L'imprenditore Agricolo Giugno 2017

ANNO 6 NUMERO

66

L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI

giugno 2017

L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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Giugno

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Sommario L’editoriale

7

L’anima delle novità

L’aria che tira

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Cultura e natura Il senso delle cose

Fisco e tributi

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La prima volta dell’esenzione Irap

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Sull’esenzione Imu troppe incertezze

L’avvocato risponde

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Chi tarda a pagare poi non paga più

Diritto agrario

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Quando le distanze non c’entrano un tubo

Attualità

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L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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Dietrofront del Governo sui Consorzi agrari

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Bosco e non bosco Le risorse inattese

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Il semaforo?

Va bene solo in strada

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Minima lavorazione massimo risultato

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Triathlon del boscaiolo Agri-evento da record

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Questione migranti ci vuole un progetto

Zootecnia

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L’indagine sui suini turba il mercato

26

Da Inalpi e Piemonte latte nascono le Latterie Alpine

28

Manca il burro Prezzi alle stelle

44

Reflui zootecnici una risorsa critica

58

Fusicocco, il cancro che attacca il mandorlo

60

Guida alla coltivazione del nocciolo in Piemonte

63

Frutta e verdura in Italia sono sane

64

La patata bolognese compie duecento anni

77

Il ministro diventa “social” «Cercatemi su facebook»

70

Armadietto refrigerato per la frutta on line

78

L’Italia agricola guarda alla Cina

71

Ortofrutta, rinnovato il contratto dipendenti

82

Made in Italy 2018 l’Anno del cibo

49

Inserto nocciole

72

Mele, finale di stagione in casa Val Venosta

84

L’eco-edilizia pubblica aiuta le filiere locali

53

La frutta a guscio verso nuove filiere

76

I nuovi orizzonti del microgreens

Ortofrutticoltura

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Sommario 80

Il pomodoro lombardo premiato con Armani

Seminativi

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Bisogna far uscire il riso dall’anonimato

34

L’Europa non capisce la crisi del nostro riso

35

Fossano celebra la forza del grano

66 68

Vino senza solfiti una sfida possibile

Ufficio: 0172.711279 Agente: Luca Ternavasio - 340.3190808 Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo

90

e-mail: info@reclamesavigliano.it www.reclamesavigliano.it Progetto grafico: Marco Grussu

Quando in cascina passavano i frati

Osservatorio prezzi

86

Gustarsi Bergamo tra saperi e sapori

92

Prezzi e mercati all’ingrosso

Scadenze fiscali

93

Luglio: occhio alle scadenze

Mercatino

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Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 redazione@imprenditoreagricolo.com www.imprenditoreagricolo.com

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L’invitato speciale

Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno

Editore: Réclame S.r.l.

Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo

Enologia Come recuperare l’acqua delle cantine

L’IMPRENDITORE AGRICOLO

Gli affari dell’Imprenditore

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L’anima delle novità Non sempre una novità è qualcosa di nuovo. Per scoprirlo ci vuole tempo, oppure fortuna, se non si vuole, o non si può, stare ad aspettare di vedere come va a finire.

La lezione della rinascita che viene dalla primavera, novità per eccellenza, insegna che le stagioni si ripetono, ma non sono mai uguali. Come le fiere: in mezzo a tante offerte e promesse, alla fine non è sempre facile scoprire cosa c’è di nuovo. Se il limone caviale, in vendita a 150 euro al chilo, sarà il frutto del futuro, oppure se i pomodori colorati proteggeranno davvero dai radicali liberi.

Certamente qualche indizio di garanzia può venire dalle innovazioni che sono figlie del proprio tempo, come gli armadietti refrigerati per la consegna dei prodotti agroalimentari freschi acquistati on-line, oppure le apparecchiature in grado di monitorare a distanza gli insetti infestanti delle piante da coltivazione.

Perfino l’austero Ministero delle Politiche agricole ha aperto un profilo facebook per rispondere alle domande degli agricoltori, così che i giovani contadini avranno una scusa in più per rimanere attaccati al telefonino, lasciando che nei campi ci vadano nonni e papà.

Del resto la tecnologia è imprescindibile e indietro non si torna, se non nelle battute alle cene di leva. Per capire cosa ci sia stato di nuovo, basterebbe fermarsi un attimo e guardare indietro anche solo di cinque anni. Allo stesso modo, tra cinque anni si saprà quanto di nuovo c’è, oggi, nell’apertura al mercato cinese, nelle coltivazioni idroponiche e nell’agricoltura di precisione.

Novità o specchietti per le allodole?

Ogni stagione aggiunge e toglie qualcosa alla nostra vita. Il tempo in cui era abituale incontrare i frati questuanti in giro per le cascine appartiene a un passato che difficilmente farà ritorno, anche se non sarebbe male che il richiamo alla necessità di donare qualcosa “in suffragio delle anime” non andasse perduto. L’omaggio alle anime, in fondo, non è che un modo per rendere riconoscenza a quanti ci hanno preceduti, ricordando che non di solo pane vive l’uomo, senza nulla togliere al cibo, al quale, altra novità, le istituzioni hanno voluto dedicare il 2018.

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Cultura e natura il senso delle cose Ci sono due fatti, uno vicinissimo e uno lontanissimo, che mi piace mettere in connessione per suggerirli alla riflessione dei nostri lettori.

Il fatto vicinissimo è la gragnuola di email contumeliose che ha raggiunto il Comune di Saluzzo, colpevole di sostenere una grande festa tradizionale come la Rudunà dei margari e, nel mese di giugno, un evento dedicato alla carne di razza piemontese.

Gli autori delle email, ovviamente, lamentano l’inaccettabile violenza sugli animali in due forme: prima costretti a portare il campanaccio durante la sfilata in città e quindi durante la monticazione; poi macellati per il piacere goloso degli umani affezionati consumatori della migliore carne di manzo magra prodotta in Italia.

Non mi soffermo sulle pur legittime considerazioni riguardo al diritto di vivere secondo le proprie scelte alimentari, ma non di imporle agli altri. L’uomo, come gli altri primati, è una scimmia capace di digerire la carne naturalmente ed è per questo, da migliaia di anni, un produttore di carne mediante l’allevamento e un consumatore di carne a tutte le latitudini.

Il secondo fatto, lontanissimo, è la vera e propria esplosione di cause legali aperte negli Stati Uniti dai produttori di latte vaccino e derivati contro i produttori di liquidi di origine vegetale che vengono anch’essi etichettati come latte. Il riferimento è il latte di soia, di riso, di mandorla e di mille altre possibili fonti vegetali.

Si tratta del fenomeno del cosiddetto “meat sounding”: le preparazioni di origine vegetale si fanno strada, ma spesso utilizzando nomi tipicamente da carnivori.

Così abbiamo ormai disponibili il pollo vegano e l’hamburger di seitan.

Cosa collega questi due fatti? Semplicemente la convinzione mutevole di che cosa sia cultura e di che cosa sia natura. Per i vegan, infatti, l’allevamento di animali da parte dell’uomo, per le finalità dell’uomo, rappresenta un elemento culturale contro natura. Viceversa, per gli stessi consumatori vegani, chiamare con nomi di derivazione animale prodotti, che non lo sono in natura, rappresenta una scelta culturale pienamente accettabile. È così evidente che cultura e natura, nella mente degli umani, sono una opposizione assai meno reale di quanto potrebbe sembrare. Nulla di nuovo sotto il sole, nemmeno la pretesa arbitraria di stabilire quale nutrimento sia rispettoso dell’ordine delle cose e quale no. Solo che un tempo davamo un senso religioso alla cosa.

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Fisco e Tributi di Marianna cugnasco - commercialista - mar.cugnasco@studiocugnasco.it

La prima volta dell’esenzione Irap Si avvicina il momento di pagare le imposte (a saldo per l’anno precedente ed in acconto per l’anno corrente) ed il 2016 è il primo anno in cui gli operatori del settore vedono applicata l’esenzione Irap prevista dalla legge di Stabilità 2016.

REQUISITI ESENZIONE Per poter usufruire dell’esenzione

svolgimento di attività rientranti potenzialmente nel reddito agrario, ossia le attività dirette: - alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura; - all’allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno; - alla produzione di vegetali tramite l’utilizzo di strutture fisse o mobili,

- allo svolgimento delle attività connesse di cui al terzo comma dell’articolo 2135 del codice civile.

Per poter usufruire di questo “sconto fiscale” non rilevano tuttavia la natura giuridica o il regime applicato ai fini delle imposte dirette: qualunque soggetto che svolga una delle attività rientranti nell’articolo 32 del TUIR, anche nel caso in cui determini il reddito a costi e ricavi e non in base al reddito agrario, risulterà comunque escluso dal pagamento dell’Irap.

SOGGETTI INTERESSATI Per poter più agevolmente individuare i soggetti che possono usfruire dell’esenzione si può fare riferimento alla precedente disciplina Irap che prevedeva per alcuni produttori agricoli l’applicazione dell’aliquota ridotta dell’1,9% al posto dell’aliquota ordinaria del 3,9%. I soggetti che rispettano i requisiti per l’applicazione di tale aliquota agevolata sono coloro che oggi godono dell’esenzione.

in commento – che implica anche l’abolizione dell’obbligo di presentazione della relativa dichiarazione Irap – occorre rispettare il presupposto di

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anche provvisorie, se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione stessa insiste;

ESCLUSIONI Tuttavia occorre sottolineare che non tutte le attività agricole possono usufruire dell’esenzione Irap: versano l’imposta in maniera ordinaria – e sono di conseguenza tenuti alla presentazione della dichiarazione Irap

Per poter beneficiare dello “sconto fiscale” occorre rispettare il presupposto di “svolgimento di attività rientranti nel reddito agrario” 2017 – i contribuenti che svolgono un’attività che, pur avendo natura agricola, non rientra nel reddito agrario. Per cui sono soggetti Irap gli agriturismi e coloro che svolgono le attività di cui all’art. 56-bis del TUIR, tra cui gli allevamenti condotti su terreni insufficienti a produrre un quarto dei mangimi e le attività connesse di produzione di beni e prestazioni di servizi agricoli non ricompresi nella disciplina di cui all’art. 32 TUIR. PRODUZIONE IMPONIBILE Tutte le attività sopra richiamate non rientrano nel reddito agrario, ma il relativo reddito viene determinato con criteri forfettari.

I soggetti che esercitano tali attività possono quindi determinare il valore

della produzione imponibile Irap nella sezione IV del modello Irap: per gli agriturismi è sufficiente inserire i dati rilevanti derivandoli dalla contabilità separata, mentre per quanto riguarda gli allevamenti, ad esempio, l’imposta si calcola sui capi eccedenti il reddito agrario.

Ai fini pratici si consiglia di calcolare il valore della produzione totale, per poi riportare una variazione in diminuzione pari alla quota rientrante nel reddito agrario, indicando nella sezione solo gli importi soggetti ad Irap.

REGIME FORFETTARIO È opportuno segnalare che le persone fisiche e le società semplici che svolgono attività connesse non rientranti nel reddito agrario (come ad esempio la produzione di energia

elettrica eccedente la franchigia) – che determinano il reddito forfettariamente – possono compilare l’apposita sezione del modello Irap “per imprese in regime forfettario”.

COOPERATIVE AGRICOLE Infine per quanto riguarda le cooperative agricole si ricorda che l’art. 1, comma 70, della L. 208/2015 esclude dal novero dei soggetti passivi Irap anche le cooperative che operano nel settore selvicolturale e le cooperative agricole di trasformazione e vendita di prodotti agricoli conferiti prevalentemente dai soci, nonché quelle della piccola pesca.

Si ritiene che siano comunque soggetti passivi Irap tutte quelle cooperative che prestano servizi e vendono beni solamente ai soci.

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Fisco e Tributi di Alberto Tealdi - commercialista - a.tealdi@studiocugnasco.it

Sull’esenzione Imu troppe incertezze Non più tardi di un anno fa, era il 23 maggio 2016, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sdoganava ufficialmente l’esenzione Imu per i terreni posseduti da coadiuvanti agricoli condotti dall’impresa familiare a cui collaborano.

INTERPRETAZIONE A tale proposito si ricorda che la legge di Stabilità per il 2016 aveva previsto l’esenzione totale da Imu per i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti

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e IAP iscritti alle relative gestioni previdenziali.

Considerato che nel mondo dell’agricoltura il rapporto proprietario/conduttore non sempre è così “lineare”, si era resa necessaria una interpretazione in senso estensivo della norma in quanto venivano preclusi di tale esenzione, francamente in modo iniquo, tutti quei soggetti possessori di terreni agricoli, iscritti ad una delle gestioni previdenziali agricoli e conduttori quali coadiuvanti o collaboratori

dell’azienda agricola o soci di società agricola.

ESENZIONI La nota del MEF di cui sopra risolveva tale vuoto normativo in quanto veniva ammessa l’esenzione: - ai coadiuvanti o collaboratori di aziende agricole familiari, iscritti alla relativa previdenza agricola, possessori dei fondi e coltivati dall’azienda a cui collaborano; - ai soci di società agricole, iscritti alla relativa previdenza

agricola, possessori dei fondi condotti per il tramite della società.

BENEFICI NEGATI Tale apertura aveva scatenato delle proteste, soprattutto da parte dell’Anci (associazione nazionale dei Comuni italiani) ed in particolare dalla sezione dell’Emilia Romagna, in quanto ampliare l’esenzione comporta inesorabilmente un minor gettito per i comuni.

Sul punto, come un fulmine a ciel sereno, è intervenuta la Corte di Cassazione con ordinanza del 12 maggio scorso, negando i benefici dell’esenzione Imu per i soggetti dal MEF individuati.

La Suprema Corte ritiene non vi siano nel caso in esame né il requisito soggettivo (perché non necessariamente esiste coincidenza tra iscrizione previdenziale e qualifica di imprenditore agricolo) né quello oggettivo perché la conduzione avviene per mezzo di un soggetto, fisico o giuridico, diverso dal possessore.

Un’ordinanza della Corte di Cassazione contraddice il pronunciamento del Ministero delle Finanze sui terreni posseduti da coadiuvanti agricoli condotti dall’impresa familiare a cui collaborano

SITUAZIONE CONTROVERSA Tale pronuncia, in prossimità dell’acconto Imu per il 2017 in scadenza il 16 giugno, non può che generare dei dubbi negli operatori in quanto, da un lato, c’è la pronuncia ufficiale del Mef e dall’altra una ordinanza della Corte di Cassazione che dice il contrario e non può certo essere sottovalutata. Si auspica che una posizione definitiva venga assunta, se non entro il termine per il versamento dell’acconto per quello del saldo di dicembre.

COSA FARE Al momento attuale la soluzione più plausibile (per evitare poi eventuali richieste di rimborso) è quella di versare in acconto sulla base delle indicazioni del Mef e quindi sulla base dei calcoli effettuati per il versamento del saldo di dicembre 2016 (così come consentito dalla norma) per poi eventualmente conguagliare la differenza nel saldo di dicembre 2017 sperando in prese di posizione definitive.

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Chi tarda a pagare poi non paga più Per prescrizione del credito si intende l’estinzione del diritto a causa del suo mancato esercizio per un tempo prolungato, determinato dalla legge.

DIECI ANNI I tempi di prescrizione vengono definiti a seconda della tipologia

del credito ed in generale, salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, il credito si prescrive in dieci anni.

La prescrizione, in particolare, comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere; pertanto, se a partire da quel giorno il titolare del diritto si è astenuto per dieci anni dall’eser-

citarlo, il diritto stesso si estingue.

INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE Il decorso della prescrizione del credito può essere interrotto se: - il titolare del diritto compie un atto formale di esercizio dello stesso, manifestando in maniera esplicita la propria intenzione di interrompere il decorso della prescrizione (attraverso la costituzione in mora del debitore o attraverso l’instaurazione di un giudizio); - il debitore riconosce l’esistenza del diritto.

Conseguenza dell’atto interruttivo della prescrizione è che questa ricomincia da principio a decorrere: così, se il creditore chiede il pagamento dopo nove anni, il suo credito si prescriverà non dopo un anno, ma dopo altri dieci anni.

NESSUNA SCADENZA È bene sapere che vi sono sia

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Come impedire la prescrizione del credito rivendicando i propri diritti nei tempi e nei modi previsti dalla legge, a tutela di creditori e debitori diritto imprescrittibili e che, quindi, non hanno una “data di scadenza” (sono ad esempio i diritti della personalità ovvero il diritto di proprietà, che può essere sempre rivendicato, fatto salvo il caso in cui altro soggetto acquisisca la proprietà per usucapione) nonché diritti che si prescrivono in un termine molto più breve.

