L'imprenditore Agricolo - Aprile 2018

ANNO 7 NUMERO

76 APRILE 2018

Orgoglio piemontese 1 ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI

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SOMMARIO

Aprile 2018

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Agriturismi alle prese con il regime fiscale

GIURISPRUDENZA

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Pro loco e associazioni Chi deve pagare i debiti

ZOOTECNIA

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Capretti e caprette Come funziona l’allevamento

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Per allevare le capre ci vuole tanta passione

L’EDITORIALE

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Strumenti di navigazione

Il valore della terra

FISCO E TRIBUTI

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Non basta il sacchetto c’è anche l’aliquota Iva

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Reggono i prezzi dei suini in Italia

FIERE

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Sagra del Gorgonzola tra fiera e street food

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Fruttinfiore a Lagnasco celebra la grande mela

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Le cinquantanove primavere di Mondovì

ATTUALITÀ

L’ARIA CHE TIRA

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Camera di commercio Nuovi bandi per le imprese

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Latte, la rivoluzione viaggia su Whatsapp

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In campo a concimare con lo smartphone

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Vitamine A ed E, come difendersi dalla guerra dei prezzi

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Sbloccati i contributi per le polizze sul clima

Seguici su WWW.IMPRENDITOREAGRICOLO.COM

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«Facciamo rinascere le terre abbandonate»

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La Meccanizzazione premia gli imprenditori

NOTIZIE DALLE AZIENDE

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Borio: «Il nostro segreto?

Stare al passo con i tempi»

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Nuova sede New Holland del Gruppo Racca a Piobesi

ENOLOGIA

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Psr Piemonte giovani, bando pigliatutti

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La Regione finanzia le piste forestali

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Vini Doc Colline Saluzzesi Marchesato alla riscossa

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Barolo e Barbaresco assegnazioni contestate

Da coltura marginale a vera frutticoltura

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Nocciole, a Cherasco il summit sulla qualità

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Giordano vini acquisisce Geodis Logistics

L’INVITATO SPECIALE Robiola di Roccaverano virtù e delizia di Langa

La questione del recupero dei fabbricati rurali

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Opal, prendere gusto alla mela biologica

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Pubblicità: Réclame

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Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno

Editore: Réclame S.r.l.

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ORTOFRUTTICOLTURA

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L’IMPRENDITORE AGRICOLO

OSSERVATORIO PREZZI

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Prezzi e mercati all’ingrosso

SCADENZE FISCALI

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Scadenze maggio 2018

MERCATINO

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Gli affari dell’Imprenditore

Conto corrente postale n° 1003849591 Bonifico bancario BCC Cherasco Agenzia Cavallermaggiore - IBAN: IT57X0848746150000050101900 Intestato a Reclame srl Causale: Abbonamento 2018 indicare nome, cognome ed indirizzo Associato

Unione Stampa periodica Italiana

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Strumenti di navigazione Alla fine comanda la legge della domanda e dell’offerta, non c’è che dire. E l’agricoltura non fa eccezione. Ma un conto è girare per il mercato con le mani dietro la schiena, affidandosi alla magnanimità dei compratori, un altro è avere tra le mani almeno una cartina per sapere da che parte si è girati.

In questo senso, l’invenzione del Simulait, il sistema messo a punto da un gruppo di allevatori torinesi per comparare il prezzo del latte pagato dai vari caseifici sulla base delle fatture esibite dai singoli allevatori, è sicuramente un passo avanti. Nel suo genere, una rivoluzione, culturale prima che allevatoriale. Perché il grande valore aggiunto di questa operazione non è tanto l’individuazione di un prezzo medio, sul quale ci sarà comunque sempre da discutere, quanto l’aver convinto gli agricoltori, forse il popolo più diffidente del mondo, a far vedere “quanto guadagnano”. Finora non c’era riuscito nessuno. Quando si parla dei propri interessi, in campagna nessuno dice la verità.

Al tempo del censimento europeo del latte, ad esempio, si stima che gli allevatori italiani, nel timore che qualcuno facesse loro i conti in tasca, avessero dichiarato poco più della metà di quanto producevano. Così le quote vennero assegnate ai Paesi del Nord Europa, dove la produzione risultava di gran lunga maggiore, forse anche più del reale.

Quando si parla con il vicino di stalla, invece, nel timore di essere da meno, la regola è dichiarare sempre più di quanto si prende realmente. Così l’unico a conoscere come stanno le cose è il compratore, che ha tutti gli elementi per fare il prezzo, contrariamente all’allevatore, al quale non rimane che accettarlo.

I maligni dicono che Simulait funziona perché l’allevatore, in effetti, non manda le proprie fatture a un altro allevatore, ma a un mangimista, gestore del sistema. Può darsi che il segreto stia lì, tuttavia il risultato non cambia. Nel burrascoso mare del latte, ora gli allevatori dispongono di uno strumento di navigazione inedito. Non servirà a placare le acque, quando il mercato non tira, ma darà una mano ad affrontare le onde.

Dopo di che, la madre di tutte le rivoluzioni verrà il giorno in cui si riuscirà a mettere sulla stessa barca allevatori e industriali, non più per farsi la guerra, ma per confrontarsi ad armi pari su come rimanere a galla, insieme.

Osvaldo Bellino

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L’%ia che t'a

Il valore della terra “Il costo elevato della terra in Italia è il principale ostacolo all’ingresso dei giovani in agricoltura”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’ultimo studio Eurostat dal quale emerge che la terra arabile in Italia è la più cara d’Europa, fatta eccezione per i Paesi Bassi, con la Liguria che si classifica come la regione europea con i prezzi più alti per un importo medio di 108 mila euro all’ettaro. In Italia – sottolinea la Coldiretti – il prezzo medio della terra arabile è di 40153 euro all’ettaro con valori che variano dai 17571 euro della Sardegna ai 30830 euro della Puglia, dai 40570 euro del Lazio ai 42656 della Toscana, dai 65759 della Lombardia ai 68369 del Veneto fino al record ligure. Il valore nazionale risulta essere pari a più di tre volte quello medio della Spagna pari a 12744 euro, quasi sette volte quello della Francia di 6060 euro e una volta e mezzo quello della Gran Bretagna di 25732. Comparando i valori tra Italia e resto dell’Europa, mi sembra che una riflessione si possa fare agevolmente: il prezzo della terra è direttamente proporzionato a quanta gente ancora vive e lavora la terra e a quanta terra utile all’agricoltura rimane. Infatti, il prezzo medio riportato sopra sembra alto, ma è irrisorio, se comparato a un ettaro da frutta nel Saluzzese o a un ettaro di vigna da Nebbiolo in Langa. Perché? Semplicemente perché lì ci sono ancora gli agricoltori che quella terra vogliono lavorare. In Francia, evidentemente, la dimensione del Paese e lo spopolamento delle campagne si saldano, per far diventare la terra un bene poco o pochissimo costoso, mentre in Spagna la terra è tanta, ma quella buona per l’agricoltura molto poca. Un po’ come da noi.

Il costo della terra certamente sbarra la strada a chi non ha speranza di ereditare e non ha patrimoni per comprare: una stortura che tutti dicono di volere raddrizzare, ma poi continuiamo a privilegiare sempre e solo la proprietà o l’affitto. Tuttavia, questo dato significa anche altre cose. Significa che dobbiamo difendere la terra agricola (che è tutt’altro che infinita) dal cemento: sia il nostro, sia quello delle infrastrutture pubbliche e dell’ampliamento delle nostre cittadine. Per decenni, la fortuna dell’agricoltore, come singolo, è stata rappresentata dal suo appezzamento inserito nelle aree edificabili. Mai, ad una fortuna individuale e di corto respiro, è corrisposta una sciagura ambientale, per il Paese, che si ripercuoterà per generazioni.

In trent’anni, abbiamo cementificato un’area grande come l’Abruzzo.

Quando leggiamo che la terra costa cara ricordiamocene, perché oltre a costare tanto, è importante che agiamo memori del fatto che deve sempre valere tanto: per noi ma soprattutto per chi verrà dopo di noi.

Michele Antonio Fino

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FISCO E TRIBUTI

FISCO E TRIBUTI DI MARIANNA CUGNASCO - COMMERCIALISTA - mar.cugnasco@studiocugnasco.it

Non basta il sacchetto c’è anche l’aliquota Iva Come risolvere le problematiche fiscali conseguenti all’entrata in vigore delle nuove norme sui contenitori dei prodotti alimentari sfusi Dal primo gennaio 2018 è stato introdotto il divieto di commercializzazione dei sacchetti ultraleggeri, non biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile inferiore al 40%, per la raccolta e la pesa di prodotti alimentari sfusi al consumatore.

Per i sacchetti ammessi è vietata invece la distribuzione a titolo gratuito, con l’obbligo di indicazione del relativo

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prezzo, per singola unità, sullo scontrino o fattura d’acquisto.

DISTRIBUZIONE GRATUITA Nonostante la norma, tuttavia, vi è ancora la possibilità, da parte dei commercianti, di non addebitare il costo della busta ai consumatori. Il confezionamento dei prodotti, seppur alimentari e sfusi, può essere infatti eseguito mediante buste

FISCO E TRIBUTI di materiali diversi dalla plastica, oppure mediante buste specifiche per prodotti come il pane, il pesce, i latticini ed altri prodotti umidi, per i quali non sono previsti divieti alla distribuzione gratuita.

Per i soggetti inadempienti è prevista una sanzione amministrativa da 2.500 a 25.000 euro, che può aumentare fino a 100.000 euro se la violazione riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica o se il loro valore supera il 10% del fatturato del trasgressore.

TRATTAMENTO IVA A questo punto occorre comprendere il trattamento Iva della cessione dei sacchetti che devono essere addebitati in scontrino o fattura dai com-

mercianti interessati dalla disposizione.

Tale addebito è infatti certamente un’operazione rilevante ai fini Iva (poiché

non rientrante in alcuna delle fattispecie di esclusione) ed occorre pertanto valutare la connessione della vendita delle buste

con l’acquisto dei beni trasportati/imballati per il loro tramite.

Tale connessione si desume dal Testo Unico dell’Iva ai sensi del quale “il trasporto, la posa in opera, l’imballaggio, il confezionamento, la fornitura di recipienti o contenitori” hanno natura di operazioni accessorie rispetto all’operazione principale e pertanto, qualora effettuati direttamente dal cedente o per suo conto e a sue spese, “non sono soggetti autonomamente all’imposta nei rapporti fra le parti dell’operazione principale” (art. 12, c. 1, DPR 633/72).

OPERAZIONE ACCESSORIA Quanto sopra sta a si-

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FISCO E TRIBUTI

gnificare che la cessione della borsa ha natura di operazione accessoria rispetto alla vendita del bene e tale accessorietà comporta che la cessione

della borsa sia soggetta alla medesima aliquota Iva della cessione “principale” del bene.

Pertanto l’aliquota Iva della borsa cambierà a

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seconda del bene ceduto ivi contenuto, anche se sempre indicata separatamente nello scontrino o nella fattura emessi.

Nel caso in cui l’operazione principale sia costituita dalla cessione di beni assoggettati ad aliquote Iva diverse la Risoluzione Ministeriale n. 331171 del 12 aprile 1980 aveva chiarito che il corrispettivo deve essere ripartito proporzionalmente al valore dei vari beni, per poterne mutuare l’aliquota.

PRASSI PRUDENZIALE In caso di impossibilità ad effettuare tale riparto si considera più prudente

applicare l’aliquota maggiore tra quelle applicate ai beni oggetto di vendita.

Esemplificando un sacchetto di plastica biodegradabile utilizzato da un produttore agricolo per vendere formaggi (che scontano l’aliquota Iva del 4%) e carne (che sconta l’aliquota Iva del 10%) – in caso di impossibilità tecnica del registratore di cassa a scorporarne il valore imponibile del sacchetto in proporzione all’importo di formaggi e carne – dovrebbe prudenzialmente scontare per il suo intero valore (di norma risibile) l’aliquota Iva più elevata, ovvero 10%.

GIURISPRUDENZA DI MARA FOSFORO - AVVOCATO

Pro loco e associazioni Chi deve pagare i debiti L’associazionismo ha un ruolo fondamentale nei nostri paesi: si pensi alle Proloco, alle associazioni sportive dilettantistiche, a quelle di volontariato con fini di promozione sociale, o culturali o ricreative.

E sicuramente molti lettori fanno parte di tali associazioni. È importante, pertanto, comprenderne il funzionamento. Tali associazioni si dividono in associazioni riconosciute e non riconosciute.

ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE Quelle riconosciute sono tali in quanto hanno ottenuto l’iscrizione in un apposito registro detenuto dalla Prefettura territorialmente competente; esse hanno personalità giuridica e godono di un’autonomia patrimoniale perfetta, con la conseguenza che delle obbligazioni assunte dagli am-

ministratori risponde solamente l’associazione con il suo patrimonio.

CASO FREQUENTE A ben vedere, la maggior parte delle associazioni attive nei nostri paesi non hanno ottenuto il riconoscimento da parte della Prefettura e, pertanto, sono prive della personalità giuridica. Tali associazioni sono comunque soggetti giuridici, distinti dai singoli associati che li compongono: hanno, infatti, un proprio fondo comune, una propria organizzazione, regolata dagli accordi degli associati e, in mancanza, dalle norme dettate per le associazioni riconosciute se compatibili.

QUESTIONE PATRIMONIALE Le stesse, però, non godono di autono-

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GIURISPRUDENZA

Nella maggior parte dei casi, gli amministratori rispondono in proprio degli impegni contratti a nome dell’ente, indipendentemente dalla propria carica mia patrimoniale: l’art. 38 del codice civile prescrive, infatti, che le associazioni non riconosciute rispondono delle obbligazioni contratte sia con il proprio patrimonio, sia con i beni personali di chi abbia agito in nome e per conto dell’Associazione.

Conseguentemente, i terzi che abbiano subito un qualunque tipo di danno quale conseguenza diretta dell’inadempimento dell’associazione, potranno soddisfare le proprie pretese rivolgendosi sia al patrimonio dell’associazione, che alle “persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”, i quali rispondono

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in via personale ed illimitata col proprio patrimonio.

ATTIVITÀ NEGOZIALE È bene precisare che ciò che rileva ai fini della responsabilità di cui al citato articolo di legge non è tanto la carica rivestita al momento dell’assunzione dell’obbligazione, quanto e soprattutto l’attività negoziale concretamente svolta da tali soggetti e la circostanza che i terzi abbiano fatto affidamento sulla loro solvibilità e sul loro patrimonio. La ratio della previsione di una responsabilità personale e solidale, in aggiunta a quella del fondo

GIURISPRUDENZA comune, delle persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione è volta, infatti, a contemperare l’assenza di un sistema di pubblicità legale riguardante il patrimonio dell’ente con le esigenze di tutela dei creditori (che abbiano fatto affidamento sulla solvibilità e sul patrimonio di dette persone) e trascende, pertanto, la posizione astrattamente assunta dal soggetto nell’ambito della compagine sociale, ricollegandosi piuttosto ad una concreta ingerenza dell’agente nell’attività dell’ente.

RESPONSABILITÀ PERSONALE In sostanza, è importante sapere che la responsabilità personale e solidale prevista dall’art. 38 di colui che agisce in nome e per conto dell’associazione non è collegata alla mera titolarità della rappresentanza formale dell’associazione stessa (e, quindi, al presidente o agli amministratori), bensì all’attività negoziale concretamente svolta per suo conto.

Le responsabilità per le operazioni compiute per conto dell’associazione sono attribuite, in tal senso, a coloro che in

concreto abbiano agito in nome di essa, con la conseguenza che la responsabilità del presidente, ad esempio, può essere esclusa laddove le obbligazioni siano state contratte da altri soggetti che abbiano agito in via autonoma, spendendo il nome dell’associazione; saranno tali soggetti (e non il presidente) a rispondere delle obbligazioni con il proprio patrimonio.

DEBITI TRIBUTARI Tale principio, in particolare, secondo la giurisprudenza maggioritaria, è applicabile anche ai debiti tributari assunti dell’associazione. Da ultimo, si precisa che tale responsabilità personale e solidale permane anche dopo la perdita del potere di rappresentanza del soggetto (es. a seguito di dimissioni), con la conseguenza che, ad esempio, il presidente di un’associazione non riconosciuta è passivamente legittimato all’azione del creditore anche dopo la cessazione dalla carica, con riguardo alle obbligazioni che risalgono al periodo in cui ha esercitato le funzioni di presidente.

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FISCO E TRIBUTI DI ALBERTO TEALDI - COMMERCIALISTA - a.tealdi@studiocugnasco.it

Agriturismi alle prese con il regime fiscale L’attività agrituristica è compresa tra le attività connesse a quella agricola principale di cui all’articolo 2135 del codice civile ed è regolata da specifiche leggi regionali.

ra in ogni caso un reddito considerato d’impresa ed in quanto tale assoggettabile in linea di principio alle normali regole fiscali previste per tale categoria reddituale.

REDDITO D’IMPRESA Già questo primo passaggio fa comprendere come può esistere un’attività agrituristica solo se esiste un’attività agricola principale e non viceversa, come in molti casi si cerca di fare.

L’attività agrituristica, nonostante sia svolta in un ambito “agricolo”, gene-

REGIME FORFETTARIO Ad ogni buon conto per i soggetti Irpef (quindi persone fisiche e società di persone) la normativa fiscale prevede per l’attività agrituristica connessa all’attività agricola un regime naturale che consente di determinare in via forfettaria il reddito imponibile, applicando

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ai ricavi conseguiti un coefficiente di redditività del 25%.Pertanto, ad esempio, nel caso di ricavi pari a 10.000,00 euro il reddito imponibile sarà forfettariamente determinato in 2.500,00 euro indipendentemente dagli acquisti effettuati.

