L’Imprenditore Agricolo - Agosto 2019

ANNO 8 NUMERO

92 AGOSTO 2019

L’estate che vogliamo E D I Z I O N E D I F F U S A I N T U T T OL’imprenditore I L N Oagricolo R D •I Agosto T A L2019 IA

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SOMMARIO

Agosto 2019

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Maggiori opportunità per la vendita diretta

DIRITTO AGRARIO

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Conoscere le servitù per far valere i diritti

ZOOTECNIA

L’EDITORIALE

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Soluzione finale

L’ARIA CHE TIRA

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Proteggiamo i luoghi

FISCO E TRIBUTI

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Contratto di soccida come evitare sorprese

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Quando il mondo entra in casa

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Suini, solo l’Italia lavora in perdita

57

Decreto emergenze agricole, il Ministero compra il pecorino

FIERE

17

Piemonte e Liguria allevatori al top

30

Agrimeccanica e frisone alla corte del marchese

20

Banco macelleria arrivano i rinforzi

79

A Chivasso la fiera si fa il mercoledì

22

L’Emilia Romagna fa i conti con allevamenti e formaggi

82

La fiera del Peperone compie settant’anni!

24

Fieragricola promuove nutrizione e benessere

92

Tutti al Santuario un rito secolare

28

La bioenergia al centro della strategia agricola

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Boster Nord Est, il bosco e il legno

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Anche la stalla segue le mode

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Ecco la nuova guida ai caseifici d’alpeggio

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L’INVITATO SPECIALE

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Champagne, la carica dei piccoli vignerons

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ATTUALITÀ

NOTIZIE DALLE AZIENDE

81

Fendt Dieselross Il giorno del gigante

87

Et Usato e Caffini insieme si vince

46

Il futuro agricolo sul tavolo europeo

58

Le Spighe Verdi 2019 premiano il Piemonte

59

Centinaio e Toninelli prorogano le revisioni

68

Singapore protegge il cibo Made in Italy

110

Slow Food chiede una politica del cibo

RADICI

118

Ospitalità italiana, disponibili 15 posti

104

ORTOFRUTTICOLTURA

72

Cresce la produzione dei marroni nel mondo

74

Pesche e nettarine il sapore italiano

88

Noccioleto, dall’impianto alla piena produzione

98

Avanti, ma con prudenza riflessioni sul mandorlo

112

Il giusto equilibrio tra il cibo e l’olio

114

Olio e olive, due decreti su produttori e sostegno

ENOLOGIA

84

Alla Douja d’Or di Asti ventisei aziende cuneesi

86

Le colline del Prosecco patrimonio dell’umanità

94

Barolo, è tempo di nuove strategie

FORMAZIONE

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L’IMPRENDITORE AGRICOLO

Chi usa la motosega trova subito lavoro

Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno

Tutti i maturi dell’agricoltura

Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 redazione@imprenditoreagricolo.com www.imprenditoreagricolo.com Editore: Réclame S.r.l.

C’è tanto fumo e poco arrosto

Pubblicità: Réclame

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Prezzi e mercati all’ingrosso

SCADENZE FISCALI

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MERCATINO Gli affari dell’Imprenditore

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Soluzione finale Quest’estate non si può dire che sia mancato il caldo. Il caldo e l’afa per chi deve vendere la frutta dovrebbe essere una buona notizia.

Tant’è che secondo quanto riferisce una fonte sindacale agricola, il consumo di frutta fresca nel solo mese di luglio sarebbe cresciuto di oltre il 15 per cento, trainato sia sul mercato interno, sia su quello delle esportazioni, dalla corsa del consumatore a trovare conforto, dissetarsi e reintegrare i sali minerali persi con il sudore, rifornendosi di vitamine che aiutano anche ad abbronzarsi e a difendersi dalle scottature…

Oltre tutto, l’aumento delle temperature in piena fase di maturazione dovrebbe aver favorito la produzione di frutta gradevole al palato, con un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti, come vitamine, antociani e betacaroteni.

Dunque, questa volta non ci sarà da lamentarsi? La crescita della domanda avrà fatto salire il prezzo dell’offerta? La sfavillante campagna 2019 compenserà le perdite delle ultime stagioni?

Contrariamente a quanto tutto farebbe pensare, i produttori sono pessimisti. Denunciano le condizioni capestro imposte loro dalla Grande distribuzione, i prezzi spinti al ribasso dall’esasperata concorrenza dei Paesi dove i costi della manodopera e della produzione sono un decimo dei nostri, gli effetti deleteri dell’embargo russo sulle esportazioni… Insomma, i soliti problemi.

Nello stesso tempo, i consumatori si trovano spesso alle prese con pesche, mele e kiwi duri come pietre e immangiabili, probabilmente raccolti in anticipo sulla maturazione e in un unico stacco, prodotti in quantità per aumentare la resa per ettaro e star dietro alle richieste dei supermercati. Cosi che tutto si complica e quella che sembrava la risposta logica a una domanda semplice, è diventata un problema difficile, perché oggi quasi nessuno, a livello intensivo, appare più attrezzato a fornire al consumatore quello che lui per prima cosa vuole: un frutto buono, gustoso, che gli faccia venire voglia di comprarlo ancora, di comprarlo sempre, perché è quello che cerca. Se questa catena di distribuzione virtuosa, dal produttore al consumatore, non funziona come dovrebbe, va considerato che si tratta comunque di una catena, e che quindi ogni anello non può prescindere dagli altri. Cercare pertanto riparazioni autonome potrebbe risultare improduttivo, così come invocare sottovoce la grandine perché si porti via tutto, in cambio dei soldi dell’assicurazione, eufemisticamente non rende onore e merito all’azione imprenditoriale dell’agricoltore, anche se talvolta può tristemente contribuire a salvarla.

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Proteggiamo i luoghi In un affollato incontro, lunedì 22 luglio a San Rocco Seno d’Elvio, presso la bella e accogliente cantina dei fratelli Marco e Vittorio Adriano, ho potuto affrontare con una platea di vignaioli, convenuti da tutto il Piemonte, un tema che mi sta molto a cuore. Mi riferisco alle denominazioni di origine e in particolare a quelle che inglobano il nome di un vitigno.

Tutti noi siamo molto abituati e anche spesso molto affezionati a nomi come Barbera d’Alba Doc, Erbaluce di Caluso Docg, Moscato d’Asti Docg. Ebbene, l’elemento debole di queste denominazioni consiste proprio nel nome del vitigno che spesso utilizziamo addirittura da solo, per riferirci alla denominazione tutta: emblematico il caso del moscato.

Il fatto è che nel 1995 la firma degli accordi TRIPs, che costituiscono una parte essenziale dei trattati che hanno costituito l’Organizzazione Mondiale del Commercio, ha sancito in modo definitivo che il nome comune delle specie vegetali o animali non può essere protetto con l’efficacia delle Indicazioni Geografiche. In parole povere, Alba, Asti, Caluso sono gli elementi fondanti e fondamentali di quelle denominazioni, protetti In ogni paese contro le usurpazioni. Viceversa, chiunque nel mondo può piantare, coltivare e infine arriva indicare il nome di barbera, moscato, erbaluce.

Tutto ciò in Italia rappresenta un tema verso cui si chiudono gli occhi per non vedere il problema, intenti come siamo a impedire che nasca la tipologia Piemonte Doc nebbiolo mentre ci sono già oggi più ettari di nebbiolo in Messico che in Piemonte... È davvero ora di prendere atto di come il mondo del commercio, che rende floride le terre vitate del Piemonte e non solo, abbia sancito con validità pressoché universale il principio per cui nessuna specie vivente è prerogativa ed esclusiva di un area del pianeta.

Comprenderlo, e conseguentemente agire, è innanzitutto un compito della politica che, trascorsi ormai oltre 55 anni dalla prima legge nazionale sulle Doc in Italia, proprio in Piemonte potrebbe ancora una volta trovare il suo laboratorio di eccellenza.

Mettiamo al centro i luoghi, seguiamo gli esempi virtuosi e notori come Barolo, Barbaresco, ma anche Gattinara o Ghemme Carema, solo per citarne alcuni.

Puntiamo sui nostri luoghi, che sono irripetibili (e i panorami di questi giorni d’estate ce lo ricordano in modo indelebile), e mettiamo a frutto la nostra conoscenza, accumulata nel corso di generazioni, riguardo alla trasformazione delle uve straordinarie che su queste colline e montagne maturano da secoli, senza rimpianti per il tempo in cui le conoscevamo solo noi.

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FISCO E TRIBUTI DI ALBERTO TEALDI - COMMERCIALISTA - alberto.tealdi@gmail.com

Contratto di soccida come evitare sorprese Tra i contratti agrari ancora rimasti in vigore, a seguito della riforma della Legge 203/82, sicuramente il più diffuso ed utilizzato è quello di soccida, disciplinato dall’articolo 2170 e seguenti del codice civile.

COSA PREVEDE Tale contratto, di tipo associativo, prevede che due soggetti, soccidante e soccidario, si associno per svolgere un’attività di allevamento per poi ripartire l’accrescimento del bestiame allevato. Nella soccida semplice, che è la più diffusa, il soccidante conferisce gli animali, impartisce le istruzioni e mette a disposizione i

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mangimi necessari, mentre il soccidario ne cura l’allevamento, ha la disponibilità dei fabbricati ecc. Alla fine del ciclo di allevamento, fatta una nuova stima dei capi, al soccidario, per lo svolgimento della sua attività di allevamento, è dovuta una quota degli accrescimenti da parte del soccidante che può liquidarla sia in denaro (soccida “monetizzata”), sia in natura, come quota parte di bestiame che poi il soccidario andrà a vendere autonomamente.

RISCHIO DI IMPRESA Il contratto di soccida ha un’identità sua, ben precisa, e deve assolutamente emergere dal contratto che il rischio d’impresa permane sia in capo al soccidante che al soccidario onde evitare situazioni “dubbie”. Questo perché se tale aspetto non traspare e si presumono compensi fissi a fronte dell’allevamento e non un riparto dell’accrescimento al valore di mercato dei capi a fine ciclo, il contratto di soccida rischia di essere convertito, dall’Amministrazione Finanziaria, in un contratto di appalto con conseguenze molto pesanti a livello fiscale. L’attività di allevamento “associato” mediante il contratto di soccida consente infatti al soccidante ed al soccidario, verificata la connessione del numero di animali allevati con il terreno condotto, di tassare tale attività sulla base del reddito agrario ai sensi dell’art. 32 del TUIR. Se invece il contratto viene convertito in appalto si rientra nel reddito d’impresa, con

tassazione ordinaria e pesanti risvolti anche ai fini Iva. SUGGERIMENTI UTILI Seguendo pertanto le indicazioni che riporta il codice civile, la prassi che nel tempo è stata emanata dall’Amministrazione Finanziaria (alcune risoluzioni e circolari sono della fine degli anni ’70 ma assolutamente ancora attuali e valido riferimento), così come la giurisprudenza in materia che via via si è stratificata, si ritiene che per evitare brutte sorprese sia bene: - stipulare il contratto in forma scritta nonostante l’accordo potrebbe essere valido anche se verbale. Si ricorda che il contratto scritto non necessita di registrazione in quanto contratto esplicitamente esente da tale obbligo a norma del testo unico sull’imposta di registro; - individuare in contratto in modo chiaro cosa fa il soccidante e cosa il soccidario, le varie responsabilità e prevedere, nel contratto o in un allegato, la formula che regola la riparti-

Deve assolutamente emergere che il rischio d’impresa permane sia in capo al soccidante che al soccidario, onde evitare situazioni “dubbie” zione degli accrescimenti; - redigere il verbale di inizio ciclo o in alternativa essere in possesso della bolla di consegna dei capi, controfirmata dal soccidario, nella quale ci siano gli elementi essenziali quali: il numero, la razza, la qualità, il sesso, il peso; - compilare il registro di carico e scarico (la sua tenuta è a cura del soccidante che deve avere un registro

separato per ogni soccida a cui partecipa), necessario per determinare il numero di capi del ciclo di allevamento e per determinare, in caso di animali allevati eccedenti il numero coperto dal reddito agrario dei terreni condotti, il numero dei capi sui quali applicare la tassazione forfettaria ai sensi dell’art. 56 del TUIR; - redigere il verbale di fine ciclo, con una nuova stima dei capi, con la determinazione dell’accrescimento e del relativo riparto del medesimo sulla base della “formula” di cui al contratto di soccida; - rilascio, da parte del soccidante al soccidario, della certificazione del numero di capi a lui spettante a titolo di ripartizione (anche se la soccida è di tipo monetizzata), necessaria per gli adempimenti fiscali del soccidario.

Nonostante agli operatori del settore tali adempimenti possano sembrare eccessivi e ridondanti, sono il minimo necessario per poter dimostrare la genuinità del contratto in caso di verifica.

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FISCO E TRIBUTI DI MARIANNA CUGNASCO - COMMERCIALISTA - mar.cugnasco@studiocugnasco.it

Maggiori opportunità per la vendita diretta Ora gli agricoltori possono commercializzare al dettaglio anche i prodotti agricoli e alimentari appartenenti ad un settore agronomico diverso da quello della propria azienda La legge di bilancio 2019 ha ampliato le possibilità di vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli (individuali o associati) iscritti al Registro delle Imprese, specificando che gli stessi, oltre ad effettuare la vendita diretta dei propri prodotti possono – fermo restando le disposizioni in materia di igiene e sanità – vendere direttamente al dettaglio (in tutto il territorio dello Stato) anche i prodotti agricoli e alimentari appartenenti ad un settore agronomico diverso da quello della propria azienda.

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Esemplificando: il produttore di frutta e verdura può vendere anche carne bovina o latticini; mentre l’allevatore produttore di formaggi ottenuti con il latte dei propri animali può vendere verdura acquistata da un altro produttore agricolo.

REQUISITI NECESSARI Tuttavia vi sono due requisiti necessari per poter vedere direttamente prodotti di terzi: - i prodotti agricoli e alimentari destinati alla rivendita al dettaglio devono essere

acquistati direttamente da altri imprenditori agricoli, anch’essi iscritti al Registro Imprese; - il fatturato derivante dalla vendita dei prodotti provenienti dalla propria azienda deve essere prevalente rispetto al fatturato proveniente dalla vendita dei prodotti acquistati da terzi imprenditori agricoli.

Con riferimento al primo requisito occorre sottolineare che non è consentita alcuna intermediazione commerciale: l’acquisto dei prodotti deve avvenire direttamente da un produttore agricolo.

Per quanto concerne il requisito di prevalenza preme evidenziare il riferimento al fatturato realizzato

dalla vendita e non alla quantità acquistata. Fermo restando il requisito della prevalenza del fatturato occorre comunque tenere conto del limite dei ricavi provenienti dalla vendita di prodotti di terzi, individuata nell’ammontare massimo di 160.000 euro per gli imprenditori individuali e 4.000.000 di euro per le società, con riferimento all’anno solare precedente.

REDDITO D’IMPRESA La legge di bilancio 2019 ha dunque superato la precedente tesi restrittiva che consentiva all’imprenditore agricolo di effettuare la vendita diretta anche dei prodotti di altri produttori, purché appartenenti allo

stesso comparto merceologico. Ora quindi, nel rispetto dei requisiti sopra richiamati, è possibile vendere direttamente anche prodotti appartenenti ad un settore agronomico differente, tuttavia è di fondamentale importanza comprendere che tale norma ha una portata esclusivamente amministrativa e commerciale poiché la disposizione in commento esula dalla disciplina fiscale per la quale non ha alcuna rilevanza.

A livello fiscale infatti la vendita di prodotti di terzi, appartenenti a comparti agronomici diversi da quello della propria attività agricola, dà sempre luogo alla produzione di reddito d’impresa.

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DIRITTO AGRARIO DI DAVIDE GALFRÈ - GEOMETRA - galfre.davide@gmail.com

Conoscere le servitù per far valere i diritti Le servitù sono un particolare rapporto tra beni consistenti nel peso imposto su un fondo, detto servente, per l’utilità di un altro fondo, detto dominante, in capo ad un differente proprietario e servono a fare in modo che il fondo servente goda di un diritto gravando sul fondo dominante.

FONDI E PERSONE Le servitù rappresentano una delle fondamenta dell’ordinamento giuridico italiano ed in tal senso il Codice Civile rappresenta

Le indicazioni fondamentali per distinguere gli strumenti che regolano il rapporto tra il fondo servente e quello dominante la guida comportamentale per tutti coloro i quali hanno a che fare con una servitù, le quali sono legate ai fondi e non alle persone che li possiedono o che li conducono; dunque, se il proprietario del terreno su cui grava la servitù vendesse il proprio appezzamento, trasferirebbe anche la servitù che su di esso grava e la stessa cosa può dirsi anche nel caso in cui il proprietario del fondo dominante vendesse il proprio appezzamento di terreno. Una servitù può essere costituita tramite un atto notarile, quando i proprietari del fondo dominante e di quello servente trovano un accordo per la creazione della servitù stessa, oppure in modo

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coattivo, quando la servitù non dipende dalla volontà del proprietario su cui grava la servitù, ma dipende dall’esigenza di causa maggiore (come ad esempio il passaggio di una condotta di acqua potabile).

ATTO NOTARILE Quando la servitù è costituita tramite un atto notarile devono essere presenti alla stipula notarile i proprietari di entrambi i fondi e se sono presenti più comproprietari, affinché la servitù possa definirsi costituita, è necessario che tutti i titolari la concedano (in modo congiunto o separatamente tra loro).

Anche il nudo proprietario può costituire una servitù gravante su un bene concesso in usufrutto ad una terza persona, purché tale servitù non pregiudichi o arrechi danno all’usufruttuario di cui non risulterebbe necessario alcun consenso.

CONTRATTO SCRITTO Fermo restando quanto detto in precedenza, un caso molto particolare della servitù è quello in cui la costituzione avviene tramite un contratto scritto alla sola presenza del proprietario del fondo servente, rispetto al quale il proprietario del fondo dominante abbia assunto una posizione di terzo e che può consistere in un “dare” o un “fare” presente o futuro valido anche ai fini della costituzione di un diritto reale, purché esso corrisponda ad un interesse dello stipulante, in quanto non esistono limiti in ordine alla prestazione in favore di un terzo.

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ELEMENTI FONDAMENTALI La definizione della servitù nell’atto di costituzione è fondamentale per disciplinare l’uso futuro della servitù stessa, ma in tal senso occorre precisare che può bastare la fornitura di elementi idonei all’individuazione dei fondi ed all’ubicazione della servitù pur senza indicare e descrivere nel titolo in modo espresso e dilungato i fondi e la servitù. In questo senso, ad esempio, si tenga presente che la Suprema Corte, nella sentenza n.