ESEMPI Ne riporto alcuni esempi: il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito si prescrive in cinque anni, mentre si prescrive in soli due anni il danno prodotto dalla circolazione di veicoli; il diritto dei professionisti, per il compenso dell’opera prestata e per il rimborso delle spese

correlative si prescrive in tre anni; il diritto degli albergatori e degli osti per l’alloggio e il vitto che somministrano si prescrive in sei mesi.

DEBITI ERARIALI Per quanto riguarda la prescrizione dei debiti erariali e contributivi, è bene sapere che i debiti Inps ed Inail si prescrivono, in via generale, in cinque anni, mentre non esistendo una norma specifica che stabilisca il termine di prescrizione delle imposte erariali (Iva, Irpef) alle stesse si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni.

BOLLO AUTO E RAI

e più precisamente con il decorso del terzo anno successivo a quello in cui doveva essere effettuato il pagamento, mentre il canone Rai ed il diritto annuale di iscrizione alla Camera di Commercio in dieci anni.

CREDITORI E DEBITORI È importante, in conclusione, sia che si rivesta la qualifica di creditori ovvero di debitori, fare molta attenzione al passare degli anni, al fine di evitare di perdere la possibilità di pretendere il pagamento di un proprio credito oppure al fine di evitare di subire esecuzioni illegittime sul proprio patrimonio per crediti ormai prescritti.

Il bollo auto si prescrive in tre anni

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Diritto agrario di Davide Galfrè - geometra - galfre.davide@gmail.com

Quando le distanze non c’entrano un tubo La realizzazione di manufatti nei pressi di un confine di proprietà può essere uno dei motivi per cui insorgono cause, liti o semplici dissa-

abitazioni o tettoie, in tale ambito dovrebbe esistere una maggiore sensibilità ed informazione, ma di manufatti più modesti quali fossi,

te hanno impatto visivo estremamente sgradevole, ma che per la loro natura tecnica possono causare situazioni sgradevoli come,

Norme e riferimenti per regolare il rapporto di vicinato nel caso della costruzione di pozzi, fossi, cisterne e canali pori. Non è inusuale, infatti, sentire nei discorsi di molte persone una lamentela per la realizzazione anche solo di piccole opere nei pressi di confini; non si sta parlando di grossi fabbricati, case,

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cisterne, latrine, concimaie interrate o pozzi tanto per fare degli esempi.

SITUAZIONI SGRADEVOLI In sostanza si tratta di opere che non necessariamen-

ad esempio, l’instabilità del terreno in seguito allo scavo di un pozzo, la presenza di odori sgradevoli a causa di una concimaia o l’impossibilità di lavorare in profondità un appezzamento di terreno

a causa della presenza di una cisterna non troppo profonda.

CODICE CIVILE Proprio per ovviare e delineare una necessaria disciplina nell’ambito dei rapporti di vicinato è stata prevista nel Codice Civile una distanza minima per la realizzazione/posa/scavo di pozzi, cisterne, fosse e tubi: si tratta della distanza di almeno due metri dal confine, quand’anche su quest’ultimo insistano muri o cancellate divisorie.

Tale prescrizione deriva dall’articolo 889 del Codice Civile, mentre per la realizzazione/scavo di fossi e canali occorre tenere conto di una distanza minima dal confine pari alla loro profondità, come dettato dall’articolo 891 del medesimo Codice.

REGOLAMENTI LOCALI Il Codice Civile specifica in entrambi gli articoli sopra citati che “sono fatti salvi eventuali regolamenti locali”: ciò significa che se eventualmente un Regolamento Comunale può prevedere discipline differenti che, di norma, aumentano ulteriormente le distanze minime da rispettare.

TUBI E INFILTRAZIONI Inoltre, un’importante prescrizione del Codice Civile, contenuta sempre nei predetti articoli, è che per i tubi d’acqua (pura o lurida), per i tubi di gas (qualunque gas) e sostanze simili, nonché loro diramazioni si deve osservare la distanza di almeno un metro dal confine; fanno riferimento a tale disciplina anche le gronde che altro non sono che tubazioni per il circolo dell’acqua.

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Quest’ultima prescrizione si fonda sul fatto che eventuali infiltrazioni, perdite o trasudamenti delle tubazioni rappresentano un danno assoluto che non ammette prova contraria.

BRUCIATORI E CALDAIE Leggermente differente è il caso

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dell’alloggiamento di bruciatori o caldaie per l’impianto di riscaldamento domestico e le relative tubazioni; essi, infatti, non sono soggetti ad alcuna distanza in quanto non soggetti (vista la loro produzione e posa certificata) alla assoluta pericolosità che riguarda le tubazioni di cui al paragrafo precedente.

ECCEZIONI In conclusione, è quanto mai fondamentale ricordare che, trattandosi di opere di natura tecnica e non dei semplici vezzi abbinati ad un fabbricato, le tubazioni possono anche avere distanze inferiori dal confine per casi in cui la distanza minima prescritta non risulti totalmente irra

gionevole: è il caso, ad esempio, di condomini o villette a schiera dove far passare le gronde ad un metro di distanza dal fabbricato risulterebbe una sciocchezza ed anche un’orribile vista estetica.

BUON SENSO Dunque nell’ambito dei rapporti di vicinato, come già richiamato in svariati articoli precedenti in materia di distanze delle piantagioni o di riconfinamenti, è quanto mai opportuno ricercare, prima dei parametri del Codice Civile, quelli del buon senso.

Si ricorda che anche in tale materia vigono le consuete regole del diritto per cui risulta necessario non lasciare trascorrere tempo da quando ci si accorge di aver subito un danno, ma contattare subito un professionista di fiducia e che, viceversa a seconda dei casi, il danno può prescriversi o possono instaurarsi servitù.

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Attualità

Dietrofront del Governo sui Consorzi agrari Ritirato l’emendamento alla manovrina correttiva che stanziava 40 milioni di euro per la ristrutturazione dei debiti Il Governo ha ritirato l’emendamento alla manovrina correttiva che stanziava 40 milioni per la ristrutturazione dei debiti dei consorzi agrari.

SISTEMA MARCIO La Confederazione italiana agricoltori delle aree terremotate aveva parlato di “schiaffo”: «Grave che il Governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni a foraggiare un sistema marcio», aveva attaccato la Cia. Così, dopo un tentativo di difesa d’ufficio arrivato dal viceministro all’Economia Enrico Morando, l’esecutivo ha fatto dietrofront.

sorzi, navigherebbe in cattive acque.

Da un’analisi preliminare condotta dalla Cia sui bilanci di 21 consorzi agrari e 1.432 imprese private attive (cooperative e società di capitali), operanti nella distribuzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nella gestione di prodotti agricoli nel quinquennio 2011-2015, é emerso che la perdita d’esercizio cumulata dal sistema dei consorzi agrari è stata pari ad 89 milioni di euro.

Mentre nel 2015 i consorzi agrari perdevano 16,6 milioni di euro, le imprese private, che remuneravano i prodotti agricoli allo stesso livello di prezzo, guadagnavano 139 milioni di euro.

DIETROFRONT «Speriamo che questo sia l’ultimo tentativo di riesumare il cadavere della Federconsorzi – scrive in una nota Cia Piemonte -, che é stato uno dei più giganteschi crac nella storia italiana. L’unica cosa da fare sarebbe mettere una pietra tombale su una vicenda che si trascina ormai da 26

MODELLO INADEGUATO «Dopo che da anni critichiamo le scelte dei Consorzi agrari in Piemonte – osserva la Cia -, crediamo sia giunto il momento di dire basta ai bilanci in perdita, ai fatturati che ogni anno diminuiscono e ad un modello di gestione non più adeguato all’agricoltura che stiamo vivendo».

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anni, tra battaglie legali, ricorsi, appelli e Cassazione e ha visto opposti liquidatori, ministero e altri soggetti».

CATTIVE ACQUE Anche il sistema dei consorzi agrari, sopravvissuto al crac della Federcon-

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Zootecnia

L’indagine sui suini turba il mercato I capi sospettati di essere tipi genetici non conformi al disciplinare vanno ad aumentare l’offerta del cosiddetto “smarchiato”, alimentando facili speculazioni Le quotazioni del suino pesante italiano proseguono su livelli record.

Nel mese di maggio il prezzo medio è risultato pari a euro 1,651/kg, appena lo 0,6% in meno rispetto al mese di aprile.

Rispetto al maggio 2016 il prezzo è incrementato del 30,93%.

Nei primi cinque mesi del 2017 la quotazione media dei suini da ma-

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cello evidenzia un valore pari a euro 1,607/kg, contro un prezzo medio di euro 1,259/kg del medesimo periodo 2016, registrando un aumento del 27,64%.

CARO SUINETTO Il forte aumento dei suini da macello ha trascinato in su anche il prezzo del lattonzolo. Nelle prime venti setti-

mane del 2017 il lattonzolo di 25-30 kg ha evidenziato una quotazione media pari a euro 3,407/kg, contro la quotazione di euro 2,704 del medesimo periodo del 2016, registrando un aumento del 26%. Oggi un lattonzolo di questa categoria costa circa 100 euro più Iva. Tenendo conto che il costo di produzione odierno è di circa 2,5 euro/kg è facile calcolare il margi-

Zootecnia ne netto per ogni suinetto prodotto dalla scrofaia, circa 25 euro per lattonzolo.

ANDAMENTO MACELLAZIONI L’afflusso di suini pesanti e certificati conformi alla produzione di salumi Dop è in significativo calo. Nelle prime venti settimane dell’anno 2017 sono stati macellati 2.802.416 suini certificati, contro i 2.865.053 del medesimo periodo 2016, -2,18% (elaborazione BMTI su dati Mipaaf).

Dividendo però questo periodo di attività (prime 20 settimane 2017) in due parti, le tendenze cambiano parecchio. La prima parte riguarda il periodo pre ufficializzazione delle indagini delle Procure di Torino e Pordenone sulla questione tipo genetico (prime otto settimane) e la seconda parte le dodici settimane dopo l’ufficializzazione delle predette indagini.

Nelle prime otto settimane sono stati macellati 1.132.845 suini, contro i 1.132.813 del medesimo periodo 2016, praticamente

un invariato. Nel secondo periodo, a partire da fine febbraio ad oggi (dodici settimane), sono stati macellati1.669.571 suini, contro i 1.732.240 del 2016, - 3,61%.

CERTIFICAZIONI INTERDETTE La motivazione sta nel fatto che a partire da fine febbraio un certo numero di codici di allevamento (scrofaie) sono interdetti ai fini della certificazione. L’offerta di suini certificati è pertanto diminuita sensibilmente con evidenti vantaggi sul piano del prezzo.

I suini tatuati con codice aziendale sotto indagine (cioè sospetti di essere tipi genetici non conformi al disciplinare) vanno ad aumentare l’offerta del cosiddetto “smarchiato” che ha subito una riduzione di prezzo. La situazione di mercato, turbata dalla indagine in corso, si presta alle facili speculazioni e il suino pesante non certificabile al fine della produzione di salumi Dop viene penalizzato anche di 20-25 centesimi di euro/kg.

L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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Zootecnia MERCATO DELLE CARNI I principali tagli di carne suina registrano un andamento contrastato. Nei primi cinque mesi del 2017 i prezzi dei principali tagli sono incrementati tutti ad eccetto del lombo.

La coscia fresca destinata alla produzione dei prosciutti Dop (13-15 kg) ha registrato un valore medio pari a euro 5,177/kg.

Nelle ultime settimane si è assestata ad un prezzo di euro 5,200/kg. Rispetto al medesimo periodo 2016 il prezzo medio è incrementato del 18,09%, passando da euro 4,384/kg a euro 5,177/kg.

La coscia fresca destinata alla produzione di prosciutti non Dop (>12 kg) ha registrato un prezzo medio di euro 4,154/kg,

contro il prezzo di euro 3,441 del medesimo periodo 2016, evidenziando un incremento del 20,71%.

Molto pesante l’andamento del prezzo del lombo (l’analisi riguarda il lombo taglio Modena, senza fondello). Nei primi cinque mesi il lombo ha registrato un prezzo medio pari a euro 3,009/kg, registrando una diminuzione del prezzo rispetto al medesimo periodo 2016 del 25,80%.

Occorre precisare che le quotazioni delle diverse Borse Merci concernenti il lombo sono sempre state fissate a un livello superiore del mercato reale, o meglio, il prezzo fissato dalle Borse Merci riguardava determinate forniture, dopo di che il macello non potendo trattenere presso se stesso i lombi per più di uno e due giorni li poneva

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in vendita a prezzi inferiori, anche oltre un euro kg in meno del prezzo fissato.

CONSUMI Gli ultimi dati sui consumi domestici (rilevazione Nielsen Consumer Panel)

inerenti le prime sedici settimane del 2017 confermano riduzioni di consumo preoccupanti: carni suine fresche: -5,4% in volume e -4,9% in valore; salumi -0,3% in volume e +0,2% in valore. Peggio il dato dei

Zootecnia ripercussioni negative – già in atto per chi è finito sotto indagine – abbiano poi degli effetti negativi per tutto il circuito Parma –S.Daniele.

L’auspicio è che l’indagine si concluda al più presto in quanto questa situazione di incertezza, che in alcuni casi genera delle speculazioni di mercato, sta creando una serie innumerevole di “conti in sospeso”: lo stagionatore con il macello, il macello con l’ingrassatore e l’ingrassatore con il produttore di suinetti.

consumi del prosciutto di Parma, -22,3% in volume e – 17,5% in valore. Non c’è da stare allegri.

ATENE E SPARTA Alla situazione di mercato del settore suino si addi-

ce bene il proverbio: «Se Atene piange, Sparta non ride (o meglio non rida)!».

Infatti, quali siano gli effetti dell’indagine delle Procure della Repubblica nel merito del tipo genetico non lo sa nessuno. Il rischio è che le

CHIARIMENTO URGENTE Quando la situazione si chiarirà occorrerà mettere mano alla situazione dei sospesi, degli acconti, del pagato e non dovuto e sistemare le partite, ecco perché l’auspicio è che la situazione si chiarisca al più presto. I consumi continua-

no a registrare una contrazione, che va avanti da qualche anno.

E’ un dato negativo che dalla filiera non può essere ignorato.

PROMOZIONE CARNE Servono forti azioni di comunicazione verso i consumatori per promuovere il consumo delle carni suine e dei salumi.

Devono essere sfatati alcuni falsi luoghi comuni, ad esempio il fatto che le carni suine sono grasse e sono da evitare nell’alimentazione.

Questo concetto non è più vero e le ultime tabelle nutrizionali pubblicate da Inran dimostrano i notevoli passi avanti in termini di qualità nutrizionali delle carni suine e dei salumi… ma bisogna comunicarlo ai consumatori.

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Da Inalpi e Piemonte latte nascono le Latterie Alpine Dal matrimonio tra l’industria casearia Inalpi e la cooperativa di allevatori Piemonte Latte nascono le Latterie Alpine, una nuova filiera produttiva tutta piemontese, in grado di sfidare le multinazionali: due milioni di euro di investimento per rilanciare l’ex stabilimento

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Valle Josina di Peveragno, undici dipendenti, seicento quintali di latte al giorno da trasformare in cagliate per formaggio a fette e formaggini, con la prospettiva non lontana di ampliare la produzione anche alle storiche Dop piemontesi. L’iniziativa è stata presentata

lunedì 29 maggio nella sede di Confcooperative a Torino, alla presenza, tra gli altri, degli assessori regionali all’Agricoltura Giorgio Ferrero e all’Ambiente Alberto Valmaggia, insieme ai presidenti di Inalpi Ambrogio Invernizzi e di Piemonte Latte Roberto Morello.

Una nuova filiera produttiva tutta piemontese nell’ex stabilimento Valle Josina di Peveragno: undici dipendenti, seicento quintali di latte al giorno da trasformare in cagliate QUALITà E TRACCIABILITà L’assessore Valmaggia ha lodato la collaborazione fra imprenditoria e mondo della cooperazione, una realtà molto diffusa in montagna, invitando a puntare sulla qualità e sulla tracciabilità del latte e a ricavare, accanto alla gestione

industriale della filiera, una nicchia per i prodotti che vengono dalle terre alte.