Questa possibilità risulta essere il regime naturale e non necessità di opzioni per la sua applicazione.

REGIME ALTERNATIVO Qualora invece il contribuente volesse adottare un diverso regime fiscale scegliendo tra quelli

FISCO E TRIBUTI attualmente previsti per l’attività d’impresa, dovrà esercitare specifica opzione nel quadro VO della dichiarazione Iva. Se si opta per tale scelta è perché si ritiene che il 75% dei costi forfettariamente riconosciuti dall’Amministrazione Finanziaria con il metodo sopra esaminato non siano sufficienti e che una determinazione analitica del reddito (vale a dire differenza tra ricavi meno costi deducibili) possa determinare una base imponibile inferiore.

OPPORTUNE VALUTAZIONI In prima analisi è necessario però evidenziare come l’abbandono del regime forfettario di cui sopra, previsto dalla Legge n.

413/1991, da parte di sog-

getti con volume di affari non superiore a 50.000,00 (riferiti all’attività agrituristica) comporta naturalmente l’assoggettamento ad un altro regime forfet-

della base imponibile, per la categoria in esame, del 40% dei ricavi (vale a dire che nel caso prima riportato a fronte di 10.000,00 euro di ricavi si determina

Nell’opzione naturale, il reddito imponibile è determinato in via forfettaria. Esistono delle alternative, non sempre convenienti tario, quello previsto dalla Legge 190/2014, comma 54, meno conveniente di quello “naturale” revocato dall’imprenditore agricolo in quanto comporta una determinazione forfettaria

forfettariamente un reddito imponibile di 4.000,00 euro che risulta pertanto essere svantaggioso).

buente che vuole passare al regime ordinario deve essere molto attento ed effettuare una “doppia” opzione, perché anche tale secondo regime forfettario deve essere revocato con precisa opzione in favore del regime ordinario di determinazione del reddito che, nel caso di mancato superamento dei limiti per la contabilità ordinaria (400.000 euro di ricavi nel caso di prestazioni di servizi), ricadrà nella nuova determinazione del reddito per cassa, dove è consigliabile effettuare una ulteriore opzione, vale a dire quella del metodo della registrazione che prevede la presunzione di incasso o di pagamenti dei documenti nell’anno della loro registrazione.

DOPPIA OPZIONE Per questo motivo il contri-

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Sagra del Gorgonzola tra fiera e street food Dal 20 al 24 aprile a Cavallermaggiore, l’evento dedicato al celebre formaggio erborinato La Sagra del Gorgonzola di Cavallermaggiore giunge nel 2018 alla sua terza edizione ed è figlia di una fortunata scelta di Pro loco e amministrazione locale operata nel 2016.

PARTNER BIRAGHI. Il lancio del celebre formaggio erborinato ha trovato un partner fondamentale nell’azienda Biraghi Spa, leader nel settore caseario in Piemonte, che proprio a Cavallermaggiore ha sede e stabilimento produttivo. Il Gorgonzola Biraghi trova in questo evento una vetrina di pubblico che va crescendo di anno in anno.

CONNUBIO DI SAPORI. Presso l’ala polifunzionale di piazza Vittorio Emanuele II di Cavallermaggiore sarà possibile gustare cene con il

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Gorgonzola protagonista in tutte le sue forme, comodamente seduti e serviti grazie alla collaborazione con il catering del ristorante centallese “Picchio rosso”, garanzia di qualità, nelle serate di venerdì 20, sabato 21, lunedì 23 e martedì 24 aprile. Un connubio di sapori grazie all’incontro tra il Gorgonzola e altri prodotti di eccellenza del circondario.

FIERA MERCATO. Quasi un chilometro di area espositiva che si snoderà lungo la centrale Via Roma, dall’area antistante gli uffici comunali fino ad arrivare a ridosso dello stabilimento Biraghi.Per l’occasione sarà chiuso l’ingresso in centro da Via Bra. STREET FOOD. Per tutta la domenica, nella piazza principale di

Cavallermaggiore, truck attrezzati prepareranno un mix eterogeneo di prodotti rigorosamente con il gorgonzola padrone di casa: dalla schiacciata valtellinese agli hamburger, passando per farinata in forno a legna, pasta, gnocco fritto e fritto di pesce, oltre a postazioni per dolci e due microbirrifici artigianali.

FORMATO FAMIGLIA. E se al palato ci penseranno i truck, la fiera di S. Giorgio dimostra di essere un evento formato famiglia: intrattenimenti di vario genere faranno da cornice dal mattino alla sera. Per concludere in bellezza lo spettacolo pirotecnico alle 21.30 (sempre domenica 22 aprile) che segnerà la conclusione della giornata.

ZOOTECNIA DI FRANCESCO OLIVERO - francesco.olivero@ferreromangimi.it

Capretti e caprette Come funziona l’allevamento In Piemonte l’allevamento della capra da latte è una realtà con 150 allevatori professionali e 25.000 capre in produzione. Si tratta per lo più di stalle a stabulazione libera, con gli animali suddivisi in box, dotate di una sala mungitura e di una capretteria dove vengono svezzati e cresciuti i capretti.

STAGIONALITÀ Per queste aziende la vendita dei capretti maschi rappresenta una parte minima

del reddito, che tuttavia può essere ottimizzato programmando i parti. Le nascite dei capretti infatti non sono casuali e sono influenzate oltre che dalla stagionalità di questi animali anche dalle “festività”.

Le capre hanno una gestazione di circa 5 mesi e si comportano da animali stagionali andando in calore da agosto a marzo. Per avere i capretti disponibili a Pasqua si deve sfruttare l’inizio della stagione riproduttiva (agosto

settembre). Per poterli vendere a Natale invece bisogna forzare le capre ad andare in calore “contro stagione” in un periodo in cui sono a riposo sessuale.

NEONATI I primi mesi dell’anno sono intensi, oltre a mungere vanno seguiti i parti (spesso gemellari) e controllati i neonati. I box si riempiono velocemente, vuoti e disinfettati a fine anno, si trovano ad ospitare in pochi mesi

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anche centinaia di capretti.

I capretti nascono di circa 1-3 kg e vanno allontanati dalla madre. Si deve disinfettar loro il cordone ombelicale, colostrarli nelle prime ore di vita e mantenerli ad una temperatura di circa 25°C nei primi 2 giorni.

Una volta scolostrati, si può somministrare un alimento da allattamento “latte in polvere”, tramite l’utilizzo di una allattatrice automatica, detta anche “lupa” che distribuisce il “latte” nei box tramite tettarelle.

In Piemonte si contano 25 mila capi in produzione. Ecco le norme fondamentali per avere animali sani, produttivi e longevi

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CAPRETTERIA L’utilizzo di un buon latte, equilibrato in termini di energia, lipidi, proteine e minerali, unito ad una corretta gestione dell’allattatrice ottimizza l’accrescimento e spesso influisce sulla salute dei capretti. Per avere una capretteria sana non e’ solo sufficiente gestire correttamente la colostratura e l’alimentazione lattea, occorre organizzare la struttura in modo da garantire luce, calore (18-15°C) e una corretta ventilazione, che tenga sotto controllo l’umidità, la concentrazione di ammoniaca e eviti la formazione di

correnti. Le strutture devono essere lavabili e disinfettabili, con acqua sempre a disposizione ed ampie (circa 1m2/3 capretti), evitando in ogni fase il sovraffollamento.

Determinante è il ruolo della manodopera addetta ai capretti che deve essere preparata e formata.

PATOLOGIE Le patologie singole o di massa, sono varie: enteriche e respiratorie, ma anche articolari e nervose, e di diversa origine (virale, batterica, parassitaria).

Le armi che abbiamo per contrastare queste problematiche sono poche: un piano vaccinale e antiparassitario adeguato è importante, ma solo unito ad una buona gestione igienico sanitaria e al benessere animale si riescono a diminuire gli eventi morbosi, la mortalità e l’utilizzo dei farmaci.

Inoltre i medicinali veterinari registrati per i caprini sono pochi, e i tempi di sospensione per le carni non li rendono quasi mai utilizzabili sui maschi, normalmente venduti prima dei 45 giorni di vita.

FEMMINE DA RIMONTA Dopo Pasqua rimarranno in azienda quasi esclusivamente le femmine da rimonta.

Si dovrà abbandonare gradualmente l’alimentazione lattea a favore di una soluzione alimentare bilanciata tra foraggi ad alta digeribilità e concentrati, meglio se pelletati.

Questi due elementi dovranno soddisfare i fabbisogni di accrescimento e favorire lo sviluppo delle papille

ruminali, determinando un corretto svezzamento. Questa fase è molto delicata per lo stress che causa agli animali ed è fondamentale che avvenga senza traumi per il successivo accrescimento, che precede poi le monte in autunno. Le caprette da rimonta rappresentano il futuro per un’azienda da latte.

Vanno prestate loro le massime cure, al fine di ottenere delle capre sane, produttive e longeve.

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ZOOTECNIA

Per allevare le capre ci vuole tanta passione L’esperienza del giovane morettese Marco Capello, che sei anni fa ha aperto la stalla con cinque capi ed oggi ne gestisce oltre 250 «Una grande passione per gli animali». È questo ciò che ha spinto il giovane morettese Marco Capello – 32 anni – a fare dell’agricoltura la propria scelta di vita, mettendo in piedi un allevamento di capre a Moretta, in frazione Brasse.

Partito sei anni fa con un numero di animali calcolabili sulle dita di una sola mano, Marco oggi gestisce

circa 250 capre. Capre da cui ricava latte e che, ovviamente, richiedono un impegno continuo. Ma, come spiega tra le righe il giovane, il segreto del suo lavoro (e non solo del suo) è amare quel che si fa.

DNA AGRICOLO Fin da bambino Marco Capello è stato a contatto con il mondo dell’agricoltura.

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Agricoltura che ha studiato anche sui banchi di scuola.

«I miei genitori – racconta il giovane – hanno sempre avuto un allevamento tradizionale, di vacche piemontesi.

Io ho studiato agraria a Verzuolo, e terminati i cinque anni ho lavorato nel settore vivaistico per un periodo. Però avevo il “pallino” degli animali, e

così intorno al 2012 ho acquistato tre capre (non da latte, “meticce”). Da quelle sono passato ad averne una decina e, a febbraio 2015, ne ho comprate ottanta.

Diciamo che in soli quindici giorni ho fatto un grande salto di numero. Calcolando la quantità di capi necessaria per riuscire a mettermi sul mercato».

PARTI ASSISTITI Le capre di Marco appartengono alla razza “Saanen” e “Camosciata delle Alpi”, le due varietà maggiormente lattifere. Queste settimane primaverili sono per l’azienda di Moretta periodo di parti. «Le nascite – spiega Marco – avvengono due-tre volte all’anno: un gruppo di animali partorisce verso ottobre, un altro verso febbraio-marzo.

Poi faccio partorire un più piccolo gruppo di capre verso luglio. I periodi principali sono comunque autunno e primavera, in modo che i capretti siano disponibili per Natale e per Pasqua. Nelle settimane scorse, a febbraio, mi sono nati quasi 50 capretti.

Durante il parto è bene assistere le capre, dar loro una mano».

Marco Capello nella sua stalla a Moretta

IMPEGNO COSTANTE Dalle capre, il giovane Capello ricava (oltre ai capretti) il latte, che non trasforma in proprio, ma vende

a due caseifici. Come gli altri settori agricoli, anche quello caprino richiede un impegno quotidiano e costante. «Ogni mattina

mungo i miei animali, poi distribuisco loro da mangiare e metto la paglia fresca, in modo che stiano in un ambiente pulito.

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ZOOTECNIA La sera le operazioni ricominciano: seconda mungitura, seconda distribuzione di cibo e secondo cambio paglia».

Quando si finiscono le operazioni, dunque, è quasi nuovamente il momento di ricominciarle.

PROGETTI FUTURI Sebbene il numero di capre sia già oggi tutt’altro che

basso, nei progetti futuri di Marco Capello c’è ampliare ancora il proprio allevamento.

«Conto di espandermi ancora. Nella stalla nuova ho spazio per circa 350 capi, per cui potenzialmente potrei averne ancora un centinaio in più circa. Il mio obiettivo sarebbe arrivare ad avere oltre 200 capi in lattazione».

SCELTA DI VITA Un adagio recita “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”.

Con le dovute proporzioni, il detto sembra perfetto per Marco, che nel portare avanti la sua scelta di vita mette un ingrediente “segreto”: la passione.

«Gli animali occupano praticamente l’intera giornata, di tempo libero ne rimane

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poco. Magari organizzi di andare via, ma poi arriva l’imprevisto e improvvisamente salta tutto. In giro alcuni dicono: “Mi metto ad allevare capre perché rendono...”.

Bisogna però anche metterci passione. Se ami quello che fai, le soddisfazioni non mancano».

Matteo Garnero

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ZOOTECNIA

Latte, la rivoluzione viaggia su Whatsapp Eravamo quattro amici al “silo mais”. La storia dell’ultima rivoluzione agricola inizia così. Gino Paoli direbbe al bar, ma in campagna il luogo per ragionare è sempre il campo di battaglia, in piedi con gli stivali di gomma. Una storia che merita di essere raccontata. Che è culturale, prima ancora di colturale.

STALLE ALLO SBANDO Quel giorno di settembre 2015, sulla trincea dell’insilato di mais, a Scalenghe, ci sono Davide Rosso e tre colleghi allevatori. La guerra del latte non promette nulla di buono. Caduto il primo aprile il regime delle quote, si vive la stagione dello sbandamento, l’otto settembre delle stalle. Adesso gli allevatori sono liberi di produrre, ma il prezzo è crollato e dall’estero muovono verso i caseifici padani colonne di cisterne cariche di latte a basso costo, capaci di sbaragliare la concorrenza locale. Gli industriali vanno a nozze. Sanno che il latte sotto casa è indispensabile

per produrre dei buoni formaggi, ma possono sempre più contare sull’ausilio delle forniture straniere per abbattere il prezzo della materia prima.

SPALLE AL MURO Gli allevatori si trovano con le spalle al muro, reagire o morire. Sfiancato da anni di guerra civile con i Cobas, il fronte sindacale lancia segnali di incoraggiamento, ma tiene le bandiere a distanza di sicurezza dalla mischia.

Così i quattro del silos decidono che bisogna per forza tentare la riscossa, primo obiettivo riunire le truppe e tenersi informati.

Come? Con un gruppo su “whatsapp”, tecnologia a portata di mano, a costo zero. Un’arma che si rivelerà micidiale, ben oltre quanto in quel momento potessero loro stessi immaginare.

Paolo Druetta festeggia la nascita di Simulait

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CASALEGGIO MANGIMISTA Sul trattore di Rosso sale il mangimista Paolo Druetta, anch’egli di Scalenghe. E’

ZOOTECNIA il Casaleggio della compagnia, prende lo smartphone e crea il gruppo “Tre litri di latte per un caffè”. Non può sapere che di lì a poco avrebbe fuso un telefonino ogni sei mesi.

Si organizza il primo incontro, a Macello, il 25 settembre. Vengono in 120, si decide

agricole: Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.

A tutti viene richiesta una sorta di giuramento di appartenenza per abbattere la barriera del pregiudizio: guardare avanti e non indietro, dimenticarsi del passato.

Chi non accetta è fuori dal gruppo.

Due anni fa veniva ufficialmente costituita l’associazione no-profit “Noi siamo Voi Piemonte”, nata sulla trincea di un “silo mais” e cresciuta grazie a un’arma strategica che controlla il prezzo del latte, spiazzando gli industriali che vanno coinvolti i Sindacati, lasciando fuori dalla porta la questione delle quote.

L’esercito prende forma.

All’appello del 13 ottobre a Vigone rispondono in 700, comprese le rappresentanze delle quattro organizzazioni

SCONTRO APERTO Tutto è pronto per la battaglia. Il 22 ottobre c’è l’incontro alla Gam di Torino con l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, che convoca il tavolo con gli industriali il 31 ottobre.

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ZOOTECNIA Ma il confronto non produce risultati e diventa scontro sfociando nella manifestazione, favorita dalla Cia, davanti alla Biraghi di Cavallermaggiore e a Lodi con le barricate di Coldiretti.

Si ottiene un primo accordo con Lactalis, la tensione si allenta, i promotori vogliono chiudere il gruppo whatsapp, ritenendo di aver raggiunto l’obiettivo della mobilitazione, ma gli allevatori si oppongono e il gruppo diventa una sorta di movimento spontaneo.

VACCHE IN MARCIA La guerra per il prezzo del latte non è finita. Nel 2016, il 7 marzo la Cia organizza la “Marcia delle vacche” a Carmagnola, a ruota il rotocalco televisivo “Ballarò” rilancia il dibattito su

Il latte gettato nella fossa del liquame per protesta, a Saluzzo

scala nazionale collegandosi in diretta da una stalla di Scalenghe e il 1 aprile un allevatore di Saluzzo, per protesta contro le ridicole quotazioni del momento, versa il suo latte nella fossa dei liquami, davanti a decine di giornalisti e operatori del settore.

Sono momenti ad altissima tensione, il prezzo

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non sale, l’Europa vara un programma di incentivi per la rottamazione delle stalle, ma lo zoccolo duro degli allevatori resiste e il mercato inizia a mostrare qualche spiraglio di ripresa.