9475 del 28 aprile 2011, aveva ritenuto dimostrata l’esistenza di una servitù di scarico fognario anche solo sulla base di un progetto comune a due porzioni contigue di una bifamiliare e sottoscritto da entrambe

le parti, contenente un identico tracciato grafico indicante la previsione dello scarico fognario comune ai futuri proprietari della

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erigendo villetta bifamiliare.

ESPRESSA VOLONTÀ Si può concludere, dunque, che non sia richiesto l’uso

di formule sacramentali o di particolari espressioni formali, ma basta che sia espressa la volontà delle parti di creare un peso gravante su un fondo servente a fare di un fondo dominante, nonostante sia chiaro che ogni descrizione o pattuizione aggiuntiva non risulti mai superflua.

In conclusione, il “fare” del proprietario servente non deve comunque essere legato all’operato contingente, legato ad un comportamento occasionale del proprietario, o legato ad una volontà bonaria di quest’ultimo, mancando in tali casi le caratteristiche di obiettività e permanenza (ad esempio l’apertura momentanea di un cancello da parte del proprietario per il transito occasionale).

ZOOTECNIA

Piemonte e Liguria allevatori al top Con una votazione per alzata di mano, l’Associazione regionale degli allevatori piemontesi ha concluso i lavori dell’assemblea 2019. L’assise dei delegati convocata martedì 16 luglio a Madonna dell’Olmo, presenti tutte le componenti del sistema allevatoriale e il nuovo assessore regionale all’agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa, ha approvato all’unanimità la relazione del presidente uscente Roberto Chialva, il bilancio consuntivo 2018 tornato in pareggio su poco meno di 13,5 milioni di euro, e i nomi proposti per il rinnovo delle cariche sociali.

da un triennio impegnativo durante il quale sono stati completati i programmi di fusione per incorporazione delle associazioni provinciali piemontesi ed è stata acquisita - a partire dal 2018 - l’attività istituzionale svolta dall’associazione regionale allevatori della Liguria: «Sono convinto - ha sottolineato Chialva al termine della sua ampia panoramica - che le filiere collegate al settore zootecnico potranno trarre notevoli benefici dalla nostra attività, anche alla luce delle crescenti richieste dei consumatori in termini di sicurezza, tracciabilità, origine, sostenibilità e benessere animale».

TRIENNIO IMPEGNATIVO L’Arap taglia dunque un nuovo ed importante traguardo, pur venendo

PRESENZA REGIONALE L’auspicio del presidente è stato raccolto dal neo-assessore Protopapa:

L’Associazione delle due regioni è al primo posto a livello nazionale per numero di allevamenti associati e al terzo posto in fatto di capi controllati «Seguendo l’assemblea ho apprezzato i risultati fin qui raggiunti e soprattutto il clima di operosa armonia che caratterizza il mondo allevatoriale da voi rappresentato in tutte le sue articolazioni. Posso assicurare che la Regione Piemonte sarà vicina e presente, anche per quanto riguarda l’aspetto promozionale delle mostre e delle fiere, i luoghi dove la zootecnia assume una valenza pubblica per avvicinare la nostra agricoltura di eccellenza alla platea dei cittadini».

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neo. Il responsabile Daniele Giaccone ha richiamato il nuovo piano strategico Masti-stop, all’avanguardia in Italia, che si è aggiunto agli altri progetti in essere, Dairy-self e Dairy-money.

Inoltre è stato conseguito l’accreditamento da parte di Accredia.

LIVELLO NAZIONALE Ed ecco alcuni numeri, forniti dal direttore Tiziano Valperga, che fotografano la realtà rappresentata da Arap: «Il numero degli associati è salito a 6.419, fra allevamenti in selezione e in pre-selezione. Su tale incremento incide l’acquisizione della Liguria, con oltre 300 soci. I capi grossi controllati nel 2018, compresi quelli liguri, raggiungono la cifra di 237.120, con un

significativo aumento, rispetto al periodo della pre-regionalizzazione, del 21,6 per cento. Oggi l’Arap - precisa Valperga - è al primo posto a livello nazionale per numero di allevamenti associati e al terzo posto in fatto di capi controllati».

LABORATORIO UNIFICATO Rilevante anche l’attività del laboratorio Arap unificato nella sede di Cu-

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COMITATO DIRETTIVO Infine ecco i nomi degli eletti, che con i sette presidenti delle Sezioni territoriali, vanno a comporre il comitato direttivo che procederà alla nomina del presidente. Sono Elia Dalmasso, Davide Fiandino, Claudio Fina e Mario Gianoglio per Cuneo; Antonio Fassino, Andrea Magliana e Luca San Martino per Torino e Domenico Viarengo per Asti. Designati anche gli organi di controllo. Il collegio dei sindaci è composto dal presidente Vittorio Morgese (nomina Aia), effettivi Domenico Morabito ed Elena Gallo. Il collegio dei probiviri è presieduto da Elisabetta Salvini (nomina Aia) e dagli effettivi Guido Brondelli di Brondello e Bartolomeo Bovetti.

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Banco macelleria arrivano i rinforzi Successo alle sede AgenForm di Moretta per il primo corso che prepara a lavorare nel settore della vendita della carne Si è concluso nel mese di luglio il corso per Addetto Banconiere – Macelleria, organizzato da AgenForm presso la sede formativa di Moretta.

Dodici gli allievi e le allieve che hanno superato l’esame conseguendo la qualifica, che prepara a lavorare nel settore della vendita di prodotti alimentari sia presso punti della grande distribuzione sia presso piccoli esercizi commerciali.

GIOVANI E ADULTI Il corso ha coinvolto giovani e adulti che hanno imparato a preparare semilavorati, a trasformare la materia prima carne in prodotti gastronomici, a confezionare gli alimenti e ad allestire un banco vetrina secondo tecniche di vendita e nel rispetto delle norme igieniche. Le 600 ore di formazione, di cui 240 di stage, si sono svolte in collaborazione con il Consorzio socioassistenziale Monviso Solidale e con

le imprese del territorio, alcune con diversi punti di commercializzazione nel Cuneese e nel Torinese, come Presto Fresco, Gavazza Carni, Vallino Carni, Pastificio Rana Spa e macellerie del territorio. A fine percorso, sono stati avviati percorsi di inserimento, con l’attivazione di tirocini e di altre opportunità lavorative presso punti vendita e aziende locali.

AVVIO FORTUNATO «È stata la prima edizione del corso - commentano i responsabili e tutor dell’attività formativa, Emilia Bezzo, Gabriele Priotti e Lorenzo Picco -, che completa l’offerta formativa di AgenForm nel settore agroalimentare.

Nell’anno formativo 2018/2019 si sono svolti infatti percorsi di specializzazione nel settore delle carni e del latte a Moretta (che oggi contano una tradizione quasi trentennale); due annualità dei percorsi ITS nel settore

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della trasformazione ortofrutticola presso la sede di Cuneo, oltre a un corso sperimentale binazionale Italia Francia sulle trasformazioni agroalimentari dell’area transfrontaliera».

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI «Il corso per Addetto Banconiere – Macelleria si rivolge soprattutto a persone in possesso della sola licenza media e offre buone opportunità occupazionali, come dimostrato dalle occasioni di inserimento lavorativo dopo lo stage. L’iniziativa è possibile grazie al finanziamento del Fondo Sociale Europeo, nell’ambito della Direttiva Regionale Mercato del Lavoro, che offre a giovani e adulti l’accesso gratuito a corsi di formazione per costruire un progetto professionale e di lavoro», continuano gli organizzatori.

Sono già aperte le pre-iscrizioni per la prossima edizione del corso, che inizierà nell’autunno 2019.

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ZOOTECNIA

L’Emilia Romagna fa i conti con allevamenti e formaggi Sfide, aspettative, progetti.

Per l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) le incognite sul futuro della zootecnia rappresentano uno stimolo per offrire agli associati le migliori opportunità di crescita e competitività professionale.

Ne ha parlato il presidente Maurizio Garlappi, in occasione dell’annuale assemblea dell’Associazione, a Bologna: «Nel 2018 – ha dichiarato Garlappi – il valore totale dell’agricoltura regionale ha raggiunto il 51% a fronte del 49,5% dell’anno prima con una Plv (produzione lor-

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da vendibile, ndr) passata dai 2,241 miliardi di euro (nel 2017) a 2,371 miliardi, pari a un aumento del 5,8%».

Tutto bene quindi? Non esattamente, perché le sfide sul tavolo della competitività si traducono innanzitutto in concetti di cui si parla molto e si continuerà a parlare: benessere animale e antibioticoresistenza.

PROGETTO LEO «Le richieste che arrivano dal mercato, prima ancora che dall’Europa – ha incalzato Garlappi – impongono a tutto il settore un cambio di

passo, un nuovo modo di interpretare il nostro lavoro a vantaggio di una trasparenza che è sinonimo di sicurezza alimentare.

In quest’ottica è nato il Progetto Leo, finalizzato alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri che alimenteranno una banca dati, al momento unica in Europa, da cui attingere le informazioni necessarie per individuare le migliori soluzioni nel rispetto degli obiettivi legati alla sostenibilità ambientale ed economica, alla sicurezza alimentare, al benessere animale. Attualmente, il 92% dei nostri associati ha aderito al progetto».

Nel bilancio dell’Associazione regionale allevatori, la fotografia di un comparto complessivamente in buona salute, ma attento alle nuove sfide. Suini e bovini di razza Romagnola in difficoltà

PARMIGIANO E GRANA Tornando ai numeri che hanno caratterizzato l’andamento zootecnico emiliano-romagnolo nel 2018, vanno ricordate le 2.043,90 tonnellate di latte prodotto, che rispetto all’anno prima hanno fatto segnare un +0,1%.

Una crescita che si consolida di anno in anno e che vede nel buon andamento di mercato del Parmigiano

Reggiano la sua forza motrice.

Proprio il latte prodotto per il re dei formaggi assorbe oggi il 93% della totalità, che si traduce in un +1,35% di forme prodotte.

«Un andamento che ha trascinato nella sua scia positiva anche il Grana Padano prodotto a Piacenza – ha proseguito Garlappi –; nel complesso, la

ZOOTECNIA zootecnia emiliano-romagnola targata 2018 archivia un buon andamento anche per il comparto degli avicunicoli e delle uova, così come per gli ovicaprini».

SETTORI IN CRISI Diverso il discorso per il settore suinicolo che deve registrare un calo della redditività del 12,1%, marcando notevoli problemi di redditività per gli allevatori. Preoccupano i dati registrati nel comparto dei bovini da carne che nonostante l’aumento del valore delle produzioni (+4,7%) e l’incremento delle macellazioni (+4,8%) deve incassare una flessione delle quotazioni di vitelli e bovine.

«Rimane purtroppo grave la situazione degli allevamenti di bovini di razza Romagnola – ha precisato il presidente Araer – rispetto alla quale possiamo parlare di uno stato di crisi senza precedenti e che ci chiama prepotentemente in causa per individuare soluzioni che possano ridare fiato al comparto».

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ZOOTECNIA

Fieragricola promuove nutrizione e benessere Accordo tra Fieragricola e Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, dal 1945 realtà di riferimento dell’industria mangimistica italiana, per promuovere la rassegna internazionale dell’agricoltura, in programma alla Fiera di Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020.

L’intesa – firmata a Roma a margine dell’assemblea annuale di Assalzoo – si inserisce nella politica di rafforzamento del comparto zootecnico di Fieragricola, dedicato in maniera trasversale alle principali categorie di animali da reddito, ampiamente rappresentate a Verona: bovini da latte e da carne, suini, equidi, avicoli,

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cunicoli, ovini e caprini, ma anche chiocciole.

PARTNERSHIP STRATEGICA «La partnership con Assalzoo è strategica per Fieragricola – ha dichiarato intervenendo all’assemblea Luciano Rizzi, exhibition manager Agriexpo & Technology di Veronafie-

Accordo con l’Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici, in evidenza il ruolo strategico della mangimistica

re – in quanto la mangimistica è un segmento che risponde in maniera trasversale ai bisogni degli allevamenti in Italia e in Europa e affronta temi chiave per lo sviluppo della cerealicoltura, della foraggicoltura, delle dinamiche relative ai piani proteici nazionali e comunitari.

Allo stesso tempo, il dialogo con As-

salzoo soddisfa le filiere zootecniche nei segmenti della salute, benessere e nutrizione animale, all’interno di un’area in forte crescita a Fieragricola.

La zootecnia, grazie anche alle tipicità delle produzioni Dop e Igp italiane, è uno dei pilastri principali per rafforzare il valore aggiunto dell’agricoltura» NUTRITION FORUM Assalzoo sarà presente a Fieragricola 2020 nel padiglione 9, dedicato alla zootecnia.

L’associazione, inoltre, sarà uno dei player che animeranno il “Nutrition Forum” con convegni, seminari, tavole rotonde su innovazioni, tendenze e modelli relativi al comparto mangimistico nazionale.

Fieragricola e Assalzoo, inoltre, lavoreranno in vista della 114ª edizione della rassegna internazionale di Verona dedicata all’agricoltura con azioni congiunte per la promozione del settore mangimistico e per agevolare e valorizzare la partecipazione dei mangimisti associati ad Assalzoo a Fieragricola 2020.

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Gli “intramontabili” dei Barolo Boys sono i personaggi straordinari con i qualnely Planet.

Dopo il saluto inaugurale del sindaco di Monforte Livio Genesio, l’incontro è stato introdotto dal presidente provinciale di Cia Cuneo, Claudio Conterno.

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ZOOTECNIA

La bioenergia al centro della strategia agricola È stato pubblicato il “Position Paper sulle agro energie”, elaborato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e dal Crea, insieme a Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Scopo del piano è quello di dare il giusto risalto al contributo delle biomasse di origine agricola sul piano nazionale Energia – Clima,

che ha ricevuto le prime osservazioni da parte della Commissione Ue, e meglio focalizzare gli adempimenti relativi al recepimento della direttiva Red II sulle energie rinnovabili.

VALORIZZAZIONE ENERGETICA «Occorre promuovere ulteriormente le bioenergie, che rappresentano una

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realtà fondamentale per il futuro dell’agricoltura italiana, tenendo conto anche dell’ampia disponibilità delle biomasse e dell’opportunità di una loro valorizzazione energetica

sia per quanto riguarda le biomasse residuali, agricole e forestali, che le colture - ha affermato il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio -; di fronte ai cambiamenti climatici

Pubblicato il “Position Paper” sulle agroenergie, atteso il via libera dalla Commissione europea sul piano nazionale che promuove le biomasse di origine agricola

in corso occorre investire in modo mirato, puntando sulla tecnologia e la ricerca.

L’innovazione ci consente infatti di migliorare la qualità di ciò che produciamo, adattarlo ai territori, alle

culture e soprattutto ridurre drasticamente l’inquinamento».

ENERGIA CLIMA Il Piano, nel delineare lo sviluppo della strategia ener-

gia-clima al 2030, tiene conto delle ricadute positive di carattere ambientale, economico e sociale, legate alla produzione di energia da biomasse e da biogas, ottenuti da matrici residuali e sottoprodotti, limitando l’uso di colture dedicate e puntando ad incrementare l’erogazione di altri beni e servizi. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’energia elettrica, si sottolinea come gli attuali livelli di produzione possano e debbano essere mantenuti al 2030 (20 TWh) attraverso la pre-

visione di politiche e misure di sostegno che tengano conto della capacità delle biomasse di mitigare gli effetti del cambiamento climatico; la produzione di energia termica deve essere sostenuta da un’ulteriore crescita delle bioenergie al 2030 rispetto agli attuali livelli di produzione; infine, per il settore dei trasporti, occorre puntare con maggiore decisione allo sviluppo dei biocarburanti avanzati di origine agricola, in particolare del biometano.

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Dal

FIERE

Agrimeccanica e frisone alla corte del marchese L’antico Marchesato porta in alto le sue eccellenze legate alla terra e lo fa con la Mostra nazionale della Meccanica Agricola che presenta ai visitatori un mix di tradizione e innovazione, elemento distintivo che connota molte aziende del territorio e che, giunta alla 72a edizione, è un fiore all’occhiello nel settore.

La Mostra da undici anni si fregia del prestigioso titolo nazionale, a conferma della professionalità e dell’alto livello degli espositori.

PROFESSIONISTI E APPASSIONATI La Mostra, come ogni anno, verrà

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31/08 al 2 /09

a Saluzzo

allestita al Foro boario, cuore pulsante della manifestazione, e qui il grande pubblico potrà conoscere macchinari di ogni genere e curiosare tra le ultime novità nel campo dell’agricoltura, che, nel rispetto della tradizione, volgono lo sguardo al futuro.

La Fiera attrae non solo i professionisti e gli appassionati del settore, ma da generazioni è un’occasione di incontro che, al termine dell’estate, crea un’atmosfera di “casa”.

Inaugurazione, come da tradizione, il sabato, 31 agosto.

Verranno riproposti momenti di approfondimento attraverso con-

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vegni e tavole rotonde con le associazioni di settore e con Uncem che presenterà un momento di incontro (i convegni e le tavole rotonde sono in fase di definizione).

FRISONA E DINTORNI E non si possono dimenticare, a fare da cornice alla grande fiera, la 47a Mostra

regionale della Frisona, con valutazioni e premiazioni delle varie categorie, accompagnati da momenti di degustazione di prodotti tipici locali, e la 20a Mostra dell’auto e della moto, che verrà allestita nel centro cittadino sotto l’Ala di Ferro.

In particolare, la Mostra della Frisona si aprirà

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Dal 31 agosto al 2 settembre a Saluzzo, la storica Fiera di San Chiaffredo, appuntamento cardine per professionisti e appassionati venerdì 30 agosto con l’arrivo e la sistemazione degli animali; sabato 31 agosto, esposizione degli animali.

Domenica 1 settembre, dalle 14,30 alle 16,30 Mostra Regionale, valutazione categoria Manze e Giovenche e

finali; dalle 17, Junior Show (gara di conduzione e giudizio).

Lunedì 2 settembre, dalle 8,30 alle 12 Mostra regionale, valutazione categoria Vacche e finali; alle 12

FIERE

Cerimonia di premiazione Junior Show e Mostra regionale; dalle 16, rientro animali.

