La Riviera n°44

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Se andate su Google e cliccate sul nome di Demetrio Arena, avrete la conferma sconsolata di trovarvi di fronte a un uomo, che ha pensato solo e sempre ai fatti suoi, lungo le rotaie segnate dalla sua laurea in Economia e Commercio.

SIGNORE. Carla Bruni, prima donna di Francia, è uscita , sola, senza compagnia, dall'ospedale, recando in braccio, come un fiore, la figlioletta neonata, e da sola, su una topolino, ha fatto ritorno a casa. Maria Grazia Laganà , piÚ esposta di Carla Bruni, ha la compagnia di due macchine di scorta, di potente cilindrata.


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Controcopertina Il porto di Gioia Tauro, è il più grande terminal per transhipment del mar Mediterraneo, e il principale scalo commerciale marittimo situato nell'area metropolitana di Reggio Calabria.

L’intervista* Giuseppe Raffa

“Non resteremo inerti”

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PASQUINO CRUPI

IN EVIDENZA

Il Governo nazionale ha sbandierato con tre governi regionali – Chiaravalloti – Loiero – Scopelliti - l’Accordo Programma Quadri, ma non ha mai messo un solo euro di liquidità. Stiamo parlando di un APQ da accelerare e che vale 459 milioni di euro e che potrebbe realizzare il Polo logistico intermodale di Gioia Tauro. Un’occasione unica per creare da Gioia ricadute positive.

iuseppe Raffa è un politico di lungo corso. È stato consigliere provinciale per due legislature, consigliere comunale per ben quattro volte. Sindaco dal 14 maggio 2010, dopo l’elezione a governatore di Giuseppe Scopelliti e fino al 16 maggio, quando a Palazzo San Giorgio è giunto Demetrio Arena. Insomma, di anni istituzionali sulle spalle ne ha tanti. Tutti portati bene. Senza boria e senza spocchierìa. Senza la chincaglierìa pettoruta dell’uomo sceso in campo per sacrificarsi, aspirando, perciò, ad essere alzato sull’altare. Giuseppe Raffa è persona seria. Il suo proprio è la misura. Non ama i fronzoli né la retorica. E la gente gli vuole bene per il suo tratto gentile, che accattiva e abolisce distanze tra l’amministarore e gli amministrati. Lo so che è cattolico, un cattolico sincero, democratico, avanzato, senza chieriche né sulla testa né sul cuore né sulla lingua. So che nulla di più avverso alla Chiesa vi è se non il positivismo: naturalmente dopo il marxismo. Ma io non posso resistere alla tentazione di definirlo come un positivista dei nostri giorni, più amari che grandi. Poiché, con quel suo muoversi lungo i paesi della Provincia fin dalla prima settimana dal suo insediamento, egli sembra incarnare ai miei occhi il principio su cui il positivismo si innerva: conoscere per trasformare. E viaggia e viaggia. Senza processioni di fedeli e di clienti. Di truppe corazzate. Anche questo è un buon segno. Ma ci sono segni buoni per la Provincia di Reggio e la Calabria?. Il Presidente è appena tornato da Roma dove ha avuto un incontro di alto rilievo istituzionale presso il Dipartimento dello Sviluppo delle Economie Territoriali. Presidente, ci dica. Ma non ci dica, per carità, che la crisi non c’è e che qui è arrivata attraverso le rotte transoceaniche. Ma per nulla. Tenga conto, però, della antichità della crisi… Certo. Già negli anni Settanta Giacomo Mancini parlava di una Calabria in agonia. Appunto. La fotografia è questa, ed è stata scattata da un osservatorio meridionalista, come la Svimez: in Calabria stiamo registrando una decrescita pari a meno 0,1%, il dato più basso in Europa. Il nostro Pil pro capite - pensi- è di circa 16mila euro. E qui da noi lavora una persona su quattro. Siamo fortemente in discesa… Non c’è dubbio. Ma sentirei di poter escludere il com-

parto agricolo dove l’offerta è superiore al 10% (+ 5.800 unità). Ma non si tratta di grandi numeri. Lo capisco bene. Ma parto da questo dato positivo per dire che senza nuovi investimenti nel settore agro-alimentare anche questa positività resta senza efficacia. E per l’agro-alimentare sarebbe di grande importanza la realizzazione della cosiddetta piastra di ferro, su territorio, Asi, tra San Ferdinando e Rosarno. Lei fa riferimento alla delibera Cipe del 2003. Rimasta lettera morta, però. Quella delibera prevedeva l’erogazione di 76 milioni di euro, legati, però allo stato di avanzamento dei cantieri del rigassificatore che, ad opera della LngMedgas vale un miliardo di investimenti privati e seicento occupati solo nella fase dei cantieri. Sarebbe stata una manna caduta dal cielo se tutto non si fosse fermato da dicembre 2009, quando, compiuto tutto l’iter autorizzativo, è stata tenuta la conferenza dei servizi finale, cui però non è seguita la determina che i ministeri competenti (Ambiente, Infrastrutture e Sviluppo Economico) dovevano sottoscrivere. Facciamo un passo in avanti con la testa girata verso l’APQ (accordo programma quadro). Anche questo rimasto sulla carta. Il Governo nazionale lo ha sbandierato con tre governi regionali – Chiaravalloti – Loiero – Scopelliti - ma non ha mai messo un solo euro di liquidità . Per essere più precisi il Dipartimento Incentivi dello Sviluppo Economico, negando ogni finanziamento non ha dato seguito all’accordo. Stiamo parlando di una APQ da accelerare e che vale 459 milioni di euro e che potrebbe realizzare il Polo Logistico Intermodale di Gioia Tauro da cui irradiare una efficiente rete per rinnovare i nodi ed i collegamenti per merci e passeggeri sul versante tirrenico e quello jonico-adriatico. Un’occasione unica per creare da Gioia ricadute positive sulla mobilità di tutto il tessuto sociale e produttivo calabrese. E torniamo da dove la ruota si è smossa, dal porto di Gioia Tauro che concorre alla formazione della metà del pil calabria. È innegabile la crisi di questo grande porto. La MCT ha ottenuto la cassa integrazione straordinaria per 408 dipendenti su 1020 assunti, una Cigs a zero ore e a rotazione di mese in mese. Nulla fa sperare che si tratti solo di una crisi passeggera. E Lei che fa? La Provincia è sbarrata da ambiti di interventi ben definiti, ma non intende comunque restare inerme. Né rimarremo inerti. Nonostante i colpi di spillo che vengono dal Pdil... Ovviamente.

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La settimana NORDICI&SUDICI

Il paese dei fasci e delle ipocrisie GIOACCHINO CRIACO Almeno in una cosa, Mussolini e Berlusconi, si assomigliano. Entrambi hanno dato un calcio al nostro peggior vizio, l'ipocrisia. Benito con la creazione dei fasci e delle corporazioni ha ufficializzato uno stato di fatto del Paese, rendendo pubblico il modello sociale di riferimento dell'Italia. Il Paese si basava, e si basa, sulle fratellanze. Coesioni di ogni tipo, e in tutti campi. Gli italiani avevano, e hanno, l'esigenza di un'organizzazione sovra personale che li rappresenti e li accudisca. Il Paese continua a essere la patria delle fratellanze, nelle quali si entra e dalle quali nessuno più ti manda via. Se entri fra i giudici, qualunque cosa tu commetta, la fratellanza cercherà sempre di mantenerti nei ranghi, ti farà la bua ma ti proteggerà sempre Così nella polizia, nella politica, nella chiesa. Persino nelle organizzazioni illegali vige lo stesso principio, il mafioso che viola le regole viene sempre riammesso nella famiglia. Il duce aveva compreso questa esigenza italiana di fratellanza, per questo aveva costruito la fratellanza delle fratellanze, il fascismo, nella quale la maggioranza degli italiani c'è stata bene sino alla sua caduta. Mussolini ha messo in luce quanto fascisti erano gli italiani. E Berlusconi ha reso palese quanto gli italiani siano egoisti, quanto abbiano voglia di ricchezza individuale, quanto ogni principio sia malleabile alle esigenze materiali. Ha dimostrato la nostra pochezza morale, ci ha messo a nudo per vent'anni. Fra un po' andremo a sputargli addosso, ma per un ventennio nelle urne l'abbiamo incensato. Non è lui il male, siamo noi a essere fatti in un certo modo, trasferiamo in un feticcio il peggio di noi stessi e inevitabilmente alla fine lo mettiamo sul rogo, pensando di poter esorcizzare il male. Ma il gioco non può funzionare, e siamo madri condannate ad abortire in eterno per liberarci da un peso. Cacciamo i fantasmi e in realtà i fantasmi siamo noi. Tornando al nostro microcosmo, il borgo dei sudici, continueremo a produrre mafia per lapidarla in piazza e sentirci più giusti, ma non lo saremo mai.

La Calabria stupisce con 'nduja e cipolla

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

ipolle e 'nduja sono adatte per una cena regale? Altro che! Queste e altre specialità calabresi sono state servite nel sontuoso scenario della Galleria Grande della Reggia di Venaria, a pochi chilometri da Torino, venerdì 21 ottobre, in occasione della rassegna intitolata “Cene Regali”. Si tratta di una delle più riuscite manifestazioni a corredo dei 150 anni dell'Unità d'Italia, un'iniziativa organizzata dalla Confcommercio regionale della Calabria, dall' “Accademia del bergamotto” e dal consorzio “La Venaria Reale”, insieme alla Camera di Commercio di Torino e ad altre organizzazioni di categoria, volta a presentare al pubblico la ricchezza della cucina delle diverse regioni italiane. Il 21 è stata la volta della Calabria che si è presentata con un divertente slalom tra melanzane abbottonate, cipolle di Tropea in agrodolce, funghi dell'Aspromonte, paté di olive nere, involtini di ortaggi, 'nduja di Spilinga, formaggi come il caciocavallo della Sila e insaccati, tra cui il suino nero di Calabria. Tutti servite all'interno di un ricchissimo antipasto. La serata è proseguita poi con gli stuzzicanti sapori di una sostanziosa cena a tre portate, messa a punto dallo staff di Fabio Campoli, conosciuto dal grande pubblico televisivo come lo chef di Rai Uno, e ospite alla Reggia Venaria in qualità di Ambasciatore del Bergamotto e promotore di un nuovo progetto per la Regione Calabria, destinato a giovani aspiranti cuochi calabresi, che verranno formati e specializzati dal Circolo dei Buongustai, per diffondere la cultura del bergamotto nei ristoranti più rinomati d'Italia. Campoli ha presentato tre piatti giocati sulle tipicità della Calabria. Interessante l'orzo con bergamotto, alghe, nastrini di pescespada di Bagnara e julienne di pomodori secchi. E in una serata made in Calabria non potevano mancare i raffinati gioielli firmati dal Maestro Orafo calabrese Gerardo Sacco. Splendide modelle

hanno indossato le preziose collane di corallo e oro, i gioielli di perline e i costumi di scena che Sacco ha realizzato per diverse produzioni cinematografiche e teatrali. Nel solco delle sue abituali creazioni, il Maestro ha presentato anche un abito appositamente realizzato per i 150 anni dell' Unità. Una serata che di certo ha alleviato il magone degli emigrati più nostalgi-

ci, felici di ritrovare i gusti della propria terra, ma che ha visto anche numerosi piemontesi rimanere deliziati dalla bontà delle tipicità calabresi.

IL DITO NELL’OCCHIO

Primo tempo Alla ferale notizia che il governatore Giuseppe Scopelliti era stato raggiunto da un avviso di garanzia per falso in bilancio, una pioggia d'oro di solidarietà nazional-calabresi è scesa sulla sua augusta testa. Da Ignazio La Russa a Fabrizio Cicchitto, da Mario Caligiuri a Michele Traversa, da Francesco Nucara, sempre grato, al consigliere regionale del Pri, Rapoccio, che così acquista un po' di luce. Secondo tempo. Tale la notizia de “Il Secolo XIX” del 22 ottobre : “C'è scritto in una delle 16 pagine del dossier consegnato a Pisanu: «L'indagine ha consentito di documentare l'alacre attività di sostegno svolta, nell'ultimo voto regionale, da esponenti della cosca anche con palesi intimidazioni, a favore del candidato Antonio Stefano Caridi». Il voto è quello delle ultime elezioni regionali della Calabria. La cosca è quella Raso-Gullace-Albanese attiva in Liguria, attenta in Calabria. Antonio Caridi, primo degli eletti in provincia di

Garantismo a fisarmonica Giuseppe Scopelliti

Antonio Caridi

Reggio, è assessore della maggioranza di centro destra guidata da Giuseppe Scopelliti”. La solidarietà, come le lumache, ha ritirato le corna. Il Governatore no ha ritenuto di manifestare la sua vicinanza al suo assessore. Si capisce: ha i carboni bagnati. Né a questo si sono decisi gli esponenti del Pdl. Non stupiamoci. È il garantismo a senso unico. Ma può anche avere funzionato il fatto che i giudici abbiano fatto un favore a chi vuole Caridi in via d'uscita coatta dalla Giunta.

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Malasanità nuovo record in Calabria

Il Running Palmi verso New York Ufficializzata la partenership tra la Provincia di Reggio Calabria e l'Associazione sportiva dilettantistica palmese “Running Palmi”. La squadra , che il 6 novembre 2011 volerà nella Grande Mela per partecipare alla maratona, è composta da cinque uomini (Alvaro, Alongi, Fazzalari, Gullo, Melissari) ed una donna (Ruffa). Per l'occasione, è stata esibita in anteprima, la maglia che verrà indossata per la competizione.

Dopo due anni e mezzo d'indagine, la Commissione parlamentare sugli errori sanitari ha verificato 470 episodi di cure inadeguate, di cui 97 casi (78 dei quali conclusi con un decesso), si sono verificati in ospedali calabresi. Di questa preoccupante classifica la Calabria occupa quindi il primo posto e il motivo di questo dato dipenderebbe dal fatto che in Calabria ci sono carenze di tipo strutturale, vale a dire inefficienza e disfunzioni del sistema sanitario. Il presidente della Commissione, il deputato Idv Leoluca Orlando ha inoltre sottolineato che molti di questi episodi potrebbero essere evitati se gli operatori denunciassero spontaneamente anomalie e disfunzioni. A preoccupare il deputato è soprattutto il fenomeno "di selvaggio spoil system" che induce gli operatori sanitari a non "creare problemi al manager o al politico che procede alle nomine e a non preoccuparsi quindi di provvedere, in condizioni di sicurezza per sé e per i pazienti, allo svolgimento della propria attività ".

Più un rito che un mito, il calabrese Qualche mese fa abbiamo parlato di una Calabria incoronata a regina del sesso, con le sue tre province del peccato - Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria - che facevano dello stivale una punta tutto pepe. Numerosissimi i calabresi che hanno allora dichiarato di aver avuto, nella propria vita, più di 25 partner con cui hanno fatto sesso. Oggi, nuovi dati sono emersi da un'indagine nazionale, da cui prende spunto l'evento “Benessere sessuale. Libertà di amare sempre”, che ha visto la provincia di Catanzaro in prima linea con un incontro di approfondimento rivolto a medici di medicina generale e farmacisti. Stando a questi dati, sono oltre 50.000 gli uomini che soffrono di disturbi sessuali, quasi il 15% del totale. Si abbassa anche l'età media di chi ha problemi: il 15% ha meno di 40 anni. Tra le cause, oltre allo stress e ai ritmi troppo frenetici, la cosiddetta ansia da prestazione di fronte a donne sempre più esigenti. Donne calabresi insaziabili farebbero intimidire quelli che, in un'epoca ormai tramontata, erano i focosi maschi latini, a quanto

pare giunti all’ estrema unzione. Tori un tempo indomabili, stremati da travolgenti femmes fatales , che chiedono sempre di più. Un' umiliante condizione difficile da accettare. E così per non vedere sminuita la propria virilità, si decide di affidarsi ad aiuti farmacologici. Almeno il 40% dichiara di aver fatto ricorso a questi aiutini, almeno una volta nella vita. Un segreto che solo il 4% confessa alla partner. Tra i rimedi più usati c'è la cosiddetta “mentina dell'amore”, il vardenafil orodispersibile, il primo ed unico farmaco di questa classe che si scioglie in bocca senz'acqua, associando praticità e discrezione, e che rappresenta la più innovativa terapia oggi disponibile per la disfunzione erettile. Un problema in costante crescita in Calabria. Dove sono finiti allora quegli sciupafemmine di qualche mese fa che vantavano 25 partner a testa? Cosa ci han fatto mai con le dette partner? Sarà tramontato il mito del maschio latino, ma l'uomo, tutto chiacchiere e sproloqui, di certo non si è estinto. M.G.C.

