Ticino 7 N22

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A proposito di serate in compagnia...

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Cucina (e uomini)

d’altri tempi

“Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia. Consultiamo in proposito le nostre labbra, la nostra lingua, il nostro palato, le nostre papille gustative, le nostre secrezioni glandolari ed entriamo genialmente nella chimica gastrica. Noi futuristi sentiamo che per il maschio la voluttà dell’amare è scavatrice abissale dall’alto al basso, mentre per la femmina è orizzontale a ventaglio. La voluttà del palato è invece per il maschio e per la femmina sempre ascensionale dal basso all’alto del corpo umano. Sentiamo inoltre la necessità di impedire che l’italiano diventi cubico massiccio impiombato da una compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre più coll’italiana, snella trasparenza spiralica di passione, tenerezza, luce,

volontà, slancio, tenacia eroica. Prepariamo una agilità di corpi italiani adatti ai leggerissimi treni di alluminio che sostituiranno gli attuali pesanti di ferro legno acciaio. Convinti che nella probabile conflagrazione futura vincerà il popolo più agile, più scattante, noi futuristi dopo avere agilizzato la letteratura mondiale con le parole in libertà e lo stile simultaneo, svuotato il teatro della noia mediante sintesi alogiche a sorpresa e drammi di oggetti inanimati, immensificato la plastica con l’antirealismo, creato lo splendore geometrico architettonico senza decorativismo, la cinematografia e la fotografia astratte, stabiliamo ora il nutrimento adatto ad una vita sempre più aerea e veloce”.

Da La cucina futurista di Filippo Tommaso Marinetti e Fillia (Sonzogno, 1932)

sabato 3 giugno 2023 1 Ticino7 numero 22 A CURA DELLA REDAZIONE
SPECIALE GRIGLIATE & SAPORI

Fabio Frey

Classe 1957, nasce a Locarno e cresce a Gordola dove frequenta le scuole dell’obbligo. Macellaio da una vita, ha seguito le orme del padre facendo l’apprendistato presso la storica Macelleria Ferrini del borgo (purtroppo chiusa nel 2020). Diventa banconiere e salumiere presso l’altrettanto storica macelleria Sciaroni a Bellinzona, anch’essa scomparsa. Nel 1980 apre a Gordola il suo negozio nella casa paterna, dove oggi dà lavoro a ben quattro persone.

Non ce ne vogliano i vegetariani, ma il barbecue senza carne è come la pasta senza il sugo. E senza i macellai ci sarebbe ben poco da grigliare. Fabio Frey è uno di loro da oltre quarant’anni, figlio d’arte. “Sono diventato macellaio perché è sempre stata una mia passione, visto che anche mio papà era macellaio” ci racconta. Poi arriva il periodo dell’apprendistato che oggi ricorda ancora con piacere. “Alla mattina andavo a lavorare con la voglia di imparare ad essere un bravo macellaio” dice, ovvero da Mario Sciaroni a Bellinzona. “Lo ricordo con tristezza perché è venuto a mancare in questi anni, ma è stato colui che mi ha insegnato ad amare questa professione”, spiega. È ancora vivo nella sua memoria il giorno in cui gli annunciò di voler ritirare il suo attuale negozio a Gordola e Sciaroni lo incoraggiò, ma “ho voluto affiancarlo al banco per accrescere le mie capacità nel servire la clientela” dice Frey orgoglioso.

Sua maestà il maiale

La mazza si fa ovviamente anche con il ‘re della griglia’, il maiale. “La facevamo a Vogorno presso un rustico, nel quale c’era un locale adibito a piccolo laboratorio dove si portava il maiale già macellato”, ricorda Frey, “in seguito si lavoravano le varie parti, si separavano quelle belle per fare salami e salametti, mentre i pezzi restanti per fare codighe, luganighe e mortadelle”. E del maiale nulla si butta, infatti il nostro esperto spiega che “ossa, piedini, orecchie si salavano e quindi si organizzava la cena di ‘oss in bogia’”, un altro patrimonio culinario tutto ticinese. La fase più delicata e importante? “Quella di asciugare salami e salametti in un locale asciutto e sigillato, affinché non andassero a contatto con il clima esterno” spiega Frey, “il tutto veniva poi degustato e cucinato da mia madre”.

I tempi cambiano

Chiudono per vari motivi le storiche macellerie come Sciaroni e Ferrini, ma il mestiere rimane in voga anche se non è tutto... grasso che cola! Frey, che ha visto passare diverse generazioni, spiega che “il nostro lavoro oggi si è modificato molto diventando sempre più impegnativo, sia dal lato burocratico che del servizio alla clientela”, la quale si è man mano abituata ai grandi magazzini. “Noi negozi piccoli di paese siamo in concorrenza con i grandi supermercati, ma nelle ricorrenze importanti come il Natale i clienti ritornano a farsi servire dal macellaio di fiducia” osserva. E cosa chiedono nel suo caso?

“Un articolo che preferiscono sono le costine piccole marinate, però accettano anche le nostre offerte settimanali”, grazie a un servizio che Frey definisce “accurato e professionale”. Tuttavia, si domanda non senza ragione, “perché durante queste feste importanti siamo apprezzati ma nel resto dell’anno siamo un po’ dimenticati?”. Al lettore l’ardua risposta.