FESTA PATRONALE Anche la festa patronale offre al pubblico serata di musica e spettacoli, a partire da un ospite d’eccezione: giovedì 29 agosto

arrivano a Saluzzo Moreno il Biondo e l’Orchestra Grande Evento, che porteranno l’allegria e il divertimento del ballo liscio sul rialzo di piazza Garibaldi, il palcoscenico di tutte le serate.

E poi una proposta giovane rivolta ai giovani da parte della giovane realtà

associativa Aritmia, per portare divertimento ed una ventata di freschezza all’intera manifestazione e al pubblico giovane del mondo produttivo locale.

Si riconfermano inoltre la Festa delle Corali sabato 31 agosto e le serate danzanti, che trasformeranno la città in una grande pista

da ballo in cui la musica sarà la protagonista assoluta.

Il gran finale di martedì 3 settembre con lo spettacolo pirotecnico, offerto dalla Fondazione Bertoni, colorerà il cielo di Saluzzo per dare l’“arrivederci” all’estate e il benvenuto al Settembre Saluzzese.

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ZOOTECNIA

Anche la stalla segue le mode Nell’azienda di Maurizio Gramaglia e della moglie Irene, a Cardè, si allevano bovini italiani e angus. La stagione dei francesi è passata Portare avanti nel tempo un’azienda solida significa anche sapersi adattare alle richieste del mercato.

Così hanno fatto Maurizio Gramaglia e la moglie Irene, la cui azienda – di Cardè – è passata negli ultimi anni dall’ingrasso di tori francesi all’ingrasso di vitelle e vitelli italiani e di alcuni capi di

angus, antichissima razza bovina da carne oggi di gran “moda”.

CAPI ALL’INGRASSO La storia dell’azienda agricola Gramaglia inizia nel 1985. «Mio suocero Luigi – racconta Irene – ha sempre ingrassato tori francesi.

Dal 2008 l’azienda è portata

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Maurizio Gramaglia con la moglie Irene, la figlia Nicole e

ZOOTECNIA avanti da mio marito Maurizio e da me. Inizialmente abbiamo proseguito anche noi con i francesi, poi, seguendo il mercato, abbiamo cambiato. Ora ingrassiamo vitelle femmine e maschi castrati, tutti rigorosamente italiani. Abbiamo anche alcune femmine di angus, una carne oggi molto richiesta.

In tutto abbiamo 550 capi, divisi in due stalle con paddock esterni. Non ci occupiamo né di nascita né di mungitura: compriamo i capi, li ingrassiamo e li vendiamo al macello».

Il periodo di ingrasso è variabile, da 6 a 12 mesi.

Ovviamente, più i capi arrivano giovani da Gramaglia, più il periodo di ingrasso sarà lungo.

Marino Tonelli

ALIMENTAZIONE SANA «La nostra giornata lavorativa? Inizia alle 6 del mattino,

termina intorno alle 19.30.

Anche a seconda del lavoro nei campi». Già, perché i Gramaglia mandano avanti anche 120 giornate di terreno, per provvedere all’alimentazione dei loro animali.

Un centinaio seminate a mais, una ventina a loietto.

L’alimentazione dei capi è in larga parte auto-prodotta.

«Somministriamo un pastone – spiega Irene – composto da: tutta la pannocchia del mais, fieno di nostra produzione, nucleo della “Ferrero” e un po’ di lino.

Quest’ultima sostanza è ricca di omega 3, serve a rendere più buona la carne».

BILANCI CRUDELI Come la maggioranza delle aziende (agricole, ma non solo) anche per i Gramaglia la “spina” maggiore è rappresentata dalle spese.

«Le spese sempre elevate

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biamo in cantiere nuove stalle. Vogliamo però continuare sulla strada del benessere animale, aspetto che già portiamo avanti.

Escono continuamente nuove norme. Se ci si può migliorare per far star meglio i nostri capi...».

sono la criticità maggiore – afferma ancora Irene –, un elemento che penso accomuni un po’ tutti: è difficile “fare il giro”.

Quando si vende si dovrebbe avere un maggior margine di guadagno».

BENESSERE ANIMALE L’azienda di Cardè ha recentemente investito nell’acquisto di terreno.

«Progetti all’orizzonte?

Per il momento portare avanti l’azienda, terminando di pagare il mutuo che abbiamo acceso – dicono i Gramaglia –; almeno nell’immediato non ab-

L’esemplare di Angus nell’azienda di Maurizio Gramaglia

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NUOVA GENERAZIONE Il futuro dell’azienda agricola Gramaglia è tutto nelle mani di Nicole, due anni, figlia di Irene e Maurizio. «Pur essendo piccola, è molto appassionata, ha già una vena molto “barotta” – scherza la madre –; ha una piccola carriola con cui gioca, passa molto tempo a “trafficare” nella stalla».

Tra qualche anno questo gioco potrebbe diventare lavoro.

Matteo Garnero

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ZOOTECNIA

Ecco la nuova guida ai caseifici d’alpeggio

Anche per il 2019 l’Asl To3 pubblica la nuova edizione della “Guida ai Caseifici d’Alpeggio”, aggiornata nelle schede relative agli alpeggi presenti sul territorio dell’Azienda sanitaria ed alle loro produzioni di latte, formaggio e altri prodotti lattiero caseari.

Dove si trovano gli alpeggi? Come raggiungerli? Quali animali allevano e che cosa producono: latte, ricotta,

quali formaggi?La pubblicazione, a cura del direttore generale dell’Asl To3 Flavio Boraso e dei direttori delle aree veterinarie di riferimento Dario Ariello e Stefano Gatto, risponde a questi e a numerosi altri interrogativi e curiosità e si presenta come una vera e propria guida turistica, da consultare in cerca di spunti per una passeggiata alla scoperta delle produzioni tipiche locali.

ATTIVITÀ E MAPPE La prima parte contiene numerose e interessanti informazioni sull’attività d’alpeggio, sulle razze allevate nelle

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nostre montagne, sulle produzioni tipiche, dal Plaisentif al Sarass del Fen, dalla Toma al Cevrin, e sul sistema di controlli svolti dai servizi veterinari.

Alle schede dei singoli alpeggi è invece dedicata la seconda parte della guida, organizzata per aree geografiche e contenente indicazioni dettagliate sulle caratteristiche degli alpeggi, le specie allevate e le produzioni casearie, sicure e certificate, che vi si possono trovare.

Il tutto corredato da indicazioni su mappa e descrizione del percorso per raggiungere l’alpeggio, preferibilmente a piedi.

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ZOOTECNIA

Pubblicata dall’Azienda sanitaria locale Torino 3, illustra le caratteristiche degli alpeggi, le specie allevate e le produzioni casearie sicure e certificate del territorio con la maggiore presenza di malgari EDIZIONE AGGIORNATA La nuova edizione 2019 riporta i dati aggiornati dei titolari/ conduttori degli alpeggi con le nuove autorizzazioni alla trasformazione lattiero casearia ed è stata arricchita con l’inserimento dei caseifici stanziali (aperti tutto l’anno) di alta quota, che si trovano sul territorio montano al di sopra dei 1000 m s.l.m. e comparabili, per tipologia di produzione, caratteristiche strutturali ed ubicazione, ai caseifici d’alpeggio. Si tratta di

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ben 7 caseifici stanziali annessi ad allevamento, che producono prodotti lattiero caseari per tutto l’arco dell’anno in Valle Susa ed in Val Chisone, nei comuni di Sauze di Cesana, Cesana, Pragelato ed Usseaux.

Le schede di questi caseifici sono state inserite nei capitoli territoriali delle aree geografiche di appartenenza.

PATRIMONIO ECCEZIONALE «Vogliamo invitare idealmente il cittadino o il visitatore occasionale alla scoperta di

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un patrimonio eccezionale come quello della produzione di alimenti di origine animale – osserva Flavio Boraso -, in particolare il latte e i prodotti derivati dalla sua trasformazione, coniugando un’attività di promozione del benessere come quella di una camminata in montagna, con la sicurezza alimentare che passa attraverso i controlli che i nostri veterinari e i nostri tecnici effettuano sugli allevamenti e sui prodotti». Nel territorio dell’Asl To3 è presente il

maggior numero di caseifici d’alpeggio registrati e riconosciuti in tutto il territorio piemontese: 72 caseifici su 259 (27 per cento).

I siti di alpeggio sono 287, dove monticano ogni anno oltre 18 mila bovini e più di 36 mila ovini e caprini.

AFFIDABILITÀ E SALUBRITÀ «È importante che la Sanità pubblica sappia accompagnare l’escursionista – scrive nella prefazione l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte,

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Luigi Genesio Icardi -, aiutandolo a distinguere il grado di affidabilità e salubrità dei prodotti lattiero-caseari che incontrerà lungo il cammino.

Dietro a ogni formaggio e ricotta d’alpeggio prodotti a regime di legge, c’è un complesso lavoro del sistema sanitario che garantisce il benessere degli animali e la qualità del cibo». Per la reperibilità della Guida telefonare allo 0121.235221, oppure scrivere una email a mdvittoria@ aslto3.piemonte.it

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Il futuro agricolo sul tavolo europeo La posizione italiana su nuova Pac, zucchero, peste suina, accordi commerciali, importazioni e etichettatura nutrizionale Futuro della Pac dopo il 2020, settore dello zucchero, situazione sulla peste suina africana, accordo commerciale Mercosur, crescita delle importazioni di riso Japonica dal Myanmar, esito della terza conferenza ministeriale UE - Unione africana…

Sono i principali temi discussi nell’ul-

tima riunione del Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca, a Bruxelles, al quale ha preso parte il ministro delle Politiche agricole italiano, Gian Marco Centinaio.

MERCOSUR E RISO Sull’accordo commerciale Mercosur

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si è ribadito come sia un accordo molto sbilanciato a danno dell’intera agricoltura europea, anche perché i problemi si riscontrano su più fronti: riso, carne avicola, vino, pasta e zucchero. Per non parlare del capitolo delle indicazioni geografiche: le deroghe previste sono troppe.

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Sul fronte risicolo, a seguito della crescita di importazioni dal Myanmar, il ministro ha chiesto alla Commissione di monitorare con estrema attenzione la situazione, di attivare appositi controlli nei punti di entrata, per verificare la qualità del prodotto e, se del caso, attivare un’indagine finalizzata ad un possibile ripristino dei dazi.

PAC E PESTE SUINA Per quanto concerne la Pac, il ministro Centinaio ha ribadito come “l’Italia condivide la proposta di una Politica agricola comunitaria più ambiziosa dal punto di vista ambientale, purché non si traduca in maggiori oneri e complicazioni per il mondo agricolo, soprattutto se non adeguatamente

remunerati”. Sulla peste suina infine è stato ricordato come sia stato adottato un piano di contrasto alla diffusione della malattia che in termini di prevenzione, pone l’accento sulla biosicurezza dell’allevamento e della caccia, investe nella formazione degli operatori e nell’informazione dei viaggiatori, incentiva la sorveglianza passiva e considera l’opzione della diminuzione della densità di cinghiali.

ETICHETTATURA NUTRIZIONALE Il ministro Centinaio ha poi partecipato ad un incontro bilaterale con il commissario Andriukaitis, al quale ha illustrato la posizione italiana sui diversi schemi di etichettatura nutrizionale proposti da alcuni Stati membri e

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ha chiesto alla Commissione europea di non approvare modelli fuorvianti per il consumatore e assolutamente distorsivi rispetto al concetto di qualità sostenuto a livello europeo.

Un tema così importante, da cui dipende la salute e la qualità della vita di milioni di consumatori europei, non può infatti essere banalizzato con un sistema di etichettatura non rappresentativo della qualità dei singoli prodotti e non rappresentativo del territorio da cui questi provengono.

Centinaio ha poi colto l’occasione per invitare il commissario Andriukaitis in Italia per il prossimo settembre, in modo da condividere i passi in avanti compiuti dalle Autorità italiane nella lotta alla Xylella.

ZOOTECNIA

Quando il mondo entra in casa «Ospitare i delegati di Terra Madre che arrivano dai cinque continenti per Cheese apre una finestra sul mondo».

Anche quest’anno Bra si prepara ad accogliere la rete dei delegati internazionali di Cheese – cento casari, pastori, affinatori, formaggiai, docenti universitari e attivisti – e a ospitarli nei giorni dell’evento.

MONDO A DOMICILIO «A me e mio marito piace molto viaggiare e conoscere altri Paesi, quindi avere la possibilità di ospitare il mondo a casa nostra è un’esperienza che non ci lasciamo mai scappare», racconta Anna Abburrà,

che accoglie i delegati sin dalla prima edizione di Cheese. A casa sua sono passate diverse lingue e culture: dalla Bielorussia all’Etiopia, dal Ruanda al Madagascar.

«Ogni volta è una scoperta reciproca e si superano facilmente ostacoli linguistici o culturali senza problemi.

Si chiacchiera dei vari Paesi, della storia, della gastronomia e delle tradizioni, tesori che non si trovano nelle guide turistiche.

Dai piccoli gesti si può imparare molto e riflettere sul nostro stile di vita.

Ad esempio la cura con cui tagliano il pane durante la cena

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Anche quest’anno sarà possibile ospitare i delegati internazionali di Terra Madre, in occasione di Cheese, dal 19 al 24 settembre

centellinando ogni briciola, perché nel loro villaggio è riservato solo a bambini e anziani, quando noi spesso non ne capiamo il valore», continua.

E come sempre l’esperienza non finisce con l’evento: «Siamo rimasti in contatto con tutti, ci si sente, ci si scrive, ci si rivede quando si riesce».

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ZOOTECNIA

SCAMBIO CULTURALE Le fa eco Antonella Cagna, che nella sua casa di Pollenzo ha visto passare tantissime nazionalità: «Lo scambio culturale parte dalla lingua, tutti ci sforziamo per capirci senza barriere e senza paure. E poi anche in cucina, mi ricordo come le delegate del Malawi ci abbiano portato le loro spezie, altri il vino, e noi abbiamo fatto loro assaggiare i nostri cibi locali».

«Mio figlio ha stretto un legame fortissimo con un delegato giapponese, insieme hanno partecipato a cene in cui ognuno preparava un piatto tipico, hanno visitato il nostro territorio e sono ancora in contatto. Questa è la vera ricchezza: costruire legami che vanno al di là dei confini e della distanza fisica, capire che siamo tutti uguali e tutti umani».

COME PARTECIPARE Chi vuole partecipare al progetto e dare la propria disponibilità ad aprire la propria casa dal 19 al 24 settembre, può aderire rivolgendosi per informazioni a Alessia Pautasso (342.8641029), oppure compilando il form sul sito cheese.slowfood.it

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ZOOTECNIA DI GIOVANNI BATTISTA TESTA

Suini, solo l’Italia lavora in perdita Il primo semestre 2019 chiude con una quotazione media per il suino pesante italiano di euro 1,285/kg contro il prezzo del primo semestre 2018 di euro 1,497, registrando una diminuzione del 14,16%.

Un prezzo che non consente di coprire i costi di produzione che, secondo le nostre rilevazioni, evidenziano un valore, al netto dell’IVA, di euro 1,445/kg.

COSTI DI PRODUZIONE Il costo di produzione del suino pesante nel corso dei primi sei mesi dell’anno 2019 negli allevamenti da ingrasso è risultato pari a euro 1,445/kg più Iva, inferiore al costo evidenziato nel corso del 2018 pari a euro 1,557/kg, registrando un calo del -7,19%.

Tale risultato è emerso da una rilevazione

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puntuale dei costi di produzione svolta presso allevamenti di ingrasso locale.

La voce di costo che maggiormente ha inciso sulla riduzione del costo di produzione è quella dell’acquisto dei suinetti -22,10%.

I lattonzoli acquistati nel corso del secondo semestre 2018 hanno consentito un buon risparmio che ha inciso positivamente sul bilancio finale.

Il costo dell’alimentazione ha evidenziato una diminuzione dello 0,36% per via del calo della quotazione della soia.

I costi dei farmaci e del veterinario sono incrementati del 21,87% a causa di maggiori problemi sanitari registrati negli allevamenti oggetto della rilevazione.

I costi espliciti totali hanno così evidenziato una diminuzione del 8,68%, mentre

ZOOTECNIA

Bilanci in rosso per l’ingrasso, intanto arriva la decisione shock del Consorzio di tutela del Prosciutto di Parma… gli ammortamenti hanno registrato un invariato. Il bilancio è in rosso a causa del forte calo delle quotazioni dei suini da macello, -14,16%.

Il ricavo medio del primo semestre è risultato pari a euro 1,325/kg (euro 1,285 + 4 centesimi di premio partita) con una perdita media pari a euro 0,110/kg.

La perdita dell’allevamento per ogni suino portato al macello è di circa 18,7 euro, oltre Iva.

Tabella 1: Andamento dei prezzi dei suini nei principali paesi europei Confronto 2019/2018 primi sei mesi. (Prezzi a PM ad eccetto di Italia e Spagna PV) - Fonte MPB-France-Cun Italia

MERCATO ITALIANO A livello europeo assistiamo ad una situazione incredibile. La depressione delle quotazioni dei suini da macello colpisce sostanzialmente solo l’Italia.

L’andamento dei prezzi dei suini da macello sulle principali piazze europee, esposte nella tabella 1 sopra, evidenziano nel periodo dei primi sei mesi del 2019 le seguenti variazioni: Paesi Bassi +14,38%, Danimarca +9,73%, Germania +12,10%,

Francia + 12,77% e Spagna (quota il suino leggero a peso vivo) +10,98%.

Il mercato italiano (quota il suino pesante certificato a peso vivo) evidenzia una diminuzione del 14,16%.

L’analisi delle motivazioni che hanno causato questa sconveniente situazione è complessa e articolata e non possiamo elaborarla in questo spazio.

Certo è che qualcosa non funziona e chi ha responsabilità nella

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Andamento prezzi dei suini pesanti da macello: confronto 2016/2017/2018/2019 Prezzi medi mensili - Prezzo euro/kg - Fonte CCIAA Modena e Cun - Dati provvisori

gestione della suinicoltura italiana, a cominciare dal Ministero dell’Agricoltura, deve farsi un esame di coscienza e assumere le necessarie decisioni per ridare una prospettiva al settore.

PROSCIUTTO DI PARMA In questa direzione si è mosso il Consorzio di Tutela del prosciutto di Parma. Quasi un fulmine a ciel sereno! In verità il cielo non era per nulla sereno, il settore dei prosciutti Dop in profonda crisi, una situazione imbarazzante riguardo a come erano stati svolti i controlli sulla filiera negli ultimi anni, la necessità

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impellente di dare una risposta di credibilità del sistema qualità ai consumatori.