DIAVOLO NERO

La genialità del cuore Tilde Minasi è nata con la vocazione della guardia municipale a vita. Lo è stata del Governatore indagato, quando era il sindaco più amato di Italia. Lo è, scendendo per li rami, del sindaco Demi Arena. Nei confronti del quale, nella recente riunione del Consiglio comunale, ha alzato un inno ardente che, per quanto ardente, è riuscito a infuocare solo il suo cuore . Ma al cuore non si comanda e questa arteria perenne , che conosce tutti i vezzi di negozio, ha spinto la dolce Signora assessora all'annuncio che il sindaco Arena, è l'incarnazione sublime e la personificazione vertiginosa dell'amore , puro come l'acqua santa, per Reggio. Ed ha ragione. Solo l'amore, che per sua natura è cieco, non vede e anzi tace non solo i vizi, ma persino i difetti della cosa amata. Saremmo degli stolti, oltre che dei faziosi, se dicessimo che Demi Arena nega l'ingolfamento- soffocamento della città di Reggio nei debiti e nelle camarille. È un cieco d'amore. Non nega. Semplicemente, non vede. Vedono, in luogo delle sue spente pupille, gli occhi mesmerici della Signora Tilde Minasi, sforzati verso la catalessi di massa. Questa femme choyée , questa donna coccolata dal Potere, che nella chiostra superba dei denti schierati, come una falange macedone, rappresenta più una minaccia che un sorriso, non è sfuggita all'attenzione di Dio. Il quale la ha voluta dotare di ciò che in genere manca a ciascuno di noi, quando fa difetto il cervello: la genialità del cuore. Grazie alla quale l'indotata Tilde Minasi rilascia una medaglia all'amore liquido a Demi , rampollo di Cupido, per il proposito nobile non di servire la Città, ma di continuare ad asservirla secondo il modello Scopelliti. Capite, il cuore non si giudica e non si condanna mai. Se detta genialità , piuttosto che dal cuore, fosse balzata dalla testa di Tilde Minasi, nessuno di noi oggi dubiterebbe che , al momento dell'eruzione, la suave ridentem Signora fosse afflitta da emicrania.

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Nel giorno dei morti, Siderno vive CARMELO CARABETTA a cronaca è già nota. La cronaca è che con provvedimento emesso dalla sezione misure prevenzione, presieduta dal dr. Vincendo Gglio. sono stati confiscati aziende, terreni e fabbricati del valore complessivo di 150 milioni di euro , appartenenti a Riccardo Gattuso, Massimo Pellegrini, Antonio Galea , Giuseppe Napoli, Domenico Prochilo , Vincenzo Commisso, Cosimo De Leo, a Riccado Rumbo, detto Frank, fatto erede, per carta stampata, erede di Ntoni Macrì. Niente di meno! Sarà che l’ingrandimento, nei tempi del crepuscolo del diritto, diventa la prova regina della colpevolezza. Siderno si risveglia, ancora una volta, con il marchio di capitale importante della ndrangheta. Per l’occasione, ‘ndrangheta imprenditoriale. Facciamo una premessa. Qui non si intende discutere il provvedimento giudiziario della cui fondatezza dibatteranno nelle sedi opportune gli avvocati. Si intende, piuttosto, fare una riflessione, la più pacata possibile -ma anche preoccupata- sui plurimi effetti che da quel provvedimento si dispiegano o potrebbero dispiegarsi. In proposito di mafia, di arresti e processi alla mafia siciliana Napoleone Colajanni noto meridionalista , si augurava -ma fu sempre smentito- diceva il Grande Siciliano, che il processo all’ Onorata Società non diventasse facilmente il processo alla Sicilia. Questi sono pericoli evidenti. E il rischio c’è anche per Siderno. Non solo possibile, ma anche concreto. Se questo sarà, ci pare che la desertificazione sia il futuro prossimo a venire di Siderno. Chi vorrà qui investire soprattutto se l’investitore sta al Nord o in Europa?E chi qui vorrà fare acquisti e affari? Né industrie né campagne. È l’economia, poggiata sul commercio, l’anima di Siderno. Se la si mette in penitenza come fosse totale anima nera, le prospettive non saranno rosee. Non c’è dubbio che il ricorso alla confisca di beni produttivi – non si tratta di case, ma di aziende- ineccepibile come uno dei mezzi per combattere la ‘ndrangheta, dispiega effetti incalcolabili e imprevisti sull’insieme del tessuto economico, sociale, morale, intellettuale. E a Siderno già si registrano una diminuizione della popolazione occupata e una sensibile decrescita del volume d’affari. Fuga da Siderno, l’infetta? Spezzare le reni all’ economia mafiosa, va benissimo. Ma senza spezzare le reni all’economia, senza buttare insieme all’acqua sporca anche il bambino. Abbiamo voluto riflettere non nei pochi metri quadrati della redazione. Abbiamo voluto riflettere all’aria aperta, con i sidernesi . E ci hanno detto: «Senza commercio qui non si campa». Consapevoli di non avere gli impiegati di Roccella o i forestali di San Luca. Consapevoli di non poter contare sugli affitti pagati dagli enti pubblici, come a Locri. E soprattutto, sì,

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soprattutto consapevoli di non poter contare più su quegli americani di ritorno, nostalgici di una lontana giovinezza. Torneranno se un dollaro sulla piazza nativa è un’associazione a delinquere, e se una tavolata tra vecchi amici un summit mafioso? L’indizio, ma non grave e non concordante, davvero è questo? Nella maggior parte dei pedigrée familiari sidernesi c’è una coda tagliata o un dito punto? Siderno come uno zoo, ingolfato in gabbie per belve feroci? Questa volta, ad avere le gambe lunghe non sono le idee, ma i fatti. E intanto la che ci poniamo e ci pongono queste domande, la desertificazione, imbottita da una sorta di sudditanza psicologica al clima che si fa irrespirabile, muove i suoi passi, abbranca Siderno. La domanda generale, sollecitata non solo dal richiamato provvedimento, ma altresì da altre mazzate giudiziarie, è : Siderno, che già fu splendida colonia amalfitana, ha vissuto per decenni, come nessun altra zona del territorio jonico, solo e grazie all’ economia dopata? A ciò è ridotta la capitale economica della zona jonica. Bisogna andare cauti e saper distinguere quando è questione del cuore economico propulsivo di una città e di un territorio. Scriveva Jhon Fante in Chiedi alla Polvere, romanzo ambientato Siderno, presunta nella Las Vegas criminale degli capitale della anni Trenta: «Il deserto aspettava ‘ndrangheta lì come un bianco animale della zona jonica paziente, in attesa che gli uomini morissero e le civiltà vacillassero come fiammelle, prima di spegnersi del tutto. Intuii allora il coraggio dell’umanità e fui contento di farne parte». Noi questo coraggio l’abbiamo avuto. Lo abbiamo. Lo ripetiamo ancora una volta. Senza una parola in pro o contro l’azione confiscante. E solo preoccupati della multilateralità dei suoi effetti sull’economia, sui pensieri, sull’immagine. Al camposanto è tutto pronto, mercoledì è festa dei morti. Ci recheremo a portare fiori ai trapassati con il sentimento che Siderno possa tornare a vivere. Che Siderno, onesta nelle sue radici, piante rampicanti anche nel presente, vive.

La ‘Ndrangheta siamo noi FERNANDO SAGADO osa pensano i Maori di noi? Un beneamato .. nulla. Non sanno nemmeno che esistiamo, così i lapponi, gli inuit. I sioux poi sono troppo alle prese con l'acqua di fuoco per occuparsi di Calabria. Non sanno nulla di noi nemmeno le società, economicamente, più evolute. Abbiamo un solo legame col mondo, la ndrangheta. Il nostro male peggiore è in realtà l'unica cosa che ci da visibilità agli occhi del mondo. Povero il nostro orgoglio, misero l'amor proprio che ci circola nelle vene. Abitanti di una terra sconosciuta, che forse neanche Armstrong dalla luna, ci fosse mai stato, ha visto. Si noi che ci alziamo e il primo pensiero è “come mi vedrà mia moglie, il mio vicino, il barista, il benzinaio .. cosa penserà il mondo di me?” Nulla, il mondo marcia anche senza pensare a noi, va avanti lo stesso. La sindrome da ombelico del mondo colpisce ogni territorio di periferia del pianeta, da noi lo fa in misura spropositata. Pensiamo di essere sempre sotto i riflettori e invece è solo il sole che ci illumina in modo spietato. Siamo piccoli esseri arroganti che si credono al centro dell'univer-

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so e indossiamo una maschera per sembrare più belli. Recitiamo da tanto di quel tempo da non rendercene più conto. Come ci rappresenta la letteratura, la televisione, la stampa? In nessun modo, se ne fregano di noi. Esistiamo solo quando è la ndrangheta a battere un colpo, allora prendiamo vita per il mondo esterno, viviamo. Per questo le diamo linfa, la gonfiamo a dismisura e quando, obiettivamente, le facce di tanti poveracci finiscono nell'obiettivo svelando la loro vera misura, accorriamo a spiegare. La ndrangheta non sono i quattro pecorai che finiscono in galera, la ndrangheta entra negli ospedali, nei tribunali, nelle caserme, nelle università, nelle imprese, nella politica, lì ci sono le teste pensanti, là si materializza la potenza e la pericolosità del mostro. Allora se la mafia non è quella stracciona che sola e sempre emerge dalle indagini giudiziarie, dov'è? Nella società, nella nostra società che è sistema mafioso, un sistema sociale basato sui rapporti di forza e non sui meriti. Ognuno si guardi dentro e si spieghi come è diventato sindaco, magistrato, medico, deputato, come è

La tragedia del crimine MATTEO RASCHELLÀ

ene pesanti per il venditore di cicoria Oppedisano, il trattorista Meleca, il cuoco di polpette Fragomeni e l'idraulico dei condizionatori Figliomeni. Altri e diversi anni di carcere li rischiano artigiani e contadini di tutte le specie. Il quadro che esce dipinto dall'inchiesta “Crimine” è quello di una 'ndrangheta umile e pittoresca, quasi penosa per alcuni tratti. Il contrario di quella organizzazione multilingue, manageriale e scaltra che le antimafia del mondo hanno descritto a colpi di relazioni e romanzi. Se il procuratore aggiunto Nicola Gratteri con le sue richieste di condanna ha tentato di punire l'intelligenza degli imputati, e la nostra, allora l'ergastolo sarebbe stato equo di fronte allo scempio di stupidità messa in campo da uomini di nnacamento più che criminali e di pancia più che di sostanza. Nei meandri oscuri di una lavanderia sotterranea si è consumata la tragedia del crimine, si è forse, e questo lo speriamo, spenta la fiamma di quella banda di personaggi quasi fumettistici che tra un “su l'onuri meu” e “cumpari mbivitivi cocchj cosa” hanno affossato la Calabria e alla Locride. Ma si tratta solo di nnacamento. Impavidi al punto da non considerare l'uso della tecnologia, quindi fuori tempo, passati, andati a male, acidi come la panna. Resta scollata dal significato di queste possibili condanne l'icona consegnata da chi certamente ne sa più di noi sulla malavita, fatta di boss che infiammano le folle, proiettano di se stessi un'immagine patinata da divi di copertina, per dirla banalmente un 'immagine vincente a cui le nuove generazioni, almeno quelle dei senza cervello, avrebbero dovuto rifarsi. Invece il depositario dei segreti del crimine è un venditore di cicoria, posizionato sulla sua lapa a cavallo tra Jonio e Tirreno con i capelli arruffati e le unghie nere dei campi. Il fascino della malavita. Adesso aspettiamo le condanne, quelle per le copertine dei giornali già le immaginiamo, quelle che dovrebbero segnare la verità per la dignità del popolo calabrese non osiamo pensarle. Prenderne 300 per colpire forse una cinquantina: speriamo non sia questa la verità storica di una Calabria meschina e sconfitta anche a cavallo tra crimine e giustizia.

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riuscito a farsi assumere nel posto che occupa, come si è laureato, quanti favori ha chiesto, quante volte ha scavalcato i diritti degli altri. Certo che la ndrangheta ci serve, per sentirci migliori, meno colpevoli. E la ndrangheta esiste, ma conculca solo la libertà dei più deboli, quella vera è solo militare, vive di soprusi, di violenza, ma non è la melassa pervasiva di cui si dice. La società mafiosa è il mostro enorme, e quella è costituita da milioni di persone, c'è in Calabria ma anche altrove, per questo c'è bisogno della mafia stracciona. Rassegniamoci noi calabresi, nessuno si accorge di noi perché la società mafiosa non fa notizia, per i riflettori serve la ndrangheta e grazie a Dio ce l'abbiamo, così continuiamo a poterci sentire l'ombelico del mondo, sperando che i pecorai non si stanchino di finire in galera e la smettano con i giuramenti di sangue. Arriverebbe il buio nella nostra terra e il nostro egocentrismo ne resterebbe distrutto.

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Sanità Indiscrezioni sulla nuova bozza dell'atto aziendale dell'A.s.p. n.5. Si salvano altri reparti all'ospedale di Locri

La metamorfosi di Crudelia S

CRISTINA BRIGUGLIO i preannunciano importanti novità per il futuro della Sanità della Locride. E finalmente si tratta di notizie positive per i cittadini. Sono state infatti apportate delle modifiche rilevanti all'organgramma dell'A.S.P. di Reggio Calabria, che migliorano sostanzialmente il piano aziendale precedentemente presentato dal Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Provinciale. All'ospedale di Locri toccheranno, in aggiunta a quelle precedentemente previste, tre strutture complesse (Allergologia, Urologia, Nefrologia e Dialisi) e nove strutture semplici (Broncopneumologia, Angiologia, Dermatologia, Terapia Inensiva, Chirurgia Oncologia, Chirurgia Mininvasiva, Istocitopatologia, Centro per l'endometriosi, Radiologia). La Squillacioti, nel

recepire le proposte e le proteste per scongiurare la spoliazione dell'ospedale di Locri di alcuni dei suoi reparti più importanti, ha dimostrato, dunque, buon senso. Quel buon senso che finora sembrava esserle mancato. Il nuovo Piano Aziendale verrà discusso lunedì a Reggio con il Comitato di rappresentanza dei sindaci dell' Asp n° 5, di cui Riccardo Ritorto è il presidente. Legittima la soddisfazione del primo cittadino di Siderno che nelle scorse settimane, unitamente agli altri sindaci della Locride ha incontrato la dott.ssa Rosanna Squillacioti, Direttore generale dell' Azienda sanitaria provinciale, proprio per discutere sulle problematiche delle strutture ospedaliere del comprensorio. Le modifiche alla bozza dell'atto aziendale sanitario rappresentano un'ulteriore vittoria per i sindaci della Locride, capaci, con la forza della loro unità, di piegare anche le streghe cattive.

A sinistra Pietro Crinò e Ilario Ammendolia. In alto Riccardo Ritorto. A destra Rosanna Squilacioti

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QUANDO LA CALABRIA È UN ESEMPIO Si svolgerà a Napoli sabato e domenica il primo incontro nazionale dei giovani democratici provenienti da tutta Italia. Presente il segetario generale del PD Luigi Bersani. La riunione dovrà mostrare ai giovani il volto di un Sud non rassegnato ma capace anche di buona amministrazione e di "buone pratiche". È stato invitato a parlare dell'esperienza del Comune di Caulonia, il sindaco Ilario Ammendolia. Il sindaco ha tenuto a ribadire la grendissima difficoltà in cui si trovano ad operare tutti i Comuni .

Focus

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Il sindaco Arena è stato un uomo circonferenziale, che ha confinato solo con se stesso

PASQUINO CRUPI

e andate su Google e cliccate sul nome di Demetrio Arena, avrete la conferma sconsolata di trovarvi di fronte a un uomo, che ha pensato solo e sempre ai fatti suoi, lungo le rotaie segnate dalla sua laurea in Economia e Commercio. Non una stilla del suo creativo sudore della fronte è stata spesa per il bene comune. Da quando ebbe la maggiore età a quando viene

so, ma ha accusato. Nobilmente accusato. Né il sindaco Falcomatà, e questo è un dato oggettivo, né il sindaco Scopelliti, e questo vero non è, hanno a che fare storicamente e politicamente con le finanze comunali in lutto, dce il sindaco per adozione. Dell’attuale disastro finanziario – dice ancora Demetrio Arena- recano la responsabilità i sindaci, che amministrarono la Città negli ani Settanta e Ottanta: alcuni dei quali

Il cieco di Reggio eletto Sindaco della città di Reggio Il dr. Demetrio Arena è stato un uomo circonferenziale, cioè ha confinato con se stesso, la sua famiglia, il suo ufficio accorsato di tributarista. Nel suo curriculum, perfettamente anemico sotto il profilo politico e istituzionale, siamo riusciti a cogliere, pur fra tanto travettismo, una scintilla che lo infiamma di luce imperitura – galeotta fu la biografia e chi la scrisse - per il suo tenace impegno nella lotta contro la criminalità nell’abito, senza corpetto antipiombo, di “Amministratore Giudiziario di imprese poste sotto sequestro - misure di prevenzione antimafia” e di “Consulente Tecnico d’Ufficio, su incarico dell’autorità giudiziaria, nell’ambito di procedimenti penali”. L’uno e l’altro incarico retribuiti, non trattandosi di lavoro nero. E, poiché una volta si deve morire, il dr. Demetrio Arena ha voluto alzare ancora di più il livello della lotta alla criminalità organizzata, partecipando “in qualità di relatore, esperto in gestione dei beni confiscati, a numerosi convegni sul tema della lotta alla mafia, alla presenza di importanti Ministri e rappresentanti istituzionali di alto livello”. Le parole uccidono più delle armi. Dispiace doverlo dire per questo atleta

L’adottato

L’ atleta della lotta antimafia non sarebbe uscito dall’ombra e non sarebbe stato destinato alle luci della ribalta, se il Governatore, istitutore del Modello Reggio, non lo avesse adottato come sindaco

Ama la Città. Di quell’amore incontenibile, che, stringendo, sempre più stringendo la creatura al petto, finisce con il soffocarla. Non con i baci, ma con i debiti. della lotta antimafia. Ma egli non sarebbe uscito dall’ombra e non sarebbe stato destinato alle luci della ribalta, se il Governatore, istitutore del Modello Reggio, cioè, del Modello Formaggio Reggino, con vecchia scienza pastorale lasciato pieno di buchi dove i topi han trovato rifugio, avidi di quel cibo, non lo avesse adottato come sindaco. E promotore ulteriore del Modello Reggio. Tale il dr. Demetrio Arena si disse e si propose appena eletto, più cieco d’una talpa. La quale ha il merito di essere cieca davvero. Il confronto tra uomini e bestie non sempre si conclude a favore del genere umano. Sapeva, in ogni caso, il dr. Demetrio Arena che l’impresa era immane. E a settembre del 2010 , mentre la Città splendeva del ritorno della Madonna della Consolazione, il sindaco per adozione, dr. Demetrio Arena, affidò alla Madre di Nostro Signore Gesù Cristo il suo mandato. La Madonna lo rimandò cortesemente al Gran Mittente, sapendo di non avere dimestichezza con i bilanci, soprattutto quando sono truccati. Ma il dr. Demetrio Arena è un noto tributarista e sa come orientarsi.

