Ticino7 N5

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Relax

ticino7

IN ONDA di De Viso

Musica, fiori e sport invernali

C

ari lettori e telespettatori, la settimana che ci aspetta in TV è così ricca di eventi che non saprei bene da dove iniziare… Domenica 4 febbraio, per esempio, Storie (RSI LA 1, ore 20.40) propone il documentario Looking for Sunshine di Niccolò Castelli e Ursina Haller. Viene raccontato un anno nell’universo di Lara Gut: dalla vittoria della Coppa del Mondo Generale di sci alpino nel 2016 fino al rientro alle gare dopo l’infortunio. ul fronte della fiction «d’impegno», ci sono almeno due appuntamenti da non perdere: sempre domenica, per il ciclo di Canale 5 «Liberi sognatori», il film tv Una donna contro tutti - Renata Fonte (ore 21.10), la storia di una politica italiana – a cui presta il volto Cristiana Capotondi – che si è battuta contro la speculazione edilizia. Lunedì 5 febbraio, invece, su Rai 1 andrà in onda In Punta di Piedi, ispirato alla storia vera di un’adolescente che sogna di diventare una ballerina, opponendosi al padre camorrista. Passando ai «grandi eventi», vi ricordo che martedì

VISIONI Fuori tono: i calzini colorati e l’inatteso declino del gusto maschile di la Ficcanaso

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6 febbraio alle 20.35 prenderà il via il 68° Festival della Canzone Italiana: sul palco con Claudio Baglioni ci saranno la nostra Michelle Hunziker e l’ottimo interprete italiano Pierfrancesco Favino. Su LA 2 alle 21, invece, verrà ricordato il giornalista Leandro Manfrini con la serata omaggio Caro Leo, ti scrivo, condotta da Barbara Wezel.

Venerdì 9 febbraio non perderò la cerimonia di apertura dei XXIII Giochi Olimpici Invernali a PyeongChang (su LA 2 dalle 12). Infine, ci sarà spazio anche per la musica di casa nostra, con l’11esima edizione degli Swiss Music Awards: LA 2 trasmetterà la serata in differita, sabato 10 febbraio alle 22.45. Buona settimana a tutti!

Dei maschi ho sempre pensato che possedessero, almeno in tema di abbigliamento, un senso del ridicolo sano e benedetto. Non capitava di rado che, milioni di anni fa, prima di uscire per una serata chiedessi proprio a mio padre – daltonico e digiuno di ogni nozione di moda – il via libera per quello che oggi definiremmo outfit. La sua totale ignoranza lo rendeva immediatamente in grado di riconoscere i passi falsi. Per dire, oggi, se mi presentassi da lui con quei turbanti in testa che hanno sostituito i berretti di lana in tante giovani donne, lui scuoterebbe la testa e direbbe: «Non mi piace». Al contrario qualche amica, seppure in buona fede, potrebbe farsi tentare dalle sirene della moda e lasciarvi uscire con quei simil-asciugamani in testa. Un maschio, nella sua ignoranza, non lo farebbe mai. Nulla mi faceva presagire che anche quest’ultima certezza fosse messa in pericolo, prima del dilagare dei calzini colorati. A righe, per l’esattezza.

Qualche ora fa ascoltavo parlare un uomo interessante, uno abbastanza anziano da dire ethos in un discorso e da rabbrividire – almeno così mi è sembrato – quando un altro uomo presente pronunciava plas (anziché plus, dal latino) nel tentativo di darsi un tono. Lo stavo ammirando con quel sorriso nostalgico che si può riservare solo a chi dà l’impressione di aver studiato greco e latino, quando lo sguardo mi è caduto in basso. «Perché?», mi sono domandata senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi e chiederlo a lui. Che cosa induce un professionista stimato e riconosciuto a infliggere ai suoi piedi una punizione di questo genere? Che cosa lo fa sentire in dovere di mostrarsi come uno che non si prende troppo sul serio e per questo indossa calzini a righe colorate? Ma soprattutto: cosa ti ha fatto di male il filo di Scozia blu che ha servito con onore decine di generazioni?


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