Il Consorzio di Tutela del prosciutto di Parma ha proposto al Ministero delle Politiche agricole di revocare l’incarico inerente i controlli sulla filiera all’ipq e di affidarli all’Ente terzo Csqa. Il Ministero ha accolto la richiesta.

Si apre adesso un periodo di transizione e di grandi cambiamenti. Anche perché il cambio dell’Ente di controllo deciso dal Consorzio del Parma si tira dietro la necessità/opportunità che anche gli altri Consorzi di Tutela dei prosciutti Dop (San Daniele,

Colli Euganei, Toscano, Modena, Crudo di Cuneo, etc.) abbandonino l’Ipq per sostituirlo con il nuovo Ente.

Infatti, al momento, per convenzione, l’Ipq era l’unico Ente incaricato per i controlli negli allevamenti alla base della produzione dei maiali idonei alla trasformazione di prosciutti Dop o Igp. Altrimenti ci troveremo nella situazione che più Enti di controllo controlleranno i medesimi allevamenti, con piani di controllo diversi e con una sola cosa certa, i costi a carico degli allevamenti aumenteranno.

SVOLTA STRATEGICA Il 4 luglio scorso il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha assunto una decisione di politica strategica per rilanciare il comparto, puntando su quattro pilastri: assoluta terzietà dei controlli, task force di esperti dedicata alla certificazione, modifica e rafforzamento del sistema dei controlli, revisione del disciplina-

re di produzione. Il primo concerne il cambio dell’ente di controllo.

Dopo vent’anni di collaborazione con l’Istituto Parma Qualità (Ipg), il Consorzio volta pagina e affida a Csqa Certificazioni il sistema di certificazione e controlli: «È il primo forte segnale di rinnovamento che parte da uno degli ambiti più importanti

per una Dop, il sistema dei controlli – afferma il presidente Vittorio Capanna - nell’ottica di offrire una maggiore trasparenza e la massima garanzia ai consumatori, assicurandogli la qualità che si aspetta dal Prosciutto di Parma. Abbiamo scelto un ente indipendente, in grado di assicurare una struttura organizza-

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ZOOTECNIA Prezzo medio per i primi 4 mesi 2016

1,272

2017

1,609

2018

1,497

2019

1,285

Differenza %

-14,16 %

Prezzo medio anni 2016-2018 2016

1,459

2017

1,670

2018

1,489

Differenza %

-10,84 %

Confronto prezzo Luglio 2019 /Luglio 2018 -11,39 %

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tiva fondata sulla cultura della certificazione di prodotto e su consolidati principi di imparzialità e terzietà.

Quanto all’operatività, in questo periodo transitorio, l’Ipg continuerà a svolgere il suo incarico di controllo e certificazione sotto la vigilanza del ministero delle Politiche Agricole mentre Csqa, attraverso una task force di esperti dedicata, avvierà immediatamente i lavori per la definizione del nuovo piano di controllo».

MODIFICA DEL DISCIPLINARE Sempre Vittorio Capanna aveva preannunciato: «Stiamo affinando il disciplinare per aggiornare alcune regole con l’intento di rispettare l’identità del Prosciutto di Parma e le sue caratteristiche intrinseche».

Insieme alle novità relative ai controlli, il Consorzio ha reso noto di aver formalmente avviato anche l’iter di modifica del Disciplinare,

dopo un lavoro durato diversi mesi, che inizierà dalla consultazione di tutta la filiera produttiva, nei prossimi giorni.

Le modifiche riguarderanno tutti gli anelli della produzione, dalle caratteristiche della materia prima – tra cui genetica, peso e alimentazione dei suini, benessere animale, peso e caratteristiche delle cosce fresche – fino al prodotto finito (metodo di lavorazione, peso e stagionatura del prosciutto, modalità di vendita, prodotto pre-affettato, ecc).

E GLI ALTRI? Adesso spetta agli altri Consorzi di tutela dei prosciutti decidere se seguire la decisione del Consorzio principale, se uniformare il sistema dei controlli e rafforzare le modalità dei controlli per offrire maggiori garanzie ai consumatori, nel contempo senza generare maggiori costi a carico degli allevatori.

ZOOTECNIA

Decreto emergenze agricole, il Ministero compra il pecorino Destinati 14 milioni di euro per l’acquisto del formaggio da distribuire alle persone in condizioni di indigenza tramite le Organizzazioni caritative Il Ministero delle Politiche agricole (Mipaaft) ha destinato 14 milioni di euro all’acquisto di formaggio pecorino Dop per le Organizzazioni caritative, iscritte all’apposito albo, che si occupano della distribuzione gratuita di derrate alimentari alle persone in condizioni di indigenza, nell’ambito delle attività del Fondo nazionale istituito a questo scopo presso il Mipa-

aft. Un provvedimento attuato grazie alla firma del decreto interministeriale del Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Questa misura era stata introdotta con il decreto-legge “emergenze agricole”, attivando in tempi rapidi le procedure necessarie per ottenere l’autorizzazione della

Commissione europea, richiesta dal medesimo decreto-legge. L’acquisto del pecorino Dop avverrà tramite procedure di gara. Sarà l’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, a farsi carico dell’emanazione del bando, da suddividere in più lotti, e dell’espletamento delle successive procedure per l’assegnazione definitiva dei fondi.

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Le Spighe Verdi 2019 premiano il Piemonte Sei Comuni sul podio delle migliori comunità rurali: Alba, Santo Stefano Belbo, Vicoforte, Canelli, Volpedo e Pralormo Sono ben sei i Comuni piemontesi premiati con le ‘Le Spighe Verdi 2019’, il riconoscimento assegnato ai piccoli Comuni impegnati nei percorsi virtuosi che migliorano l’ambiente e la qualità della vita dell’intera comunità.

«La maggior parte dei riconoscimenti – commenta l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, Marco Gabusi, intervenuto a Roma alla cerimonia di assegnazione delle Spighe Verdi 2019 - è andato ai territori da cui provengono gli assessori della Regione Piemonte. Me compreso. Speriamo possa essere di buon auspicio per le attività che intendiamo portare avanti per la nostra bella regione».

Il riconoscimento, equivalente alla “Bandiera blu” per le località turistico-balneari, è andato alle comunità cuneesi di Alba, la città del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, Santo Stefano Belbo, di cui è stato sindaco l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, Vicoforte, Canelli, di cui l’assessore Gabusi è stato sindaco per dieci anni, Volpedo in provincia di Alessandria e Pralormo in provincia di Torino, portando il Piemonte in vetta alla classifica delle regioni più virtuose, insieme a Toscana e Marche. Comples-

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sivamente, per questa quarta edizione sono 42 le località rurali che potranno fregiarsi del riconoscimento conferito secondo un iter procedurale al quale hanno partecipato dando il proprio contributo diversi enti istituzionali, quali il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo; il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri; l’Ispra; il Cnr e Confagricoltura.

Centinaio e Toninelli prorogano le revisioni Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di revisione generale periodica delle macchine agricole ed operatrici

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto di revisione generale periodica delle macchine agricole ed operatrici, ai sensi degli articoli 111 e 114 del decreto legislativo 30 aprile 1992, numero 285, firmato dal ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli.

CALENDARIO SCADENZE Di seguito, le nuove scadenze della revisione: U Veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983: revisione entro il 30 giugno 2021; U Veicoli immatricolati dal 1° gennaio 1984 al 31 dicembre 1995: revisione entro il 30 giugno 2022; U Veicoli immatricolati dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2018: revisione entro il 30 giugno 2023; U Veicoli immatricolati dopo il 1° gennaio 2019: revisione al quinto anno, entro la fine del mese di prima immatricolazione.

AGRICOLTURA SICURA «Ci siamo impegnati e abbiamo ascoltato le richieste di tutto il comparto – osserva Centinaio -, dei contoterzisti e agricoltori e la firma di questo decreto, di concerto con il Mit, pone un’importante tassello per il comparto agricolo: poniamo le basi per un’agricoltura efficiente partendo innanzitutto da un’agricoltura sicura. In particolare, abbiamo concesso la proroga di revisione così da garantire migliori controlli nella sicurezza del parco macchine per un settore condizionato spesso da dispositivi obsoleti. Il rilancio del settore riguarda anche la sicurezza degli operatori».

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FORMAZIONE

Chi usa la motosega trova subito lavoro Assunzione assicurata per i partecipanti al corso forestale per operazioni di abbattimento e allestimento nei boschi con superfici superiori ai 5000 metri quadrati Si è concluso venerdì 28 giugno il corso “Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di abbattimento ed allestimento” (modulo del corso per Operatore Forestale) attivato con Unione Montana Valle Stura, Cooperativa “Le Valli”, Agenzia formativa Enaip Cuneo, Aifor (Associazione Istruttori Forestali) e con la cooperazione di Confcooperative Cuneo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

PERCORSO FORMATIVO Il percorso formativo in ambito forestale ha previsto una selezione teorico/pratica e la formazione di 40 ore per coloro che sono risultati idonei.

La formazione teorica si è svolta a Demonte presso la sede dell’Unione

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Montana Valle Stura e la parte pratica di quattro giorni in un cantiere allestito in un’area forestale di proprietà del Comune di Argentera.

Il corso, autorizzato dalla Regione Piemonte/ Settore Foreste, ha permesso di assolvere agli obblighi di formazione richiesti dal Regolamento Forestale regionale vigente per eseguire i tagli boschivi su superfici superiori ai 5000 mq.

CORSISTI ASSUNTI La formazione è stata lunga ed impegnativa ma i risultati ottenuti dai cinque corsisti sono stati davvero gratificanti: due saranno inseriti nell’organico della cooperativa, mentre per gli altri tre sono già state avanzate richieste da altre imprese forestali della Valle Stura.

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ATTUALITÀ

protegge il cibo Made in Importante accordo sulla protezione internazionale di trentasei Indicazioni Geografiche italiane contro la contraffazione agroalimentare Il Ministero delle Politiche agricole, in collaborazione con i Consorzi di tutela ed i produttori, ha raggiunto un importante risultato per la protezione internazionale delle indicazioni geografiche.

REGISTRAZIONE E PROTEZIONE L’Italia, infatti, nel quadro della procedura di entrata in vigore dell’accordo di libero scambio fra l’Unione europea e Singapore, ha ottenuto la registrazione e la protezione, da parte delle autorità locali competenti (Intellectual Property Office of Singapore - Ipos), di ben 36 Indicazioni Geografiche tra cui Aceto balsamico di Modena, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Arancia Rossa di Sicilia, Mele dell’Al-

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ATTUALITÀ to Adige, Grappa, Chianti, Franciacorta, Prosecco e diverse altre tra le più importanti denominazioni italiane d’eccellenza.

Si attende adesso la conclusione della procedura di valutazione da parte di Ipos per ulteriori domande di protezione e registrazione presentate dai Consorzi italiani.

STRUMENTO IMPORTANTE «L’accordo bilaterale siglato con Singapore – osserva il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio - è un risultato davvero significativo per l’intero sistema agroalimentare italiano. Un traguardo che ci permette di avere, in un Paese piccolo, ma ricco, lo strumento giuridico necessario per poter difendere le

nostre indicazioni geografiche contro imitazioni che danneggiano non soltanto i produttori italiani, ma anche i consumatori locali, sulle cui tavole rischiano di giungere prodotti spacciati per italiani che nulla hanno in realtà a che vedere con gli elevati standard qualitativi e i sistemi ineccepibili di controllo delle nostre filiere.

Questo accordo si aggiunge all’ottimo lavoro che stiamo facendo per combattere e sradicare ovunque nel mondo il fenomeno dell’abuso delle indicazioni geografiche italiane e la contraffazione dell’agroalimentare di qualità del nostro Paese, a difesa internazionale delle nostre rinomate e prestigiose Igp, Dop, Doc e Docg».

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ORTOFRUTTICOLTURA DI CECILIA CONTESSA - VIVAISTA - info@labovivairoero.com

Cresce la produzione dei marroni nel mondo Oltre 80 per cento in più, rispetto ai minimi storici del 2014. L’Italia rimane tra i più importanti attori della filiera castanicola Nel 2018 sono stati raccolti oltre 30 milioni di chili di castagne e marroni nel mondo, +80% rispetto ai minimi storici del 2014.

L’Italia rimane tra i più importanti attori della filiera castanicola mondiale. Il principale produttore è l’insuperabile Cina con 2 milioni di tonnellate prodotte nel 2017 (dato in crescita rispetto agli anni passati), seguono Bolivia (85.000 t), Turchia (63.000 t), Repubblica di Corea (53.000 t), Italia (52.000 t), Grecia (36.000 t), Portogallo (30.000 t) e Spagna (16.000 t) (Fonte FAO, 2019).

EXPORT ITALIANO Generalmente la maggior parte della produzione rimane nei mercati nazionali.

L’Italia, assieme ai paesi asiatici, è uno

dei maggiori esportatori di castagne, con un prodotto che però si differenzia in modo netto sia per proprietà organolettiche che per caratteristiche estetiche e tecnologiche da quello proveniente da Cina e Giappone.

Nelle regioni Campania e Piemonte si collocano i più importanti operatori della filiera castanicola italiana ed europea.

L’export nazionale impegna il 30-40% della produzione italiana, ed è fortemente caratterizzata a livello regionale dato che le esportazioni provengono per il 65% dalla Campania e per il 12% dal Piemonte.

Tuttavia, il mercato porta anche ad alti valori di import pari al 30-60% delle castagne che consuma, in funzione dell’annata produttiva.

Saremo lieti di ospitarvi presso lo stand E44 alla Mostra Nazionale della Meccanica Agricola che si terrà a Saluzzo dal 31 agosto al 2 settembre per mostrarvi le nostre produzioni e darvi maggiori informazioni.

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ORTOFRUTTICOLTURA

AREA CUNEESE In Piemonte, l’area castanicola di produzione si concentra principalmente nel cuneese e si compone di migliaia di piccoli produttori e decine di commercianti nazionali ed internazionali, alcuni dei quali raggruppati nel consorzio di tutela del marchio Castagna Cuneo Igp. I trasformatori sono una ventina e sono principalmente produttori di paste alimentari a base di farine di castagne, di castagne conservate, di creme di castagne e di basi per pasticceria e gelateria e i mulini per la farina di castagne.

Per il prodotto italiano gli spazi di mercato sono ancora ampi e il castagneto specializzato è in grado di dare un reddito primario all’agricoltore, ma occorre seguire tutte le regole della buona gestione agronomica, come la scelta di terreni adatti per giacitura e conformazione e un’attenta gestione fitosanitaria.

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ORTOFRUTTICOLTURA

Pesche e nettarine il sapore italiano NETTARINE Croccanti e lisce, ideali per uno snack fuori posto

Valorizzare la migliore ortofrutta italiana presso i consumatori si può. Fino al 31 agosto sarà attiva la Campagna di comunicazione istituzionale di filiera dedicata alle pesche e nettarine italiane, che si propone di promuovere a tutto tondo questi straordinari frutti, con il duplice obiettivo di un miglioramento qualitativo

È in corso fino al 31 agosto nelle principali catene di distribuzione nazionali la Campagna di comunicazione istituzionale di filiera, con il duplice obiettivo di migliorare la qualità del prodotto e valorizzare il Made in Italy generalizzato del comparto e una valorizzazione del prodotto Made in Italy presso i consumatori.

COMPARTO SENSIBILE «Pesche e nettarine sono il comparto più ‘sensibile’ della frutta estiva – dichiara Nazario Battelli, presidente dell’Organizzazione Interprofessionale

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Ortofrutta Italia nel corso della conferenza stampa di presentazione alla presenza del sottosegretario di Stato con delega all’ortofrutta Alessandra Pesce – spessissimo soggetto a devastanti crisi di mercato e sottoposto alla concorrenza diretta dei paesi mediterranei. Come Organismo Interprofessionale, con questa campagna di

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PESCHE PIATTE Schiacciate e profumate, polpa dal sapore intenso e dolce; ideali col gelato

promozione a favore delle pesche, abbiamo voluto cogliere la volontà delle rappresentanze dell’intera filiera del comparto peschicolo di dare un segnale importante ai consumatori italiani».

CATENA DISTRIBUZIONE La Campagna è caratterizzata da un impegno proattivo di filiera, che vede la partecipazione della produzione insieme a quella delle principali catene della Moderna Distribuzione e dei negozi specializzati e di prossimità, con il coinvolgimento degli operatori Grossisti dei mercati agroalimentari. In circa cinquemila punti vendita dislocati sul territorio nazionale, sono esposti poster informativi per i consumatori, con indicazioni sulle principali tipologie di pesche: una comunicazione istituzionale, collettiva e “generica” del prodotto, realizzata con il rinnovato patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, che interessa solo produzioni che rispettano un capitolato condiviso in sede inter-

PESCHE PERCOCHE Polpa gialla soda e compatta, ideali per frutta sciroppata e confetture

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professionale, che innalza alcuni parametri qualitativi delle pesche, dal colore alla dolcezza.

PRODUZIONE IN AUMENTO «La situazione produttiva di pesche, nettarine e percoche in Italia, prevede una produzione di 1.296.000 tons, che equivale a un incremento del 13% rispetto al 2018.

Le condizioni climatiche avverse del mese di maggio hanno inciso fortemente sugli standard produttivi e la campagna commerciale risulta complessa e difficoltosa e solo lo sforzo unito dell’intera filiera può affrontarla – spiega Gabriele Ferri, coordinatore del Comitato di prodotto di Ortofrutta Italia per le Pesche – l’obiettivo di questa campagna è quindi quello di fare conoscere di più e meglio rendendolo attraente agli occhi dei consumatori, un prodotto di eccellenza come le nostre pesche e nettarine.

Il racconto del gusto delle diverse varietà e di tutta la filiera produttiva, diventa fondamentale per

PESCHE A POLPA GIALLA Dissetanti e fresche.

Buone per un fine pasto o macedonie

fare comprendere al consumatore il valore umano, ma anche economico, che sta dietro alla produzione delle nostre pesche.

Il ruolo del consumatore è quindi fondamentale in questo momento, perché con la sua scelta di acquisto può incidere davvero su una produzione di eccellenza come questa, che sta soffrendo terribilmente, al punto di mettere in dubbio il proseguo della coltivazione stessa di pesche e nettarine in Italia».

COMPARTI STRATEGICI «Commercio all’ingrosso e dettaglio sono un altro segmento del sistema distributivo dell’ortofrutta italiana – sottolinea Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati nazionale – ed i due attori, seppur differenti, sono fortemente collegati fra di loro dal rapporto fornitore-cliente.

