio o in campo fiscale).

VIGILANZA Attualmente le società fiduciarie operano in base a specifiche disposizioni di legge e sono sottoposte alla vigilanza di autorità pubbliche; oltre ad essere individualmente autorizzate allo svolgimento dell’attività in base ad un decreto ministeriale, dopo aver superato l’esito di una rigorosa istruttoria riferita alla propria situazione economico-patrimoniale e alle persone dei soci e degli amministratori.

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Fisco e Tributi di Marianna cugnasco - commercialista - mar.cugnasco@studiocugnasco.it

Il caviale è tassato come reddito agricolo L’Agenzia delle Entrate, nella risposta ad un interpello promosso da una delle associazioni di categoria, ha precisato che la produzione di caviale è un’attività agricola e pertanto il reddito prodotto può essere tassato come reddito agrario.

Nello specifico la richiesta faceva riferimento alla raccolta delle uova di storione che dopo essere state lavate, sgranate e salate vengono

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conservate in apposite celle frigorifere per il mantenimento della loro temperatura a zero gradi.

ATTIVITA’ AGRICOLA L’Agenzia è giunta a fornire tale risposta positiva previa acquisizione di un ulteriore specifico parere dal Ministero delle Politiche Agricole cui si è rivolta per comprendere compiutamente l’attività in oggetto.

A seguito di approfondito

esame, l’Agenzia è pertanto giunta alla conclusione che l’attività di allevamento ittico, con successiva eviscerazione del pesce allevato, può essere considerata attività agricola connessa e quindi può rientrare nel reddito agrario se il prodotto ottenuto dalla lavorazione è compreso in un apposito decreto ministeriale.

Il decreto attualmente in vigore è il DM 13 febbraio

Fisco e Tributi 2015 e comprende anche la “produzione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi, mediante congelamento, surgelamento, essicazione, affumicatura, salatura, immersione in salamoia, inscatolamento e produzione di filetti di pesce (ex 10.20.0)”.

La lavorazione dello storione rientra tra queste attività connesse e può pertanto essere considerata produttiva di reddito agrario ai fini delle imposte sui redditi.

NESSUNA DETRAZIONE Si ricorda tuttavia che, ai fini Iva, il caviale non è compreso nella Parte

Prima della Tabella A e non usufruisce pertanto della detrazione basata sulle percentuali di compensazione.

L’aliquota Iva per la cessione di caviale è pertanto al 22% e – in caso di adozione del regime speciale Iva agricolo per

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che l’allevamento ittico, con eviscerazione del pesce allevato, è considerato “attività connessa” l’attività principale di allevamento ittico – la vendita di tale prodotto deve essere fatturata a parte e occorre adottare un sistema di contabilità

separata, detraendo dall’Iva sulle vendite del caviale l’eventuale Iva sugli acquisti sostenuti con specifico riferimento all’attività in commento

e detraendo altresì pro quota l’Iva relativa ai costi promiscui, attraverso il sistema di fatturazione interna.

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Contratti di affitto Tra diritti e doveri Come noto, l’imprenditore agricolo può esercitare la coltivazione su fondo proprio o, sulla base di un contratto di affitto, su fondo altrui.

Si tratta del cosiddetto affitto di fondi rustici che il codice civile colloca entro il più generale schema del contratto di affitto, ossia della locazione produttiva.

AFFITTO All’agricoltore non proprietario il contratto di affitto consente, verso corrispettivo in denaro (in passato il corrispettivo poteva anche consistere in una quantità di frutti), l’utilizzazione agricola del fondo altrui, con il diritto di farne propri i frutti, altrimenti spettanti, per principio generale, al proprietario della cosa che li produce.

COLTIVATORE DIRETTO Un’ulteriore sottospecie dell’affitto di fondi rustici è l’affitto al coltivatore diretto, caratterizzato dal fatto che l’affittuario è un piccolo imprenditore agricolo, che coltiva

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il fondo con il lavoro prevalentemente proprio e dei componenti della propria famiglia.

DURATA MINIMA La normativa disciplinante tale affitto è quasi interamente contenuta nella Legge n. 203 del 1982 che prescrive, in linea generale, che il contratto di affitto di un fondo rustico, stipulato tra il proprietario del fondo e un coltivatore diretto abbia una durata minima predeterminata dalla legge pari ad almeno 15 anni.

Alla scadenza, il contratto si rinnova in automatico di ulteriori quindici anni e così, parimenti, ad ogni successiva scadenza, di ulteriori periodi di quindici anni ciascuno, a meno che una delle parti non abbia comunicato all’altra la disdetta, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno e con un preavviso di almeno un anno.

FORMALE DISDETTA La normativa, quindi, non prevede che il proprietario debba giustifi-

Un lettore, imprenditore agricolo affittuario da dieci anni di un terreno, chiede se alla scadenza del contratto decennale può opporsi alla volontà del proprietario di disdire il contratto medesimo per affittarlo ad altro soggetto ad un canone di gran lunga maggiore rispetto a quello attuale.

Il contratto tra il proprietario del fondo e il coltivatore diretto ha una durata minima predeterminata dalla legge pari ad almeno quindici anni, con rinnovo automatico di ulteriori quindici anni. Ma vanno considerate anche le deroghe... care la propria scelta di non prorogare ulteriormente il contratto di affitto, ma gli impone solamente l’onere di trasmettere nei tempi indicati dalla legge formale disdetta tramite raccomandata al conduttore, al fine di evitare il rinnovo automatico.

POSSIBILI DEROGHE Il combinato disposto della predetta legge consente alle parti di derogare pattiziamente alle norme vigenti in materia di contratti agrari, e quindi anche di prevedere una durata inferiore a quindi anni; la possibilità di introdurre deroghe rispetto alla disciplina legale, che è in linea di principio inderogabile, è però subordinata all’assistenza delle rispettive organizzazioni pro-

fessionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, a pena di nullità della relativa convenzione.

VERIFICARE SCADENZA È consigliabile, quindi, verificare che il contratto che preveda una durata inferiore rispetto a quella quindicennale predefinita dalla legge siano validi, in base al disposto della legge; in alternativa il contratto si intenderà di quindici anni.

MIGLIORAMENTI FONDIARI Si ricorda, da ultimo, che l’esecuzione di miglioramenti fondiari può comportare il sorgere di un diritto di credito in capo al conduttore-esecutore; in particolare,

perché all’esecuzione di opere segua il diritto all’indennizzo è necessario che sussistano tutti i fatti costitutivi di tale diritto, ossia i requisiti richiesti dalla legge, a norma del quale i miglioramenti eseguiti dal conduttore di un fondo rustico danno diritto all’indennità se siano autorizzati prima che gli stessi siano posti in essere.

PROVA PROVATA La prova non solo dell’avvenuta effettuazione delle opere, ma anche dello stabile accrescimento derivato alla produttività del fondo e del conseguente incremento di valore del medesimo, deve essere provata dal coltivatore che ritiene di aver diritto all’indennità.

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Diritto agrario di Davide Galfrè - geometra - galfre.davide@gmail.com

Pozzi irrigui, occhio alla normativa Sono stati resi pubblici da febbraio i criteri per i bandi con cui la Regione Piemonte finanzierà la costruzione di nuovi poz-

volte ad incentivare le aziende operanti nel settore agricolo ed al continuo miglioramento delle risorse presenti in natura.

mento al proprio organismo di rappresentanza/ patronato/caf, è importante ricordare che per la costruzione di un pozzo è

Se si vuole cogliere l’opportunità dei finanziamenti regionali del Piemonte per costruire nuovi impianti di prelevamento e derivazione idrici, occorre impostare bene la pratica edilizia zi irrigui tramite risorse economiche che ammontano a circa 2,256 milioni di euro.

Tale bando si inserisce in una serie di iniziative

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NORMATIVA URBANISTICA Senza addentrarsi nelle particolari caratteristiche del bando, per cui si consiglia di fare riferi-

necessaria la presentazione presso l’ufficio tecnico comunale di apposito progetto ed il rispetto della normativa urbanistica in generale.

Diritto agrario DISTANZE Anche la costruzione di un pozzo è soggetta al rispetto delle distanze da altri fabbricati, anche in considerazione di eventuali cedimenti in seguito al prelievo delle acque sotterranee.

Occorre quindi rispettare le distanze dalle strade in funzione dei regolamenti locali sulla viabilità; la distanza dai confini di almeno due metri, come da codice civile; la distanza dagli scarichi di acque reflue (normalmente almeno a dieci metri dalle vasche imhoff e trenta metri da impianto di subirrigazione).

AUTORIZZAZIONI La domanda di autorizzazione deve essere presentata alla provincia

o città metropolitana competente e deve comprendere gli allegati fondamentali, come l’indagine idrogeologica (verifica della stabilità del terreno del comportamento idrodinamico della falda acquifera ed eventuali pericoli etc.), il progetto dell’opera di captazione (dimensionamento delle colonne, la potenza di captazione, sistema di filtraggio etc.), la scheda del catasto di derivazione idrica (su apposito modello regionale), la convenzione di couso (quando l’utilizzo delle acque è a favore di una molteplicità di soggetti), la documentazione del versamento dell’acconto delle spese istruttorie (da concor-

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Diritto agrario dare preventivamente con l’ente provinciale) ed una relazione circa la destinazione d’uso dell’acqua prelevata (agricolo, domestico etc.) e la sua utilità effettiva.

CONSULENZA GEOLOGO La fase autorizzativa provinciale è sicuramente quella di maggiore rilevanza; pertanto, soffermarsi in anticipo su tali studi ed approfondimenti con un geologo può essere sicuramente la cosa migliore da fare per evitare rallentamenti della pratica in futuro.

Se l’autorizzazione alla derivazione/prelievo delle acque è gestita dall’ente provinciale, l’autorizzazione alla realizzazione di manufatti edilizi spetta all’ufficio

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tecnico comunale.

PRATICA EDILIZIA E’ necessaria, infatti, la presentazione di una pratica edilizia comunale; l’opera di nuova costruzione di un pozzo irriguo dovrebbe quasi sicuramente essere ricondotta ad una Segnalazione certificata di inizio attività o ad un Permesso di costruire, ma è bene sottolineare che molti Comuni hanno adottato dei regolamenti che posso aver dato luogo a casistiche e modulistica diversi.

Maggiori restrizioni, infine, sono previste per escavazioni di pozzi da eseguire in zone sottoposte a vincoli di tutela paesaggistica, idrogeologica e/o altre tipologie di vincolo.

Triathlon del boscaiolo a Vigliano d’Asti Appassionante sfida dei tagliaboschi, gare di scultura, macchine agricole e trattori d’epoca Originale e divertente e’ la manifestazione che si svolgerà a Vigliano d’Asti il 28 maggio 2017 presso il centro sportivo “G.B. Conti” in frazione Boglietto. Si assisterà alla quarta edizione del campionato italiano dei boscaioli che anche quest’anno farà tappa in provincia di Asti per gli amanti della disciplina che pubblicizza le più recenti conquiste della tecnologia applicata alle motoseghe, agli attrezzi da lavoro e all’abbigliamento di sicurezza utilizzato dai boscaioli.

Professionisti in gara Queste manifestazioni originali e divertenti svolgono un ruolo particolarmente importante nel creare contatti interregionali e la partecipazione è di professionisti del settore, che arrivano da tutta Italia proponendo uno scambio di informazioni e notizie sulle tecniche di lavorazione in bosco. Le prove del campionato consistono in abbattimento, sramatura e taglio con accetta.

Gara di scultura Contemporaneamente a questa manifestazione si svolgerà anche una gara di scultura con motosega che richiamerà i migliori scultori professionisti di questa attività. Ricchi premi a gratificare la bravura e l’originalità di questi artisti della motosega.

Fiera agricola La giornata si svolgerà in un contesto che conglobera’ dal mattino la fiera agricola con esposizione di macchine agricole e prodotti tipici locali sull’area del centro

sportivo con la rassegna di trattori d’epoca (antecedenti il 1970) che renderanno ancor più suggestiva la manifestazione.

Trattorini tagliaerba Sarà inoltre attrezzato un campo gara dove si svolgerà una competizione con i rider (trattorini tagliaerba) libera a tutti, originale e divertente, con ricchi premi in attrezzature da giardinaggio.

Enogastronomia e aree giochi La pro loco Vigliano, che organizza tutta la giornata, non trascurerà l’enogastronomia, proponendo un pranzo della fiera sfizioso e succulento con specialità locali innaffiate da ottimo vino barbera delle colline viglianesi.

Insomma, una giornata all’insegna del divertimento, dell’allegria, della curiosità, tutta da scoprire a Vigliano d’Asti.