SCOMMESSA SUL PIEMONTE Per l’assessore Ferrero, “nel progetto Latterie alpine ci sono grandi elementi di innovazione: la

scommessa sul marchio Piemonte, l’orgoglio degli operatori del settore lattiero-caseario nel puntare sulla qualità e sul benessere animale e l’obiettivo di arrivare alla segmentazione del mercato, come avvenuto con i vini regionali”.

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Zootecnia di Giovanni Battista testa

Manca il burro Prezzi alle stelle La domanda supera l’offerta, preoccupazione nel settore dolciario. Ma il prezzo del latte alla stalla non si muove Il fatto più eclatante di questo periodo è la mancanza di burro sul mercato. Il trasformato lattiero caseario, che insieme alla polvere di latte è stato negli anni passati un grosso problema a livello UE e a livello mondiale per le eccedenze e i massicci stock, oggi fa notizia per l’insufficiente offerta.

Pazzesco! La crisi legata alla carenza di burro, di crema e di burro anidro sul mercato, esplosa nelle ultime settimane, ha raggiunto livelli senza precedenti.

Il trend dei prezzi è tuttora in aumento, proprio in virtù della mancanza di prodotto

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e dell’aumento della domanda.

La vicenda, che preoccupa in modo particolare il settore dolciario, è causata da diverse ragioni.

DIVERSE RAGIONI Secondo Clal, sono diversi i fattori che concorrono a delineare questa situazione: Sud Est asiatico, Medio Oriente e le altre principali aree importatrici di questi prodotti, hanno aumentato la loro domanda, che però non può essere soddisfatta a causa della minor disponibilità di latte.

Una situazione che secondo altre fonti dipende anche dal minor utilizzo dell’olio di palma da parte di un numero crescente di imprese, che a livello internazionale ha spinto verso una carestia di burro, con un’impennata dei consumi che ha messo a rischio le forniture alle industrie dolciarie, le principali utilizzatrici.

A livello internazionale si assiste a un aumento dei consumi di burro, che nel primo trimestre dell’anno sono cresciuti del +7% negli Stati Uniti, del +5% in Argentina e del +4% in Asia e Australia.

PRODUZIONE EUROPEA Nel primo trimestre di quest’anno i 28 Paesi membri dell’Unione Europea hanno ridotto la produzione di burro, complessivamente, del 5,5%, nel confronto con lo stesso periodo del 2016.

Secondo le elaborazioni di Clal, in Italia il calo è stato pari a -0,84%, in Francia si è raggiunto il record di -8,69% e in Germania la diminuzione si è fissata al -4,02%. Segno

decisamente meno anche per Olanda -21,13% e Regno Unito -9,98%.

Confrontando i dati con quelli degli Stati Uniti, terzo produttore mondiale, si evidenzia una sostanziale stabilità delle produzioni a stelle e strisce, rispetto allo scorso anno. Il primo produttore globale, l’India, registra invece una crescita del 7,2%.

PREZZI DEI TRASFORMATI Il bollettino del burro di Kempten (mercato di riferimento a livello UE) vola e raggiunge il prezzo minimo di

5,20 euro/kg, e il massimo di 5,50 euro/Kg. Il prezzo in Olanda aumenta di 0,35 euro/kg e raggiunge la quotazione di 5,07 euro/Kg. In Francia l’aumento è di 0,21 euro, e il prezzo di mercato sale a 4,85 euro/ Kg. Il prezzo medio di questi tre Paesi è di 5,09 euro/Kg. I consumi domestici di burro nel primo quadrimestre registrano un calo del 4,7%, rispetto al gennaio/aprile 2016. Le importazioni cinesi di burro nel mese di aprile sono aumentate del 31,2% rispetto all’aprile dell’anno scorso, ma nel

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complesso, confrontando il periodo gennaio/ aprile 2017 con lo stesso quadrimestre 2016, il calo è dello 7,9% .

Sul mercato tedesco la crema è salita a 2,75 euro/ Kg, il latte crudo a 0,44 euro/lt e il latte scremato a 0,20 euro/lt, prezzi indicativi reso nord-Italia.

In Italia la crema è trattata a 2,65 euro/Kg partenza e il latte crudo a 0,40 euro partenza. I bollettini del latte in polvere sono in rialzo in tutta Europa.

Ciononostante le consegne all’intervento pubblico proseguono massicce. Le importazioni cinesi sono aumentate del 34,1% rispetto all’aprile 2016, mentre a gennaio/aprile 2017, rispetto allo stesso periodo 2016, vi è stato un aumento del 7,6% per l’Smp. Le quotazioni medie europee dei bollettini dei formaggi sono rimaste stabili per il cheddar a 3,32 euro/ Kg, il gouda a 3,10 euro/ Kg e l’emmentaler, a 4,06 euro/Kg; leggero aumento per l’edamer, a 3,10 euro/ Kg. In Italia, in aumento le quotazioni del parmigiano

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reggiano a Modena e del grana padano a Mantova e a Brescia.

LATTE ALLA STALLA La linea tendenziale della produzione di latte in Europa volge ancora verso il basso, ma ancora per poco. Le consegne alle latterie nel periodo aprile 2016-marzo 2017 (ultimo aggiornamento Clal) registrano una quantità pari a 152 milioni di tonnellate con una diminuzione di 21.000 tonnellate rispetto al periodo marzo 2016-febbraio 2016, vale a dire -0,013%. Nel trimestre gennaio-marzo 2017 la raccolta di latte in Europa continua ad essere inferiore rispetto allo stesso periodo 2016 -2,5%.

Anche l’Australia, l’Argentina e la Nuova Zelanda hanno evidenziato una diminuzione delle produzioni di latte, rispetto all’anno precedente, già a partire da giugno 2016, principalmente per effetto del ridotto prezzo del latte alla stalla. Inoltre, la stagionalità sta avendo il suo peso: ci avviciniamo ad un periodo in cui l’emisfero

del Nord inizia la discesa dal picco stagionale, mentre l’emisfero Sud riprende gradualmente le consegne.

LATTE SPOT Il prezzo medio, registrato nel mese di maggio, del latte spot intero nazionale è risultato pari a euro 37,89/100 lt., + 8,35% rispetto all’aprile 2017 e + 48,47% rispetto al maggio 2016. Grossomodo analogo l’andamento delle quotazioni degli altri latti di importazione. Da segnalare che il 29 maggio scorso il latte spot quotato alla Borsa di Lodi, piazza di riferimento per il Nord Italia, ha superato 41 centesimi al litro, contro i 35 centesimi di appena un mese prima.

MERCATO EFFERVESCENTE Siamo in presenza di una situazione di mercato effervescente e ci possiamo aspettare un andamento positivo per tutta l’estate.

Si tenga conto che andiamo verso un calo della produzione di latte, per un fatto stagionale, almeno per tutti i paesi del Nord

Europa. Il problema è che questa situazione positiva non si riflette con tempestività sul prezzo del latte alla stalla, se non per alcune situazioni con prezzi indicizzati.

Il contratto Italatte con i produttori lombardi non è, per il momento, tra questi.

INDICIZZAZIONE L’indicizzazione concordata non porta particolari vantaggi per i produttori.

Infatti il prezzo medio alla stalla UE è incrementato poco + 3,18% rispetto al prezzo di riferimento e il prezzo del grana padano di nove mesi sulla piazza di Milano è addirittura arretrato rispetto al prezzo di riferimento di euro 6,82/ kg. Conseguentemente il prezzo Italatte odierno è al di sotto dei 38 centesimi litro.

In Piemonte non c’è contratto, quindi ogni acquirente si comporta come meglio crede.

Segni di ripresa ci sono invece negli altri Paesi europei, dove i prezzi del latte alla stalla muovono verso l’alto, ad eccetto della Francia.

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Bisogna far uscire il riso dall’anonimato

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Intervenendo nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte, l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, ha ribadito le sue considerazioni sulla difesa del riso piemontese, sostenendo che “se l’etichettatura é fondamentale per qualsiasi settore agroalimentare, per il riso lo é ancora di più per la crisi che vive e per l’immobilismo che lo attraversa da molti anni.

Quello del riso é un settore anonimo, l’industria lo compra dove vuole, le importazioni sono aumentate, e il consumatore acquista un marchio italiano credendo di comprare riso italiano, mentre non è cosi con sicurezza”.

La strategia della Regione Piemonte contro la crisi del settore, tra etichettatura e ritorno dei dazi ETICHETTATURA «L’etichettatura – dice Ferrero - non è una norma protezionistica, ma di garanzia per il consumatore e di tutela anche per il produttore piemontese, che vedrebbe

così valorizzato il proprio prodotto e resa più difficile la speculazione.

L’etichettatura è una strada fortemente osteggiata dall’industria, che specula su una piccola sovrapproduzione di

mercato, riducendo i prezzi in maniera ingiustificata, perché questi prezzi non vengono ridotti al consumo. Ma nel mercato del riso gli attori sono pochi e potrebbero anche fare cartello».

DAZI Secondo l’assessore regionale all’agricoltura il ritorno dei dazi attraverso la clausola di salvaguardia è una risposta giusta all’emergenza, che è stata chiesta e sostenuta, ma l’etichettatura obbligatoria, voluta fortemente dalla Regione e chiesta all’UE dal governo con un decreto, è uno strumento fondamentale per il rilancio del settore.

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Seminativi

L’Europa non capisce la crisi del nostro riso Il commissario europeo all’Agricoltura, Hogan, boccia la richiesta di contingentare gli stock di riso da importare dai Paesi meno avanzati Il commissario europeo all’Agricoltura, Hogan, ha risposto negativamente alla missiva che l’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, gli aveva inviato ad inizio aprile, nella quale chiedeva di “contingentare gli stock di riso da importare dai Paesi meno avanzati (Pma), ponendo quindi un limite oltre al quale dovranno doverosamente scattare i dazi doganali”.

MANCANZA DI PERCEZIONE Fava non nasconde la propria preoccupazione: «Quando il commissario Hogan mi scrive che il totale

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delle importazioni di riso tra settembre 2016 e marzo 2017 provenienti da paesi che beneficiano della regime Eba nell’Ue è inferiore del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che la resilienza del settore risicolo europeo di fronte all’aumento delle importazioni è stata notevole – dice l’assessore lombardo – credo che manchi la percezione di una vera e propria condizione di difficoltà dei risicoltori».

La speranza è ora affidata al prossimo vertice tra gli esperti e gli Stati membri, con una missione congiunta di DG Trade-DG Agri a Roma per affrontare la situazione.

Fossano celebra la forza del grano Da venerdì 23 giugno a domenica 25 giugno 2017 a Fossano, presso l’Area Foro Boario, in piazza Dompè, si terrà la manifestazione “Il grano in Festa - XVIII Sagra d’estate”.

INAUGURA LA BIRRA L’evento inizierà con la festa della birra del venerdì sera.

Alle 18 aprirà l’area ristoro ove si potrà bere la birra artigianale del “Birrificio Trunasse” di Centallo e mangiare della buona carne di pura razza piemontese di “La Granda” di Genola.

L’inaugurazione con taglio del nastro sarà alle 21.

tanto altro.

Nella sala “Brut e Bun” si potrà ammirare la mostra fotografica a cura del Circolo Fotografico Fossanese, che per l’evento ha indetto un concorso fotografico intitolato “Agriworld – Mondo agricolo”.

Chi volesse partecipare può trovare alla pagina Facebook del circolo stesso il regolamento completo.

VIDEO CATAC Nella stessa sala si potrà vedere un video intitolato “Il Catac di Fossano, dalla Sagra d’estate alla festa del grano”, ideato dall’asso-

Diciottesima edizione della Sagra d’estate, da venerdì 23 a domenica 25 giugno in piazza Dompè, con mostre, cene e spettacoli, organizzata dal Catac MOSTRE E CONCORSI Durante tutta la manifestazione si potrà visitare la mostra delle attrezzature agricole, d’epoca ed attuali, utilizzate per la lavorazione della terra e mietitura del grano. Nella struttura coperta, lo stand istituzionale del Catac, mostrerà ai visitatori le attività scientifiche promosse, le varietà di frumento sperimentate e

ciazione “Gente di frazione”, progetto che dà voce, spazio e visibilità alla vita di frazione e la mostra di oggettistica antica utilizzata nella vita contadina di un tempo.

Alle ore 21,30 il gruppo “The Beat Circus” si esibirà in un concerto di musica rock italiana e straniera degli anni ‘50 e ’60.

Sabato 24 giugno 2017 L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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alle 9 riaprirà l’area fieristica.

GRANO E PANE Alle 10 nella Sala Contrattazioni del Foro Boario ci sarà il convegno “Nòst gran … nòst pan” e seguirà buffet.

Alle 20 la “XVIII’ Sagra d’estate”, con cena a base di carne alla brace, con la collaborazione degli “amici dei Boschetti” di Fossano.

Come di consueto, anche quest’anno,

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durante la cena, verranno consegnati a persone meritevoli il premio del “Galatòm” e della “Fomna Special”.

Sempre nella stessa serata verranno premiate le tre migliori fotografie del concorso fotografico “Agriworld – Mondo agricolo”.

ANTICHI MESTIERI Domenica 25 giugno 2017 alle 9 riaprirà l’area fieristica.

Durante la giornata vi saranno l’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari - Delegazione di Fossano con dimostrazioni ed esercitazioni aperte a tutti i bambini denominate “Grisulandia per i bambini” e l’Associazione culturale di Salmour “Antichi Mestieri”, che intratterrà con dimostrazioni di lavorazione manuale. Per eventuali informazioni telefonare: 0172.698720.

Attualità

Bosco e non bosco Le risorse inattese Un centinaio di persone tra amministratori pubblici, operatori e professionisti del settore forestale, rappresentanti dei carabinieri forestali e cittadini hanno partecipato all’incontro formativo “Trasformazione del bosco e non bosco”, organizzato dalla Regione Piemonte, nella Sala Falco della Provincia di Cuneo.

L’approfondimento si è svolto dopo quello di Biella e ha preceduto le giornate in programma a Novara e Torino.

NUOVE OPPORTUNITà Obiettivo? Consentire la piena conoscenza delle norme contenute

nelle due delibere approvate dalla Giunta Chiamparino: la prima del 23 gennaio 2017 che dettaglia i casi da non considerarsi bosco e definisce le modalità applicative; la seconda del 6 febbraio 2017 sulle disposizioni in materia di trasformazioni del bosco ad altra destinazione d’uso e i criteri per compensare l’intervento in seguito alle richieste di autorizzazione paesaggistica presentate a partire dal 1º marzo 2017.

FORESTE PRODUTTIVE A introdurre i lavori è stato l’assessore regionale alle Foreste, Alberto Valmaggia: «Quanto illustriamo -

Come recuperare e gestire in modo corretto le aree forestali prevenendo il dissesto idrogeologico e consentendo di renderne più efficace l’utilizzo produttivo

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Attualità ha detto - si inserisce in un disegno più complessivo per cercare di recuperare e gestire in modo corretto le aree forestali prevenendo il dissesto idrogeologico e consentendo, nei limiti imposti dalla normativa, di renderne più efficace il loro utilizzo dal punto di vista produttivo. Cioè tagliando il legno come materiale per sviluppare energia, ma anche per l’uso nell’edilizia e nell’industria dell’arredamento.

Così da valorizzare questa immensa ricchezza delle nostre montagne e colline che, se abbandonata a se stessa, non genera economia».

FILIERA SOSTENIBILE Quindi, ha sottolineato il lavoro portato avanti nell’ultimo periodo: «Un

anno fa abbiamo firmato un accordo con le Regioni dell’arco alpino per semplificare il prelievo legnoso in ambito boschivo. Con il Regolamento forestale, entrato in vigore lo scorso gennaio, è stato chiarito cosa è un bosco e si spiega l’iter che i Comuni devono affrontare per rispettare le nuove norme. A febbraio ha iniziato a camminare il Piano Forestale Regionale 2017-2027, che guiderà le politiche del settore.

Adesso diventerà operativo con i piani aziendali locali riguardanti l’intera filiera per ottenere una gestione organica e sostenibile».

NON BOSCO Il Regolamento forestale, in applicazione della Legge del settore in vigore dal 2009, individua tra

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le porzioni di territorio ricoperte da vegetazione arborea e arbustiva quelle da non considerare bosco.