SIMULAIT Il 25 aprile, a grande richiesta della base, si fonda l’associazione “Noi siamo

voi Piemonte”, associazione no-profit che riesce a mettere insieme gli allevatori delle barricate con i rappresentanti dei sindacati e delle istituzioni. Presidente viene acclamato lo stesso Paolo Druetta, vicepresidente Gabriele Albera di Carignano. E dal cilindro magico del capitano spunta uno strumento destinato a cambiare per sempre l’approccio delle aziende con il mercato del latte: il “Simulait”. Un programma informatico che elabora i dati delle fatture dei singoli produttori, calcolando il prezzo medio del latte piemontese, sulla base di una griglia standard: grasso 3,88 pp, proteine 3,25 pp, cellule somatiche 300.000, carica batterica 30.000 e fascia di produzione a 20 quintali.

ZOOTECNIA ARMA STRATEGICA Ogni allevatore può così confrontare il prezzo che percepisce con quello pagato dagli altri caseifici, in modo da potersi accomodare al tavolo della trattativa con ben altra coscienza e forza rispetto al passato.

Anche perché le differenze tra il più “generoso” e il più “tirchio” dei caseifici, si sono scoperte parecchio consistenti, fino a decine di migliaia di euro all’anno per una stalla di media produzione. Com’era prevedibile, il sistema viene duramente contestato dagli industriali, che però non riescono a metterlo fuori gioco. Anzi, il meccanismo si perfeziona ed ora, con “Simufatt”, il singolo allevatore riceve sul proprio telefonino la proiezione del prezzo non più riferita al latte standard, ma

creativo del Casaleggio delle stalle, ma anche della storica caduta del muro del silenzio che fin qui aveva protetto, in modo autolesionistico, i dati delle fatture delle singole aziende da latte.

“Noi siamo Voi Piemonte” con, al centro, l’assessore regionale Ferrero

a quello della sua azienda, tagliando la testa al toro di ogni possibile “distinguo”.

ALLEVATORI COMBATTENTI Grazie all’incessante impegno di tutti i “combattenti” del direttivo, “Noi siamo voi Piemonte” conta attualmente oltre 220 aziende produttrici di latte, princi-

palmente dalle provincie di Torino e Cuneo, tutte collegate via “whatsapp”.

Attraverso le fatture, inviate direttamente al telefonino del presidente Druetta, vengono puntualmente monitorati tutti i caseifici del Piemonte, più due della Lombardia. Un risultato inedito, frutto non “solo” della tecnologia e dell’estro

SOPRAVVISSUTI Una rivoluzione culturale, che apre nuovi scenari relazionali, ma che ha visto chiudere, falciate dalla crisi, ben 310 stalle soltanto nel 2017, riducendole cioè del 20 per cento. Oggi in Piemonte rimangono 1665 aziende da latte. Erano 1975 nel 2016 e ben 2500 nel 2014. In compenso, è salita a 17 quintali al giorno la produzione media per azienda. Il mercato non perdona, ma i sopravvissuti sono diventati più consapevoli e forti.

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ZOOTECNIA DI PAOLO MANTOVANI - paolo.mantovani@livisto.com

Vitamine A ed E, come difendersi dalla guerra dei prezzi La forte carenza di prodotto sul mercato provoca gravi ripercussioni sui costi di integratori e mangimi. L’importanza di fornire agli animali degli additivi con valore biologico elevato È ormai da qualche mese che si sta assistendo ad un aumento spropositato dei prezzi di Vitamina A ed E con forti ripercussioni sui prezzi di vendita di integratori e mangimi.

Già dal mese di settembre 2017, la Cina ha deciso di fermare gli impianti industriali a causa dei fortissimi problemi di inquinamento atmosferico. L’effetto è

stato inevitabile: meno prodotto sul mercato e prezzi che aumentano.

Nel mondo delle vitamine è la normalità che, per vari motivi, i prezzi siano altalenanti per cui all’inizio non ci sono state grosse preoccupazioni.

PREZZI ALLE STELLE Il problema è nato quando, poco dopo, un incendio ha

Îä ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

coinvolto un importante impianto della BASF. Questo fatto ha causato una forte carenza di vitamine A, vitamina E e beta carotene e conseguentemente i prezzi di questi tre additivi sono schizzati alle stelle.

In conseguenza a questi aumenti, le aziende hanno perciò proposto ai propri clienti due cose: un prodotto con minor contenuto di

vitamine A ed E oppure un adeguamento del prezzo del “vecchio” prodotto.

FABBISOGNO REALE Questo apre la porta al reale problema: quali sono i fabbisogni degli animali da latte e/o da carne per queste vitamine? Già qualche tempo fa, il Regolamento EU 2015/724 ha posto dei limiti di impiego, special-

FONTE

DSM 2011

BASF 2010

NRC

INRA (U/Kg S.S)

Vitamina A (U.I.)

100.000 – 150.000

80.000 – 140.000

75.000

3.200

Vitamina E (mg)

500 - 1000

500 - 1000

545

15

mente alla vacca da latte che ora è di 9.000 UI di Vitamina A per Kg di mangime al 12% di umidità.

Andiamo a vedere i fabbisogni di Vitamina A ed E che possiamo trovare in letteratura. (vedi tab. sopra).

ASSORBIMENTO Quello su cui poi si dovrà discutere è: ma le vitamine che somministriamo, riescono a superare il rumine per essere assorbite e impiegate dall’animale? È su questo tema che Livisto sta da sempre concentrando le forze: effettuare una rumino protezione sugli additivi che li preservi dell’aggressione del rumine con tecnologia brevettata BIOPASS ®.

Il nostro metodo BIOPASS®

consiste in una ricopertura in matrice per rendere l’additivo resistente alla degradazione ruminale.

Il profilo granulometrico dei prodotti BIOPASS® della linea Livisto rispecchiano quella che è la mediana delle granulometrie tipiche in un mangime completo rappresentando su una curva gaussiana la percentuale granulometrica media ideale alla miscelazione negli impianti.

and B. Lassalas è risultato che “(…) la degradazione delle vitamine A, D3 ed E protette con il metodo BIOPASS® determinata in vitro dopo 6 ore di incubazione, è risultata rispettivamente del 7,2 ; 2,5 e 1,1%. Il

lavoro continua “Le perdite di titolo effettivamente accertate dopo 24 ore di permanenza nel rumine erano pari al 7,5% per la vitamina A; 6,6% per la vitamina D3 e 4,9% per la vitamina E”.

ADDITIVI PROTETTI In parole povere: additivi protetti dall’aggressione nel rumine e più adatte alla miscelazione nei mangimi con abbattimento della polverosità.

In uno studio in vitro e in vivo del 1992 di J.P. Jouany

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ZOOTECNIA Sempre nel 1992, un lavoro di Piva su vitamine A, D3, ed E non rumino protette ha riscontrato una perdita in vitro dopo 6 ore di fermentazione del 67,39% della vitamina A e del 58,84% della vitamina E. La sperimentazione con tecnologia BIOPASS® ha invece “(…) fornito valori molto buoni di stabilità nel rumine, 94,89% per la Vitamina A e del 91,17% per la Vitamina E. Per queste ragioni, le vitamine non ruminoprotette devono essere molto sovradosate per essere efficaci con ripercussioni sulla salute del rumine e dell’operatore.

RUMINO PROTEZIONE A tal proposito, un lavoro di Alberto Bonomi, Afro Quarantelli e Alberto Sabbioni della Facoltà di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Parma ha evidenziato ancora una volta l’efficacia della somministrazione di ADE ruminoprotette con tecnologia BIOPASS® alle vacche da latte. A tal proposito le conclusioni sono state “riteniamo di poter af-

ÎÓ ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

fermare che mediante l’integrazione delle razioni (…) con vitamina A, D3 ed E rumino protette (…) è possibile soddisfare i fabbisogni degli animali facendo ricorso a dosi/capo/giorno di gran lunga inferiori rispetto a quelle che nella pratica vengono considerate ottimali in virtù dell’utilizzazione di vitamine non protette”.

RISULTATI SPERIMENTAZIONE La prova è stata condotta con 3 gruppi distinti: - Gruppo A integrato con 540.000 U.I. di vitamina A, 43.200 U.I. di vitamina D3 e 540 mg di vitamina E non rumino protette - Gruppo B integrato con 1/3 delle vitamine del Gruppo A ma in forma rumino protetta - Gruppo C integrato come il Gruppo B ma con vitamine in forma non rumino protetta.

I risultati raccolti hanno interessato a) Lo stato di salute: i gruppi A e B non hanno mostrato differenze significative sulla insorgenza di forme cliniche per cisti ovariche, subestro

e mastite streptococcica (attorno al 0,0% ; 6,6% ; 20%), mentre per il gruppo C “le suddette forme morbose hanno trovato riscontro in un numero di casi superiore di circa il 70%. b) Tasso ematico di vitamine A, D3, E: il contenuto vitaminico nel plasma non ha evidenziato variazioni tra i gruppi A e B, mentre la differenza significativa si nota tra il gruppo C e i gruppi A e B con valori inferiori di vitamina A dal 44,22% a 40,06%; vitamina D3 dal 20% al 18,23% e per la vitamina E dal 40,3% al 32,3% c) L’efficienza riproduttiva: i gruppi A e B non hanno fatto registrare differenze significative mentre le maggiori differenze si riscontrano col gruppo C; gli interventi richiesti per il concepimento sono risultati pari a 1,85 contro 2,50 del gruppo C Tutti questi lavori ci fanno comprendere l’importanza di fornire ai nostri animali degli additivi con valore biologico elevato e non solamente un valore riportato su un cartellino.

ZOOTECNIA DI GIOVANNI BATTISTA TESTA

Reggono i prezzi dei suini in Italia Dati nazionali positivi nel primo trimestre, mentre a livello europeo si rilevano sensibili contrazioni di mercato.

Una differenza che richiede attenzione Il prezzo dei suini da macello nel primo trimestre 2018 evidenzia un valore medio pari a euro 1,56/kg contro il prezzo medio di euro 1,573/ kg registrato nel medesimo periodo 2017 (quotazioni mercato di Modena) registrando una diminuzione dello 0,83%.

Una inezia se teniamo conto che facciamo confronti con l’anno dei record delle quotazioni.

Nel mese di marzo 2018 la quotazione media fissata sulla piazza di Modena è risultata pari a euro 1,575/kg appena sotto la quotazione del marzo 2017 pari a euro 1,578/kg, -0,19% (vedere Grafico 1 a pag. 34).

SUINICOLTURA ITALIANA L’Anas ha pubblicato di recente le prime stime del bilancio del settore suinicolo italiano. Un settore in regresso, ormai da anni. Il totale delle macellazioni 2017 è pari a 11.380.546 capi, -4,0% rispetto al 2016. Il circuito dei suini pesanti del

circuito Dop evidenzia la macellazione di 7.622.800 suini, -4,2% rispetto al 2016. Sono lontani i tempi nei quali il circuito dei suini Dop superava i nove milioni di capi macellati.

Nonostante la diminuzione delle macellazioni di suini pesanti, non risultano in calo rilevante le cosce poste sotto sale per la produzione di prosciutti Dop. Le cosce poste in salagione nel periodo 2017 risultano 12.288.740 contro le 12. 375.367 dell’anno 2016, -0,7% (Elaborazione BMTI su dati MIPAAF).

L’import di suini vivi registra una vera e propria debacle, -19,3% scendendo a 885.601 capi, mentre nel settore delle carni suine si evidenzia un dato quasi uguale a quello del 2016, con una quantità pari a tonnellate

1.059.847, -0,3%.

L’export totale registra un leggero progresso, +0,9% pari a 413.440 tonnellate (peso equivalente carne fresca). Il grado di autoapprovvigionamento risulta pari al 62,70% con un peggioramento dello 0,4%.

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GRAFICO 1: ANDAMENTO PREZZI DEI SUINI PESANTI DA MACELLO: CONFRONTO 2016/2017/2018 - FONTE: C

MERCATO EUROPEO Negativo l’andamento delle quotazioni sui principali mercati europei.

Nei primi due mesi dell’anno 2018 i mercati dei principali produttori europei hanno evidenziato forti contrazioni delle quotazioni rispetto al medesimo periodo 2017: Germania -9,29%, Spagna -10,47%, Paesi Bassi -11,57%, Danimarca -12,51% e Francia -15,94%. In Francia le carcasse di suino leggero sono state pagate mediamente euro 1,139/kg, pari a circa 0,90 euro kg a peso vivo.

Le macellazioni a livello europeo nel corso del 2017 hanno registrato un decremento del 1,1%. Mentre nei

34 ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

primi due mesi dell’anno esse sono leggermente incrementate, spinte dai forti incrementi dei Paesi Bassi +5,62%, della Danimarca +2,63% e della Francia +2,46%.

DOMANDA MONDIALE Secondo gli analisti comunitari, la domanda mondiale di carne suina dovrebbe crescere più lentamente rispetto all’ultimo decennio, sostenuta prevalentemente dall’Asia e dall’Africa Sub Sahariana.

I livelli della domanda cinese dopo la ristrutturazione del comparto interno sono un fattore di incertezza che può condizionare pesantemente il mer-

cato suinicolo mondiale. Le esportazioni comunitarie verso la Russia non dovrebbero aumentare anche qualora venisse meno l’embargo alle importazioni dall’UE. Gli analisti ritengono che l’incremento produttivo previsto in Brasile sarà prevalentemente assorbito dal mercato interno e che Stati Uniti e Brasile rimarranno Paesi competitivi sul mercato mondiale.

ANDAMENTO EXPORT L’Unione Europea ha esportato nel corso del 2017, 3,819 milioni di tonnellate di carni suine (fresche, congelate e lavorate), contro i 4,156 milioni di tonnellate del 2016, -8,1%.

CCIAA MODENA E CUN - DATI PROVVISORI

Dopo lo stratosferico record delle esportazioni dell’anno 2016, +22,91% rispetto al 2015, si è verificata una battuta d’arresto, dovuta sostanzialmente alla diminuzione delle esportazioni verso la Cina passate da 1.866.355 tonnellate a 1.389.035 tonnellate, -477.320 tonnellate pari ad una diminuzione del 25,57. La diminuzione complessiva dell’export UE nel corso del 2017 è contenuta nel 8,1% grazie agli incrementi delle esportazioni verso altri Paesi extra-UE: Giappone +5,1%, Corea del Sud +5,2%, Filippine + 15,5%, USA +33,2%.

Teniamo conto che nel corso del 2017 l’euro si è rafforzato nei confronti del dollaro e di tutte le altre monete mondiali rendendo meno competitive le nostre produzioni. Aver contenuto la diminuzione delle esportazioni nel 8,1% è

un risultato da valutare positivamente.

SITUAZIONE CONSUMI I consumi domestici di prosciutto crudo in Italia sono in netto calo. I dati pubblicati da ISMEA, sulla base delle rilevazioni Nielsen Consumer Panel, evidenziano un calo dei consumi del 2,4% nel 2015, del 5,9% nel 2016 e del 10,7% nel 2017.

Il dato è particolarmente preoccupante se lo confrontiamo con l’andamento del settore salumi che negli anni passati registrava una flessione dei consumi, -2,7% nel 2015 e -4,2% nel 2016, ma nel corso del 2017 ha evidenziato una inversione di tendenza evidenziando un +1,4%, al contrario il prosciutto crudo ha registrato un calo a doppia cifra.

Minori sono le flessioni per quanto riguarda il valore dei prosciutti: -0,6% nel ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

35

ZOOTECNIA 2015, -1,0% nel 2016 e – 4,5% nel 2017, semplicemente perchè il prezzo del prosciutto al consumo è cresciuto. Cosa stia esattamente succedendo nelle case degli italiani non lo sappiamo e forse sarebbe utile avviare a livello nazionale una ricerca di mercato per indagare sulle motivazioni che hanno portato a questo crollo dei consumi domestici di prosciutto crudo. La domanda interna di carni suine fresche segna nel corso del 2017 un’inversione di tendenza con trend positivi rispetto al 2016 che interessano sia le carni fresche che i salumi. In entrambi i casi si riscontra, oltre che l’aumento delle quantità acquistate (+1,4 per le carni e +1,4% per i salumi), anche un maggior valore (+2,9% per le carni e +2,7% per i salumi).

LUCI E OMBRE I fondamentali che abbiamo commentato evidenziano non poche criticità per cui la tenuta dei prezzi del suino grasso in Italia nel prossi-

ÎÈ ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

mo trimestre è auspicabile, ma poco probabile. Troppa è la differenza di prezzo tra il mercato del suino da macello in Italia e quello europeo.

Molto positiva l’inversione di tendenza dei consumi in Italia, +1,4% per le carni e +1,4% per i salumi, sono un buon viatico per il settore, dopo anni di continue diminuzioni.

Attenzione però al dato dei prosciutti Dop, il calo dei consumi domestici dell’10,7%, sommato ai cali del 2016, -5,9% e del 2015, -2,4%non possono non preoccupare. I salumi Dop, con in testa i prosciutti, sono il principale strumento di valorizzazione del suino pesante italiano. Non risultano iniziative volte ad approfondire questa situazione, nè a volerne accertare appieno l’entità e le cause.

La Francia che ha registrato importanti cali dei consumi dei salumi e delle carni suine ha già messo a punto un piano di marketing volto a recuperare sul mercato interno i volumi dei consumi. L’Italia sembrerebbe quasi fare finta di nulla.

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NOTIZIE DALLE AZIENDE

Borio: «Il nostro segreto?

