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Arrivato in sordina alla Guida della Regione ha assunto sempre più centralità
Renanera: oltre l’intrattenimento
D I DI
Perfetto, allora riprendiamo davvero il cammino.Quello dei talenti lucani, s’intende. Un percorso che da oggi torna a essere settimanale, un appuntamento fisso, come il caffè corretto al bar o come l’eterna promessa politica “dopo le feste”.Ogni lunedì un nome, una storia, una traiettoria creativa che parte da questa terra sghemba e (...) ■ continua a pag 17

Dobbiamo dire che con Antonio Luongo non abbiamo avuto grandi frequentazioni, non tanto per la cerchia d’amici, per fortuna diversissima, ma soprattutto per il modo d’intendere il potere e le sue questioni di giustizia. Ora lasciamo stare che nel suo bel ricordo si riporti in scena uno come D’Alema che ha tramortito il riformismo di doroteismo machiavellico visto che mentre pontificava ai quattro venti la pace perpetua s’occupava poi da sinistro influencer di piazzare armi alla Colombia, ma vivaddio nel periodo più buio del centrosinistra avere il talento di Luongo che come un bravo matrimonialista riusciva a trovare sempre ragioni d’unità e perfino di vittoria avrebbe quantomeno evitato la Caporetto e le sue annesse figuracce, a partire dalla genialata di Speranza d’individuare come alter ego presidenziale di Bardi un fan d’Almirante alla Trerotola spacciandolo per un’anima bella di sinistra. Già perché l’opera di Luongo, nel momento in cui più servirebbe alla causa dell’alternanza al centrodestra, non ha continuatori che la rifacciano vivere in tutta la sua forza politica. Ritorna in mente, come bella lezione per l’attualità, Ascanio Celestini: “Ricordate i morti, ma ricordateli vivi”.
Due giorni, domani e mercoledì, per analizzare le tecnologie spaziali e le opportunità per il territorio



ATREJU 2025
L’assessore alla Salute, Latronico sulle politiche sociali come leva per lo sviluppo: «La cura delle persone è fondamentale per il futuro»
■ Servizio a pag 6
CRONACA Controlli “Alto Impatto” a Potenza nelle aree frequentate dai giovani, a Melfi gli agenti di Polizia hanno ritrovato un’anziana smarrita
■ Servizi alle pag 10 e 12
MALTEMPO
La Cia: «Riconoscimento dello stato di calamità degli areali colpiti dalle piogge torrenziali nel Materano»
■ Servizio a pag 2
POTENZA
Il Natale illumina il centro storico: acceso l’Albero, le luminarie e partono le iniziative organizzate da Comune e associazioni
■ Menonna a pag 11

«Interventi fermi, servono risposte immediate»

La Cia Agricoltori Italiani chiede l’immediato intervento della Regione Basilicata e del Dipartimento Agricoltura affinché con tempestività attivi tutti i necessari adempimenti per pervenire al riconoscimento dello stato di calamità degli areali colpiti dalle piogge torrenziali e fenomeni alluvionali, unico modo per dare un reale e concreto sostegno in questa fase di emergenza in particolare al settore cerealicolo della Provincia di Matera.
Nell’evidenziare che in diverse
aree del Materano sono stati registrati eventi e piogge di forte intensità e fenomeni alluvionali, la Cia aggiunge: «dalle risultanze del servizio meteo è stato rilevato che in poche ore in tali territori le precipitazioni sono state di oltre 1/6 di tutti i quantitativi di pioggia che mediamente dovrebbe cadere in condizioni ordinarie in una intera annualità».
Tali fenomeni estremi sia per estensione che per intensità hanno fortemente compromesso gli areali della collina Materana a vocazione cerealicola, provocando
dilavamento e ruscellamento dei terreni; evidenti sono le modifiche allo stato dei luoghi, altrettanto palesi sono le alterazione dei terreni, come pure la totale compromissione e la perdita delle semine.
«Rileviamo ancora una volta – è scritto nella nota - che per effetto dei cambiamenti climatici il settore agricolo è sottoposto a repentine e contrapposte problematiche, fino a qualche giorno fa le criticità erano legate alla carenza idrica, oggi facciamo i conti con danni da alluvione e bombe d’acqua che compromettono le diffuse lavorazioni e di conseguenza i raccolti. Pur volendo adoperarsi per azioni di prevenzione e di adattamento il settore agricolo è destinatario sempre più di effetti negativi che determinano la perdita degli investimenti e la forte contrazione dei redditi».
«Nel caso delle semine infatti le criticità – evidenzia la Cia - non riguardano solo le lavorazioni, la modifica ai terreni, ma anche, ed è la componente più onerosa, la totale perdita delle sementi che le forti piogge hanno danneggiato e trascinato, il cui costo si attesta ad oltre 55€ a q.le costo che va rinnovato se si vuole tentare di non perdere l’annata agraria. I cerealicoltori dovranno ricomprare con la speranza che possano a breve riseminare, consapevoli che le quotazioni del grano duro al produttore resta sotto i 28€ a q.le.». Su questo punto intervengono le consigliere regionali del M5S Basilicata, Viviana Verri e Alessia Araneo, che denunciano la persi-
stente assenza di programmazione e manutenzione delle infrastrutture idriche: «Agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici si aggiunge la cronica assenza di interventi sulle infrastrutture idriche, un tema su cui ci siamo battute insieme a tutte le forze di opposizione, chiedendo risposte alla Regione, ad Acque del Sud e al Consorzio di Bonifica», affermano.
Le risposte, tuttavia, tardano ad arrivare. E quando arrivano, sottolineano le due consigliere, vengono spesso disattese: «Esempio emblematico sono i lavori della diga di Monte Cotugno, annunciati con enfasi, iniziati e poi fermi, nonostante dovessero concludersi entro fine 2025», spiegano Araneo e Verri, ricordando come la mancanza d’acqua e la dispersione della poca disponibile siano ormai frutto di «croniche inefficienze».
Il quadro, avvertono, è allarmante: «Quanto potranno resistere ancora i produttori agricoli, che tra mille sacrifici sostengono uno dei settori trainanti dell’economia lucana? A quando un piano serio di manutenzione degli invasi e una governance efficiente della risorsa idrica?»
In attesa di risposte concrete, Verri e Araneo rilanciano l’appello delle associazioni di categoria: «Chiediamo che la Regione attivi immediatamente le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità, per garantire un sostegno immediato e concreto agli agricoltori colpiti da questa ennesima emergenza».
I segretari Pellegrino e Apetino scrivono al presidente Bardi e agli assessori Cicala e Cupparo per sollecitare un Tavolo di confronto
Le organizzazioni sindacali del comparto forestale della Basilicata hanno inviato una lettera urgente al Presidente della Regione, Vito Bardi, e agli Assessori competenti, Carmine Cicala e Francesco Cupparo, per richiedere un confronto istituzionale sulla governance della forestazione regionale e la definizione dei fabbisogni per il biennio 2025-2026.
I segretari regionali, Vincenzo Pellegrino (FLAI CGIL) e Raffaele Apetino (Fai CISL), hanno espresso «profonda preoccupazione» per l'approvazione di una proposta di legge sulla forestazione, attualmente in discussione senza un preventivo confronto con le parti sociali e gli operatori del settore. «Questo modus operandi contraddice i principi di concertazione e dialogo sociale», hanno sottolineato, evidenziando come sia fondamentale condividere contenuti e scelte prima di assu-
mere decisioni politiche.
In particolare, le organizzazioni sindacali hanno avanzato tre richieste urgenti: Piano Fore- stale Annuale 2026: È necessario approvare il progetto di Piano Forestale per garantire continuità operativa e programmazione delle attività del comparto.
Piano Regionale Forestale 2025-2049 e Governance: Chiedono di avviare un percorso di condivisione strutturato per elaborare un documento condiviso da sottoporre al Consiglio Regionale, evitando improvvisazioni. Tavolo di Concertazione per Livellamento Giornate Lavorative: Richiedono la convocazione di un tavolo entro gennaio 2025 per definire il livellamento a 151 giornate lavorative annue per gli operai del comparto idraulico-forestale e per individuare le necessarie risorse economiche.
«Il settore forestale merita un'attenzione par-