Ogni giorno infatti, le aziende dei Mercati all’ingrosso riforniscono con prodotti controllati e di qualità i dettaglianti, che a loro volta sono in contatto con i consumatori finali attraverso i loro negozi specializzati, offrendo

così una vasta gamma di prodotti freschi ed influenzando le scelte dei cittadini. Per questo motivo il coinvolgimento di questi due comparti attraverso le associazioni di riferimento, Fedagro e Fida, rappresenta un valore aggiunto per l’iniziativa presentata oggi in conferenza con l’obiettivo di stimolare il consumo di ortofrutta nel nostro paese».

PUBBLICA UTILITÀ «Nel periodo di maggiore potenziale qualitativo delle pesche, e nel contesto di un progetto annuale di Ortofrutta Italia che coinvolge mese per mese una decina di prodotti – conclude il presidente Battelli – la Campagna di Ortofrutta Italia rappresenta in modo esemplare la possibilità di dare un messaggio di pubblica utilità al consumatore, stimolando il consumo di frutta e verdura di stagione sia per la valorizzazione economica della nostra filiera, ma soprattutto per la comprovata ricaduta benefica sulla salute dei cittadini che questo comporta».

PESCHE A POLPA BIANCA Gusto intenso, piacevolmente acidule. Ottimo per un consumo fresco e a fine pasto L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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FIERE

A Chivasso, la fiera si fa il mercoledì Appuntamento il 28 agosto con la tradizionale manifestazione regionale del Beato Angelo Carletti, protagonista l’agricoltura Tradizionale appuntamento con la Fiera regionale del Beato Angelo Carletti, l’ultimo mercoledì di agosto (quest’anno il 28), a Chivasso.

All’evento, che si svolgerà tra il centro storico e il Parco Mauriziano, dalle 8 alle 18, sono attesi migliaia di visitatori.

In particolare, i protagonisti saranno i lavoratori e gli operatori del comparto primario, per i quali è immancabile l’esplorazione della rinomata “Fiera agricola”, con esposizione di macchinari, animali di allevamento pregiati, auto, moto e attrezzature di vario genere.

Molto partecipato sarà anche il “Gran mercato” per le vie del centro, oltre che nel Parco.

Alle 20, l’edizione 2019 de “I Borghi in piazza”, con la serata gastronomica e musicale in compagnia dei borghi, delle frazioni e delle associazioni chivassesi.

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Convegno a Saluzzo “La frutta che verrà”

Si è svolto a Saluzzo, nelle sale dell’Antico Palazzo comunale, il convegno “La frutta che verrà – Globalizzazione e produzione locale, come affrontare le nuove sfide del mercato” organizzato da Cia Cuneo per fare il punto sul comparto tra i più rappresentativi della produzione del territorio e tra i più importanti di Italia. “La frutticoltura italiana e nel particolare quella cuneese – ha introdotto il presidente provinciale

Cia Claudio Conterno – si trova in un momento in cui deve prendere decisioni strutturali, interrogarsi ragionando su cosa piantare, come produrre e come vendere. Più che mai sono necessarie l’attenzione alla qualità”.

Preciso e critico l’intervento del produttore Cia Giovanni Gullino: “L’attenzione va mantenuta sull’innovazione e la qualità organolettica per incontrare il favore dei consu-

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matori e rinunciando ai soli volumi di produzione, come si faceva nel passato.

Solo così si otterrà il Made in Italy reale, che va oltre le parole.

L’agricoltura di oggi, per essere vincente, deve avere un approccio molto attento e programmato, prendendo a modello il mondo dell’industria”.

“Da questa crisi – ha riassunto il Presidente Nazionale Cia, Dino Scanavino – l’elemento che ci pone al centro del sistema è il potenziamento della ricerca tecnologica, scientifica, meccanica per soluzioni e patologie difficili da abbattere.

E’ necessario creare una rete d’interessi comuni che va dagli autotrasportatori alla distribuzione. Unire le diversificazioni produttive fiori all’occhiello del cuneese favorendo la stagionalità, allargando il paesaggio enogastronomico favorendo il turismo territoriale con la frutticoltura piemontese quale elemento distintivo abbinato alle grandi denominazioni che abbiamo”.

Fendt Dieselross Il giorno del gigante Presentata sabato 27 luglio presso l’azienda agricola Baschirotto a Bazza (Mantova) la nuova gamma full-line del colosso verde-rosso E’ giunto finalmente il momento più atteso per tutti gli appassionati Fendt: sabato 27 luglio, presso l’azienda agricola Baschirotto a Bazza (Mantova), si è rinnovata completamente la gamma full-line del colosso verderosso. Fendt Dieselross nasce come evento per la promozione e prova in campo delle nuove trattrici e, come da tradizione Fendt, rievoca il nome del primo trattore Fendt della storia, proprio il Dieselross. Come da tradizione e a garanzia del marchio, Fendt nell’evento ha proposto numerose novità, tra cui degna di menzione la nuova mietitrebbia Ideal, costruita e progettata completamente da zero: notevoli sono i rotori (i più lunghi del mercato, 4,84 m) ed i sistemi tecnologici che adotta, tra cui Ideal balance, ciclone cleaning, Streamer 210 e Ideal Harvest, tutto condito con un esclusivo abito nero metallizzato.

Riflettori puntati non solo su Ideal, ma anche su tutta la gamma Fendt 900 Vario, anch’essa completamente rivista che ha come obiettivo quello di rimanere punto di

riferimento per la gamma alta potenza in ambito agricolo: peso contenuto, nuove power unit e completi pacchetti di connettività ne garantiranno un sicuro successo. Nulla viene però lasciato al caso neanche per quanto concerne la fienagione perchè, grazie all’esperienza maturata nel corso dei decenni in questo campo, Fendt può ora vantare una propria gamma di rotopresse e macchine per la fienagione.

In campo, sabato 27 luglio, la rotopressa Rotana Combi con fasciature integrate e i nuovi carri foraggieri Fendt Tigo equipaggiati con un sistema esclusivo di paratie anteriori multifunzione capacaci di confermare la leadership indiscussa del gruppo Fendt anche su questo fronte.

L’evento, organizzato in tedesca maniera, ha avuto inizio presso l’azienda intorno alle ore 13, con la registrazione dei partecipanti fino a concludersi in tarda serata, con musica dal vivo, cena ed apericena, in un clima di assoluta esclusività e convivialità fra nuovi, vecchi e futuri clienti Fendt.

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FIERE

La fiera del Peperone compie settant’anni!

Arriva al prestigioso traguardo dei 70 anni la Fiera nazionale del Peperone di Carmagnola, la più grande manifestazione fieristica italiana dedicata a un prodotto agricolo che propone dieci giorni, dal 30 agosto all’8 settembre, di eventi gastronomici, culturali ed artistici per tutti i sensi e per tutte le età.

OTTO PIAZZE In un’area espositiva di 14.000 mq, con 8 piazze dedicate di cui 6 enogastronomiche, 2500 posti a sedere e più di 200 espositori, una grande mostra che ripercorre la storia della Fiera e l’Accademia San Filippo, proposta grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino,

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FIERE

Dal 30 agosto all’8 settembre, a Carmagnola la più grande manifestazione italiana dedicata a un prodotto agricolo to, Arturo Brachetti, Roby Facchinetti, Oscar Farinetti, Alberto Cirio e il giornalista Paolo Massobrio che modererà diversi incontri.

con tantissime proposte a cavallo tra gusto, cultura e attualità, i visitatori troveranno degustazioni, workshop, show cooking, percorsi didattici e sensoriali, cene a tema, street food, concerti e spettacoli di vario genere, teatro, cabaret, talk show, convegni, iniziative solidali, area bimbi, una grande rassegna commerciale e altro ancora… Con tanti ospiti - tra i quali Tin-

EDIZIONE ANTISPRECO Sarà la prima edizione antispreco alimentare della Fiera grazie alla partnership con l’azienda Cuki che fornirà migliaia di Cuki Save Bag, la doggy bag nata nel 2016 dal progetto Cuki Save the Food, e alla partecipazione del Banco Alimentare del Piemonte che sostiene ad aiuta 106.201 piemontesi e che sarà protagonista di due incontri.

Per il secondo anno ci sarà anche “Il Foro Festival”, un rilevante evento collaterale che propone i concerti a pagamento dei Pinguini Tattici Nucleari il 31 agosto e degli Eiffel 65 + Marvin & + Marco Marzi & Marco Skarica il 1 settembre, in una grande arena che può ospitare più di 5000 persone.

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Alla Douja d’Or di Asti ventisei aziende cuneesi Sono 26 le aziende vinicole della provincia di Cuneo che salgono sul podio al 47° concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or 2019”, bandito dalla Camera di commercio di Asti, in sinergia con la sua azienda speciale e con la collaborazione di numerosi partner pubblici.

La rigorosa selezione quest’anno è affidata all’Onav (Organizzazione

nazionale assaggiatori di vino), all’Ais Asti (Associazione italiana sommelier) e all’Aspi (Associazione della Sommellerie professionale Italiana).

OTTOCENTO VINI Per l’occasione sono stati selezionati circa 800 vini doc e docg, premiandone 268, rappresentativi di 164 aziende.

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La 53esima edizione dell’appuntamento astigiano del Salone nazionale di vini selezionati “Douja d’Or” si terrà dal 6 al 15 settembre, nel centro storico di Asti, che per l’occasione accoglierà i visitatori con un ricco programma di eventi. Commenta il presidente della Camera di commercio di Cuneo, Ferruccio Dardanello: «Gli amici astigiani hanno chiamato

Selezionati complessivamente 800 vini doc e docg, di cui 268 premiati, rappresentativi di 164 aziende. L’evento è in programma dal 6 al 15 settembre questo evento Douja che, in piemontese, è l’antico recipiente di terracotta utilizzato per travasare, conservare e servire il vino.

La maschera piemontese per antonomasia, Gianduja, usa la Douja anziché il bicchiere per le sue bevute in compagnia. Un termine antico per identificare e

caratterizzare un prodotto, il vino, che nei nostri territori affonda le proprie radici nella notte dei tempi, ma che è stato capace di rinnovarsi nel rispetto della tradizione come provano gli straordinari vini, molti dei quali di Langa e Roero, premiati nell’edizione di quest’anno».

PREMIATI CUNEESI Ecco le 26 aziende della provincia di Cuneo premiate: Beppe Marino (Santo Stefano Belbo), Cantina del Nebbiolo (Vezza d’Alba), Cantina Vallebelbo (S. Stefano Belbo), Cascina delle Rocche di Moncucco (S. Stefano Belbo), Cascina Mucci di Bion Alexander (Roddino), Cascina Torniero dei F.lli Migliasso (Castellinaldo d’Alba), Caudrina di Romano Dogliotti (Castiglione Tinella), Corte dei Balbi soprani (S. Stefano Belbo), Duchessa Lia (S. Stefano Belbo), Francone di Francone Fabrizio & C. (Neive), Giacomo Vico (Canale), La Granera (Castellinaldo D’Alba), Manera Fratelli (Alba), Marchisio Tonino (Castellinaldo d’Alba), Massucco Fratelli (Castagnito), Monpissan Az. Agr. Antonio Gallino di Pinuccia Gallino (Canale), Palazzo Rosso (Pocapaglia), Poderi Roccanera (Cossano Belbo), Roberto Sarotto Az. Agr. Di Cavallotto Aurora (Neviglie), Romana Carlo (Dogliani), Savigliano F.lli (Diano d’Alba), Sordo Giovanni di Sordo Giorgio (Castiglione Falletto), Tenuta Barac (Alba), Terrenostre (Cossano Belbo), Toso Spa (Cossano Belbo), Veglio Giovanni e Figli di Veglio Domenico e Paolo (Diano D’Alba).

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ENOLOGIA

Le colline del Prosecco patrimonio dell’umanità La decisione comunicata ufficialmente a luglio nel corso del Comitato mondiale Unesco, a Baku.

Ora parte la sfida della conservazione dell’ambiente Come le Langhe e il Roero, ora anche le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità.

Un traguardo storico, non solo per il Veneto, ma per l’Italia intera, come sottolinea un comunicato del Governo, secondo cui si tratta di “un grande riconoscimento che valorizza le straordinarie qualità sceniche e le tradizioni di un paesaggio culturale unico e di eccezionale valore mondiale. Una terra dalla quale nascono i frutti che danno vita a uno dei prodotti che più caratterizza l’eccellenza del nostro made in Italy”.

La decisione è stata ufficializzata a luglio nella capitale azera, Baku, nel corso della 43° sessione del Comitato mondiale Unesco.

GUARDARE AL FUTURO «Questo risultato arricchisce

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l’insieme dei siti e beni italiani presenti nella prestigiosa lista Unesco – è il commento del ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio - e conferma, ancora una volta, la grande attenzione mondiale nei confronti del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese.

Desidero ringraziare tutti coloro che hanno creduto e contribuito a questo successo. Il mio plauso va alle autorità italiane che, a tutti i livelli, hanno profuso il loro impegno verso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, condividendo e tutelando i valori della cultura, della scienza e dell’educazione.

Questo riconoscimento è un punto di partenza per il futuro. Adesso ci attende la sfida della conservazione dei caratteri specifici e tradizionali di questo splendido territorio, quale patrimonio da trasmettere alle future generazioni, a beneficio dell’intera umanità».

Et Usato e Caffini insieme si vince Presentate al pubblico due nuove macchine per il vigneto e il corileto, la qualità passa dall’esperienza e dall’innovazione Martedì 23 luglio, presso le aziende agricole Marchisio e Tarasco Carla, nel comune di Castellinaldo D’Alba (CN), si è tenuta un’interessante prova in campo in collaborazione con l’azienda ET Usato di Topino Ezio, di Priocca, e l’azienda Caffini, leader nel settore degli atomizzatori e polverizzatori da campo aperto. Una mattinata iniziata alle 8,30 presso le aziende agricole Marchisio e Tarasco ricca di prove e con notevole affluenza di nuovi e vecchi clienti Caffini ed Et Usato, accorsi per vedere e toccare con mano la superba qualità delle macchine presentate; qualità che passa dall’innovazione continua e profonda di entrambe le aziende. Due sono state le macchine presentate, indirizzate al vigneto e al corileto: la prima, Trend Rever-

se, ideale per il corileto e non solo, mentre la seconda detta “Grass Killer”, ideale soprattutto per il vigneto; prove per entrambe le macchine superate davvero in modo brillante e vincente.

Per quanto riguarda la Trend Reverse, numerosi sono gli accorgimenti tecnici adottati che permettono di evitare l’aspirazione di foglie, erba e detriti e di dirigere il trattamento verso il posto di guida; contemporaneamente però la macchina consente grandi prestazioni grazie all’innovativo sistema Multi-Air e contiene la deriva del fitofarmaco nell’ambiente, mission sempre ben chiara e a cuore della Caffini S.p.a.

Per quanto concerne invece la Grass Killer, il principio di funzione è completamente nuovo: è innanzitutto una diserbatrice, con un sistema studiato

da Caffini dotato di pompa a 1000 Bar che consente non solo la distruzione dell’infestante sul terreno, ma anche dell’apparato radicale sminuzzandone le radici e sfavorendo la ricrescita della stessa. Il sistema, testato e super collaudato, lascia il terreno con un aspetto simile a quello lasciato da una zappa e questo rallenta notevolmente il dilavamento in collina. Tirando le fila, appare ben evidente come l’Et Usato di Topino Ezio, in sinergia continua con Caffini S.p.a., proponga e sia sempre attento alle nuove tecnologie e al rispetto ambientale, mission condivisa e sviluppata già da anni non soltanto sul campo botti e diserbanti. Un’azienda di Priocca solida, innovativa e con larghe vedute: tutte premesse per una collaborazione di grande successo.

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ORTOFRUTTICOLTURA

Noccioleto, dall’impianto alla piena produzione Quanto costa espiantare e reimpiantare un corileto?

Quali sono le principali operazioni colturali da realizzare?

Breve guida pratica, passo dopo passo Tab. 1 - Abbattimento di un bosco e impianto corileto (Rif. Dati: Prezziario Regione Piemonte 2016 - Predisposto: 27/04/2018 DESCRIZIONE

U.M.

Euro

Q.tà

Prezzo tot.

ABBATTIMENTO PREPARAZIONE DEL TERRENO. Abbattimento di alberi di specie alloctone posti in condizioni di minima difficoltà (comparabili con alberate ubicate in strade con poco traffico) compresa l’estirpazione della ceppaia, il riempimento della buca con terra agraria, la costipazione del terreno, il trasporto del materiale di risulta:

ha

per piante di altezza inferiore a m 10

Cad

63,54

100

6.354,00

per piante di altezza tra m 11 e m 20

Cad

90,76

50

4.538,00

ha

212,32

1

212,32

ha

2.190,34^

1

2.190,34

ha

547,59

1

547,59

6,00*

278

1.668,00

CONCIMAZIONE Concimazione di fondo eseguita con concimi minerali od organici, compreso acquisto e fornitura del concime SCASSO + LIVELLAMENTO + SPIETRAMENTO Scasso con mezzo meccanico, alla profondità di cm 80-100, concimazione organico - minerale di fondo, preparazione del terreno comprensiva di tutte le operazioni necessarie al successivo impianto del noccioleto Livellamento e spietramento IMPIANTO I costi di acquisto del materiale vivaistico si intendono riferiti a materiale garantito e certificato, o comunque controllato sotto il profilo sanitario da un organismo ufficiale. Eventuali royalty da conteggiarsi a parte. Per materiale con certificato biologico è prevedibile una magCad. gioranza pari al 6% Noccioli. Astoni di 2 anni. Importo comprensivo della messa a dimora, tracciatura, scavo, buche, tutori, sostituzioni di fallanze ed ogni altro onere. Sesto 6x6 (278 piante) TOTALE noccioleto al posto di bosco ^ Stima del costo per l’effettuazione di ripuntatura, aratura e fresatura = 1.500,00 - 1.700,00 euro *Stima del costo per tracciamento GPS, esecuzione buca e messa a dimora barbatella = 3,00 euro

88 L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

15.510,25

ORTOFRUTTICOLTURA Tab. 2 - Espianto noccioleto e reimpianto corileto (Rif. Dati: Prezziario Regione Piemonte 2016 - Predisposto: 27/04/2018 DESCRIZIONE

U.M.