Stare al passo con i tempi» La storica ditta albese di macchine agricole annuncia il potenziamento della sede centrale e l’apertura dell’ecommerce dedicato alle attrezzature per giardinaggio e tempo libero Compiere 85 anni per un’azienda di macchine agricole vuol dire essere cresciuta insieme ai propri clienti, alla propria terra.

Lo dimostra la “Borio fratelli” di Alba, una storia con radici profonde nelle Langhe e nel Roero, da Alba a Asti, all’insegna di un motto tanto semplice, quanto disarmante, che ne svela il successo: macchine d’avanguardia, per un’agricoltura moderna.

Dal 1933 ad oggi, la famiglia Borio è presente sul mercato delle macchine agricole.

Nel 1958 Pier Franco e Valerio raccoglievano il testimone dal capostipite Battista, artigiano meccanico, puntando fin dall’inizio sulle macchine migliori: Lamborghini (trattori), B.C.S. (motofalciatrici e macchine fienagione), Goldoni (motocoltivatori/trattorini), Nobili (trinciatrici/atomizza-

tori), Cima (atomizzatori), Khun (macchine fienagione), Argnani & Monti (pale caricatrici, lame apripiste), Gaspardo (seminatrici), Zambelli (enologia)…

Una scommessa vincente, che oggi viene rilanciata verso nuovi orizzonti, il potenziamento della storica sede albese in corso Canale 6 e l’inaugurazione dell’ecommerce specializzato in attrezzature per il giardinaggio e il tempo libero, con consegne gratuite in tutta Italia, in 24/48 ore.

«Nella nostra ditta è vietato stare fermi – commenta Andrea Borio, 41 anni, tre figli, uno dei titolari dopo la scomparsa di Pier Franco nel 2014 -, l’anno scorso abbiamo ampliato la sede albese con una nuova esposizione e un deposito, quest’anno aumenteremo l’organico amministrativo di

un dipendente e chiuderemo il punto vendita di Carrù per consentire all’attuale gestore di essere presente su tutte le piazze, cioè più vicino alla clientela, garantendo il servizio di assistenza e riparazione tramite il consolidato rapporto con l’Officina Sassa

& Bassignana di Piozzo».

Cosa ha significato per voi seguire l’evoluzione dell’agricoltura, com’è cambiato il vostro lavoro?

«Se fino agli Anni Ottanta eravamo specializzati nei macchinari per la fienagione

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Ampliamento della sede di Alba

ne e la lavorazione dei foraggi, con lo sviluppo della viticoltura e della coltivazione della nocciola “Tonda Gentile delle Langhe”, la richiesta di macchine agricole si è orientata verso cingolati per vigneto, trattorini 4RM, molto bassi, leggeri e potenti, trinciatrici, defogliatrici, cimatrici BMV, atomizzatori, ripper speciali, aratri sottofila, potatrici, macchine per la raccolta delle nocciole sia trainate sia semoventi, macchine per la spietratura e pulizia delle nocciole,

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impianti per l’essicazione e lo stoccaggio, trasportatori pneumatici…

Parallelamente, sempre nell’ambito della famiglia Borio, nel 1974 abbiamo fatto nascere un’altra azienda, la BMV, che è partita per progettare e fabbricare motozappe, per poi specializzarsi nella costruzione di macchine di precisione.

Da oltre vent’anni, la BMV produce cimatrici, defogliatrici per vigneto e potatrici per frutteti, esportando in oltre cinquanta paesi nel mondo».

Cosa ci riserva il futuro?

«La nuova frontiera è l’agricoltura biologica. Servono macchine specializzate nella lavorazione del suolo con sistemi bio, cioè senza più l’uso di dissecanti, e attrezzature a batteria.

La qualità delle attrezzature è diventata imprescindibile e gli agricoltori sono sempre più esigenti, per questo è importante per noi essere all’avanguardia, il progresso ci stimola a fare sempre meglio».

ORTOFRUTTICOLTURA DI CECILIA CONTESSA - VIVAISTA - info@labovivairoero.com

Da coltura marginale a vera frutticoltura Il forte aumento della domanda di nocciole e la rapida espansione della superficie investita nelle coltura hanno portato negli ultimi anni ad un cambiamento della visione agronomica della corilicoltura tradizionale.

SELEZIONE CLONALE Se prima il nocciolo veniva inserito come coltura marginale, in quelle zone dove null’altro poteva essere coltivato, oggi è entrato a far parte a tutti gli effetti nel mondo della ‘frutticoltura’ in senso stretto e come tale viene gestito. Si parla

finalmente di irrigazione, potatura, raccolta meccanizzata, difesa e come ultima evoluzione di selezione clonale. Il concetto della selezionale clonale nasce dall’esigenza di individuare all’interno di un gruppo di piante della stessa cultivar (nel caso del nocciolo si parla di popolazione), quelle con le performance migliori delle altre.

RICERCA UNIVERSITARIA Il gruppo di ricerca sul nocciolo del Disafa dell’Università degli Studi di Torino, intraprese questa indagine

finalizzata a studiare la variabilità genetica all’interno della cultivar Tonda Gentile delle Langhe, selezionando piante caratterizzate da elevate produzioni e alta resa alla sgusciato.

Furono individuate 209 piante particolarmente produttive nelle provincie di Cuneo ed Asti, dalle quali furono prelevati diversi campioni di frutti per studiarne i più importanti caratteri morfologici e qualitativi. Delle 209 piante iniziali ne vennero scelte 23 e propagate al fine di studiarne la risposta in campo in ambienti differenti da

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PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI CLONI PIÙ INTERESSANTI DI TONDA GENTILE DELLE LANGHE MESSI A CONFRONTO

CLONE

Peso nocciola (g)

Peso seme (g)

Calibro nocciola (mm)

Calibro seme (mm)

Distacco del perisperma dal seme (%)

Nocciole vuote (%)

Somma difetti (%)

Resa allo sgusciato effettiva esclusi i vuoti (%)

UNITO AD17

2.41

1.15

18.10

13.70

96.40

0.93

4.43

47.6

UNITO MT4

2.34

1.13

18.20

13.80

98.40

2.67

7.25

48.1

UNITO MT5

2.32

1.13

18.20

13.80

98.00

1.50

6.68

48.9

UNITO PD6

2.27

1.10

18.30

13.70

97.80

1.50

4.50

48.6

La rapida espansione del settore ha portato ad un cambiamento della visione agronomica della corilicoltura tradizionale.

Lo studio dell’Università sulla variabilità genetica della Tonda Gentile delle Langhe quelli di origine. I risultati evidenziarono un’elevata variabilità per quanto riguarda la produzione per pianta, mentre le caratteristiche dei frutti, ad eccezione della resa allo sgusciato, non manifestavano differenze significative.

CLONI SUPERIORI Una selezione finale venne effettuata

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per individuare le piante con le caratteristiche migliori, fino ad arrivare ad un poker di cloni risultanti superiori alla media: Unito AD17, Unito MT4, Unito MT5 e Unito PD6. Infine, Unito AD17 e Unito MT5 vennero scelti come cloni da portare alla moltiplicazione, in quanto erano quelli che dimostravano la maggior costanza nel tempo dei parametri produttivi

e qualitativi e la migliore attitudine alla propagazione. Nella Tabella sopra vengono riportate le principali caratteristiche dei cloni ritenuti più interessanti. (Fonte: Valentini N., Marinoni D., Botta R., Me G. - Cloni della cultivar di nocciolo Tonda Gentile delle Langhe a confronto: risultati di cinque anni di osservazioni.

Frutticoltura (2001) 10: 67-71).

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ATTUALITÀ

Camera di commercio Nuovi bandi per le imprese Due milioni e duecento mila euro a sostegno della competitività e degli investimenti delle aziende cuneesi.

Ecco gli ambiti di interesse

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La Camera di commercio, nonostante i pesanti tagli subiti, anche quest’anno destina oltre 2,2 milioni di euro a favore delle imprese della provincia, a sostegno della competitività e degli investimenti.

4.0”, sino ai voucher per incentivare le imprese che svolgono una fondamentale azione di apertura e formazione ai giovani studenti, attraverso la realizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro.

AMBITI DI INTERVENTO Molti gli ambiti individuati, articolati in diverse linee di azione: dal sostegno al credito, attraverso i bandi in collaborazione con i Confidi per consentire alle imprese di accedere più agevolmente a finanziamenti bancari a fronte di investimenti, ai bandi per l’erogazione di contributi a fondo perduto a fronte di spese per rinnovare le strategie di marketing, per conseguire certificazioni volontarie e SOA, per investire nella tutela di marchi e brevetti, per stipulare e promuovere i contratti di rete e consorzi, ai voucher per accompagnare le imprese verso una riqualificazione aziendale in linea con la strategia nazionale “Impresa

VOLANO PER INVESTIMENTI «È con orgoglio che anche quest’anno, grazie all’impegno rigoroso nella gestione amministrativa e finanziaria dell’ente camerale e all’adesione alle progettualità individuate a livello di sistema, ci presentiamo a questo appuntamento con l’apertura dei nuovi bandi camerali 2018 – sottolinea il presidente Ferruccio Dardanello -. Le ingenti risorse, suddivise nelle diverse linee di intervento individuate con le associazioni di categoria, rappresentano un volano a sostegno degli investimenti e della competitività delle nostre imprese, accompagnandone i processi di innovazione e digitalizzazione”.

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Nocciole, a Cherasco il summit sulla qualità Il nocciolo ritorna protagonista a Cherasco, con l’ormai tradizionale convegno promosso da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte e Asprocor nel cuore della corilicoltura italiana. Appuntamento sabato 5 maggio alle 9,45 nel PalaExpo di Cherasco: al centro del dibattito “La qualità nella trasformazione della nocciola”.

OBIETTIVO QUALITÀ «La qualità di un prodotto alimentare è la capacità di soddisfare i bisogni del consumatore – osservano gli organizzatori -, questo è ancora più vero quando si parla di nocciole.

La maggior parte di quelle prodotte in Italia è destinata all’industria dolciaria: piccoli laboratori, medie e grandi industrie lavorano

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e trasformano le nocciole in un’articolata serie di prodotti, alcuni tra i più famosi del mondo, basti pensare alla Nutella».

REQUISITI MERCEOLOGICI Ma le nocciole, per essere impiegate nell’industria dolciaria, debbono possedere requisiti merceologici ben precisi e differenti a

seconda del tipo di lavorazione alle quali saranno sottoposte (nocciole tostate, granella, farina, pasta ecc.).

Occorre che la forma del gariglio sia possibilmente sferoidale, con calibro 1113 e 13-15, le caratteristiche preferite dall’industria dolciaria.

La resa alla sgusciatura, la percentuale di pelabili-

tà della nocciola dopo la tostatura, la percentuale di difettosità da cimiciato e avariato sono i parametri che definiscono la qualità della nocciola.

ANNATA DIFFICILE La cimice asiatica nella scorsa campagna di produzione ha causato danni ingenti sul nocciolo, soprattutto nelle aree dei Roeri, Albese, bassa Langa, Carrù, Cherasco, Bene Vagienna, dove, per alcune partite, il danno ha superato il 50%.

Solo le zone di Alta Langa sono state risparmiate.

Il danno da cimice compromette la resa allo sgusciato delle nocciole, presentandosi sulla nocciola sgusciata sia come danno visibile, sia come danno occulto cioè al taglio, rilevabile con apposita taglierina.

Il controllo dell’umidità delle nocciole

Sabato 5 maggio il convegno promosso da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte e Asprocor nel cuore della corilicoltura italiana MONITORAGGIO CONDIVISO «Complici i danni prodotti dal gelo, dalla siccità e non per ultima dalla cimice asiatica – osserva Gian-

luca Griseri, responsabile tecnico dell’Ascopiemonte -, questa ultima annata è stata particolarmente difficile.

Non solo si è ridotta la

quantità della produzione, ma, per alcune partite, è risultata compromessa soprattutto la qualità.

Occorre una strategia di monitoraggio e intervento

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efficace, condivisa da tutti gli operatori».

Impianto irrigazione

Taglierina

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OPERAZIONI DETERMINANTI «Di certo – continua Griseri -, una nocciola di qualità non si ottiene solo effettuando più trattamenti: corretta concimazione, potatura, pulitura, essicazione e stoccaggio sono operazioni determinanti per ottenere una produzione di qualità con un’alta resa alla sgusciatura».

In Piemonte, sono ormai oltre 21 mila gli ettari di terreno coltivati a nocciole, con circa 9 mila aziende interessate. Un fenomeno in continua espansione.

INCONTRO E CONFRONTO «Il convegno vuole

essere un momento di incontro e di confronto tra i diversi protagonisti della filiera corilicola – spiega il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -, con particolare interesse al tema della qualità nella trasformazione della nocciola.

La maggior parte delle nocciole prodotte in Piemonte sono destinate alla trasformazione: dal piccolo laboratorio fino alla grande industria.

Occorre quindi produrre una nocciola di qualità che corrisponda ai parametri qualitativi richiesti dall’industria.

A completamento del convegno, si parlerà anche di cimice asiatica, caratteristiche e valori nutrizionali della nocciola».

ORTOFRUTTICOLTURA DI MICHELE FINO

Opal, prendere gusto alla mela biologica Mi ricordo ancora la prima volta che un tecnico frutticolo è venuto a parlare di biologico a casa mia a Revello, nel 1997.

Sembrava fantascienza o tutt’al più “una fissa”.

PIACEVOLE SORPRESA Quando nelle settimane passate ho partecipato alla presentazione delle novità per il biologico, curate dalla Biofruit Service a Verzuolo, ho trovato una sala gremita (non meno di 100 coltivatori di

frutta da tutto il Saluzzese, tutti impegnati a fare il biologico sul serio) e attentissima a quello che veniva spiegato. E di cose ne sono state spiegate diverse: le opportunità offerte attualmente dal mercato; la nuova varietà di mela a club denominata “Opal”; i principi della difesa anticrittogamica biologica come si deve e anche le nuove sfide: certificazioni private (GlobalGap su tutte) e varietà che ieri sembravan

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Presentata a Verzuolo la nuova varietà a club che promette ottime qualità organolettiche e di resistenza agli urti promettenti, ma ora non sono più tali, come la pera Carmen.

DUE NOVITÀ I due piatti principali della serata sono stati, dal mio punto di vista, la miniguida al trattamento biologico della ticchiolatura - basato su una valutazione molto attenta di mm di pioggia, tempo di asciugatura delle foglie e momento della giornata in cui questi fenomeni avvengono, per decidere se e quando intervenire – e la presentazione di “Opal”. Agli agricoltori è stato anche ricordato

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di come sia finito il tempo in cui si può attribuire a misteriose derive o all’autoproduzione di principi attivi da parte delle piante la presenza nei frutti di tracce di agrofarmaci vietati in biologico: ciò che si dà rimane, magari nel circolo linfatico della pianta, anche per più stagioni, quindi il biologico non è una scelta che ammette tentennamenti, se il coltivatore vuole trarne tutti i vantaggi.

Ma veniamo alla regina della serata.

OPAL GOLD “Opal” è una mela gialla (ma l’esterofilia domina anche questo settore, e allora ecco che nelle brochure la si definisce “gold”, dorata) che deriva da un incrocio di Golden Delicious per Topaz, sviluppata all’Istituto di Botanica Sperimentale di Praga nel 1999. La favola che sia stata creata per sopperire alla carenza di vitamine nella dieta di popolazioni soggette ai regimi comunisti è una romantica trovata, anche se l’ha rilanciata anche qualche sito specializzato, visto che l’allora Cecoslovacchia si è liberata del

regime nel 1989 e il padre di Opal, JaroslavTupý, ha iniziato nel 1991 gli incroci Golden Delicious x Topaz, ottenendo varietà come “Luna”, “Sirius”e “Orion” prima di arrivare a Opal.

EVIDENTI QUALITA’ Si tratta di una mela che naturalmente presenta bassi livelli di polifenolossidasi, vale a dire il tetramero che si trova abbondante nelle mele a cui siamo abituati, da cui dipende il fatto che le fette di mela, lasciate a contatto con l’aria, diventino brune.

Dunque, “Opal” imbrunisce molto poco, rimane bella più a lungo, si presta ad essere tagliata a casa e messa in busta per i bambini che la debbono consumare nell’intervallo a scuola.

Anche perché è una mela consistente, che regge molto bene gli urti che ammaccherebbero altre mele.

Ma soprattutto, “Opal” è una mela molto buona: succosa, quasi brodosa, per nulla farinosa, con una dolcezza molto notevole, bilanciata da un’acidità croccante e soprattutto

completata da una aromaticità che compare con la masticazione e la rende davvero eccellente, oltre che emergente, rispetto a ciò che offre il mercato abitualmente.

CLUB ITALIANO Biofruit Service è entrata nel club italiano insieme a Ortofruit Italia.

Il promotore del club è il consorzio La Trentina. La coltivazione di questa mela sembra molto promettente: la pianta non ha particolari esigenze, la produzione è elevata, con leggera alternanza, la mela, se prodotta in regime biologico, non ha bisogno di grandi pezzature per essere commercializzata fresca (anzi: se sono troppo grandi le mele bio mettono in allarme i consumatori…) e soprattutto, viste le caratteristiche organolettiche, è ottima anche per le conserve di frutta: dall’essiccato al succo e polpa, dal suco limpido alle puree.

RESISTENZA E SAPORE Naturalmente resistente alla ticchiolatura e poco sensibile al malbianco,

Marco Giordanino e Remo Madala alla presentazione della mela Opal

questa mela che matura poco dopo Golden D. offre anche il vantaggio di resistere bene sulla pianta, caso mai le operazioni di raccolta dovessero attendere un po’ di più.