Tra capre e cicitt

“Quando ero piccolo mio padre faceva sempre la mazza del maiale e della capra, e io dovevo sempre partecipare alla lavorazione altrimenti facevo i capricci!” afferma ironico. Si ricorda ancora quando accompagnò suo padre e un amico in valle Bedretto a prendere due capre. “Le abbiamo macellate presso il macello di Bruno Cioccarelli e lavorate nella cucina del ristorante, separando la carne con ossa e le parti non nobili” racconta Frey. Le parti nobili sono per esempio lombata, fesa, costata eccetera: “La mazza della capra si faceva da metà ottobre a metà novembre, ma tuttora vengono macellate e lavorate diverse capre nella mia macelleria” dice. Come si procede? “Bisogna salare la carne con l’osso e con le altre parti preparare i ‘cicitt’ (sottili salsicce da arrostire, tipiche delle valli locarnesi, ndr) e i famosi violini di capra”, spiega, ossia la coscia e la spalla dell’animale.

È l’ora del grill!

Per concludere, non possiamo non domandare al nostro professionista di Gordola cosa gli piace grigliare e, se ne ha, quali sono i suoi preziosi consigli. Niente costine o luganighette, Frey ci sorprende dicendo che “personalmente mi piace grigliare un bel pezzo di entrecôte” afferma, mentre per l’arte del barbecue è importante la temperatura: “Mi permetto di consigliare di preparare una griglia molto calda prima di cucinare il pezzo di carne” ci dice. Sembra banale ma non lo è. Frey suggerisce inoltre di “domandare sempre consiglio al macellaio di fiducia, che saprà consigliare nel miglior modo” conclude. Che sia quello di paese o del supermercato, lo decida ognuno liberamente. Non resta che godersi la stagione, tra carbonella o bombole di gas, scegliendo la carne che più si preferisce. Infine, ci permettiamo noi un consiglio: attenzione a non esagerare, gli esperti avvisano che troppi insaccati e troppa cottura alla fiamma non fanno bene alla salute. Buona grigliata a tutti!

sabato 3 giugno 2023 2 Ticino7
INCONTRI DI MARCO JEITZINER; FOTOGRAFIE © TI-PRESS / ALESSANDRO CRINARI
“Nelle ricorrenze importanti (...) i clienti ritornano a farsi servire dal macellaio di fiducia”

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Part neruf ficiali:

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Gente sul fuoco

Il rito della brace e la storia del mondo

Cuocere alla griglia è soprattutto un modo di intendere la convivialità e lo stare assieme, un’occasione per recuperare ritmi più rilassati. Dettati non dal timer di un microonde, ma dall’azione lenta e costante delle braci roventi, come avveniva nella notte dei tempi.

La prima grigliata della storia avvenne probabilmente all’alba dei tempi nella savana africana. Alla fine di una battuta di caccia un pezzo di carne finì per errore su uno dei fuochi accesi dai nostri progenitori per tenere lontani predatori e animali, e per scaldarsi dal freddo notturno. Era costato fatica quel pezzo di carne, una giornata intera di inseguimenti. E anche se bruciacchiato, qualcuno lo assaggiò, scoprendo che la carne passata al fuoco era molto meglio che mangiarla cruda. Così, ogni notte da allora, le donne e i bambini presero a radunarsi attorno agli improvvisati falò, mentre i cacciatori abbrustolivano le carni al fuoco.

Con un pizzico di fantasia e romanticismo, potremmo dire che nacque più o meno così il barbecue; non solo metodo di cottura, ma soprattutto tradizione, usanza capace di mantenere pur nell’era dei social e del telelavoro diffuso le sue matrici ancestrali. Sulla griglia domina ancora la carne, anche se le sensibilità vegetariane (quelle salutiste dovrebbero appartenere invece a tutti) degli ultimi decenni hanno fatto sempre più spazio alle verdure, al pane integrale per le bruschette e ai formaggi. Certo, con disappunto dei puristi di questo rito da giorno di festa senza pensieri.