Euro

Q.tà

Prezzo tot.

ha

3.570,00

1

3.570,00

ha

212,32

1

212,32

ESPIANTO NOCCIOLETO Espianto piante da frutto - Nocciolo comprensivo di tutte le operazioni necessarie per la pulizia e il ripristino del terreno CONCIMAZIONE Concimazione di fondo eseguita con concimi minerali od organici, compreso acquisto e fornitura del concime SCASSO + LIVELLAMENTO + SPIETRAMENTO Scasso con mezzo meccanico, alla profondità di cm 80100, concimazione organico - minerale di fondo, preparazione del terreno comprensiva di tutte le operazioni necessarie al successivo impianto del noccioleto: Livellamento e spietramento

ha

2.190,34^

1

2.190,34

ha

547,59

1

547,59

Cad.

6,00*

278

1.668,00

IMPIANTO I costi di acquisto del materiale vivaistico si intendono riferiti a materiale garantito e certificato, o comunque controllato sotto il profilo sanitario da un organismo ufficiale. Eventuali royality da conteggiarsi a parte. Per materiale con certificato biologico è prevedibile una maggioranza pari al 6% Noccioli. Astoni di 2 anni. Importo comprensivo della messa a dimora, tracciatura, scavo, buche, tutori, sostituzioni di fallanze ed ogni altro onere. Sesto 6x6 (278 piante) TOTALE noccioleto al posto di noccioleto

210,5

8.188,25

^ Stima del costo per l’effettuazione di ripuntatura, aratura e fresatura = 1.500,00 - 1.700,00 euro *Stima del costo per tracciamento GPS, esecuzione buca e messa a dimora barbatella = 3,00 euro

La corretta gestione del noccioleto è realizzabile tramite l’integrazione di tre pratiche colturali fondamentali: gestione del suolo, potatura e fertilizzazione. Su e di queste pratiche svilupperemo tecnicamente e in breve i punti salienti e le operatività, partendo da quelle dell’impianto.

PRATICHE E COSTI I lavori ed i costi che occorre sostenere nell’impianto di un noccioleto, partendo da tre situazioni agronomiche differenti, sono citati nelle tabelle citate. I costi riportati sono quelli indicati per i singoli lavori nella Sezione 24 “Agricoltura” del “Prezzario della Regione Piemonte 2016”.

Questa sezione non è stata aggiornata nell’edizione 2018 del Prezzario regionale. Le indicazioni ed i valori riportati consentono in qualunque caso una stima di massima degli interventi e dei costi che occorrerà sostenere per l’effettuazione dell’impianto.

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Tab. 3 - Sistemazione campo coltivato e impianto corileto (Rif. Dati: Prezzario Regione Piemonte 2016 - Predisposto: 27/04/2018 DESCRIZIONE

U.M.

Euro

Q.tà

Prezzo Totale

ha

212,32

1

212,32

ha

812,92

1

812,92

Cad.

6,00*

278

1.668,00

CONCIMAZIONE Concimazione di fondo eseguita con concimi minerali od organici, compreso acquisto e fornitura del concime PREPARAZIONE DEL TERRENO comprensiva di tutte le operazioni necessarie al successivo impianto del noccioleto ed ogni altro onere da conteggiarsi a parte (operazione non cumulabile con lo scasso profondo e le operazioni necessarie al successivo impianto del noccioleto) IMPIANTO I costi di acquisto del materiale vivaistico si intendono riferiti a materiale garantito e certificato, o comunque controllato sotto il profilo sanitario da un organismo ufficiale. Eventuali royalty da conteggiarsi a parte. Per materiale con certificato biologico è prevedibile una maggioranza pari al 6% NOCCIOLI. Astoni di 2 anni. Importo comprensivo della messa a dimora, tracciatura, scavo, buche, tutori, sostituzione di fallanze ed ogni altro onere. Sesto 6x6 (278 piante) TOTALE noccioleto al posto di seminativo

2.693,24

*Stima del costo per tracciamento GPS, esecuzione buca e messa a dimora barbatella = 3,00 euro

90 L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

Tab. 4 - Schema delle principali operazioni colturali da realizzare nel noccioleto ETÀ IMPIANTO OPERAZIONE

1°- 2° ANNO

Preparazione del terreno e impianto

• • • • •

Scelta della forma di allevamento Sarchiatura Fresatura Fertilizzazione Spollonatura e diserbo Trinciatura Potatura Trattamenti antiparassitari (acaricidi, insetticidi, fungicidi) Rippatura

3°- 7° ANNO

8° ANNO IN POI

NOTE Lavori riportati nelle tabelle precedenti Policaule o monocaule

• • • • • • •

Gestione erbe infestanti su fila Miglioramento struttura suolo

• • • • • •

Interventi frazionati all’autunno (fertilizzazione organica) e in primavera (fertilizzazione minerale) Gestione erbe infestanti e preparazione terreno pre raccolta Gestione erbe infestanti interfila Gestione chioma manuale o meccanica Dall’entrata in produzione alla piena produzione occorre preservare la qualità delle nocciole con interventi specifici contro i principali parassiti Rottura suola di lavorazione.

Da effettuare a file ed anni alterni

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Dal 7 al 9 settembre

Tutti al Santuario un rito secolare L’antica Fiera di Vicoforte chiama a raccolta il popolo dei campi, tra migliaia di bancarelle e stand di ogni genere Appuntamento immancabile per il mondo agricolo, la Fiera del Santuario, a Vicoforte Mondovì, mantiene fede alla secolare tradizione che la vuole svolgere, anche quest’anno, nei giorni 7-8-9 settembre. In particolare, sono fissi: l’8 settembre la festa, il 9 la fiera ed il 10 la conclusione della fiera detta “ferota”; a questi giorni vengono poi spesso ad aggiungersi, o prima o dopo, alcune giornate di collegamento con la domenica precedente o successiva ampliandone significativamente il periodo sino a 5 giornate.

La posa dei banchi avviene il giorno 6 settembre, a partire dal pomeriggio.

FUNZIONE INTRAMONTABILE La fiera è istituzione remotissima, sorta per permettere ai mercanti il rifornimento di merci in tempi di difficili comunicazioni o di particolarismi politici.

Collocata nei luoghi di naturale incontro di vie commerciali, mirata a favorire il commercio periodico e gli scambi a distanza, raggiunta ben presto un’insostituibile funzione, ha il pratico riconoscimento e protezione dell’autorità costituita.

Per parlare dell’organizzazione delle

feste e della fiera del Santuario occorre avere sempre in mente un aspetto fondamentale di questo evento: la spontaneità.

APPARENTE CASUALITÀ Una delle caratteristiche più avvincenti di questa fiera è proprio da ricercare nella apparente casualità della dislocazione dei vari prodotti, siano essi richiami ad espressioni di fede o siano di natura più mondana quali le merci e le attrazioni fieristiche.

La ricerca autonoma degli espositori e dei venditori di localizzarsi, o meglio “di piazzarsi”, al posto giusto per esporre e vendere la propria merce, nel tempo ha consentito da una parte di individuare luoghi adatti agli animali o agli oggetti in vendita e dall’altra di ricercare i luoghi di maggior transito di visitatori e quindi di possibili compratori.

BANCARELLE E STAND Dalla posa dei banchi addossati alla Basilica, all’esterno della quale possiamo ancora osservare dei segni sbiaditi che ne individuavano l’assegnazione, si è ora giunti ad interessare un’area complessiva di circa 200.000 mq. occupandola con oltre 700 bancarelle

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e strutture dedite al commercio ambulante ed alla somministrazione di alimenti e bevande, circa 200 espositori di autovetture, macchine agricole ed attrezzature da lavoro di vario genere ed una cinquantina di attrazioni del luna park; parecchie aree di privati sono inoltre adibite a parcheggio mentre un servizio di autobus per tutto il tempo funge da navetta da e verso Mondovì.

BESTIAME E CAVALLI Specifica rilevanza per la loro tipicità assumono alcuni settori della fiera quali la cosiddetta “fiera dei cavalli” e la “fiera del bestiame bovino e caprino” ai quali in questi ultimi anni si sono aggiunti animali meno nostrani che sollecitano la curiosità dei visitatori. Negli ultimi decenni si é poi sviluppata la mostra provinciale cunicola con l’esposizione di razze pregiate.

E’ estremamente difficile valutare il numero dei visitatori, alcuni dei quali giungono al Santuario tutti i giorni della manifestazione se non più volte al giorno, ed il giro di affari prodotto in queste giornate che é sicuramente rilevante e conta milioni e milioni di euro.

FIERE

Boster Nord Est, il bosco e il legno Quest’anno Boster, la manifestazione fieristica organizzata completamente in esterno e dedicata alla valorizzazione delle risorse agro forestali e alla gestione sostenibile del territorio montano, si svolge nel “Nord Est “, ai Laghetti di Timau - Paluzza (UD), dal 30 agosto al 1 settembre 2019.

Dal 30 agosto al 1 settembre ai Laghetti di Timau – Paluzza, la grande fiera sulle risorse agroforestali e la gestione sostenibile del territorio montano MECCANIZZAZIONE AGROFORESTALE L’evento mette al centro le prove dinamiche della meccanizzazione agroforestale, i lavori in bosco, la gestione e la manutenzione sostenibile del territorio montano attraverso la formula espositiva “Tutto all’aperto”, ovvero nel reale contesto operativo di macchine, attrezzature e cantieristica per le filiere produttive del legno. Particolare attenzione è rivolta alla filiera legno-energia con un’ampia gamma di macchine ed attrezzature per la prima lavorazione del legno, con l’esposizione a fiamma accesa di caldaie, stufe e camini e con la possibilità di visite tecniche ad impianti realizzati sul territorio.

PROFESSIONISTI E HOBBISTI L’ideale ambientazione montana, favorisce la presenza di modelli produttivi legati all’uso del legno locale e certificato, la meccanizzazione per l’agricoltura di montagna, la fienagione e attrezzature per l’alpeggio, nonchè piccoli laboratori per la trasformazione di prodotti agroalimentari.

La manifestazione si rivolge sia all’utenza tecnica, professionale e hobbistica sia a quanti vogliono saperne di più sul tema delle risorse del bosco come l’energia rinnovabile dalle biomasse forestali, il costruire con il legno e i manufatti in legno certificato.

SETTORI ESPOSITIVI In esposizione, macchine ed attrezzature forestali per l’esbosco e la prima lavorazione del legno; apparecchi termici per il riscaldamento domestico privato (caldaie, stufe, camini) e collettivo (teleriscaldamento), impianti per l’energia del legno in cogenerazione; strutture ed elementi in legno per l’edilizia sostenibile e l’arredo artigianale; macchine, attrezzature e servizi per la gestione sostenibile del territorio montano.

L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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ENOLOGIA

Barolo, è tempo di nuove strategie Tanti gli spunti di riflessione emersi dall’incontro di venerdì 12 luglio nella sede del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani rivolto non solo agli associati, ma a tutti i produttori e operatori del settore.

STOCCAGGI SIGNIFICATIVI Dopo i saluti e l’introduzione del presidente Matteo Ascheri, si è passati direttamente all’analisi della situazione produttiva e di mercato attuale, con una presentazione dei numeri relativi alla produzione, alla vendita e agli stoccaggi del Barolo. In particolare, è emerso il fatto che gli stoccaggi stanno cominciando a diventare significativi. Pur non ritrovandosi di fronte ad una situazione critica, è bene considerare questo aspetto nel definire nuove strategie. C’è la necessità di svolgere azioni per contrastare la situazione oppure lasciare

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ENOLOGIA

che il mercato si regoli da solo? La risposta da parte del Consorzio, è il blocco degli impianti per i prossimi tre anni e l’incremento della promozione del prodotto all’estero, con la pianificazione di due importanti azioni: una serie di attività a New York che raggiungerà il culmine con un evento a febbraio 2020, e la futura promozione in Cina, col fine di aumentare la domanda sul mercato internazionale.

OCCORRE PARTECIPAZIONE «E’ positivo il fatto che si stia affrontando la questione - afferma Claudio Conterno, presidente Cia Cuneo e produttore di Barolo - com’è positivo il fatto che tra i presenti

impianti di nuovi vitigni di Nebbiolo da Barolo.

E’ inoltre fondamentale non sottovalutare l’importanza di una comunicazione efficace e strutturata. Allo stesso tempo è necessario considerare l’idea di portare l’imbottigliamento solo in Piemonte e di ridurre la produzione della menzione, che al momento ha la stessa quantità di produzione del Barolo “normale”. E’ arrivato il momento di stabilire dei nuovi equilibri di produzione in modo tale da dare importanza alla menzione stessa.

DISTRIBUZIONE E TRATTAMENTI «Dato che la maggior parte degli stoccaggi di Barolo sono nello sfuso che viene poi imbottigliato

Dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, le analisi sugli stoccaggi e gli equilibri di produzione nessuno abbia protestato di fronte alla contribuzione Erga Omnes, che appoggio pienamente.

Tuttavia, su un tema così importante - prosegue Conterno - mi aspettavo maggiore partecipazione da parte delle aziende, della consulta e del consiglio».

EQUILIBRI DI PRODUZIONE Dall’apertura dei bandi nel 2012 Cia Cuneo chiede prudenza sull’aumento della superficie del Barolo e per questo condivide la scelta della consulta di chiudere i bandi per gli

e destinato alle grandi catene di distribuzione conclude Conterno - l’impressione è che non ci sia in questo caso una certa “affezione” da parte del cliente finale, che acquista una bottiglia di vino senza dare troppo peso alla sua provenienza. Serve una strategia su più fronti. E non ultimo sarebbe bene anche parlare di vigna e di trattamenti fitosanitari che sicuramente devono andare in una direzione meno impattante, cercando di portare il territorio al centro del pensiero del consumatore che viene in Langa».

L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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L’INVITATO SPECIALE DI FABRIZIO SALCE - GIORNALISTA - CONDUTTORE TELEVISIVO

Champagne, la carica dei piccoli vignerons Se ne contano oltre duemila, sempre più ricercati e apprezzati, e detengono il 90 per cento della produzione totale Scrivere o parlare di Champagne?

E cosa mai potrei affermare io dopo tutto quello che è stato detto e scritto sul più celebrato e conosciuto vino al mondo?

Dopo tutti i libri, gli atlanti, le guide, le poesie, gli opuscoli informativi e i file informatici. E poi ancora, dopo tutti i documentari, i servizi giornalistici i grandi film. Chi non l’ha menzionato almeno una volta nella vita? Se c’è festa si pensa a lui, se si vuole cenare con eleganza, lo immaginiamo al nostro tavolo, se pensiamo ad un momento di squisita intimità con il grande amore lui è il compagno ideale. E se possiamo non ce lo facciamo mancare.

PICCOLI VIGNERONS E allora cosa esternare pensandoci bene?

Potrei fare riferimento al concetto che non basta avere le bollicine per essere definito Champagne, mi sembra alquanto banale e limitativo; che deve provenire dalla regione della Champagne situata a nord est della Francia a 145 chilometri da Parigi? Mi pare riduttivo. Potrei accennare qualcosa sulla conformazione del terri-

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torio o sull’importanza della posizione geografica; magari potrei aggiungere altre righe sulla bravura dei produttori e citare il Pinot Noir, il Pinot Meunier e lo Chardonnay. Vitigni utilizzati per la produzione, Terroir e vignerons dunque. Potrebbe essere un’idea, ma sarebbe quella giusta?

Non rischierei i rimproveri di Dom Pérignon o della vedova Clicquot, donna lungimirante sul remuage e il conseguente dégorgemet? Sono in età avanzata per sentirmi ancora sgridare!

Ma una cosa la posso dire e raccontare con piacere. Alcune settimane fa sono stato invitato per una degustazione di diversi Champagne prodotti da piccole

L’INVITATO SPECIALE

realtà. A dire il vero, e qui nessuno può elevarmi osservazione, il 90% dello Champagne non viene prodotto dalle grandi Maisons, ma dai piccoli vignerons, sempre più ricercati e apprezzati: se ne contano oltre duemila.

LE LIGNE DE VIE L’invito alla degustazione non mi è arrivato dai cugini francesi, ma da un’amica italiana, l’evento organizzato non in Francia ma da noi in Italia e più precisamente in Valtellina, dove regna sovrano il Nebbiolo.

Più che un evento un vero e proprio progetto denominato “Champagne le ligne de vie”.

Nato dalla collaborazione tra alcuni importatori e distributori nazionali di Champagne di alta qualità.

“Champagne le ligne de vie” è frutto congiunto di Carol Agostini, Gaetano Gullì e Giuseppe Baccelli, tutti degustatori professionisti, che nell’ambito delle proprie attività lavorative, giornalistiche, commissario di concorsi enologici Carol e selezionatori ed importatori di Champagne Gaetano e Giuseppe, vogliono far conoscere al pubblico lo Champagne come prodotto del Terroir ed espressione stilistica del produttore e della sua Maison.

TERRITORIO PROTAGONISTA E’ luogo comune che lo Champagne venga visto come un prodotto di lusso, per pochi, a volte inarrivabile, distribuito esclusivamente dalle grandi case conosciute in tutto il mondo;

invece lo Champagne è un prodotto principalmente del territorio e soprattutto dei contadini che lavorano la vigna e si impegnano per produrre un vino di altissima qualità, che nel bicchiere a tulipano esprima terra e stile del produttore. Il primo degli eventi organizzati da “Champagne le ligne de vie”, al quale sono stato invitato, si è svolto presso la Cantina Menegola di Castione Andevenno (SO), tra le botti di affinamento dei suoi pregiati vini, mentre gli Champagne in degustazione sono stati accompagnati da alcune prelibatezze gastronomiche della Valtellina. Per questo primo appuntamento divulgativo fondamentale è stata la collaborazione tra Carol Agostini e Walter Menegola.

Piccoli produttori e grandi Champagne, eccellenze nostrane ed eventi a tema, non resta che aspettare gli sviluppi del progetto augurando a tutti di avere tanta freschezza come quella che ho riscontrato degustando gli Champagne.

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ORTOFRUTTICOLTURA DI GUIDO BASSI - AGRONOMO

Avanti, ma con prudenza riflessioni sul mandorlo

Prendo a prestito da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni la frase “Adelante Pedro, con juicio” che il Gran Cancelliere Ferrer indirizza al cocchiere Pedro mentre la sua carrozza fende la folla minacciosa per esprimere alcune riflessioni su quanto sta accadendo in provincia di Cuneo riguardo la coltivazione del mandorlo.

Dopo anni in cui la coltura del mandorlo è stata relegata ai margini della considerazione da tecnici e produttori perché ritenuta non idonea al clima e al territorio, negli ultimi anni, a seguito d’iniziative pionieristiche di singole

aziende, si è manifestato un forte interesse verso l’espansione di questa specie frutticola.