La sua buccia consistente, alle volte con una leggera ed esteticamente gradevole ruggine limitata all’area intorno al picciolo, la protegge efficacemente, consentendo all’agricoltore di organizzare bene il proprio lavoro.

Davvero una buona notizia per il settore, il fatto che nell’ambito della

melicoltura, per lo meno, la qualità organolettica vada costantemente salendo, mentre per altri tipi di frutta, colore, dimensione e resistenza al trasporto sembrano ancora essere gli unici elementi che contano nel mercato.

Una vera fortuna per il frutto di Eva e per i suoi coltivatori, che da oltre sessant’anni nel Saluzzese e nel Cuneese gli dedicano le proprie fatiche.

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FIERE

Fruttinfiore a Lagnasco celebra la grande mela Da venerdì 6 a domenica 8 aprile torna a Lagnasco Fruttinfiore, la manifestazione dedicata alla migliore produzione frutticola locale e che ogni anno attira oltre 40 mila visitatori da tutto il Piemonte.

TRADIZIONE E INNOVAZIONE Giunta alla XVI edizione, la manifestazione è ormai un appun-

xÓ ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

tamento irrinunciabile per chi vuole fare una full immersion nel mondo della frutta e scoprire le ricchezze alimentari e culturali del territorio. Fruttinfiore è un mix di tradizione e innovazione, la dimostrazione di come le realtà locali siano state capaci di evolversi, trasformando le antiche tradizioni nella moderna frutticoltura, senza abbandonare i valori tipici del territorio.

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FORMAT VINCENTE Il format vincente è confermato: immancabile come sempre dunque lo Stao, il Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura, con i mercatini ricchi di prelibatezze, i laboratori e tante attività didattiche per grandi e piccini. Lo Stao ospiterà inoltre l’inaugurazione ufficiale di Fruttinfiore con il tradizionale taglio del nastro, in programma venerdì 6 aprile alle 17 nel piazzale Asprofrut.

NOVITÀ 2018 La grande novità dell’edizione 2018 sarà piazza Umberto I, interamente dedicata alla mela in un grande spazio coperto, ma trasparente e quindi visibile anche dall’esterno, dove verrà allestito un percorso

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in cui la mela sarà celebrata in ogni sua componente.

Il pubblico avrà la possibilità di vedere da vicino attraverso immagini, fotografie e video l’intero percorso del frutto più importante di Lagnasco: dalla raccolta alla vendita finale. Al termine del percorso sarà possibile acquistare le mele e i suoi derivati: polpe, succhi e le buonissime frittelle di mele (solo nella giornata di domenica) preparate dai volontari della Pro Loco, rigorosamente a base di mele di Lagnasco.

Troverà spazio in quell’area anche la tradizionale “Mostra Pomologica” curata da Agrion.

PERCORSO GASTRONOMICO Sempre in piazza trove-

Da venerdì 6 a domenica 8 aprile, la sedicesima edizione della rassegna che promuove la frutticoltura locale. Ecco le novità ranno comunque ancora spazio le delegazioni ospiti, i Consorzi di Valorizzazione e Tutela dei prodotti agricoli della Provincia di Cuneo, il percorso gastronomico per celebrare la frutta anche a tavola, tra piatti tradizionali e gustose ricette innovative.

EVENTI COLLATERALI Il percorso continuerà fino al Castello, sede delle premiazioni e di mostre tematiche, tra cui quella dedicata alle varietà di mele, curata

dal Creso. In occasione dell’evento, inoltre, sarà possibile prenotare visite guidate al Castello anche in orario serale.

Confermate, infine, le attività collaterali con convegni, bancarelle ricche di curiosità, il Mercatino di via Roma con prodotti alimentari e di artigianato locale, i fuochi d’artificio e, per tutti gli appassionati di Fitwalking, la X edizione della “Camminata tra i frutteti in fiore”.

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ATTUALITÀ

In campo a concimare con lo smartphone L’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze e Foggia (Ibimet-Cnr, Dipartimento bioagroalimentareDisba) in collaborazione con Barilla Spa ha realizzato ‘Agrosat’: un servizio, online e gratuito, in grado di supportare la gestione della concimazione attraverso tecniche di agricoltura di precisione.

Il primo risultato è sta-

to fornire, ai produttori cerealicoli della Toscana, dell’Emilia-Romagna e della provincia di Foggia, un quadro della variabilità temporale di biomassa in campo e l’elaborazione di mappe per la fertilizzazione, mediante spandiconcime a rateo variabile.

CONCIMAZIONI RAZIONALI «Per chi non disponesse

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di mezzi di ultima generazione, Agrosat permette di navigare le mappe di prescrizione così da abilitare in tempo reale una razionalizzazione delle concimazioni: sarà sufficiente uno

smartphone o un tablet per monitorare la propria posizione sulla mappa e dosare il rilascio di concime in base a quanto prescritto», spiega Piero Toscano dell’Ibimet-Cnr.

Un nuovo servizio, online e gratuito, fornisce il quadro della variabilità temporale di biomassa nel terreno e l’elaborazione di mappe per la fertilizzazione

L’elaborazione delle mappe è resa possibile grazie ai dati satellitari delle piattaforme ESA Sentinel-2A e 2B del programma europeo di osservazione della Terra ‘Copernicus’.

REDDITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ L’agricoltura di precisione è una tecnica che ha come obiettivo quello di aumentare la produzione e la qualità del raccolto, riducendo

i costi per gli agricoltori e l’impatto ambientale.

Tutto questo per coniugare redditività e sostenibilità.

Ad oggi questa tecnica è ancora poco diffusa in Italia: solo l’1% della superficie agricola coltivata vede l’impiego di tecnologie legate all’agricoltura di precisione.

Mentre è molto ben radicata all’estero. Basti pensare che in Francia, Germania, Regno Unito le aziende agricole che hanno già adottato le tecniche di agricoltura di precisione superano ampiamente il 20% e negli Stati uniti sono oltre 80%.

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FIERE

Sabato 7 e domenica 8 aprile la fiera che segna l’apertura della nuova stagione agricola

Le cinquantanove primavere di Mondovì L’inverno finisce con la Fiera di Primavera di Mondovì, che apre le porte alla nuova stagione agricola.

Puntuale nel capoluogo monregalese è atteso quest’anno l’appuntamento con la cinquantanovesima edizione della manifestazione fieristica, sabato 7 e domenica 8 aprile, dalle 9 alle 19.

GRANDI NUMERI Un evento nel segno della tradizione che invita monregalesi e visitatori a riappropriarsi del piacere di passeggiare nel centro

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cittadino. Un appuntamento dai grandi numeri che per varietà e qualità degli espositori richiama visitatori da tutta la provincia e non solo. Breo ed il suo centro storico ospiteranno le esposizioni tradizionali con le bancarelle del Gran Mercato di Primavera, le vetture nuove e usate, cicli e motocicli, macchine agricole, autocarri e attrezzi per il giardinaggio, moto e motori, tecnologie e prodotti per la casa, l’arredo, le energie rinnovabili e attività per il tempo libero, nonché prodotti tipici agri-

coli ed artigianali.

MERCATO AGRICOLO In viale Durando sarà riconfermato il settore specificamente dedicato ai prodotti ed ai produttori agricoli del territorio. In questo spazio verrà proposta la filiera corta agroalimentare con possibilità, per il pubblico, di acquistare prodotti a chilometri zero. Come sempre il contesto espositivo rappresentato dalle diverse aree fieristiche sarà arricchito da iniziative specifiche e attività correlate.

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Il Consorzio di Tutela dei Vini Doc Colline Saluzzesi

Vini Doc Colline Saluzzesi Marchesato alla riscossa Il 24 e 25 febbraio scorsi, dodici giornalisti e blogger hanno visitato Saluzzo su invito del Consorzio di Tutela dei Vini Doc Colline Saluzzesi che, in collaborazione con la Fondazione Amleto Bertoni e con il contributo della Città di Saluzzo e della Fondazione Cassa di risparmio di Saluzzo, ha organizzato l’educational tour

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all’insegna del racconto dei luoghi saluzzesi e delle loro meraviglie, tra arte, cultura, vini e gastronomia.

VIGNETI E DEGUSTAZIONI Dopo la visita al centro storico cittadino, il gruppo ha proseguito alla volta di Vigna San Carlo di Marialuce Reyneri di Lagnasco, sulla collina

saluzzese – che grazie al compianto Alessandro Reyneri di Lagnasco conserva numerose varietà autoctone di vite recuperate dall’estinzione (come lo Chasselais o il Gouait Blanc) – con una tappa successiva presso la vigna di Pelaverga ai piedi del Castello di Castellar, di proprietà della Società Agricola Produttori Pelaverga Castel-

lar. A completamento del tour, si è tenuta la degustazione guidata dei vini della Doc Colline Saluzzesi presso la Sala Rovasenda nel complesso della Castiglia: 14 vini, dai Pelaverga ai Quagliano, passando per i Barbera in purezza e i tagli della denominazione Colline Saluzzesi Doc Rosso (vinificati da Barbera, Chatus e Neretta cuneese).

VINI SALUZZESI Numerose personalità e la stampa locale hanno poi raggiunto gli ospiti arrivati già nel pomeriggio per occupare tutte le 45 postazioni previste.

La serata si conclusa con un aperitivo presso la splendida cornice del Refettorio del Convento di San Giovanni, a cura del Ristorante Casa Pellico, e con una cena presso lo

stesso ristorante, in Piazzetta Mondagli, accanto alla dimora che ha dato i natali all’illustre Saluzzese.

Durante la cena gli ospiti hanno potuto proseguire nella degustazione dei vini dei produttori aderenti al Consorzio della Doc Colline Saluzzesi, abbinati alle chicche gastronomiche locali, reinterpretate dalla cucina delicata ed elegante dello chef Marco Roberto: dalla trota alla Gallina Bianca di Saluzzo, senza dimenticare il Toumin del Mel, la carne di Fassone Piemontese, lo zafferano del Monviso e le castagne delle nostre valli.

ATLANTE DEI SAPORI Grande la cura nel selezionare i cibi all’interno dell’Atlante dei sapori delle Terre del Monviso, la guida prodotta in collaborazione con l’Università di Scienze

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ENOLOGIA

Il Consorzio di Tutela presieduto da Vanina Carta riparte da giornalisti e blogger: «Vogliamo uscire da un certo complesso di marginalità, siamo portavoce di un eccezionale patrimonio ampelografico» Gastronomiche di Pollenzo che unisce prodotti, produttori e ricette.

Il giorno successivo, passeggiata “innevata” presso la vigna sperimentale La Bicocca a Verzuolo (gestita dall’Istituto Tecnico Agrario Umberto I° - Scuola Enologica di Alba, sezione associata di Verzuolo) e nella vigna di Quagliano dell’Azienda agricola Serena Giordanino, sulla collina di Ceretto a Costigliole Saluzzo.

Un’iniziativa attraverso la quale il Consorzio, presie-

duto da Vanina Carta, si è presentato come gruppo rinnovato e coeso di piccoli produttori legati alla conservazione di un terroir.

Uva Pelaverga

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VITICOLTURA INEDITA «Le Colline Saluzzesi significano viticoltura antica – osserva la presidente Vanina Carta -, ma allo stesso tempo inedita rispetto al panorama e al mercato del vino in Italia.

Dunque, un gruppo di persone che intendono uscire da un certo complesso di marginalità, di cui da

ENOLOGIA tempo soffre la viticoltura della zona, mettendoci la faccia e facendosi portavoce in prima persona di vini che nascono da una storia millenaria; sono esempi di microeconomia sostenibile e conservano un eccezionale patrimonio ampelografico, ai piedi del Monviso».

MERCATO DI NICCHIA «Il nostro target – continua la presidente - sono i consumatori amanti di ciò che è raro e dei vini da vitigni autoctoni. Un mercato di nicchia, certo, che ci cerca proprio perché siamo piccoli e perché dedichiamo una cura particolare alle nostre vigne, come alle nostre microcantine.

A livello locale, l’obbiettivo consiste nel creare una buona e salda rete di partnership con gli enti, i progetti e le realtà, pub-

La visita dei giornalisti nelle vigne saluzzesi

bliche e private, che si occupano di promozione e ricettività».

CARTE IN REGOLA «In una visione a lungo termine – conclude Vanina Carta - occorre poi lavorare sull’inserimento del nostro gruppo all’interno dei

circuiti e delle rotte turistiche che sempre più stanno guardando al Saluzzese e portare, anche commercialmente, il nome della dominazione Colline Saluzzesi e della stessa Saluzzo (e zone limitrofe) al di fuori dei confini provinciali e regionali.

Obiettivi molto ambiziosi,

di grande respiro e non facili da raggiungere, ma comunque alla nostra portata: in 10-15 anni le nostre aziende hanno fatto grandi passi in avanti qualitativamente, per cui abbiamo tutte le carte in regola per provarci e riuscirci».

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ENOLOGIA

Barolo e Barbaresco assegnazioni contestate La Regione Piemonte ha deciso di modificare i criteri per le assegnazioni di idoneità delle superfici vitate delle denominazioni d’origine controllata e garantita Barolo e Barbaresco. In base ai nuovi parametri, le imprese che erano già in lista d’attesa da più anni non vedono riconosciuto il punteggio aggiuntivo che era loro attribuibile in precedenza.

CONFAGRICOLTURA Confagricoltura, con le altre organizzazioni agricole e il Consorzio

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di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, che gestisce le denominazioni, aveva chiesto alla Regione di ripristinare le regole già adottate in precedenza.

La Regione ha comunicato che non verrà modificato il bando e che non verranno prese in considerazione le richieste della filiera.

«Prendiamo atto del pronunciamento della Regione, che ha deciso di non accogliere le richieste unitarie del mondo agricolo. In questo modo – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte

ENOLOGIA Enrico Allasia – non tenendo conto delle indicazioni delle organizzazioni maggiormente rappresentative della filiera, si penalizzano le imprese che da anni chiedono di investire nello sviluppo della vitivinicoltura. È una decisione che non condividiamo e che intendiamo contrastare, nell’interesse degli imprenditori agricoli che da anni investono nel territorio».

che avevano partecipato senza successo ai bandi degli anni precedenti.

«Sono state cambiate le regole che le imprese conoscevano – afferma Coldiretti Cuneo – e annullati diritti che si ritenevano acquisiti.

Questi produttori, a causa del cambio improvviso e non richiesto, subiscono un gravissimo danno economico, perdendo ogni possibilità futura di entrare

La Regione Piemonte modifica i criteri delle superfici vitate ed è scontro con le associazioni di categoria, che annunciano l’apertura del contenzioso

COLDIRETTI «Inaccettabile». Questo è il giudizio di Coldiretti Cuneo sulla vicenda legata al bando per le idoneità delle denominazioni sottoposte a regolamentazione di Barolo, Barbaresco, Dogliani, Langhe Arneis.

Coldiretti Cuneo, insieme al Consorzio di Tutela, è immediatamente intervenuta contro il bando regionale 2018 che “cambia le carte in tavola”, stabilendo nuove regole per poter rivendicare l’idoneità, annullando il diritto di beneficiare dei punteggi acquisiti dalle imprese

in graduatoria, contrariamente agli intendimenti storicamente condivisi con il Consorzio di Tutela e l’intera filiera».

«Sono state ripetutamente richieste le necessarie correzioni al bando, ma la Regione ha chiuso ad ogni cambiamento e quindi non resta altra via che quella del contenzioso per vedere tutelati i diritti dei produttori nel rispetto del Testo Unico della Vite e del Vino e delle regole dei piani di autogestione della potenzialità produttiva». ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

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ATTUALITÀ

Sbloccati i contributi per le polizze sul clima Sono stati sbloccati i pagamenti dei contributi in favore degli agricoltori che hanno sottoscritto polizze assicurative a fronte di avversità atmosferiche nel settore agricolo per le campagne 2015 e 2016. Si tratta di un contributo erogato in tre tranche a marzo, dell’importo complessivo di circa 60 milioni di euro.

DIFESA DEL REDDITO «Abbiamo lavorato molto – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – per sbloccare i pagamenti e risolvere le difficoltà legate

alle assicurazioni. Il cronoprogramma dei pagamenti dà risposte certe alle imprese su un fronte cruciale come quello della gestione del rischio. Ora bisogna rilanciare su questo strumento per la difesa dei redditi degli agricoltori, soprattutto davanti ai rischi collegati al cambiamento climatico.

Positive in questo senso sono le novità del regolamento europeo Omnibus e fortemente richieste dall’Italia come la riduzione della soglia per l’accesso al risarcimento dal 30 al 20%

ÈÈ ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

e l’incremento della percentuale massima di sostegno dal 65 al 70%».

PROGRAMMA NAZIONALE Su questa iniziativa si è svolto un incontro con i rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana e dei Consorzi di difesa, organizzato proprio per illustrare lo stato di avanzamento del Programma nazionale di sviluppo rurale cofinanziato dal Feasr per il periodo 2015 – 2020, nel cui contesto è inserita la misura assicurazioni agevolate.

Sono quindi ripresi i pagamenti sospesi a dicembre 2017 a seguito dell’entrata in vigore del nuovo codice antimafia, che prevede ulteriori controlli anche a carico dei beneficiari di questa misura cofinanziata con fondi europei.

I pagamenti rimanenti della campagna 2015 saranno effettuati con cadenza mensile, mano a mano che saranno portate a termine le istruttorie sulle domande a carico delle quali gli agricoltori stanno ricevendo comunicazioni individuali via Pec.