ticolare e un metodo di lavoro partecipato», hanno concluso i segretari. «La forestazione non è solo una questione tecnico-amministrativa, ma coinvolge migliaia di lavoratori e rappresenta un asset strategico per la tutela del territorio e lo sviluppo sostenibile della Basilicata».
Le organizzazioni sindacali chiedono quindi una convocazione urgente per la settimana prossima, nella speranza di avviare un confronto costruttivo e risolutivo sulle questioni sollevate.
Qualcuno, soprattutto a sinistra ma anche a destra, continua a descrivere Bardi come uno sprovveduto della politica, quasi un marziano.
Nel professionismo autoreferenziale di una certa politica, l’essere un Generale della Guardia di Finanza con incarichi prestigiosi nella sua carriera, sembra essere una zavorra e non un elemento di valore.
Esiste una parte malata della politica che la vede come una attività esclusiva e tende ad espungere da essa chi non è un politico nativo.
IL CRESCENDO DI BARDI
Chi, come noi, sa vedere la realtà non può negare che, al contrario di questa malata narrazione, Bardi è ormai sempre più un autentico leader politico di levatura nazionale.
La sua caratteristica più evidente è poggiare la propria azione sul pilastro dell’agire e su quello del relazionarsi.
Decisionista per indole e strategia, Bardi è riuscito a costruire un governo della Regione a sua immagine e somiglianza anche sti-
gliando i suoi alleati spesso troppo propensi a lasciarsi ammaliare dalle sirene pseudo includenti della sinistra.
Proprio per la sua storia professionale e per la sua cultura, Bardi non sembra cercare la carezza ed il riconoscimento delle opposizioni, non ha paura di colpire a testa bassa, non teme le polemiche e ha il coraggio di decidere in un’ottica strategica.
Se tutta la maggioranza agisse così le cose andrebbero decisamente meglio.
Dal punto di vista delle relazioni, inoltre, il Generale è riuscito a costruire una rete di primissimo livello.
Basterebbe vedere le personalità politiche di primo piano con le quali si è interfacciato negli ultimi mesi.
Il fedelissimo di Giorgia
Meloni, Alfredo Mantovano ha scelto proprio Potenza per parlare di sicurezza informatica, il Ministro Abodi si è incontrato con il Generale per discutere di infrastrutture sportive.
Infine, Salvini ha ricevuto lui e Pepe per parlare di dighe da costruire, strade da migliorare e alta velocità da realizzare.
Solo chi è accecato dall’odio o dall’ideologia non

riesca a vedere o finge di non riuscire a vedere di quanto sia cresciuto Bardi nella considerazione nazionale del suo Partito e del centrodestra.
Non era scontato e non era facile, il nostro Governatore c’è riuscito.
Tutto ciò è soltanto merito suo anche se gli effetti positivi sono per tutta la nostra Regione.
LA PRIMA PER LA RIELEZIONE, LA SECONDA PER LA STORIA
Gli americani, da sempre esperto di sistemi con elezione diretta che loro ap-
plicano a tutti i livelli dal Sindaco al Presidente passando per il Governatore, usano dire che la prima legislatura si fa per farsi rileggere, la seconda per passare alla storia.
La rielezione dopo la prima legislatura a Bardi è riuscita. Il centrodestra è rimasto al Governo per un altro quinquennio. Ora si lavora per la Storia. Sicuramente Bardi questo lavoro lo sta facendo benissimo come quello che abbiamo raccontato dimostra.
Nel quadro di un rinnovamento complessivo di For-
za Italia, Bardi ha tutte le potenzialità per esercitare un ruolo nazionale. Sono il suo partito e la sua coalizione a tributarglieli ogni giorno.
Se potessimo scommettere un dollaro lo faremmo proprio sulla quasi certezza che il nostro Governatore al prossimo rinnovo parlamentare avrà un ruolo nazionale e non crediamo si limiterà ad un ingresso in Parlamento. La centralità che il Governatore sta assumendo da chiaramente l’idea di una crescita politica di primo livello.


Domani e mercoledì, la Città dei Sassi esplorerà opportunità innovative per il territorio. Nicoletti: «L’iniziativa conferma la vocazione della città verso la tecnologia»
AMatera domani e mercoledì, la nona tappa del Roadshow PNRR del MIMIT.
La Città dei Sassi si prepara ad accogliere la nona tappa del Roadshow PNRR promosso dall’Unità di Missione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedicata all’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’appuntamento è fissato nella CTE (Casa delle Tecnologie Emergenti) di Matera, in Via San Rocco 1 a Matera per domani e mercoledì, con un focus d’eccezione: il ruolo delle tecnologie spaziali come leva strategica per la valorizzazione del territorio.
La due giorni si aprirà domani, dalle 15 alle 18.30, con un pomeriggio dedi-
cato alla presentazione dei programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). A seguire, un confronto sul ruolo dei diversi attori della filiera spaziale, che vedrà coinvolti rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e dei principali fondi di Venture Capital. Il giorno successivo, mercoledì 10 dicembre, dalle 9.30 alle 12.30, spazio alla partecipazione attiva con un Workshop di cocreation.
L’iniziativa sarà organizzata in quattro tavoli tematici paralleli — Monitoraggio ambientale, Digital Twin, Monitoraggio infrastrutture e Mobilità/Trasporti — che riuniranno aziende già operative (o potenzialmente interessate) nell’erogazione di servizi basati su dati sa-
tellitari, insieme ai loro utenti finali. L’obiettivo è favorire la condivisione di esigenze e opportunità tecnologiche, stimolando la nascita di idee progettuali che possano evolvere in proposte concrete per future call collegate ai bandi ESA. Secondo il sindaco Antonio Nicoletti «l’iniziativa conferma la vocazione di Matera verso tecnologia e innovazione. La CTE è un patrimonio da tutelare e rilanciare, e l’eccellenza espressa dal Centro di Geodesia G. Colombo va ulteriormente connessa col territorio. Auspico un’attiva partecipazione delle nostre imprese e dei nostri talenti».

rapporto Censis
«V
iviamo in un’Italia descritta dal Censis come una società stanca, segnata da un senso di crisi e crescente disillusione. Non è solo un problema economico, ma emotivo: ci percepiamo fragili e disorientati. Questa stanchezza, come sottolinea Giorgio De Rita, ridefinisce il nostro modo di vivere e di lavorare» afferma Carmine Vaccaro, Segretario della Uil Pensionati. «Il ceto medio è in crisi. Negli ultimi quindici anni, la ricchezza delle famiglie italiane è diminuita, mentre il patrimonio si concentra in poche mani. Questo porta a una società polarizzata, con una separazione silenziosa tra le diverse fasce sociali.- continua Vaccaro - Il mercato del lavoro invecchia: gli occupati aumentano tra gli over 50, men- tre i giovani affrontano precarietà e inattività. È un modello che frena il rinnovamento e alimenta la frustrazione generazionale. Inoltre, stiamo vivendo una trasformazione demografica: un Paese sempre più anziano e con famiglie diverse, che richiede un welfare adeguato. Gli italiani cercano ora piccole felicità e benessere personale, non più accumulo».
«C'è una crescente disillusione verso la politica, percepita come distante. De Rita parla di uno “schiaffo alla democrazia”, un ritirarsi nella sfera privata e un abbassamento delle aspettative» prosegue il segretario della Uil Pensionati.
«Tuttavia, da questa situazione possono nascere opportunità. Se la società cambia, è necessario un nuovo patto sociale che ricostruisca fiducia, sostenga i giovani e ridia forza al ceto medio.
L’Italia non è solo un Paese in declino, ma in transizione. Dobbiamo riconoscere le fragilità e lavorare per ricostruire legami e comunità. Un Paese stanco non è un Paese sconfitto, ma uno che aspetta di essere rimesso in cammino» conclude Carmine Vaccaro.
