PROGRAMMA DOMENICA 28 MAGGIO Ore 8,30: apertura fiera macchine e attrezzature agricole Ore 9,00: consegna pettorali per i boscaioli Ore 9,30: inizio prove di qualificazione triathlon Ore 10,00: partenza giro panoramico dei trattori d’epoca Ore 11,00: gara di scultura con motosega e gara di rider Ore 13,00: pranzo della fiera presso il centro sportivo comunale Ore 15,00: ripresa gare con semifinali e finali Ore 17,30: premiazioni L’imprenditore agricolo • Maggio 2017

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Ricambi introvabili?

La soluzione è qui!

Con la stampa 3D si possono realizzare i pezzi per riparare macchinari agricoli e elettrodomestici Quante volte hai cercato dei pezzi di ricambio per il tuo elettrodomestico e per il tuo macchinario agricolo o industriale, non trovando niente? Penso che tu lo abbia fatto sicuramente almeno una volta, ma oggi c’è una soluzione!

Sai cos’è la stampa 3D? In pratica consiste nel poter realizzare degli oggetti tridimensionali, partendo da un modello 3D digitale, creato anche con un programma Cad (Solidworks, Inventor, Catia, eccetera).

Il modello digitale viene in seguito elaborato per essere poi realizzato, strato dopo strato,

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per mezzo di una stampante 3D, un po’ come mettere in pila tante fette sottilissime di salame.

Ad oggi ci sono già tantissimi materiali a disposizione, quali plastiche “semplici” ed altre simili e arricchite, quali legno, sughero, fibra di carbonio, gomma, pietra, cemento, sabbia, alimentare, magnetiche...

Per ulteriori informazioni e per stampare un pezzo che ti si è rotto, scrivi a: stampa3D@omas-to.it Grazie per aver dedicato una parte del tuo tempo per leggere questo breve articolo, quindi buona giornata!

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Zootecnia di Luciano Nicolino

Carmagnola incorona la nobile Piemontese Alla Mostra provinciale di Torino vincono Sicilia e Vulcano, ma il vero spettacolo è stata la passerella di tutti gli allevamenti in gara, ognuno con capi bovini di alto livello Si è svolta l’8 ed il 9 aprile, a Carmagnola, la 38^ mostra provinciale dei bovini di razza piemontese.

Ancora una volta gli animali presenti si sono fatti ammirare, dai più piccoli ai più grandi, per la loro bellezza, che contraddistingue questa splendida razza bovina da carne.

Il giudice della mostra è stato il signor Dario Giraudo di Cuneo.

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VACCHE Partendo dalle categorie femminili, il titolo di campionessa assoluta se l’è aggiudicata meritatamente la vacca di nome Sicilia, un animale lungo, potente, con una groppa splendida, figlia del toro di F.A. Ottobre, di proprietà dell’allevamento di Rattalino Guido di Chieri. Come riserva si è classificata la vacca di nome Tana,

Zootecnia animale di peso inferiore e meno corretta negli arti di chi l’ha preceduta, presentata dall’allevamento Rubinetto Pasqualino e Giovanni di Poirino. Nella categoria manze, la campionessa assoluta è stata Arena, animale molto promettente di soli 11 mesi, nipote del toro Quasimodo, anche lui di F.A., presentata dall’allevamento di Molinero Guido di Piscina.

molto assomigliante al padre, il conosciutissimo toro di F.A. Regalo, presentato dall’allevamento di Rosso di Poirino, davanti ad Ussolo di Caffer Mario di Cavour. Il titolo di campione junior della mostra se l’è aggiudicato il toro Zippo, dell’alsplendido, di 13 mesi, dalla grande docilità, guidato in modo impeccabile dal giovanissimo Gabriele Caffer di Cavour.

TORI Per quanto riguarda la categoria tori, il campione assoluto è risultato il toro di nome Vulcano, un animale molto giovane, di 30 mesi, levamento di Rattalino Guido di Chieri, animale lungo, dalla grande muscolosità ed eleganza, che ricorda in modo impressionante il nonno materno Billy, toro proveniente dall’allevamento di Giacomo e Federico Serra di Caraglio.

Il campione riserva di questa categoria è stato Ares, torello

SELFIE CON RENO Il campione riserva della categoria di tori oltre i 36 mesi è stato Reno, di proprietà di Roberto Valla di Castagnole Piemonte che, con i suoi1340 chilogrammi di peso, è stato il più ammirato ed il più fotografato dagli spettatori presenti, un vero monumento che, con la sua presenza, ha fatto capire, anche ai non esperti, che cos’è la razza bovina piemontese.

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Zootecnia di Giovanni Battista testa

Latte stabile Il prezzo tiene Il trend delle consegne alle latterie a livello europeo è direzionato ancora verso il basso, ormai da nove mesi.

Nel periodo marzo 2016-febbraio 2017 sono state consegnate alle latterie 152

CAUSE STRUTTURALI La diminuzione della produzione di latte all’interno dell’Unione Europea è quasi un fatto strutturale, non più congiunturale. Nei primi tre mesi del 2017 la produzione

La produzione a livello mondiale non registra variazioni di rilievo. Quotazioni alle stelle per burro e crema di latte, che scarseggiano milioni di tonnellate di latte, evidenziando una diminuzione di 567.000 tonnellate rispetto al periodo febbraio 2016-gennaio 2017, -0,37%.

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dei principali Paesi esportatori al mondo evidenzia un trend in regresso, -1,2%, ad eccetto degli USA che hanno proseguito un trend in crescita.

Il prezzo del latte spot sta tenendo bene, anche se questo è sempre un periodo critico. Il prezzo del latte spot nazionale nel mese di aprile è risultato pari a euro 34,97 100/lt (piazza di Lodi) registrando un calo rispetto al mese di marzo del 5,79%.

Rispetto all’aprile 2016 il prezzo è incrementato del 49,06%. Andamento simile hanno evidenziato il latte spot tedesco e quello francese (dettagli nella tabella 1 a pagina 28).

EXPORT EUROPEO L’export dell’Unione Europea di prodotti lattiero caseari

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TAB. 1 - andamento prezzo del latte spot: confronto tra latte di diversa

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a provenienza - Fonte: CLAL

verso i Paesi terzi è incrementato nel corso del 2017 del 5,38%. L’andamento del mercato mondiale dei prodotti lattiero caseari è, nel suo complesso, positiva. C’è una forte domanda di burro e crema di latte.

Gli stock di burro a livello UE si sono praticamente azzerati, passando dalle 60.093 tonnellate del febbraio 2016 alle 8.350 tonnellate del febbraio 2017, -86,10%. Siamo tornati sostanzialmente ai livelli di stock del 2014. Analoga situazione si evidenzia per la crema di latte, tant’è che l’industria ha incrementato la produzione di polvere di latte magro (andando ad incrementare gli stock) pur di soddisfare la domanda di creme. Il prezzo del burro a livello UE, nel corso dell’ultimo anno, è incrementato del 84,78%, superando i 4,2 euro/kg.

CONSUMI Ismea-Nielsen hanno pubblicato recentemente i dati dell’andamento dei consumi domestici di latte e prodotti lattiero caseari nel corso del 2016.

I dati non sono buoni. La domanda domestica di latte e derivati ha continuato a contrarsi nel corso del 2016, confermandosi uno dei segmenti più penalizzati dalle scelte dei consumatori italiani, evidenziando una riduzione della spesa pari al 3% rispetto al 2015.

La flessione ha interessato tutte le aree geografiche, sebbene sia stata meno evidente nelle regioni centrali (inclusa Sardegna) e nord orientali, rispettivamente -1% e -1,8%, e con andamenti e intensità differenziati nei vari segmenti merceologici.

ALTA DIGERIBILITà La flessione degli acquisti di latte, divenuta ormai una componente strutturale delle abitudini alimentari degli italiani, ha coinvolto sia il latte UHT (-4,0% in volume e -6,1% in valore) che il latte fresco (-2,8% in volume e -3,0% in valore), sebbene in quest’ultimo caso si sia evidenziata una maggiore tenuta sul fronte dei prezzi medi al consumo. Fa eccezione il segmento dell’“alta digeribi-

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Zootecnia

TAB. 2 - CONFRONTO PREZZO MEDIO LATTE ALLA STALLA IN ALCUNI

lità” che pur rappresentando ancora una quota esigua della spesa familiare, evidenzia una crescita a due cifre nelle preferenze dei consumatori.

FORMAGGI E YOGURT Tra i formaggi, complessivamente in calo del 2,5% in volume e del 3,0% in termini di spesa, solo i duri hanno mostrato variazioni negative più contenute rispetto allo scorso anno grazie a una maggiore stabilità in termini di prezzi medi. L’unico settore a mostrare una dinamica positiva dei consumi domestici è lo yogurt (+1,9% in volume e -0,3% in valore) che, grazie alle caratteristiche nutri-

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zionali, alla varietà di assortimento e all’ampia gamma di prezzo, riesce a soddisfare le più svariate esigenze dei consumatori in termini di benessere, praticità e versatilità d’uso in cucina (dati Ismea Nielsen - Consumer Panel Service).

maggio inizia la fase due dell’accordo Italatte. Nei mesi di marzo e aprile Italatte ha pagato 39 centesimi di euro/lt.

A partire da maggio 2017 si riparte dal prezzo base di 37 centesimi/lt, al quale si applica l’indicizzazione.

PREZZO ALLA STALLA Nonostante la situazione del mercato a livello internazionale sia positiva, il prezzo del latte alla stalla non progredisce. Occorre tenere conto che pesa negativamente l’andamento dei consumi a livello nazionale che abbiamo testé commentato.

A livello lombardo a partire dal 1°

INDICIZZAZIONE Il meccanismo della indicizzazione prevede un prezzo base del latte crudo alla stalla di 37 centesimi di euro per litro, da aggiornare, a cadenza mensile, sulla base dell’andamento del prezzo medio del latte a livello Ue, cui si attribuisce una ponderazione del 70% e sulla base della quotazione

Zootecnia

NI PAESI PRODUTTIVI EUROPEI - Fonte: Elaborazione CLAL su fonti varie

del Grana Padano con almeno 9 mesi di stagionatura (quotazione piazza di Milano), il cui peso è del 30%. I valori di riferimento sono 32 centesimi di euro/kg per il prezzo medio del latte UE e 6,82 euro/kg per il formaggio Grana Padano.

Nel mese di marzo il prezzo medio del latte a livello UE è risultato pari a euro 33.41 per 100/kg, +4,4% rispetto al prezzo di riferimento. La quotazione del Grana Padano di 9 mesi (piazza di Milano) è risultato pari a euro 7,09/ kg, +3.96% rispetto al prezzo di riferimento. Stando a queste quotazioni nel mese di maggio il prezzo del latte Italatte sarà di circa 38,5 euro/kg.

PIEMONTE Il prezzo in Piemonte, sappiamo, viaggia generalmente a 1 o 2 centesimi di euro/lt in meno rispetto alla Lombardia. Questa situazione va via via peggiorando.

Non sussistendo nessun accordo tra le parti, i caseifici privati stanno pagando anche due o tre centesimi litro in meno, cioè 35-37 centesimi litro. Un prezzo davvero basso se lo confrontiamo con il prezzo medio tedesco di 32,65 centesimi litro e peggio, se lo confrontiamo con il prezzo pagato agli allevatori americani di 38,30 centesimi (quot. febbraio 2017-fonte Clal, dettagli nella tabella 2 sopra).

ESPORTARE NON BASTA Il dato negativo che commentiamo da anni è il calo dei consumi, in particolare quello interno. Difficile sostenere prezzi del latte alla stalla più alti in Italia se i consumi interni non invertono il trend, tutto, al momento dipende dal buon andamento delle esportazioni verso i Paesi terzi, ma non basta.

La filiera deve compattarsi per attivare un progetto nazionale di comunicazione finalizzato a rilanciare i consumi di latte (in particolare quello fresco) e di formaggio in Italia. Analogo progetto andrebbe realizzato a livello europeo.

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Zootecnia

Suini alle stelle Il settore respira Il prezzo medio dei suini da macello nel mese di aprile sale a euro 1,661/kg, +5,25% rispetto al mese di marzo, +35,81% rispetto all’aprile 2016 (vedere tab. 1 a pagina 34). Per constatare un prezzo simile bisogna andare all’aprile 2001 (euro 1,58/kg) quando il settore bovino era devastato dalla vicenda “mucca pazza” e il settore suino potè trarre importanti vantaggi a livello di prezzi di mercato.

Come si evidenzia nella tabella 1, la linea dei prezzi medi mensili del 2017 viaggia a livelli vertiginosi e

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tende ancora a salire.