Pagamenti per le campagne 2015 e 2016 in erogazione da marzo.

In liquidazione gli importi in sospeso per il codice antimafia. Novità per il piano assicurativo 2018

CAMPAGNE 2016 E 2017 Nel frattempo, è partita la liquidazione dei contributi relativi alla campagna 2016. Il primo gruppo di pagamenti, per un importo di circa 30 milioni di euro, ha riguardato circa 14 mila agricoltori. Gli altri pagamenti seguiranno con cadenza mensile per gruppi di domande, mano a mano che queste saranno acquisite a sistema e sarà portata a termine l’istruttoria.

Per quanto concerne la campagna 2017, il bando per la presentazione delle domande è stato adottato con decreto del 7 febbraio 2018 ed è già possibile presentare le domande di sostegno.

PIANO ASSICURATIVO 2018 Il Piano assicurativo agricolo 2018 è stato invece pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

della Repubblica italiana del 21 dicembre 2017. Come per gli anni precedenti, è possibile presentare la manifestazione di interesse per rendere eleggibile al sostegno la spesa, nei casi in cui gli Organismi pagatori non riescano a trasmettere i dati per la compilazione del Piano assicurativo individuale. Tra le principali novità del piano assicurativo 2018, una riguarda le combinazioni minime dei rischi agevolabili, che scendono da tre a due, l’altra riguarda l’adeguamento automatico del piano assicurativo al cosiddetto Regolamento Omnibus, entrato in vigore il 1 gennaio 2018.

Inoltre, sono state sbloccate anche le procedure relative agli aiuti nazionali sulla spesa assicurativa a copertura dei costi di smaltimento delle carcasse animali e delle strutture aziendali. ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

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ATTUALITÀ

«Facciamo rinascere le terre abbandonate» La Regione Piemonte rilancia l’appello ad aderire all’associazionismo fondiario: «Abbiamo bisogno della disponibilità dei proprietari dei terreni e dei sindaci» In Piemonte, le Associazioni Fondiarie, nate dal 2012 e già attive, sono diverse: in provincia di Cuneo, a Carnino e Upega, nel Comune di Briga Alta, in Alta Val Tanaro; a Montemale, in Valle Grana; a Ostana, in Valle Po; a Stroppo e Macra, in Valle Maira; in provincia di Alessandria, ad Avolasca e Caldirola; in provincia di Torino, a Lauriano e Usseglio.

Nel novembre 2016, la Regione,

grazie all’impegno dell’assessore Alberto Valmaggia, ne ha ufficializzato la costituzione con la Legge approvata in sede legislativa dalla Commissione Attività Produttive, Montagna e Turismo.

che sono presenti nelle terre alte e nelle zone collinari (in Piemonte il 53% della superficie complessiva), per renderli nuovamente produttivi e, di conseguenza, appetibili al riuso.

OBIETTIVI Quali sono gli obiettivi del provvedimento?

Favorire la ricucitura e il recupero dei tanti terreni frazionati e incolti

COME FUNZIONA In quale modo? I proprietari degli appezzamenti li conferiscono all’Associazione la quale, poi, elabora un Piano di gestione funzionale

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alle loro caratteristiche e li affitta a un fruitore che può essere un socio, un gruppo di soci o un imprenditore esterno.

La stessa Associazione deve investire gli utili nell’ulteriore miglioramento tecnico delle aree rimesse insieme. I proprietari non utilizzatori del fondo rigenerato hanno un duplice vantaggio: mantengono la proprietà dell’area resa disponibile anche per gli eredi e ottengono una valorizzazione dei terreni prima abbandonati. Inoltre, possono esercitare il diritto di recesso all’adesione nel rispetto dei vincoli contrattuali tra l’Associazione e chi coltiva i terreni recuperati.

QUALI CONTRIBUTI La Legge prevede dei contributi.

Alle Associazioni Fondiarie viene riconosciuto fino all’80% della spesa sostenuta per costituirle, mentre i proprietari privati delle aree ricevono l’importo una tantum di 500 euro per ogni ettaro concesso di superficie utilizzabile, ma a condizione che lo

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mantengano disponibile per almeno 15 anni. In quest’ottica la Regione ha previsto lo stanziamento di 300.000 euro all’anno.

Inoltre, il Comitato di Sorveglianza sul Programma di Sviluppo Rurale (Psr) 2014-2020 ha approvato la modifica allo stesso Psr, riservando la misura 4.3.2 alle Associazioni Fondiarie. Con un importo complessivo destinato allo scopo di 950.000 euro.

MODALITA’ E CRITERI Infine, nello scorso mese di gennaio, la Giunta Chiamparino, sempre su proposta dell’assessore Valmaggia e proprio per favorire il recupero dei terreni incolti o abbandonati, ha stabilito le modalità e i criteri capaci di favorire il percorso.

Si considerano terreni incolti e abbandonati quelli non destinati a

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uso produttivo da almeno due annate agrarie.

Ci sono poi quelli “silenti” dei quali non è noto o non è reperibile il proprietario o l’avente diritto. In entrambi i casi, possono chiederne l’utilizzo le Associazioni Fondiarie, ma anche gli imprenditori singoli o associati.

Ad assegnarli sono le Unioni di Comuni o i Comuni.

La richiesta di coltivazione deve comprendere il Piano di Sviluppo Aziendale della durata di almeno 5 anni.

CONTRASTARE L’ABBANDONO «La Legge e i provvedimenti ad essa collegati – sottolinea l’assessore Valmaggia – intendono contrastare l’abbandono delle aree montane e collinari avvenuto nei decenni passati: fenomeno che ha portato alloro progressivo spopolamento con conseguenze

drammatiche anche dal punto di vista paesaggistico e del dissesto idrogeologico.

La strada intrapresa vuole costituire una grande opportunità di sviluppo e di nuova occupazione per le zone considerate marginali, di salvaguardia del territorio e dell’ambiente e di contenimento dei rischi di calamità naturali o dovuti agli incendi».

COSA SERVE Il ruolo dei cittadini e dei Comuni?

«Per far funzionare il provvedimento abbiamo bisogno della disponibilità dei proprietari dei terreni, di imprenditori illuminati con la voglia di coltivarli e dei sindaci che si impegnino sui loro territori a mappare le aree abbandonate e a dare una garanzia istituzionale della loro conservazione in buone condizioni nei confronti dei privati meno convinti sul conferimento degli appezzamenti. Dobbiamo portare avanti il percorso insieme, ricostruendo l’antico principio dell’uso comunitario dei terreni».

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DIRITTO AGRARIO DI DAVIDE GALFRÈ - GEOMETRA - galfre.davide@gmail.com

La questione del recupero dei fabbricati rurali Dopo un 2017 in cui l’Agenzia delle Entrate si è concentrata sulla spedizione delle lettere ai proprietari di fabbricati rurali per la regolarizzazione catastale, è importante approfondire quali possano essere le modalità per recuperare tali tipologie di edifici.

venuto corretto accatastamento e, pertanto, il fabbricato è da sempre rimasto censito come “fabbricato rurale” (o comunque l’aggiornamento catastale è avvenuto da pochissimo, tramite le recenti lettere standardizzate dell’Agenzia delle Entrate).

FABBRICATI RURALI Ci si riferisce, dunque, non tanto a quei fabbricati tutt’ora dediti all’attività agricola o all’abitazione principale del titolare dell’attività stessa, ma si fa riferimento maggiormente a tutti quei fabbricati abbandonati da parecchio tempo e non più utilizzati, ubicati in zone più o meno montane, dove al non utilizzo si è accompagnato il mai av-

SITUAZIONE CATASTALE Per il recupero di tali fabbricati si deve iniziare col capire che cosa sia effettivamente autorizzato e rappresentato a livello sia comunale che catastale. Invero, pensando che nella maggioranza dei casi queste tipologie di fabbricati risalgono ad epoche antecedenti al 1942 (prima Legge Urbanistica) o al 1967 (primo obbligo di ottenere un’autoriz-

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DIRITTO AGRARIO

zazione comunale per l’esecuzione di qualunque opera edilizia), si può dire che la situazione catastale rappresenti anche la base autorizzata comunale.

CRONISTORIA NORMATIVA Questo è uno dei principi basilari della normativa urbanistica italiana; grossomodo, per meglio intendere tutto ciò, si può riassumere la cronistoria normativa come segue: 1. A partire dall’unità d’Italia è stato creato il Catasto; 2. A partire del 1942 per costruire nei centri abitati era necessaria un’autorizzazione da parte del Comune; 3. A partire dal 1967 per eseguire qualunque opera edilizia è necessaria un’autorizzazione da parte del Comune; 4. A partire dal 1985 sono state introdotte nuove tipologie di pratiche edilizie come la Denuncia di Inizio Attività o la Comunicazione di Inizio Lavori per semplificare l’iter burocratico delle opere edilizie di minore entità;

5. A partire dal 2001 è stato introdotto il Permesso di Costruire in sostituzione della vecchia Concessione Edilizia e gran parte della normativa precedente è stata assorbita ed aggiornata nell’attuale Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001).

ASSENZA DI CONCESSIONI Come detto, dunque, se prendiamo in considerazione tutti quei fabbricati edificati ad inizio Novecento e da

sempre censiti come rurali, ma inutilizzati ai fini agricoli ormai da tempo, data la loro natura ed epoca di costruzione non necessitavano di alcun obbligo dichiarativo presso gli uffici comunali pertanto, come è pacifico che sia, non saranno dotati di alcuna Licenza, Autorizzazione o Concessione Edilizia di alcun tipo, a meno che nel corso degli anni il proprietario non abbia proceduto con delle opere di manutenzione per le quali ha dovuto

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DIRITTO AGRARIO procedere con la presentazione di una pratica edilizia comunale.

Se non sono mai state presentate pratiche edilizie, l’accatastamento del fabbricato rurale rappresenterà altresì la base autorizzativa per l’eventuale futura presentazione di una pratica edilizia volta al recupero del fabbricato.

BASE AUTORIZZATIVA Se nel tempo sono state presentate pratiche edilizie che hanno mostrato la situazione di fatto del fabbricato in quel preciso momento, si può dire che questa rappresenti la base autorizzativa su cui fondare una eventuale futura presentazione di una pratica edilizia volta al recupero del fabbricato rurale.

Tutto questo percorso di ragionamento, per quanto possa apparire eccessivamente zelante, è fondamentale che sia eseguito con la massima minuziosità sia dal professionista che procede con l’accatastamento del fabbricato rurale, sia dal professio-

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nista che procederà con l’eventuale pratica edilizia per il futuro recupero dello stesso; infatti, se non fossero presenti pratiche depositate in Comune, la destinazione d’uso del fabbricato e la situazione grafica autorizzata dipenderebbero unicamente dall’accatastamento.

DESTINAZIONE D’USO Fondamentale, soprattutto, è il discorso che riguarda la destinazione d’uso, visto che in fase di recupero, se si intende realizzare un fabbricato a destinazione abitativa, il Comune potrebbe richiedere il conteggio di eventuali oneri. In sostanza, per recuperare un fabbricato e destinarlo ad abitazione, senza che siano dovuti oneri di urbanizzazione, è necessario che la precedente destinazione fosse già abitativa e, cioè, è necessario che in fase di accatastamento sia stata indicata una delle categorie A e che sia indicata, ove veritiera, una data di costruzione antecedente al ‘42. Se, invece, per questione di risparmio

DIRITTO AGRARIO sulle imposte dovute, è stata scelta una categoria differente, come ad esempio il deposito/magazzino, allora saranno dovuti tutti gli oneri di urbanizzazione.

UNITÀ COLLABENTI In tal senso, il caso peggiore è certamente quello rappresentato dai fabbricati rurali che, versando in condizioni troppo deteriorate, sono stati censiti con la qualità “fabbricato diruto” o con la categoria “unità collabenti” e per cui potrebbe non esser più riconosciuta da parte del Comune l’esistenza di alcun fabbricato preesistente e, di conseguenza, l’intervento di recupero andrebbe classificato in una vera e propria nuova costruzione con tutto quanto ne comporta.

NORMATIVA REGIONALE Particolare attenzione occorrerà prestare anche alla normativa regionale; sono molte le Regioni che hanno legiferato nell’ambito del recupero dei rustici o delle costruzioni ai fini

Dopo la regolarizzazione catastale, è importante approfondire le modalità di intervento, a seconda delle tipologie degli edifici agricoli, ma se si è proceduto con un accatastamento ragionato, optando per destinazioni residenziali civili ed indicando date antecedenti al 1942 (se realmente plausibili), allora non si dovrebbe esser soggetti a tali normative specifiche.

INDIRIZZI NORMATIVI Solamente dopo aver inquadrato la base autorizzata del fabbricato da recuperare si potrà procedere con la progettazione vera e propria degli interventi, che dovrà tenere in conto di tutti quegli indirizzi normativi che segnano profondamente soprattutto i territori montani e collinari (dove sono presenti le maggiori quantità di fabbricati rurali), come ad esempio i vincoli, le linee guida comunali, le fasce di rispetto etc.

DETRAZIONI FISCALI Si dovranno tenere in considerazione anche le normative in materia di risparmio energetico e di idoneità sismica e strutturale, prospettando anche al committente quali siano le voci che possono rientrare nelle varie detrazioni fiscali del 65% o del 50%, mentre la pratica edilizia più idonea (Permesso di Costruire, Segnalazione Certificata di Inizio Attività etc.) sarà da valutare in base all’entità delle opere da eseguire.

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ATTUALITÀ

La Meccanizzazione premia gli imprenditori Tradizionale appuntamento con i migliori protagonisti agromeccanici selezionati dalla Fiera di Savigliano

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Alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, del sindaco di Savigliano Giulio Ambroggio, del presidente Arproma e presidente provinciale Confartigianato Cuneo Luca Crosetto, del presidente della Camera di Commercio di Cuneo Ferruccio Dardanello e del presidente della sezione Meccanica di Confindustria Cuneo Marco Costamagna, la Fiera della Meccanizzazione agricola di Savigliano ha premiato i vincitori del “Concorso delle Novità Tecniche” e l’“Imprenditore dell’Anno”.

LE NOVITÀ CHE PORTANO AVANTI L’AGRICOLTURA Come ogni anno sono state valutate le innovazioni destinate all’impiego in agricoltura, nelle industrie agrarie o nella gestione del verde che presentino carattere di novità o di perfezionamento originale rispetto a realizzazioni già costruite o brevettate, sia nel loro principio di insieme che in uno o più elementi importanti per concezione o costruzioni.

Ecco tutte le menzioni di quest’anno, presentate da Renato Delmastro, Cnr Imamoter.

I premiati della Meccanizzazione agricola

UÊDitta BARALE e OLIVERO MENZIONE TECNICA: Misuratore continuo abbinato a fasciatrice quale sistema di rilevamento dati mediante NIR. Il dispositivo di rilevamento, abbinato ad una macchina per la raccolta e la conservazione di foraggi e altri prodotti per l’alimentazione animale, permette una misurazione continua di dati importanti quali i contenuti di S. S. grassi, proteine ed altro, utili alla corretta determinazione della razione alimentare.

UÊDitta BELLA E. MACCHINE AGRICOLE S.R.L. NOVITÀ TECNICA: Decompattatore interratore telescopico per carri-botte spandiliquame. Il Decompattatore/Interratore, abbinabile a macchine spandiliquame, permette ad ogni elemento di lavoro di iniettare il prodotto in modo ottimale sia in presenza di residui colturali quali erba o stocchi di mais che di terreno ondulato o difforme in quanto in grado di seguire il profilo del terreno stesso grazie a sistemi di

autolivellamento di cui ogni singolo elemento è dotato.

UÊDitta ROBERT BOSCH S.p.A. MENZIONE TECNICA: Deepfield® Connect Modello Field Monitoring. Dispositivo elettronico in grado di rilevare dati importanti per le coltivazioni agricole quali gelo, surriscaldamento, siccità, pericolo di malattie, ecc. e di trasferirli direttamente e costantemente all’operatore tramite computer o telefono.

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ATTUALITÀ UÊDitta COLOMBARDO MAURO MENZIONE TECNICA: Trivella idraulica versatile Modello F.R. 012. Trivella indicata particolarmente per interventi in frutteti e vigneti, dotata di spostamento e di azionamento idraulico in grado di effettuare perforazioni idonee all’impianto di nuove pianticelle ma anche di potersi svincolare da radici grazie al doppio senso di rotazione.

UÊDitta ENERGREEN S.R.L. MENZIONE TECNICA: Testata forestale a mazze per robot teleguidati Modello FORESTRY 150 H Trinciatrice forestale che, grazie all’adozione di acciai speciali e di rulli cavi dotati di utensili retraibili, permette una forte riduzione della massa della macchina rendendola applicabile anche ai i nuovi mezzi dotati di radiocomando a distanza.

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UÊDitta GHIO EMANUELE MENZIONE TECNICA: MOTOZAPPA marca PUBERT Modello MESO. Motozappatrice, prodotta dalla Ditta Pubert, dotata di un nuovo tipo di cambio di dimensioni ridotte ma in grado di consentire, oltre l’utilizzo normale della macchina, anche l’innesto della retro-marcia senza danneggiamenti ai sistemi di propulsione.

UÊDitta MERLO S.P.A. MENZIONE TECNICA: Nuova famiglia Modello MULTIFARMER. Nuova Gamma di Sollevatori telescopici “Multifarmer” dotati di dispositivi di sicurezza attiva e passiva, motoristica in grado di diminuire i consumi di carburante e nuove cabine di guida in grado di migliorare il confort del conducente.