L’assessore
L’assessore regionale alla Salute ieri a Roma per partecipare all’evento Atreju: «Prendersi cura delle persone deve diventare una cifra distintiva dell’azione politica, capace di generare nuove opportunità occupazionali e di attivare processi reali di rigenerazione sociale e culturale».
C’è un filo invisibile che tiene insieme le comunità: a volte lo si nota solo quando rischia di spezzarsi. Eppure è proprio lì, nella trama silenziosa della cura reciproca, che si misura la vera forza di un territorio. Ieri, intervenendo ad Atreju, l’evento organizzato a Roma dai giovani di Fratelli d’Italia, l’assessore regionale alla Salute Cosimo Latronico ha voluto portare il contributo della Basilicata su un te-
ma che considera centrale e urgente: le politiche sociali come leva strategica di sviluppo.
«Prendersi cura delle persone e delle comunità – ha detto – non è soltanto un dovere istituzionale. Può diventare – e deve diventare – una cifra distintiva dell’azione politica, capace di generare nuove opportunità occupazionali e di attivare processi reali di rigenerazione sociale e culturale».
«La cura sociale – ha aggiunto – è anche uno strumento decisivo per rafforzare la sostenibilità del nostro sistema sanitario. Prevenzione, prossimità e interventi tempestivi sono chiavi che riducono il carico sugli ospedali e migliorano concretamente la qualità della vita. Nel Mezzogiorno, questi asset rappresentano una grande

occasione di crescita: possono contrastare fragilità, spopolamento e disuguaglianze, trasformando il welfare da semplice rete di
protezione a motore di sviluppo».
«È una sfida ambiziosa, ma la Basilicata – ha proseguito Latronico – ha già
scelto di raccoglierla, con l’obiettivo di costruire una regione più equa, più forte e più capace di guardare al futuro».


Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Quarto sottolinea il valore della struttura di Acerenza nel ventennale del Centro
ACERENZA. «La Don Gnocchi rappresenta una delle eccellenze più autentiche della nostra regione, una struttura che da vent’anni interpreta la riabilitazione non come un semplice atto tecnico, ma come una missione fondata sulla dignità della persona». È quanto sostiene il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Piergiorgio Quarto, a margine della celebrazione del ventennale del Centro di Riabilitazione “Don Michele Gala – Don Gnocchi” di Acerenza. L’esponente politico pone l’accento sulla dimensione umana e relazionale, tratto distintivo della Fondazione: «Alla Don Gnocchi ogni percorso nasce dall’ascolto» ha evidenziato. «Ogni paziente –spesso fragile, reduce da lunghi ricoveri o in condizioni complesse – trova qui non soltanto competenza professionale e tecnologie avanzate, ma soprattutto un ambiente che garantisce sostegno, serenità e un’attenzione costante alla persona nella sua interezza». Quarto richiama anche il ruolo della struttura nella presa in carico delle fragilità più delicate: «La Don Gnocchi ha sviluppato negli anni una specializzazione preziosa nella cura delle persone lungodegenti, nei percorsi post-acuti e nella riabilitazione complessa» ha proseguito. «È un modello che integra riabilitazione, accompagnamento, supporto psicologico e relazione quotidiana: una presa in carico che coinvolge non solo il paziente, ma anche le famiglie, che qui trovano risposte, dialogo e continuità». L’esponente politico sottolinea inoltre la presenza della Fondazione in più aree della Basilicata: «Quando parliamo della Don Gnocchi parliamo di un presidio diffuso, che ad Acerenza e a Tricarico rappresenta un punto di riferimento stabile per centinaia di famiglie lucane» ha aggiunto. «Sono strutture che arricchiscono il territorio e che dimo-

strano, giorno dopo giorno, cosa significhi una sanità che funziona perché mette al centro l’umanità». «Da questa giornata – ha rimarcato Quarto – nasce l’impegno a continuare a lavorare insieme affinché si creino sempre le condizioni per una sanità in costante crescita, capace di valorizzare eccellenze come la Don Gnocchi di Acerenza e quella di Tricarico, presìdi che testimoniano quanto la qualità delle cure passi dalla relazione umana e dalla collaborazione tra istituzioni, operatori e comunità». Quarto ha infine rivolto un ringraziamento agli operatori: «A tutti i professionisti della Don Gnocchi va il nostro apprezzamento più sincero» ha concluso. «Il loro impegno quotidiano, fatto di cura, competenza e vicinanza, è un patrimonio della Basilicata. La loro missione va oltre la prestazione sanitaria: è un gesto di comunità e un investimento sul futuro delle persone più fragili».
SAN FELE. È stato firmato nella casa comunale il protocollo d’intesa tra Comune di San Fele e Rotary Club Venosa per garantire il servizio volontario di consegna dei farmaci destinati a persone affette da gravi patologie. L’accordo prevede che gli addetti del Rotary provvedano al ritiro presso le farmacie ospedaliere territoriali dei medicinali con piano terapeutico individuale e alla successiva consegna presso l’abitazione degli interessati.Per il territorio di San Fele il ritiro è possibile solo nella farmacia di Venosa. Una condizione che, per molti pazienti in condizioni fragili, rende difficile provvedere in autonomia. Il nuovo servizio, attivato su delega dell’interessato, punta dunque a sostenere chi necessita di cure continuative ma non è in grado di raggiungere personalmente il presidio sanitario.Il Comune si impegna a dare visibilità all’iniziativa attraverso affissioni e con la pubblicazione delle informazioni sul sito istituzionale, così da consentire a tutti di usufruire del servizio.Il protocollo è stato sottoscritto dal sindaco Donato Sperduto e dal presidente del Rotary Club Venosa Giustino Donofrio. Un progetto che interpreta concretamente il principio «servire chi non può muoversi, ma non può aspettare», con l’obiettivo dichiarato di offrire un aiuto immediato ai cittadini più deboli.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciano il mancato pagamento delle mensilità e chiedono al prefetto la convocazione delle parti
POTENZA. La Fp Cgil, la Cisl Fp e la Uil Fpl hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori Aias di Potenza a causa del mancato pagamento delle retribuzioni. Le tre organizzazioni sindacali denunciano che, nonostante il contratto collettivo nazionale preveda che la retribuzione debba essere corrisposta entro il decimo giorno successivo alla fine di ciascun mese, lo stipendio di ottobre non risulta ancora pagato. Mancano inoltre pochi giorni alla scadenza del pagamento della mensilità di novembre e meno di due settimane a quella della tredicesima.Secondo i sindacati, la situazione sarebbe resa ancora più grave dalla totale incertezza sulle tempistiche relative ai prossimi accrediti, lasciando i lavoratori senza garanzie, proprio a
ridosso delle festività. «Tutto tace» denunciano, sottolineando come non vi sia alcuna rassicurazione né sul recupero delle mensilità arretrate, né sui prossimi pagamenti. Una condizione che rischia di ripetersi, come già avvenuto in altri periodi dell’anno.A quanto risulta dalle sigle, l’Asp starebbe procedendo con regolarità al pagamento delle fatture e dell’ordinario, mentre resta aperto il nodo delle risorse regionali per il centro diurno Il Fiore e per il servizio di trasporto, che la Regione Basilicata deve ancora definire. I sindacati ricordano inoltre che non sono state ancora adeguate le somme relative alle tariffe e ai tetti deliberati nel mese di agosto e non è stato effettuato il saldo degli arretrati a partire da gennaio 2025.Le organizzazioni