Soprattutto come giustificare l’enorme buco nero: 160 miloni di euro di disavanzo. Questa la cifra degli Ispettori del Ministero dell’Economia e del Ministero della Finanza, che hanno esaminato i bilanci. 80 milioni conforta a capocchia il dr. Demetro Arena, non risultando che egli si sia data la fatica di ripercorrere il viaggio nelle cifre degli Ispettori. Può anche darsi, come ci suggerisce la Signora Tilde Minasi (Vedi a pag. 5DIAVOLO NERO), che il sindaco Arena abbia un grande amore – c’è anche, però, l’amore perverso- per la Città. È sicuro, però, che non ha amore per la verità. Debbo fare una ritrattazione. Avevo pensato che il dr. Demetrio Arena non fosse nato con un cuor di leone. Semmai sospettavo in lui il cuore di un animaletto, specializzato nel lasciare peli dapertutto. Mi sono sbagliato. Egli ha esibito un cuor di leone nel Consiglio comunale del 21 ottobre. Da imputato s’è trasformato in accusatore. Non s’è dife-

morti, gli altri, ormai fuori dalla circolazione. Dunque, il Modello Scopelliti non ha potuto che essere modellato dai disavanzi pregressi. Nessuno, però, paventi disgrazie irreparabili. Reggio, oltre ad essere bella, è anche ricca. Gode d’un patrimonio immobiliare vastissimo e con la sua vendita i succedanei di Scopelliti recupereranno le risorse per pagare i debiti. È la nuova moralità finanziaria del sindaco adottato. Il patrimonio di tutti verrà utilizzato per pagare i debiti fatti da un uomo solo al comando. Inezie. Più che il risanamento, può l’amore. Omnia vincit amor. L’amore vince ogni cosa. Soffia l’amore nel cuore di Demetrio Arena. Non ci vogliono soldi per risanare. Ci vuole l’amore, L’amore della città, che viene prima di tutto. Prima della relazione degli Ispettori, prima dell’accertamento della verità e delle responsabilità. Un prius che le opposizioni non condividono, neanche con ogni probabilità di certezza, i 9 consiglieri della sua coalizione, assenti alla chiamata. Uomini che non amano. Come il sindaco adottato ama. Di quell’amore incontenibile, che, stringendo, sempre più stringendo la creatura al petto, finisce con il soffocarla. Non con i baci, ma con i debiti.

Un cuore di leone

Debbo fare una ritrattazione. Avevo pensato che il dr. Demetrio Arena non fosse nato con un cuor di leone. Semmai sospettavo in lui il cuore di un animaletto, specializzato nel lasciare peli dapertutto. Mi sono sbagliato

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IL PONTE TORNATRAI SOSPIRI La Camera dei Deputati approva un atto che impegna il Governo alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Questa è l'ulteriore conferma del fatto che avevamo visto giusto quando due mesi orsono, presentammo una mozione in Consiglio regionale con la quale chiedevamo la sospensione degli espropri in atto sulla sponda calabra. Firmato: Demetrio Battaglia)

Primo piano

CORSIVO 12

In Italia e in Calabria il PD non c’è

Congresso o conclave ?

Musi ci mette la firma ILARIO AMMENDOLIA a lettera del governo italiano all’Europa prevede di far pagare la crisi ai territori ed ceti sociali deboli. Dinanzi a ciò ci sarebbe bisogno di un forte partito democratico e popolare capace di capovolgere l’impostazione ad alla logica dei banchieri contrapporre uno sviluppo giusto, ed equilibrato. Basterebbe aprire gli infissi ed ascoltare il grido, a volte confuso al silenzio, che sale da ogni dove. Non è il grido di chi ci chiede una strada asfaltata, o la realizzazione d’una fognatura per quanto importanti. Ci chiede uguaglianza, la restituzione della dignità espropriata, la libertà negata E’ una voce forte di chi ci implora di parlare di politica con passione, con il cuore e con il cervello smettendo di ripetere formule coniate a Francoforte, a Cernobio, a Wall Street . Eppure questo partito non c’è. Non c’era certamente bisogno delle dimissioni di Musi per certificarlo. Adesso il caos è completo. E non c’è dubbio che la Calabria è il punto in cui il partito democratico si va sbriciolando con più celerità e purtroppo nella sinistra non esiste altro di serio. Un partito, pur rachitico sin dalla nascita, è diventato mummia e questa sta per diventare polvere. Dove ci dovrebbe essere un grande e forte partito, v’è solo un inutile “ammoino” , di chi si affanna senza meta. Molti vecchi generali, bravi nel contendersi a colpi di fendenti il potere interno hanno ceduto con incredibile slancio, le postazioni miracolosamente conquistate , all’avversario( si fa per dire), hanno alzato le vele e sono ormai lontani. Altri comodi lidi li

L

attendono. Siamo al centro di una “politica” dove ognuno parte da sé stesso, fa un giro di walzer, e ritorna su se stesso. In Calabria uomini e “partiti”diversi hanno garantito quasi mezzo secolo di assoluta continuità politica. Da questo irrisolto nodo nasce la crisi drammatica del partito democratico. Non mi fa piacere, così come mi mortifica l’idea che in questo momento fuori del pd non ci sia niente di credibile. Mancava e manca la Politica , mancano i punti cardinali. Dalla politica bisogna partire e non dal tesseramento o da vuote sezioni di partito o da generali senza esercito. Quando qualcuno pretende di dirigere un partito privo politica è come un cieco che si mette alla guida di un autobus. Facciamoci una domanda: perché una persona normale dovrebbe dare il suo tempo, il suo impegno disinteressato per il partito democratico? Perché siamo contro Berlusconi? Perché siamo contrari al governo Scopelliti? Troppo poco !Anzi “niente di niente” e per dirla con la regina di

cuore nel libro di Alice unica cosa “ davvero rilevante”! Eppure la storia, la gente comune chiede un grande , coraggioso e forte “partito democratico”. C’è bisogno come l’aria d’un partito capace di riproporre temi antichi ma sempre attuali e che richiedono una forte discontinuità. Un solo esempio, il giovane disoccupato di uno dei nostri paesi, dove se ne trovano a centinaia, ha dinanzi a se tre scelte: rassegnarsi alla disoccupazione, diventare gregario di qualche personaggio burocrate o politico( forse con il primo vi sono più possibilità di successo), o organizzarsi con cento, mille giovani nelle sue stesse condizioni e impegnarsi per un mondo che non produca disoccupati e disperati. Da ciò nasce un partito e si apre un varco alla speranza, alla iniziativa concreta, alla militanza. La crisi ha messo a nudo l’irrazionalità del mondo che ci circonda. Irrazionalità percepibile ovunque ma soprattutto in zone come la Calabria. Da questo difficile momento si potrebbe uscire con poteri forti ancora più forti ed intoccabili e con i ricchi ancora più ricchi ed deboli ancora più deboli. C’è profonda angoscia per il futuro soprattutto in zone come la Locride, senza un partito organizzato il rischio di tensioni e di rotture violente non è da escludere. Sarebbe tragico. La sinistra è nata per indirizzare il corso della storia verso uno sviluppo che contemperi l’uguaglianza, la libertà, la giustizia sociale. Un partito di speranza e di lotta di cui si sente un grande bisogno.

RODERIGO DI CASTIGLIA l Pdl , in grave fibrillazione per le sorti , ormai non più magnifiche e non più progressive, di Silvo Berlusconi tenta di darsi una struttura organizzativa. La via, come la storia detta, è quella della riorganizzazione attraverso i congressi. Ma, fin da ora, ritengo che questo rimedio sia peggiore del male cui si vuole porre riparo: la monarchia assoluta del prigioniero di Palazzo Arcore. Non ci sono stati e non ci saranno congressi liberi di decidere. C'è sempre stato un apparato che grava., enon solo nel Pdl. C'è che queste assisi sono imbottite di congressisti, già schierati e determinati dai Signori delle tessere. Un tempo, tale situazione riguardava i partiti di governo, danarosi per eccellenza. Da qualche tempo, il contagio è esteso anche ai partiti antiberlusconiani, come, ad esempio, il Pd. Ma qui intendo discorrere del congresso provinciale- quello regionale sarà una copia- del Pdl, che ha la sua prima mossa- è chiaro,nel tesseramento. Chi dovrebbe promuoverlo? Naturalmente il Pdl? Non è così. Sotto l'alto comando del Governatore Scopelliti possono promuoverlo anche le liste cocacola: Lista Scopelliti, Reggio Futura, Sud. E che cosa c'entrano con il Pdl? I rappresentanti di queste liste sono alleati del Pdl, ma non sono il Pdl. Considerate, poi. Nel Consiglio regionale la Lista Scopelliti ha un gruppo, formato da due consiglieri regionali, ciascuno dei quali munito di un contributo di 50mila euro l'anno. Il gruppo, in quanto tale, gode d'un contributo di 200mila euro. Sommate. Fanno 300mila euro. Se togliete le spese per offerta di caffé, pranzi, cene ( ma sappiamo che l'ex socialista Imbalzano è parsimonioso), restano migliaia e migliaia di euro per comprare e consegnare tessere proclivi. Dove vai, Pdl? Lo diremo da qui a poco. Considerate ancora. Ci sono le alleanze, come in ogni congresso, d'altronde. Ecco, Gigi Fedele, attuale capogruppo del Pdl alla Regione, si era lodevolmente battuto perché il giovane pianoto Pedà fosse il candidato piddiellino alla presidenza della Provincia. Trovò sbarrato il cammino dalla volontà di Nino Foti, coordinatore provinciale del Pdl, schieratosi dalla parte di Peppe Raffa, una persona per bene. Ma ora i nodi vengono al petto. Siccome è arduo decapitare Peppe Raffa, si devono fare barba e capelli a Nino Foti. Nasce la sacra alleanza, con premi successivi, tra Scopelliti e Fedele. Non ci sarà un congresso, ma un conclave. Dove per la prima volta i cardinali, guidati dallo spirito di Scopelliti, sceglieranno concordi il piccolo papa della provincia di Reggio. Andrà così? Alfano è un Angelo. Ma di chi?

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Locride VERTENZA ACQUA

LA COLONNA DI ERCOLE

Tutta colpa di Attilio n’entità super galattica sta garantendo ai locresi ciò che neppure al Nazareno riuscì con i palestinesi: «Brava gente, ma pur sempre figli di Adamo ed Eva», si diceva camminando oltre Betlemme con lo sguardo rivolto al padre. Ventuno secoli dopo tra Locri e il paradiso per i locresi, molto probabilmente, non saranno più necessarie né propedeuticità battesimali, né purghe. C’è una condizione affinché la super galattica entità, pur non garantendo l’eternità, ma osando oltre Dio, può donare agli abitanti della città di Locri almeno tre secoli di vita ulteriore. Per esclusione infatti questi cittadini a differenza di quelli del resto del mondo, sono senza peccato originale che, direttamente per eredità, basta e avanza tutto in Attilio Cordì, facile obiettivo di pietre scagliate beatamente. Tutta colpa di Attilio, dal dissesto finanziario del municipio, allo scannamento di porchette nere, cuccioli di legalità abbronzati nelle alture del reinserimento voluto da Prefetture e parrocchie. Abbiamo davanti una sorta di smentita della proprietà distributiva: « In una moltiplicazione il risultato non cambia se scomponiamo un fattore nella sua somma e lo moltiplichiamo per l’altro fattore. Provate a scomporre Attilio Cordi in Attilio + Cordi e moltiplicatelo per il luogo d’origine. In questo caso il risultato cambia totalmente. In Calabria infatti i conti parlano da soli, nonostante un mio vecchio amico sostiene che a volte lo fanno anche i matti.

U

Dopo una settimana di fuoco il comune di Sant’Ilario e la So.Ri.Cal trovano l’accordo inalmente raggiunto l'accordo tra il comune di S. Ilario dello Ionio e la So.Ri.Cal. riguardo alla vertenza in corso negli ultimi mesi per la stipula della nuova convenzione per l'erogazione dell'acqua potabile. L'incontro si è svolto stamane, in Prefettura a Reggio Calabria, tra i rappresentanti del comune di S. Ilario dello Ionio, il sindaco Pasquale Brizzi, la segretaria comunale Donatella Palmisani e il legale dell'ente Francesco Pelle, e i rappresentanti della So.Ri.Cal. nelle persone della delegata Angela Tarantino e del legale della società, avvocato Prisco. Il tavolo delle trattative, convocato con celerità dal Prefetto, su esplicita richiesta di intervento da parte del sindaco Brizzi, dopo l'ennesima riduzione del servizio da parte della società, e presieduto dal delegato del Prefetto stesso, Campolo, ha infatti portato a un accordo, con il rinnovo di una convenzione ritenuta equa da entrambe le parti. Già nella tarda serata di ieri, dopo la presa di posizione del Prefetto, nella Marina di S. Ilario era stato ripristinato il servizio. La Marina era infatti l'unica zona, in questo caso, a patire il grave disagio, perché gli acquedotti delle altre aree della cittadina ionica erano stati fisicamente presidiati dal sindaco e dai cittadini per impedirne l'accesso ai dipendenti della So.Ri.Cal.

F

«Siamo profondamente grati a Sua Eccellenza il Prefetto per la rapidità della risposta e per aver agevolato il raggiungimento dell'accordo - dichiara il sindaco Pasquale Brizzi -. La scelta di agire, tra l'altro in maniera illegittima, attraverso la riduzione dell'erogazione del servizio, avrebbe prodotto in breve gravissime conseguenze sanitarie con non indifferenti riflessi sull'ordine pubblico. Ringraziamo, perciò, ancora la Prefettura, per aver compreso l'urgenza e la gravità della situazione».

I veri cacciatori non sono bracconieri! Lunedì 17/10/2011 grazie alla segnalazione del Sig. Bruno Garreffa, cacciatore, è stata recuperata dalla Vigilanza Venatoria dell'ATC, in agro del comune di Ardore, località Piani D'Area, una poiana ferita. Quest'uccello rapace, simile una piccola aquila, con apertura alare che va dai 110 ai 130 cm, vive in ambienti molto vari, in Calabria in zone aperte con pascoli, praterie o coltivi, purchè alternati a boschi dove possa nidificare, generalmente in collina e media montagna, fino a 1800-2000 metri di quota. Nonostante la protezione legale, la poiana paga annualmente in Italia un pesante tributo al bracconaggio durante il periodo di caccia. Per fortuna esistono anche i “cacciatori buoni”, quelli sensibili, attenti alla bellezza della natura ed al rispetto delle normative, come il sig. Garreffa, il quale, avvistando la poiana in difficoltà e ferita, ha provveduto immediatamente a contattare l'ATC RC2. Il Presidente dell'ATC, Giuseppe Angiò, naturalmente ha allertato il responsabile delle GG.VV. Diego Cara affinchè il selvatico venisse condotto presso la Sede dell'ATC RC2. Successivamente l'ATC stesso, ha provveduto a informare la Polizia Provinciale di Reggio Calabria alla quale la stessa è stata affidata il 18/10/2011 per il ricovero presso il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici ) di Catanzaro. Marilene Bonavita DOMENICA

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PREMIO TRAPEZOMATA 2011 S.E. Mons. GIUSEPPE FIORINI MOROSINI, Arcivescovo Diocesi Locri - Gerace, ha ricevuto il premio culturale “Trapezomata 2011”, per essersi distinto nello scenario del sociale in Calabria al punto da essere, per le nuove generazioni, esempio concreto di autentica capacità ed operosità.