Sono: i nuclei edificati invasi da piante e arbusti;

le formazioni forestali di origine artificiale presenti su terreni agricoli a seguito dell’adesione a misure agro ambientali promosse nell’ambito delle

Attualità nuove norme, dal 1º marzo 2017, agli attori pubblici e privati, di trasformare la superficie di bosco di loro proprietà in un’altra destinazione d’uso: cioè eliminare la vegetazione dal suolo esistente e utilizzare quest’ultimo con un obiettivo diverso da quello forestale.

Naturalmente solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione paesaggistica, l’idrogeologica (se il terreno è vincolato) e l’ambientale (se il terreno è nella rete Natura 2000).

politiche di sviluppo rurale dell’Unione Europea; i terrazzamenti che, in origine, erano coltivati come agricoli; i paesaggi agrari e pastorali di interesse sto-

rico oggetto di recupero a fini produttivi.

DESTINAZIONE D’USO Molto interessante è la possibilità offerta, con

COMPENSAZIONE Ma per effettuare l’intervento occorre pagare, salvo alcune deroghe, una compensazione. Scegliendo tra due strade. Una è monetaria, con il versamento “cash” dell’im-

porto conteggiato. L’altra è fisica, cioè, sempre tenendo conto dello stesso importo considerato, effettuare il rimboschimento o il miglioramento boschivo, usando specie autoctone locali, di quelle zone definite dalla Direzione Foreste della Regione su indicazione di Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città Metropolitana di Torino.

OLTRE UN ETTARO Se non esistono proposte è l’attuatore dell’intervento a individuare l’area.

La base di calcolo economico della compensazione è di 15.000 euro all’ettaro da moltiplicare, poi, per il valore di alcuni parametri.

Il percorso dell’intervento, però, è possibile solo se il suolo da trasformare è superiore a un ettaro.

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Attualità

Il semaforo? Va bene solo in strada Anche le associazioni della ristorazione italiana si schierano contro il sistema di etichettatura a bollini colorati, già in uso nel Regno Unito

L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, Chic, Euro-Toques Italia, la Federazione italiana cuochi (Fic), Jeunes Restaurateurs Italia (Jre) e Le Soste si schierano, come già le organizzazioni sindacali agricole, a favore e a supporto dell’azione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina che ha espresso un “no” convinto al commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare e al commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale sullo schema di etichettatura nutrizionale basato sul “codice colore” già adottato nel Regno Unito.

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BOLLINI INGLESI Nel giugno 2013 il Regno Unito ha introdotto un sistema a bollini colorati in etichetta, la cosiddetta “etichettatura a semaforo”, bollini e colori che vengono assegnati in base alle calorie, ai grassi, agli zuccheri e al sale presenti in 100 grammi di prodotto. Quindi, quando in un alimento uno di tali aspetti è presente oltre determinante percentuali di concentrazioni, sulla confezione viene apposto un bollino rosso. Altrimenti il verde o il giallo.

PARADOSSI INACCETTABILI «Riteniamo si tratti di un sistema intuitivo – osservano le associazioni della ristorazione italiana -, ma altrettanto semplicistico nella classificazione nutrizionale che penalizza molte eccellenze italiane, nonostante non siano affatto pregiudizievoli per la salute dei consuma-

tori. Con questo meccanismo, c’è il serio pericolo di ritrovarsi davanti al paradosso di un bollino verde assegnato a una bibita gassata con dolcificante e di un bollino rosso per il nostro extra vergine di oliva».

ELEMENTO DISTORSIVO «Sono i prodotti agroalimentari del nostro Paese più richiesti al mondo (formaggi, salumi, olio, vino etc.), che utilizziamo quotidianamente per le creazioni dei piatti, motivo di vanto e di successo dell’arte culinaria italiana. Con questa azione sincronizzata e di sistema – continuano i ristoratori -, tutti noi vogliamo evidenziare la nostra indiscutibile posizione e il supporto a tutti gli organi governativi nel richiedere l’intervento della Comunità Europea e la cooperazione del Regno Unito per rimuovere questo elemento distorsivo e altamente dannoso del mercato».

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Attualità di Luca Ternavasio

Minima lavorazione massimo risultato La preparazione del letto di semina secondo metodi più rispettosi del terreno rappresenta una valida alternativa alle tecnologie tradizionali, con qualche debito accorgimento

La minima lavorazione del suolo è da anni pratica diffusa in tutto l’areale europeo e non solo, occupando sempre più un posto di valida alternativa alle tecnologie tradizionali.

SCETTICISMO Esiste però ancora oggi una sorta di “resistenza” e scetticismo riguardo alla sua pratica e messa in opera; spesso questa sensa-

zione è dovuta al grado di conoscenza che essa stessa ha nel territorio e che ne frena la diffusione, soprattutto in Italia.

Ma cos’è realmente in poche e semplici parole la minima lavorazione?

E’ una tecnica di lavorazione del suolo che mira a preservarne le sue caratteristiche e attenta all’ambiente circostante.

Sia chiaro, detta così sem-

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brerebbe un’operazione di facile attuazione e di grandi risultati immediati, ma così purtroppo non è.

CONOSCENZA Tale tecnica infatti richiede studi prima della messa in atto e conoscenza dei pregi e dei difetti della stessa.

Per principio della stessa, buona prassi è eliminare l’aratura in favore di lavorazioni più superficiali del

terreno, che si concentrino principalmente sugli strati principali senza andarne a modificare le caratteristiche intrinseche; parlando di misure, non si scende mai oltre ai 20 centimetri di profondità di lavoro, cercando di preparare il letto di semina in un solo passaggio, magari con l’utilizzo di macchine combinate (di norma dotate di denti fissi o elastici con il compito di smuovere solo superficialmente il terreno).

CICLO ALTERNATO Talvolta l’aratura stessa può essere integrata in un vero e proprio “ciclo” di minima lavorazione alternata, utile per abbattere i costi di lavoro.

Questa particolare tecnica si presta davvero bene per le colture a seminativo, come anche per la

maggior parte delle altre colture, tranne che per la bietola.

VANTAGGI Numerosi sono i vantaggi che comporta questo tipo di lavorazione; indubbie sono le proprietà di arricchimento del suolo mediante maggior apporto di sostanza organica e di portanza del suolo; eccellente è la diminuzione del compattamento (legata al minor numero di passaggi per la preparazione del

letto di semina) insieme all’aumento della porosità del suolo, dovuta alla naturale attività dei microorganismi nel terreno.

ASPETTI NEGATIVI Esistono purtroppo aspetti negativi della messa in opera, che presto (confidando negli studi scientifici e agronomici) ci auguriamo verranno superati brillantemente.

Uno fra tutti, sicuramente, è la maggior presenza di erbe infestanti nel suolo

direttamente collegata alla diminuzione di lavorazioni specifiche, tra cui sarchiatura e rincalzatura, escluse nelle buone prassi di minima lavorazione; pratiche importanti ed utili a eliminare le malerbe già nate e favorire la crescita della coltura scelta.

Particolari problemi si evidenziano in particolar modo per quanto riguarda la gramigna e la sorghetta, infestanti tanto note, quanto di difficile eliminazione.

VALUTAZIONI SPECIFICHE E’ bene quindi valutare sempre ogni singolo appezzamento, tenendo ben presenti quali possono essere gli indubbi vantaggi e quali i difetti di tale pratica agronomica. Più voci tecniche consigliano di affiancare le prassi di minima lavorazione con erbicidi sistemici specifici, applicati con criterio, per limitare al massimo l’insorgenza di malerbe e massimizzare il reddito della coltura.

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Zootecnia di Luca Ternavasio

Reflui zootecnici una risorsa critica Nel sistema d’allevamento moderno ed efficiente, oggi come non mai, emergono diverse problematiche riguardati sia la gestione aziendale e meramente economica, sia il corretto smaltimento dei reflui zootecnici.

SCARTO O RISORSA? Com’è possibile quindi smaltire in modo corretto il prodotto “di scarto” derivato dall’allevamento di animali?

Prima di far chiarezza

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su questo quesito, è bene sottolineare come il prodotto stesso di “scarto” sia, in realtà, un prezioso fertilizzante da reimpiegare in modo corretto anche nelle coltivazioni agronomiche più svariate, in quanto particolarmente ricco di azoto, in parte organico ed in significativa quantità inorganico.

AZOTO INORGANICO Per quanto riguarda quest’ultimo elemento, è di fondamentale im-

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Zootecnia

portanza conoscerne le concentrazioni nel refluo zootecnico aziendale, in quanto la percentuale di azoto in esso contenuta è di molto variabile in funzione di fattori meramente atmosferici, come le precipitazioni che

posso diluire il prodotto, o di gestione aziendale.

Solo dopo un’attenta analisi del refluo si potranno decidere metodi e tempi per la sua distribuzione in campo; punti altrettanto difficili e che richiedono le

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dovute attenzioni.

QUANDO SMALTIRLO Per quanto concerne l’arco temporale ideale di smaltimento, si fa riferimento al periodo inerente la tarda primavera, per garantire la

massima efficienza del fertilizzante nel terreno, in particolar modo dell’azoto ammoniacale.

Epoche di fatto sbagliate per questo genere di lavori, paiono essere, da studi approfonditi, il tardo autunno, in particolare modo su terreni non coltivati, dove la resa fertilizzante pare essere del tutto compromessa o quasi, andando ad inquinare il sistema suolo ed aria (oltreché le perdite per lisciviazione della sostanza fertilizzante). Ad ogni modo, solo quando si ha la massima certezza che i parametri sopra elencati possano essere soddisfatti, si potrà procedere con la distribuzione del refluo zootecnico.

Zootecnia COME PROCEDERE Esistono tutt’oggi diverse tecniche e tipologie di metodi per la distribuzione, con logiche di funzionamento molto differenti, come la loro efficacia in campo.

Le domande che sorgono spontanee per un imprenditore agricolo possono essere molte, sicuramente inerenti al metodo di fertilizzazione; quale scegliere?

INTERRAMENTO Riguardo alle tecniche di distribuzione, quella ottimale è sicuramente l’interramento del prodotto mediante dischiera e coltelli di vario genere, mentre da più parti si sconsiglia l’utilizzo di macchine dotate

guenza per volatilizzazione.

Il prodotto di “scarto” dell’allevamento può diventare un fertilizzante prezioso per i campi, se lo smaltimento viene gestito correttamente

di piatto deviatore, in quanto la loro efficienza è sensibilmente minore, a causa della notevole perdita di elemento

fertilizzante dovuto ai sistemi di lunga gittata, che comportano la polverizzazione dell’azoto e la sua perdita di conse-

PROFONDITà IDEALE Danni possono verificarsi anche se il refluo zootecnico viene iniettato a profondità eccessive; in questo caso si assisterà a perdite per lisciviazione delle stesso.

E’ bene sapere infatti che la quota di azoto ammoniacale è molto mobile nel suolo ed è di difficile gestione.

Le buone prassi agronomiche suggeriscono per la profondità di interramento del liquame di non superare i 25 centimetri di profondità massima per la buona riuscita dell’intervento.

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Avvio anticipato iniziativa prevista nella domanda di sostegno n.20201062856 trasmessa in data 30/09/2016 ai sensi del PSR 2014-2020 della Regione Piemonte - Misura 1 - Operazione 1.2.1- Azione 1: Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo

LE NOVITà SULLE NORMATIVE IN AMBITO DI LAVORO Sono due le novità principali introdotte dalle nuove normative in ambito di lavoro a partire da fine 2016 e primi mesi del 2017, che stanno creando preoccupazioni e difficoltà di interpretazione per il comparto: la legge sul caporalato e l’abolizione dei voucher.

La nuova legge sul caporalato riscrive il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro introducendo una nuova fattispecie che prescinde da comportamenti violenti, minacciosi o intimidatori.

In concreto, viene inserita la figura di reato autonoma del datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera in condizioni di sfruttamento, anche qualora non sia assunta mediante ricorso a un intermediario.

In sintesi, con la nuova normativa è molto più elevato il rischio che si configuri il reato di sfruttamento, dal momento che è sufficiente che le violazioni in materia di retribuzioni difformi da quanto previsto dai contratti nazionali e territoriali siano solo reiterate e non più

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“sistematiche”, come previsto dalla precedente normativa.

La seconda modifica alla legge riguarda le violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro che si configurano semplicemente come indici di sfruttamento, non più quindi connessi all’esposizione del lavoratore al pericolo per la salute, la sicurezza o l’incolumità personale. Le preoccupazioni più grandi riguardano il rischio di mettere in gravi difficoltà gli imprenditori che incorrono in violazioni anche solo di lieve entità.

Infine, pure l’abolizione dei voucher – entrata in vigore dal 17 marzo con effetto immediato e senza previsione di un periodo transitorio – ha introdotto un vuoto normativo difficile da gestire per gli imprenditori. Si ricorda in particolare che è consentito l’utilizzo dei soli voucher che risultano acquistati entro tale data e per prestazioni lavorative che dovranno essere svolte entro il 31 dicembre 2017.

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Ortofrutticoltura di Cecilia Contessa - vivaista - info@labovivairoero.com

La frutta a guscio verso nuove filiere Il 21 maggio si è tenuto a Baldissero d’Alba il secondo incontro dal titolo ‘Nuove filiere della frutta a guscio in Piemonte e linee guida per la corretta coltivazione’ organizzato da LaboVivai Roero in collaborazione con il Comune di Baldissero d’Alba e la Pro Loco della città.

EVOLUZIONE POSITIVA Tema principale la frutta secca, protagonista dei mercati ortofrutticoli ed immancabile ospite delle nostre tavole.

Numerose le persone intervenute interessate alle novità in materia di mercato, costituzione di nuove filiere, difesa e manage-

ment delle colture.

Dopo i saluti del sindaco Michele Lusso, ad aprire l’incontro Umberto Sacchi della Life, una delle più grandi aziende italiane di frutta secca ed essiccata, che ha illustrato l’evoluzione positiva del mercato della frutta secca nazionale in relazione alla Gdo.

cietà agricola ‘La Teresina’, ha presentato la nascita della prima filiera regionale nocicola, con la realizzazione di un impianto di 60 ha presso il comune di Montanaro (TO). L’idea nasce dalla collaborazione con Life per venire incontro alle esigenze di mercato che sempre più richiede

Dal convegno di Baldissero d’Alba, le tendenze di un mercato tutto in crescita, tra necessità di corretta coltivazione ed esigenze produttive sempre più impellenti FILIERA NOCICOLA Le noci rappresentano il primo prodotto venduto e consumato, seguite da mandorle, arachidi, pistacchi e nocciole per un giro d’affari di oltre 346 milioni di euro solo nel 2016 e con un incremento del 37,2% rispetto al 2012. In Italia il prodotto manca e si è costretti a rivolgersi a paesi terzi per coprire il fabbisogno nazionale. Andrea Bernucci, direttore della so-

prodotti legati al territorio e con LaboVivai Roero per la fornitura delle piante. Bernucci, dopo aver illustrato le principali caratteristiche agronomiche e le esigenze colturali del noce da frutto, ha evidenziato l’esigenza di realizzare un impianto di lavorazione presso la sede capace di coprire oltre alla propria produzione, anche quella di altri produttori le cui dimensioni aziendali non giustificano l’investi-

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Pubblico e relatori al convegno di Baldissero d’Alba sul nocciolo

mento di un impianto di lavorazione.

TRATTAMENTI E SALUBRITà Marco Moizio, responsabile tecnico del comparto frutta di Sagea Sr Centro di Saggio, ha brillantemente esposto le principali problematiche legate alla difesa del noce e del nocciolo, dando indicazioni utili sui trattamenti da eseguire.

L’industria dolciaria punta sempre più all’ottenimento di nocciole di qualità, con rese elevate e mantenimento della salubrità dei frutti anche durante i mesi di stoccaggio. Il bisogno di produrre quantità, ma soprattutto di qualità, porta gli agricoltori a rivolgersi sempre più al mercato degli agrofarmaci per l’uso di prodotti che consentano il contenimento delle malattie.

FITOSANITARI Sono pochi i prodotti fi-

tosanitari registrati disponibili su noce e nocciolo, per questo è importante eseguire i trattamenti nel modo corretto ed informarsi sia sulle modalità di applicazione che sul periodo di intervento. Su quest’ultimo aspetto è importante che ogni agricoltore faccia dei rilievi in autonomia nei propri appezzamenti, per poter avere un quadro puntuale della situazione fitosanitaria delle piante.