UÊDitta MASSANO S.N.C.NOVITÀ TECNICA: Interratrice di sassi Modello “T” Macchina per la preparazione del letto di semina per orticoltura in grado di eliminare la suola di lavorazione e dotata di un sistema di setacciatura e vagliatura del terreno in grado di disporre i sassi in esso presenti su un piano posto ad una profondità determinabile tramite la regolazione delle apposite griglie posteriori.

UÊDitta METAL.CO S.R.L. MENZIONE TECNICA: Diserbatrice meccanica Modello ROTGREEN. Diserbatrice meccanica portata all’attacco a tre punti, adatta per l’agricoltura biologica che lavora per semplice contatto con il suolo. I rotori ad anello adottati permettono di avvicinarsi fino a pochi centimetri dalle piantine senza causare danni alle piante stesse ma garantendo la pulizia dalle erbe infestanti.

UÊDitta RICCA ANDREA & C. S.N.C. NOVITÀ TECNICA: Carrello sollevatore per trattrici Modello ATLAS. Carrello sollevatore idraulico per trattrici che consente il sollevamento del ponte posteriore e lo spostamento della trattrice cui è collegato anche senza le ruote posteriori per interventi di riparazione o manutenzione.

La possibilità dello spostamento citato permette quindi maggiore sicurezza e confort per gli operatori ma anche la rimozione dal campo di trattrici in avaria.

UÊDitta WGREEN TECNOLOGY DI BOFFA GUIDO S.N.C. MENZIONE TECNICA: Veicolo semovente porta attrezzi a completa gestione elettrica Modello ECO CUT Carrello porta-attrezzi semovente elettrico la cui gestione senza idrauli-

ca permette la riduzione di contaminazioni dovute a eventuali perdite di olio idraulico. Inoltre l’utilizzo diretto dei motori elettrici permette di ridurre ulteriormente il consumo di energia.

IMPRENDITORE DELL’ANNO SOTTO IL SEGNO DEL DRAGONE Introdotto per la prima volta nel 2017, è tornato anche per questa edizione il Premio “Imprenditore dell’Anno” organizzato in collaborazione con Arproma ed Enama (Ente Nazionale Italiano per il mondo dell’Agricoltura e della Meccanizzazione Agricola) per valorizzare e diffondere le migliori esperienze imprenditoriali e/o manageriali del settore dell’ingegneria agraria per lo sviluppo dell’agricoltura, dell’ambiente e della qualità della vita. Un’apposita commissione, com-

posta dai rappresentanti di Arproma Confartigianato (Luca Crosetto), Ente Manifestazioni di Savigliano (Andrea Coletti) e Enama (Sandro Liberatori), ha assegnato il premio alla Dragone, azienda leader di atomizzatrici e trinciatrici fondata a Castagnole Lanze dalla famiglia Boeri, per aver costantemente adattato la produzione della sua azienda alle esigenze dell’agricoltura, fossero esse di natura tecnica o rivolte alla sicurezza degli operatori.

Negli ultimi anni, in particolare, gli sforzi maggiori dell’azienda sono stati dedicati alla ricerca di soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale attraverso alternative al diserbo chimico e macchine capaci di ridurre la dispersione dei prodotti utilizzati nei trattamenti senza compromettere l’efficacia dei trattamenti stessi.

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L’INVITATO SPECIALE DI FABRIZIO SALCE - GIORNALISTA - CONDUTTORE TELEVISIVO

Robiola di Roccaverano virtù e delizia di Langa Morbida e cremosa, delicata e saporita, a dir poco “Deliziosa”. E’ la Robiola di Roccaverano Dop vera eccellenza casearia del Sud del Piemonte. Delle sue origini si hanno notizie che risalgono ai Celti nel periodo in cui l’antico popolo si stabilì nell’attuale Liguria, dando vita alla produzione di un formaggio simile a quello di oggi. Cenni storici a lei legati si hanno anche nel lontano anno 1000 e più tardi con l’avvento dei Romani. Fu con loro che la Robiola prese il nome di “Rubeola” dal latino

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ruber che indicava il colore rossastro della crosta a fine stagionatura. Anche il celebre Plinio il Vecchio la menzionò nei suoi scritti, lo fece sia per il processo produttivo che per le apprezzabili qualità.

DIECI COMUNI La Robiola di Roccaverano si produce su un’area compresa tra 10 comuni della provincia di Asti e 9 comuni della provincia di Alessandria. E’ la parte più orientale delle Langhe del Piemonte ed è un territorio dalla morfologia non omogenea.

La natura geologica infatti varia dall’area collinare della Langa di Roccaverano e della zona della Val Bormida a quella della Valle Erro più montana. Alle differenze territoriali si unisce un fattore comune naturale: la presenza costante dei venti umidi provenienti dal mare e la formazione di nebbie e foschie.

Le diversità e i cambiamenti climatici dettati dalle stagioni, neve e freddo d’inverno, caldo e siccità d’estate, consentono alle greggi di produrre latte dagli aromi differenti.

LATTE DI CAPRA La Robiola di Roccaverano Dop si produce con latte crudo intero di capra delle razze Roccaverano e Camosciata Alpine e i loro incroci. Per l’alimentazione del bestiame, tenuto obbligatoriamente al pascolo da marzo a novembre, è vietato l’utilizzo di mangimi Ogm. L’alimentazione di tutti gli animali deve provenire dal territorio di produzione per almeno l’80%.

Fresca o stagionata la Robiola di Roccaverano Dop si caratterizza da una pasta bianca e morbida mentre il suo sapore può variare dal delicato fino al deciso.

La forma ha un diametro compreso tra i 10 e i 13 cm e lo scalzo dai 2,5 ai 4 cm. Il peso varia dai 250 ai 400 grammi circa.

Prodotta già ai tempi dei Celti, deve il suo nome ai Romani. La storia e le qualità del formaggio di capra che conquista i buongustai con il sapore della passione e della tradizione

MATURAZIONE Le Robiole fresche richiedono un periodo di maturazione che parte da un minimo di 4 giorni fino ai 10 al termine dei quali assaporiamo un formaggio privo di crosta, arricchito dalla presenza di una lieve fioritura naturale di muffe, dalla consistenza morbida e cremosa e dal sapori delicato, saporito, leggermente acidulo.

Le Robiole stagionate o affiniate richiedono una maturazione minima di 10 giorni e la crosta può presentarsi con un colore paglierino o rossiccio, sempre le eventuali muffe naturali e una consistenza morbida e leggermente compatta fino ad arrivare, con il protrarsi della stagionatura, cremosa nel sotto crosta. Il sapore è deciso.

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L’INVITATO SPECIALE RICETTE GOLOSE Di Robiole se ne producono circa 400 mila all’anno, è un ottimo formaggio caprino da tavola sia fresco che stagionato, magari condito con un filo di olio buono e del peperoncino; risulta anche al contempo meraviglioso ingrediente per ricette golose preparate dalla più fervida fantasia dello chef.

Per l’abbinamento al vino si consigliano i vini dell’Astigiano e del Monferrato ma non si escludono piacevoli incontri con i grandi vini di altre regioni d’Italia.

CONSORZIO DI TUTELA A tutela della Robiola è operativo proprio il “Consorzio di Tutela”, con il suo presidente Fabrizio Garbarino, Consorzio al quale

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sono affiliate 15 aziende produttrici 14 delle quali lavorano su tutta la filiera di produzione del formaggio. Per lo più aziende agricole a carattere famigliare che con il loro lavoro e le loro greggi non solo producono un prodotto d’eccellenza ma contemporaneamente tutelano costantemente il territorio di origine.

La Robiola di Roccaverano Dop è veramente un ottimo formaggio, frutto della passione di chi ancora crede nel mondo degli animali, della terra, del produrre cose buone. Se già lo conoscete non avete bisogno del mio consiglio, ma se non lo aveste ancora assaggiato fatelo in fretta perché troverete piacevolissimo scoprire un sapore unico, anzi: “Delizioso”.

Giordano vini acquisisce Geodis Logistics Raggiunto l’accordo sindacale, trasferimento del personale alla nuova azienda entro aprile Al termine dell’ultimo confronto sindacale di venerdì 9 marzo, la Giordano Vini Spa ha confermato l’acquisizione del ramo di azienda – attualmente di proprietà di Geodis Logistics S.p.A. – che svolge le atti-

vità presso lo stabilimento di Cherasco. L’operazione avrà completamento nel mese di aprile ed il personale attualmente in forza alla Geodis passerà interamente alle dipendenze di Giordano così come previsto dalla

normativa. «Giordano – si legge in un comunicato dell’amministratore delegato Pier Paolo Quaranta – si dichiara disponibile a confrontarsi con le organizzazioni sindacali in merito a quanto correlato all’operazione».

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RICERCA

ATTUALITÀ

Psr Piemonte giovani, bando pigliatutti La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha approvato una delibera che estende l’ammissione di domande già presentate sulla misura 6.1.1 del Psr, “Premio per l’insediamento di giovani agricoltori”.

RISORSE RECUPERATE Grazie alle risorse avanzate dal bando analogo del 2016, a causa di domande decadute o ridimensionate rispetto al momento in cui erano state inserite in graduatoria,

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è stato possibile destinare al bando 2017 ulteriori 2,459 milioni di euro, che permetteranno di coprire tutte le domande ammesse in graduatoria.

Rispetto alle 96 domande inizialmente accolte, ci sarà dunque un incremento di 58 altre domande, circa il 60% in più.

Alla fine 154 giovani godranno dell’insediamento in agricoltura, un contributo a fondo perduto che va dai 35 mila ai 45 mila euro secondo l’area interessata.

ATTUALITÀ SEGNALE CONCRETO Per l’assessore regionale all’agricoltura si tratta di un altro segnale concreto dell’attenzione che l’Amministrazione regionale rivolge ai giovani che scommettono sul territorio e sulle prospettive del settore. Un dato, quello del successo del bando, che dimostra come tra i giovani l’agricoltura trovi sempre più attenzione e considerazione.

CONFAGRICOLTURA «Prendiamo atto con favore della decisione. Era un provvedimento che la nostra organizzazione sollecitava da tempo – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte – sottolineando la necessità e l’urgenza di riallocare le risorse disponibili per lo scorrimento

Grazie alle risorse avanzate dal bando precedente, la Regione estende lo scorrimento a tutte le domande ammesse nella graduatoria per l’insediamento delle graduatorie. Ora però è indispensabile compiere un ulteriore sforzo. Infatti – aggiunge Allasia – ci sono ancora situazioni di giovani agricoltori che hanno ottenuto l’approvazione del piano d’insediamento, ma che non avranno la possibilità di realizzare o completare gli investimenti programmati, nonostante posseggano le caratteristiche per essere ammessi in graduatoria.

Chiediamo perciò un ulteriore impegno – conclude

Allasia – affinché tutti i progetti di miglioramento aziendale considerati ammissibili possano essere finanziati, per poter così consentire lo sviluppo di nuove attività condotte da giovani, capaci di creare reddito e occupazione sul territorio».

COLDIRETTI «Un risultato che arriva in seguito alle nostre richieste e che consente di poter coprire tutte le domande ammesse in graduatoria

– spiega Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte – . I giovani che scelgono l’agricoltura sono sempre di più, questo a testimonianza di come il settore offra, rispetto ad altri, concrete prospettive di futuro. Auspichiamo, quindi, che ora la Regione metta lo stesso impegno nel bando integrato (misura 4.1.2 e misura 6.1.1), relativo sia all’ammodernamento sia all’insediamento, per il quale è necessario lo scorrimento completo della graduatoria, non appena terminate le istruttorie.

Tutto questo al fine sempre di dare massima priorità all’imprenditoria giovanile per la quale i contributi erogati dal Psr rappresentano una importante fonte di incentivo all’innovazione».

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ATTUALITÀ

La Regione finanzia le piste forestali Il Settore Foreste della Regione, su proposta dell’assessore Alberto Valmaggia, ha elaborato la graduatoria relativa al Bando dell’operazione 4.3.4 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 che prevedeva il sostegno agli investimenti per la costruzione di infrastrutture nelle zone montane destinate a migliorare le condizioni di accesso alle superfici forestali.

GESTIONE BOSCHIVA In sostanza, risorse per realizzare nuove piste o

adeguare e mettere in sicurezza quelle esistenti con l’obiettivo di ampliare le zone di gestione boschiva e contrastare in questo modo i diffusi fenomeni di abbandono e di aiutare gli operatori del settore nello svolgimento del loro lavoro creando nuove opportunità di sviluppo.

In Piemonte, i boschi nei quali è possibile concretizzare una potenziale attività si estendono su 542.000 ettari di cui 293.000 (il 54%) non ancora serviti da infrastrutture viabili e logistiche (piazzole di so-

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sta o di movimentazione).

Al Bando potevano partecipare le forme associate permanenti o temporanee, proprietarie dei terreni e costituite da soggetti pubblici, privati o misti.

Come i consorzi, le associazioni, le cooperative, le unioni di comuni.

DOMANDE FINANZIATE Dal territorio regionale sono arrivate 36 domande, di cui 26 ammissibili e tutte finanziate.

Per un importo complessivo di 8.037.569,84 euro.

In provincia di Cuneo il

Approvata la graduatoria del Psr Piemonte per il sostegno agli investimenti di miglioramento delle condizioni di accesso alle superfici boschive contributo è stato concesso a tre realtà.

Sono: l’Azienda Naturale GestAlp di Frassino, in Valle Varaita (296.805,55 euro); l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico frazionale di Andonno nel Comune di Valdieri, in Valle Gesso (201.640,06 euro) e l’Associazione Temporanea di Scopo Pista Forestale Vallone Valet nel Comune di Vernante, in Valle Vermenagna (275.732,55 euro). Per una cifra totale erogata di 774.178,16 euro.

INFRASTRUTTURE NECESSARIE «Si tratta – sottolinea l’assessore regionale alle Foreste, Valmaggia – di un altro tassello importante grazie al quale sosteniamo gli investimenti per costruire o adeguare quelle infrastrutture necessarie al raggiungimento, in migliori condizioni di accessibilità, i terreni boschivi.

In questo modo si creano le condizioni, per quanti gestiscono le aree, di avere maggiori opportunità di crescita e di sviluppo delle loro attività».

INTERVENTI PRECEDENTI Lo scorso anno era già stata finanziata una misura simile, destinata, però, solo ai proprietari degli alpeggi. In Piemonte erano state considerate ammissibili dal Settore Sviluppo della Montagna e Cooperazione Transfrontaliera 34 richieste, che avevano ricevuto 6.112.656,46 euro.

Di queste, 13 riguardavano la provincia di Cuneo per un importo impegnato di 2.195.240,89 euro.

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“AVVIO ANTICIPATO INIZIATIVA PREVISTA NELLA DOMANDA DI SOSTEGNO N° 20201062856 TRASMESSA IN DATA 30/09/2016 AI SENSI DEL PSR 2014-2020 DELLA REGIONE PIEMONTE – MISURA 1 – OPERAZIONE 1.2.1- AZIONE 1: “ATTIVITA’ DIMOSTRATIVE E DI INFORMAZIONE IN CAMPO AGRICOLO”.

Le alternative all’aratura: semina su sodo, minima lavorazione e strip-tillage Semina su sodo, minima lavorazione e strip tillage nei sistemi cerealicoli: sono tante le alternative e i vantaggi che possono portare l’agricoltore a decidere di ridurre o eliminare qualsiasi tipo di lavorazione meccanica del terreno. La semina su sodo è una tecnica di agricoltura conservativa.

Rispetto alle forme convenzionali di coltivazione (quelle che prevedono lavorazioni preliminari del terreno come arature, fresature, erpicature), lascia il terreno indisturbato e contribuisce alla sua naturale strutturazione, all’accumulo di carbonio organico, alla riduzione dei fenomeni di erosione e desertificazione, alla migliore gestione delle risorse idriche. Si esegue con apposite seminatrici che sono in grado di seminare direttamente su terreni non lavorati occupati in superficie dai residui della coltura precedente o da mirate colture di copertura. La minima lavorazione del terreno è una via di mezzo tra l’aratura e la semina su sodo, e può entrare con profitto in rotazione con l’aratura per abbattere i costi e mitigare le azioni di disturbo al suolo

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provocati dalle arature. Questo tipo di lavorazione ha vari obiettivi: ridurre il numero di passaggi di macchina richiesti per la semina, causare un basso impatto sulla fertilità fisica del terreno, snellire i tempi per gli avvicendamenti colturali, ridurre i costi colturali. Lo strip-tillage, infine, è considerato la nuova frontiera della minima lavorazione e sta incontrando notevole interesse in Italia. La lavorazione a strisce consiste in una lavorazione superficiale del terreno alla profondità di circa 15 centimetri su fasce larghe al massimo 15 centimetri, intervallate da fasce dove vengono lasciati in superficie tutti i residui colturali. Si risparmiano ore di lavoro e gasolio, mentre i residui colturali lasciati in superficie esercitano un benefico effetto sull’incremento della sostanza organica e della vita microbiologica del suolo, contrastando eventuali fenomeni erosivi. Si diminuiscono le emissioni di CO2 e il terreno dimostra di assorbire meglio acqua e nutrienti, creando un ambiente ideale per la pronta germinazione del seme.

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Nuova sede New Holland del Gruppo Racca a Piobesi Una struttura moderna e accogliente, inaugurata sabato 3 marzo alla presenza di un gran numero di visitatori Sabato 3 marzo si è svolta l’inaugurazione della nuova sede New Holland del Gruppo Racca, nel comune di Piobesi Torinese, precisamente in via Marconi, 60 bis. Una struttura moderna, accogliente e assolutamente al passo con i tempi.