La rivolta dei fedeli a Riace H a scatenato una bufera la decisione del vescovo di Locri di trasferire padre Salvatore Monte da Riace a Siderno Superiore. Il religioso appartiene alla congregazione missionaria degli scalabriniani che hanno come vocazione particolare quella di “accompagnare i migranti, ai quali sono inviati, per annunciare loro specialmente agli ultimi - il mistero della salvezza”, come si legge dai documenti costitutivi della congregazione. Una storia, quella degli scalabriniani, che parte da un’intuizione lungimirante: quando gli italiani a frotte lasciavano la loro terra in cerca di fortune lontane, Scalabrini fu tra i pochi a rendersi conto che quel fenomeno avrebbe caratterizzato anche i secoli successivi. I sacerdoti di monsignor Scalabrini cominciarono a partire insieme agli emigranti, ad assisterli durante i lunghi viaggi, a prestare soccorso e sostegno a chiunque si trovasse sulla loro strada, e così fanno ancora oggi, senza badare alle differenze di cultura, fede ed

MAMMOLITI E LA DEPUTATA LAGANÀ FANNO ENTRAMBI DUE PASSI AVANTI

È

vecchia regola che si fa fronte unico contro il nemico comune. Pino Mammoliti, che voleva sbranare la deputata Laganà, e la deputata Laganà, che malgradiva d'essere divorata da Mammoliti, in occasione del Consiglio comunale aperto, tornano insieme nello slancio ideale e nell'azione volitiva contro il passato amministrativo di Locri. Bellissimo. Sempre bello quando scoppia la pace nel Pd, sempre in guerra viscerale. Ma dobbiamo ricordare. Pino Mammoliti è stato per quattro anni consigliere comunale, e non ci risulta che abbia dato battaglia contro il “malcostume” finanziario. Maria Grazia Laganà è nativa di Locri, ha operato nell'ospedale di Locri, è fiorita deputata sui crisantemi del marito, Francesco Fortugno, e nell'aula del Consiglio comunale di Locri avanza la sua augusta presenza dopo sei anni. Parce sepultis, dovrebbe essere la linea direttiva di chi vuole seriamente governare, senza impoltronire nel mestiere di scaricabarile. Poiché il nostro sospetto è che ci sono morti, più vivi dei vivi, e ci sono dei vivi, più morti dei morti. O non è così, per fratello Mammoliti e per sora Maria Grazia Laganà?

etnia. Padre Monte è missionario in Calabria da molti anni ed è arrivato nel “paese dell’accoglienza” un anno fa dopo essere stato a Stilo ad affiancare il suo confratello padre Zefferino Parolin. Ma i fedeli di Riace sono contrari al suo trasferimento e hanno iniziato una raccolta di firme. La petizione sarà consegnata al sindaco Lucano che è intenzionato a organizzare un’assemblea pubblica per discutere dell’argomento. La battaglia si preannuncia lunga e difficile, anche perché è la prima volta che nella Diocesi di Locri-Gerace si verifica un episodio del genere (in passato è successo il contrario, alcuni fedeli avevano chiesto al vescovo di trasferire un parroco non ben accetto). Se Mons. Giuseppe Fiorini Morosini non tornerà sulle sue decisioni, il sacerdote scalabriniano all’inizio di novembre dovrà lasciare Riace e interrompere le attività pastorali intraprese con i fedeli della parrocchia, con le associazioni giovanili e con i migranti.

BANDITI A BOVA MARINA

E il prefetto non può stare a guardare Affrontiamo la questione con i guanti. Tanto la materia è nauseabonda. C’è a Bova Marina, non nel Katanga, un sindaco, il dr. Giovanni Squillaci, che, essendo rimasto a lungo impunito, ritiene di poter tutto e di poter disfare tutto. Faccio un po’ d’esempi. Scompaiono le risorse finanziarie per la costruzione dell’AISMI. Nella rete della giustizia non incappa. Incappano i tecnici. Si rafforza nel pettoruto sindaco, dr. Giovani Squillaci, il sentimento dell’impunità. Ma c’è sempre tempo. Un consigliere comunale, il prof. Nuccio Altomonte, eletto nella pregiata trasparente lista del dr. Giovanni Squillaci, finisce in carcere con altri e in primo grado è condannato per un buon numero di anni . In altro luogo e nella medesima situazione, il Prefetto avrebbe sciolto il Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. Non succede niente. Si rafforza, una volta di più, il sentimento dell’impunità del sindaco. E , a dimostrazione del suo candore democratico, il nativo di Roccaforte in quanto sindaco si costituisce parte civile contro gli arrestati, notoriamente suoi elettori. Una bella recita. Ma l’attore ha dimenticato di mettersi la maschera. Un attore gigantesco che occupa tutta la scena con il berretto a sonagli in testa. L’epilogo è dei più infausti. Il sindaco Giovanni Squillaci, che è stato in grado di mettere insieme ,nei pochi anni di vita amministrativa, il record della maldicenza, dell’insinuazione, della volgarità, della negazione dei diritti della minoranza, dell’offesa insulsa e gratuita, è riuscito a superare se stesso. Egli ha compiuto l’opera grande e superba che nessun sindaco è stato capace di realizzare: la Commissione prefettizia d’accesso agli atti amministrativi. E quando mai a Bova Marina? Mancava il grattacielo al suo onorato corso amministrativo da cui non gli auguriamo d’affacciarsi , dato che non soffre di vertigini. Ci è pervenuto con la manigolda idea di cambiare la composizione del Consiglio , cioé, di scakzare la volontà popolare, con il tentativo di attivare la decadenza dei consiglieri comunali, assenti per almeno 3 sedute. Questo 27 ottobre era stato convocato il Consiglio comunale . Bisognava prendere atto della reintegrazione del consigliere Giuseppe Panzera, fatale per la continuità della maggioranza, non più tale. Il sindaco, senza dichiarare aperta la seduta, sconvoca il Consiglio e, come un bandito, che ha da portare con sé la refurtiva, con altri banditi, compreso il Segretario comunale , scappa via. Comprendiamo. È il gesto estremo d’un disperato, d’un pertubatore dell’ordine pubblico, d’un provocatore, d’un moribondo che non vuol morire, d’un uomo senza dignità e senza decoro, del quale si prova schifo solo a parlarne. Come l’ibis, uccello egiziano, che mangia, s’addormenta, è incollato al ramo dalle sue liquide feci e di esse muorendo sudicio. Se fossi obbligato a scegliere tra l’egizio uccello e il sindaco di Bova Marina non avrei dubbi. DOMENICA

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A proposito

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L’analisi

Un excursus sulle opere incompiute e sugli sprechi della città

SPRECHI REGGINI

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ANTONIO CORMACI

risi economica, "opulenza urbana", austerity, riqualificazione, sprechi, città metropolitana, sono questi termini del tutto incompatibili tra di loro. Una città che non ha mai saputo usare la sua grande eredità storica e culturale. E pensare che l'imperatore Caligola aveva fatto della greca Reghion un potenziale centro dell'Impero romano, un porto di dimensioni colossali, destinato ad oscurare quello di Ostia. Ma la morte fermò questi propositi. Oggi cos'è Reggio? E' una "perla ai porci", parlando non solo evangelicamente. Nel 2011 sono più i rimpianti che i vanti. Facciamo un breve excursus. Partiamo dal centro storico della Città. Di certo, la patata bollente è rappresentata dagli scavi di piazza Italia, fermi da quasi cinque anni, che sono l’esempio più degradante dell’incapacità di pianificazione urbanistica delle amministrazioni susseguitesi negli anni. Gli scavi sono fermi per mancanza di fondi, e con la gravissima situazione del Museo – che secondo un articolo recentemente uscito sull’Unità ha davanti a sé un futuro tutt’altro che roseo (si pronostica un ritardo d’apertura in termini di anni) -

EX HOTEL MIRAMARE Oggi è un palazzo... abbandonato. Il Comune voleva acquisire la struttura per delle cifre davvero irrisorie, e adesso giace come semplice monumento, bello da vedere ma inutilizzato.

dipingono un quadro desolante della politica gestionale dei beni archeologici. Questione che meriterebbe un’analisi ben più approfondita. Circa il Museo, basti sapere che i lavori sono fermi perché la ditta costruttrice, di razza toscana, è fallita, e i fondi statali, voluti dall’ex ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, non bastano per completare l’opera che necessitava solo di qualche ultimo ritocco. Sul lungomare Vittorio Emanuele abbiamo il maestoso palazzo dell’ex hotel Miramare. È un palazzo che comincia a sentire il peso degli anni, abbandonato, ma che aspetta lì, come per sensibilizzare chi passa con la sua bellezza e il suo fascino. Il Comune voleva acquisire la struttura per delle cifre davvero irrisorie, e adesso giace come semplice monumento, bello da vedere ma inutilizzato. Tale inerzia è davvero paradossale se si pensa che il Comune stesso ha acquistato il plesso dell’Italcitrus, nei pressi della zona industriale, a delle cifre esorbitanti che ha fatto ricredere la stessa Corte dei conti, che qualche hanno fa aveva speso parole positive per il bilancio del Comune di Reggio. Investire denaro per una riqualificazione di uno dei palazzi storici più importanti della città? Non è usanza reggina. Situazione analoga si è verificato con il

EX ROOF GARDEN Una cicatrice sul volto della via marina. Ci si chiede come il Comune, in tutti questi anni, non abbia saputo formulare un’offerta adeguata per l’acquisto di questo edificio. DOMENICA

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Reggio Calabria, una città che non ha mai saputo usare la sua grande eredità storica e culturale. E pensare che per l'imperatore Caligola,...aveva fatto della greca Reghion un potenziale centro dell'Impero romano, un porto di dimensioni colossali che avrebbe oscurato quello di Ostia...Misteri reggini e leggende metropolitane per nascondere i veri fantasmi della situazione, coloro che siedono a palazzo San Giorgio celebre caso del “Girasole”. Il comune ha rifiutato, mesi fa, una colossale offerta di acquisto da parte dell’ASL per concentrarsi poi su un investitore locale che ha offerto quasi meno della metà della prima offerta. Misteri reggini. Proseguendo con il nostro catalogo degli sprechi e delle opere incompiute disseminate nella città, focalizziamo l’attenzione sul nuovo Palazzo di giustizia, il re degli sprechi. Il progetto, tecnicamente parlando, è e sarà un vero e proprio vanto per la Città. La firma infatti è di quelle buone, Manfredi Nicoletti, grande architetto dei nostri tempi. L’opera però, concepita dall’amministrazione Falcomatà che, ed è bene precisare, ne finanziò i 2/3 (1/3 l’amministrazione Scopelliti) non è stata immune da ritardi e interruzioni. Probabilmente, verrà consegnata nel 2012, con quasi tre anni di ritardo. Visto che in una città, come quella di Reggio, è bene avere un polo giudiziario che possa godere di strutture adeguate, non era meglio investire denaro in altro? Carceri, ad esempio? Oppure favorire l’associazionismo con la costruzione di centri sociali e strutture di integrazione e incontro? L’idea aveva preso piede sei anni fa e si era localizzato un progetto di costruzione di un centro sociale sul lotto accanto a piazza del popolo, ma la scoperta di

PALAZZO DI GIUSTIZIA Il re degli sprechi. Il progetto, tecnicamente parlando, è e sarà un vero e proprio vanto per la città. L’opera però, ... verrà consegnata, nel 2012, con quasi tre anni di ritardo

preziosi beni archeologici di epoca medievale ha ritardato i lavori della struttura, e adesso ci troviamo con una struttura incompiuta e con dei beni archeologici abbandonati e non adeguatamente protetti. Un vero e proprio mostro urbano. I casi da analizzare sarebbero tanti altri. Uno su tutti l’ex Roof Garden, una cicatrice sul volto della Via marina. Ci si chiede come il Comune, in tutti questi anni, non abbia saputo formulare un’offerta adeguata per l’acquisto di questo edificio, di proprietà di un noto imprenditore reggino, che potrebbe dare tanto alla Città e che potrebbe essere una validissima sede di mostre e quant’altro, un trampolino di lancio per una parolina magica non molto di moda: cultura. E che dire il misterioso caso della “casa dei fantasmi”, alias l’ex pastificio Costantino, nonché sede e capolinea del vecchio tram pre-terremoto? L’edificio, centralissimo, era stato considerato come una potenziale sede di teatri e sale culturali. Privati e Comune non trovano un accordo per un acquisto? È colpa degli spiriti maligni che vi albergano. Che questi fantasmi non indossino giacca e cravatta? Misteri reggini e leggende metropolitane per nascondere i veri fantasmi della situazione, coloro che siedono a palazzo San Giorgio.

IL MUSEO I lavori sono fermi perché la ditta costruttrice, di razza Toscana, è fallita, e i fondi statali, ..., non bastano per completare l’opera che necessitava solo di qualche ultimo ritocco. DOMENICA

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COLLABORATORI Gioacchino Criaco, Lele Nucera, Filippo Todaro, Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Benjamin Boson, Nik Spatari, Maria Giovanna Cogliandro, Angelo Letizia, Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio, Mario Labate, Franco Crinò, Ruggero Brizzi, Marco Andronaco, Isabella Galimi,Maria Teresa D’agostino, Giovanna Mangano,

In redazione CRISTINA BRIGUGLIO MATTEO RASCHELLÀ Responsabile dello sport ANTONIO TASSONE Art Director PAOLA D’ORSA Impaginazione EUGENIO FIMOGNARI

L’OPINIONE

Lettere, note e schermaglie Il Grand Hotel Miraramare e il dissesto economico del comune di Reggio

S

ANTONIO LATELLA

IL BRIZZOLATO

di RUGGERO BRIZZI

Domenica, non è stata Domenica Dopo il calcio dilettantistico, nessuna birretta con gli amici. La tv era spenta al bar e non si commentava neppure la rimonta del Milan, né si chiedeva al gestore di accenderla quella tv. Nessuno scherzava. Nessuno prendeva in giro l’avversario di turno del fantacalcio. Il bar è frequentato da ragazzi, ognuno dei quali con un masso di precarietà addosso. Tutti amici. C’era un silenzio assordante nelle quattro mura dove crescono le più belle conoscenze. Un silenzio che quasi urlava la mancanza di qualcuno di loro. Domenica sembrava che lo conoscessimo tutti Marco Simoncelli e che le lacrime che volevano uscire fuori tremende e furiose non uscissero per qualche orgoglio calabromasculino da uomo forte da bar. E lo stesso in famiglia. E sul lavoro. E in città. Marco Simoncelli era l’assolo di Hendrix in “Little Wing” come omaggia il sito di Radio Virgin (con cui il buon Sic collaborava). Era un ragazzo di provincia che poteva scegliere di vivere nei paesi più belli del mondo, ma aveva deciso di stare a Coriano (10 mila abitanti). Era un ventiquattrenne umile e dalla faccia simpatica completamente coinvolto nei valori familiari che nessuno dei vecchi benestanti riesce a mantenere. Era un esempio di volontà e passione. Marco Simoncelli, senza retorica, era uno da birretta con gli amici al bar della sperduta provincia italiana. Ciao Sic. Uno di noi.

i infiamma la polemica sul caso Miramare. Leggiamo: “La notizia relativa al pignoramento dell'Hotel Miramare, la splendida struttura liberty degli anni venti del secolo scorso, fino ad oggi di proprietà del Comune di Reggio, evidenzia in maniera cruda la realtà di un enorme disastro economico e di una colossale voragine finanziaria provocati negli anni della giunta Scopelliti e del PDL, a tutto danno delle casse del Comune e quindi di tutti i reggini. “A questo punto non ci sono più scuse, alibi o puerili tentativi di nascondere la verità più volte denunciata: il Comune di Reggio è in totale dissesto finanziario al punto che si arriva alla umiliazione del pignoramento di uno degli ultimi “gioielli di famiglia”, vale a dire il glorioso e stupendo Hotel Miramare. Ciò significa che la situazione è ormai una via senza ritorno. .”ll pignoramento dell'Hotel Miramare rappresenta l'ultimo atto di una serie di vicende che hanno evidenziato lo stato

LOQUI E SPROLOQUI di

comatoso delle casse comunali. Rispetto a tutto ciò, il sindaco Arena e la sua giunta non hanno sentito il dovere morale di affrontare con franchezza la situazione, a partire dalla tanto auspicata operazione-verità, la sola che avrebbe permesso alla città di conoscere a quanti centinaia di milioni di euro ammontano i debiti del Comune. “Al contrario il PDL e i suoi satelliti non hanno fatto altro sinora che negare l'evidenza; peggio ancora, si sono prodigati nell'offesa e nel dileggio nei confronti di tutti coloro che hanno denunciato, con giusta ragione, il sostanziale default del Comune di Reggio. Che faranno adesso? Arriveranno a dire che il pignoramento dell'Hotel Miramare è un fatto positivo e benefico per la città? Ormai non ci stupisce più nulla, niente e nessuno. Una cosa è certa: Reggio è come il Titanic, si trova, senza via d'uscita, in mezzo ad un'enorme tempesta che, nei fatti, può rappresentare la disfatta definitiva della città e degli attoniti reggini.

FILOMENA CATALDO

BEVIAMO, MIRSILO È MORTO! Dall’antichità ai tempi moderni e contemporanei non stupisce (e come potrebbe!) l’euforia per la caduta dei Tiranni!Si è parlato di rispetto per la dignità dell’uomo e del corpo, di vilipendio gratuito, di violenza incondizionata e bisognerebbe chiedersi come mai in tanti anni di soprusi verso innocenti, nessuno si sia mai chiesto tanto. Si è parlato di malsana diffusione delle immagini e su questo possiamo concordare, nonostante il diritto all’informazione. Tutto ciò in occasione della caduta di Gheddafi. Un altro tiranno che lascia il posto all’incertezza degli assetti internazionali, ai drammi dei labili e scarni equilibri, alle conseguenze di una storia che sembra – inesorabile – consegnare il suo resoconto.

Nel nostro Paese c'è poco senso civico, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle regole del codice della strada e i parcheggi. Ma questo cartello potrebbe essere una soluzione? La mamma di un bambino diversamente abile

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HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia, Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola, Sara Caccamo.