MANDORLO IN CRESCITA Le relazioni sono continuate con l’intervento di Vito Vitelli, consulente per il mandorlo e altri fruttiferi.

Vitelli ha tenuto un’interessante lezione sulla coltivazione del mandorlo e sulle esigenze pedoclimatiche.

Ogni anno si registra un incremento del 5% del consumo di mandorle, ma la domanda supera l’offerta. Alcuni importanti mercati della mandorla come India, Cina a Corea

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del Sud si stanno progressivamente consolidando, incrementando le richieste e altri mercati stanno emergendo come Vietnam ed Indonesia.

L’Italia è tra i maggiori paesi importatori con circa 30.000 t di prodotto sgusciato proveniente da Usa e Spagna, che tradotto in superfici per raggiungere l’autosufficienza in Italia occorre impiantare altri 35-40 mila ettari di mandorleto.

A differenza di altri fruttiferi in guscio, il mandorlo entra in produzione già al terzo anno e al quinto anno si raggiungono già 20 kg/pianta con il 30% di

resa, che corrispondono a 12-14 mila euro di ricavo netto/ha.

BIOSTIMOLANTE INNOVATIVO Geminiano Stradi per Agm e General Gestioni s.r.l. ha presentato un innovativo biostimolante derivante dalla lavorazione di sangue animale trattato termicamente ammesso in agricoltura biologica. Il biostimolante è caratterizzato da una cessione equilibrata dei nutrienti ottenuti in modo naturale capace di incrementare la resa su nocciolo e altre colture, diminuire la cascola ed aumentare le difese della pianta.

Attualità

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Triathlon del boscaiolo Agri-evento da record Si moltiplica il successo della manifestazione di Vigliano d’Asti, tra prestazioni sportive, fiera agricola e prove di scultura Domenica 28 maggio, presso il centro sportivo “G.B. Conti” di Vigliano d’Asti, in frazione Boglietto, si è tenuto per il quinto anno consecutivo il campionato italiano “Triathlon del boscaiolo”, una prova atleticosportiva che ogni anno sa innovarsi e attrarre numerosi partecipanti.

QUATTRO SETTORI L’area di gara, davvero ben organizzata, viene divisa da ormai diverse edizioni in quattro settori distinti, a tema differente: esposizione di macchine agricole delle epoche passate (antecedenti al 1970), esposizione dei

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mezzi agricoli nuovi con novità tecniche, prove di scultura professionale ed infine il triathlon vero e proprio.

AFFLUENZA RECORD Durante tutta la giornata si è registrata un’alta affluenza davvero senza pari, da tutte le zone del Piemonte e non solo, proprio per assistere a questo evento, più unico che raro, pur restando in un clima di famigliarità e semplicità, concetti davvero ben espressi e decisamente molto sentiti in questa tipica comunità astigiana.

Un successo davvero meritato, sia grazie agli organizzatori, sempre in

prima linea nelle attività di vigilanza ed assistenza al turista, sia all’azienda sponsor, la ditta EFCO di Reggio Emilia.

CONCENTRATO DI EMOZIONI Non c’è trucco e non c’è inganno quindi, superba organizzazione fa rima anche con l’eccellente gestione del programma, decisamente vario e super collaudato, dall’apertura dell’area espositiva alle 8,30, alla premiazione della lotteria benefica delle ore 17,30. Un concentrato unico di emozioni, sentimenti e tanta voglia di partecipare.

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Ortofrutticoltura di Luca Ternavasio

Fusicocco, il cancro che attacca il mandorlo Il Cancro del Mandorlo, detto anche Fusicocco (Fusicoccum amygdali), è un particolare tipo di cancro vegetale diffuso in tutta la penisola italiana.

FACILE INDIVIDUAZIONE E’ di facile individuazione, in modo particolare sui giovani rami in cui si manifesta con macchie necrotiche di forma ovoidale, imbrunite e che presentano talvolta delle vere e proprie convessità all’interno delle stesse, generalmente posizionate sui rametti laterali e vicino alle gemme; rari sono i casi in cui è possibile riconoscere il Fusicocco anche su rami di dimensioni importanti, con la

stessa evoluzione dei rami più piccoli.

DANNO SERIO Solo in un secondo momento il danno può farsi serio, con lo sviluppo del cancro anche longitudinalmente e con la comparsa della gomma nelle immediate vicinanze della lesione; in casi estremi si può arrivare al disseccamento totale del rametto, se il cancro ha uno sviluppo continuo su di esso.

MACCHIE NERASTRE Di indubbio interesse è la presenza di macchie nerastre, così possono essere individuate a occhio nudo, direttamente sulla

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ferita; tali strutture sono sinonimo di fruttificazioni picnidiche agamiche del fungo.

Per quanto concerne il ciclo biologico, possono essere individuate due metodologie precise e distinte: come corpo agamico, oppure come micelio nei tessuti legnosi.

CAUSE INFEZIONE Importante è però prestare attenzione alle possibili cause dell’infezione: essa può difatti verificarsi per taglio (microlesioni oppure potatura), per fattori atmosferici o ancora per l’azione di insetti. Come periodo di infezione, vengono rispettate al meglio le classiche regole valide

Ortofrutticoltura

L’infezione può verificarsi per tagli (microlesioni oppure potatura), fattori atmosferici o azioni di insetti per la maggior parte delle infezioni fungine, quindi: periodi umidi e piovosi, temperature non basse e spazio temporale ideale la primavera oppure l’autunno.

Gli agenti infettanti, detti conidi, possono essere prodotti direttamente dal micelio o dai rami conidiofori dentro i picnidi; una volta che i conidi arrivano sulla vegetazione germinano e danno origine all’infezione, solo se i parametri essenziali sopra evidenziati vengono rispettati.

RIMEDI TRADIZIONALI C’è rimedio effettivo al cancro del mandorlo/pesco?

C’è eccome, ma solo di tipo preventivo e si basa principalmente su due tipologie di lotta differente.

Per quanto riguarda la metodologia tradizionale, quella chimica, si deve fare riferimento a trattamenti specifici da condurre in epoche diverse: - autunno: anche due o tre trattamenti, dipende dal grado di umidità e condizioni favorevoli al fungo; generalmente il primo alla caduta delle foglie, il secondo in un periodo immediatamente successivo; - primavera: generalmente due trattamenti, da corrispondersi alla fuoriuscita dei fiori (bottoni rosa per il pesco) ed il

secondo a fine fioritura.

Principi utilizzabili: Ditianon e Bitertanolo LOTTA BIOLOGICA Per quanto concerne invece la lotta biologica, sempre di natura puramente preventiva, sono: - potature equilibrate e tagli sempre disinfettati a dovere - eliminazione dei rami infettati dal cancro con potature specifiche.

- mantenimento di un buono stato colturale delle piante; bene la limitazione dei prodotti azotati - particolare attenzione al drenaggio

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Guida alla coltivazione del nocciolo in Piemonte La Fondazione Agrion esce con la Guida alla coltivazione del nocciolo in Piemonte. In 60 pagine è concentrato tutto quello che occorre sapere sul nocciolo, per coltivarlo in modo sostenibile.

PERCORSO COLTURALE Sono descritte le tappe del percorso colturale: dall’impianto, alle forme di allevamento, dalla conduzione agronomica (fertilizzazione, gestione delle infestanti, potatura) alla difesa contro malattie e insetti.

Il taglio è pratico, da manuale operativo: indicazioni, tabelle, immagini per il riconoscimento. Ne sono autori Maria Corte, responsabile del Centro sperimentale per la corilicoltura della Fondazione Agrion e il collega ricercatore Claudio Sonnati.

PAGINE RADDOPPIATE Rispetto alla prima pubblicazione del 2016, quest’anno il numero di pagine è raddoppiato, consentendo

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Edita dalla Fondazione Agrion, raddoppia il numero di pagine. In primo piano, cimice asiatica e gestione del suolo una trattazione completa e approfondita di tutti gli argomenti.

Sono tante le aziende che iniziano, o hanno iniziato proprio in questi anni, a coltivare il nocciolo. Un ritmo di crescita che in Piemonte sfiora i 1.000 ettari/anno. Non tutte

le aree sono adatte e non tutti i terreni. Per questo è stato dedicato ampio spazio alle istruzioni per i nuovi impianti: i requisiti pedologici dei terreni, per evitare quelli non adatti, che spesso manifestano problemi a distanza di anni, magari proprio quando la pianta dovrebbe entrare in piena produzione. Più attenzione anche al materiale vivaistico e alle relative certificazioni.

INDICAZIONI OPERATIVE La guida traduce in indicazioni operative l’attività di ricerca svolta in questi anni dalla Fondazione Agrion, che dal 2015 ha incorporato l’ex Creso. Una ricerca applicata sui temi sollevati dalla filiera produttiva e che coinvolge anche il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e il Disafa dell’Università di Torino.

CIMICE ASIATICA «Le strategie di difesa contro la cimice asiatica - precisa Maria

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Ortofrutticoltura pv. corilyna) – conclude Claudio Sonnati – la cui diffusione ci impensierisce.

Abbiamo pubblicato i risultati della prova sperimentale condotta a Cherasco».

Corte – sono il punto chiave per la campagna 2017. Gli attacchi di questo insetto alieno sono già stati devastanti in alcune aree del cuneese. Nel 2017 temiamo che l’infestazione riguardi gran parte del territorio regionale.

Nessun produttore deve farsi cogliere impreparato».

Nella Guida sono descritte la biologia e il ciclo.

Gli adulti si spostano a ondate nel noccioleto proprio a partire dai prossimi giorni. Poi depongono le uova e lì sia gli adulti che gli stadi giovanili pungono i frutticini provocando il “cimiciato”.

GESTIONE DEL SUOLO Altro tema importante è la gestione del suolo. Il team di Agrion ha studiato a fondo la gestione integrata del suolo e dei polloni (i ricacci alla base della pianta).

Nella guida sono proposti i piani di fertilizzazione che rispondono agli effettivi fabbisogni/asporti del nocciolo, arricchendone la componente

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organica (biologica) e la biodiversità in microorganismi e micorrize.

NECROSI BATTERICA «Nell’ambito della difesa abbiamo dedicato un capitolo alla necrosi batterica (Xantomonas campestris

DISTRIBUZIONE GRATUITA La Guida è in distribuzione gratuita ai produttori piemontesi: 5.000 copie, fino a esaurimento.

E’ disponibile presso i tecnici del coordinamento corilicolo. Può essere consultata e scaricata sul sito della Fondazione: www.agrion.it oppure ritirata presso le sedi della Fondazione: - Centro sperimentale per la corilicoltura (c/o UM Alta Langa – Via Oberto 1, Bossolasco - CN) - Agrion – sede (via Falicetto 24, Manta - CN) - Centro sperimentale per la vitivinicoltura (Località Tenuta Cannona 518, Carpeneto - AL) - Centro sperimentale per l’orticoltura e piccoli frutti (via Albertasse 16, Boves - CN)

Ortofrutticoltura

Frutta e verdura in Italia sono sane Lo rileva l’ultimo rapporto dell’Ente europeo per la sicurezza alimentare, secondo cui i residui di pesticidi nel cibo nel nostro Paese sono tra i più bassi (1,5 per cento) in Europa e nel mondo I prodotti alimentari italiani sono i più controllati d’Europa (anche da altri paesi Ue). Per quanto riguarda i residui dei pesticidi e il numero di campioni analizzati a livello nazionale, nel 2015 è aumentato di quasi un terzo (+32,3%) rispetto alle rilevazioni 2014. E’ quanto emerge dal rapporto Efsa (l’Ente europeo per la sicurezza alimentare) sui pesticidi negli alimenti, secondo cui il 97,2% dei campioni

di prodotti alimentari raccolti in tutta la Ue nel 2015 presentava residui di pesticidi entro i limiti di legge, e il 53,3% era privo di residui quantificabili.

RESIDUO PESTICIDI Le cifre, rilanciate da Confagricoltura, sono in linea con quelle registrate nel 2014. I prodotti nazionali si confermano i più analizzati d’Europa (oltre

12 mila campioni contro i meno di 9 mila tedeschi) e, soprattutto, tra i più sicuri: a fronte di una media di superamento dei limiti di legge dei residui di pesticidi del 2,8% tra paesi Ue ed extra Ue, il dato per l’Italia è dell’1,5% (1,7% nella Ue).

I limiti di legge sono stati superati nel 5,6% dei campioni provenienti da Paesi extra Unione, in calo rispetto al 6,5% del 2014.

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Ortofrutticoltura

La patata bolognese compie duecento anni Ricorre ques’anno il bicentenario dall’inizio della pataticoltura bolognese.

Il Consorzio Patata Italiana di Qualità insieme al Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop hanno celebrato l’evento all’ultima edizione di Macfrut: «Abbiamo rappresentato alla comunità professionale – osserva il direttore di Selenella, Mengoli - l’impegno che il “sistema Bologna”, insieme con il Consorzio Patata Italiana di Qualità e il Consorzio

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di Tutela Patata di Bologna Dop garantiscono nell’offrire un prodotto di massima qualità, tutto italiano e con il minimo impatto ambientale».

ECCELLENZA PATATICOLA Selenella, insieme alla Patata di Bologna Dop, rappresentano oggi l’eccellenza pataticola italiana, frutto della nostra tradizione agricola, di areali vocati, di sapienza produttiva, d’innovazione e impegno costante.

La strategia di valore che il Consorzio Patata Italiana di Qualità persegue si esprime attraverso elementi chiave come qualità, sicurezza, italianità, salubrità, sostenibilità ambientale ed economica di tutta la filiera che il

Ortofrutticoltura

Ricorrenza celebrata nell’ultima edizione di Macfrut per rendere omaggio a un prodotto tutto italiano e con il minimo impatto ambientale

Consorzio rappresenta.

DISCIPLINARI DI PRODUZIONE «Da sempre le patate Selenella – continua Mengoli - vengono prodotte con i più elevati standard qualitativi, rispettando i

disciplinari della produzione integrata riconosciuta dalla Regione Emilia Romagna, ed adottando rigorosi sistemi di certificazione, dalla rintracciabilità di filiera alla certificazione qualitativa del prodotto.

Ad ulteriore testimonianza del costante impegno del Consorzio nel garantire al consumatore un prodotto della massima qualità, ma dal minimo impatto ambientale, il Consorzio stesso ha chiesto ed ottenuto la prestigiosa certificazione Epd, in riferimento

alla Patata Classica Selenella».

ALTA QUALITà Selenella, patata 100 per cento italiana, fonte di selenio, gustosa, nutriente e versatile, oggi è una gamma completa di patate di alta qualità: dalla Classica alla Montanara, dalle Novelle alle Mini; a queste si aggiungono Chips e Gnocchi, prodotti trasformati che mantengono intatte le caratteristiche qualitative tipiche delle patate Selenella.

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Enologia

Come recuperare l’acqua delle cantine I reflui derivati dal lavaggio di impianti e attrezzature utilizzati per la vinificazione, possono essere utilizzati a fini agronomici o per la veicolazione dei prodotti fitosanitari Le acque reflue di cantina, ossia derivanti dal lavaggio di impianti e attrezzature utilizzati per la vinificazione, possono essere utilizzate a fini agronomici o per la veicolazione dei prodotti fitosanitari con alcuni vantaggi per l’azienda agricola, come il risparmio idrico, la sostenibilità ambientale e il risparmio economico.

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COMUNICAZIONE SEMPLIFICATA Le aziende vitivinicole ed enologiche che intendono avvalersi di tale opportunità, prevista dal regolamento regionale 10/R/2007, devono presentare una comunicazione semplificata (estremamente semplificata!) attraverso i CAA oppure in proprio a condizione di essere iscritti all’anagrafe agricola del Piemonte ed aver

aggiornato i propri dati e di essere in possesso di una carta nazionale dei servizi (CNS) o della login e password, che si ottiene mediante registrazione sul portale Sistemapiemonte.

ACQUE REFLUE Per “acque reflue di cantina” si intendono le acque derivanti dal

lavaggio di attrezzature e impianti utilizzati nel processo di vinificazione, quali ad esempio presse enologiche, torchi idraulici, fermentini, vasi vinari. L’uso delle acque reflue di cantina, in sostituzione dell’acqua, quale mezzo disperdente del formulato commerciale fitoiatrico al fine della preparazione della miscela destinata ai trattamenti fitosanitari, comporta un beneficio ambientale in quanto contribuisce alla salvaguardia della risorsa idrica.