sottolineano che «non possono essere sempre i lavoratori, impegnati quotidianamente in attività di assistenza e riabilitazione,
l’anello debole della catena», denunciando anche la «beffa» di dover anticipare le spese per il carburante. In questo quadro, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono al prefetto l’attivazione delle procedure di conciliazione e raffreddamento con tutti i soggetti coinvolti nella vertenza, Aias Potenza, assessorato regionale alle Politiche della Persona e direzione strategica dell’Asp, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete.I sindacati confermano infine che, in assenza di risposte immediate, procederanno con lo sciopero, «qualora non trovassimo riscontri reali e fattivi». Una decisione che, avvertono, potrebbe portare al blocco delle attività in un settore particolarmente delicato per la cura e l’assistenza delle persone più fragili.


La Polizia denuncia un extracomunitario irregolare e segnala un altro per inosservanza della misura di permanenza domiciliare

Nella serata di venerdì, la Polizia di Stato, nell’ambito dei servizi denominati ad “Alto Impatto”, in collaborazione con le altre Forze di Polizia e la Polizia Locale di Potenza, ha effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio nelle aree della città maggiormente frequentate da giovani. All’operazione ha preso parte personale della Questura di Potenza, del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale. Durante il servizio, sono state controllate complessivamente 129 persone, di cui 16 minorenni e 14 stranieri, e 38 veicoli. Tra i soggetti controllati, 20 sono risultati con precedenti di polizia. Sono stati inoltre effettuati con-
Rinnovato l’appuntamento tradizionale che unisce l’Arma agli istituti scolastici
Si rinnova, in una cornice di attesa e di fervore pre-natalizio, la sentita tradizione che unisce l'Arma dei Carabinieri alle istituzioni scolastiche potentine.
Ieri mattina, presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Potenza, si è svolta la cerimonia di accensione dell'”Albero della Speranza”, un faro di valori e di buon augurio per l'imminente periodo festivo. Gli alunni dell'Istituto, accompagnati dalla Dirigente Scolastica, Professoressa Marianna Catalano e da una delegazione del corpo docente, sono stati accolti dai militari dell’Arma in un momento che, giunto alla sua terza edizione, si consolida come espressione tangibile del dialogo tra istituzioni e giovani cittadini. Le luci dell'albero hanno illuminato le preziose decorazioni realizzate a mano dai piccoli artisti della scuola. Quest'anno, ogni addobbo a forma di albero tricolore è stato arricchito dagli auspici per il nuovo anno e speranze per il futuro: brevi ma spesso così intensi pensieri, intrisi di quell’innocenza che solo la mente di un bambino può far affiorare. Attraverso il loro artigianato e la loro semplicità disarmante, le nuove generazioni hanno offerto una profonda lezione sull'importanza di radicare questi valori nel quotidiano. I volti emozionati e i sorrisi delle bambine e dei bambini sono stati la vera scintilla di questa giornata, dimostrando ancora una volta come il cuore puro dei più giovani sia il terreno più fertile per coltivare la speranza in un futuro positivo. Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Potenza Colonnello Luca D’Amore ha sottolineato l'orgoglio dell'Arma nel sostenere questa iniziativa, che rientra nel più ampio im-

pegno di promuovere la cultura della legalità tra le fasce più giovani.
«Per il terzo anno consecutivo, questa collaborazione con la Dirigente Scolastica, la Professoressa Catalano, e con l'intero Istituto “Torraca-La Vista”, si rivela fondamentale. L'Albero, con la sua stabilità e la sua proiezione verso l'alto, simboleggia perfettamente il ruolo che l’Arma, grazie al quotidiano impegno delle sue donne e dei suoi uomini, si sforza di essere: punto di riferimento saldo e duraturo all’interno della comunità, in particolare, per coloro che necessitano di maggiore tutela e supporto. Oggi, grazie ai bambini, abbiamo riacceso non solo un albero, ma il nostro impegno verso il futuro».
L'evento si conferma, nella sua semplicità e simbolismo, un appuntamento annuale che celebra l'unione tra educazione ai valori e la presenza rassicurante delle Forze dell'Ordine nella comunità.
trolli su diverse attività commerciali presenti nelle zone interessate dal servizio.
Nel corso delle attività, una persona extracomunitaria irregolare sul territorio nazionale è stata accompagnata per identificazione e denunciata a piede libero ai sensi dell’articolo 6 del D.Lgs. 286/98. Un altro cittadino extracomunitario è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per inosservanza della misura di permanenza domiciliare.
L’intervento ha consentito di rafforzare la sicurezza nelle aree di aggregazione giovanile e di garantire il rispetto delle norme sull’immigrazione e sulla legalità, confermando l’impegno costante della Polizia di Stato nel presidio del territorio e nella tutela della cittadinanza.
POTENZA Doppio appuntamento al Polo Bibliotecario
Il
Doppio appuntamento al Polo Bibliotecario di Potenza dedicato ai docenti che desiderano avvicinarsi all’insegnamento della musica con strumenti semplici, coinvolgenti e accessibili.
Lunedì 15 dicembre alle 16.30 sarà presentato Il Castello delle Note, libro di teoria musicale per Edizioni Hermaion realizzato da Francesco Fabrizio, maestro di musica e autore del percorso innovativo pensato per la scuola primaria.
Martedì 16 dicembre, dalle ore 16.30 alle 18.30, si terrà invece l’incontro laboratoriale gratuito, intitolato “Dal libro al laboratorio”, rivolto a docenti della scuola primaria, dell’infanzia e di sostegno.
L’iniziativa nasce per offrire spunti pratici e nuove consapevolezze a chi si trova ad affrontare l’insegnamento musicale senza una formazione specifica. Mediante attività interattive e momenti di confronto, l'autore guiderà i partecipanti alla scoperta di un metodo che unisce gioco, ascolto e creatività, rendendo la musica una risorsa educativa alla portata di tutti. Il libro è disponibile, anche in formato digitale per LIM e computer.