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RISPONDE il direttore

KAPPADUE

Il mondo è bello, cioè è brutto

ALZIAMOLI I TONI... MONSIGNORE

Il mondo è bello, la vita è bella ma non voi politici sadici avidi egoisti ci avete sfruttati fin dalla nostra nascita rendendo la nostra vita cupa, avete succhiato il nostro sangue arricchendovi e con le nostre fatiche siete diventati padroni del mondo. Gli schiavi sono sempre stati cibati e rifocillati per potere rendere nel lavoro dei loro padroni, ma adesso ci state togliendo anche il pane e ogni qualvolta muoviamo un dito contro il vostro imperialismo gridate al delinquente ma chissà chi è il delinquente. I benestanti stanno sempre dalla parte di chi li mantiene a sua la sovranità è sempre della maggioranza del popolo, è inutile recriminare i scioperanti di Roma o di altre manifestazioni, perché ognuno ha diritto di manifestare il proprio sdegno contro i governi tiranni e autoritari e qui il nodo è arrivato al pettine o i governi mondiali cambieranno strategia riconoscendo i diritti umani della popolazione, oppure credo che nel mondo si scatenerà una guerra infinita e purtroppo sanguinaria meno che i sostenitori di questo sciopero. Arresteranno e ammazzeranno tutti i ribelli delle loro mansioni ma credo che ciò sarebbe una sconfitta anche per loro perché si capisce bene che la loro ragione e soddisfazione è proprio quella di vedere soffrire la fame al resto dell'umanità come nei tempi remoti, però credo che questi affamati non resteranno mai con le mani in mano ad aspettare il sacrificio della loro esistenza. Così l'occidente politico ha provocato una crisi indecifrabile del mondo del lavoro, ma se il lavoro non esisterà più che cosa governano questi governi? Governeranno solo le pensioni misere di chi ha avuto la fortuna di arrivare alla pensione. Ma qui risulta che i pensionati spendano tutto che va incamerato nei conti miliardari dei soliti facendo sparire chi sa dove questo ricavato e fino a quando riuscirà questo scempio non si sa dopo dove prenderanno le migliaia di euro per continuare a pagarsi gli esosi stipendi dalla loro avidità i pappagalli della costa? Non è a dire che con le invettive si cambiano le cose, anche quelle più vicine a noi. Ma vale la pena indignarsi. Finché c'è indignazione, c'è speranza.

MAZZINI CAMALEONTE? Sono un assiduo lettore del suo giornale LA RIVIERA, dove ho avuto la fortuna di leggere dai suoi collaboratori delle personalità che fanno sempre più grande la nostra amata terra di CALABRIA. Leggo dei grandi intellettuali come ci sono, che tutti ci invidiano e , mi domando, visto che, ci troviamo in un periodo drammatico in questa Italia scassata da tutte le parti? E ancora i nordici ci umiliano quattro zotici di lumbard che vogliono dividere l'Italia, Dovremmo essere noi, sudisti, a pigliarli a calci , così vendicheremo tutto il sangue che ancora scorre in tutti i paesi del sud. Per la festa del 150° anno dell'unità d'Italia, , per noi è un gior-

no di commemorazione dei nostri fratelli che sono stati massacrati dai piemontesi ladroni, che, ci hanno rubato tutti i nostri beni diciamo, una volta per sempre a questi ladroni assassini, che non proviamo neanche pietà per bambini, vecchi che ancora, da tutti i paesi del sud ancora esce sangue dalla terra dei nostri avi. Ill.mo Direttore, diciamo attraverso La Riviera chi siamo noi del sud, che abbiamo dato la civiltà a tutto il mondo,

diciamolo ai LUMBARD, che non sanno la storia del nostro Paese. Sig. Direttore, togliamo dalle nostre strade intitolate ai truffatori assassini il nome di Cavour, Garibaldi, mercenari, Mazzini, camaleonte, Re Vittorio Emanuele, pupazzo. Togliamo i nomi dei traditori come Lafarina, Sgrò e mettiamo i nomi di Marturano, Crocco etc. Cordialmente Totò Rotolo.

Caro Rotolo, cerchiamo di non esagerare nella polemica sul Risorgimento incompiuto nel Mezzogiorno e in Calabria. Se vogliamo essere creduti, dobbiamo essere credibili. E facciamo ridere i poli quando tu scrivi che Mazzini era un camaleonte e Lafarina un traditore. Ci sono, poi, tante vie da intitolare. Che bisogno c'è di cancellare e sostituire?

Ritratti *

di Diego Cataldo

MARÒ D’AGOSTINO Designer Artista contemporanea, illuminante nella creatività e geniale nella ricerca. Porta con se una grandissima esperienza artistica e culturale, fondamentale e di riferimento per giovani creativi, attenta osservatrice dello sviluppo artistico e culturale del territorio. Nel suo glamour raffinato sta tutta la ricchezza del suo prezioso contributo culturale che trasporta e affascina anche chi non la conosce.

di RUGGERO CALVANO

Non ho nulla contro Dio, semplicemente non ci credo, per limiti miei o per l'opera del maligno. Vorrei, però, che ci fosse, pagherei pure. Sarebbe la fine del mio dramma esistenziale. Che bello tutti fratelli, e tutti figli di un padre immenso e misericordioso. Purtroppo, nonostante i fiumi di vino e le colonne di fumo non sono riuscito mai a trovarlo. Questo non mi toglie il rispetto per chi ci crede e il riguardo per chi lo venera e ne tesse le lodi dai pulpiti. Ho un'ammirazione esagerata per quanti, tantissimi, in suo nome professano la pace e alleviano nel mondo le pene dei loro simili. Non sono anticlericale, ma l'ipocrisia dei clerici qualche volta diventa insopportabile. Sembra che i sacerdoti dell'Onnipotente facciano di tutto per tenere fuori dall'ovile le pecorelle smarrite. Questo accade spesso quando sotto il saio si nasconde il lupo cattivo. Esco dalla filosofia e vado a Bivongi dove, pare, il lupo ha ghermito l'ennesimo agnello. La Chiesa invece di scacciarlo l'ha trasferito il altro ovile, dove fra un po', magari, scannerà un altro agnello. Le pecorelle hanno belato forte, indignate e impaurite. Il pastore nostro, quello di Locri, ha chiesto di abbassare i toni, riflettere e pregare. E io che sono un senza Dio invece urlo. Memore del tono alto che il monsignore ha utilizzato a Polsi: “non c'è posto per i cattivi nella Chiesa” elencando gli esclusi. Io, ovviamente incluso nella lista, non ci potrò mai entrare. Fossi stato un orco con il saio non ci sarei mai uscito. Non voglio entrare in Chiesa, sto bene nel mio inferno, ne ho di colpe da pagare. Ma agnelli non ne ho mai sbranati, e se qualcuno mi dicesse di stilare una lista del male in cima ci metterei i lupi cattivi. Se fossi un pastore, gli orchi li caccerei a calci dagli ovili e non chiederei il silenzio ma urlerei l'orrore.

Il popolo meridionale alzi la voce! GIUSEPPE GANGEMI Lo scorso 8 agosto in piazza Duomo a Reggio Calabria ho ascoltato i giudici Nicola Gratteri e Ferdinando Imposimato intervistati da Michele Cucuzza durante la manifestazione “Legalitalia” organizzata dalla Fondazione Antonino Scopelliti e dal Movimento Ammazzateci Tutti in occasione del ventesimo anniversario dell’omicidio del giudice Scopelliti. Ho condiviso gran parte degli argomenti, tranne la considerazione di Gratteri che la criminalità mafiosa ha reso più povero il Meridione. La mafia compie molti misfatti ma il responsabile principale dell’arretratezza del Sud e della crisi del Nord è la politica. Non è il caso di ripercorrere la storia per dimostrare le nefandezze dei vari governi che si succedono da centocinquant’anni. Il malgoverno unitario ha ridotto a una colonia la terza nazione più industrializzata del mondo dopo Inghilterra e Francia, che possedeva tra i numerosi primati anche la terza flotta commerciale, cioè il Regno delle Due Sicilie. Basta leggere i libri di Nicola Zitara, di Pino Aprile e di altri studiosi per apprendere la volontà determinata di privilegiare il Nord a scapito del Sud il quale, attraverso la sua produzione agricola, le rimesse degli emigranti, la raccolta del risparmio, il pagamento delle tasse, ha fornito le basi per il progresso del Nord. Se analizziamo la spesa pubblica a partire dall’unificazione ci rendiamo conto che lo Stato spendeva novanta al Nord e dieci, o anche meno, al Sud. Il divario, anche se meno accentuato, esiste tutt’ora. Bossi e company non devono recriminare, se c’è qualcuno che dovrebbe alzare la voce questo è il popolo meridionale che purtroppo ha una classe politica servile, inefficace e funzionale agli interessi del Nord. Tra i regali che ci ha lasciato l’Italia, oltre la povertà, il brigantaggio, l’emigrazione, c’è anche la

mafia. Per piegare la legittima resistenza di un popolo esasperato chiamata brigantaggio, lo Stato italiano ha impiegato notevoli e deprecabili mezzi: tribunali speciali, stato d’assedio, campi di concentramento, saccheggi, incendi, violenze e fucilazioni sommarie, mentre verso la mafia ha sempre dimostrato ambiguità e complicità. A partire dal Risorgimento, quando Garibaldi in Sicilia si servì dei picciotti e Liborio Romano a Napoli usò la camorra per “mantenere l’ordine pubblico”, gli episodi di connivenza tra Stato e mafia si sono susseguiti e continuano ancora. La mafia, grazie agli scambi con la politica, al mercato della droga, al traffico dei rifiuti, al riciclaggio ecc., è molto ricca e potente. Anni fa il professore Zitara mi raccontò che il presidente della Borsa di Milano, forse calabrese, dichiarò pubblicamente che se non si consideravano i capitali investiti dalla mafia, in borsa rimaneva ben poco. Ferdinando Imposimato ha detto che la criminalità, tramite intermediari, deteneva quote di importanti giornali italiani. Il confine tra economia legale ed illegale è stato sempre molto sfumato. C’è una mafia legale e parassitaria che legifera stipendi, pensioni, incarichi, consulenze e vitalizi privilegiati alle varie caste e che è prona agli interessi strategici ed economici esteri, anche se in contrasto con gli interessi nazionali. Secondo Zitara, dopo il trauma risorgimentale, una certa ripresa dell’economia meridionale si ebbe dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale grazie al contrabbando. Paesi emarginati come San Luca, Africo, Platì, Rosarno sono alla ribalta della cronaca per i proventi che realizzano con il traffico della droga. La politica in Italia ha impedito lo sviluppo di una borghesia legale e produttiva nel Mezzogiorno. L’aspirazione al miglioramento economico delle classi popolari, ma non solo, ha costituito una oligarchia mafiosa che oggi investe in tutto il mondo DOMENICA

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“IL PUNTO SULLA SERIE A” n campionato si avanza a ritmi incessanti e per i calciatori che hanno appena sfilato magliette e pantaloncini da gioco del turno infrasettimanale e già ora di indossarne altri e scendere in campo per la decima giornata di Serie A. Come di recente, anche oggi non sono escluse sorprese: quest'anno più che in altre occasioni l'assoluto fattore dominante è rappresentato dall'equilibrio e dall'incertezza. La stagione non ha ancora trovato un protagonista assoluto, il campionato ha diversi pretendenti ma finora nessun conquistatore e in testa domina l'alternanza. Tra le squadre impegnate nel pomeriggio e nella tarda serata, l'attesa maggiore sarà per le gare di Udine e Cagliari: al Friuli e al Sant'Elia sono attese Palermo e Lazio, vale a dire due delle squadre che di più hanno finora proposto, anche se solo a corrente alternata, momenti di buon calcio e fatto intravedere margini di miglioramento. Certo anche per queste squadre non sono mancati gli intoppi: il pesante 3-0 subito a San Siro dagli uomini di Mangia al cospetto del Milan ha in parte ridimensionato l'entusiasmo, un po' come successo alla Lazio dopo l'1-2 casalingo imposto dalla Fiorentina e forse ancor più dopo il 1-1, sempre sul terreno amico dell'Olimpico, portato a casa dal Catania di Vincenzo Montella. Ecco perché probabilmente proprio dalla sfida del Sant'Elia sono oggi attese le risposte più importanti: saprà la Lazio scrollarsi di dosso svagatezze e cali di concentrazioni più che altro frutto dell'euforia post derby o a Cagliari per i ragazzi di Reja la strada si presenterà di nuovo tortuosa e in salita? Il valore dei sardi è ormai noto, non sorprenderebbe più di tanto se anche contro la Lazio si riproponessero ad alti livelli, tuttavia ciò non toglie che per la Lazio un risultato negativo costituirebbe un brusco stop alle ambizioni e un sostanziale passo indietro nelle gerarchie del campionato. Diverso è invece il discorso per quel che riguarda Udinese-Palermo: friulani e siciliani sono reduci da risultati all'opposto ma entrambi sembrano ormai godere di una loro precisa stabilità e collocazione. Se ciò non è una novità a Udine dove ormai da anni la famiglia Pozzo ha impresso il suo preciso marchio di fabbrica alle imprese sportive bianconere, lo è senz'altro in Sicilia da quando patron Zamparini si defilato limitando al massimo le sue elucubrazioni calcistiche, con evidenti risvolti positivi sia per la squadra che per la conduzione tecnica, ora finalmente tutti più tranquilli perché consapevoli (almeno momentaneamente...) di poter sbagliare senza essere messi alla gogna o finire esposti al pubblico ludibrio per via delle intemperanze verbali del proprio presidente. Tra le altre partite della giornata, interessante sarà poi vedere quali notizie arriveranno dall'Artemio Franchi di Firenze, teatro di Fiorentina-Genoa, una delle partite dal maggiore blasone storico-sportivo del decimo turno. Anche in questo caso gli sfidanti arrivano alla gara con umori e stati d'animo opposti: i viola devono cancellare al più presto gli spettri che si sono materializzati nel corso del primo tempo della gara con la Juve (senza dubbio i peggiori 45 minuti della gestione tecnica di Mihajlovic) e vanno alla ricerca di tre punti che, oltre a rendere più serena la classifica, potrebbero mantenere ancora a galla (per quanto però non si sa) “Miha” sulla panchina gigliata. Di sicuro il Genoa delle ultime giornata non sarà il cliente più facile: il pareggio raccolto nel “fortino” bianconero e la vittoria interna allo scadere con cui è stata beffata la Roma, hanno fatto balzare alle stelle l'euforia dell'ambiente e ora si attendono altre concrete conferme proprio dal match contro la Fiorentina. Siena-Chievo, Bologna-Atalanta, Lecce-Novara e Parma-Cesena sono le altre partite in programma per la decima giornata. Tra queste, la sfida più delicata in termini di classifica appare quella tra i salentini e gli uomini di Tesser, con in ballo tre punti che al momento rappresenterebbero di per sé uno “score” allentante ma che allargando le prospettive, potrebbero avere riflessi positivi fin oltre e alla lunga risultare pesanti per i propositi di salvezza di entrambi. Angelo Letizia

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Antonio Marino ha le idee chiare: "Questa Reggina sa quello che vuole" a subito, nel cuore della difesa amaranto. Antonio Marino, arrivato nella sessione estiva dall'Ascoli, ha subito conquistato un posto nella retroguardia amaranto. Merito di un pefetto inserimento nel gruppo che gli ha consentito di guadagnare a tempo di record la fiducia del mister e dei compagni. "Siamo a metà di un "ciclo terribile" che comprende sei gare ravvicinate con Bari, Livorno, Varese, Brescia, Toro e Crotone. Per il momento abbiamo conquistato tre vittorie che ci hanno dato uno slancio incredibile per affrontare i prossimi impegni contro squadre attrezzate per la promozione. Saranno un ulteriore test anche per noi e per le nostre ambizioni". "Abbiamo uno dei migliori attacchi del campionato, andiamo in rete con una frequenza straordinaria. Il compito di noi difensori è quello di garantire copertura alla pressione offensiva che inevitabilmente esercitiamo sugli avversari. Ci sta, quindi, magari prendere una ripartenza in più ma bisogna sempre farsi trovare pronti mantenendo il massimo dell'attenzione nell'arco dei 90'" "Io sono venuto a Reggio per disputare un campionato importante, vestendo una maglia importante. Speravo di poter esser subito titolare ma la difesa a tre per me era un meccanismo nuovo e dovevo adattarmi in fretta, per questo non posso nascondere sia stata una gradita

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10 giornata di Andata Domenica 30/10/2011 ore 15.00 Bologna-Atalanta Fiorentina-Genoa Lecce-Novara Parma-Cesena Udinese-Palermo Cagliari-Lazio ( ore 20,45) Siena-Chievo ( ore 20,45)

sorpesa. Dico grazie, quindi, oltre che al mister, a Cosenza, Emerson e Adejo che, avendo più dimestichezza con questo schieramento, sono stati fondamentali per la mia crescita in questo sistema di gioco". "La partita migliore giocata fino ad oggi? A mio avviso quella con il Bari è stata una grandissima prestazione perchè abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, capace di reagire ad un momento difficile, per di più contro un avversario di grande spessore. Sul piano personale sono molto soddisfatto anche della partita fatta contro il Grosseto" Regginacalcio.com