AMBITO DI APPLICAZIONE Possono essere destinate alla veicolazione di prodotti fitosanitari le acque reflue di cantina provenienti dai cicli produttivi di aziende dedite alla coltivazione del fondo o alla silvicoltura, che esercitano anche attività di trasformazione e di valorizzazione delle uve, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall’attività di coltivazione dei fondi

di cui si abbia, a qualunque titolo, la disponibilità; di aziende agroalimentari appartenenti al settore vitivinicolo che producono quantitativi di acque reflue, contenenti sostanze naturali non pericolose, non superiori a 4000 m3 annui.

TRATTAMENTI CONSENTITI In considerazione della necessità di verificare la concentrazione degli eventuali residui di sostanze impiegate nelle pratiche di lavaggio delle attrezzature e impianti utilizzati nel

processo di vinificazione e, più in generale, di effettuare una valutazione del rischio sanitario, in particolare per le acque reflue destinate ai trattamenti fitoiatrici sul prodotto edibile, l’utilizzo delle acque reflue di cantina destinate a veicolare i prodotti fitosanitari, in attesa dei risultati della suddetta valutazione, è ammesso esclusivamente per i trattamenti diserbanti e per i trattamenti fitoiatrici sulla pianta fino alla fase fenologica della fioritura.

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Enologia

Vino senza solfiti una sfida possibile

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Ha suscitato notevole interesse il convegno dedicato ai “Vini senza solfiti”, svoltosi mercoledì 31 maggio scorso presso l’azienda Teo Costa, con sede a Castellinaldo d’Alba, nel Roero, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero. La conferma è venuta dalla folta partecipazione di tecnici, produttori, giornalisti, ristoratori, operatori di mercato e consumatori appassionati di vino e buona tavola.

sano fare riferimento all’anidride solforosa – dal metabisolfito di potassio usato nelle fasi fermentative all’anidride solforosa aggiunta nelle successive fasi di lavorazione – risponde a una pratica tecnica che ha i suoi fondamenti nella necessità di evitare, nel mosto e nel vino, l’azione di funghi e batteri che potrebbero provocare danni alla salubrità del prodotto e anche effetti deleteri sulla salute dei consumatori.

ANIDRIDE SOLFOROSA L’aggiunta di prodotti che pos-

EFFETTI NEGATIVI Il problema, quindi, non sta

Enologia tanto nell’uso moderato di solforosa, quanto piuttosto nelle esagerazioni che, se fanno dormire sonni tranquilli al produttore, possono provocare effetti negativi su chi consuma vino.

Problemi che – come ha ricordato Antonio Germano, esperto in farmacologia – vanno dal classico mal di testa a situazioni più preoccupanti tipo la riduzione della capacità dell’orga-

i problemi sono maggiori per i vini bianchi rispetto ai rossi, ma l’applicazione rigorosa del programma di lavoro permette di procedere con efficacia».

VANTAGGIO MARKETING Di mercato e distribuzione ha parlato Luigi Pestarino, responsabile marketing di Coop Liguria, che ha ricordato con quanta lungimiranza – a partire dal 2008

Forum formativo all’azienda Teo Costa di Castellinaldo d’Alba, dopo dieci anni di lavoro sulla salubrità dei vigneti e della vinificazione nismo di assorbire alcune vitamine indispensabili per i processi biologici (alcune dei gruppi B ed E).

SCOMMESSA POSSIBILE Della scommessa portata avanti dall’azienda Teo Costa ha parlato Gianfranco Cordero, enologo che da tanti anni segue le attività tecniche dell’azienda: «Sono dieci anni oramai che il progetto è stato avviato – ha ricordato – e logicamente anno dopo anno il protocollo di lavoro è stato sviluppato e migliorato.

Non c’è nulla di segreto e nemmeno d’impossibile.

Ogni azienda potrebbe sviluppare un lavoro di questo tipo, a patto che inizi nei filari a produrre uva sana e che prosegua in cantina con il massimo rigore in fatto di pulizia e di tempestività nell’eseguire le varie operazioni sul vino. Evidentemente,

– la Coop Liguria abbia iniziato a occuparsi di vini senza solfiti aggiunti.

Da quando i vini Teo Costa sono stati inseriti tra le referenze, l’incremento delle vendite è stato via via più convinto e rilevante, fino agli exploit a tre cifre dei primi cinque mesi del 2017.

CINQUE VINI Curiosità e interesse si sono poi ulteriormente accentuati nella fase di degustazione, quando la giornalista Teresa Enrica Baccini e il docente della Facoltà di Agraria Riccardo Fortina hanno accompagnato i presenti alla scoperta dei cinque vini senza solfiti prodotti in Casa Teo Costa in abbinamento al prosciutto crudo e al salame prodotti a Castellinaldo d’Alba da maiali neri allevati (sempre presso la Teo Costa) allo stato brado.

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Ortofrutticoltura

Armadietto refrigerato per la frutta on line Macfrut Innovation Award 2017 ha premiato trentasei innovazioni sostenibili per migliorare la qualità dell’offerta ortofrutticola Dal finger lime, il “caviale di limone” ai pomodori colorati che proteggono dai radicali liberi, all’Oliviatrap, il ‘grande fratello’ che monitora a distanza gli insetti infestanti delle piante da coltivazione. Dall’armadietto refrigerato per la consegna di prodotti agroalimentari freschi acquistati on line, al “Gelato PopApp”, la postazione compatta per i punti vendita di frutta e verdura, Gdo compresa, per produrre gelato artigianale a vista e on demand fino alla patata prêt-à-manger.

INNOVAZIONI SOSTENIBILI Sono alcune delle 36 innovazioni insignite del Macfrut Innovation Award (MIA) 2017, il premio organizzato da Cesena Fiera e da L’Informatore Agrario, dal 10 al 12 maggio al Rimini Expo Centre. Innovazione, sostenibilità ambientale ed economica e miglioramento della qualità dei prodotti: sono i criteri con cui la commissione di esperti ha vagliato le oltre 80 candidature provenienti da aziende italiane e straniere per le 8 sezioni del premio, che nella sua terza edizione

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ha assegnato complessivamente 9 medaglie d’oro, 15 d’argento e 12 di bronzo.

COMPETITIVITà QUALITATIVA «Questa terza edizione del Macfrut

Innovation Award evidenzia la forte propensione all’innovazione delle aziende collegate a questa filiera commenta Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario -.

L’innovazione è la chiave per garantire una maggiore competitività qualitativa e produttiva anche sui mercati internazionali che, l’anno scorso, hanno assorbito 4,9 miliardi di euro di prodotti ortofrutticoli italiani freschi».

SFIDA GLOBALE «Questo riconoscimento è la testimonianza diretta della capacità delle aziende di sapere innovare – afferma Renzo Piraccini, presidente di Macfrut - di accettare la sfida del mercato globale da protagonisti.

Innovazione e internazionalizzazione sono le chiavi di volta del sistema ortofrutticolo italiano: i due cardini su cui si fonda la trentaquattresima edizione di Macfrut».

Nella classifica regionale, l’Emilia Romagna si conferma in pole position sul fronte dell’innovazione con 16 medaglie su 36 (4 ori, 5 argenti e 7 bronzi).

Ortofrutticoltura

Ortofrutta, rinnovato il contratto dipendenti Si sono concluse le trattative per il rinnovo dell’accordo territoriale di confluenza Settore agricoltura comparto ortofrutta Cuneo, per i lavoratori dipendenti delle cooperative e consorzi agricoli

to ortofrutta nella provincia Granda e ancor più le caratteristiche e le specificità territoriali e imprenditoriali del comparto stesso.

Con la sottoscrizione dell’accordo, le parti territoriali firmatarie intendono

Accordo territoriale per le cooperative e i consorzi agricoli della provincia di Cuneo. Impegno delle parti su occupazione e competitività comparto ortofrutta e a valere esclusivamente per il territorio della provincia di Cuneo.

L’IMPEGNO COMUNE Il nuovo accordo territoriale valorizza l’importanza dell’esperienza storica del settore agricolo – compar-

coniugare la salvaguardia di livelli occupazionali ed il mantenimento di condizioni di competitività delle imprese cooperative della provincia di Cuneo creando le premesse di ulteriore sviluppo imprenditoriale ed occupazionale.

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Ortofrutticoltura

Mele, finale di stagione in casa Val Venosta «Il piano di decumulo sta procedendo regolarmente nel rispetto dei piani prefissati ad inizio anno, a garanzia dell’uscita dai nostri magazzini di tutte le mele grazie anche all’ottima qualità specialmente intrinseca del prodotto che abbiamo in stock – dichiara Josef Wielander, direttore VI.P l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta -. L’unico imprevisto è stato il clima abbastanza lunatico che ha portato una ventata d’inverno durante la fioritura».

GELATA DI APRILE «Dobbiamo infatti registrare con un certo rammarico - continua Wielander - che la gelata dello scorso 19-20 e 21 aprile che ha colpito tutta Europa in alcuni casi con danni anche gravi, non ha lasciato indenne la nostra regione.

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A seguito di ciò sono aumentate le richieste di mele per andare a coprire possibili momenti scoperti tra vecchio e nuovo raccolto: è proprio in questo contesto che la VI.P deve pianificare in maniera puntuale l’uscita dagli stock per poter soddisfare i clienti più affezionati alla valle fino all’arrivo delle nuove mele».

PREZZI «Anche sul lato dei prezzi non possiamo ritenerci completamente soddisfatti: considerando tutta l’annata, solo adesso notiamo una risalita anche a seguito dell’aumento delle richieste dovute agli eventi climatici sopracitati, e questo ci rende moderatamente ottimisti per un fine anno in ripresa!»

VARIETà «Le nostre varietà club Kanzi,

Ortofrutticoltura

La ventata di freddo invernale durante la fioritura ha costretto i produttori a ripianificare l’uscita degli stock fino all’arrivo delle nuove mele

Envi ed Ambrosia si sono posizionate bene e ci hanno dato soddisfazioni sia sul mercato europeo che in Medio Oriente.

Anche le rosse classiche come Gala, Red Delicous e Pinova hanno mantenuto le promesse, inclusa la nostra immancabile Golden dalla faccetta rossa che è stata particolarmente apprezzata nei Paesi Mediterranei come Italia, Spagna e Portogallo».

BREVE TERMINE «I nostri obiettivi nel breve termine – conclude Wielander - sono quelli di concludere l’anno commerciale da un lato sfruttando al meglio le possibilità che i diversi mercati ci offrono e dall’altro senza mai perdere di vista che dobbiamo offrire ai nostri clienti il giusto equilibrio tra un servizio ottimo e puntuale e la garanzia

delle quantità abituali».

NUOVA RACCOLTA «Per il prossimo futuro, guardiamo con grande fiducia alla nuova raccolta e siamo sicuri che se anche il prossimo anno avremo il prodotto giusto, (ad oggi è ancora troppo prematuro per affermarlo con certezza!), potremo nuovamente fare il meglio per ogni mercato. Per quanto riguarda il nostro metodo di coltivazione da un lato ci impegneremo con tutte le capacità insieme ai nostri agricoltori ad elevare la qualità organolettica delle nostre produzioni per ottenere una mela sempre più d’eccellenza, e dall’altro punteremo ad aumentare la nostra produzione BIO nel rispetto dell’ambiente e della nostra valle che ci circonda».

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Attualità

Questione migranti ci vuole un progetto Iniziativa della Fondazione Crc cofinanziata da “Rifugiati in Rete” per coinvolgere gli enti locali nel supporto all’accoglienza e alla formazione professionale degli immigrati

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Mercoledì 10 maggio si è tenuta nello Spazio Incontri della Fondazione Crc la conferenza di presentazione del Progetto Migranti 2017, promosso dalla Fondazione Crc con un contributo di 60 mila euro e cofinanziata dalla rete d’imprese “Rifugiati in Rete”.

INSERIMENTO LAVORATIVO «L’obiettivo – spiega Ezio Raviola, vicepresidente della Fondazione Crc - è coinvolgere sempre più gli enti locali per supportare le iniziative di accoglienza che coinvolgono i loro territori, con particolare attenzione al momento dell’uscita dai progetti, per favorire lo sviluppo di percorsi

efficaci di inserimento lavorativo e professionalizzante».

Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte, ha detto che “la Regione vuole puntare sui progetti di formazione linguistica, lavorativa e di prevenzione su alcune tematiche quali la tratta e lo sfruttamento”.

RADICI LONTANE «Siamo davanti ad un fenomeno, quello migratorio – ha osservato l’assessora -, che ha radici lontane e del quale ci occuperemo ancora per molti anni.

Per questo motivo, il tema della buona accoglienza è al centro

della nostra attenzione».

Marco Abbadessa, per Federsolidarietà Cuneo: «Nel nostro percorso abbiamo condiviso idee con alcuni gruppi Caritas e con i servizi socio assistenziali, guardando alle prospettive future.

Siamo aperti a nuove collaborazioni, a ragionare con “Rifugiati in Rete” sui temi del lavoro all’in-

terno delle nostre cooperative».

RIFUGIATI IN RETE Nicola Mellano, presidente della Cooperativa Fiordaliso e rappresentante di “Rifugiati in Rete”: «Oggi la sfida per il nostro territorio, è quella della buona accoglienza di comunità.

Qual è il modello che vogliamo

perseguire sul territorio cuneese?

E come?

Attraverso progetti che prevedano una governance condivisa con i diversi attori che si occupano di accoglienza, gli Enti pubblici e le Istituzioni, finalizzata a fornire risposte di integrazione sostenibili e diffuse sul territorio».

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Ortofrutticoltura

I nuovi orizzonti del microgreens «I consumatori cambiano velocemente abitudini e sono sempre più attenti a prodotti sani e naturali.

Il settore dell’ortofrutta è pronto a cogliere questi cambiamenti e a sottrarre spazio ad altre categorie merceologiche».

Con queste parole Roberto Della Casa dell’Università di Bologna ha introdotto il workshop “New retail solution” tenutosi il mese scorso al Macfrut di Cesena.

MICROGREENS L’ortofrutta del futuro punta sui microgreens, piccole piantine che si sviluppano in cinque giorni grazie ad un sistema automatizzato di irrigazione idroponica e illuminazione a led: «E’ un metodo di coltiva-

76 L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

zione sostenibile e ad alta densità produttiva, valida alternativa alla nutraceutica”, ha spiegato Mattia Accorsi dell’Università di Bologna.

«I microgreen rappresentano un fatturato incrementale ed elevata redditività per la Gdo», ha detto Stefano Pistis di Cefla. Anche lo spazio dedicato all’ortofrutta nei punti vendita gioca un ruolo fondamentale per il mercato, “maggiore è lo spazio, maggiori sono le vendite” ha detto Simone Zerbinati di Zerbinati.

SUPERMERCATI DEL FUTURO «Nel supermercato del futuro servono cluster interamente dedicati all’ortofrutta e ai prodotti biologici, e va incrementata la vendita del

L’ortofrutta del futuro punta sulle piccole piantine che si sviluppano in cinque giorni grazie ai sistemi di irrigazione idroponica, con illuminazione a led prodotto sfuso, che metta sullo stesso livello i prodotti convenzionali e quelli biologici», ha aggiunto Paolo Pari di Almaverde Bio. Alberto Ancarani di Coop Italia si è detto invece sostenitore del crossmerchandising, isole generiche di prodotti biologici, contenenti ortofrutta e non solo, grande fonte di attrazione per i consumatori.

Attualità

Il ministro diventa “social” «Cercatemi su facebook» In occasione del ForumPa 2017, mercoledì 24 maggio, è stato presentato il nuovo servizio chatbot del Ministero delle Politiche agricole attivo su Facebook Messenger per rispondere in tempo reale, 24 ore su 24, alle domande degli utenti su notizie e indicazioni pratiche.

RISPOSTE IN UN CLICK “Le risposte in un click”: cliccando, infatti, “Invia un messaggio” sulla pagina Facebook del Ministero,

risposta potrà inviare comunque un messaggio diretto a cui risponderà l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Ministero. Un filo diretto per semplificare ulteriormente l’accesso alle informazioni e accorciare ancora di più le distanze tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.

COMUNICAZIONE DIRETTA «L’importanza di una comunicazione immediata e diretta delle attività del Ministero per il mondo agricolo e agroalimentare – afferma il

ministro Maurizio Martina – rende imprescindibile l’utilizzo di nuovi strumenti e piattaforme.