D I F R AN C ES C O M EN ON N A
Con l'accensione dell'Albero di Natale, delle luminarie, del Villaggio di Babbo Natale e l'apertura dei mercatini hanno avuto inizio a Potenza le iniziative del Natale in Città 2025 promosse dall'Amministrazione Comunale di Potenza. Tanti curiosi hanno assistito all'accensione dell'albero e delle luminarie in un pomeriggi favorito da un clima mite e senza dubbio caratteristico.
Tanta gente, tanti bambini in piazza, l'allegria della festa più lunga e sentita dell'anno hanno contraddistinto il lavoro e il pomeriggio di sabato scorso scandito dal saluto ufficiale delle istituzioni comunali, il Sindaco Vincenzo Telesca, il Presidente del Consiglio Comunale, Pierluigi Smaldone, la Vice Sindaca, Federica D'Andrea, l'Assessore alla Cultura, Roberto Falotico, l'Assessore all'Ambiente, Michele Beneventi, l'Assessora alla Programmazione, Loredana Costanza, l'Assessora alle Politiche Sociali, Anna Grieco.
Un pomeriggio bello e divertente, arricchito da luminarie bellissime e ben congeniate, figlie del lavoro svolto in questi ultimi giorni da tutta l'Amministrazione Comunale di Potenza, di concerto con la Provincia.
Da Piazza Prefettura, fino a Piazza Matteotti, prima di arrivare alla Torre Guevara bardata a festa i cittadini di Potenza hanno ammirato le luminarie di un Natale che si preannuncia quanto mai scoppiettante visti gli ottanta eventi in programma e i 255 appuntamenti previsti dal Comune di Potenza. Tutto si è svolto regolarmente, le istituzioni presenti hanno parlato alla gente del significato di questa festa che ricade in un momento particolarmente importante per tutta la comunità cittadina.
Pierluigi Smaldone ha parlato del programma na- talizio: «È lo spirito del Natale che si rinnova in città, quest'anno con più di 250 eventi, un grandissimo coinvolgimento delle associazioni che ci hanno permesso appunto di realizzare un programma ricco, coinvolgente destinato a tutti i potentini di tutte le età, di tutti i gusti con la speranza che il Natale possa essere vissuto a pieno nella nostra città. Il Natale è una tappa importante per la vita cittadina ma non ferma il lavoro dell'Amministrazione che continua ovviamente a lavorare, a programmare per il futuro senza sosta».
Federica D'Andrea ha parlato dell'apertura della stagione natalizia: «È una festa sicuramente per tutta la famiglia, ma in particolare per i bambini che aspettano di vedere l'albero acceso, di vedere tanta festa intorno alle tavole intorno alla famiglia appunto rappresenta il punto più importante del Natale. Noi ci auguriamo che per tutti possa essere un Natale foriero di cose belle, di tanti doni ma non doni materiali ma per lo pù di doni come dire immateriali quindi speriamo che i bambini possono trovare sotto l'Albero l'amore di cui necessitano».
Roberto Falotico ha definito gli aspetti salienti della programmazione nata- lizia: «È un Natale che credo porterà un momento di gioia vera a tutta la cittadinanza. Sono 80 eventi per 255 appuntamenti. Credo che già vedere soltanto le luminarie che sono delle luminarie molto molto delicate e che rendono il nostro Centro Storico, per quello che è un Centro Storico bello, un Centro Storico nobile, un Centro Storico che può tornare a vivere se tutti quanti facciamo la nostra parte, insieme al Sindaco, insieme all'Amministrazione chiaramente e a al semplice cittadino. Avremo la possibilità da qui a poco di vedere anche tan-



ti concerti, concerti all'interno della Galleria Civica, del Teatro Francesco Stabile e all'interno di altri contenitori. Ci sarà un grande concerto a Capodanno e lo annunceremo in una conferenza stampa il 9 dicembre, ci sarà un grande concerto il 3 gennaio e poi la giornata di festa con l'Epifania».
Ha chiuso la carrellata di pareri il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca che ha sottolineato le caratteristiche salienti del programma natalizio: «Si inizia la festa, oggi abbiamo acceso le luminarie. E' partito il trenino con tanti bimbi che stanno passando in questo momento. Dopo di che il 9 annunce-
remo i cantanti che verranno il 1 e il 3. Abbiamo reso un centro veramente bello. Anche la Provincia ha partecipato quest'anno c'è il Palazzo della Provincia e della Prefettura che è uno scintillio di luci. Quindi non può che attrarre tanta gente e rendere specialmente felici e contenti tanti bimbi».
La Chiesa di Sant’Antonio da Padova di Tito gremita di fedeli per i funerali del parroco che ha lasciato un segno nelle comunità

Si è tenuto ieri pomeriggio a Tito il funerale di don Antonio Meliante. La chiesa di Sant’Antonio da Padova gremita di fedeli che hanno voluto dare l’ultimo saluto all’amato parroco vittima di un tragico incidente avvenuto lo scorso mese di agosto che lo ha visto ricoverato al Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari.
Carica di emozione la messa officiata dall’Arcivescovo della Diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo monsignor Davide Carbonaro che ha aperto la sua Omelia con la frase: «Del bene che seminiamo resta una scia più forte del dolore» a riprova di quanto bene avesse fatto don Antonio Meliante nelle comunità di cui era parroco.
Presenti anche i sindaci di Pignola, Antonio De Luca, di Abriola, Romano Triunfo e di Tito Fabio Laurino. Tre comunità che conoscevano bene don Antonio e che lo hanno amato e sostenuto fino all’ultimo.
«Don Antonio era un riferimento discreto, un punto fermo nei momenti difficili, un sacerdote che sapeva accompagnare le persone con misura, delicatezza e una rara umanità. Oggi, nel dolore composto che ha avvolto il paese, la comunità ha voluto riconoscere il valore della sua vita e del suo ministero» afferma il sindaco di Pgnola Antonio De Luca.
«Per anni don Antonio ha servito Pignola con una presenza silenziosa ma incisiva. Ascolto, disponibilità e attenzione autentica

erano i tratti del suo stile pastorale. Non cercava il clamore: parlava con i gesti quotidiani, con il tempo dedicato alle famiglie, ai giovani, agli anziani; con quella prossimità semplice che gli ha permesso di diventare un punto di riferimento per molti. - continua De Luca - Il suo dono più grande è stato forse quello di costruire una comunità vera. Con pazienza ha superato distanze, abitudini, differenze, facendo sentire ciascuno parte di un cammino condiviso. Ha creato fiducia, legami, senso di appartenenza: un’eredità profonda e duratura, che resterà come segno luminoso del suo ministero».
«Don Antonio lascia un’eredità preziosa: una vita dedicata al Vangelo, vissuta nella riservatez-
za, nella serietà, nella dedizione totale al servizio degli altri. È un patrimonio spirituale che la comunità custodirà con riconoscenza, trasformando il dolore di oggi in memoria viva» sottolinea il sindaco di Pignola.
«E a te, caro don Antonio, va il grazie più grande: per ciò che sei stato, per il bene che hai seminato, per la fede che hai testimoniato, per la sobrietà con cui hai vissuto il tuo ministero, per la luce discreta con cui hai guidato questa comunità. Che la Madonna degli Angeli, a cui il popolo pignolese è devoto, ti accompagni verso la vita che non finisce. A nome dell’intera comunità di Pignola: riposa in pace, don Antonio» conclude Antonio De Luca.
L'intervento tempestivo degli agenti ha permesso di riportare a casa l'anziana, rassicurando i familiari preoccupati
Nei giorni scorsi, gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Melfi sono stati impegnati nelle ricerche di una donna di 70 anni che, allontanatasi dalla propria abitazione per fare la spesa, non era più tornata a casa. La segnalazione è partita dalla nipote, la quale si era allarmata non vedendo rincasare la donna nel tardo pomeriggio. I familiari temevano che l’anziana signora si fosse accidentalmente smarrita.
Ricevuta la notizia, la Volante del Commissariato si attivava tempestivamente perlustrando le campagne limitrofe dove la donna era stata vista per l’ultima volta. Grazie alla rapidità dell’intervento e alla conoscenza del territorio, gli operatori individuavano, in un’area isolata, la pre-
senza di alcuni cani di grossa taglia radunati attorno alla figura di una donna. Avvicinatisi con cautela, gli agenti constatavano che si trattava proprio della signora scomparsa.
Dopo averne verificato le condizioni di salute e averle prestato il necessario supporto, la donna veniva immediatamente riaffidata alla nipote, con la quale ritornava in sicurezza alla propria abitazione.
L’episodio evidenzia ancora una volta la professionalità, la prontezza operativa e la sensibilità umana degli uomini e delle donne della Polizia di Stato, che anche in questa circostanza hanno agito con tempestività ed efficacia, garantendo l’incolumità di una persona fragile e riportando serenità ai suoi familiari.