NOCERINO VERO AFFARE DI MERCATO DEL MILAN Nocerino: un nazionale passato dal Palermo al Milan per un milione. Più di uno l’aveva definito il vero ”affare” del mercato, con Pirlo, a costo zero, alla Juve. Beh, da oggi, quel qualcuno sente di non avere sbagliato valutazione. La Juve rivince, e difende il primo posto in classifica. Ma i rossoneri, proprio dopo aver perso contro i bianconeri, vincono 4 partite di fila. Se c’è un’anti-Juve, è assolutamente la squadra di Allegri, e, con 9 squadre in 5 punti, sembra un vecchio campionato da 2 punti a successo. Cadono Udinese e Roma, frena la Lazio, si rimette in corsa il Napoli, e l’Inter, contro la stra-Atalanta, salva l’autostima, grazie a Castellazzi. Il primo pensiero va all’Atalanta. Senza i 6 punti di penalizzazione, sarebbe a quota 15, e cioè seconda. Abituiamoci ai voti alti di Moralez, Cigarini, Padoin, Schelotto e Gabbiadini. L’Udinese ha subito tre gol in 7 giornate, ha reinnestato le marce alte di Di Natale, e non deve più sorprendere. Il Milan se ne può infischiare dell’attuale quinto posto: è sempre la squadra più del forte del torneo, e lo ha dimostrato proprio rimontando a Lecce. 'Nella Juventus la vera novità è rappresentata dalla scarsa, e legittima, sfiducia nella sua difesa di Conte, aggrappato a un tremebondo 5-4-1. Forse troppo, col risultato di incoraggiare la Fiorentina ad attaccare. Comunque già dagli anticipi di ieri e da un ricco programma previsto per la Champions League potrebbe nascere qualche altro importante spunto di riflessione per valutare se il calcio italiano si sta riprendendo oppure continua a rimanere sofferente. l.r. DOMENICA

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A proposito

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“Finalmente il Mirto di Siderno avrà il suo campo di calcio” Con la firma della convenzione con la Curia Vescovile di Locri, avvenuta alla Prefettura di Reggio Calabria alla presenza del vice sindaco di Siderno Pietro Sgarlato, nessun ostacolo si frappone più alla realizzazione di un campo di calcio che sorgerà in contrada Mirto di Siderno. Il progetto, finanziato dal Ministero dell'Interno, che era stato pressoché abbandonato, è stato ripreso e rimodulato dalla attuale Amministrazione Comunale e reso coerente con i criteri di ammissibilità stabiliti dal Comitato di Sorveglianza. Prevede la costruzione dell'impianto sportivo su terreno comunale e la gestione per cinque anni da parte della Diocesi di Locri e, nella fattispecie, della Parrocchia Maria SS. Addolorata della Frazione Mirto. Il nuovo impianto sportivo, verrà a sfoltire di parecchio l'affollamento attuale sul “Filippo Raciti” consentendo l'attività sportiva ed agonistica delle tante Scuole di Calcio cittadine che sono sorte in questi ultimi anni in città”. (l.r.)

Sport

Il Gioiosa Jonica si affida all’esperienza di Cosimo Silvano Come ricorderete Rocco Logozzo, ha lasciato per un infortunio la guida tecnica della squadra biancorossa che aveva affidato momentaneamente al suo vice Mimmo Quattrone. E' dei giorni scorsi l'arrivo di Cosimo Silvano un veterano della categoria che non a certamente bisogno di presentazioni. Da persona corretta garbata e competente quale è Mimmo Quattrone, resta sempre nello staff tecnico, sapendo bene che la situazione che si era creata era momentanea. “Abbiamo deciso di dare un forte scossone alla squadra decidendo il cambio della guida tecnica dopo l’infortunio di Mister Rocco Logozzo" - è il commento di Scali “Siamo convinti che il potenziale di questa squadra sia almeno da metà classifica e per quanto visto fin'ora sarebbe un risultato assolutamente alla portata dei nostri giocatori. Dopo un’analisi molto lucida con l’intera dirigenza abbiamo deciso di affidare la squadra a Cosimo SIlvano, ex tecnico del Marina di Gioiosa e persona che conosce molto bene l’ambiente e che da assolute garanzie di pro-

fessionalità e correttezza. Siamo certi " - preosegue Scali - "che il problema più grande da risolvere sia quello di amalgamere una squadra totalmente nuova e giovane rispetto all’anno scorso, con la consapevolezza che da ora in avanti avremo a disposizione pochi margini di errore e Cosimo Silvano ci può garantire tutto questo visto che conosce bene questo campionato.” La Società ci tiene a ringraziare Mister Quattrone, per l’ottimo lavoro svolto, rinnovandogli una grande stima. Intanto, la squadra in settimana si è allenata già sotto la guida di Mister Silvano in vista delle prossime, delicate sfide di campionato. Sia la dirigenza che i giocatori sanno che si deve ottenere una vittoria per dare inizio ad una rapida risalita nelle posizioni in classifica. Con Cosimo Silvano il Gioiosa Jonica dimostra di volere a tutti i costi centrare la salvezza dopo un inizio di campionato non propriamente esaltante che ha visto la matricola bianco-rossa assestarsi su posizione di classifica non consoni al tipo di squadra che era stato allestito in estate da mister Rocco Logozzo. Comunque di tempo per riprendersi ce n’è abbastanza. Silvano forse porterà con se il suo “fidato”team tecnico composto dal collaboratore Maurizio Commisso, dal preparatore atletico Lillino Gennaro e quello del preparatore dei portieri, Romeo. Buon lavoro mister Silvano. Antonio Chiera

SIDERNO- ROCCELLA

“Un derby all'insegna della solidarietà e della civiltà” a sensazione è quella di respirare un'aria tesa come tutti i derby che si rispettano, figlia delle scorie legate esclusivamente alle rivalità calcistiche, l'auspicio alle società , tesserati e tifosi al seguito, che sia quello che la gara di oggi, sia una semplice partita di calcio, priva di nervosismi ed esaltazioni, ma all'insegna del fair play. Proprio come dovrebbe essere tra due società amiche, quali sono, in effetti, quelle del Roccella e del Siderno. Se poi si tiene conto della situazione di relativa emergenza che sta caratterizzando le due formazioni, con il Siderno già in situazione di emergenza, per infortuni, e praticamente privo di un attaccante di ruolo (Orlando ancora inforntunato), e il Roccella, in difetto di punti in classifica, per l'avvio ritardato, l'augurio è che si tratti davvero di una bella festa dello sport. In campo, tra entrambi le squadre, ci saranno alcuni ragazzi molto giovani. Non facciamogli sentire, oltremodo, il peso di una gara che, in fin dei conti, è una gara, La Riviera augura a tutti, tesserati e sostenitori delle due squadre, una bella partita e una festa di sport. Dopo diversi anni torna l'atteso e storico derby di calcio da sempre appuntamento agonostico vissuto con particolare emozione dei tifosi da entrambi le squadre. Un impegno agonistico importante oggi che arriva nella stagione in cui il Siderno torna nel calcio che conta, grazie al lavoro competente e professionale e alla oculata programmazione di una società che intende regalare altre soddisfazioni agli sportivi e alla città tutta. Auspichiamo e siamo convinti che oggi tutti e ventidue giocatori,sapranno dare il meglio delle loro potenzialità tecniche e agonistiche per uscire a testa alta dal campo e con un risul-

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tato positivo. Siamo altrettanto convinti, che l'appuntamento di questo pomeriggio rappresenterà un momento di gioia e di festa, in campo e sugli spalti, all'insegna del sano agonimo scevro da ogni tensione o manifestazione lontana dalla nobile tradizione sportiva e di civiltà che le due città possono a pieno titolo vantare. Ai giocatori formuliamo il nostro caloroso in bocca al lupo nella convinzione che sapranno difendere in campo l'onore dei colori ognuno per la loro parte profondendo il massimo impegno per non deludere gli sportivi intervenuti. Gli sfotto': Siamo ben consapevoli della rivalità campanilistica e della competizione sportiva che esiste fra le due squadre. Sappiamo tutti e anche bene, quindi, che corriamo un grande rischio per questo derby. Abbiamo tuttavia ritenuto che tale rischio fosse da prendere perché abbiamo stima e considerazione di entrambi i tifosi, che, siamo certi, capiranno il senso di questo evento, voluto con grande voglia dalle società per la miriade di sacrifici che si affrontano per mantenere la categoria, pur se osteggiato da tanti. Riteniamo che sia venuto il momento di dimostrare che anche in un derby così sentito ed acceso possa prevalere il buon senso e l'autocontrollo da parte di tutti. Auspichiamo pertanto con tutto il cuore di non assistere a comportamenti violenti od irrazionali, assolutamente non giustificabili in ogni modo e specialmente dal rispetto reciproco tra le società, esso si pone, anche per dimostrare a tutti che non c'è così bisogno di barriere, protezioni, cancelli od altre diavolerie del genere. Ciò non significa vivere in modo passivo l'e-

vento, dimenticando la SANA rivalità sportiva che esiste ed esisterà sempre tra i nostri due club. Nessuno vuole impedire cori e sfottò che hanno un sapore goliardico e ci aiutano, anzi, a ricordare tempi in cui il calcio, vissuto allo stadio, dava un pochino di emozione in più. Ciò che non deve succedere sarebbe assistere ad una qualsiasi scena di violenza che, in questa specifica situazione, sarebbe ancora più evidenziata….significherebbe che ci siamo sbagliati del tutto tutti e, indirettamente, dare conferma che tutti noi meritiamo gabbie, cancelli, tornelli e tessere del tifoso. Diamo tutti una grande prova di civiltà sportiva e dimostriamo nei fatti come tutte queste iniziative che stanno togliendo spettatori e quindi forza alle società specialmente alle più piccole siano del tutto inutili e vadano progressivamente abolite. Venite allo stadio Raciti di Siderno numerosi, sostenete con forza le vostre squadre e colorate le gradinate. Fateci divertire con i vostri proverbiali sfottò e i vostri cori goliardici, ma lasciate a casa la violenza o gli eccessi in genere. Invitiamo i responsabili dei due club prima dell'inizio della gara ad una stratta di mano nel centro del terreno di gioco e trasformare il derbissimo in una festa e la scelta di far giocare la partita va proprio in questa direzione. L'augurio è che gli sportivi della locride accorrano numerosi in tribuna dello Stadio “Filippo Raciti” di Siderno che offrirà un bel colpo d'occhio, per assistere a un evento che per primi i dirigenti delle due squadre sperano di poter riproporre in futuro a un livello più alto dell'Eccelenza. Se vogliamo tornare a divertici allo stadio e se vogliamo il bene delle nostre gloriose società dobbiamo dimostrarlo nei fatti. Buon derby a tutti!”. Antonio Chiera

Rocco Loccisano lascia il San Luca Rocco Loccisano non è più l'allenatore del San Luca. Il tecnico gioiosano, dopo la sconfitta interna di domenica scorsa (1-4 contro il Pro Catanzaro) ha rassegnato le sue dimissioni alla dirigenza della squadra giallorossa. Loccisano ringrazia i suoi giocatori e i dirigenti Don Pino Strangio, il Ragioniere Alvaro, Giovanni Giampaolo ed i fratelli Giorgi. "Cinque sconfitte consecutive sono troppe, è necessario dare una scossa all'ambiente" - ha dichiarato Rocco Loccisano - "auguro alla squadra di riuscire a risalire presto la china ed a conquistare la permanenza in Promozione". Ovviamente per mister Loccisano si aprono anche nuove prospettive visto che il tecnico gioiosano sembra pronto ad iniziare una nuova avventura in una squadra che abbia fiducia in lui. Intanto sembra che a San Luca ci dovrebbe essere una nuova riunione societaria per definire il futuro della compagine aspromontana. DOMENICA

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OGGI POMERIGGIO IL BIG-MATCH TRA CATONA E REGGIO SUD

Catona, riecco Danilo Scevola

"Dimostrerò quanto valgo" Danilo Scevola, è il volto nuovo del Catona calcio. L’attaccante, arrivato qualche giorno fa alla corte di mister Barillà, vuole candidarsi fin da subito come arma in più per l’attacco della capolista. Le sue prime impressioni da calciatore biancazzurro, ai microfoni di Reggionelpallone.it. IL BIG MATCH COL SAN CALOGERO – Eravamo consapevoli di andare ad affrontare un buon avversario, certi che la loro posizione in classifica non era solo frutto del caso. Nonostante la piccola sbavatura che abbiamo commesso nei minuti iniziali, che ha permesso agli avversari di andare in vantaggio, ci siamo rialzati molto bene ed a mio avviso, una volta raggiunto il pari, abbiamo avuto le migliori occasioni del match. Purtroppo, però, non siamo riusciti a sfruttare al meglio la mole di gioco creata, soprattutto nella ripresa: sarebbe stata davvero una vittoria importante, fermo restando, comunque, che il pareggio non è assolutamente da buttare, poiché ci consente di rimanere al primo posto, e per giunta da imbattuti. IL RITORNO A CATONA- Ero già stato qui a Catona la scorsa stagione, iniziando la preparazione insieme alla squadra, ma alcuni problemi non mi hanno consentito di continuare. Quest’anno sono arrivato un po’ in ritardo, ma spero di poter dare il mio totale apporto ai compagni, riuscendo magari a diventare l’arma in più del Catona. So che la concorrenza è dura, considerando il valore di chi gioca in attacco, ma farò di tutto per ritagliarmi uno spazio e dimostrare le mie qualità. IL DERBY – Affronteremo una squadra di ottimo livello. Il Reggiosud è una compagine nata e costruita per vincere e di certo non sarà una gara facile. Non dimentichiamo che è un derby, quindi ci sarà in tutti noi la voglia di fare bene e di riuscire magari a centrare un’importante vittoria. Battere i gialloblù, rappresenterebbe una tappa importantissima non solo dal punto di vista della classifica, ma anche e soprattutto da quello mentale. Antonino De Luca-reggionelpallone.it

TIRO A SEGNO

Al Trofeo Citta' di Palmi Miriam Schiava batte il record regionale di categoria Superba prestazione della tiratrice quindicenne Calabrese Schiava Miriam, che al trofeo Città di Palmi, segna il nuovo record regionale di carabina a 10 metri con il punteggio di 393 su 400. La tiratrice è entrata in pedana consapevole delle proprie potenzialità e sfruttando una preparazione specifica è riuscita ad interpretare nel migliore dei modi la gara grazie alle sue qualità tecniche-agonistiche- mentali. A fine gara, la tiratrice, euforica per il record ottenuto ha così commentato: “Sono contenta della prestazione e del risultato, vorrei ringraziare quanti hanno creduto in me ed in particolar modo il mio allenatore, Enzo Mundo, che mi ha permesso, in breve tempo, di raggiungere risultati così importanti facendomi crescere dal primo giorno della mia attività sino a diventare di interesse Nazionale.” Il tecnico di Miriam, Enzo Mundo, raggiante per la prestazione ha aggiunto: “Sono contento che la Calabria annoveri tra i suoi sportivi una tiratrice del calibro di Miriam, che ha dimostrato in questa gara qualità eccezionali. Il merito di questo record è soprattutto nella forza che lei ha avuto di credere ai suoi mezzi, scegliendosi un Team che le ha permesso di esprimere le qualità innate che possiede.” Dopo questa prestazione, l'atleta calabrese riprenderà ad allenarsi in vista dei prossimi impegni agonistici: “ Mi sono posta degli obiettivi ambiziosi e li voglio raggiungere tutti, sia sportivi che scolastici. Ringrazio anche la mia Preside Vera Zito del Convitto Nazionale Tommaso Campanella di Reggio Calabria - Liceo Classico Europeo, che mi permette di recuperare le lezioni quando sono assente per le attività agonistiche.” Così Miriam ha concluso l'intervista andando a ricevere le congratulazione dei rappresentanti delle sezioni che hanno partecipato al Trofeo.

Gallicese, Facciolo: “Dobbiamo sbloccarci in casa” onostante la giovane età, può considerarsi un veterano. Jolly di centrocampo, Andrea Facciolo predilige destreggiarsi sulla fascia. L’esterno classe ’87, ci parla dell’attuale momento della Gallicese, squadra che grazie ad un organico importante inizia a vedere la luce dopo una partenza complicata. Gli ultimi risultati parlano di una striscia di tre partite senza sconfitte, anche se forse davanti al proprio pubblico, ci si sarebbe aspettati la vittoria: “Fuori casa giochiamo meglio che in casa, dove creiamo tanto ma non riusciamo a finalizzare, come è successo contro lo Sporting Davoli. Forse – ammette il centrocampista biancorosso - è anche una sorta di blocco psicologico, dettato dal fatto che vogliamo dare il massimo davanti ai nostri tifosi, ed invece finiamo per subire un effetto boomerang. Contro la Pro Catanzaro avevamo trovato i gol, ma siamo stati anche sfortunati, nel subire il pareggio del 2-2 in mischia. Direi che la sfortuna ci ha giocato un brutto scherzo anche a Gioiosa, quando stavamo per portare a casa una vittoria a mio giudizio meritata”. Dall’esonero del tecnico Leonardis, qualcosa evidentemente è cambiato, come testimoniano i 5 punti nelle ultime tre gare disputate: “Sia prima con mister Leonardis che ora con il duo Tripepi-Condello, il gioco non manca. Tatticamente non credo sia cambiato nulla, penso piuttosto che sia differente il nostro atteggiamento mentale. Quando è andato via Leonardis – dichiara Facciolo - abbiamo fatto gruppo con i miei compagni: al chiuso dello spogliatoio, ci siamo guardati negli occhi dicendoci che dovevamo e potevamo fare di più. Ripeto, dispiace che non sia arrivata la vittoria contro lo Sporting Davoli e contro la Pro Catanzaro, ma il campionato è lungo ed ancora possiamo recuperare i punti persi”. Nel prossimo turno la Gallicese andrà a fare visita al Mamerto: “Sarà una gara difficile, conosciamo la loro forza e l’ambiente caldo che ci aspetta. Noi andremo per giocare la nostra partita e perché no, cercare anche di vincerla dato che abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare. Sicuramente dobbiamo continuare la striscia di risultati che seppur mancando di qualche vittoria, non ci da quei problemi che invece possono derivare da una sconfitta”. Fabrizio Cantarella -reggionelpallone.it-

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Biblioteca Meridionalista

Ritorno

di Francesco Perri PASQUINO CRUPI

IN EVIDENZA

Con Emigranti Francesco Perri dà alla letteratura un nuovo soggetto sociale: l’emigrante e, al contempo, scuote tutta la rigidità deu contadini meridionali, crocifissi sulla terra e sulle pagine della lettteratura meridionale. Ma i critici ufficiali sembra non si siano accorti della rivoluzione copernicana provocata dal GRANDE CALABRESE. I Calabresi non fanno notizia, neppure in letteratura.