E’ bastato infatti un colpo

d’occhio veloce per far capire ai numerosi visitatori la qualità elevatissima dell’assistenza e del dopo vendita del Gruppo Racca, fornitissimo su tutti i fronti, sia meccanici che elettronici, vista la costante evoluzione delle macchine agricole, trattrici e semplici operatrici. Una giornata sup-

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portata da un ricco buffet e dalla costante presenza dello staff tecnico, a disposizione dei clienti per dispensare chiarimenti e far toccare con mano la qualità del Gruppo Racca. Grande anche il parco macchine, ovviamente inerente al nuovo, completo e ben organizzato in aree

esterne ed interne, dalla più piccola macchina operatrice al settore mietitrebbie e grandi potenze delle trattrici.

Il Gruppo Racca ha ringraziato i numerosi partecipanti e clienti intervenuti all’evento, restando a disposizione per domande, interventi meccanici e vendite.

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Vendo trattore OM 850 2RM perfettamente funzionante con motore rifatto, 1000 ore di lavoro. Euro 7000.

Tel.339/7354981 Vendo rullo agricolo attacco 3° punto, 2 mt. di larghezza.

Tel. 0171/384433 Vendo seminatrice Gaspardo SP530 4 file, dischi pre elemento semina, micro, segnafile idraulico, kit diserbo, in buono stato.

Tel. 335/7069216 Vendo cisterna per gasolio, litri 1500, con vasca di contenimento non omologata, euro 250. Tel. 328/2699590

VENDO Seminatrice mais Gaspardo 510 pneumatica, tenuta benissimo. Tel. 333/9731097 Vendo refrigeratori latte usati da 100 lt a 12000 lt, revisionati e garantiti.

Tel. 348/7075434 Vendo ripper minima lavorazione nuovo mai usato, 7 ancore, 1 rullo gabbia, 2 rulli dischi ondulati, euro 5000.

Tel. 335/5206389

Vendo Jumbo carica letame più mulino invincibile.

Tel. 339/2767291 Vendo girello 4 giranti a 6 braccia per girante, larg. lavoro 5,20 mt. con piegatura idraulica. Tel. ore pasti 329/0354778 Vendo bivomero Cravero con spostamento idraulico perfettamente funzionante.

Tel. ore pasti 011/9657291 Vendo n°2 gomme per trattore 16-9-34, 540-65-34, più autovettura punto Van del 2000. Tel. 338/1331256

Silos in vetroresina usati, cuboni da 1000 lt., ventole per raffrescamento 140x140 cm. Tel. 349/3174064

Vendo barra diserbo Abbà mt.

10 con ugelli antigoccia in buono stato.

Tel. 347/3644068

Vendo trattore OM 850 2 RM perfettamente funzionante con motore rifatto, 1000 ore di lavoro, euro 7000. Tel. 339/7354981

Vendo falciatrice Olimpia 13 HP completa di carrello con taglio mt. 1,27, euro 700 trattabili.

Tel. 011/9364207

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Vendo silos in vetroresina per mangime capacità 120 q.li con coclea più frigo latte Paco 34 q.li compresa mungitrice Tecnozoo 5+5.

Tel. 331/2914425 Vendo soffiatore Stihl BR 600 e motosega Shindaiwa, tutto in ottime condizioni.

Tel. 349/5274598 Vendo auto Autobianchi bianchina giardinetta del 1972 completa di libretto e funzionante, euro 4500 trattabili. Tel.011/9364207 Vendo macchina pulitrice per nocciole mod. “Arezzo” in ottime condizioni, 3 motori a 220V revisionati, capacità 1 q.le/h. Euro 400.

Tel.347/1475809 Trasporto latte Tecnozoo 200 con compressore da 6-8 gruppi. Tel. 333/1485432 Vendo miscelatore per farina capienza 10 q.li con attacco cardanico.

Tel. 333/9038275

Vendo n°45 autocatture per bovini e regalo gomme per coperture insilato.

Tel. 340/7971235 Vendo saldatrice monofase da 140 amper, fila catene elettrico per motoseghe.

Tel. 334/1112936 Vendo nastro trasportatore legna mt. lung. 5.

Tel. 345/4130465 Vendo 2 benne, larg. 2,20 mt. Tel. 338/1331256 Vendo causa passaggio a macchina più capiente spandiconcime marca San Marco capacità 300 kg di concime, perfettamente funzionante, euro 90. Tel. 328/2699590 Vendo n°2 verricelli elettrici, persiane vecchie, coppi vecchi, portoncino in legno con lunetta, putagè, damigiane e compressore per mungitrice elettrica. Tel. 338/9177770

Vendo pressa quadrata come nuova, Supertino 712 con precamera, accatastatore lubrificazione automatica, telecamera, anno 2016.

Tel. 011/9462428 Vendo mietitrebbia Laverda 3550 AL grano/mais.

Tel. 339/5961729 Vendo rimorchio 2RM 3 mt. x 1,80 non omologato, ribaltabile. Tel. 339/4320472 Vendo semovente Riberi RS80, condizioni perfette.

Tel. 333/1158778

Vendo lavapavimenti professionale Comac.

Tel. 348/7820202 Vendo carro miscelatore Gilioli 14 m3 euro 5500 più rimorchio Silvercar con ralla omologata 40 q.li euro 3300. Tel. 340/7971235

GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Cisterna gasolio lung. 3 x 1,50 mt non omologata con pompa. Tel. 333/4329452 N°2 quadri elettrici a norme CEE, cavalletti e Valamber uso edilizia.

Tel. 345/4130465 Vendo portoni a scomparsa mt. h. 3x3,95. Parquet in noce africana da mt 1x10, 65 m2, in larice m2 45 cm 60x7. Tel. 345/4130465 Vendo fresa ex prove.

Tel. 335/6295569

Vendo Landini 145 Techno (140 cv) anno 2000, freni aria, aria condizionata, sedile pneumatico.

Tel. 0173/440552 oppure 335/6023410 Trattorino Ferrari 45 cv con idroguida e motocariola Bertolini con botte per irrorazione.

Tel. 333/3427918 Vendo seminatrice 4 file mais girasole con micro segnafile idraulico Monosem, vendo per cessata attività.

Tel. 335/6847598 Vendo trattore David Brown sui 50-60 cv, funzionante.

Tel. ore pasti 333/9038275 Vendo miscelatore per cereali q 20 e rimorchio ribaltabile 3 parti mt. 4,50x2.

Tel. 333/1485432

Vendo cippatore Eliet Super Prof 2000.

Tel. 348/7820202 Vendo un centinaio di libri di narrativa usati ma come nuovi a 1 euro l’uno.

Tel. 339/3208640

Vendo gruppo elettrogeno 3 kw motore a benzina 220 vots modello rinforzato da cantiere, come nuovo, euro 400. Tel. 0173/750788

Vendo motocoltivatore Fort cv 6,5 motore Subaru benzina con fresa da 50 cm e turbina neve nuova, cambio in ghisa, marce 3+3, inversore attacco rapido, usato 1 ora, pari al nuovo. Euro 1600 Tel. 0173/750788

UTV Kymco side by side 2007 cilin. 498,5 4 ruote motrici, marce normali, ridotte, retro, cassone ribalt., tettuccio rigido, verricello elettrico. Visibile senza impegno, trattativa riservata. Tel. dopo le 19,00 328/2205494 Vendo n°2 ventilatori (elicotteri) da 7 mt. diam. con inverter e centralina per comando raffrescamento ad acqua. Tel. 335/5446517

Vendo rotopressa variabile Deutz Fahr diametro 160 14 coltelli, anno 2004.

Tel. 333/2564384 Vendo telescopico Manitou mt 932, anno 2002, ore 4300, forche pallet, pala.

Tel. 0173/440552 oppure 335/6023410 Vendo trattore cingolato Same Rock 55 C, anno 2000, ore 2200, larg. mt. 1.23.

Tel. 0173/440552 oppure 335/6023410 Vendo sega circolare Ballario forestello a cardano diametro 60 con carrello come nuova, euro 780. Tel. 346/3182251 Vendo balloni di pastone e seme di loietto.

Tel. 335/8179094 Vendo pavoncelle e tortore bianche. Tel. 347/0506480

Vendo titoli Pac. Tel. 334/9597462 oppure 340/9152209

Vendo parquet in rovere, misure 140x20 - 40m2.

Tel. 0171/384433

Vendo vino imbottigliato e sfuso: dolcetto, barbera, nebbiolo. Eventuale consegna a domicilio. Tel. 338/5964482

Vendo trattore Fendt 310 con sollevatore anteriore più PTO e forca con attacco.

Tel. 339/6808948

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GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Vendo peso per bestiame e miscelatore.

Tel. 347/4412376 Vendo ripper mt. 2,5 5 ancore con rullo a gabbia.

Tel. 335/5277383 oppure 339/1416135 Vendo trattore Iseki, 25 cv, 3 cilindri, 2 ruote motrici, in ottimo stato.

Tel. 331/8270741 Vendo n. 3 serre: una in vetro e due tunnel, dimensione 6 e 7 mt. di larghezza e 50 mt. di lunghezza.

Tel. 345/1190168 Vendo pressa per fieno AMA 263, balle piccole, con ranghinatore sette braccia.

Tutto semi-nuovo.

Tel. 331/8270741 Vendo Rotomix 3000 super 13m3 e fasciatore per rotoballe tutto in ottimo stato. Tel. 349/7898888 Vendo motocoltivatore 340 Ferrari, 9 cv, diesel, cambio con inversore e differenziale. Recentissima.

Tel. 331/8270741 Vendo girello Claas Volto 540 idraulico completo di cardano usato.

Tel. 338/1331256 Vendo rimorchio agricolo omologato 50 q.li, 4,50 x 2 mt. Urgente.

Tel. 333/9796614

Vendo coperta matrimoniale di lana merinos, come nuova. Tel. 349/7397166 Vendo semovente Rosatello Columbia 2RM, anno 1996, alzata 2,40 mt certificato nuove norme antinfortunistiche, buone condizioni, euro 9000.

Tel. 333/8739884 Vendo toro piemontese di 1 anno, iscritto all’Apa alpeggiato più peso per bestiame e cella frigorifera.

Tel. 338/3007694 Vendo sega a nastro da 60 marca Pezzolato, legname, vasche in vetroresina, botti in legno, quadri e tappeti di valore, pompa irrigazione Caprari. Tel. 0173/34567 Vendo caricatore agricolo trainato Segala (Agrisav) SL 1000 in buono stato con forca letame, benna pulizia fossi e piedi di appoggio idraulici. Tel. 340/3462736 oppure 3922842745 Vendesi paglia in balle quadre e fieno quarto taglio in balle quadre.

Tel. 011/9693956 Vendo sega ossa da macelleria professionale.

Tel. 338/5775009

Vendo trattore Same Laser 100 con vomero neve collaudato più lama neve Bombelli. Tel. 338/1331256

Vendo macchina seminatrice mais 3 solchi, meccanica.

Tel. 333/4399535

Vendo raccoglitore Rosatello usato poco.

Tel. 348/6430470

Vendo lama posteriore da attaccare al trattore più baule in legno e n.3 specchiere.

Tel. 347/5881092

Vendo Jumbo segala 1000 più 2 benne 45 e M2 per fossi con Joystick.

Tel. 347/4205123

È ½ «Ài ` Ì ÀiÊ>}À V ÊUÊ «À iÊÓä£n

Vendo legna da ardere di gaggia, tagliata e spaccata, consegna a domicilio.

Tel. 0173/99195

Vendo estirpatore 4 metri pieghevole, rullo liscio.

Tel. 331/7957551

GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Vendo patate di montagna 0,80/kg e legna di faggio da ardere tagliata su misura.

Tel. 333/9023286

Vendo lama da neve o terra larghezza 1,60 con doppio spostamento.

Tel. 333/2099471

Vendo Nissan diesel 2003 revisionato gommato a nuovo. Tel. 377/5319263

Vendo agnelle femmine e maschi di razza sambucana iscritte Apa sia da allevamento che da macello.

Tel. 347/8851593

Vendo trivomero, erpice a molle 3 mt., erpice a dischi 2,2 mt., rullo, jumbo con benna, spandiconcime mezza luna. Tel. ore pomeridiane 334/3538102 Vendo vino a damigiane.

Tel. 328/4878098 Vendo rimorchio agricolo dolce 5x2 mt. con sponde più girello Galfrè 3 mt. più gabbia per meliga o legna più furgone anteriore idraulico per carica balloni più trigenia.

Tel. 340/5073489 Vendo trattore Lamborghini DT 603 anno 1975, prezzo trattabile. Tel. 333/5084489 Vendo mangimificio aziendale completo, silos miscelatore, quadro elettrico ed essiccatoio carrellato.

Tel. 333/6533075 Vendo oche cignate.

Tel. 335/6099640 Vendo paglia in balle piccole, consegna a domicilio, vasca 1000 lt per raccolta acqua.

Tel. 377/5319263 Vendo nastro per legna ditta Ballario e Forestello, L. mt.

5,00 x 3,30 alzata.

Tel. 347/5604484

Vendo pianta canne con legatore e pianta fagioli.

Tel. 328/3778604 Vendo centine in ferro per serre larg. mt. 4,20 a modico prezzo. Tel. 349/1733849 Vendo trattore Fiat 100/90 DT freni aria, sollevatore ant., aratro bivomero con giro e spostamento idraulico e rotopressa Claas Variant 180 rotocut. Tel. 320/4913164 Vendo legna da ardere (rovere, acacia, frassino) in barra o tagliata. Tel. 349/1733849 Vendo spandiconcime Bezzecchi SPTO portato, lt. 500 in ottimo stato e ventilatore andanatore FACMA VA 2 in ottime condizioni. Tel. solo ore serali 347/4385160 Vendo trifoglio nostrano da seme, zona Cuneo.

Tel. 329/0771239 Vendo terreno agricolo, 5 giornate piemontesi, fronte strada, pianeggiante, irrigabile, zona Tetti Pesio (Cuneo). Tel. 340/5953386 Vendo seminatrice Rocca per grano e loietto larg. 2 mt.

Tel. 340/2429234

Vendo attrezzatura per mungitrice con pompa e varie più centrifica per pozzo diam. 150, vera occasione.

Tel. 328/1159357

Vendo motocoltivatore Bertolini 11 HP con avv. elettrico con fresa, trincia e barra falciante.

Tel. 333/3427918

Vendo vino barbera 2016, euro 2,00 al litro.

Tel. 346/0285114

Vendo spazzatrice a scoppio 60 cm, ottime condizioni.

Tel. 348/7820202

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GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Cerco sega a nastro compresa per il trattore.

Tel. 0172/711766 Ragazzo piemontese con esperienza in agricoltura cerca lavoro. Tel. 345/1246514 Cerco escavatore 150 o 200 q.li e seccatoio per nocciole.

Tel. 388/8481178 Cerco pompa acqua sommersa 220 volt per pozzo profondo mt. 15.

Tel. 328/0440477

AFFITTO Terreno irriguo di 18 giornate per la realizzazione di un frutteto a S. Benigno di Cuneo. Tel. 339/3646466

Geometra esegue lavori di verifica dei confini dei terreni, pratiche catastali in genere, divisioni, progettazioni civili e rurali, successioni e tutto quanto ne consegue, attestati di certificazione energetica, sicurezza cantieri ed aziendale, il tutto a prezzo equo.

Tel. 328/0060578 oppure 348/4635060 Offro terreno in asservimento per spandimento liquami.

Tel. 333/4372092 Regalo coppia di pastori maremmani, maschio e femmina inidivisibili.

Tel. 331/1471185 Offro terreno in asservimento. Tel. 388/8481178

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Tinteggiature interne ed esterne, verniciatura, ripristino facciate, verniciatura serramenti e inferriate.

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Tel. 348/7820202

CERCO

Cerco zavorre per trattori tipo Fiat Serie 90 o New Holland serie TL e spandiconcime a due giranti.

Tel. 349/4064572 Cerco Piaggio Vespa 50/125/150/ 200 e moto d’epoca da restaurare, pagamento immediato.

Tel. Andrea 347/0196953 Cerco noccioleto in affitto o vendita, zona Langhe e Roero. Tel. 393/5445038 Cerco bottiglie di vino barolo e barbaresco, vecchie annate, prezzi ragionevoli, massima serietà.

Tel. 335/7311627

Cerco zona Savigliano meccanico con esperienza.

Tel. 348/7498373

Cerco in acquisto trattori d’epoca da privati.

No commercianti.

Tel. 349/1733849

Cerco operaio per alpeggio anche con mucche estate 2018. Tel. 329/4613978

Cerco lavoro per pulizia vitigni e nocciole.

Tel. 333/5378532

Cerco capannoni per polli in affitto. Tel. 339/4993941 Cerco cubettatrice per fare i dadi dei salami tipo Supertino. Tel. 348/7105246 Cerco ruote trattori 210/95/44 con cerchioni a 6 fori. Tel. 339/2101248

Cerco pali in cemento 8x8 da 2,5 mt. e relative traversine da 1,5 mt.

Tel. 340/1438323 Cerco moto, vespe, lambrette, trattorini con e senza documenti.

Tel. 331/2506402

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Impresa edile specializzata in rifacimento tetti, cerca tetti da rifare o ristrutturare, di qualunque genere e dimensione. Preventivi gratuiti.

Tel. 389/1283247

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