La patria del maschio

Per molti il barbecue appartiene a un universo tipicamente maschile e ad alto tasso di testosterone, una versione culinaria e proletaria dei vecchi club inglesi “for men only”. In verità a molte donne piace dedicarsi all’arte della griglia e nonostante anche nel mondo della carbonella la tecnologia faccia sentire il suo peso ed esistano barbecue a gas oppure elettrici (i puristi si trattengano, su dai), la vera grigliata richiede legna o carbone e tanta pazienza. E, come nella savana preistorica, si deve stare all’aria aperta, sia un fazzoletto di terra davanti a casa o un terrazzino a strapiombo sulla cantonale. Perché il barbecue ha bisogno di un pizzico di cielo a rischiarare le carni che sfrigolano quasi facendo festa. Una festa da vivere in compagnia, con familiari e amici. Senza fare i soliti filoamericani, se vuoi capire cosa significa grigliare e quali aspetti “religiosi” comporti – da praticare a ogni festività, appena fa capolino un poco di sole e di cielo azzurro – allora devi sbirciare oltreoceano. I discendenti dello zio Sam possono scrivere enciclopedie sul tema della carbonella, avendo ereditato il bagaglio genetico direttamente dai popoli precolombiani. Secondo la tradizione, infatti, il termine barbecue deriva dallo spagnolo barbacoa, parola che i conquistadores appresero nel Nuovo Mondo. Ancora oggi in alcuni stati dell’America latina, barbacoa ha il significato di intreccio di canne, traliccio, rete; mentre in altri, primo fra tutti il Messico, significa proprio griglia su cui cuocere gli animali interi. Da questa tradizione differiscono – siamo alle solite – i francesi: anche per loro tutto ebbe inizio nei primi decenni dell’esplorazione delle Americhe, ma furono i sudditi del re di Francia che, dopo essersi meravigliati del fatto che i nativi americani cuocevano gli animali interi, li assaggiarono, e ne rimasero talmente entusiasti che li gustarono “de la barbe à la queue”. Insomma, da veri colonialisti, si papparono tutto e lasciarono a bocca asciutta i poveri indigeni.

Carnivori I profumi che regalati da una griglia ben organizzata hanno pochi concorrenti: lo senti da lontano che lì si fa festa, e resistere è quasi impossibile.

Questioni di metodo

“Francia o Spagna purché se magna” e anche a noi poco importa la paternità della questione. Il barbecue oggi piace ed è sinonimo di convivialità priva di fretta e di assilli (vuoi mettere rispetto al surgelato scaldato nel microonde, eh). Ma una grigliata con tutti i crismi richiede infatti tempo, attenzione e un po’ di metodo. Basta pensare a quanto è diversa la preparazione delle braci. Tipo la scelta della legna, se per una volta si vuole tralasciare la comodità della carbonella: legni diversi danno aromi diversi ai cibi e restituiscono profumi sorprendenti. Poi c’è l’accensione dei ciocchi, alla maniera antica, con legnetti, trucioli di legno e aria di mantice. Infine, la cura delle braci che in un barbecue devono essere ardenti e coperte da un leggero strato di cenere, prive di fiamma per non bruciare i cibi (che non c’è di peggio per la nostra salute). Carni da cuocere con lenta progressione, girandole poco e senza ma inforchettarle, così da giungere integre sul piatto e al momento giusto… Magari in compagnia di verdure e formaggi che sulla griglia ci devono stare molto meno. Se al rito primitivo e ancestrale fate volentieri a meno, potete sempre ripiegare su prosciutto e melone oppure sull’immarcescibile insalata di patate o riso. E un po’ (il giusto) di quello buono, che fa buon sangue.

sabato 3 giugno 2023 4 Ticino7 COSTUME A CURA DELLA REDAZIONE; FOTOGRAFIE © TI-PRESS
Oltre la carne Dalle verdure ai formaggi, sulla griglia non si fanno discriminazioni culinarie.

Barbecue? Eco e innovativo

Anche il mondo della classica grigliata è entrato oramai da tempo nel Terzo millennio, tra attenzione all’ambiente, materiali innovativi, tecnologia e qualche follia.

In un’epoca in cui tutto vuol essere green, anche il barbecue cambia volto. Chi non vuole rinunciare assolutamente alla carbonella, punta oramai sui prodotti biologici, in cui il nostro combustibile da grill viene prodotto con legna proveniente da foreste certificate, in cui come prima cosa ogni albero abbattuto viene prontamente rimpiazzato.

Chi vuole essere ancora più sostenibile si affida, invece, alla carbonella ricavata dai gusci di noce di cocco. Per chi vuole spingersi ancora oltre, ecco CasusGrill, un barbecue totalmente biodegradabile perché realizzato con una struttura di cartone, una griglia in bambù e alimentato con carbone di legna (rigorosamente bio), collocato su uno strato in pietra lavica che ha la funzione d’isolante. Questo particolare barbecue consente di operare per circa un’ora prima che buona parte della sua struttura vada letteralmente in fumo!

Se invece, invece, amate le forme di energia alternativa potrete trovare conforto in Go Sun, una griglia portatile e soprattutto ecologica che non necessita né di fuoco, né di legna perché cuoce i cibi direttamente sfruttando il calore dei raggi solari. Grazie alla sua particolare struttura in metallo i raggi del Sole vengono “catturati” e poi convogliati verso un cilindro centrale dove viene posizionato l’alimento da cucinare. Insomma, anche affrontando una grigliata si può fare tutto per impattare il meno possibile sull’ambiente e non inquinare l’aria. L’importante è non commettere errori fin dall’inizio, magari irrorando la nostra bella carbonella green con il classico e puzzolente liquido infiammabile. Meglio fare ricorso ai nuovi modelli di accendi-fuoco che sprigionano flussi di aria calda a 650 gradi centigradi e sono in grado di “accendere” la legna in pochi minuti.