PRIMO QUADRIMESTRE Volendo osservare il mercato su un periodo più ampio prendiamo in considerazione il primo quadrimestre dell’anno. Nei primi quattro mesi del 2017 la quotazione media dei suini da macello (categoria 156-176 kg – mercato di Modena) risulta pari a euro 1,594/kg. Anche in questo caso è una quotazione record senza precedenti. Nel 2001, nei primi quattro mesi, si evidenziò una quotazione media pari a euro 1,586/kg, inferiore a quella di quest’anno.

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TAB. 1 - andamento prezzi dei suini pesanti da macello: confronto 2016/2017

INDAGINI PROCURE Occorre precisare che un fatto straordinario sta avvenendo anche quest’anno e alludo alle indagini delle Procure di Pordenone e di Torino circa la conformità dei tipi genetici allevati per il circuito dei salumi Dop. Una parte dei suini del circuito è sotto indagine e precauzionalmente esclusa dal circuito.

Conseguentemente l’offerta non soddisfa la domanda e il prezzo sale. Nelle prime tre settimane del mese di aprile 2017 sono stati macellati 35.000 suini del circuito Dop in meno rispetto al medesimo periodo del 2016, pari a -8,10%.

La redditività degli allevamenti è cresciuta, il Crefis rileva infatti una variazione tendenziale di +14,8% rispetto al marzo 2016.

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- Fonte cciaa modena e cun

CONSUMI Fattore importantissimo per l’equilibrio di mercato sono i consumi.

L’andamento per quanto riguarda le carni suine e i salumi è preoccupante. I dati dei consumi domestici rilevati da Nielsen-Ismea evidenziano nel 2016 un calo del 5,5% per le carni suine e del 4% per i salumi (2016/2015).

Ancora peggio il risultato delle rilevazioni del mese di gennaio 2017 rispetto al gennaio 2016: -6,1% per le carni suine, -4,1% per i salumi. Tra i salumi si registra un crollo dei consumi del prosciutto di Parma DOP -26,9%, mentre si registra un incremento per il prosciutto San Daniele del 11,8% (dati Ismea-Nielsen).

MERCATO EUROPEO E MONDIALE L’Eurostat ha pubblicato i dati definitivi delle macellazioni 2016 in Europa che registrano un incremento dello 0,60%, raggiungendo i 257,157 milioni di capi. Il volume di macellazioni è sostanzialmente tornato ai livelli del 2007 (257,8 milioni di capi) dopo una flessione durata otto anni.

In termini quantitativi la produzione ha raggiunto i 23,2 milioni di tonnellate, + 1,2% rispetto al 2015.

L’incremento produttivo è risultato pari a 278.000 tonnellate. Nonostante un calo dei consumi generalizzato, pur se diverso tra Stato e Stato, il mercato è risultato attivo e i prezzi hanno raggiunto livelli re-

cord grazie all’incremento delle esportazioni.

EXPORT Le esportazioni UE verso Paesi terzi sono infatti incrementate nel 2016 del 22,91%, pari a 771.710 tonnellate. Complessivamente, l’export UE ha raggiunto il volume record di 4.139.934 tonnellate (vedere tabella 2 a pag.

36). Solo il Brasile ha fatto meglio dell’Europa. La Cina rappresenta il principale sbocco di mercato per l’Unione Europea, pari al 44,92% del totale dell’export. Nel corso del 2016 sono state esportate verso la Cina 1.859.595 tonnellate di carni suine (fresche, congelate e lavorate), con un incremento rispetto al 2015 del 62,9%. L’export verso Paesi terzi nel 2016 ha assorbito il 18,84% della produzione UE, un record anche questo.Il buon periodo per le esportazioni è proseguito nel 2017, gennaio ha evidenziato un nuovo incremento del 23,5% rispetto al gennaio 2016. La Cina è oggi il principale Paese importatore di carni suine al mondo. Nel corso del 2016 ha incrementato le importazioni del 89,5%, raggiungendo il livello record di 2.941.691 tonnellate di carni suine (fresche, congelate e lavorate).

CINA La suinicoltura europea deve guardare con grande attenzione al mercato cinese in quanto rappresenta circa il 45% dell’exL’imprenditore agricolo • Maggio 2017

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Il prezzo medio di aprile è salito a 1,661 euro/kg.: non accadeva dai tempi di “mucca pazza”. Ma ora incombe l’indagine sui tipi genetici TAB. 2 - Andamento export verso i paesi terzi dei principali paesi produttori - Confronto anno 2016/2015 Fonte: DG-AGRI us meat export federation

port e assorbe l’8,0% della produzione dell’UE. I volumi potrebbero ancora aumentare, ma potrebbero anche diminuire.

L’escalation delle tensioni politiche e militari sul piano mondiale e soprattutto nell’area orientale del continente asiatico non sono di buon auspicio.

ITALIA La situazione di mercato, per ora, è nel complesso positiva. Serve fare qualcosa per recuperare i consumi interni, soprattutto in Italia.

Cali dei consumi che superano il 5% impongono azioni di comunicazione per ridare fiducia al consumatore rispetto alla questione alimentare.

Le paure e le apprensioni create nel consumatore a causa di alcune informazioni parziali e tendenziose circa il valore nutrizionale delle carni suine e dei salumi, devono essere superate con una informazione precisa ed obbiettiva nel merito condotta dalle Istituzioni pubbliche. Questo, al momento, non avviene.

INCERTEZZE GIUDIZIARIE Non possiamo far finta di

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nulla rispetto alle indagini delle Procure di Pordenone e di Torino riguardo al presunto utilizzo di tipi genetici non conformi ai dettami dei disciplinari di produzione dei salumi Dop. Nella ipotesi che venisse dimostrato che sono stati allevati tipi genetici non consentiti dai disciplinari, tutto il sistema qualità dei salumi Dop, e i relativi controllori, rischierebbe una perdita di credibilità e fiducia nei confronti dei consumatori, con il rischio di una riduzione dei consumi dei salumi Dop stessi.

ALLARMISMO EVITABILE Fortunatamente ogni prosciutto in stagionatura e ogni maiale in allevamento sono identificati e, conseguentemente, quelli non conformi, possono essere esclusi dal circuito fin da subito. L’indagine potrebbe chiudersi con l’esclusione dal circuito di tutti i prosciutti e di tutti i maiali non conformi (oltre alle pene previste dalla legge per determinate frodi) cercando di non creare allarmismi ingiustificati nei confronti dei consumatori.

Altrimenti sarebbero guai!

Zootecnia

Se il latte è munto in Piemonte, piace di più Gli oltre 170 prodotti a marchio Piemunto, al termine del primo anno registrano un incremento di vendita del 10 per cento. Soddisfatti Regione Piemonte e Carrefour Regione Piemonte e Carrefour Italia hanno condiviso i risultati di un anno di vendita dei prodotti a marchio Piemunto, un progetto nato un anno fa su proposta dell’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, e finalizzato alla valorizzazione della filiera lattiero casearia piemontese.

Grazie alla riconoscibilità del marchio, posto in oltre 100 punti vendita Carrefour in Piemonte, oltre 170 prodotti “Piemunto” hanno fatto registrare un incremento delle vendite presso i punti vendita Carrefour del 10% in un anno, con un picco del +46% grazie a un’attività promozionale e di comunicazione ad hoc nei primi mesi del 2017.

CONSUMATORI ATTENTI «Il successo di Piemunto - osserva Marco Selmo,

responsabile Prodotti libero servizio, Carrefour Italia – è la dimostrazione di quanto il consumatore moderno sia informato e attento alla valorizzazione della filiera. Come Carrefour Italia crediamo molto nel valore della trasparenza e dell’informazione che, grazie a Piemunto, diventa volano per un fattivo contributo al tessuto economico del territorio che, attraverso la crescita dei produttori locali, ha la possibilità di mantenere vive tradizioni ed eccellenze».

SCOMMESSA VINCENTE Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura del Piemonte ha dichiarato: «I risultati raccolti a un anno dal varo ci dicono che Piemunto è una scommessa che stiamo vincendo. Valorizzare il latte piemontese è stato uno L’imprenditore agricolo • Maggio 2017

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dei nostri impegni, i dati ci raccontano che Piemunto sta facendo la sua parte.

D’altronde l’idea di qualità e trasparenza che è dietro il marchio è la stessa che ha mosso il governo a varare l’etichettatura obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari.

Piemunto è un po’ l’antesignana della

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etichettatura: una garanzia dell’origine di un prodotto come il latte piemontese e dei formaggi che da esso derivano, in grado di soddisfare l’esigenza di qualità che sempre più forte emerge tra i consumatori».

PRODOTTI CONFERMATI Ad oggi sono oltre 170 i prodotti a

marchio Piemunto presso la rete di vendita Carrefour nell’area della Regione piemontese, che spaziano dal latte, allo yogurt, ai formaggi e che continueranno, anche nel 2017, a essere sottoposti a stringenti controlli di qualità da parte degli enti certificatori e della Regione Piemonte stessa.

Zootecnia

Il Grana Padano è la spina dorsale «Il Grana Padano e il suo Consorzio di tutela rappresentano la spina dorsale del settore lattiero caseario lombardo e della Macroregione agricola del Nord e lo hanno dimostrato un anno fa, quando imperversava una delle più acute crisi del sistema e le aziende industriali e soprattutto le cooperative hanno contribuito a risollevare il mercato».

Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che è intervenuto, a Rivoltella, all’assemblea annuale di bilancio del Consorzio di tutela del Grana Padano.

IL CONSORZIO. «Il Consorzio ha un bilancio di 41 milioni di euro di ricavi - ha ricordato Fava - ed è una realtà di tutela e promozione della Dop che

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, elogia il Consorzio di tutela: «Una realtà unica al mondo» per dimensioni, produzione e valore non ha paragoni al mondo.

Questo è fonte anche di grande responsabilità da parte degli allevatori, della filiera e degli associati».

IL FUTURO. La sfida del futuro, secondo l’assessore Fava, è l’organiz-

zazione: «Sono stati l’efficienza e l’organizzazione del sistema della tutela e dei controlli a permettere al sistema di tenere», ha specificato l’assessore.

Una ‘protezione’ che ha consentito agli allevatori e alle cooperative lombarde di investire nello sviluppo delle aziende, come la partecipazione alla misura 4.1.01 del Programma di sviluppo rurale ha evidenziato.

L’OBIETTIVO. - «Il Grana Padano può ambire a valere di più, a intercettare maggiore valore aggiunto, grazie ad adeguate strategie in termini di promozione - ha concluso Fava -.

Regione Lombardia sarà al vostro fianco, grazie al dialogo che, in questi anni, non è mai mancato con le vostre strutture».

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Attualità

A chi andranno i fondi Alcotra Ventotto milioni di euro al Piemonte, di cui quattro alla provincia di Cuneo. Finanziate decine di progetti a carattere transfrontaliero E’ stato pubblicato sul sito www.interreg-alcotra.eu al link http://www.interregalcotra.eu/it/appel-a-projet/ secondo-bando-la-presentazione-di-progetti-semplici-su-tutti-gli-assi-delprogramma l’elenco dei progetti finanziati riguardanti gli Assi 1 “Innovazione applicata” e 2 “Ambiente sicuro” sui cambiamenti climatici e i rischi naturali del programma europeo Alcotra 2014-2020 di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia.

L’operazione coinvolge gli attori istituzionali, pubblici e privati dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e quelli d’Oltralpe di Auvergne-Rhone-Alpes e Provence-Alpes-Cote d’Azur.

DECINE DI PIANI Erano stati presentati 42 piani di intervento: il Comitato di Sorveglianza, riunitosi a Torino sotto la presidenza dell’assessore regionale Alberto Valmaggia, ne ha selezionati

19 sui due Assi, di cui 16 con la presenza di soggetti piemontesi. In totale, per le 19 proposte c’è un finanziamento europeo di 33.703.298,53 euro, di cui 28.934.773,14 euro per le 16 con il coinvolgimento di attori della regione subalpina. La provincia di Cuneo ha partecipato con 12 soggetti a 6 piani di intervento e avrà da spendere 4.075.569,5 euro.

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INNOVAZIONE APPLICATA Per quanto riguarda l’Asse 1, il Comitato ha selezionato 8 progetti: tutti con realtà piemontesi protagoniste. Il totale finanziato è di 14.908.027, 58 euro. La provincia di Cuneo avrà a disposizione 2.627.669,5 euro.

AMBIENTE SICURO Sull’Asse 2, il Comitato ha

valutato positivamente 11 piani di intervento, di cui 8 con attori piemontesi.

Complessivamente il finanziamento è stato di 18.795.270,95 euro, dei quali 14.026.745,56 euro destinati ai programmi subalpini. Per la provincia di Cuneo sono disponibili 1.447.900 euro.