Qui entra in gioco la prudenza richiamata nel titolo. Valutiamone le ragioni.

ADATTABILITÀ AL CLIMA Contrariamente a quanto molti credono il mandorlo è specie di facile adattamento ai climi temperato freddi: il mandorlo, infatti, trae le sue origini dagli altipiani e dalle zone montuose aride dell’Asia centrale.

Solo successivamente la specie è stata

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introdotta nel bacino mediterraneo.

Il fabbisogno in freddo del mandorlo, cioè le ore di freddo invernale necessarie per interrompere la dormienza invernale e permettere la fioritura, sono comprese tra le 400 e le 700/ anno, valori simili e paragonabili a quelli delle comuni varietà di pesco, ciliegio e albicocco. Per esempio, la varietà Tuono, molto diffusa in Puglia, richiede 463 ore/anno di freddo per poter aprire le gemme e fiorire.

Il fabbisogno di caldo, misura di accumulo dei gradi/ora necessari in primavera perché la pianta possa fiorire, è di 7500 GDH. Volendo fare riferimento al pesco, la varietà Redhaven richiede 4174 ore, cioè molto meno calore è necessario a determinarne la fioritura, il ciliegio 6000, l’albicocco meno di 4500. Questi dati, in sostanza, ribaltano la credenza che il mandorlo sia una pianta da climi meridionali, ma mostra caratteristiche compatibili con la gestione colturale nel clima di Cuneo. In termini pratici, la fioritura del mandorlo nel nostro areale ricade nel periodo compreso tra la seconda decade di marzo e la seconda decade di aprile in funzione della varietà considerata.

Il mandorlo è, quindi, più adattabile al nostro clima di molte specie tradizionalmente coltivate nei nostri territori.

L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

99

ORTOFRUTTICOLTURA

SCELTA VARIETALE È l’elemento chiave per poter introdurre in modo costruttivo il mandorlo nei nostri ambienti.

La scelta della varietà d’adottare si lega alle condizioni climatiche dell’areale. Sono preferibili varietà che fioriscano alla fine del mese di marzo o, meglio ancora, nella seconda decade di aprile. Grazie al lavoro di miglioramento genetico messo in atto soprattutto dai ricercatori spagnoli, negli ultimi anni l’offerta varietale si è enormemente allargata e offre la possibilità di attingere a varietà autofertili (in grado, cioè, di autofecondarsi senza dover introdurre nell’impianto varietà impollinanti come accadeva nel passato) a fioritura tardiva o molto tardiva. Ciò crea le condi-

Dopo anni in cui è stata relegata ai margini della considerazione da tecnici e produttori, oggi la coltivazione vive una stagione di forte interesse.

Ecco di cosa è opportuno tenere conto zioni per realizzare impianti monovarietali con fioritura nel mese di aprile, un periodo che coincide con la fioritura del melo.

COMPORTAMENTO PRODUTTIVO L’individuazione delle varietà idonee richiede al-

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cuni anni di valutazione del comportamento produttivo nel territorio: in questo ambito non si hanno ancora le garanzie necessarie a causa del fatto che gli enti di ricerca non si sono occupati d’introdurre e valutare le diverse varietà di mandorlo, mentre i produttori rincor-

rono, ognuno per proprio conto, le indicazioni fornite via via da singoli vivai o da pubblicazioni presenti su siti internet.

Venti anni di prove attuate sul territorio con le varietà di origine pugliese, Tuono, Genco, Filippo Ceo, che costituiscono la base della mandorlicoltura meridionale e che garantiscono la maggior disponibilità di piante presso i vivai nazionali, hanno evidenziato problematiche di precocità di fioritura, sensibilità alla moniliosi e incostanza produttiva legate a queste varietà. Sono attualmente in valutazione nel nostro territorio una quindicina di varietà diverse tra le quali sembrano emergere due varietà spagnole, Penta e Makako, per l’epoca di fioritura molto tardiva, l’epoca

ORTOFRUTTICOLTURA

precoce di raccolta, la buona produttività e la minor sensibilità alle patologie del mandorlo.

EPOCA RACCOLTA Altrettanto importante quanto l’epoca di fioritura è l’epoca di raccolta: quanto più anticipatamente si verifica nel mese di settembre, tanto più facilmente si possono evitare periodi d’intensa piovosità che possono creare problemi nelle operazioni di raccolta e di conservazione delle mandorle.

Altre varietà, Lauranne, Mardia e Vialfas, meritano un’ulteriore attenta valutazione sull’effettiva rispondenza al clima cuneese: la loro coltivazione necessita di alcune conferme produttive.

La scelta del portinnesto

d’adottare deve essere considerata attentamente: per la tipologia media dei suoli del Cuneese il portinnesto idoneo è costituito dall’incrocio pesco X mandorlo GF 677. Questo portinnesto denota vigore medio-elevato, ottima affinità d’innesto e ottime performance produttive.

Le piante di mandorlo sono reperibili presso vivai produttori presenti in particolar modo in EmiliaRomagna, Puglia e Basilicata. La disponibilità delle singole varietà può esaurirsi in tempi brevi e conviene cautelarsi prenotando nel corso dei mesi estivi per poter disporre delle piante nel periodo autunno-invernale.

GESTIONE DELL’IMPIANTO L’assenza di modelli locali

L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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coltivazione del mandorlo; può essere abbinata alla pacciamatura con telo antialga e irrigazione localizzata.

L’irrigazione è comunque consigliabile per ottenere una produttività costante ed affidabile nel tempo.

tradizionali di coltivazione del mandorlo crea la necessità di confrontarsi con realtà tecniche geograficamente distanti. I modelli tradizionali della mandorlicoltura meridionale, generalmente praticata senza l’ausilio dell’irrigazione, sono difficilmente trasferibili nel contesto piemontese e sono oggetto di evoluzione tecnica e innovazione negli stessi ambienti di coltivazione del sud.

I modelli proposti in Spagna e Francia sono molto diversificati e possono essere adottati, con opportune cautele, nel nostro territorio. È necessario tenere conto della dimensione media aziendale delle altre realtà che vengono proposte. Impianti che propongono un utilizzo intensivo di macchinari per la potatura e raccolta meccanica si giustificano solamente su superfici aziendali che non sono disponibili nel nostro contesto.

Alcune forme d’intensificazione

colturale (impianti ad alta e altissima densità) sono difficilmente proponibili in un territorio ad altissima polverizzazione delle aziende, richiedono un’elevata formazione tecnica e ingenti investimenti aziendali di capitale.

Questo è di difficile applicazione in un territorio in cui la coltura è sconosciuta e in cui non esiste alcuna filiera produttiva e commerciale del mandorlo.

MODELLO GESTIONALE Realisticamente, il modello gestionale proponibile per il Cuneese è quello semintensivo e prevede un investimento di 333/415 piante/ettaro che corrisponde a distanze d’impianto di 6 m. X 4 m. / 6 m. X 5 m.

La baulatura, cioè l’innalzamento del terreno rispetto al piano del campo, che ospita il filare di piante è praticata con successo in tutte le aree di

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METODO CUNEO La scelta della forma di allevamento e dei relativi interventi di potatura deve tenere conto dell’unicità delle condizioni climatiche del territorio (precipitazione nevosa, precipitazione piovosa, durata della stagione vegetativa) e non può assecondare modelli che vengono praticati in aree con condizioni climatiche differenti e tendenzialmente più miti.

Piuttosto di adottare il metodo “Saragozza” o il metodo “Provenzale” a scatola chiusa senza valutazione critica di costi e benefici, è opportuno mettere a punto un metodo “Cuneo” che sia applicabile in campo e rispondente dal punto di vista produttivo nelle condizioni pedoclimatiche regionali.

Il contributo tecnico offerto dalla consulenza di agronomi provenienti da altre regioni italiane o paesi europei, per quanto prezioso per inquadrare le esigenze generali della coltura, mostra il limite della scarsa esperienza che essi hanno del clima e del territorio cuneese.

Non esistono ricette preconfezionate applicabili ovunque ed è molto difficile trasferire tecniche di potatura e gestione della pianta da ambienti con una stagione vegetativa utile di 9/10 mesi, caratterizzati da scarsa piovosità, scarsa o nulla precipita-

ORTOFRUTTICOLTURA

zione nevosa, al nostro ambiente in cui la stagione vegetativa ha durata di poco superiore ai sei mesi, le precipitazioni sono intense e la neve si misura spesso in metri anzichè in centimetri. Si deve tenere conto delle indicazioni che vengono fornite dalle altre esperienze di coltivazione, ma è saggio e prudente utilizzare i prossimi anni per valutare in campo se le tecniche proposte siano attuabili o vadano riviste e corrette in funzione delle esigenze locali.

MECCANIZZAZIONE Meccanizzazione e commercializzazione sono gli argomenti su cui si registrano, per ora perlopiù nelle intenzioni, le maggiori fughe in avanti di molti che si affacciano alla coltura del mandorlo. È sufficiente un bilancio aziendale compilato con cura per dimostrare che la stragrande maggioranza delle aziende che hanno piantato o sono interessate a piantare il mandorlo non avrà alcuna convenienza economica nell’imbarcarsi in spese sostanziose per equipaggiare l’azienda di macchinari per la raccolta e la prima lavorazione delle mandorle. Tali macchinari risultano economicamente convenienti se applicati su aziende di grande estensione (10/50 ettari), in comprensori in cui esistano strutture atte a riunire e collocare commercialmente il prodotto.

Non è, e non sarà per alcuni anni a venire, il contesto in cui si opererà in Piemonte dove gli impianti nascono a macchia di leopardo, su piccole superfici, senza una specifica preparazione tecnica degli addetti, più per curiosità o per la

disperazione di non sapere su quale coltura investire i terreni dopo il fallimento di molte specie frutticole .

La soluzione più ragionevole per le caratteristiche degli impianti, per l’economicità e l’elasticità d’impiego nel territorio consiste nell’uso delle reti di raccolta, così come già vengono applicate nella coltivazione delle susine Ramassin.

COMMERCIALIZZAZIONE La preoccupazione principale dei potenziali produttori di mandorle del Piemonte sembra essere quella della collocazione commerciale del prodotto.

Credo che i primi obiettivi in ordine temporale consistano nell’individuazione della corretta tecnica colturale, nella definizione delle varietà idonee, nella messa a punto di linee guida per la difesa integrata e biologica della coltura, nella creazione di ambiti di raccolta e prima lavorazione del prodotto in forma comunitaria.

Non si può pensare di creare una filiera produttiva seguendo impulsi individualistici o avventurandosi in iniziative slegate e conflittuali.

La gestione di una filiera del mandorlo comporta unità d’intenti e coesione tra i produttori per aumentare la forza e il peso specifico commerciale delle aziende.

Sarà la disponibilità a discutere e ad assumere decisioni comuni a determinare il grado di successo o d’insuccesso che avrà la coltura del mandorlo nei prossimi anni. Al di là delle potenzialità produttive e commerciali della specie che sono molto interessanti per la nostra provincia e regione.

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RÀDICI DI GIANCARLO GILI

C’è tanto fumo e poco arrosto “Tanto fumo e poco arrosto”: è questa una vecchia metafora purtroppo attuale più che mai, anche nell’ambiente contadino.

Quando io ero bambino, mio padre mi insegnava che dovevo comprare le mie cose solo quando avevo i soldi e se proprio ero obbligato ad indebitarmi,

famiglie contadine si ragionava così. Eravamo tutti più poveri, ma sicuramente più dignitosi. Chi aveva a che fare con la campagna si sentiva in una botte di ferro perché, fosse artigiano o commerciante o dipendente, era sicuro che i suoi soldi li avrebbe avuti alle scadenze prestabilite con una

Una volta gli agricoltori erano noti per essere solidi pagatori, si privavano di tutto pur di rimborsare i debiti. Poi lo Stato ha iniziato a dare il cattivo esempio… dovevo, ad ogni costo, rimborsare il mio debito prima di fare qualsiasi altra spesa rinunciando, se era il caso, a tutto, perché quel debito andava rimborsato assolutamente, prima di tutto.

POVERTÀ DIGNITOSA Non solo a casa mia ma, direi, nella totalità delle

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semplice stretta di mano. La gente di campagna aveva la fama di essere, come si dice volgarmente,”un assegno circolare”. Oggi purtroppo non è più così! Una, grazie al cielo sporadica minoranza, ha contribuito con i suoi insani comportamenti a minare quei solidi principi che, da sempre, hanno

caratterizzato tutta quanta la nostra categoria.

ADDIO LEALTÀ Dico purtroppo, perché la causa di questo diffuso malessere la maggior parte delle volte scaturisce da una esigenza di vivere al di sopra delle proprie possibilità. E’ comunque un fatto generato dal benessere perché tante famiglie, pur di raggiungere e mantenere quel tanto agognato benessere, sia dal punto di vista imprenditoriale sia personale, non hanno alcun ripensamento ad indebitarsi ed anche a posticipare i pagamenti ai loro abituali creditori.

Sono proprio caduti quelli che una volta erano i pilastri di lealtà ed onestà che caratterizzavano la gente di campagna di un tempo!

Se posso dare un semplice suggerimento a quelli che hanno voluto imboccare questa strada, per loro così allettante, è di pensare che comunque le bugie hanno le gambe corte e presto

o tardi i nodi vengono al pettine.

Non è possibile andare avanti ostentando una ricchezza inesistente perché il castello creato non si regge in piedi “è solo fumo ma non c’è arrosto” e si rischia solo di essere criticati ed additati da tutti quanti i creditori che giustamente a quel punto non hanno più, come si dice, alcun pelo sulla lingua.

CATTIVO ESEMPIO A radicare questo inconsueto modo di pensare e di agire ha contribuito, a suo modo, lo stesso Stato in cui viviamo. Ormai tutti sanno, anche quelli che non seguono le vicende politiche, che i bilanci del nostro Stato si basano su dei conti perennemente in debito.

Nessun governo, di qualsivoglia colore, pur di mantenere quelle allettanti

e illusorie promesse elettorali, in questi ultimi decenni ha voluto mettere mano a quel debito cercando di ridurlo o quanto meno di controllarlo.

Quintino Sella prima e Marco Minghetti poi, nel 1876 fecero in modo che l’Italia raggiungesse, per la prima volta, il pareggio di bilancio ed io penso che, se vedessero i conti attuali, si rivolterebbero nella tomba.

Quindi che insegnamento si può trarre da uno Stato che funziona così?… però questa è la nostra democrazia e tutti vogliamo tenercela ben stretta, fin che c’è, e se occorre si emetteranno nuovi Titoli di Stato sperando che nel mondo ci sia qualcuno che continui ad avere fiducia in noi, comprando quelle nostre ormai consuete cambiali.

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Le pagelle degli istituti di Alba, Fossano, Cuneo, Grinzane, Verzuolo e Lombriasco GESTIONE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO - 5AA

I.P. AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA - 5AA

Tutti i maturi dell’agricoltura

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SERALE GEST. AMB. E TERR.

108 L’imprenditore agricolo • Agosto 2019 AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA - 5AC

AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA - 5AB

AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA - 5AA

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SERV PER AGRIC. E SVIL. RUR. 5AA

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SERVIZI PER AGRIC. E SVILUPPO RURALE 5AB

AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA - 5AD

ATTUALITÀ

Slow Food chiede una politica del cibo Nonostante una visione di un’Europa più verde rispetto ai suoi predecessori, Slow Food esprime alcune perplessità nei confronti delle priorità annunciate dalla nuova presidente della Commissione europea eletta dal Parlamento europeo, che non paiono sufficientemente rigorose ed esplicite per fronteggiare la crisi climatica che stiamo vivendo.

Ursula von der Leyen, infatti, che sarà a capo della Commissione a partire da novembre, secondo Slow Food non ha suggerito alcun cambiamento nella Politica agricola comune, nonostante il settore agricolo e alimentare sia tra i fattori che più incidono su cambiamento climatico e perdita di biodiversità.

CONTENUTI NECESSARI «La nuova presidente ha parlato di impegni sul fronte climatico, promettendo di lavorare sulla prima legge europea sul clima e mettendo sul tavolo obiettivi molto ambiziosi, come raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050 o la riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030.

Risultati che per essere conseguiti hanno però bisogno di contenuti e politiche dettagliate: non ci si può occupare di crisi climatica senza rivedere la Politica agricola comune che, così come si presenta oggi, sostiene modelli che hanno effetti disastrosi

sull’agricoltura europea, il clima e la biodiversità», commenta Rachele Lodi, consigliere internazionale di Slow Food.

Perplessità sulla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che non sarebbe sufficientemente rigorosa sul clima

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MODELLO ECOLOGICO Allo stato attuale, infatti, la riforma della Pac favorisce quel modello di agricoltura intensiva responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra su scala globale, mentre un recente studio a cura dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes – agenzia delle Nazioni Unite) denuncia una perdita di biodiversità senza precedenti.

«Non si può rafforzare la biodiversità senza includere un modello agricolo ecologico come elemento fondamentale per ripristinare un ambiente sano e la capacità di produrre cibo buono, pulito e giusto», conclude Lodi.

POLITICA ALIMENTARE A giudizio di Slow Food, per trasformare la filiera del cibo, dalla produzione al consumo, e renderla più pulita ed equa è però altresì fondamentale dar vita a una politica alimentare comune, che non si limiti alla sovvenzione della produzione, ma integri tutti gli aspetti che intercorrono lungo la filiera, tenendo in considerazione le necessità e diversità dei produttori di piccola scala.

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ORTOFRUTTICOLTURA DI FABRIZIO SALCE

Il giusto equilibrio tra il cibo e l’olio lizzo dovrebbe essere prassi abituale e di buon gusto. Cibo e olio devono incontrarsi in un perfetto equilibrio, non devono coprirsi l’uno con l’altro e meno che mai annullarsi.

La magia della cucina, della riuscita di una ricetta, anche la più semplice, è tutta da ricercare nella capacità di accostare e abbinare fra loro i giusti sapori. Anche gli oli hanno le loro valenze e le loro differenze, motivo per cui l’assaggio dell’olio prima dell’uti-

OLIO LIGURE Una magia che si è ripetuta in occasione dell’abbraccio tra l’Olio Dop Riviera Ligure e la cucina dello chef langarolo Maurilio Garola della Ciau del Tornavento di Treiso. L’appuntamento, tenutosi all’inizio del mese di giugno e voluto dal Consorzio per la Tutela dell’olio Riviera Ligure in collaborazione con Fondazione Qualivita e con Italia a Tavola media partner, è stato il quarto di un tour iniziato a Milano e proseguito prima a Torino e poi a Bologna.