Per gli amanti dell’hi-tech

Un accendi-fuoco come questo ci fa capire come innovazione e barbecue vadano oramai a braccetto. Non mancano sistemi per controllare i barbecue a distanza grazie alla rete wi-fi e al proprio smartphone. Così, per pulire le griglie, alla tradizionale spazzola di ferro e all’olio di gomito sta subentrando Grillbot, un robottino pulisci-griglia. Basta appoggiarlo sulla superficie da pulire, avviarlo e lasciarlo lavorare con le sue tre spazzole rotanti in ottone, lavabili in lavastoviglie. Funziona sia su griglia fredda sia al caldo a patto di non arrostirlo superando i 120 gradi!

Sempre in tema di tecnologia, grandi passi in avanti si sono fatti sul fronte del controllo della temperatura di cottura degli alimenti. Urceri, per esempio, è un termometro a infrarossi con laser digitale che permette di controllare la temperatura esterna e interna del cibo, in particolare della carne, senza alcun contatto. L’azienda tedesca Steak Champ produce invece un termometro a forma di spiedo da infilare in profondità all’interno della carne. Lo spiedo ha dei sensori lungo tutta la sua lunghezza così da valutare al meglio il livello di cottura. Una spia a led indica i livelli raggiunti, illuminandosi come un semaforo: col verde la carne è al sangue; col giallo è a cottura media, mentre sul rosso siamo dal ben cotto all’ustionato...

Se poi si vuole proprio impressionare gli ospiti o si è appassionati di Star Wars esiste un barbecue che riproduce esattamente il casco di Darth Vader. Basta aprire la calotta del casco per poter accedere alla griglia e cuocere di tutto e di più, magari profumando il tutto grazie alle chips di legno aromatico (faggio, ciliegio, melo le fragranze a disposizione) create apposta per rendere ancora più indimenticabili e ricercate le nostre grigliate.

Ecco qualche proposta alternativa per le vostre grigliate, se non amate particolarmente la carne e i classici alimenti grigliati...

Ananas

Va sbucciato e tagliato a fette circolari dello spessore di circa mezzo centimetro. Ogni fetta va unta con olio extravergine di oliva e grigliata per un paio di minuti da entrambi i lati.

Tofu

Va lasciato marinare in un condimento di salsa di soia, olio extravergine d’oliva ed erbe aromatiche (salvia, alloro, rosmarino, origano). Una volta marinato il tofu, a fette può essere cucinato sulla griglia.

Seitan

Anche lui va marinato, ma in una salsa di vino bianco, aceto di mele, succo di limone e un pizzico di pepe. Il seitan dovrà riposare nella marinata per 45 minuti circa prima di essere grigliato.

Asparagi Una volta tolta la parte più dura del gambo basterà poggiarli sulla piastra per un paio di minuti fino a quando si saranno leggermente ammorbiditi. Dopodiché condire con olio, sale e limone.

sabato 3 giugno 2023 5 Ticino7 TENDENZE
ROBERTO
DI
ROVEDA
Grigliate vegetariane, anzi di più
SOPRA: COL SOLE È POSSIBILE FARE UN PO’ DI TUTTO, ANCHE UNA GRIGLIATA (TEMPO PERMETTENDO). A DESTRA: PER CHI DI PULIRE PROPRIO NON HA VOGLIA. TEMPERATURE
SOTTO CONTROLLO, SEMPRE!

Ce n’è per tutti i gusti, forme, colori e disponibilità stagionale. E poi sono verdure che fanno benissimo (senza esagerare).

AI cavoli fanno parte della famiglia delle crocifere, nome che deriva dall’aspetto del fiore, che è tipicamente composto da quattro petali e ricorda perciò una croce. Sono conosciuti anche con il nome Brassicacee, ora caduto in disuso a causa delle modificazioni del codice internazionale di nomenclatura. Questa particolare famiglia è costituita da oltre 2’500 specie di piante erbacee diffuse per lo più in regioni a clima freddo. Si trovano in tutti i continenti, anche se il massimo centro di biodiversità (in termini di specie), è il bacino del Mediterraneo. I cavoli sono conosciuti dai più per l’uso frequente nella cucina mediterranea, ma grazie alla bellezza delle loro forme e colorazioni, sono impiegati anche come decorazioni floreali, e sono tra le verdure-piante medicinali di maggiore utilità. Dalle analisi delle loro qualità nutritive risulta infatti che sono un vero concentrato energetico di vitamine: A, B1, B2, B6, C, D, E, K, PP... ma anche bromo, calcio, cobalto, ferro, fosforo, iodio, rame, manganese, magnesio, potassio, zinco, zolfo, e l’importante acido folico. I cavoli sono anche amici di chi è a dieta perché ricchi di fibre e poveri di calorie, in media 25 Kcal per 100 gr, combinazione ideale per avere una sensazione di sazietà senza appesantire la linea. Secondo la tradizione sono ottimi antinfiammatori, cicatrizzanti e depurativi, tanto che il loro succo (centrifugato e assunto regolarmente) può essere utile per curare acne, ascessi, artrosi e artriti, cistiti, emorroidi, e anche le infiammazioni delle vie aeree. Unico neo: durante la cottura si formano composti solforati responsabili del tipico odore poco “sexy”. Ma si sa, nessuno è perfetto.