Ne usufruiranno per il progetto CClimaTT, il Parco Fluviale Gesso e Stura-Ente gestore Comune di Cuneo (585.000 euro), l’Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime di Valdieri (437.400 euro), l’Unione Comuni Colline di Langa e del Barolo di Monforte d’Alba (245.500 euro); in Habit.A, l’Ordine degli Architetti della Provincia di Cuneo (180.000 euro).

Il periodo 2014-2020 è il quinto della programmazione Alcotra. Dal 1990 sono stati sostenuti 600 piani di intervento, con l’utilizzo di 550 milioni di euro di finanziamenti europei.

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Ortofrutticoltura

Segnalare i danni del gelo di aprile Appello della Regione Piemonte per avviare un censimento preciso degli effetti atmosferici straordinari su vigneti e frutteti. Chiamparino e Ferrero chiederanno l’intervento del Governo Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero hanno annunciato di voler coinvolgere il Governo nazionale di fronte ai danni causati dalle gelate notturne della seconda metà di aprile. Ancora non è pos-

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sibile quantificare completamente l’entità del fenomeno, ma le segnalazioni fin qui raccolte dalle autorità competenti disegnano un quadro preoccupante degli effetti del gelo su viti, alberi da frutta e altre colture. «Chiediamo a chi ha subito danni di segnalarli imme-

diatamente ai Comuni – osservano Chiamparino e Ferrero -, in modo da poter avviare un censimento preciso degli effetti delle gelate. Al governo chiediamo un intervento straordinario per fare fronte alle difficoltà di molte aziende agricole piemontesi».

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Ortofrutticoltura di Giulio Traversa - direttore Asprocor

Il futuro delle nocciole tra cimici e quotazioni L’ultimo raccolto, in Piemonte, ha sfiorato i 300 mila quintali.

Una cifra record per la regione, che si interroga sulle nuove prospettive del settore Giunti a maggio, con le nostre piante di nocciolo ormai in piena vegetazione, vengono spontanee alcune considerazioni relative al comparto corilicolo in generale.

Arriviamo da un raccolto molto abbondante che, in Piemonte, si è avvicinato ai 300.000 quintali. Un record per la nostra regione.

Naturalmente questi quantitativi aumenteranno negli anni a venire, visto il continuo aumento dei terreni investiti a noccioleti. Siamo

oltre 20.000 ettari di noccioleto in Piemonte e, se fino a qualche anno fa le zone di maggior espansione erano le provincie di Alessandria ed Asti, nell’ultimo periodo vi è stato un grande incremento nella provincia di Cuneo, soprattutto nelle zone di pianura e pedemontane.

vengono molto sovente poste dai corilicoltori: 1) Verrà risolto il problema della cimice asiatica (Halyomorpha halys)?

2) L’attuale prezzo durerà in avvenire?

Sono certamente domande non di facile risposta.

DUE DOMANDE Quello che mi fa riflettere sono le due principali domande che mi

CIMICE ASIATICA Per quanto riguarda i danni provocati nel corso del 2016 dalla

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cimice “asiatica”, sono in corso ricerche per individuare nuovi prodotti, compatibili con la nostra legislazione, che possano contrastare efficacemente la crescita di questo insetto. Altresì si sta cercando un antagonista “naturale” che distrugga le uova di questa cimice dannosissima.

Attualmente abbiamo a disposizione prodotti chimici a base di Piretro (karate zeon – trebon – ecc).

Questi prodotti, se correttamente utilizzati, hanno dato buoni risultati nella lotta alla cimice. Raccomando di utilizzare sempre ed esclusivamente le dosi di etichetta e ricordo che per un buon risultato occorre distribuire almeno dieci ettolitri a ettaro del preparato per contrastare la cimice. Quantitativi di acqua inferiori possono compromettere in parte o totalmente il

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risultato.

Noi come cooperativa di produttori mettiamo a disposizione dei nostri soci o di chiunque ne faccia richiesta tempestive informazioni per quanto riguarda i tempi di trattamento, non solo per la cimice, ma anche per altre avversità. L’informazione, per abbreviare i tempi di divulgazione e per azzerare i costi, è inviata esclusivamente tramite e-mail.

Tutti i nostri soci e gli altri produttori possono richiedere di ricevere le anzidette informazioni inviandoci una richiesta via e-mail a traversa@asprocor.it IL PREZZO E’ mia opinione che non ci sarà, nel breve periodo, un crollo dei prezzi in quanto il consumo di nocciole nel mondo è in costante

La Piemonte Asprocor a Cissone

aumento, anzi il consumo aumenta in proporzione maggiore rispetto all’aumento di produzione.

E’ fondamentale però poter offrire merce di qualità. In questa ultima campagna commerciale abbiamo avuto molte partite di nocciole con percentuali di cimiciato (visibile e/o occulto) superiore al 25%. Naturalmente queste partite di noccio-

la presenza dell’insetto. Un fattore fondamentale che, a mio parere, aiuta a mantenere alto l’interesse per le nocciole da parte della grande industria e conseguentemente mantenere alto il prezzo è l’impegno che tutti i produttori devono avere per immettere sul mercato merce di prima qualità.

Certamente non è facile, occorrono specifiche attrezzature, a volte anche costose. le hanno uno scarsissimo valore commerciale.

Le zone maggiormente colpite dalla cimice asiatica sono state le zone di pianura della provincia di Cuneo, zone nelle quali l’espansione dei noccioleti è molto recente.

Nelle zone dove il nocciolo è “storicamente” presente i danni sono stati pressochè nulli, come anche

QUALITA’ OMOGENEA L’industria utilizzatrice ha necessità di ricevere nocciole con caratteristiche qualitative omogenee, partite molto consistenti che il singolo produttore non sarà mai in grado di fornire. Un ruolo fondamentale in questo comparto lo svolge Piemonte Asprocor che con le sue strutture e il personale qualificato

è in grado di “proporre” all’industria consistenti partite di nocciole con caratteristiche omogenee, suddivise per qualità.

ASPROCOR Asprocor in questa campagna commerciale ha ritirato dai soci, in tempi brevi, quasi 70.000 quintali di nocciole, la maggior parte venduta direttamente (senza alcuna interferenza di mediatori o commercianti) alla Ferrero, che è il maggior consumatore al mondo di nocciole. Tutte le partite sono state stoccate e suddivise in base alle aree di provenienza ed alla qualità.

Questo ha permesso di avere un prezzo medio di campagna molto alto e di poter collocare sul mercato anche le partite di minor qualità ad un prezzo di solo il 6% inferiore alle nocciole di prima qualità,

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Ortofrutticoltura mentre invece sul libero mercato molte nocciole di scarsa qualità sono state pagate il 50% di quelle di buona qualità.

Piemonte Asprocor è l’unica cooperativa di nocciole in Piemonte strutturata come società per azioni ed è l’unica cooperativa che possiede beni immobili e mobili per oltre un milione di euro, un capitale sociale interamente versato di quasi 300.000,00 euro.

Tutto questo a garanzia dei soci che, di fatto, sono gli unici proprietari dei beni immobili e mobili e del capitale.

delle nocciole e conseguentemente del prezzo sia nell’aggregazione dei produttori in modo da poter diminuire i costi di produzione e aumentare la qualità. Asprocor ha una capacità di stoccaggio di circa 25.000 quintali ed una capacità di essiccazione di circa

AGGREGAZIONE Ritengo che il futuro

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1.000 quintali al giorno con le proprie strutture, oltre a tutte le attrezzature dislocate presso i soci.

ACQUISTO MACCHINARI Nell’ambito del Piano Operativo i nostri soci possono accedere a

contributi a fondo perduto, ogni anno, per l’acquisto di macchinari e attrezzature per la raccolta e lavorazione delle nocciole. Nel corso degli ultimi anni abbiamo erogato annualmente oltre 350.000,00 euro di contributi per macchinari, attrezzature e contributi atti a migliorare la qualità delle nocciole.

L’invito che rivolgo a tutti i produttori di nocciole, soprattutto a chi per la prima volta si trova a coltivare le nocciole è di mettersi in contatto con noi per avere ulteriori informazioni.

Uniti possiamo diventare un “forte” interlocutore con l’industria utilizzatrice e vederci riconoscere un giusto prezzo.

Ortofrutticoltura

Cherasco, laboratorio sul futuro corilicolo Sabato 10 giugno alle 9,45 presso il PalaExpo di Cherasco il nocciolo torna sotto i riflettori di produttori e consumatori, grazie all’ormai tradizionale convegno annuale organizzato da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte e Asprocor.

PIANO DI SVILUPPO «Il convegno – spiega il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio - vuole essere un momento di incontro e di confronto tra i diversi protagonisti dell’intera filiera corilicola; avremo modo di analizzare le opportunità e le criticità di un comparto che, così fortemente, ha caratterizzato e, siamo certi, caratterizzerà in futuro il nostro territorio. Oggi, se pur con alcune problematiche, la filiera corilicola in

Piemonte è strutturata.

Occorre però una strategia comune, un vero e proprio piano di sviluppo nazionale».

IL CONVEGNO Gianluca Griseri, responsabile tecnico di Ascopiemonte, pone l’accento sulla nuova formula del convegno: «Nella prima parte della mattinata tecnici ed esperti si confronteranno su temi quali filiera, produzione, qualità e prospettive future.

Nella seconda parte una tavola rotonda nella quale interverranno tecnici, rappresentanti delle organizzazioni di produttori, del mondo produttivo e della trasformazione, dell’industria dolciaria, del mondo accademico, della ricerca e della sperimentazione».

Sabato 10 giugno torna il convegno annuale dedicato ai nuovi orizzonti del settore.

Obiettivo: individuare una strategia comune per rafforzare le posizioni di mercato

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VALIDA ALTERNATIVA Oggi la coltivazione del nocciolo può rappresentare una valida alternativa alle produzioni classiche come quelle cerealicole, frutticole e viticole. Alternativa questa, di carattere produttivo, economico, ma anche occupazionale.

Occorre però fare di più, soprattutto con interventi mirati, specifici, che possano contribuire a sostenere e sviluppare un comparto del quale il nostro territorio non può fare a meno.

MAPPA DELLA PRODUZIONE I principali paesi produttori di nocciole nel mondo sono la Turchia, l’Italia, la Spagna, ai quali si sono

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aggiunti, da qualche anno, l’Azerbaijan, la Georgia, il Cile, il Sudafrica e, più recentemente, paesi dell’area dei Balcani quali Serbia, Croazia, Macedonia e Albania.

Oltre 75.000 sono gli ettari coltivati a noccioleto in Italia, distribuiti nei territori della Campania, del Lazio, del Piemonte e della Sicilia con oltre 120.000 tonnellate di nocciole in guscio prodotte.

In Piemonte sono oltre 8.000 le aziende corilicole, circa 21.000 gli ettari coltivati a noccioleto specializzato, con una produzione annua di nocciole in guscio che può variare dai 200.000 ai 260.000 q.li.

Il nocciolo è una coltura di facile realizzazione con costi di impianto

e di conduzione abbastanza limitati, ma con lunghi tempi di attesa per l’entrata in produzione degli impianti.

FATTORE QUALITà Per poter essere competitive, le nostre aziende hanno bisogno di crescere in qualità, quantità prodotte, organizzazione, innovazione e nuove tecnologie. Oltre alla valenza produttiva ed economica, dobbiamo riconoscere la grande importanza che la coltivazione del nocciolo ricopre dal punto di vista ambientale, nel garantire la salvaguardia del territorio, in particolare nelle zone più svantaggiate, evitandone lo spopolamento.

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Ortofrutticoltura di Cecilia Contessa - vivaista - info@labovivairoero.com

Nocciola, la gallina dalle uova d’oro Da alcuni anni la corilicoltura piemontese è in forte rilancio, con un aumento delle superfici investite superiore a 4.600 ha, dato registrato dal 2015 al 2016.

NON SOLO COLLINA La collina, per tradizione,

sostituzione di colture non più remunerative (cerealicole e non solo) o colpite da gravi problemi fitosanitari. L’attuale situazione del mercato e la forte e sempre crescente domanda di prodotto da parte dell’industria di trasformazione, ha

MERCATO E QUOTAZIONI Ad oggi la nocciola è quotata 3,20-3,40 euro/ kg (ISMEA, aprile 2017), e le previsioni per la campagna 2017 non si discostano, vista l’ondata di freddo anomalo che ha colpito le campagne

La specialità corilicola è diventata tra i prodotti più quotati nel mercato frutticolo, insieme a pistacchio, mandorlo, fragola e noce. Siglato un protocollo di qualità per garantire remunerazioni stabili rimane la zona di maggior diffusione del nocciolo, ma negli ultimi anni le pianure Cuneesi, Torinesi ed Alessandrine hanno accolto a braccia aperte la corilicoltura, anche in

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reso la nocciola la nuova gallina dalle uova d’oro, tanto da diventare tra i prodotti più quotati dal mercato frutticolo insieme a pistacchio, mandorlo, fragola e noce.

piemontesi nel mese di aprile, danneggiando gravemente i frutteti in generale, noccioleti compresi.