Il sindaco di Matera all’inaugurazione della statua nella Basilica di Campo Marzio insieme ai Comuni della Rete Eustachiana
MATERA. Il sindaco di Matera Antonio Nicoletti ha preso parte questo pomeriggio alla solenne cerimonia di inaugurazione e benedizione della nuova statua di Sant’Eustachio Martire, donata dalla Rete Eustachiana, che si è svolta nella storica Basilica di Sant’Eustachio in Campo Marzio, nel cuore di Roma. L’evento, carico di significato spirituale e simbolico, ha rappresentato un momento di profonda fede, contemplazione e preghiera per tutti i comuni membri della Rete Eustachiana e per le comunità presenti, riunite attorno alla figura del Santo Martire che accomuna territori, tradizioni e percorsi di devozione. Il sindaco Nicoletti ha espresso «apprezzamento per l’impegno della Rete Eustachiana nel custodire e valorizzare un patrimo-

nio di spiritualità e cultura che unisce idealmente molte realtà del Paese», sottolineando come «questi momenti rafforzino il senso di comunità, alimentino la memoria collettiva e contribuiscano a mantenere vive le radici che legano la storia di ciascun territorio».

La giornata, alla quale hanno preso parte anche i sindaci dei comuni di Campo di Giove e Torrella dei Lombardi, ha assunto un valore ancor più speciale grazie alla contemporanea inaugurazione del Presepe all’interno della Basilica, un gesto che, alla vigilia del Natale, ha offerto gioia,
speranza e spunti di riflessione. La presenza del Sindaco di Matera testimonia l’attenzione e la vicinanza della città a iniziative che promuovono il dialogo tra territori, la valorizzazione delle tradizioni religiose e culturali e il rafforzamento dei legami all’interno della Rete Eustachiana.
Il sindaco ha partecipato a Cisternino all’appuntamento internazionale sul contrasto allo spopolamento nelle aree interne
IRSINA. Il Comune di Irsina ha preso parte alla nona Conferenza internazionale “Lo Spopolamento nei Borghi è irreversibile?”, svoltasi questa mattina a Cisternino con amministratori locali, studiosi, rappresentanti istituzionali e delegazioni provenienti da diversi Paesi europei. Un’occasione di confronto che ha posto al centro il futuro delle aree interne e la ricerca di nuovi modelli di sviluppo capaci di offrire prospettive reali ai piccoli centri.Nel corso dei lavori, organizzati grazie all’impegno del presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” Fiorello Primi, il sindaco di Irsina Giuseppe Candela ha illustrato le iniziative avviate in questi anni, con un percorso incentrato sui servizi essenziali, sulla qualità della vita, sulla rigenerazione urbana e culturale, sulla scuola e sulla piena accessibilità. Una visione che punta a mantenere e attrarre popolazione, rafforzando il tessuto sociale e migliorando le condizioni di vita.«Oggi ho avuto l’onore e il piacere di rappresentare Irsina a questa importante Conferenza internazionale in uno dei borghi più belli d’Italia, Cisternino» di-

chiara Candela, sottolineando di aver «portato la voce di una comunità che non si arrende allo spopolamento, ma che reagisce con iniziative concrete, investendo in servizi, cultura e partecipazione».Candela ha inoltre ricordato il valore identitario e progettuale del patrimonio irsinese: «Irsina è una città che custodisce il proprio passato ma non lo subisce: lo trasforma in energia per il futuro». Ogni intervento, dalle attività culturali ai servizi scolastici e sociali, è descritto come «un seme» capace di generare nuove opportunità per chi sceglie di restare e per chi desidera tornare.Nel pomeriggio è intervenuto anche il consigliere regionale Nicola Morea, portando
il contributo della Basilicata al dibattito nella tavola rotonda “Dalla Snai alla Psnai: le aree interne un valore per l’Italia”, con ulteriori riflessioni sul ruolo della Regione all’interno di questa piattaforma internazionale.L’esperienza irsinese si inserisce così nella più ampia attività dei Borghi più belli d’Italia, confermando l’impegno del Comune nel dialogo nazionale e internazionale sul tema delle aree interne. Secondo Candela, la sfida passerà dalla «collaborazione, dall’ascolto e da visioni condivise», elementi indispensabili per costruire territori vivi, attrattivi e in grado di valorizzare comunità storiche che aspirano a un futuro sostenibile.
Polstrada,

POLICORO. L’assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata, Francesco Cupparo, ha rivolto gli auguri di buon lavoro e felicitazioni al nuovo Comandante al Distaccamento Polstrada di Policoro Antonio Fittipaldi, al quale, sottolinea, «la comunità francavillese si sente profondamente legato. Il padre di Fittipaldi ha svolto un significativo ruolo istituzionale da presidente del Consiglio Comunale di Francavilla distinguendosi per impegno, passione ed attaccamento al suo paese. Con l’importante nomina ricevuta, sono certo – dice Cupparo – che metterà al servizio della Polstrada e nello specifico degli automobilisti e dei cittadini la sua professionalità in segno di continuità con l’opera svolta dal padre».


Nell’anniversario della scomparsa del pioniere delle radio libere, sottolineata l’eredità lasciata e la sua passione per

D I T ON IN O L UP PI N O
POTENZA. Dodici anni or sono, nel giorno in cui si celebra la solennità Mariana dell'Immacolata Concezione, volava in Cielo Bonaventura Postiglione detto Nino, piratapioniere dell'etere, a mio avviso il primo, grande co-
municatore, un "istrione", come giustamente ha sottolineato in un suo articolo l'amico Dino Quaratino...«che non si lasciava imprigionare dalle convenzioni, e questa sua indole, unita a un carattere forte e a una personalità vivace, lo ha reso una presenza ingombrante per al-
cuni»!
L'ho conosciuto personalmente nella primavera del 2011 a Villammare, splendida località balneare a sud di Salerno, a soli due chilometri dalla mia Sapri, allorquando intitolammo una piazza, la prima in Italia, alle mitiche "Radio Libere 1976". Già il 1976,
l'anno della storica e rivoluzionaria sentenza della Corte Costituzionale che liberalizzó l'etere, sancendo la legittimità di trasmissioni radiofoniche purché in ambito locale, e facendo uscire dalla clandestinità noi pirati-pionieri. L'anno prossimo, ho in animo di organizzare un grande Evento nazionale nel golfo di Policastro (Sa) per ricordare i 50 anni della sentenza. Sarà un'altra bella occasione per parlare, anche e soprattutto, dei pirati-pionieri e, naturalmente, del caro e indimenticato Bonaventura Postiglione, detto Nino! Una nota personale. Agli inizi di quest'anno una inutile campagna denigratoria nei suoi confronti, da persone che dovrebbero documentarsi bene, basterebbe leggere la lunga testimonianza di Nino nel volume del 2006 "Radio Fm 1976-2006-Trent'anni di libertà d'antenna, edito dalla bolognese Minerva Edizioni- Direzione editoriale di Roberto Mugavero e curato da eminenti storici delle RadioTv come Peppino Ortoleva e
Giovanni Cordoni, dove il primo pioniere potentino scrive tra l'altro: «Tra il 1970 e il 1972, andavo sulle colline intorno alla Città di Potenza e trasmettevo in modo più o meno regolare, spostandomi da un posto all'altro per non essere catturato dai Carabinieri»! prima di scrivere, mi hanno confermato che l'invidia, la gelosia e la cattiveria scompariranno solo insieme all'uomo. Dunque, credo che la lunga testimonianza di Nino del 2006 e la provocatoria iscrizione presso la Camera di Commercio di Potenza, datata 26 gennaio 1973, della Ditta "Radio Diffusione", che poi sarebbe diventata Radio 1 Potenza Centrale e poi Radio Potenza Centrale, emittente tra le più longeve e anche molto seguita nel Meridione, alla quale di recente è stato riconosciuto l'ottimo risultato dei 300mila ascolti settimanali, legittimino a pieno titolo la primogenitura delle Radio in Fm in Basilicata: a Potenza, grazie a Bonaventura Postiglione detto Nino.