VINCI

E4 ingressi per la SWISSMINIATUR di Melide

Cavolo bianco

Noto anche come cabis bianco, appartiene alle varietà dei cavoli a testa. Consumato sia crudo sia cotto, è la base di specialità tipiche come gli involtini di cavolo e i crauti. Un suo parente stretto è il cavolo a punta, che ha un sapore più delicato.

Cavolo rosso

Dall’aroma intenso è conosciuto anche come cabis rosso. Cotto o crudo, il suo colore (che va dal rosso al blu) è dovuto agli antociani, dei pigmenti vegetali. Il cavolo rosso contiene molta vitamina C a patto che non venga cotto troppo a lungo.

L’arte del cavolo B2 D PP

B1 K C

Romanesco Una graziosa e seducente variante del cavolfiore. Non se ne consumano le teste o foglie, come per altre qualità di cavolo, ma le infiorescenze ancora chiuse. Lo stesso vale per i broccoli.

Verza È senza dubbio una delle qualità di cavolo più apprezzate! La verza è tenera da mordere e ha un sapore delicato. Le sue foglie interne sono ottime anche crude, per esempio nelle insalate.

Cavolo riccio

Questa varietà dalle foglie crespe – anche chiamata cavolo piuma – è sempre più amata dagli svizzeri. È resistente al gelo e sviluppa il suo caratteristico sapore dolciastro dopo la prima gelata.

Orizzontali

1. Nebbia industriale 5. Antro, grotta

12. Un segno dello zodiaco 13. Disolfuro di ferro 14. Anagrammare all’inizio

15. Obbligato, forzato 16. Sulle targhe di un Romando 17. Nuovo Testamento

18. Una Tina cantante 19. Baronetto inglese 20. Lo è il Sahara 22. Si tributano a chi li merita 24. Località della Mesolcina

25. Il sì dei Russi 27. Il nome dell’attore Sharif 28. Non tutti vengono per nuocere 29. Scolorite, consumate 31. La somma degli anni 32. Località della Valcolla

33. Prefisso iterativo 34. Cascata presso Maggia 36. Influire reciprocamente

38. Quello greco vale ‘3,14’ 39. Christian, stilista (1905-1957) 40. Rifugi per animali

41. Regione montuosa del Marocco

42. Il titolo dell’imperatore del Giappone

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44. Tipi qualsiasi 45. Onorevole in breve 47. Associazione Industrie Ticinesi 48. Una capitale cantonale 49. Il nomignolo di King Cole 51. Re, sovrano 53. Asciutto, disseccato 55. Femmine di plantigrado 56. Simbolo chimico del protoattinio 57. Grande lago svizzero 59. Calcio d’angolo 61. La disciplina di Konrad Lorenz 62. Un uomo eccezionale.

Verticali

1. Padiglione della fiera 2. Terme presso Pistoia 3. Vale come adesso 4. Gioco d’origine cinese 5. Lo praticano gli atleti 6. Tra Bellinzona e Locarno 7. Ripide, scoscese 8. Misura di capacità 9. Prefisso per orecchio 10. Sulle targhe di un Romando 11. Affiliarsi o fare presa 15. Attenzione, sollecitudine 16. Voltata,

orientata 18. Argomenti 19. Asino, ciuco 21. Località in Capriasca 23. Attività devozionali cristiane 26. Trovò la lampada col genio 28. Riferito al sud 29. Ampliato, esteso 30. Dare inizio a un’azione giudiziaria 32. Mezza corona 34. Grave, compunta 35. Respingere, ricusare 37. Un lago sopra il Cadagno 38. Località delle Centovalli 41. Poco diffusa 43. Un indumento giapponese 44. Non parlare 46. Lago dell’alta Valle Maggia 48. Bruciato 50. Una pianta aromatica 52. La costruì Noè 54. Decalitro in breve 56. Un cane della RSI 58. Nel rogo 60. Nota Redazionale

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Marisa Maceroni (Gordola)
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VINITALY Dove i fiumi di vino scorrono allegri

Mentre i titoli di giornali e tv, tra guerre e altri drammi, raccontano della paura di una siccità ritenuta fatale, a inizio aprile nella bella Verona cara a Giulietta e alle memorie di un morto Impero (quello romano) e di un mitizzato Medioevo, sono d’improvviso apparsi vivaci e allegramente prorompenti fiumi di vino. Merito indubbio di una manifestazione, il Vinitaly, giunto alla 55esima edizione, che della città cara agli Scaligeri, è diventata ormai il moderno simbolo. Trasformata come si è in una lunga kermesse che coinvolge insieme ai grandi capannoni della Fiera di Verona, l’intera città, dalle grandi piazze, ai nobili palazzi, fino ai vicoli più scuri, di colpo illuminati dai riflessi dorati o rossastri di quell’ambrosia internazionale che è il prodotto delle viti.