Il fabbisogno nazionale è coperto per il 65%, per

cui esistono ampi spazi di crescita.

Nonostante il boom di richiesta di prodotto, non bisogna dimenticare la qualità delle produzioni, aspetto di fondamentale importanza per affrontare il mercato della nocciola nel modo giusto, come afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, in un incontro tenutosi ad Asti nel mese di marzo e, come già evidenziato in un precedente incontro tenutosi a Bologna con i maggiori rappresentanti dell’industria, enti di ricerca ed addetti ai lavori del comparto corilicolo.

GARANTIRE STABILITà L’intento non è solo di aumentare la produzione ma anche di mettere in sicurezza tutta la filiera, garantendo stabilità di remunerazione nel tempo agli operatori.

Le azioni previste sono molteplici, articolate sia sul fronte agronomico che economico.

Punto di partenza è la qualificazione del materiale di moltiplicazione, ossia l’utilizzo di piante certificate sotto l’aspetto sia fitosanitario sia di corrispondenza varietale, che possano garantire una produzione omogenea e di qualità.

Per venire incontro a

queste esigenze, in un mercato vivaistico poco tutelante, è stato realizzato un protocollo di collaborazione tra Ferrero, Ismea e CIVI-Italia per sviluppare il “sistema di qualificazione del materiale di propagazione del nocciolo”.

PROTOCOLLO FERRERO Si tratta di un progetto che si basa sulla stretta attuazione delle norme CAC con una verifica sanitaria e di corrispondenza varietale in collaborazione con il settore Fitosanitario della Regione, applicata

sulle sole produzioni vivaistiche che hanno origine tracciata con denuncia da parte di vivai che partecipano su scala volontaria.

Le piante che rientrano all’interno di questo programma di qualificazione sono accompagnate da un apposito cartellino di colore arancione che indica il codice del produttore, il nome della cultivar e l’esenzione dai principali virus, dopo verifica da parte del Mipaaf - Servizio Fitosanitario Centrale (Servizio Nazionale di Certificazione) e del Servizio Fitosanitario Regionale.

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Presente e futuro della frutta a guscio Domenica 21 maggio a Baldissero d’Alba, convegno con esperti e tecnici del settore.

Il punto su nocciole, noci e mandorle “Nuove filiere della frutta a guscio in Piemonte e linee guida per la corretta coltivazione” è il titolo del convegno, aperto a tutti, che si svolgerà domenica 21 maggio alle 10 nel Circolo Acli di Baldissero d’Alba, in via XXV Aprile, 3.

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Organizzato da Labo Vivai Roero di Baldissero d’Alba, l’evento vedrà l’intervento di numerosi esperti, tecnici del settore e rappresentanti di aziende agricole e commerciali.Tra gli argomenti in discussione, lo stato attuale e

le prospettive del mercato della frutta secca, la nuova filiera della nocciola in Piemonte, le strategie di difesa per le principali avversità nel corileto e nel noceto, e la mandorlicoltura, nuova opportunità per il Piemonte.

Attualità

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Come agire in caso di infestazione di eriofidi, dal primo trattamento anti-migratorio alle soluzioni specifiche a base di zolfo

Se il noccioleto è sotto attacco Sulla base dei primi rilievi fatti dai tecnici della cooperativa Mondagri di Alba nei noccioleti del Cuneese e dell’Astigiano, risulta una infestazione di eriofidi, nella media degli anni scorsi.

La presenza di gemme (galle) parassitizzate è risultata infatti quasi sempre vicina o superiore al 15%, cioè alla soglia di intervento.

CONTENERE LA MIGRAZIONE Il consiglio dei tecnici, quindi, è di porre la massima cura e tempestività nell’eseguire una buona difesa con un primo trattamento atto a contenere la migrazione degli acari verso nuove gemme da colonizzare.

Se l’andamento climatico rende impossibile l’esecuzione di un trattamento fitosanitario completo e generalizzato per l’impraticabilità di molti corileti, è consigliabile eseguire, appena possibile, un primo intervento con zolfo in polvere in tutti gli appezzamenti percorribili

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con mezzi leggeri e solforatore.

Nei corileti in cui, negli anni passati, sono stati riscontrati danni da batteri o marciumi sui frutticini, si può addizionare allo zolfo in polvere un prodotto rameico nella percentuale del 15 – 20 %, a seconda della concentrazione del medesimo.

PREPARATI SPECIFICI In un secondo momento, potendo entrare in tutti i noccioleti con i mezzi idonei per un trattamento liquido, si provvederà ad un trattamento con soluzione preparati specifici a base di zolfo bagnabile o liquido, raccomandando di distribuire almeno 6 – 7 Hl. ad ettaro, bagnando tutte le parti della pianta.

Al momento quindi impiegare Zolfo in polvere, al dosaggio di 35 – 50 Kg. ad ettaro.

Per il trattamento liquido con soluzione di zolfo, si raccomanda di utilizzare solo prodotti registrati per il nocciolo.

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Forlener a Lario fiere Capitale del legno Appuntamento da non perdere, dal 12 al 14 maggio, per operatori del settore e consumatori attenti alle nuove dinamiche energetiche Dopo ben otto edizioni tenutesi nel territorio piemontese (rispettivamente nelle provincie di Torino, Biella e Vercelli), Forlener cresce e si sviluppa anche nel territorio lombardo, più precisamente nel quartiere fieristico di Lario Fiere, già conosciuto precedentemente per altre manifestazioni tipiche del legno, data la sua collocazione vincente e centrale rispetto all’arco alpino, ricco di legna ed energia.

Un appuntamento davvero da non perdere, quello che si terrà dal 12 al 14 maggio presso la vetrina espositiva di Lario Fiere.

Su una superficie complessiva di oltre 44 mila metri quadrati, sarà possibile conoscere da vicino le principali novità tecniche del mondo forestale e tutto ciò che ne fa parte.

Il legno nell’ultimo decennio ha saputo costantemente rinnovarsi e rinnovare, conoscendo una nuova fase energe-

tica: in questa occasione, è possibile osservarlo in tutte le sue sfaccettature, dall’abbattimento alla lavorazione e, per concludere, anche all’utilizzazione finale, per la produzione di energia, calore o altro ancora.

Un salone “green” sotto tutti gli aspetti, che punta non soltanto a far conoscere il legno come alternativa energetica, ma anche come possibile “uscita di sicurezza” dallo stallo che qualche comparto agricolo ha subito negli anni scorsi; un salone aperto a tutti, sia agli imprenditori agricoli, sia al pubblico cittadino, che da sempre sente l’esigenza di esser maggiormente informato sul tema.

Una manifestazione irrinunciabile per gli addetti di settore e per tutti coloro che amano il discorso legno ed energia, ancora più completa e fornita delle più moderne tecnologie di lavoro e trasformazione del legno.

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Attualità

Foreste, un patrimonio ancora da sfruttare Gli incontri territoriali organizzati dal Ministero delle Politiche agricole sui temi della tutela e della valorizzazione dei beni forestali Sono in corso fino al 29 maggio una serie di incontri territoriali sui temi della tutela e della valorizzazione del patrimonio forestale italiano promossi dal Ministero delle Politiche agricole, in collaborazione con la Rete rurale nazionale e in continuità con il lavoro avviato dal Forum nazionale delle foreste che si è svolto lo scorso novembre a Roma.

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Qui di seguito gli appuntamenti in calendario nelle Regioni del Nord Italia.

29 maggio, Padova “Foreste e produttività”. Dalle 9.30 alle 13.30 presso l’Aula Ippolito Nievo, Palazzo del Bo’, via VIII Febbraio 2.

5 maggio, Cuneo “Tutela e valorizzazione attiva delle foreste”. Dalle 14 alle 18 presso il

Centro Incontri della Provincia, Sala Falco, corso Dante Alighieri 41.

22 maggio, Trento “Tutela e valorizzazione attiva delle foreste”. Dalle 9.30 alle 15.30 presso il Castello del Buon Consiglio, Sala Grande, via Bernardo Clesio 5.

Attualità

Il parco del Monviso assume un istruttore Contratto di tre mesi prorogabili, richiesta conoscenza del territorio e attitudine agli spostamenti a piedi in ambienti di montagna L’Ente Parco del Monviso ha incaricato l’Agenzia “Gi Group”, con sede a Saluzzo in via Circonvallazione 16/A, per il reclutamento di un istruttore tecnico a tempo pieno, con mansioni di supporto alle attività svolte dal Servizio Vigilanza dell’Ente, ivi compresa la gestione, valorizzazione e promozione del patrimonio naturale.

REQUISITI Sono richieste nozioni di base di diritto amministrativo, conoscenza del funzionamento di un ente pubblico ed in particolare di un ente parco regionale; titoli formativi, conoscenza ed esperienza attinenti i settori specifici di impegno previsto; conoscenza del territorio ricompreso nelle aree protette del Monviso

ed attitudine all’attività sul campo, comprendente spostamenti a piedi in ambienti di montagna; padronanza dei programmi informativi più diffusi; lingue: inglese e francese almeno a livello base.

SEDE E ORARIO Orario base di 36 ore/settimana, articolate in cinque giorni lavorativi ed in turni

di affiancamento al Personale di Vigilanza.

Sede di lavoro principale: territorio delle aree protette del Monviso, a partire dagli uffici dell’ente siti in Saluzzo. La durata della prestazione lavorativa richiesta è tre mesi, prorogabile nei modi e termini di legge.

Gli interessati possono rivolgersi all’Agenzia incaricata.

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Chiesta all’Unione europea la proroga per il glifosate I sindacati agricoli auspicano un rinnovo dell’autorizzazione di quindici anni, anziché di dieci. E’ l’erbicida più diffuso Il Copa-Cogeca, organizzazione ombrello dei sindacati agricoli e delle cooperative europee, ha scritto una lettera al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, chiedendo che l’Esecutivo Ue proponga il rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosate per 15 anni, come da prassi.

Il collegio dei commissari avrebbe dovuto avere una prima discussione

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sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosate a fine aprile, poi posposta.

INDISCREZIONI Secondo le indiscrezioni trapelate, tuttavia, vista anche la polemica dei mesi scorsi sulla procedura di rinnovo di autorizzazione della sostanza, la Commissione starebbe pensando a proporre un rinnovo di 10 anni

anziché 15.

Ricordando il parere favorevole sulla sicurezza della sostanza espresso dalle agenzie europee (Efsa e Echa), il segretario generale del Copa-cogeca Pekka Pesonen scrive che si tratta dell’erbicida “più diffuso nell’Ue” e che “é utile anche per prevenire l’erosione del suolo e ridurre le emissioni di gas a effetto serra”.

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Agricoltura simbiotica la radice del futuro Nella splendida cornice della “Sala da pranzo” del castello reale di Racconigi si è svolto, giovedì pomeriggio 20 aprile, il convegno “La terra e l’agricoltura simbiotica” evento interclub organizzato dal Lions Club Scarnafigi Piana del Varaita e dal locale Lions Club Racconigi. La relazione è stata tenuta da Sergio Capaldo, veterinario ed agronomo, tra i fondatori del consorzio La Granda, attualmente impegnato a tempo pieno per sviluppare l’associazione e pro-

muovere la Piemontese nel mondo, collabora con Slow Food e segue altri Presìdi che tutelano razze autoctone, responsabile della qualità della carne per tutti gli Eataly d’Italia.

EVOLUZIONE NECESSARIA Nel suo intervento Sergio Capaldo ha affermato che l’Agricoltura simbiotica è un miglioramento, è un’evoluzione ormai necessaria per rendere le pratiche agricole più sostenibili sotto il punto di vista economico e per

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salvaguardare l’ambiente e la salute dell’uomo.

L’Agricoltura Simbiotica ha come primo punto cardine l’utilizzo delle micorrize. Recenti studi hanno confermato che inoculando nel terreno dei composti microbici, le radici si sviluppano molto di più con conseguenti risultati anche per i frutti della terra e poi per l’uomo.

INNOVAZIONE COLTURALE Il nome simbiotico indica proprio questo profondo

legame di simbiosi che si trova in natura.