Va dato merito grande alla dirigente scolastica del Circolo didattico “ De Amiis” per la decisione dell’intitolazione della Biblioteca a Francesco Perri (Careri, Reggio Calabria, 15 luglio 1885- Pavia 9 dicembre 1974], Narratore dimenticato oltre ogni misura. E da qui traiamo occasione per riaprire il discorso sul Grande Narratore, che ha dato alla letteratura calabrese il primo eccezionale con Emigranti , pubblicato nel 1928. Dagli orrori della Prima Guerra Mondiale, cui partecipò, derivò parole e accenti per il suo poemetto in versi La rapsodia di Caporetto (1919). Ebbe alto il sentimento della democrazia. Denunciò dalle colonne de La Voce repubblicana il pericolo dello squadrismo fascista e su questo tema cruciale polemizzò con lo stesso Mussolini, che gli replicò in modo estremamente brutale su Il Popolo d’Italia (20 novembre 1921). Non tacque la sua voce dopo il delitto di Giacomo Matteotti (1885-1924). Lo squadrismo agrario contro i contadini della Lomellina ebbe pieno riflesso narrativo nel romanzo I conquistatori, apparso in appendice a La voce repubblicana nel 1924 e in volume autonomo nel 1925. Fu perseguitato per questo e cacciato dalle Poste di cui era dipendente. Dopo la caduta del fascismo, diresse a Genova il Tribuno del popolo e a Roma nel 1946 La voce repubblicana. I letterati italiani si erano distratti. Avevano visto passare sotto i loro occhi una enorme, errabonda fiumana di miseria e di disperazione, che andava a riversarsi nella fornace ardente dell’emigrazione, e non la rappresentarono. Verga con I Malavoglia scrive il romanzo dell’avversione all’esodo emigratorio. Luigi Capuana con Gli americani di Rabato (1913) cosruisce un lungo racconto a sfondo nazionalista.Siamo ,

insomma, di fronte ad una letteratura italiana mutilata. Perri risarcisce questa mutilazione. Con Emigranti dà alla letteratura un nuovo soggetto sociale: l’emigrante e, al contempo, è tutta la rigidità della letteratura italiana e meridionale che viene scossa: i contadini non sono più inchiodati e crocifissi sulla terra. Ma i critici ufficiali sembra non si siano accorti della rivoluzione copernicana provocata dal Perri come viceversa si accorsero di quella determinata dal Manzoni, quando introduce nella letteratura, per la prima volta, il soggetto inedito degli umili. I calabresi si mettono in cammino in questo romanzo di Francesco Perri prima ancora che con il “sentimento del dover partire” li faccia muovere Corrado Alvaro. Camminano nel secondo decennio del Novecento quaranta Pandurioti. Camminano i due figli maschi di Rocco Blèfari, Pietro e Gèsu. Le donne, com’era nel costume calabrese e nel costume letterario, restano ferme, in paese. L’occupazione delle terre demaniali era stata stroncata dall’intervento dei regi carabinieri. Avevano vinto ancora una volta i “galantuomini” usurpatori. La povera terra di Pandore – storicamente Careri – non dava più pane e lavoro. Non rimaneva che la via dell’emigrazione. In quel mondo contadino prima statico, poi in fuga Francesco Perri non sospetta l’esistenza della malavita, che, dopo tutto, nei primi anni del Novecento non era né visibile né terribile. Pietro, uno dei protagonisti del romanzo, prende atto dell’esistenza dell’aggregato criminale detto camorra, quando, in Pensilvania, va a trovare il marito della sorella Rosa, da questi abbandonata. Ne nasce una rissa, e Pietro è avvicinato da un bravaccio, protettore del locale, che lo minaccia con delle parole di sapore camorristico, che egli stenta a capire. Il romanzo acquistò subito notorietà. Ebbe numerose traduzioni. Migliaia e migliaia di lettori. I suoi lettori più ardenti furono gli emigrati. Dal carcere anche Antonio Gramsci s’interessò del romanzo con un giudizio negativo e sprezzante. Capovolto, per la prima volta, nella mia Introduzione a Emigranti , ristampato dalla Lerici nel 1976. Da me capovolto nel 1976 : ma negativamente. Di Francesco Perri vanno infine ricordati i romanzi : Il discepolo ignoto (Milano 1940), L’amante di zia Amalietta (Milano 1954). E poi i racconti e i romanzi per l’infanzia: Capitan Bavastro (Milano 1940), Racconti d’Aspromonte (Torino 1940), Nel paese dell’ulivo (Torino 1958), Storia del lupo Kola (Torino 1960). Del Perri vanno pure menzionate le opere inedite, quali La notte di San Giovanni, Gregorio VII, Taccuino d’un solitario, e il romanzo incompiuto Il puro folle. A cura del nipote Vincenzo Perri è uscita la raccolta di scritti giornalistici Dalla Calabria (Ardore 1998). E presso Laruffa 2009 Il fascismo.

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Parlando

di...

LIQUIRIZIA CALABRESE: MARCHIO DOP DELL’UNIONE EUROPEA La liquirizia di Calabria è diventata Dop (Denominazione d'Origine Protetta) ottenendo, il riconoscimento ufficiale dall'Unione Europea. Il marchio Dop ”Liquirizia di Calabria” è riservato esclusivamente alla liquirizia fresca o essiccata e al suo estratto, deve provenire dalle coltivazioni e dallo spontaneo della specie “Glychirrhiza glabra” nella varietà chiamata in dialetto “Cordara”.

Cultura e società

BRISCULA E TRISSETTI A CU PERDI NESCI I primi chi sassettunu, già ja da matina, Enzoni, Ginu Labati e Francu i Dina. Aspettandu u quartu, chi potessiri, cu è stesti, Ncì dam una ncartata pe na calabrisa, Non fraintenditi, i carti si tratta, è na partita. Ntantu, arriva u quartu, Mbisca tuttu “Peppi, u Muccinella, Pigghia u postu. Accussi, tantu pe cangiari, eu e Francu i Dina, simu i fora, Mancu ndà ssettamma ca già perdimma. “Prego, accomodatevi, arativi, i ssi seggi alluntanativi dici Francu già ca cazzijata pronta. U compagnu è u ddiretturi, Francu Martinu Dettu, a ragiuni, u “Professuru” Enzoni si arza ca no ncià faci, Peppi u Miccinella resta sulu Cumpagnu è Roccu u Bricichetta, sempi ca cumpagna, a sigaretta mbucca. Prima, secunda e terza decidi, u Bricchetta e u Muccinella, sunnu i fora. Trasi quintu, cintura nira i arti marziali, navota!...Mo? Dassamu stari Cumpagnu du ddiretturi, Francu Martinu, Chi, chi carti, onestamenti nci sapi fari. Arrivau, ntantu, Brunu Dinallu. Siccomu, è unu di pochi chi lavura, arriva sempi doppu, a tarda ura. Etturi Mazzaferru, s'accuda a Brunu, non si lamenta mai, pe iju tuttu fa brodu, perdi o vinci s'accuntenta Si arza, ringrazia e tira avanti. Ndavi a Francu, u napulitanu, nu grandi amicu, pe mmo luntanu, u Brazzamu, nci volimu beni e u salutamu. Chista, è a storia i pochi amici, chi si divertunu accussi. Una, dui, tri e tanti, tanti sirati. Agli amici, al pubblico presente, E a Don Peppino, in particolare, E' a voi che questo mio pensiero. Voglio dedicare Estate 2011 (Gino Labate)

Il cinema nella Locride Dopo “Calabria voglia di cambiare” filmfiction, dopo “Dolce intrigo mortale” e dopo il medio metraggio di Erminio Barone “Non arrendersi”. L'equipe della “Coop Calabria Film” guidata dal presidente Paolo Sanci coadiuvato dal Direttore Pino Gambardelli e dal Direttore artistico Orazio Scarfò si è trasferita come set sul lungomare di Siderno per ultimare le riprese del nuovo film “Vite vendute” girato interamente nella Locride. Nell'effettuare le riprese oltre al personale della “Coop Calabria Film” c'erano moltissimi cittadini Sidernesi e non ad assistere alle riprese applaudendo i neoattori non professionisti, tra cui i Sidernesi: Luciano e massimo Panetta, Graziella Schirripa, Cosimo Sanci, Paolo Sanci e Lucrezia Francesca Fuda. Inoltre ha debuttato come attore il noto presentatore Saro Bella di Roccella Jonica interpretando la parte del giudice e con la partecipazione dell'attore Dott. Roberto Polito di Ardore. Il nuovo film della “Coop Calabria Film” ha come tema la lotta contro l'omertà e gli usi e costumi della nostra amata terra. Obiettivo di grande valutazione sia per le condizioni economiche, sia per una giusta rivendicazione morale e sia per promuovere movimento turistico e scambio di vedute nella vita comunitaria.

Locrifestival del Pensiero Pensante Oggi gli ultimi appuntamenti: in piazza dei Martiri alle 9:00 corsa podistica CorriLocri e alle 11:00 balli popolari. Nella Sala delle Esposizioni del Palazzo della Cultura alle 16:30 Mostra del libro e convegno “Caratteristiche e obiettivi dell’editoria calabrese” relaziona Alda Minici; alle ore 18:00 chiusura della manifestazione con gli interventi di Giuseppe Lombardo, Gesualdo Dattilo, Antonio Larosa e Gaetano Barletta

Francesco Petrarca: LA SUA ITALIA DI CARLO A. PASCALE La figlia Francesca lo accudì nella vecchiaia con grande amore. Il Petrarca ( Francesco Petrarca, figlio di notaio, nato ad Arezzo nel 1304 e morto ad Arquà nel 1374) era una persona raffinata, colta e stimatissima.. Fortemente calato nella sua interiorità, coscienza viva del suo tempo. Emancipato economicamente dalla chiesa, frequentatore di dimore signorili e di ville immerse nel verde e serenissime, come Valchiusa e la stessa Arquà. Del suo tempo, il tempo del colera, quattordicesimo secolo, amò e soffrì gli aspetti culturali, politici e sociali, pensando a se stesso più che ad ogni altro. Quando salì col fratello Gherardo in cima al Monte Ventoso gli capito di aprire a caso le Confessioni di Santo Agostino e di leggere :”E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e trascurano se stessi”. Scese precipitosamente dal Monte Ventoso e alzò a simbolo della sua vita quel fatto straordinario: una vita ondeggiante, altalenante tra l'attrazione dei beni e dei piaceri della terra e il bisogno di una vita rivolta a Dio e alla pace interiore. Leggere e scrivere le sue occupazioni più cercate e dilette. Fu conservatore e innovatore, o, forse non fu conservatore e non fu innovatore. Fu l'uomo inquieto che visse tra due mondi: quello che lo legava alla contingenza e alla conservazione e quello che lo spingeva a leggere e capire i classici e ad indagare e conoscere il suo io. Letterato moderno ed affascinante, paradigma della cultura rinascimentale e antesignano di ogni problematica psicologica ante litteram di uno stile raffinato e inimitabile. Ma fu anche cosmopolita, anima sradicata, figlio ma non assertore del cesaropapismo di quel tempo e cantore visionario di una Italia che sin d'allora “soffriva di “piaghe mortali” ed era sbrindellata, come quella di oggi, strappata da quelli del Nord e spezzettata dall'abbandono e dalla furia di forze mafiose anzi che mercenarie. Moderno, attuale, sempre soccorrente dal quindicesimo secolo ai giorni nostri. Poeta della purezza linguistica, della limpidezza metrica, della malinconia palpitante e tormentosa al pari di un poeta ermetico, dei nostri poeti del ventesimo secolo. Il Foscolo lo cantò come “ il dolce labbro di Calliope”. In lui possiamo ancora rispecchiarci e con lui interloquire sia pure nell'intento di appurare se Laura, il suo grande amore,apparisse donna solamente a lui o abbia , anche lei, i lineamenti di una giovane del nostro tempo che gioca smaliziata con i fiori e con l'acqua del Sorga, Ma il suo occhio quasi costantemente sbircia verso i suoi lettori, verso i suoi estimatori, verso la sua gloria, quella terrena, a cui ci tenne in particolar modo, sollecitando la sua incoronazione a poeta in Campidoglio. Dunque è con gioia che salutiamo questo immenso poeta, al quale non si addice il dolce stilnovismo, ma la “ricerca” di quanto accade nell'io. La ricerca di sé. La comprensione del suo dissidio, la sua voglia di protagonismo, l'offerta di sé ai posteri, perché il Petrarca è stato anche il poeta della memoria, della dolcezza inquieta del ricordo. Visse bene a Milano e non pensò mai che lo Stivale italiano fosse di vacchetta. E' chiaro, il nostro tempo ha bisogno di cultura e di saggezza, di onestà mentale, non di spregiudicati approfittatori. La lezione del Petrarca vale anche oggi. Serve a capire l'uomo nella sua complessità. Chiudiamo questo ritorno alle cose belle e immortali, citando, a sigillo degli attuali inabissamenti, alcuni versi della “Canzone all'Italia in cui è possibile avvertire la sfiducia nei potenti del mondo.:” Se dalle proprie mani / questo n'avene, or chi fia che ne scampi?”

Il ricordo

CIAO ZIO FRANCO Pensavo che non saresti mai partito per questo lungo viaggio..pensavo che avremmo avuto più tempo da passare ancora insieme...ma hai voluto abbandonarci prima...siamo molto arrabbiati per questo ma ti abbiamo già perdonato perché infondo non sei stato tu a decidere. Ci mancherai tantissimo zio, a tutti noi, ci mancheranno il tuo sorriso buffo, la tua voce, i tuoi discorsi e le serate passate insieme...(mi mancheranno i tuoi occhiali). Non ti ho mai detto una cosa che forse avresti voluto sentirti dire,ma non l'ho mai fatto! Te la dico adesso perché tanto so che tu sei qui e mi senti ancora: Ti voglio bene! Tutti noi ti vogliamo bene,anche Rudi che veniva sempre da te a leccarti,non ti diciamo addio, ti diciamo solo: ciao Zio Franco, "ciao" perché un giorno ci ritroveremo tutti dinuovo insieme...(F) DOMENICA

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Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.

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Missioni di pace tra passato e presente A Montevarchi nel cinquantesimo anniversario dell'eccidio di Kindu interviene la studiosa calabrese Elena Mollica

nella foto Elena Mollica e il sindaco di Montevarchi Francesco Maria Grasso

Montevarchi, in provincia di Arezzo, nella giornata in ricordo del caduti nelle missioni umanitarie di pace e nel cinquantesimo anniversario dell'eccidio dei tredici aviatori italiani a Kindu, è intervenuta la studiosa calabrese Elena Mollica autrice del libro “Kindu, una missione senza ritorno”. Il convegno, organizzato dal comune di Montevarchi, in collaborazione con la Parrocchia di Ricasoli e le associazioni combattentistiche e d'arma della città, e coordinato da Maria Teresa D'Agostino, si è aperto con la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica e dell'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo. A seguire Elena Mollica, giovane ricercatrice di S. Ilario dello Ionio, ha ricostruito, in un intervento puntuale e dettagliato, la tragica vicenda dei giovani militari in missione nell'ex Congo belga, trucidati per mano di un gruppo di soldati ammutinati. Era l'11 novembre 1961 e i bambini della parrocchia di Ricasoli, frazione di Montevarchi, piantarono tredici alberi, una pianta per ogni caduto: Amedeo Parmeggiani, Giorgio Gonelli, Francesco Paolo Remotti, Onorio De Luca, Giulio Garbati, Filippo Di Giovanni, Nazzareno Quadrumani, Silvestro Possenti, Nicola Stigliani, Armando Fabi, Antonio Mamone, Martano Marcacci, Francesco Paga. «Sono trascorsi cinquant'anni da quel giorno, le operazioni per il mantenimento della pace si sono moltiplicate e modificate -- ha sottolineato la studiosa, nel suo intervento - più di ottomila militari sono attualmente impiegati nelle aree di crisi, con la maggiore concentrazione in Afghanistan e in Libano. E tanti sono i corpi delle giovani vite restituite all'Italia dopo l'eccidio di Kindu». Elena Mollica, il cui lavoro rappresenta un prezioso contributo alla memoria e alla storiografia nazionale, ha infine ringraziato gli organizzatori della manifestazione, i militari dell'Aeronautica Militare, i dirigenti scolastici e i docenti degli istituti montevarchini e i familiari delle vittime, che le hanno aperto i loro archivi e i loro dolorosi ricordi. Per l'alto valore storico e morale della sua opera, il sindaco di Montevarchi le ha consegnato una targa ricordo “con stima e riconoscenza”. C.B.