Bacco, economia e lavoro

Il Vinitaly non solo è evento spettacolare, che coinvolge anche i ricchi territori collinari che adornano l’antica città, luoghi dove la ricchezza è comparsa con il destino enologico, ma mai come quest’anno è diventato centro della politica nazionale e internazionale. Quotidianamente la fiera si è riempita di politici a cominciare dalla Presidente del Consiglio italiana che ha scelto questo luogo per annunciare la nascita di un nuovo percorso di studi, un liceo del Made in Italy, per valorizzare l’immagine italiana, idea non nuova, certamente, legata com’è a un ideale mussoliniano, mai sopito a queste latitudini. Non solo questo naturalmente si è annunciata un’edizione del Vinitaly in Cina in autunno, si è discusso dell’iniziativa europea partita dalla decisione dell’Irlanda di introdurre un’etichetta “dissuasiva” per le bottiglie di alcolici, compreso il vino, vista come un vero terremoto da parte dei produttori, convinti che condannare il vino a imitare le sigarette sia rinnegare il valore storico del vino, come rito collettivo, come scelta alimentare, come indicazione sanitaria, sempre più ammessi un paio di bicchieri di vino nelle diete. E certo il valore alcolico del vino non è quello di un cocktail o comunque dei superalcolici, che sono la vera peste che sta travolgendo sempre più giovani non solo nella martoriata Irlanda. Ma al di là delle discussioni politiche, sono stati proprio il vino e il suo mercato i veri protagonisti dell’evento. In più di 93mila hanno affollato gli stand in fiera, dando lavoro a centinaia di lavabicchieri e a un infinito e incontrollabile brusio di fondo a ogni presentazione e degustazione. Ancor di più nella zona dei vini biologici, del resto presenti quasi in ogni stand, e dei vini biodinamici, ancora alla ricerca di una precisa identificazione, sono ancora in fase di definizione a livello europeo e poi ogni paese, avendo un clima diverso e una diversa tradizione enologica ha le sue posizioni.

A “spasso” per l’Italia

Abbiamo così iniziato il nostro incontrollato e incontrollabile viaggio tra i vari stand e capannoni, cominciando in Alto Adige con un giovane produttore Dipoli e il suo Sauvignon Blanc Voglar 2020, incredibilmente ancora in evoluzione, pieno di promesse, forse irrealizzabili, vista la limitatissima produzione. Quello della produzione è uno dei temi portanti, se uno produce 1’200 bottiglie, pensiamo a un ciliegiolo rosato spumante di Agostinetto, che non appare neppure in catalogo vista la poca produzione, è un vino inconfrontabile non solo con un prosecco da milioni di bottiglie, e qui era ben rappresentato con ricchi stand, ma anche con produzioni ben minori, pensiamo a uno storico Fabiano che a Verona presenta una sua ampia gamma di produzioni legate alle tradizioni, a cominciare dall’etichetta dell’interessante Amarone, ebbene a fronte di notevoli richieste internazionali si trova a fare i conti con un esorbitante costo dei trasporti, che per molti produttori piccoli e medi vanifica l’esportazione. Ed ecco che sui grandi mercati hanno sicura possibilità di agire solo le grandi aziende vinicole ormai lontane da un’idea di vino che non sia commercio.

In Molise abbiamo assaggiato un convincente Aglianico, ricco di profumi e capace di essere nobilmente presente al gusto. Nel Lazio dall’Azienda Biologica De Sanctis di Frascati abbiamo incontrato un buon 496 Frascati DOCG Bio, capace di simpatica freschezza in bocca e ci ha colpito il loro “Amacos” Frascati superiore di quasi 15 gradi, un vino capace di lunga conservazione. Abbiamo percorso la Toscana in cerca di un amico produttore che ha segnato il mondo del Brunello di Montalcino, si tratta di Casanova di Neri, lui Giacomo per anni ha sopportato sorridendo ai nostri riferimenti al Giacomo Casanova, avventuriero veneziano, lo stesso la sua avventura nel mondo del vino che conta è stata segnata da un’inesorabile crescita qualitativa ed economica che lo ha portato ai vertici mondiali in poco tempo. Purtroppo pesante è stata la sua assenza a Verona, dovuta sicuramente al fatto di aver partecipato recentemente a ProWein a Düsseldorf, e ad altre manifestazioni prima.

Piacevoli scoperte

L’affastellarsi di manifestazioni enogastronomiche rappresenta un problema che si è allargato dopo due anni di Covid. Anche altre cantine sono restate al di fuori dell’evento scaligero, tra tutte pensiamo a una giovane cantina in rapida crescita come la vicentina Tenuta Maule di Selva di Montebello con il suo straordinario Chardonnay Vicenza, l’incredibile Pinot Bianco e il Gambellara Classico, tutti vini già premiati in altre manifestazioni sarà di sicuro protagonista al prossimo Vinitaly, dove abbiamo avuto la possibilità di assaggiare anche i vini della friulana Ronc Soreli. Dal cuore dei colli Orientali del Friuli Venezia Giulia abbiamo assaggiato il loro classico Schioppettino Riserva e la versione 2019 insieme a un eccellente Merlot. Note splendide abbiamo trovato in Irpinia nei vini di Pietracupa cantina retta dall’infaticabile Sabino con cui oltre ai vini nuovi Falanghina, Fiano e Greco di tufo 2021 abbiamo riscoperto il paradiso assaggiando un Fiano 2013 e uno 2005, vini che spiegano a chi ritiene che i vini bianchi non siano da lunga durata cosa vuol dire scoprire il contrario e gioire di fronte alla fragranza di profumi e sapori inebrianti e unici. Cosa confermata in Lombardia da I Calmi, lugana riserva di Emilio Pasetto della Cascina Alberoni di Sirmione, e dalla Cantina “Belen” nella vicina Franciacorta dove abbiamo scoperto uno spumante di 80 mesi da far cantar di gioia chi ama il vino. Restando A Verona al Vinitaly non sono mancati i grandi Soave di Agostino Vicentini e de Le Mandolare, i rossi Valpolicella e Amarone di Tiziano Accordini e di Pietro Zanoni, non gente da milioni di bottiglie, ma legati al piacere del buon vino, quello per tutte le tasche, e capace di raccontare grandi storie. Anche questo è il Vinitaly