La scommessa è quella di fare in modo che venga sviluppata tra gli agricoltori della nostra pianura questo nuovo modo di coltivare la terra, con positive conseguenze sull’allevamento del bestiame che godrà di una alimentazione naturale, sulla coltivazione di frutta e ortaggi e di conseguenza sull’uomo che potrà cibarsi di prodotti genuini e naturali. E’ indubbio che una sana alimentazione migliora la salute,

Attualità fa vivere bene ed abbatte i costi sociali e potrà essere l’inizio di una nuova filiera che potrà garantire uno sviluppo economico ai giovani del nostro territorio.

TUTELA DELLA SALUTE E’ intervenuto successivamente Giusto Giovannetti, direttore scientifico del CCS Aosta, che ha spiegato che il brevetto consente di migliorare le condizioni di crescita e di sviluppo delle piante destinate all’alimentazione umana ed animale “per incrementare la quantità di sostanze antiossidanti, ridurre la quantità di sostanze cancerogene, micotossine e nitrati accumulati nelle piante ed aumentare la qualità degli alimenti in funzione della

tutela della salute del consumatore”.

Le piante, per assorbire dal terreno le sostanze nutritive necessarie per vivere, hanno bisogno

attinomiceti e funghi saprofiti, che coadiuvano la funzione di assorbimento delle sostanze nutritive e del l’acqua dal terreno; essi amplificano le capaci-

Se ne è parlato nel convegno del Lions al castello di Racconigi: la scommessa per coltivare la terra in modo sano dei microrganismi della rizosfera che cooperano con l’apparato radicale.

La radice delle piante stabilisce unioni simbiotiche con i funghi micorrizici e collaborazioni con batteri,

tà esplorative della radice di circa 600/800 volte, moltiplicando la normale estensione dell’apparato radicale, cambiando anche la fisiologia della pianta stessa.

MICORRIZE E BATTERI Il ricercatore ha inoltre fatto presente che “l’utilizzo delle micorrize e dei batteri della rizosfera costituisce uno strumento sorprendentemente vantaggioso per ridurre il passaggio degli inquinanti chimici nella catena alimentare, grazie al lavoro metabolico dei citocromi P450 e degli enzimi di coniugazione presenti nei funghi micorrizici e nei batteri della rizosfera”.

Considerata l’importanza e l’attualità del tema entrambi i direttivi dei Lions Club Scarnafigi Piana del Varaita e Racconigi sono intenzionati a riproporre nel prossimo anno lionistico l’argomento coinvolgendo anche il Distretto e le associazioni agricole.

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Agrimeccanica

Agrimeccanica, il futuro si costruisce insieme Attività, progetti innovativi, nuove collaborazioni e opportunità per le imprese al centro dell’ultima assemblea di Arproma, con focus sulla sicurezza

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Attività future, progetti innovativi, nuove collaborazioni e opportunità per le imprese. E, inoltre, un focus sulla sicurezza sul lavoro e sulle certificazioni di settore.

Questi i temi trattati nell’annuale Assemblea di Arproma – Associazione revisori e produttori macchine agricole -, svoltasi lo scorso 22 aprile presso la sala riunioni dell’Ufficio di Savigliano di Confartigianato Cuneo.

PIANO DI AZIONE «Guardiamo con positività a questi primi mesi dell’anno - prosegue Luca Crosetto, presidente di Arproma – e intendiamo rafforzare il nostro impegno nell’affiancare e nell’accompagnare le imprese verso le sfide del futuro, declinando la nostra azione

in diversi ambiti. Partendo da un’assistenza sul piano tecnico, grazie alla collaborazione con Confartigianato Cuneo e numerosi altri qualificati partner, siamo in grado di fornire l’accesso a servizi professionali e completi. Stiamo rafforzando i nostri rapporti con le principali fiere e manifestazioni del settore, tra le quali voglio citare tra tutte la da poco conclusa Fiera di Savigliano, che si è rivelata come sempre un’ottima vetrina per valorizzare la molteplicità delle produzioni delle nostre imprese. Intendiamo guardare sempre più all’innovazione, grazie alle sinergie con Agenform (Agenzia dei servizi formativi della Provincia di Cuneo) e Cemi (Centro europeo modellismo industriale) per quanto riguarda il miglioramento del

Agrimeccanica design funzionale delle nostre macchine, e con Fab Lab. Cuneo (www. fablabcuneo.it) per l’implementazione di nuove tecnologie».

SICUREZZA SUL LAVORO Durante l’assemblea, grazie alla presenza di Santo Alfonzo, direttore Spresal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Asl CN1 e dei referenti di Confartigianato Cuneo dell’Area sicurezza e certificazioni, è stato proposto alle numerose imprese presenti un approfondimento proprio sulle tematiche della sicurezza e sulle attestazioni di settore.

«La sicurezza sul lavoro – conclude Crosetto – è un valore e intendiamo sempre più trasmettere agli imprenditori quanto sia importante attuare e mettere in pratica tutti gli accorgimenti necessari per assicurare la salubrità del luogo di lavoro e, conseguentemente, migliorare la produttività aziendali. Infine vogliamo aumentare il ventaglio di opportunità per le imprese, offrendo servizi e con-

sulenze specifiche per l’ottenimento di certificazioni relative agli standard di organizzazione, gestione della sicurezza, ambiente e qualità».

MIGLIAIA DI ADDETTI In Piemonte il comparto della meccanizzazione agricola è costituito da circa 250 aziende che contano

oltre 2.500 addetti, con un ulteriore indotto di 5.000 unità. Ogni anno il settore fattura oltre 350 milioni di euro. Questa è una vera e propria eccellenza della Granda, che si colloca ai primi posti a livello nazionale per produzione e fatturato, consolidando la posizione dell’Italia quale secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti.

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Attualità

Il biologico vuole una legge giusta Approda in Parlamento il Testo Unico che intende tutelare e portare il mercato nazionale ai livelli di Francia e Germania Il 18 aprile il testo unico del biologico è approdato all’Aula di Montecitorio e a breve il Paese avrà un provvedimento organico per un settore in continua crescita.

COMPETITIVITà BIOLOGICA «In Italia – osserva il deputato Massimo Fiorio, primo

firmatario della proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico” -, ci sono oltre 60.000 aziende per una superficie coltivata di 1,5 milioni di ettari, pari al 12% delle colture nazionali totali. Ma nonostante

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questi dati rilevanti ed un trend incoraggiante il nostro Paese importa ancora notevoli quantità di prodotti biologici. Con questa legge, che ne riconosce il valore economico e sociale prevedendo incentivi per le organizzazioni interprofessionali e le intese di filiera, vogliamo portare il mercato

nazionale ai livelli di Germania e Francia».

FRODI E TRUFFE Il “bio” non è più una nicchia, è uscito definitamente dalle “mode” ed è diventato una vera abitudine di spesa. Contemporaneamente, sia in Italia, sia nel mondo sono cresciute le

Guardia di Finanza, dai Nas, dall’Ispettorato per la repressione delle Frodi, e quasi mai dagli Enti certificatori”.

frodi e le truffe riguardanti il biologico, compiute da organizzazioni, talvolta criminali, alla ricerca di facili guadagni.

Si tratta di vicende gravi che rischiano di minare la fiducia dei consumatori nei confronti del biologico.

SISTEMA DEI CONTROLLI Per arginare truffe e frodi, scrive in una nota Cia Piemonte, “é necessaria una legislazione più efficace e va rivisto in particolare il sistema dei controlli che non sempre ha dimostrato di funzionare. La maggior parte degli Enti certificatori è attrezzata ed agisce correttamente, ma non è un caso che quasi tutti gli scandali riguardanti il bio siano stati scoperti dalla

OCCHIO ALL’IMPORT C’è poi il problema dell’import di prodotti biologici dai Paesi Ue e da Paesi terzi.

Ci sono Paesi Ue nei quali i controlli sono decisamente carenti, ma le merci prodotte in questi Paesi possono circolare liberamente in Europa senza alcuna ulteriore verifica, perché i controlli effettuati in quei Paesi vanno presi per buoni. Ed è forte il sospetto che certi Paesi Ue si prestino anche a triangolazioni... esotiche.

REGIME DI EQUIVALENZA Per quanto riguarda i Paesi terzi, secondo Cia Piemonte va rivisto e ridefinito il regime di equivalenza, introdotto nella regolamentazione comunitaria, le certificazioni dei prodotti biologici importati dai Paesi in regime di equivalenza sono effettuate da organismi di controllo del posto che sfuggono al controllo dell’Ente europeo per l’accreditamento, a cui sono sottoposti invece quelli europei ed italiani.

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Seminativi

Il riso come il latte l’Italia chiede regole E’ pronto il decreto che chiede all’Unione europea di autorizzare per il riso l’etichettatura obbligatoria, sul modello dei prodotti lattiero-caseari, in modo che venga indicato il paese di origine e quello di trasformazione del riso.

Nel decreto c’è anche la richiesta all’UE della clausola di salvaguardia per il riso e del contingentamento all’importazione. Lo ha reso noto il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina al tavolo della filiera del riso, riunito al Ministero per trovare soluzioni alla crisi che travaglia il settore.

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BELLA NOTIZIA Soddisfatto l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, presente al tavolo romano: «E’ una gran bella notizia, l’etichettatura obbligatoria è lo strumento principale e necessario per valorizzare sul mercato il riso piemontese che, ricordiamo, con circa 8 milioni di quintali di produzione annua, rappresenta oltre il 50% della produzione nazionale», commenta Ferrero.

CHIARIRE PROVENIENZA «Ora il nostro riso è anonimo, sul mercato vale tanto quello prodotto

Seminativi

Il Governo mette in campo cinque azioni a salvaguardia della produzione nazionale: etichettatura obbligatoria, clausola di salvaguardia, lettere istituzionali al commissario Ue e ai Paesi produttori, polizza ricavi e campagne promozionali da altri paesi, anche asiatici, e venduto a un prezzo molto più basso.

Abbiamo necessità di far riconoscere al consumatore il nostro riso che per qualità, tecniche di coltivazione e prodotti utilizzati è una vera eccellenza.

L’etichettatura obbligatoria svolge questa funzione: svela la provenienza del riso, in modo che i consumatori

sappiano cosa c’è nella scatola di riso che comprano e possano scegliere autonomamente cosa comprare.

L’etichettatura è una richiesta che sosteniamo da tempo e trova anche il consenso unanime del Consiglio regionale che in un ordine del giorno l’ha richiesta espressamente».

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Seminativi

Le cinque azioni messe in campo dal Governo In particolare gli strumenti messi in campo dal Ministero sono i seguenti.

ETICHETTATURA Il provvedimento prevede che sull’etichetta del riso devono essere indicati il Paese di coltivazione del riso e quello di trasformazione.

Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA Alla luce dell’andamento dei prezzi del riso e dell’aumento delle importazioni a dazio zero dai Paesi PMA il Mipaaf è pronto ad integrare il dossier già aperto con la Commissione per rinnovare la richiesta di attivazione della

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clausola di salvaguardia prevista dal regolamento UE. Dal monitoraggio del comparto, infatti, si evidenziano almeno due nuovi elementi oggettivi, che determinano ulteriori effetti negativi, aggravando la situazione di difficoltà.

Nello specifico, si tratta del costante trend negativo registrato sulle principali piazze nazionale ed anche europee delle quotazioni del risone.

Inoltre, c’è un oggettivo incremento degli stock, sia a livello UE (546.000 ton. +24% dal 2014/15) sia a livello nazionale (260.111 ton. +45% dal 2015/16): variabili queste ultime che determinano un’azione sinergica negativa, deprimendo ulteriormente il mercato.

Questi dati verranno integrati in tempi rapidi al dossier per il rinnovo della richiesta di attivazione della clausola.

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20 febbraio 2017, dove tutti i rappresentanti dei Paesi hanno sostenuto l’iniziativa dell’Italia a difesa del settore e si sono impegnati, con uno sforzo comune, a rafforzare l’azione propositiva degli operatori della filiera dell’Unione.

LETTERE ISTITUZIONALI Per sostenere l’attivazione della clausola di salvaguardia e per contribuire alla riforma del regolamento, il ministro Maurizio Martina ha disposto l’invio di comunicazioni al Commissario Ue Phil Hogan e ai Paesi Produttori. In particolare, il ministro sottolinea la necessità di una revisione del regolamento, in modo da prevedere meccanismi più forti di tutela dei redditi dei produttori. Nelle more

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si chiede l’attivazione di contingenti quantitativi alle importazioni di riso a dazio zero dai PMA. Per costruire un asse politico forte a sostegno della richiesta dell’attivazione della clausola, ha inviato una richiesta formale di sostegno a tutti i Paesi produttori: Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Romania, Bulgaria.

Nella comunicazione si fa riferimento alle richieste del “Primo forum del riso europeo”, tenutosi a Milano il

POLIZZA RICAVI Attraverso questo strumento, un produttore agricolo di riso potrà sottoscrivere la polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dall’agevolazione del Ministero.

Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito.

PROMOZIONE Per sostenere e promuovere la filiera risicola il Mipaaf si impegna allo stanziamento di 2 milioni di euro per campagne di comunicazione dedicate da sviluppare in coordinamento con l’Ente risi.

Enologia

Le tre d

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Testo unico, Ocm e Registro Il vino al tavolo del ministro Si è tenuta mercoledì 26 aprile al Ministero delle Politiche agricole una riunione della filiera vitivinicola alla presenza del ministro Maurizio Martina.

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All’incontro hanno partecipato le principali rappresentanze ed organizzazioni del settore per un confronto su alcune priorità del comparto.

TRE IMPEGNI In particolare, sono stati tre gli assi di lavoro: attuazione del testo unico del vino, nuovo decreto Ocm promozione per la

Enologia campagna 2017/2018 e operatività del registro telematico del vino.

Sul primo punto si è stabilito un metodo di lavoro per la partecipazione di tutti i soggetti della filiera nella fase di adozione dei decreti attuativi, che prevede un confronto stringente da svolgersi già nelle prossime settimane sul pacchetto di provvedi-

al 30 giugno, che verrà adottata con decreto del ministro già nelle prossime ore.

RISPETTO DEI TEMPI «È stato un incontro positivo – ha dichiarato il ministro – per aiutare concretamente il settore vitivinicolo a consolidare la leadership italiana. Il nostro metodo di lavoro è di massima condi-

Le priorità di azione nella filiera vitivinicola al vaglio del Tavolo operativo promosso dal Ministero delle Politiche agricole menti pronti.

C’è stata una prima analisi delle esigenze di miglioramento del decreto relativo alla promozione, che sarà condiviso anch’esso con le rappresentanze del settore.

Sul fronte del registro telematico è stata confermata la proroga dello stop alle sanzioni fino

visione con la filiera dei provvedimenti che dovranno essere utili a semplificare la vita delle aziende e a rafforzare la promozione internazionale.

Allo stesso tempo il confronto operativo deve avere tempi certi, procedendo con le priorità individuate dal tavolo».

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Ismea a Vinitaly promuove l’Italia

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Nel rapporto sullo sviluppo e i cambiamenti nel mercato di settore, la produzione vinicola nazionale conferma il posizionamento strategico su produzione e esportazione

Nell’ambito della 51^ edizione di Vinitaly, Ismea ha presentato il rapporto “Outlook Vino 2020” sullo sviluppo e i cambiamenti nel mercato di settore.

LEADERSHIP PRODUZIONE Secondo i dati elaborati dall’Istituto, si prospetta

una crescita (+2,4%) della produzione mondiale e in questo contesto risulta evidente il posizionamento strategico dell’Italia, con la conferma della leadership come primo paese produttore al mondo e un aumento delle esportazioni del 10%.

ESPORTAZIONE Nello scenario globale il nostro Paese si contenderà ancora il primato di esportatore – in termini di volume – con la Spagna. La Francia, invece, si conferma leader per valore esportato e gli Stati Uniti saranno sempre di più il mercato di sbocco più remune-

rativo. In particolare, la sfida tra Francia e Italia nel posizionamento sui grandi mercati mondiali vede il nostro Paese primo in mercati chiave come Usa, Germania, Svizzera e Russia, mentre la Francia si colloca meglio nel Regno Unito, Canada e soprattutto Cina.

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L’angelo verde contro la batteriosi del kiwi Davanti a una qualificata platea di frutticoltori, tecnici e operatori della filiera frutticola piemontese ed emiliano-romagnola, il 20 aprile a Saluzzo è stata presentata la nuova pianta di actinidia Green

Angel - mutazione genetica spontanea e stabile del kiwi Haywar - resistente a Psa (la batteriosi del kiwi).

PROTOCOLLI E RICERCATORI Costitutore della nuova

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varietà è Dario Miretti, titolare degli omonimi Vivai saluzzesi, che ha illustrato le caratteristiche di Green Angel assieme a Matteo Monchiero, il ricercatore di Ant-Net che ha condotto due protocolli di

sperimentazione e a Amleto Venturi, responsabile marketing dell’azienda di famiglia a Cesena, leader nella micropropagazione e realizzazione di piantine in vitro. E’ intervenuto anche Giovanni Zanzi,

Ortofrutticoltura direttore dei Vivai Fratelli Zanzi di Ferrara, al top nel settore.

CARATTERISTICHE Green Angel rispetto ad Hayward si presenta con una tipologia di pianta completamente diversa: apparato radicale ridotto, tronco di minore diametro, rami corti con internodi ravvicinati, foglie più piccole. Il frutto è analogo ad Hayward, ma con contenuti di zuccheri e sostanza secca più elevati grazie alla migliore esposizione ai raggi solari e per l’apparato fogliare più contenuto.

TUTTI I VANTAGGI Date le caratteristiche Green Angel fa risparmiare sull’irrigazione e richiede minori potature e trattamenti, con evi-

Vivai Miretti ha presentato a Saluzzo la nuova varietà di actinidia Green Angel, mutazione genetica del kiwi Haywar e resistente alla Psa denti vantaggi dal punto di vista fitosanitario. La mutazione della nuova varietà è stata osservata e seguita con attenzione dopo l’esplosione della batteriosi (Psa) nell’areale Saluzzese, dal 2011 in poi. Pur essendo inserita in un contesto di frutteto attaccato dalla malattia, tale pianta ha dimostrato fin da subito una tolleranza alla patologia signi-

ficativamente maggiore rispetto ad Hayward, suscitando un crescente interesse.

ANNI DI SPERIMENTAZIONE In pieno clima di emergenza Psa, Miretti ha predisposto l’avvio della sperimentazione, dapprima generando nuove piantine dalla pianta madre in collaborazione

con il Laboratorio Venturi di Cesena, e quindi affidandole allo staff di Monchiero di Ant-net (start-up di Agrinnova), che nel campus di Grugliasco ha condotte due prove nel 2015 e due nel 2016. Il protocollo sperimentale ha confermato le caratteristiche di resistenza e tolleranza della varietà, inizialmente denominata CM2018.

Conclusa questa fase, il costitutore Miretti ha avviato la procedura per la registrazione del brevetto, battezzando il nuovo marchio Green Angel.

NUOVI IMPIANTI La moltiplicazione delle piante è in pieno corso e a partire dalla prossima primavera sarà possibile dar vita ai nuovi impianti di Green Angel.

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Attualità

Economia e turismo Il vino sale in cattedra Ciclo di lezioni all’Università di Cuneo per imparare a sfruttare le potenzialità turistiche dell’enogastronomia locale La Scuola universitaria di Management ed Economia di Cuneo, coordinata dal professor Giuseppe Tardivo, nell’ambito del corso di “Economia e gestione delle imprese turistiche”, ha ospitato tre lezioni di approfondimento sul tema “Il rilancio dell’economia in “Granda”: turismo ambientale ed enogastronomico”.

NUOVA CONCEZIONE Titolare del modulo di insegnamento è stata la giornalista Rosaria Ravasio: «Esistono ancora sottolinea Ravasio - delle leve economiche capaci di far crescere il nostro territorio. Tra quelle di primissimo piano c’è il turismo.

Ma un turismo di nuova concezione che passa attraverso il rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti enogastronomici.

Infatti, solo così, in futuro, saranno garantiti quei

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margini di guadagno alle aziende utili a creare una ricaduta positiva su tutto l’indotto e la popolazione dell’area considerata».

Dopo aver analizzato i capitoli “Storia ed evoluzione del turismo”, “Marketing e psicologia del turismo”, “Nuovo turismo: una simbiosi tra enogastronomia e sostenibilità”, l’ultima lezione, svoltasi venerdì 28 aprile, aveva come argomento il quanto mai attuale per il Piemonte e la provincia di Cuneo “Sfruttare le potenzialità del territorio e dei nostri vini”.

BAROLO DOCET Hanno portato il loro contributo di esperienza concreta il produttore vitivinicolo, presidente dell’Accademia del Barolo e fondatore dell’Asta internazionale del Barolo, Gianni Gagliardo di La Morra (“Barolo: l’esempio di come la cultura della qualità sia vincente se

Attualità diventa una filosofia di vita”) e l’amministratore delegato dell’azienda vinicola Toso di Cossano Belbo, Gianfranco Toso (“Quando la pianificazione integrata del marketing in un’azienda di famiglia diventa la leva del successo”).

La lezione si è conclusa con l’intervento del viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, che ha affrontato il tema “Enogastronomia e qualità: una calamita turistica, il volano della nostra economia”.

TRE INGREDIENTI «Ci sono tre ingredienti per continuare a crescere e avere le giuste soddisfazioni come imprenditori e come cittadini – ha detto Olivero -: in primo luogo si deve mantenere e svi-

luppare la qualità, tanto dei prodotti, quanto dei servizi connessi.

Poi si deve imparare a lavorare in rete, integrando le proprie proposte con quelle dei colleghi ed evitando inutili e dannose invidie: solo insieme si cresce, in una competizione virtuosa sulla qualità. Infine, bisogna mantenersi ben connessi al territorio, che è il vero motore dello sviluppo per il settore enogastronomico: prodotti locali, cura dell’ambiente e delle relazioni, costruzione di eventi che coinvolgano le comunità.

Il tutto pensando in grande, per presentarci a quei milioni di potenziali turisti che cercano qualità e bellezza italiana ma ancora non ci conoscono».

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Agricoltura conservativa Cinque Regioni in campo La Regione Lombardia è capofila del progetto HelpSoil “Tecniche sostenibili di agricoltura conservativa per migliorare i suoli e l’adattamento al cambiamento climatico”, promosso dalla Commissione europea. Gli altri part-

ner sono Regione Emilia -Romagna, Regione Piemonte, Regione Veneto, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF), Centro ricerche produzioni animali (CRPA), Veneto

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Agricoltura. Cofinanziatore è Kuhn-Italia srl.

DURATA Il progetto è di durata quadriennale e si concluderà il 30 giugno 2017.

Le attività di applicazione e monitoraggio

delle tecniche conservative a confronto con le tecniche convenzionali vengono svolte in 20 Aziende dimostrative ubicate nella pianura padano-veneta.

OBIETTIVI Gli obiettivi che il pro-

Formazione getto si propone sono: 1. Sviluppare modalità di coltivazione per la riduzione del fabbisogno idrico e di concimazione chimica nelle diverse condizioni ambientali della valle padana.

2. Attuare concrete modalità di riduzione delle emissioni che alterano il clima in agricoltura, in ottemperanza al PRIA (Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria) e con particolare riferimento alla direttiva nitrati.

3. Incrementare la biodiversità animale, vegetale e batterica del suolo con conseguente sviluppo della resilienza

Lombardia capofila del progetto HelpSoil per migliorare i suoli e l’adattamento al cambiamento climatico.

Linee guida applicate sul campo dei terreni agrari.

4. Ridurre i costi di produzione in agricoltura, salvaguardando gli standard ambientali previsti dall’Unione Europea.

Il contributo dell’agricoltura conservativa al miglioramento della qualità dell’aria e delle acque può essere importante qualora attuato in modo diffuso tramite la massa finanziaria della

PAC 2020 in un’area vasta ed omogenea quale la pianura padanoveneta.

LINEE GUIDA I partner di HelpSoil sono impegnati a promuovere il progetto, a favorire lo scambio di esperienze e conoscenze tra agricoltori e tecnici e a dimostrare “sul campo” la sostenibilità delle pratiche di agri-

coltura conservativa e delle tecniche innovative e di gestione dei terreni agricoli.

Al termine della sperimentazione attuata con il progetto LIFE HelpSoil saranno disponibili i protocolli e le linee guida immediatamente replicabili ed attuabili nei Programmi di Sviluppo Rurale delle cinque regioni partner.

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L’invitato speciale di Fabrizio Salce - giornalista - conduttore televisivo

Bollicine d’autore alla sfida di Caluso La nebbia si fa più intensa nel momento in cui mi lascio alle spalle Torino e mi accingo a raggiungere il Canavese. Devo andare a Caluso dove da giovane, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, lavorai per un periodo collaborando con una agenzia di produzioni video. Ricordi piacevoli. Procedo senza fretta con la mia auto, non è tardi e mi aspettano per cena. Sono stato invitato dagli amici delle Cantine Villa, fiore all’occhiello della pro-

duzione enologica della Franciacorta, in occasione della sesta tappa della dodicesima edizione della loro iniziativa denominata “Villa Franciacorta Sparkling Menù”.