Lo abbiamo visto anche con le giornate di formazione gratuita che abbiamo organizzato per le aziende e i consorzi a Verona e a Trento con gli esperti del web.

Sfruttiamo allora le potenzialità dei social network per promuovere e tutelare le nostre eccellenze e per rafforzare il dialogo con i cittadini, liberandoci dai lacci della burocrazia».

Nuovo servizio per rispondere in tempo reale, 24 ore su 24, alle domande degli utenti su notizie e indicazioni pratiche sarà possibile attivare la chatbot, selezionare l’argomento desiderato e ricevere immediatamente le informazioni necessarie.

Dagli ultimi comunicati stampa alle misure adottate in favore dei giovani, dai fondi e strategie della Politica agricola comune al settore della pesca, alle norme e ai decreti in vigore.

Chi non troverà immediatamente la

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L’Italia agricola guarda alla Cina Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha firmato un protocollo di intesa con il ministro dell’Agricoltura della Repubblica popolare cinese, Han Changfu.

A rappresentare l’Italia era presente l’ambasciatore Italiano in Cina Ettore Sequi.

GRANDE POTENZIALE Contestualmente, si è anche concluso il negoziato relativo all’apertura del

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mercato cinese agli agrumi italiani, con l’avviamento delle prime spedizioni già a partire dalla prossima campagna commerciale.

«La conclusione del negoziato – osserva il ministro Martina - rappresenta un passo in avanti importante per la nostra agrumicoltura che oggi può approcciare un mercato dal grande potenziale come quello cinese.

Sono molto soddisfatto del

Sbloccato il negoziato sugli agrumi e firmato un nuovo protocollo d’intesa sugli scambi agroalimentari.

Nei primi due mesi del 2017, l’export è cresciuto del 12 per cento lavoro diplomatico portato avanti in questi mesi».

NUOVA VIA «Il protocollo firmato con le autorità cinesi – conclude Martina – rafforza la collaborazione strategica nel settore agricolo e si inserisce in un più ampio quadro di relazioni tra i nostri paesi.

La costruzione di una nuova via della seta potrà favorire anche gli scambi agroalimentari, sia in termini di prodotti sia in termini di know-how.

Da parte nostra continueremo a investire al fianco delle nostre aziende in un mercato che offre interessanti possibilità in termini di crescita e di sviluppo.

Già nei primi due mesi del

2017 l’export agroalimentare in Cina è aumentato del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

OBIETTIVI ACCORDO Gli obiettivi principali dell’accordo sono: promuovere la cooperazione tra i due Paesi su scienza, tecnologia, economia e commercio nel settore agricolo e nello sviluppo rurale; rafforzare i rapporti di cooperazione bilaterale in campo agricolo.

Il valore delle esportazioni dell’agroalimentare italiano in Cina nel 2016 è di 391 milioni di euro.

Nei primi due mesi del 2017 è stato di 53 milioni di euro.

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Il pomodoro lombardo premiato con Armani Premio Industria Felix al Consorzio Casalasco, migliore impresa agroalimentare della regione Lombardia e tra le 50 aziende con le migliori performance gestionali dell’anno La “Lombardia che compete” ha celebrato le 50 aziende che hanno fatto registrare le migliori performance gestionali dell’anno.

Il Consorzio Casalasco del Pomodoro di Rivarolo del Re (Cr) ha così ottenuto il prestigioso Premio Industria Felix, come migliore impresa agroalimentare della Regione.

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PREMIO INDUSTRIA FELIX Organizzato dall’omonima associazione culturale, riservato alle eccellenze imprenditoriali e patrocinato dall’Università Luiss Guido Carli e Confindustria Lombardia, il Premio Industria Felix nasce da un’inchiesta del giornalista Michele Montemurro, sulla base dei dati Cerved, sui bilanci dell’anno

2015 (gli ultimi disponibili) di 31 mila società di capitali con sede legale in Lombardia e fatturati compresi tra i 2 milioni e i 19,7 miliardi di euro.

MIGLIORI CINQUANTA Tra queste imprese solo in 50 hanno ricevuto il riconoscimento.

Assieme al Consorzio Casalasco

del Pomodoro, sono stati premiati in differenti settori produttivi: Freni Brembo, Galbusera, Giorgio Armani s.p.a., L’Erbolario, Luxottica Group, Marcegaglia, Salumificio Fratelli Beretta, Whirlpool Italia, per citarne solo alcuni.

A scegliere le migliori aziende è stato un Comitato Scientifico composto dai delegati dell’Università LUISS Guido Carli e di Confindustria Lombardia.

INCHIESTA GIORNALISTICA Le motivazioni relative ai riconoscimenti sono state rese note durante la cerimonia attraverso l’inchiesta giornalistica presentata dallo scrittore e capostruttura di Rai 1 Angelo Mellone.

E’ intervenuto alla giornata anche l’amministratore delegato di Cerved (il più grande information provider in Italia e una delle principali agenzie di rating in Europa) Marco Nespolo, che ha parlato dello stato di salute e sulle pro-

spettive delle imprese lombarde.

CONSORZIO CASALASCO Il Consorzio Casalasco del Pomodoro è nato nel 1977 in provincia di Cremona e oggi conta 370 aziende agricole associate, 7 mila ettari coltivati a pomodoro e oltre 550 mila tonnellate di pomodoro fresco trasformato.

«Tutti gli agricoltori che ogni giorno si prendono cura del nostro pomodoro, instaurando con

la terra un legame forte e fatto di continui scambi – è l’obiettivo del Consorzio -, condividono non solo la passione ma anche la volontà di farsi garanzia di genuinità e qualità.

Questa è la nostra vision, un patrimonio che passa di generazione in generazione, ma che affonda da sempre le radici nel pieno rispetto del terreno e dei suoi cicli di vita».

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Attualità

Made in Italy 2018 l’anno del cibo Governo italiano continua a promuovere e tutelare con iniziative in campo nazionale e internazionale.

Dopo l’Anno dei Cammini e l’Anno dei Borghi, la promozione nazionale riguarderà l’eccellenza agroalimentare I ministri Maurizio Martina e Dario Franceschini hanno annunciato che il 2018 sarà l’anno dedicato al cibo italiano.

Un patrimonio, quello del

Made in Italy agroalimentare, che coniuga saper fare, bellezze artistiche e paesaggistiche, rappresentando uno del migliori biglietti da visita del nostro

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Paese nel mondo.

Il cibo, insieme all’arte, racconta la storia delle nostre terre e delle comunità che le abitano.

Un valore immenso che il

ECCELLENZA E SICUREZZA «Grazie ad Expo Milano – afferma il ministro Maurizio Martina – abbiamo rafforzato la promozione della cultura del cibo, inteso come strumento di democrazia e di uguaglianza, come chiave per la tutela della biodiversità e lo sviluppo sostenibile del nostro Pianeta.

Dedicare il 2018 al cibo italiano, quindi, è una scelta tutt’altro che banale. Significa porre ancora una volta l’accento su parole chiave come qualità, eccellenza e sicurezza che rendono unici i nostri prodotti. Significa valorizzare il lavoro di migliaia di agricoltori, allevatori pescatori, artigiani e produttori alimentari.

Il mondo ha fame d’Italia.

Ce lo dimostrano i dati

Attualità dell’export in continua crescita, che ha superato i 38 miliardi di euro, e i risultati positivi della prima edizione della ‘Settimana della cucina italiana nel mondo’ promossa in collaborazione con il Ministero degli Esteri e le Ambasciate di più di cento Paesi che hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa.

Perché, quando raccon-

tiamo il cibo, raccontiamo anche la storia di chi lo ha realizzato, del territorio dal quale provengono le materie prime.

Anche in questo consiste il saper fare italiano.

La nostra forza, il nostro orgoglio».

PROMOZIONE INTELLIGENTE «Come il 2016 è stato

l’anno nazionale dei cammini e quest’anno è l’anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l’anno del cibo italiano – sottolinea il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini -; sarà un modo per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze italiane e fare un grande investimento per l’imma-

gine del nostro Paese nel mondo.

L’Italia deve promuoversi all’estero in maniera integrata e intelligente: valorizzare e promuovere l’intreccio tra cibo arte e paesaggio è sicuramente uno strumento molto utile per questo obiettivo».

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Attualità

L’eco-edilizia pubblica aiuta le filiere locali Progetto europeo da 1,8 milioni di euro per valorizzare i materiali della tradizione come soluzioni innovative nella bioedilizia È possibile utilizzare i materiali provenienti dalle filiere locali, come il legno, il vetro, il ferro, la pietra, per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici pubblici? È possibile valorizzare i materiali della tradizione come soluzioni innovative per la bioedilizia pubblica? È possibile favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi locali, a ridot-

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to impatto ambientale, attraverso la leva della domanda pubblica?

PROGETTO EUROPEO Sono queste le sfide che intende affrontare Eco-Bati, il progetto europeo finanziato dal programma Interreg Italia-Francia Alcotra 2014-2020, con un budget complessivamente superiore a 1,8 milioni di euro, anche attraverso la realizzazione di

Attualità quattro cantieri pilota: presso la sede camerale cuneese, la Scuola Edile nel Comune di Boves, nei locali della Camera ligure ad Imperia e della Chambre de Métiers a Saint Laurent du Var. Il progetto prevede importanti interazioni con le imprese e i professionisti legati al settore edile e impiantistico, pesantemente colpiti dalla crisi economica e oggi chiamati a far fronte a un radicale cambiamento della normativa in materia di efficientamento e risparmio energetico degli edifici.

APPALTI VERDI Il cambiamento normativo coinvolge anche le Pubbliche Amministrazioni, che devono

conformare le tradizionali procedure di appalto pubblico alle innovazioni introdotte dalle politiche sugli acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement).

Da qui l’idea di una collaborazione tra gli enti italiani e francesi finalizzata a rafforzare le filiere locali per la produzione di eco-materiali da impiegare in bioedilizia, incoraggiando la diffusione di prodotti a basso impatto ambientale e di modelli di acquisto e consumo sostenibili.

Gli approfondimenti che saranno realizzati con il progetto confluiranno nell’aggiornamento dei Prezzari nei vari territori e daranno origine a un catalogo congiunto transfrontaliero.

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così.

Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare.

Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.

Giovanni Falcone

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L’invitato speciale di Fabrizio Salce - giornalista - conduttore televisivo

Gustarsi Bergamo tra saperi e sapori Mancano pochi minuti alle ore sedici quando arrivo al parcheggio della Fiera di Bergamo, ad attendermi Greta e Sergio, con loro a bordo di un piccolo bus raggiungeremo la stazione cittadina dove si uniranno a noi un gruppo di colleghe della stampa. Vivremo insieme il fine pomeriggio,

porte della città di Bergamo a Comun Nuovo presso il Birrificio Indipendente Elav dove ci accoglie Antonio per raccontarci la storia e la realtà dell’azienda.

Non abbiamo molto tempo dunque tutto deve essere fatto in modo sintetico. Si parte dall’an-

beerfirm. Nel 2005 Elav apre il pub monomarchio nella zona storica della sua città, Bergamo Alta.

Passano cinque anni e la produzione di birra Elav ha inizio con un piccolo impianto da 300 litri.

Altri cinque anni e la produzione aumenta: da un impianto da 300 litri

Viaggio in una terra intraprendente e ricca di piacevoli scoperte, dalla birra ai formaggi, dal vino ai salumi la serata e buona parte della giornata di domani.

Protagonisti in scena per noi alcuni dei sapori tipici della terra bergamasca.

UNA BIRRA AGRICOLA La prima tappa del nostro breve viaggio ci porta alle

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no 2000 quando Il Clock Tower Pub, storico pub di Treviglio, cambia gestione e vede Antonio Terzi passare da dipendente a proprietario insieme a Valentina Ardemagni.

Tre anni dopo La birra Elav viene prodotta come

si passa ad uno da 2.000 litri a cotta continua sempre totalmente manuale.

Nel 2015 nasce la società agricola Elav e i primi campi sorgono ai piedi di Bergamo Alta, nella Val d’Astino, nel territorio che circonda il Monastero di

Astino. Un anno dopo si inaugura la Cascina Elav.

Elav ha preso in carico la ristrutturazione completa della Cascina Pesenti, un’antica struttura risalente al 1200 aperta al pubblico nella versione estiva. In poche frasi una storia ricca e affascinante portata avanti con passione e tenacia che vede si la produzione della birra artigianale in primo piano, ma anche tutto ciò che ruota intorno alla storica bevanda ai tempi nostri.

E’ ora di rientrare, domani ci aspetta la Valle Brembana.

BRANZI, BITTO E FORMAI DE MUT Dopo la colazione riprendiamo il Bus e ci

Formai de mut

dirigiamo verso il comune di Branzi, una piccola località con poco più di 700 abitanti situata in alta valle.

Dobbiamo andare a fare visita alla Latteria Sociale Casearia di Branzi dove si produce un formaggio tipico del territorio: il

Branzi appunto.

La Latteria esiste da oltre 60 anni e ritira il latte di circa 60 piccoli allevatori di montagna.

E’ importate ricordare come queste realtà siano fondamentali al fine di dare reddito alle famiglie che vogliono restare

a vivere in montagna tutelando terre che diversamente sarebbe abbandonate.

Il Branzi è chiaramente un formaggio vaccino intero, crudo, a pasta semicotta, semiduro.

Stagiona da un minimo di 60 giorni fino ai 180

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L’invitato speciale

Osei scapac

per la versione stagionato ma può andare anche ai 12 mesi. Ha un sapore e un profumo che ricordano il burro.

Naturalmente la Latteria produce anche altri formaggi, come il tipico Formai De Mut dell’Alta

Forma Branzi

Valle Brembana Dop e il Bitto Storico, il Bitto che si fa su questo territorio.

Non manca il burro, la ricotta e via dicendo.

SAPORI BREMBANI Non lontano da Branzi troviamo il comune di

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Zogno dove ci rechiamo per il pranzo.

Qui infatti ha sede la Baita dei saperi e sapori Brembani dove si posson comprare salumi, marmellate, birre, verdure in composta, mieli, e tutto ciò che si produce in

zona, Ardesia compresa.

Non solo, si può sedersi al tavolo e mangiare le specialità locali.

Così facciamo, in cucina per noi Romeo Gervasoni e Morris Sigismondi. Subito ci arriva un tagliere gigante con

L’invitato speciale

Lasagnetta farcita al formaggio branzi e verdure

salame nostrano, cacciatore d’asino, slinzega di manzo orobica, pancetta nostrana, branzi di 180 giorni di stagionatura, formai de mut del 2015, stracchino antico, il tutto accompagnato da giardiniera, confettura di mirtilli, noci e mirtilli disidratati.

Terminata anche l’ultima fetta di salame, il tagliere inesorabilmente vuoto sparisce dal tavolo per lasciare il posto alle padellate di “Osei Scapac” con panna nostrana di latteria e polenta taragna.

In realtà, non parliamo di uccellini ma di una sorta di involtini di carne arricchiti da formag-

gio, pancetta e salvia, cucinati in padella con il vino bianco. Uccellini scappati.

MOSCATO DI SCANZO E’ tempo di ripartire e andare a conoscere o, per alcuni ritrovare, un’altra eccellenza del territorio.

Andiamo a Scanzorosciate, un tempo due comuni divisi Scanzo e Rosciate, dal 1927 un solo luogo. Qui su un totale di circa 30 ettari una ventina di produttori realizzano una chicca enologica: il “Moscato di Scanzo”.

I numeri parlano chiaro poche bottiglie tra tutti.

Noi andiamo a trovare

Emanuele Biava che di bottiglie di Moscato quando va bene l’annata ne produce 1500 da mezzo litro l’una.

E’ un piccolo produttore non solo per il Moscato, visto che la sua produzione in totale non supera le 5 mila bottiglie, ma è bravo e preparato.

Ci spiega con passione quella che è la più piccola Docg italiana, dell’unico Moscato a bacca Rossa, dei terreni della sua azienda quelli chiamati “sas de la Luna” dove la vite deve sforzare e le radici delle piante non scendono in profondità.

Ci racconta del nonno che produceva il vino

per il vescovo, di come si lavorava un tempo e di come lui continui a perseguire gli insegnamenti di allora.