sabato 3 giugno 2023 7 Ticino7
TAPPA & STAPPA DI UGO BRUSAPORCO
sabato 3 giugno 2023 8 Ticino7 TIPO UN FUMETTO DI ALESSIO VON FLÜE
sabato 3 giugno 2023 9 Ticino7

REDAZIONE; FOTOGRAFIE © SHUTTERSTOCK

La mappa del maiale

Carni & tagli Perché del suino non si butta via nulla!

Per gli etruschi era un animale in grado di veicolare i messaggi degli dei; dalla carne, ricca di proteine, grasso e nutrienti, alla vasta gamma di sottoprodotti e derivati che è in grado di offrire, il maiale è uno scrigno di delizie, si sa. In cucina è largamente impiegato, basti pensare che oltre ai tagli con cui si preparano ottimi arrosti, spezzatini e farciture, viene utilizzato anche il lardo, il piede e persino il sangue. Quelli che oggi conosciamo come maiali domestici non sono che discendenti dei cinghiali selvatici (Sus scrofa o Sus ferus), che già 10 milioni di anni fa erano molto diffusi sia in Europa, sia in Asia che in Nord Africa. Nel corso dei secoli, poi, sono state addomesticate e destinate all’allevamento le razze suine che potevano vantare esemplari veloci nella crescita, dalle carni abbondanti e morbide e con le zanne corte. Ma quali sono i principali tagli della carne suina? Ecco i 10 più noti, alcuni perfetti da “piazzare” sulla griglia e addentare ben cotti (ma non bruciacchiati).

Il lardo

Al di sotto della cotenna, il lardo è il primo strato che si trova lungo tutta la schiena del maiale formato dal grasso. Viene generalmente usato come condimento o consumato crudo. In quest’ultimo caso viene tagliato in modo sottile, dopo essere stato sottoposto a salatura e stagionatura.

La sugna, invece, dalla quale deriva lo strutto, si ricava dal grasso di deposito presente intorno ai reni e nella pancia intorno al bacino.

La lombata

Sulla schiena, o lombata, si trovano le carni più pregiate, che vengono utilizzate solitamente per farne fettine da saltare in padella o per essere cotte, in un unico pezzo, come arrosti o brasati. Fanno parte di questa sezione:

La coppa o capocollo La parte della schiena adiacente alla testa.

Il carré o arista

Chiamata anche lonza, è data dalla parte superiore delle costole dell’animale. È un taglio che può essere utilizzato per ottenere le braciole (fette di carne contornate dall’osso che possono essere cotte alla griglia o in padella). Se utilizzato in un unico blocco può essere cucinato arrosto o in umido.

Lo scannello Si trova appena sopra la coscia dell’animale, come proseguimento della lombata.

I tagli della lombata con le caratteristiche del capocollo, ossia costituiti da differenti fasce muscolari inframmezzate da una quantità importante di grasso visibile, sono perfetti per ottenere bistecche e braciole particolarmente tenere e saporite.

Il filetto

È tra i tagli più conosciuti, teneri e magri e si caratterizza per un sapore delicato. Tuttavia, la sua morbidezza non è paragonabile a quella del filetto di vitellone e, di conseguenza, spesso gli vengono preferiti altri tagli del suino, magari più grassi ma sicuramente più gustosi, come il capocollo o lo scamone. Il filetto, che si trova nella lombata, può essere lasciato nelle braciole oppure venduto singolarmente. In cucina questo taglio può essere utilizzato per creare diversi piatti, purché ben aromatizzato oppure avvolto nella pancetta prima della cottura. Quando viene lasciato insieme alle braciole acquista tenerezza e sapore grazie alla presenza dell’osso.

La spalla

Proviene dalla zampa anteriore del maiale. Se non viene utilizzata per i salumi, la spalla si presta alle cotture in umido e ai brasati. Si differenzia dal prosciutto per la presenza della scapola. La parte superiore della zampa anteriore viene spesso usata per ottenere il prosciutto cotto, simile per sapore al prosciutto cotto ottenuto con la parte posteriore dell’animale, ma meno pregiato. Dalla zona della scapola, dopo aver rimosso il fesone di spalla, si ricavano le bistecche da cuocere in padella o alla griglia, seppur più magre e meno tenere del capocollo.

