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Maurizio Carta

cioè, di saper valorizzazione, con un approccio resiliente, la profondità del palinsesto storico e la resistenza delle identità locali, sperimentando una radicale innovazione fondata su un modello di economia circolare.
La resilienza non è dunque un approccio di tipo conservativo, che aspira al mantenimento dello status quo dopo un trauma ma, al contrario, proprio come Peccioli dimostra, implica un approccio evolutivo, adattivo e auto-rigenerativo: la resilienza è, cioè, un atteggiamento del progetto ed è campo del processo (con quali mezzi e quali output si parla di resilienza?).
La resilienza si manifesta come una forza coesiva e trainante per l'adattamento e l'innovazione e si esprime in una
pianificazione e progettazione adattiva che incorpora deliberatamente l'incertezza e la conoscenza imperfetta nei processi decisionali e operativi.
Lavorando con una capacità di adattamento e attraverso forme di auto-organizzazione locale, le pratiche resilienti sono in grado di trarre energia dai caratteri del contesto spaziale e sociale, di utilizzare (con nuovi significati) le risorse identitarie locali (spazi, capitale sociale, patrimonio paesaggistico e culturale) e, attraverso un'operazione di mediazione simbolica, di creare valore condiviso (economico, sociale, culturale), di stimolare la collaborazione attiva delle comunità, di modificare gli spazi, di attrarre nuova popolazione e di trattenere le giovani generazioni.
SNAI Sicani












Ancora, osservando il territorio sicano attraverso la lente interpretativa delle risorse territoriali, esso è paradigmatico in virtù dei valori presenti: riserve naturali, aree protette, aree e beni archeologici, cave dismesse, un patrimonio di centri storici di antica origine, di origine medievale e centri storici di fondazione in cui l’edilizia storica è sottoutilizzata; un sistema di allevamenti e coltivazioni che utilizzano metodi di produzione esenti da forme di inquinamento, produzioni DOP, PAT, IGP, itinerari vitivinicoli e agroalimentari, sen-
tieri panoramici e itinerari storici (come la Magna Via Francigena, la Trasversale Sicula e l’Itinerarium Rosaliae).
Le ricerche condotte hanno messo in luce segnali di innovazione sociale che si riconoscono come germogli di un cambiamento in atto e potenzialità di sviluppo e innovazione cui è necessario fornire supporto con politiche e azioni strutturate in una visione di sviluppo integrata, anche per amplificare e consolidare effetti e ricadute sul territorio. Nonostante questi dati negativi, le ricer-
che condotte sin dal 2010 nel territorio dei Sicani dall’Augmented City Lab2 del Dipartimento di Architettura dimostrano la presenza di un capitale sociale fatto di intelligenze locali, di piccole avanguardie di giovani testimoni di una energia vitale da promuovere, di processi di innovazione ed esperienze di resilienza (Carta, Ronsivalle, 2015; Carta et al., 2017; Carta et al., 2018; Lino, Contato, 2022a; Lino et al., 2022b).
Inoltre, prendendo in esame il capitale sociale dal punto di vista dell’attivismo
politico la lettura del territorio diventa sempre più interessante, poiché si osserva una predisposizione e forte capacità si creare network locali per l’avvio di politiche di sviluppo territoriale. Le attività del GAL Sicani, delle SNAI, i Patti Territoriali, il PIT, i Distretti Turistico e Produttivo sono tutti indicatori di una buona capacità istituzionale, di dinamismo politico, e della presenza di energie che mirano alla trasformazione e innovazione per riemergere da questo stato di marginalità, di fragilità e costante contrazione.
SICANI CREATIVE FESTIVAL
7 COMUNI
22.398 abitanti 475,5 Kmq
GAL SICANI 29 COMUNI
138.297 abitanti 1.811,8 Kmq
Nella pagina precedente: il territorio del GAL Sicani e i comuni dell'area SNAI Sicani.
In questa pagina: il territorio del GAL e i sette comuni del Sicani Creative Festival
Nelle due pagine successive: il territorio dei Sicani, i sette comuni del Sicani Creative Festival, risorse territoriali e infrastrutture.

95,04 kmq superficie comunale
Intervista a Francesco
Cacciatore
Quali fattori di forza, sia materiali che immateriali, possiede il territorio di Santo Stefano Quisquina?
Il Comune di Santo Stefano Quisquina è stato proclamato “Città del Formaggio 2020”, un riconoscimento prestigioso che gratifica un percorso di valorizzazione e promozione delle nostre eccellenze agroalimentari. In questi anni si è lavorato su dei segmenti turistici precisi, (relazionale/esperienziale) facendo leva su siti che hanno attirato numerosi visitatori.
Immerso in un secolare querceto, si trova l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, costruito a protezione della prima grotta in cui visse la "Santuzza", rappresenta il punto di inizio dell'Itinerarium Rosaliæ, un percorso tra fede e natura, che collega le due grotte in cui visse la Santa. La festa Patronale dal 1624 è l'appuntamento più atteso dalla comunità, e alterna momenti di forte culto religioso a momenti di svago ed attrazione. Molto suggestivo il pellegrinaggio del martedì che accompagna la “Santuzza” all’Eremo preceduto da una cavalcata. La Villa comunale situata a pochi passi dal centro con la presenza di diverse specie arboree e botaniche e un armonioso “viale dei tigli”. Nel cuore del centro storico domina, con mole massiccia e quadrata, la “Palazzina” Baronale dei Ventimiglia, l’elegante fontana a quattro vasche e la Chiesa Madre “Santuario S. Giacinto Giordano Ansalone”. A pianta basilicale con tre navate, la settecentesca Chiesa Madre
di Santo Stefano Quisquina
custodisce numerose opere dei pittori Manno e di Federico Panepinto, diverse statue lignee dorate e un crocifisso intagliato, oltre a numerose opere più recenti di fattura stefanese. Nella navata laterale è custodito il busto argenteo con le reliquie di Santa Rosalia. Il Teatro Andromeda, situato a mille metri sopra il paese, è nato dalla volontà visionaria dello scultore e proprietario Lorenzo Reina. Il Teatro è l’ampliamento del concetto di natura che sboccia e si fonde con genio e creatività. Nella sua Cavèa 108 blocchi di pietra nuda, disposti come stelle, sono esattamente speculari alla costellazione che le dà il nome.
Quali sono i luoghi da rifunzionalizzare che possiedono maggiori potenzialità nell’ottica dello sviluppo territoriale?
La ristrutturazione dell’ex Mattatoio per trasformarlo in spazio espositivo e sito di prima accoglienza dei turisti all’ingresso del paese, la riqualificazione dell’antico lavatoio comunale, la tracciatura di itinerari naturalistici che colleghino il borgo con la natura che lo circonda (con l’acqua che ne fissa l’identità e con il paesaggio da scoprire), la ristrutturazione della legnaia dell’Eremo da adibire a spazio per eventi ed esposizione opere d’arte e, infine, il rilancio tramite una cooperativa di comunità dell’Albergo Diffuso Quisquina uno strumento per la promozione e la valorizzazione turistica del centro storico

Sperimentazione di modelli di pianificazione e gestione multi-attore.
Trasformazione del quartiere dei Pili in quartier generale degli Archi di Pasqua.
Trasformazione della manifestazione ex-tempore di "Archi di Piano" in azione continua di co-progettazione.
Facilitazione di processi di innovazione sociale (la tradizione non è immutabile!).
Istituzione di una Direzione artistica annuale degli Archi di Pasqua. Introduzione di un arco "a tema" per costruire reti e collaborazioni con altri territori.
Diversificare la mobilità.
Modello distribuito di governance di comunità.