Riprendiamo il camminoi dei talenti lucani. Sfidando le convenzioni musicali, offreno performance che sono vere e proprie esperienze emotive
DI D INO Q UARATINO
Perfetto, allora riprendiamo davvero il cammino. Quello dei talenti lucani, s’intende.

Un percorso che da oggi torna a essere settimanale, un appuntamento fisso, come il caffè corretto al bar o come l’eterna promessa politica “dopo le feste”. Ogni lunedì un nome, una storia, una traiettoria creativa che parte da questa terra sghemba e resistente.
Oggi tocca ai Renanera. E toccherebbe anche far finta di niente, perché ormai li conoscono in molti.
Ma proprio per questo vale la pena fermarsi: quando un talento diventa “normale”, rischia di essere dato per scontato.
Ed è lì che la Lucania, storicamente, inciampa.
NON UNA BAND, MA UN PROGETTO
I Renanera non sono una band nel senso stretto e comodo del termine. Sono un progetto, parola più scivolosa ma anche più vera. Un progetto in cui convivono musica world, sonorità elettroniche e una dimensione teatrale di matrice popolare. Tradotto: non ti fanno solo ascoltare, ti fanno guardare, immaginare, attraversare.
E soprattutto non ti coccolano. Ti prendono per mano e ti portano dove non avevi programmato di andare. A volte nelle radici, a volte in una periferia dell’anima, a volte in un futuro che non ha ancora un codice postale.
UN NOME CHE SA DI TERRA E DI SCENA
Il nome, Renanera, già dice molto: terra, oscurità fertile, notte che genera. Niente leziosità, niente nomi da playlist domenicale. Qui c’è odore di scena, di palco sudato, di suono che non è mai solo sottofondo.
E infatti quando li incontri dal vivo capisci una cosa semplice: non stanno lì per intrattenere, ma per accadere.
Che è una differenza enorme, soprattutto in un’epoca in cui tutti vogliono “fare contenuti” e pochissimi osano ancora fare esperienze.
TRADIZIONE E CONTAMINAZIONE
La loro cifra sta tutta in quel confine instabile tra tradizione e contaminazione.
Da una parte il richiamo della musica popolare, del dialetto interiore (anche quando la lingua non è dialetto), delle storie che sanno di polvere e di riti.
Dall’altra l’elettronica, la manipolazione del suono, la ricerca timbrica che guarda più avanti che indietro.
Il rischio, in questi casi, è sempre quello del pasticcio: folklore di plastica o avanguardia finta.
I Renanera, invece, restano in equilibrio. Scomodo, certo, ma vero. E la verità, sul palco, è sempre riconoscibile: non ha bisogno di urlare. Incontri che non capitano per caso. Nel loro percorso ci sono collaborazioni che non si improvvisano. Vittorio De Scalzi ed Eugenio Bennato non sono nomi che capitano per errore. Sono due mondi diversi, ma entrambi legati a un’idea profonda di musica come racconto, identità, movimento. Il fatto che abbiano incrociato il cammino dei Renanera dice molto più di mille comunicati stampa: significa che quel progetto non è un gioco locale, non è un passatempo da fine settimana, ma una traiettoria che dialoga con pezzi importanti della musica italiana. E quando accade, di solito, è perché qualcuno ha riconosciuto un’urgenza. Non una moda.
QUANDO IL PALCO DIVENTA RITO
C’è poi l’aspetto teatrale, che è la loro vera firma emotiva.
I Renanera non si limitano a suonare: mettono in scena. Corpi, voci, ombre, gesti. La dimensione performativa non è un orpello estetico, ma una componente strutturale.
È come se la musica da sola non bastasse a contenere tutto quello che vogliono dire.
Così allora interviene il teatro: non quello rassicurante delle poltrone rosse e del sipario educato, ma quello più antico, più rude, più vicino al rito che allo spettacolo televisivo. Lo spettatore, in quel momento, non consuma: partecipa. E spesso ne esce un po’ scomposto, che è un buon segno.
I SENTIERI DEL POLLINO E QUELLI DEL-

L’ANIMA
Se si volesse usare una metafora lucana, si potrebbe dire che i Renanera sono come certi sentieri del Pollino: non sono segnalati benissimo, non hanno i cartelli patinati, ma se li imbocchi trovi un panorama che ti sposta l’orizzonte.
Solo che qui il panorama non è solo fuori, è dentro. La loro musica non ti chiede “ti piace?”, ma ti fa una domanda più scomoda: “dove sei tu, in tutto questo?”.
E chi non è abituato a rispondere a domande del genere, a volte, si agita.
IL PARADOSSO LUCANO DEL TALENTO
Il paradosso è che un progetto così, in altre latitudini, sarebbe stato subito etichettato, protetto, sostenuto, raccontato come esempio.
Da noi, invece, resta spesso sospeso in quella zona grigia tra l’orgoglio postumo e la distrazione quotidiana. Ci si ricorda dei Renanera quando suonano fuori, quando collaborano con nomi importanti, quando tornano con qualche riconoscimento. Meno quando faticano, sperimentano, sbagliano. Perché sì, anche loro sbagliano. Ed è proprio questo che li rende vivi.
Il talento vero non è quello che non inciampa mai, ma quello che continua a camminare anche con le ginocchia sbucciate.
RADICI COME MOTORE
C’è qualcosa di profondamente lucano nei Renanera, anche quando non lo dichiarano.
Non nel senso folkloristico, ma in quella specie di ostinazione poetica che caratterizza chi cresce in una terra marginale senza farsi schiacciare dalla marginalità.
La Lucania, da questo punto di vista, è una scuola durissima: ti insegna che se vuoi restare devi inventarti, e se vuoi andare via devi portarti dietro qualcosa che pesi davvero.
I Renanera si sono portati dietro le radici, ma non come zavorra. Come motore.
L’ARTE DI NON SEMPLIFICARE
E poi, diciamolo senza timidezze: in mezzo a tanto rumore che passa per musica, in mezzo alle canzonette travestite da rivoluzioni e alle rivoluzioni ridotte a jingle, i Renanera fanno una cosa rivoluzionaria davvero: non semplificano.
Non spiegano tutto, non rassicurano sempre, non cercano l’applauso facile.
E nell’epoca dell’algoritmo, questo è un atto quasi sovversivo. L’algoritmo ti vuole prevedibile. Loro, invece, ti vogliono vivo.
ANCHE QUESTA È POLITICA
C’è anche una dimensione politica, se per politica intendiamo lo sguardo sul mondo. Non quella urlata dei manifesti, ma quella profonda delle scelte estetiche.
Fare world music oggi, nel Sud d’Europa, senza scivolare nel cartolina–tour per turisti, è già una presa di posizione.
Usare l’elettronica senza trasformarla in sterile esercizio da laboratorio è un’altra.
Inserire il teatro in un progetto musicale senza fare il “teatrino” è una terza.
I Renanera queste tre tentazioni le attraversano e, sorprendentemente, ne escono quasi sempre indenni.
LA DOGANA DELL’ABITUDINE
Ironia della sorte: spesso chi li ascolta per la prima volta resta un po’ spiazza-
to. Non sono immediati, non sono “facili”. Ma se torni ad ascoltarli, e chi torna lo fa quasi sempre, capisci che quel primo spaesamento era solo la dogana dell’abitudine che stavi attraversando. Dopo, il territorio è tutto da esplorare.
AUTENTICITÀ COME RESISTENZA
E allora sì, possiamo dirlo con serenità e senza gonfiare nulla: i Renanera sono uno dei progetti più originali e riconoscibili della scena lucana degli ultimi anni. Non perfetti, non accomodanti, non seriali. Ma autentici. E oggi l’autenticità, più che un valore, è una forma di resistenza culturale.
RESTARE INDEFINITI PER RESTARE VIVI
In un tempo in cui tutti cercano di assomigliare a qualcosa che già funziona, lorocontinuano testardamente a essere qualcosa che ancora non è stato del tutto definito. E forse è proprio questo, il loro segreto: restare in movimento, non diventare mai un’etichetta, non trasformarsi in formula. Ogni volta che pensi di averli “capiti”, fanno un passo di lato. E ricominci daccapo. Come con le cose importanti.
UNA CERTEZZA E UNA PROMESSA
Chiudiamo allora questo primo ritorno nel viaggio dei talenti lucani con una certezza e una promessa. La certezza è che i Renanera sono una storia che vale la pena ascoltare più volte, non solo una volta. La promessa è che questo percorso continua: l’appuntamento con il racconto di un altro talento lucano è per lunedì prossimo. Camminiamo ancora. E stavolta, possibilmente, senza distrarci.