SPARKLING MENù Da diversi anni infatti i responsabili dell’azienda di Monticelli Brusati organizzano momenti di alta cucina, con chef importanti sia emergenti che affermati, abbinando i piatti e i relativi sapori alle loro pregiate bolli-

cine. L’intento, che più volte nei miei programmi televisivi ho sposato con grande affetto, è quello fare comprendere sempre di più al pubblico che le bollicine sono apprezzabilissime a tutto pasto.

DONNE CHEF Questa edizione dello Sparkling Menù registra una piacevole novità, gli chef, anzi le chef, sono rigorosamente donne.

E così, dopo le serate in provincia di Bergamo, Bolzano, Padova, Como,

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L’invitato speciale Pesaro Urbino, di questa edizione con relative signore della cucina, tocca a Caluso nel Torinese.

A Caluso se cerchi una chef donna di grande livello e bravura devi andare al ristorante Gardenia, un delizioso locale ambientato in una casa dell’Ottocento dove la chef e patron è Mariangela Susigan. Di origini trevigiane, ma da tantissimo tempo a Caluso, Mariangela ha in iniziato la sua avventura in cucina con semplicità e umiltà. Grande appassionata e ricercatrice di erbe ama sperimentare, scoprire e riscoprire: nei suoi piatti trovi la sua terra e la sua passione.

Dalla semplicità alla stella Michelin che la rende oggi indiscutibilmente una chef particolarmente apprezzata e ammirata.

Ma a parte godermi le bollicine della Franciacorta e l’alta cucina cosa dovrò fare questa sera? Perché sono stato invitato?

SFIDA CORAGGIOSA Mi spiego meglio.

Ad ogni tappa dello Sparkling Menù tutti i piatti preparati vengono dunque abbinati ad una

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tipologia di bollicina, uno in particolare però deve essere votato da una giuria sia per il piatto vero e proprio, che per il corretto abbinamento con il vino. E’ ovvio che gli e le chef in questo modo si mettono decisamente in discussione, per come viene realizzato il piatto, ma anche per gli ingredienti che vengono scelti in base alle peculiarità del vino da abbinare.

Ciò che può apparire semplice e scontato, in effetti non lo è, pertanto bravi e brave a coloro che accettano la sfida.

SERATA PROMETTENTE Quando arrivo al ristorante trovo Roberta Bianchi e Paolo Pizziol dell’azienda bresciana, Mariangela e un caro collega che rivedo sempre molto volentieri, Alberto Palo Schieppati.

Sarà con me ed altri giornalisti in giuria.

Passano pochi minuti e arrivano anche loro: Maria Cristina Beretta, Elio Ghisalberti, Mauro Remondino, Jacopo Fontaneto. Tutto è pronto e con l’arrivo in tavola della “Amouse Bouche” prende vita la serata.

L’invitato speciale

risotto carnaroli gran

calamari alla

riserva, porri, patate,

piastra, carciofi

stoccafisso, caviale

salsa d’alici

piccione, pera

cruda di fassona

pastinaca, whisky

ostrica gillardeau

laphroaig

crescione wasabi

CANTINA E FORNELLI All’antipasto, carne cruda di fassona, ostrica Gillardeau, crescione e wasabi, viene abbinato il “Saten 2012”, seguono i calamari alla piastra con carciofi e salsa d’alici uniti ad “Emozione Brut 2012”.

“Extrablu 2010” è stato scelto per il risotto Carnaroli gran riserva preparato con porri, patate e stoccafisso, caviale d’aringa.

E’ arrivato il momento del piatto da giudicare e votare, Mariangela ha spiegato chiaramente prima di iniziare a cenare che la scelta degli ingredienti non è stata semplice, il vino o meglio, la bollicina da abbinare è “Cuvette 2008” e ha chiaramente

d’aringa

Grandi chef e alta cucina alla corte di Mariangela Susigan, la stella Michelin che fa della sperimentazione la sua abilità più ricercata le sue caratteristiche.

Ci viene servito il piccione con pera, pastinaca e whisky Laphroaig.

Gustiamo il tutto, ci confrontiamo, giudichiamo e votiamo. E’ tutto a grandi livelli.

Con il “Briolette Demicec Rosé” Mariangela propone la Rosa Damascena con fragole e cioccolato bianco.

Con la piccola pasticceria invece, in onore al territorio che abbiamo raggiunto, assaggiamo un Passito di Caluso prodotto in piccola quantità dal figliolo di Mariangela.

GRANDI RISULTATI Come ho votato non ve lo posso dire, ma vi posso garantire che è stata una serata gustosissima.

Grandi bollicine e con loro la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che le bollicine della Franciacorta sono meravigliose a tutto pasto senza dubbio, piatti favolosi ben realizzati e piacevolissimi al palato e una compagnia squisita che ha contribuito al successo della sesta tappa dello Sparkling Menù.

Bravi e brave tutti e tutte.

Abbiamo mangiato e bevuto in modo eccellente.

Ora dovrò rituffarmi nella nebbia, ma lo farò con gioia perché ancora una volta ho potuto constatare che quando si lavora bene si ottengono grandi risultati.

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Radici di Luciano Nicolino

Francesco a Fatima sulle orme dei pastori A cento anni dalle prime apparizioni, il 13 maggio il Papa canonizzerà i veggenti Francesco e Giacinta.

Una storia che documenta il potere e il mistero della fede Il 13 maggio 1917 in uno sperduto villaggio chiamato Fatima, nel centro del Portogallo, tre bambini di nome Lucia do Santos, e i suoi due cuginetti, Giacinta e Francesco Marto, mentre stavano di guardia ai loro greggi, in un luogo chiamato Cova da Iria, verso mezzogiorno vedono apparire una bianca signora, con la corona del rosario in mano, sopra una pianta di leccio.

APPARIZIONI La bella signora apparirà loro ancora altre cinque volte, al giorno 13 di ogni mese, chiedendo sempre sacrifici e preghiere ed in modo particolare, recitare ogni giorno il santo rosario, dimenticato da tante famiglie, per porre fine alla Prima Guerra Mondiale in pieno svolgimento e per la pace nel mondo.

un grande miracolo, che puntualmente si verificherà alla presenza di 100 mila persone: il miracolo del sole, che danzerà per parecchio tempo in cielo per poi di colpo scendere paurosamente verso terra e risalire nuovamente al suo posto. Impressionerà tutto il Portogallo e non solo, tanto che il mondo intero si interesserà a Nostra Signora del rosario, regina di Fatima, anche perché nel frattempo i tre pastorelli avevano ricevuto da lei tre segreti che riguardavano le sorti dell’intera umanità.

Papa Francesco e la madonna di Fatima

MIRACOLO DEL SOLE La Santa Vergine, con le sue parole, conforterà per tutti quei mesi i tre ragazzini, molto provati e da

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tanti sbeffeggiati e trattati come piccoli impostori, e darà loro manforte, promettendo per l’ultima apparizione del 13 ottobre

SORTE DEI VEGGENTI Lucia, Giacinta e Francesco, rimasero così affascinati dalla santa Vergine che chiesero di seguirla in cielo. La risposta fu che presto, Francesco e Giacinta, ci sarebbero andati, invece Lucia doveva rima-

Radici nere ancora un po’ sulla terra per far conoscere al mondo la devozione al Cuore Immacolato, e così fu: Francesco morirà il 4 aprile 1919, all’età di 12 anni, seguito pochi mesi dopo dalla sorella Giacinta di 10 anni, che si spegnerà il 20 febbraio 1920 a causa di una terribile epidemia influenzale chiamata spagnola, che farà più di 20 milioni di vittime in Europa.

Lucia diventerà suora nelle carmelitane scalze. Morirà il 13 febbraio 2005 all’età di 98 anni. Tredici anni dopo la fine delle apparizioni, nell’anno 1930, la Chiesa cattolica approverà le apparizioni di Fatima e ne autorizzerà il culto.

IL SANTUARIO Sul luogo delle apparizioni fu costruito un santuario visitato nel 1967 da Papa Paolo VI. Il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II viene colpito a morte in piazza San Pietro a Roma, ma miracolosamente si salva, e come ringraziamento il 13 maggio 1982 si reca a Fatima, dove, nella corona sul capo della statua della santa Vergine, incastrerà la pallottola estratta dal suo corpo. Tornerà a Fatima altre due volte, nel 1991 e nel 2000 per la

beatificazione di Francesco e Giacinta.

GUARIGIONE MIRACOLOSA Papa Benedetto XVI visiterà Fatima nel 2010. Papa Francesco vi si recherà il prossimo 13 maggio nel centenario delle apparizioni per canonizzare Francesco e Giacinta Marto, grazie ad un miracolo avvenuto per loro intercessione che riguarda un bambino brasiliano di 6 anni, che nella casa dei nonni giocava con la sorellina e accidentalmente cadde dalla finestra da un’altezza di sette metri riportando un gravissimo trauma cranio-encefalico, con perdita di materiale celebrale. Dato per spacciato dai medici che lo seguivano, si aspettava un imminente decesso, invece, dopo due giorni il bimbo si riprese, tant’è che il terzo giorno venne dimesso, camminando autonomamente, senza nessun danno neurologico o cognitivo. Il papà, disperato, nel soccorrere il proprio figlio, aveva invocato i pastorelli di Fatima.

Quindi, tra pochi giorni è facile prevedere che alla Cova da Iria ci sia tutto il Portogallo per festeggiare questi suoi due piccoli santi.

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Avvio anticipato iniziativa prevista nella domanda di sostegno n.20201062856 trasmessa in data 30/09/2016 ai sensi del PSR 2014-2020 della Regione Piemonte - Misura 1 - Operazione 1.2.1- Azione 1: Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo

Sempre più nocciole in Piemonte, tra opportunità e rischi Siamo nell’era del nocciolo, tra le colture più gettonate del momento in ogni angolo del pianeta. Particolarmente vocato alla corilicoltura, anche il Piemonte sta cogliendo l’occasione sfruttando la qualità della sua varietà tradizionale - la famosa Tonda gentile trilobata -, giudicata dagli esperti “la numero uno al mondo” «per la composizione lipidica simile all’olio di oliva, resistente all’irrancidimento». Secondo i dati, in regione oggi sono 21 mila gli ettari di coltivazioni a nocciolo, distribuiti su 9.800 aziende. Un trend in forte aumento (+300% dal 2000), con un ritmo che si avvicina a una media di mille ettari in più all’anno. Come gestire questa crescita? Agrion, la Fondazione di ricerca per l’agricoltura piemontese, ha definito alcune linee guida basate su osservazione e dati scientifici.

Innanzitutto, specificando che non tutte le zone e non tutti i terreni sono adatti al nocciolo. In quelli soggetti a ristagno idrico, per esempio, le piante sono maggiormente a rischio di patologie dell’apparato radicale. «Occorre dunque progettare i nuovi impianti seguendo le corrette tecniche per la realizzazione – spiegano da Agrion –, dalla scelta del materiale vivaistico alla preparazione del terreno, la valutazione delle distanze, la forma di allevamento delle piante e quella degli impollinatori». L’aumento dei consumi è un fenomeno consolidato, tuttavia non si può non notare l’impennata dei prezzi fra il 2014 e il 2015 che ha portato a un aumento repentino delle superfici soprattutto in Italia e in alcuni paesi emergenti come

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Georgia e Azerbaijan. «Ma oltre ad aumentare le superfici – si raccomandano gli esperti del mercato –, bisogna fare proiezioni su quanto accadrà almeno nei prossimi 45 anni, quando i nuovi impianti saranno in produzione». Esistono minacce per le coltivazioni? La più pericolosa è la cimice asiatica (Halyomorpha halis), che già lo scorso anno, in provincia di Cuneo, ha provocato gravi danni nel tratto Cuneo-Carrù-Fossano, fino a Guarene. I tecnici spiegano che per difendersi occorrono strategie ecosostenibili che si avvalgono di un monitoraggio puntuale, interventi mirati e tempestivi e, possibilmente, una normativa che preveda l’introduzione di insetti antagonisti, gli unici in grado di contrastare efficacemente (anche se solo nel medio periodo) l’insetto dannoso. Altra minaccia è rappresentata dallo scarabeide Popillia japonica, che si sta diffondendo nel Nord Ovest. Da mesi poi si discute di denominazione: con l’indicazione Nocciola Piemonte Igp il comparto produttivo piemontese ha fatto una scelta precisa di tutela del prodotto, per non essere confuso con la specie vegetale. Il Ministero ha lavorato per mantenere nel registro varietale il nome Tonda gentile delle Langhe come sinonimo di Tonda gentile o Tonda trilobata affinché per tutelare questa specie rispetto all’estero.

Scelta contestata dai Comuni, le associazioni di categoria e i produttori che, attraverso un ricorso il cui iter sta andando avanti proprio in queste settimane, hanno chiesto che venga eliminato il nome “Langhe” dal registro.

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