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“Verso il futuro”, per aiutare l’AIL nella lotta ai tumori omenica 30 ottobre alle ore 11:00 nella Sala Consiliare del Municipio di Gerace si terrà la presentazione di “Verso il futuro” (Città del Sole Edizioni, 2011), un libro di Mimmo Femia. Oltre all'autore, all'appuntamento organizzato in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Gerace, saranno presenti: la Presidente della Fondazione “Italo Falcomatà”, Rosetta Neto Falcomatà, la Presidente della sezione AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) di Reggio Calabria, Rosalba Di Filippo Scali, il direttore editoriale di Città del Sole Edizioni, Franco Arcidiaco, e gli autori della Prefazione e della Postfazione di “Verso il futuro”, Vincenzo Cataldo e Antonio P. Condò. “Verso il futuro” è il primo libro di Mimmo Femia, sessantenne geracese, che

ha deciso di servirsi della scrittura per far emergere gli aspetti positivi di una difficile vicenda familiare. In modo catartico, l'autore ha ripercorso le vicende di una coppia che improvvisamente è obbligata a confrontarsi con la sindrome mielodisplastica che colpisce la donna e cambia la vita di tutta la sua famiglia. Dentro alle difficoltà ed ai dubbi, i protagonisti di “Verso il futuro” - Nicola e Adelina - trovano il bisogno di appigliarsi alla speranza in un'estenuante alternarsi di abbattimenti, pensieri, necessità e quanto di positivo la vita riserva loro: il coraggio di Adelina, la vicinanza dei veri amici, la speranza condivisa di trovare un donatore di midollo osseo compatibile e molto altro ancora. Il ricavato della vendita del libro (prezzo: 10) verrà interamente devoluto alla sezione AIL “Alberto Neri” di Reggio Calabria.

LE NOTE

di MARA RECHICHI

Che bella compagnia! Tornata da scuola con un mucchio di brochures di quelle che ti propongono di accompagnare la tua classe in visita didattica presso questa o quella mostra, questo o quel museo, mi dedico alla lettura. Sfogliandole mi salta all’occhio un denominatore comune a molti altri eventi, grandi e piccoli, che si svolgono nel territorio torinese: lo sponsor, Compagnia di San Paolo/Intesa San Paolo. Mi viene spontanea una riflessione tra me e me: va bene che la Compagnia è torinese, ma i clienti di Banca Intesa (nei suoi diversi rami) sono sparsi in tutta Italia, Calabria compresa: allora com’è che in Calabria non vedo mai questo sponsor? Faccio una ricerca, capisco che la Compagnia elargisce contributi dietro bandi di concorso, mentre Intesa sponsorizza eventi. Penso:Roccella Jazz non è un evento? Mah! Vedo una marea di progetti nei diversi “settori rilevanti” ma, anche se nello statuto si enuncia l’attività in Italia e all’estero, di fatto noto che tutti i progetti approvati agiscono tra Torino e Genova, non oltre. Salvo che imbattermi in un comunicato stampa di uno degli enti strumentali della Compagnia, Fondazione Scuola, datato 30 settembre, con cui si da pubblicità al “più grande progetto italiano di educazione finanziaria sul territorio”. E sapete dove si sta realizzando, tra ottobre e dicembre? In Ca-la-bria!!! L’iniziativa, voluta dalla Regione Calabria, porterà in 403 classi i direttori di filiale, per avvicinare i ragazzi all’educazione finanziaria e prepararli ai test Pisa Ocse del 2012, attraverso la spiegazione del valore dell’economia legale e della convenienza della legalità. Il Presidente Scopelliti ha dichiarato che questo progetto, unico in Italia, “si inserisce nelle iniziative di promozione di un’educazione di qualità e di crescita della conoscenza attraverso la cultura che la Regione promuove”; e l’assessore Caligiuri aggiunge: “il più grande progetto ad oggi avviato in Italia per promuovere comportamenti responsabili e improntati alla legalità e allo sviluppo economico”. Alzi la mano chi se la sente di spiegarlo, prima di tutto, agli studenti di Reggio!

A un anno dalla scomparsa di Nadia Capogreco pensatrice poliedrica, ricercatrice e docente universitaria Sabato 5 novembre ricorre il primo anniversario della prematura scomparsa di Nadia Capogreco, pensatrice poliedrica (musicologa, filosofa, psicologa e antropologa), insegnante e docente universitaria. Di Nadia – che ha lasciato un grande vuoto in chi l’ha conosciuta e nella comunità scientifica – si ricordano soprattutto il pensiero equanime, l’intelligenza accogliente, la propensione al dialogo e le non comuni qualità umane e intellettuali. Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto la semiologia, la psicologia e la pedagogia della musica; i linguaggi espressivi e la comunicazione simbolica; l’antropologia del conflitto e della narrazione della memoria traumatica. Nadia Capogreco ha anche lavorato molto sulle temati-

che dell’elaborazione dell’esperienza e della pedagogia della memoria. Tra l’altro, nel 2005, ha scritto la “Favola della Fretta e della Memoria”, una sorta di prototipo di racconto possibile dell’orrore, teso a proteggere i bambini (anche sulla scorta delle indicazioni di Bruno Bettelheim) dalle conseguenze deleterie dell’angoscia derivante dall’esposizione ai traumi, sia narrati che rappresentati. Nadia Capogreco (che aveva compiuto i suoi studi al Liceo Classico di Locri e alle Università di Bologna, Parigi X, Esterghom (Ungheria) e Roma “La Sapienza”) ha partecipato a importanti progetti e simposi internazionali. L’ultimo suo contributo scritto, dal titolo “Dalla memoria al futuro”, figura nel progetto europeo

Ferramonti. Dal Sud Europa per non dimenticare un campo del duce, il cui report bilingue è stato pubblicato nel 2010. Il 13 maggio 2010, aveva relazionato a Roma alla terza edizione del Convegno “Musica e Società” con un intervento dal titolo “Oltre il conflitto. La musica per un nuovo modo di abitare il mondo”, presentato in forma di dialogo con Paolo Damiani, che sembra racchiudere il senso complessivo del suo percorso di ricerca e della sua maturazione morale e intellettuale. Una messa di suffragio in ricordo di Nadia Capogreco sarà celebrata Sabato 5 Novembre alle ore 18 nella Chiesa di Santa Caterina in Locri, la città nel cui cimitero Nadia oggi riposa. DOMENICA

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Quelli

della

Notte

Cinema&arte LARECENSIONE

Matrimonio a Parigi Un imprenditore brianzolo che si vanta fieramente di essere un evasore fiscale e un maresciallo napoletano della Guardia di Finanza estremamente ligio e zelante nel suo lavoro, incrociano le loro strade nel viaggio verso Parigi dove i rispettivi figli si stanno per diplomare presso un celebre istituto d'arte. Solo quando il danno è fatto, le due famiglie scopriranno che i rispettivi pargoli sono amici e coinquilini nella capitale francese. L'ennesima commedia realizzata dal carrozzone di Massimo Boldi, i meccanismi sono sempre gli stessi. Qualche accenno all'attualità, così i santi della Commedia all'Italiana possono guardare dal paradiso della celluloide, battute non volgari ma di gusto decisamente discutibile, stereotipi regionali fintamente rinnovati, adulti che si comportano da bambini e giovani che si dimostrano più maturi dei loro genitori, un vaghissimo eco delle atmosfere da Giulietta e Romeo, quando una coppia di innamorati rischia il legame per “questioni di famiglia”. Appare evidente che i modelli su cui si appoggia Massimo Boldi, si appoggino su idee che già venti anni orsono avrebbero potuto sembrare antiquate. Il pubblico però apprezza da anni e la lotta tra detrattori e sostenitori di questo genere di film è una battaglia che non riuscirà mai a trovare una soluzione. Tra battute velatamente razziste, omofobe, sketch fisiologici, si rimane ancorati a un umorismo scatologico che forse anche in caserma annoierebbe. La scuderia di Boldi riceve una ventata di gioventù dalla straripante Diana Del Bufalo e di una webstar come Guglielmo Scilla. Ma questa nuovo vento non riesce a togliere quell'odore di stantio che aleggia nella sala cinematografica. Matteo Raschellà

Freerumble il primo Social Media Audio che aiuta i non vedenti Un canale tematico con i file audio delle interviste, degli approfondimenti e delle news locali e un concorso letterario in mp3 in collaborazione con la casa editrice “La Riviera”. CRISTINA BRIGUGLIO

RUMBLEPEDIA: L’enciclopedia libera in mp3, alla quale tutti possono dare il loro contributo RUMBLESECRET: l’audioblog in cui non vedenti esperti in qualsiasi campo personale o professionale, possono condividere loro esperienze di vita ed essere ascoltati.

“La Riviera” si apre alle persone non vedenti e ipovedenti. Da oggi il giornale ha un canale sul sito di freerumble sul quale pubblica quotidianamente i file audio con le interviste e le notizie più interessanti del giorno. Freerumble ( www.freerumble.com) è un nuovo Social Network per tutti, ma perfettamente accessibile e fruibile da parte di non vedenti ed ipovedenti. E’ stato presentato ufficialmente alla Camera dei Deputati a Roma alla presenza dell’on. Luca Barbareschi, vice presidente della Commissione della Camera sulle Telecomunicazioni, e di Giulio Nardone, presidente nazionale dell’Associazione Disabili Visivi (ADV). “Freerumble è un modo brillante per superare la situazione esistente in rete, che vedeva di fatto i disabili della vista discriminati ed esclusi dalla partecipazione ad un fenomeno di massa come quello dei social network, ancora più importante per coloro, come le persone con disabilità visiva, che incontrano grossi problemi nel muoversi fisicamente per socializzare” dice Giulio Nardone. Lino Patruno, jazzista italiano di fama mondiale, che era presente all’incontro, ha voluto esprime il bisogno e l’esigenza di ritornare al pensiero e alla capacità di ascoltare, come quando c’era solo la radio. Ha espresso poi il desiderio di poter caricare su Freerumble i suoi vecchi dischi di jazz, quelli che oramai non hanno più mercato e che altrimenti si perderebbero. Ma quali sono i prossimi obiettivi del social network? Li elenca Sonia Topazio, ideatrice del progetto: “Apriremo RumbleNews e lo Staff di Freerumble selezionerà giovani giornalisti radiofonici che abbiano avuto esperienza come blogger e giovani blogger che abbiano avuto esperienza da giornalisti. Inoltre indiremo un concorso letterario in mp3 in collaborazione con la casa editrice “La Riviera” e costruiremo un nuovo ponte tra il Canale UICIECHI e il Canale dell’Associazione Disabili Visivi e l’Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi. (U.N.I.Vo.C.) in maniera che tutti gli studenti non vedenti possano fare richiesta di letture volontarie o riassunti di libri che non sono fruibili sul web”.

AL CINEMA

CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 I Puffi -18.00- 20.00 Paranormal activity 3 20.00-22.00 CINEMA ARENA Siderno,info:333/ 7672151 Prossima apertura CINEMA GOLDEN Roccela J,info:333/ 7672151 Matrimonio a Parigi/18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA VITTORIA Locri,info:339/7153696 Bar sport/ 18.00 - 20.00 22.00 CINEMA GARIBLDI Polistena,info:0966/ 932622 Ex- Amici come prima!/16:00 - 19.15 - 21.30 CINEMA POLITEAMA Gioia T.,info:0966/ 51498 Matrimonio a Parigi 18.00 - 21.00 CINEMA ODEON Reggio C.,info:0965/ 898168

Matrimonio a Parigi / 18.00 -20.00 - 22.00 CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373 Quando la notte 16:00 18.20- 20.00 - 22.30 NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 Amici di letto/18.10- 20.20 22.30 MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de curtis Bar sport/16.45 - 18.45 20.45 - 22.45 Sala sordi Paranormal activity 3 17.00-19.00- 21.00-23.00 Sala de sida Il villaggio di cartone/17.00 Ex- amici come prima!18.30 - 20.30 - 22,45 Sala mastroianni Maga Martina 2/17.00 I tre moschettieri/19.00 21.00 - 23.00

OROSCOPO ARIETE

TORO

GEMELLI

CANCRO

LEONE

VERGINE

dal 21 marzo al 20 aprile

dal 21 aprile al 20 maggio

dal 21 maggio al 21 giugno

dal 22 giugno al 22 luglio

dal 23 luglio al 23 agosto

dal 24 agosto al 22 settembre

Il fine settimana si presenta in modo molto bello per qualsivoglia genere di viaggio. Uscite!

Qualcuno o qualcosa vi porterà a modificare o a rivedere alcuni aspetti delle vostre abitudini, Calma!

Qualche nuvola in ambito relazionale è da mettere in conto durante il week-end. Non soffermatevi.

Sabato e domenica, affrontate senza remore una trasferta lavorativa. Non sarà molto divertente.

I nativi della terza decade saranno più che sollecitati da un Marte imperioso: maneggiare con cura!

E' probabile qualche divergenza di opinioni in famiglia tra sabato e domenica. Ogni tanto vi tocca.

BILANCIA

SCORPIONE

SAGITTARIO

CAPRICORNO

ACQUARIO

PESCI

dal 23 settembre al 22 ottobre

dal 23 ottobre al 22 novembre

dal 23 novembre al 21 dicembre

dal 22 dicmbre al 20 gennaio

dal 21 gennaio al 19 febbraio

dal 20 febbraio al 20 marzo

Week-end estremamente piacevole. Sarà accentuato il vostro lato comico, vi divertirete con gli amici.

Adesso non ci sono problemi di sorta nella scelta di un centro fitness all'altezza delle vostre aspettative .

Domenica, ritroverete centralità e il piacere di fare ciò che vi rigenera: nessuna nuvola in vista.

La circolazione del denaro e dell'energia dovrebbe essere ottimale, state attenti a come li gestite.

Week-end, sarà un'apoteosi di dinamismo, condivisione, freschezza e novità in vista. DOMENICA

Nel week-end modulate l'insofferenza qualcuno potrebbe non gradire atteggiamenti immaturi.

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Blob of the week

Campioni...di solidarietà

Paolino e Paperino Due eroi dal cuore grande!!! Cosimo e Francesco Ingrati

Tonino e il “Porcino Gigante” Due “Maestri” da (s)ballo !!! Tanti auguri piccola Francesca, Tra nu piattu e na pignata, ndi facimu da mamma e papà. na sonata e cu Cicciu o Ricriju ndi passamu na sirata.Un saluto con affetto Giusppe e Vincenzo.

Auguri “Dottoressa” Due “Maestri” di vita

Hai visto? Sembravano tanto lontani ed invece i 18 anni sono arrivati anche per te!! Resta sempre così come sei e non cambiare mai...Tantissimi auguri... Ti voglio bene...Domenico. INFINITAMENTE GRAZIE

I NUOVI GABBIANI 1967 Da sinistra: Renato Fragomeni, Mario Talarico, Peppe Platani, Ninì Ingrati, Mimmo Alvaro e Mimmo Agostini

La verità dell’Iride di Benjamin Bowson

Mi dispiace per Gheddafi

Mi è dispiaciuto per il furher, per il duce, per Saddam. E' una questione di coerenza. Non potevo tirarmi indietro con il rais. Forse è solo voglia di anticonformismo. Ecco, sono un piccolo egocentrico che ama, sempre e comunque, distinguersi. Però ho provato pena per Gheddafi, il suo volto sanguinante, il suo corpo esanime sballottato mi ha fatto tenerezza. Mi è sembrato che in mezzo alla folla esagitata fosse l'unico essere umano. Il solo col suo dramma, i suoi errori, la sua colpa e la punizione meritata. I mostri gli stavano attorno. La fiera vera era la gente esultante. Continuo sempre più a non amare il popolo, e la cosa mi fa paura. Non verrei alzarmi un giorno col la camicia nera e sentirmi fascista. Ma le folle indignate non le sopporto più. E' un mio limite, ma le pecore che quando sono massa diventano leoni mi fanno schifo. Soprattutto quando sbranano i lupi in agonia. Oramai le pecore sono impazzite, hanno rotto le staccionate, dilagano nelle piazze. Ne calpesteranno di mostriciattoli già stesi a terra, senza rendersi conto che i mostri veri stanno alle loro spalle e li incitano con frusta e fischi. Non era un buono Gheddafi, come non lo erano i suoi colleghi, e non è che non si meritasse la morte. Ma un popolo non sarà mai libero, fin quando non capirà che i tiranni si abbattono ma non si uccidono. L'uomo non sarà mai uomo, sino a quando non avrà pietà dei vinti. La vendetta avvicina le vittime in carnefici, e le piazze continuano a trasformare le masse in giustizieri. Il mondo ha bisogno di grazia e non di giustizia. Gli uomini continuano a issare il peggio sui troni per poterlo poi buttare nella polvere. E io sono stanco di uccidere mio padre perché gli rimprovero di avermi messo al mondo. E sono felice di piangere per i mostri, perché la pietà verso gli altri è pietà verso se stessi. Il mostro vero nei miei incubi ha il volto dei carnefici di Gheddafi, e non del rais. E non è come dice Berlusconi “sic transit gloria mundi” ma sic transit la sua pietà.

Auguri Lucia di buon compleanno da Salvatore, Francesca e i ragazzi della villetta

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