SERIE C I calabresi dominano la partita, la Leonessa gioca di rimessa ma non punge
COSENZA (4-3-2-1): Vettorel 6, Cannavò 6.5, Beretta 6 ( 63' Achour 7 ), Garritano 5.5 ( 63' Contiliano 6 ), Ricciardi 6, Caporale 6, Dametto 5.5, Kouan 7, Mazzocchi 6.5 ( 51' Florenzi 6), Ferrara 6.5, Langella 6. A disp. Pompei, Falbo, Barone, Contiero, Dalle Mura, D'Orazio, Ragone, Rocco, Silvestri, Mazzulla.
All. Antonio Buscè.
PICERNO (4-2-3-1): Marcone 7, Bellodi 6.5, Frison 6, Gemignani 6, Pistolesi 5.5 ( 89' Salvo ), Bianchi 6 ( 86' Graziani ), Maiorino 6 ( 73' Veltri 5.5.), Santarcangelo 6, Cardoni 5.5, Dijbril 6, Pugliese 6.
A disp: Summa, Esposito A, Perri, Vimercati, Baldassin, Ragone.
All. Valerio Bertotto 6
ARBITRO: Sig. Bruno Spina di Barletta 6.5
ASSISTENTI: Sigg. Lorenzo Chillemi di Barcellona Pozzo di Gotto-Riccardo Leotta di Acireale
IV Ufficiale: Sig. Giuseppe Rispoli di Locri FVS Stefania Genoveffa Signorelli di Paola
MARCATORI: Al 78' Achour
RECUPERO: 1’ pt e 6’ st
NOTE: Osservato un minuto di raccoglimento per ricordare Nicola Pietrangeli, scomparso in settimana.
Spettatori 1500 circa Ammoniti Pugliese, Graziani, Ricciardi. Angoli 9-4
COSENZA. Dopo una partita vissuta in apnea il Picerno cade al San Vito-Luigi Marulla di Cosenza sotto il colpo letale di Achour. Finisce uno a zero per i silani che hanno meritato il successo a spese di un Picerno in piena emergenza. Nel Cosenza mister Buscè conferma dal primo minuto Caporale e tiene in panchina Contiero e Silvestri.
Piena emergenza invece nel Picerno, dove mister Bertotto fa a meno dello squalificato Esposito, di Abreu e manda in campo Bellodi, arrivato dal Rimini, tenendo in panchina

Baldassin.
Al 3' Picerno pericoloso con una conclusione di Bianchi, deviata da un difensore cosentino diventa un assist invitante per Pugliese che da posizione defilata ha rinunciato al tiro non trovando i compagni pronti per la conclusione. La replica dei silani arriva due minuti più tardi Garritano stoppa e tira a seguito di un calcio d'angolo vicino al portiere Marcone per Langella che tira a fil di palo. Al 10' cosentini vicini al gol con Langella che raccoglie la sfera dopo una respinta della difesa melandrina, fa partire una conclusione sporca che diventa per Riccardi l'occasione per tirare in porta ma viene rimpallato da Dijbril.
Al 13' il Cosenza trova la via del gol, splendido assist di Langella per Garritano che s'invola sul filo del fuorigioco e supera Marcone ma l'assistente alza la bandierina e il gol viene annullato. Dopo due minuti Pistolesi perde palla, Kouan è lesto ad approfittarne e tira verso la porta di Marcone che respinge la conclusione del giocatore di Buscè. Al 17' timido tentativo di Cardoni che spedisce la sfera oltre la traversa.

Al 22' il Cosenza è ancora pericoloso, sponda di Kouan, colpo di testa di Mazzocchi e Marcone sventa la minaccia con un grande intervento sotto la traversa.
Il primo giallo del match è per Pugliese per una brutta entrata su Langella, i calabresi protestano per un possibile fallo di mani di Pistolesi ma l'arbitro lascia proseguire. Il Cosenza è tutto nella meta campo del Picerno. Al 39' occasione per il gol dei calabresi, Mazzocchi si gira in area dopo un passaggio di Ferrara, tira verso la porta di Marcone che è bravo e sventa la minaccia.
Dopo quattro minuti Bianchi chiude i varchi a Ricciardi e mette sul fondo. Il primo tempo si chiude con il punteggio di zero a zero ma con il Cosenza che ha esercitato una pressione costante mettendo in difficoltà il Picerno, salvato da Marcone.
Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue in campo di inizio gara. Al 48' Gemignani lancia Cardoni ma è attento Cannavò a leggere la situazione e a mettere di testa in angolo. Buscè inserisce l'infortunato Mazzocchi con Florenzi al 51'. I ritmi sono più bassi nella ripresa.
Al 60' padroni di casa pericolosi con Ricciardi che supera Pistolesi e tenta con il sinistro il tiro a giro che termina di poco fuori. Al 63 mister Buscè sostituisce Garritano e Beretta inserendo Contiliano e Achour. Due minuti più tardi il Picerno tenta la sortita in avanti con Cardoni che non impensierisce Vettorel. Al 70' Cardoni prova a superare Cannavò che è bravo a rifugiarsi in angolo. Al 71' Kouan con il destro tira verso la porta di Marcone non trovando il bersaglio. Ritmi più lenti nella ripresa.
Il Cosenza trova il gol al 78' con Achour che fa tutto solo dopo l'assist di Kouan e tira verso l'angolino basso dove Marcone non può arrivare. La rete viene convalidata nonostante qualche protesta dei lucani. All'83' Kouan e Dibril vengono a contatto con la testa e cadono a terra, pronto l'intervento dei sanitari delle due formazioni, Dijbril è ferito al volto ma viene fasciato dai sanitari al capo. Achour di testa nel finale tenta il bis ma Marcone è attento. A nulla servono nel finale i cambi di Bertotto per cambiare le carte in tavola. F RANCESCO M ENONNA