ARRIVEDERCI BERGAMO E’ tempo di congedarci anche dal vino. Sono state ore molto belle, trascorse in ottima compagnia attraverso prodotti, uomini e donne di questa terra bergamasca. Sono solo poche eccellenze di qui, ce ne sono tante altre, ma sarà bello tornarci e incontrare ancora gente e sapori. Grazie a tutti e a tutte, questa volta Bergamo me la sono “gustata”.

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Radici di Aldo Ponso

Quando in cascina passavano i frati Chi ha più visto presso i nostri cascinali la simpatica figura dei frati questuanti, con la sacca sulle spalle?

Passavano per lo più a piedi o con l’asinello, chiedendo in nome di Dio qualcosa per il convento e ringraziando cortesemente il benefattore: “Sia per l’amor di Dio. Sia in suffragio delle anime!”.

Qualche cosa era pronta per loro: una manciata di farina, una cesta di patate o castagne o noci...

Il frate ringraziava, dava qualche saggio consiglio, prometteva preghiere, proseguendo di casa in casa la sua non lieve fatica fino a sera.

FRA PISTUN Sovente era ben accolto e con simpatia dai nostri contadini, in gran parte cristiani da antica data.

Raramente erano oggetto di scherno da parte di chi li chiamava “fra pistun”, contraffacendo il termine “fra chistun” (frate questuante). Non sempre il fraticello era “laico”

Questo riferimento sanitario ci ricorda un fatto particolare accadutogli durante una sua questua, quando venne assalito da alcuni malviventi, che, secondo la leggenda, egli avrebbe messo in fuga usando la gamba della sua mula, riattaccandola poi alla rovescia.

Il fattaccio (forse più ridicolo che vero) permane tuttora visibile in un celebre dipinto anonimo, presente nel Santuario della Madonna del Brichetto di Morozzo.

(brutto termine, per dire che non era sacerdote), meglio, converso, coadiutore.

Nella storia si ricordavano vari ordini mendicanti che, occupati nell’apostolato, nello studio e sopratutto in lunghe preghiere diurne e notturne, si affidavano alla generosità dei cristiani per il proprio modesto

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sostentamento.

SANTO DI CASOTTO Talvolta il questuante correva anche brutti rischi, come quello accaduto al Beato Guglielmo Fenoglio, monaco certosino, detto “Il Santo di Casotto”, protettore di Garessio e degli ortopedici, vissuto nel secolo XI.

SAN CRISPINO Un fatto analogo malaugurato, ma forse più serio del precedente, sarebbe accaduto davvero anche ad un altro frate questuante, al cappuccino San Crispino da Viterbo (?), vissuto nel 1700, canonizzato da papa Giovanni Paolo II. Uomo di grande preghiera ed austerità, era noto anche per i miracoli e i doni carismatici, che tuttavia sapeva nascondere sotto l’apparente fresca gioviali-

Radici tà francescana. Tanto che venne definito come “Il Giullare di Dio e della Vergine Maria”, uso a tutti gli uffici più umili: ortolano, cuoco, infermiere, ricercatore (cioè questuante).

Ma Crispino soleva dire di se stesso: «Sono la piccola bestia da soma dei Cappuccini». Amava e dava il sorriso sempre a tutti, anche ai prelati, ai nobili, ai dotti, a quanti ne ambivano i consigli; ma amava per lo più la compagnia degli umili: i peccatori, i bambini poveri, i carcerati, gli ammalati. A quanti riuniva per le strade, prima di terminare con “il pensierino spirituale”, era sua abitudine intonare versi poetici (anche “La Gerusalemme Liberata”) e canti popolari.

Due cose sole non ama-

va in quanti gli offrivano l’elemosina: l’ipocrisia e la vanagloria. Ma ecco quanto accadde in proposito.

zona, presso le persone di vecchia conoscenza; ma solo ad una casa non si fermava mai.

La figura del religioso questuante era una presenza fissa nelle nostre campagne. Chiedeva qualcosa per il convento, “in suffragio delle anime” IL SANGUE DEI POVERI Crispino, con il suo sacco in spalla, passava e ripassava sovente presso gli stessi casolari della

Qui abitava un grande signore (si fa per dire, un riccone) il quale, vistosi trascurato dal frate, andò a riferire l’affronto

al padre guardiano del convento. Il quale impose severamente a Crispino di adempiere il suo lavoro anche presso il ricco signore.

Il nostro questuante, obbedientissimo come sempre, mise in atto l’ordine del superiore, ma quale non fu la sorpresa di tutti quando Crispino giunse al convento e posò a terra l’enorme carico fornitogli dal ricco.

Dal sacco usciva sangue, tanto sangue... Il padre guardiano esterrefatto capì allora perchè Crispino tralasciava abitualmente quella casa.

Quello era il sangue degli operai sfruttati che gridava giustizia e che il Buon Crispino non avrebbe mai voluto nel suo sacco.

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Semovente Riberi RS 80 condizioni ottime.

Tel. 333/1158778

Trattore Fendt 614 -LS 4 RM no freni ad aria, in ottimo stato. Tel. 348/0339107

Muletto con attacco a tre punti per trattore.

Tel. 339/1468060

Vendo caricaballe Guima 345 omologato con targa e libretto. Ottimo stato.

Carica 150 ballette.

Tel. 338/2935382

Cedesi avviata attività di ferramenta-giardinaggio in Bra ottima posizione con parcheggio. Tel. 335/6380576

Fresa Palladino mt. 1,20 di largh. usata pochissimo, buono stato, zappe originali.

Tel. 335/8034780 Imballatrice balle piccole per cessata attività; compressore 5000 per botte liquame; mulino Invincibile 16 martelli; attrezzatura varia. Tel. ore serali 333/7058097 oppure 0172/654349

Putagè (stufa) pari al nuovo.

Tel. 348/2308632 Vendo refrigeratori latte usati da 100 a 12000 lt revisionati e garantiti. Tel. 348/7075434 Portoni a scomparsa mt. h.

3 x 3,95. Parquet in noce africana da mt. 1x10, 65 m2; in larice m2 45 cm. 60x7.

Tel. 345/4130465

Renault Kangoo furgonetta 2008 83.000 km colore bianco in buono stato.

Tel. 345/4130465 Bungalow 9,70 x 3 mt. di costruzione inglese completamente accessoriato con impianto elettrico a norma in ottime condizioni.

Tel. 339/2147310 Vendo Panda 4x4 del 2003 colore blu metallizzato oppure Fiesta del 2001, 1800 turbo.

Tel. 333/6928827 Vendo traversine di testera per kiwi. Tel. 333/9566514 Erpice a dischi 25 buono stato euro 700 trattabili.

Tel. 388/6219935 Ranghinatore da fieno Deutz Fahr causa cessata attività.

Tel. 331/2914425 Rotofalce Claas a dischetti 2,10 mt e rimorchio ribaltabile.

Tel. 338/1331256 Agnellone maschio biellese di 1 anno. Tel. 328/0863426

L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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gli affari dell’imprenditore • Vendo spargisale trainata Sac e pala posteriore trattore.

Tel. 338/1331256 Mini escavatore Hitachi Zaxis 30 ottimo, anno 2009, girosagoma; miniescavatore IHIMER 17 q.li carro variabile, anno 2006; trincia per frutteti mt. 2 idraulica; trinciastocchi nuovo mt. 2,5 Tel. 338/8531436 Vendo museo etnologico, macchine agricole autentiche in legno, epoca 1800/1900. lTel. 338/5014103 Vendo travi in legno abete rosso varie misure e travi in ferro tipo H. Tel. 334/1112936 Vendo minicar ottime condizioni, euro 1800. Tel. 346/3712856 Vendo pompa idrovora per irrigazione campi diam. 300 funzionamento idraulico, marca Testa con documenti.

Tel. 333/5774713 Vendo 2 piante di raglia, rullo 2 fioriere, cassette da frutta, damigiane e mobili.

Tel. 0175/248377

Vendo pala gommata tipo Benati Ben 10 targata e gruppo elettrogeno Gien Set 13/10 silenziato. Tel. 347/8794871 Vendo bottiglie vecchie di vino senza etichetta.

Tel. 347/5881092 Vendo fieno 12 balloni, motosega, motorino elettrico per irrigare le serre. Tel. ore pasti 0171/911019 Vendo 2 gomme semi nuove: 14-9-28 /13-28, l’altra 149/13/30 con disco; 2 motori nuovi Acme / AL330 cilindrata 327; testa usata R5000 Landini già diretto. Tel. 338/3175791 Vendo 4 gomme per fuoristrada 265/70 R16 come nuove.

Tel. 338/1331256

Vendo trattore Same Delfino 35 cv omologato 2 ruote motrici.

Euro 2500. Tel. 333/3182333

Vendo telaio più tettuccio per trattore Fiat serie 66 mod.

55-60-65-70. Tel. 333/2099471

Vendo raschia fossi, diametro 50 tipo Cravero.

Tel. 380/7348130

Vendo mucca di 3 anni con vitello femmina razza Angus.

Tel. 338/2927639

Carmagnola fronte Provinciale per Casalgrasso privato vende cascinale: abitazione, stalla, fienile, tettoie, orto mq.4000.

Tel. 339/6671042

Vendo stufa a legna 50 euro.

Tel. 333/7960133

Vendo due serbatoi enologici in vetroresina di capacità hl 150 cad. ed un aratro monovomere, ribaltamento idraulico, adatto per trattore da 70 cv.

Tel. 347/2390611

Vendo per mancanza di tempo cavallo KWPN Sauro per salto ostacoli e bravo in passeggiata.

Tel. 334/3191125

Vendo spandiconcime mod.

Eurospand da 350 kg usato, in ottimo stato.

Tel. 333/2621972

96 L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

Vendo escavatore Doosan 55 q.li poche ore, ottima macchina cingoli in ferro; sollevatori telescopici agricoli con traino usati Merlo P28.9 e Manitou MVT Turbo; motocarriola anno 2016 portata 6 q.li benzina.

Tel. 338/8531436

Vendo raccoglinocciole Smart 1800 ottimo affare.

Tel. 388/8481178

Vendo cucina a gas in acciaio, Euro 60 e motofalciatrice euro 380. Tel. 333/7960133 Piantine di nocciole tonda gentile. Tel. 333/5378532

• gli affari dell’imprenditore Vendo paglia in balloni 120x120 di ottima qualità.

Tel. 349/4064572 Raccoglisassi mod. Orsi SB 1600 raccolta di piccole e medie dimensioni in ottimo stato.

Tel. 335/8179094

Vendo paglia in balloni quadrati, bellissima. Possibilità consegna a domicilio, paesi limitrofi Savigliano. Tel. 360/516515

Macchina pulisci mattoni con scalpellini nuovi 2 postazioni.

Tel. 334/3527402

Vendo estirpatore a molle 2,5 mt; trattore New Holland L75 4 RM cabinato; pompa idrovora verticale diametro 300, ripuntatore con dischiera 2,5 mt. Tutto in ottimo stato.

Tel. 339/1416135

Vendo motozappa per orto come nuova.

Tel. 0172/389072

Vendo sarchiatrice mais 5 file con cassone per concime.

Tel. 339/5422514

Vendo pinza per legna con attacco sollevamento girevole fino a 180 gradi braccio 3,50 mt pari al nuovo.

Tel. 339/1421700 oppure 349/0843329

Scooter Piaggio mod. Beverly 300 IE, ottimo stato. Prezzo da concordare. Tel. 340/7751772

Vendo letame di mucca e coniglietti. Tel. 348/7641335 Vendo rotofalce 190 estirpatore m 3 rullo m. 2,20.

Tel. 333/1996709

Vendo trattore Iseki 25 cv, 3 cilindri, 2 ruote motrici e trattore David Brown 1210, 2 ruote motrici, cv 85, con caricatore anteriore.

Tel. 331/8270741

Vendesi legna di nocciolo da ardere, no perditempo.

Tel. 389/6821053

Vendo falciatrice Grillo monoruota per pulizia fossi e pressa raccoglitrice AMA per balle piccole, perfettamente funzionante. Tel. 331/8270741

Vendo manza di 15 mesi razza Jersey. T el. 335/7253643

Motocoltivatore Grillo 10 cv a benzina con barra falciante.

Tel. 349/5274598

Vendo barra laterale trattore m. Vendo idropulitrice acqua 4,50 per raccogli zucchine. calda professionale 150 bar 15 Tel. 329/5321050 litri trifase, in ottimo stato.

Vendo Daily Iveco 35 c 15 turbo Tel. 331/8445947 intercooler 150 cv 2002 passo 3600 abs, abd, ebd, ben tenuto, sempre in garage 105000 km cassone, vera occasione.

Tel. 331/8445947 Ho 45 anni, sono celibe, buona posizione, cerco compagna Vendo carro Unifeed Supertino scopo matrimonio.

DM 8 con pesa elettronica a Tel. 345/2162176 norma CEE, trattore Same Silver 130 ottimo stato.

Lavoro in agricoltura o Tel. 349/785888 giardinaggio, mezza giornata.

Tel. 347/5881092 Vendo box uso ufficio o ritiro attrezzature, anche piccole 54 anni piemontese cerca attrezzature edili. lavoro, disponibile anche come Tel. 345/4130465 custode. Tel. 329/3981414

CERCO

L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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gli affari dell’imprenditore • gli affari dell’imprenditore Cerco pompa a pioggia.

Tel. 380/7348130 Cerco rimorchio monoasse, ribaltabile, da 50 q.li.

Tel. 347/2390611 Cerco in affitto casa indipendente con stalla in zona Cuneo.

Tel. 0171/43225 Cerco zavorra anteriore per New Holland TD5 85.

Tel. 335/5653739 Cerco operaio stagionale, periodo trebbiatura grano-mais per guidare mietitrebbia.

Tel. 340/6772334 Cerco meccanico per officina macchine agricole e giardinaggio zona Alba.

Tel. 0173/440702 Cerco cascina in affitto con terreno.

Tel. 347/0457110 Cerco trattori Schluter.

Tel. 334/5613899 Cerco terreno agricolo di 4/5 ettari. Tel. 339/7379390 oppure 329/1581955 Cerco lamiere bugnate per coprire nastro asporta letame.

Tel. 349/4064572

Cerco ragazzo per custodia alle bovine in alpeggio.

Tel. 347/6521125

buono, cui dedicare attenzioni, coccole, che le voglia bene.

Tel. 339/1078870

Signora distinta, fine nei modi, attraente, dottoressa pediatra in ospedale, 52enne, ama le cose Impresa edile specializzata in semplici, coltiva rose, sarebbe lieta Cerco lavoro per pulizia vitigni e rifacimento tetti, cerca tetti da di incontrare un signore, anche di nocciole. Tel. 333/5378532 rifare o ristrutturare. Preventivi campagna, leale, onesto. Telefonare solo se seriamente interessati.

Cerco pinza per balloni fasciati. . gratuiti. Tel. 389/1283247 Tel. 331/7313999 Tel. 388/6219935

Cerco miscelatore per mangime con bilancia. Tel. 335/1014203

Cerco cascina di campagna in provincia di Cuneo.

Tel. 347/5881092 Bottiglie vino barolo e barbaresco vecchie annate massima serietà.

Tel. 335/7311627 Sono un ultra 60 enne solo, mi piace la bici e passeggiare.

Cerco compagna libera di adeguata età che condivida le mie idee. Tel. 339/8154308 Ragazzo 43 enne piemontese cerca compagna 30-40 enne per convivenza e/o matrimonio.

No agenzie. Tel. 338/6377613

VARIE Carmagnola, offro terreno agricolo in comodato per agricoltura a giovani agricoltori.

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98 L’imprenditore agricolo • Giugno 2017

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MATRIMONIALI E AMICIZIE

Tutta la rubrica è a cura di ANNA&ANNA - Agenzia Vive sola, vedova, pensionata, 60enne, casalinga, volontaria CRI, aggraziata, femminile, bella signora, le piace cucinare, tenere in ordine la casa, coltiva il suo piccolo orto.

Le piacerebbe conoscere un uomo

Imprenditrice settore vini, 40enne, libera da impegni familiari, bella donna, classica mediterranea, altezza media, longilinea, carattere riservato, non frequenta locali, ama gli animali, addestra cani, nella sua vita manca solo l’amore vero.

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Tel. 338/8492951 30enne, molto carina, alleva cavalli, mora, occhi azzurri, semplice e senza pretese, conoscerebbe uomo che vive con modestia, e con i piedi per terra, non importa l’eta’ , ne’ se separato, o con figli, ma che sia seriamente intenzionato a relazione stabile. Tel. 331/9706097

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