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L’obiettivo della data langarola è stato quello di proporre agli operatori Horeca piemontesi una parentesi informativa e formativa su un prodotto di altissima qualità tramite gli assaggi presso le postazioni dei produttori presenti all’evento e la cucina del ristorante.

SEICENTO AZIENDE Le aziende consorziate sono ben 600 dalle più piccole, quelle che producono solo olive, alle più ampie con tanto di frantoio per la spremitura.

Il lavoro del Consorzio è quello di garantire la filiera produttiva in tutte le sue fasi al fine di offrire al consumatore finale un prodotto di qualità.

Il direttore del Consorzio Giorgio Lazzaretti nel corso del suo interven-

Le caratteristiche dell’Olio Dop Riviera Ligure alla prova della cucina per promuovere l’importanza del legame del prodotto con la terra d’origine

to rivolto agli invitati ha sottolineato come sia necessario fare comprendere sempre di più al consumatore, quando si reca al ristorante, quanto abbia valore l’utilizzo di un prodotto legato alla sua terra d’origine e garantito da una seria e corretta certificazione.

MENZIONI GEOGRAFICHE Parlare di Dop Riviera Ligure significa abbracciare tre menzioni geografiche.

L’olio extra vergine d’oliva Riviera Ligure Dop è ottenuto dai frutti dell’olivo della varietà Taggiasca, Pignola, Lavagnina, Razzola e cultivar locali autoctone. La denominazione deve essere accompagnata da una delle seguenti menzioni geografiche aggiuntive: Riviera dei Fiori – dove l’olio si produce con olive Taggiasche per almeno il 90%. Olio giallo chiaro con lievi sfumature verdoline; profumi fruttati leggeri o medio leggeri, freschi, puliti, di oliva; morbido e delicato, di buona fluidità. Amaro e piccante lieve; sentori di mela e punta piccante in chiusura.

Riviera del Ponente Savonese –

Olio da olive Taggiasche per almeno il 50%. Di colore giallo chiaro con lievi sfumature verdoline; profumi fruttati leggeri o medio leggeri, freschi, di oliva; morbido e delicato, con note amare e piccanti in equilibrio e buona fluidità; sentori di mandorla, mela, e una lieve punta piccante in chiusura.

Riviera di Levante – Olio da olive Lavagnina, Razzola, Pignola e cultivar locali autoctone per almeno il 65%.

Colore giallo oro dai riflessi verdolini; profumi fruttati leggeri o medi, con freschi sentori vegetali di carciofo; vellutato e armonico, con punta piccante persistente e progressiva: toni mandorlati e rimandi alle erbe di campo in chiusura.

IL CUOCO CONSIGLIA I piatti dello chef Maurilio Garola preparati per l’occasione sono stati, in apertura, l’amuse bouche, Carne cruda con caviale che ha preceduto un Carpaccio di gamberi della Liguria con stracciatella di burrata di capra e mucca, pomodorini confit con Olio Riviera Ligure Dop. A seguire i classici “Plin” di carne ai tre arrosti (vitello, maiale e carne bianca). Solitamente si

servono al sugo d’arrosto o al burro e salvia, per l’occasione è stato aggiunto dell’olio a crudo, al fine di esaltare il gusto sia dell’olio che delle carni. A ruota è stata proposta una Tagliata di fassona di razza bovina piemontese accompagnata da una maionese alla senape e impreziosita dall’olio.

Un pre-dessert, un Gelato all’olio con oliva Taggiasca candita e olio a crudo e il dolce finale, una Crostatina al cioccolato fondente, sale maldon, Olio Riviera Ligure Dop e sorbetto ai lamponi.

CARATTERISTICHE GUSTATIVE Il gusto leggero e delicato, caratterizzato da una tipica nota dolce, fa dell’olio extravergine d’oliva Riviera Ligure Dop un olio ampiamente utilizzabile in cucina poiché non copre il sapore delle pietanze. E’ ideale sui piatti a base di verdure e di pesce tipici della gastronomia mediterranea, ma anche sulle carni. La sua naturale versatilità lo rende interessante nella sperimentazione della cucina fusion, mentre la nota dolce lo rende protagonista nelle preparazioni di pasticceria.

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Olio e olive, due decreti su produttori e sostegno Approvati i provvedimenti fortemente voluti dalle Regioni e dagli operatori del settore per chiarire il quadro normativo Novità in arrivo per il settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola. Sono stati firmati dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, due decreti, fortemente voluti dalle Regioni e dal settore, che apportano importanti modifiche nei programmi di sostegno al settore olio di oliva e olive da tavola e in materia di riconoscimento e controllo delle organizzazioni dei produttori.

ORGANIZZAZIONI PRODUTTORI Il primo decreto sulle “Disposizioni in materie di riconoscimento e controllo delle organizzazioni di produttori del settore olio di oliva e delle olive da tavola e le loro associazioni”, rende più chiare ed esplicite le modalità per l’attuazione del Regolamento Omnibus sulle attività delle OP, sia per quanto riguarda la loro revoca, sia per la deroga dei

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requisiti di riconoscimento per calamità naturali, condizioni climatiche avverse o in caso di infezione da Xylella.

PROGRAMMI DI SOSTEGNO Il secondo provvedimento, “Recante disposizioni nazionali concernenti i programmi di sostegno al settore olio di oliva e olive da tavola”, e su cui è stata raggiunta l’intesa in

Conferenza Stato Regioni, posticipa dal 30 giugno al 15 luglio di ciascun anno il termine entro il quale le Amministrazioni, competenti al riconoscimento delle organizzazioni e delle associazioni di produttori olivicoli, devono trasmettere all’Agea i risultati sui controlli svolti per accertare il mantenimento dei requisiti necessari per accedere ai programmi di sostegno.

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Ospitalità italiana disponibili 15 posti Aperto il Bando per il marchio di qualità delle strutture ricettive promosso dalla Camera di commercio di Cuneo.

Scadenza il 31 agosto È al via l’edizione 2020 del marchio di Ospitalità Italiana promosso dalla Camera di commercio di Cuneo con 15 nuovi posti disponibili. La presentazione delle domande va effettuata entro il 31 agosto.

La partecipazione al marchio di qualità è su base volontaria, aperta a tutte le strutture turistiche che svolgono l’attività da almeno un anno, rispondano ai requisiti previsti dal bando e svolgano l’attività secondo i disciplinari previsti per la propria categoria. Le domande di nuova adesione devono pervenire entro il 31 agosto, unicamente all’indirizzo protocollo@ cn.legalmail.camcom.it indicando nell’oggetto

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“Bando per il marchio Ospitalità Italiana – anno 2020”.

Per l’ammissione delle domande si terrà conto dell’ordine cronologico di arrivo delle schede.

Informazioni, testo del bando e schede per l’adesione, sono disponibili in dettaglio all’indirizzo web www.cn.camcom.gov.it/ marchiqualita2020.

La quota per aderire al progetto e ricevere la prima visita di controllo dell’organismo certificatore è di 122 euro (100 euro + Iva) per le strutture iscritte al Registro imprese; 244 euro (200 euro + Iva) per la categoria dei bed & breakfast non iscritti al Registro imprese.

Vendo cisterna metallica 900 lt (120x80x100) euro 70.

Tel. 335/349336 Vendo cassette di legna per frutta, damigiane, letto in ferro, tavolo, armadio, pensili e fioriere.

Tel. 0175/248377 Piccolo produttore vende uve Dolcetto d’Alba, zona vocata, anche piccole partite, ottimo per vino da pasto.

Tel. 335/5653602 Vendo causa inutilizzo miscelatore per farina capienza 10 q.li.

Tel. 333/9038275 Vendo seminatrice grano mt.

3. Tel. 338/8727510

VENDO Vendo piantini di nocciole tonda gentile trilobata di anni 1/2 certificate, zona Langhe.

Tel. 338/7767674 Az. agr. vende uva e vino Arneis, Barbera, Dolcetto e Nebbiolo. Tel. 334/7783985

Vendo cingolato ITMA 553 in buono stato, motore a nuovo, disponibile per prove, 1978. Euro 2900. Alba.

Tel. 335/6382508

Vendo legna da ardere, proveninete da piante piemontesi, in barre oppure tagliata e spaccata.

Consegna a domicilio.

Tel. 349/1733489 Vendo assolfatore per vigneto, diraspatrice con coclea per uva, pompa elettrica per travaso vino da 40. Tel. 328/0440477 Vendo legna da ardere di rovere, frassino e faggio, consegna a domicilio.

Tel. 328/0863426 Vendo Landini cingolato Compact 75 - larg. 1,36 mt. usato per prove e fiere, 18 ore di lavoro.

Tel. 335/6023410

Vendo cavalletto da idraulico con morsa ad euro 85 trattabili. Tel. 334/7355604 Vendo saldatrice a filo continuo. Tel. 347/5881092 Vendo centine per serre, nuove, causa cessata attività. larg. mt. 4,20 alt. int. 2,40 mt ed eventuali nylon usati.

Tel. 349/1733849 Vendo rotolone Irrimec per irrigazione con sole 20 ore di lavoro lung. tubo 250 mt. diam. 125 con pompa e compressore.

Tel. 349/5065325 Vendo livellatore per terreno o neve larg. 2,50 mt.

Tel. 333/9038275 Vendo grata in ferro h. 1,55 mt larg. 1,10 a 45 euro.

Tel. 334/7355604

Vendo trince laterali usate mod. 180 cm doppio fondo contro coltelli, cuscinetti skf cardano incluso 2600 euro.

Tel. 349/6764430 Vendo botte per diserbo trainata in vetroresina lt. 800 pompa Comet, spianatore da mt. 2,70, scavafossi, attrezzature per trattorini da 18 a 35 hp.

Tel. 331/8279842 Vendo porzione di casa a Boves con porticato e giardino più 5 giornate di bosco con rudere. Euro 50000.

Tel. 338/8090084

Vendo telescopico Dieci 38.9 Agriplus, 2015, 4000 ore di lavoro, omolog. trattrice agricola 20 ton completo di freni aria rimorchi, forche pallet, pala sfusi cereali, cestello. Tel. 335/6023410

Vendo balloni di pastone e insilato integrale di mais fasciato più fieno di erba medica e loietto fasciato.

Tel. 348/0131190 Vendo rotofresa Carraro da 2,35 m e cambio a 3 velocità più motocoltivatore 14 cv con avvio elettrico, pari al nuovo. Tel. 331/8270741 Vendo pinza per balloni fasciati, motocoltivatore Casorzo a benzina hp 10, generatore 6 kw, motopompa Lombardini 4 LD 640 Diesel, tubo aspirazione diam.80.

Tel. 331/8279842 Vendo macchina scavapatate, trattore Same Centauro 64 hp due ruote motrici, silos per stoccaggio cereali in lamiera zincata, q.li 1900 quadrato da smontare.

Tel. 331/8279842 Vendo trincia erba da 1,50 m per trattore con erpice a 9 punte da mt. 2,10.

Tel. 331/8270741 Vendo muletti diesel OMD35 più TCM 15 q.li più OMDIM 20. Tel. 347/8794871

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GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Vendo toro piemontese di 4 anni alpeggiato iscritto indenne da IBR. Tel. 335/7190360 Vendo barra falciante più bigoncia per uva (arbi) ottimo per esposizione, marchio Fenocchio, 1 cisterna per gasolio lt. 2000 più una da 3000.

Tel. 339/8710772 Vendo ripuntatore usato Alpego di 3 mt. 9 ancore, bulloni di sicurezza, 2 rulli frangizolle il tutto a 3000 euro. Tel. 333/3484734 Vendo 1 aratro bivomere Vittone, pesabestiame q.li 15, muletto elettrico da fienile per balloni rotondi e quadri, aratro a tre file per rincalzare e mettere concime al granoturco. Tel. 339/1265283 Vendo erpice a dischi Concord, serie media, mod.

ME25, larg. di lavoro 2 mt 80, peso 11 q.li con livella post. Euro 3000.

Tel. 347/6822483 Vendo trattore New Holland doppia trazione 65 cv con 50 ore. Tel. 0171/384433 Vendo saanen, lotto di 5 caprette nate febb.2019, selezione attitudine casearia (padre d’allev. francese, da miglioratore certificato Capgènes, madri ottima genealogia).

Tel. 335/1339369 Vendo girello Galfrè usato poco, conforme CEE. Tel. 333/2745308 Vendo capretti nani.

Tel. 333/5205417 Vendo letame stagionato e/o fresco di vacche piemontesi.

Tel. 331/9977534 Vendo traversine per kiwi.

Tel. 340/9001570

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Vendo balle fasciate di trinciato di orzo.

Tel. 340/9001570 Vendo rototerra Maschio 2,50 mt, sterpatore a molle 2,50 mt. motocross 50 c Springer. Tel. 320/7721670 Vendo trincia rami per frutteti usata, larg. 2,50 mt, mod. Rosatello.

Tel. 339/5810580 Vendo piccola quantità di uva Dolcetto di Diano d’Alba, e Nebbiolo d’Alba, selezionata, di ottima qualità. Consegna e pigiatura a domicilio. Max serietà.

Tel. 333/6643147 Vendo sarchiatrice mais a tre file con tramoggia più spandiconcime usata poco in ottimo stato, euro 500 tratt.

Tel. 339/2009710 Vendo cuccioli da tartufi 90 giorni mamma pincher, ottima razza, bainco/ marrone.

Tel. 320/7721670 Vendo falciacondizionatrice a dischi semi-nuova del 2018 Fella SM270 P. Tel. 329/7254131 Vendo a Revello 5000 mt. di capannoni agricoli più 20 giornate terreni più cascina.

Tel. 335/8070517 Vendo 4 giornate in via Soleabò Barge e 15 ettari da pascolo a Prazzo (CN) no perditempo.

Tel. 335/8070517 Vendo refrigeratori latte usati da 100 lt a 12000 lt revisionati e garantiti.

Tel. 348/7075434 Vendo parquet in noce africana da mt. 1,10 65 m2, in larice m2 45 cm 60x7.

Tel. 345/4130465

GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Vendo autocaricante Riberi medio piccolo non collaudato revisionato a nuovo.

Tel. 328/0361198 Vendo raccogli meliga Saglia Burdisso 1 fila, trincia 1 fila Feraboli.

Tel. 345/7749033 Vendo carica silos portato Giordano condiz. discrete zona Tarantasca.

Tel. 328/0361198 Vendo silos in vetroresina, 1 in lamiera, pozzetti per irrigazione e tubi diam. 50.

Tel. 333/1996709 Vendo per cessata attività, cella frigo componibile con pannelli da 10 cm di spessore, 12x12 mt, motori funz. e sezioni orientabili, 2 porte, alt. 2 mt. 8000 euro.

Tel. 335/7753483 Vendo carica ballotti collaudato Guima 112 balle.

Tel. 338/7360670 Vendo Fiat 500 anno 1997 revisionata in ottime condizioni. Tel. 328/2133604 Vendo girello, saldatrice da 380 volt, cisterna per diserbo 400 lt, idrovere, macchina semina grano, gomme per cerchi in lega per Opel Zafira 195/65 R15.

Tel. 333/2392218 Vendo rimorchio agricolo Silver Car omologato 50 q.li molto ben tenuto.

Tel. 339/4059890 Vendo n. 2 erpici a dischi da 29 e 25 dischi, riverniciato, prezzo con trattativa privata.

Tel. 346/7094275 oppure 338/3227564 Vendo impianto di irrigazione con tubi zincati (diam. cm 10, lung. tot. mt. 250) con 2 irrigatori. Tel. 334/3046213

Vendo aratro fuori solco tipo Scalmana in ottime cond. adatto a trattori da 70 cv in su a 180 gradi causa inut.

Tel. 324/9286741 Vendo misuratore di umidità Isoelettric professionale con peso incorporato.

Tel. 339/4059890 Vendo raccordi per cisterne in plastica (cubi da 1000 lt).

Tel. 333/1661053 Vendo Opel Corsa del 2001 5 porte euro 1200 trattabili.

Tel. 348/2588097 Vendo paglia e fieno in ballot piccoli, consegna a domicilio.

Tel. 331/4484760 Vendo reti per raccolta nocciole antigrandine, usate.

Tel. 335/8330559 Vendo camion 2 assi Iveco e ballot piccoli di fieno.

Tel. 338/5775009 Vendo cassette di plastica per ortofrutta a modico prezzo, zona Cuneo.

Tel. 338/9520079 Vendo az. agricola a Sommariva del Bosco con abitazione, capannoni, trincee e 2 stalle per allevamento bovini, 500 capi circa, tot. mq 18000.

Tel. 338/2175415 oppure 349/5603635 Vendo a Villanova d’Asti ampio complesso di cascina, stalle e tettoie, ottime condizioni più terreno circostante di 27000 m2 adatto a agriturismo.

Tel. 339/5787978 Vendo motoagricola Valpadana 26 cv perfettamente funzionante con rolbar a norma.

Tel. 331/7807302

L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE Vendo asina con microchip.

Tel. 338/5780268 Vendo elevatore a tazze mt.

10 300 q.li/h selezionabile, coclea orizz. mt. 15 300 q.li/h, coclea diam. 200 mm x mt. 6 zincata.

Tel. 339/3206362 Vendo motoagricola Grillo m25 con cassone ribaltabile trilaterale, idroguida, 560 ore lavorate, come nuovo.

Tel. 349/4965371 Vendo decespugliatore 43 cc in ottime condizoni più cavalletto in metallo per taglio legna con motosega, nuovo mai usato.

Tel. 349/5274598 Vendo cuccioli Collie pastore scozzese da fine settembre vaccinati, sverminati e microchippati.

Tel. 339/5894504 oppure 333/1676195 Vendo trattore Landini 95 cv freni aria, rimorchio agr.

4,5 mt x 2 con sponde e sovrasponde omologato, non ribaltabile, trincia 2 mt spostamento idraulico, scavafossi diam. 70.

Tel. 320/0809674

Vendo miniescavatori usati: New Holland E18 e JCB8018 carro variabile, Komatsu 26 q.li, Yanmar Vio75 e Yanmar 50 q.li, Cat 90 q.li, minipala Bobcat 25 q.li, caterpillar 90 q.li. Tel. 338/8531436 oppure 320/0809674 Vendo silos in vetroresina q.li 50, spandiletame tipo Sac 4x1,80 omolog., 2 ruote strette per trattore 230-95 44 con disco rinforzato.

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122 L’imprenditore agricolo • Agosto 2019

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