Le costolette

Le costolette di maiale rappresentano un taglio di carne suina costituito dalle costole dell’animale e ideale per le grigliate (costine, puntine, costolette ecc.; a dipendenza della regione i nomi abbondano). Dalla pancia del suino si ricavano essenzialmente due tagli: la pancetta e le costine. Solitamente queste ultime vengono tagliate e vendute singolarmente distinguendo le baby ribs (quelle corte e ricurve) dalle spare ribs (ossia quelle lunghe e dritte). Principalmente cotte alla griglia, non mancano però ricette che prevedono lunghe cotture in umido. In questo modo il tessuto connettivo, di cui le costolette sono ricche, si scioglie rendendo la carne deliziosamente morbida, tanto da staccarsi dalle ossa.

La pancetta

È un taglio di carne suina situato in corrispondenza della pancia, formato da uno spesso strato di grasso e da una parte dei muscoli addominali. Il grasso che continua nella parte superiore dell’animale, in corrispondenza del dorso, non è più definito pancetta bensì lardo. La pancetta può essere tagliata a fette sottili e cotta sulla griglia oppure, previa salatura, può essere arrotolata, insaccata e venduta come salume. Se viene lasciata distesa, tagliata a strisce, salata e affumicata diventa quello che in inglese viene chiamato bacon

Il guanciale

Si ricava dalla guancia del maiale; è una parte piuttosto grassa, seppur di qualità più pregiata rispetto al lardo o alla pancetta. In cucina è l’ingrediente cardine per poter realizzare degli ottimi spaghetti all’amatriciana e spesso viene utilizzato come componente grassa per i salami.

La coscia

La coscia di maiale si ottiene dalla zampa posteriore del maiale e rappresenta un taglio di carne molto pregiato. Da qui si ricavano il prosciutto, crudo o cotto, e il culatello. La coscia inoltre può essere ulteriormente divisa in culatta e fiocco. Generalmente questo taglio viene sezionato per preparare bistecche, da cuocere ai ferri o in padella, ma anche arrosti. La coscia del maiale ha gli stessi muscoli e viene suddivisa negli stessi tagli della coscia del bovino (fesa, sottofesa, noce, girello, campanello e scamone, che è riconosciuto come la parte più tenera).

Lo stinco

Lo stinco di maiale è un taglio di carne suina, situato nella parte inferiore della zampa dell’animale. Ricco di tessuto, connettivo si presta bene alle lunghe cotture, principalmente in umido. Lo stinco di maiale viene erroneamente considerato un taglio calorico e grasso; sicuramente non ha una carne particolarmente magra, tuttavia il grasso presente nello stinco è facilmente separabile, mentre le fasce muscolari che lo compongono sono piuttosto magre.

Il piede

Il piede, o piedino, è la zampa del maiale. Questo taglio di carne suina rientra tra le parti più povere ed economiche dell’animale, vista anche la presenza di ossa di piccole dimensioni. In Francia rappresenta uno dei piatti della tradizione ed è venduto solitamente intero, oppure tagliato in due parti nel senso della lunghezza. Sono necessarie lunghe cotture per poter sciogliere il tessuto connettivo e per ammorbidire la cotenna di cui è ricco, ma per chi ama la carne gelatinosa rappresenta una vera e propria delizia dal sapore intenso.

sabato 3 giugno 2023 10 Ticino7
IN CUCINA
DELLA
A
CURA

Aria fritta (ma buona)

Il mattino ha l’oro in bocca e la carta di credito in mano e come ogni giorno, allo spuntar del sole, mi ritrovo qui a smanettare davanti al computer e rischiare l’impossibile. Alcuni di noi approfittano di questi momenti dorati per fare i conti, preparare il cibo per la sera, raccogliere i pensieri. Altri sono in balia degli istinti più biechi e pericolosi, scorrono i social network, si fanno gli affari degli altri, ma finiscono sempre per mettere mano al portafoglio. Non c’è mattina, infatti, in cui non vi verrà la irresistibile tentazione di comprare quegli aggeggi organizza-armadio facili facili da ricevere direttamente a casa. Direte basta alle mutande buttate alla rinfusa e ai calzini arrotolati nei cassetti. L’organizer si appenderà alle pareti dell’armadio e vi farà risparmiare spazio prezioso. I lavoretti di casa diventeranno un piacere con il nuovo trapano multisensoriale disponibile in pronta consegna. Qualche comoda rata e tutto sarà perfetto. Voi direte: non è mica la prima volta che la pubblicità crea bisogni. Vero. Ma forse è la prima volta che noialtri siamo così permeabili a ogni vera o presunta novità raccontata da video veloci e attraenti. Forse è la prima volta che

Le spezie Il viaggio del gusto

Siamo a Stroppo, un comune piemontese di cento abitanti, a mille metri di quota. A pochi passi da questa panchina la strada fa una curva e consente di ammirare dall’alto la splendida chiesa di San Pietro e Paolo (San Peyre) con il suo campanile romanico. Da qui, invece, non si vede niente. Solo una striscia d’asfalto e la parete del bosco. La panchina è vecchia, con la vernice scrostata. Mi siedo con cautela. Il legno scricchiola. Di colpo, intuisco la verità: questa panchina verrà eliminata. Ecco perché si trova addossata a un terrapieno, contro il quale stanno appoggiati cartelli stradali che sembrano in disuso. Probabilmente, dopo anni di onorata carriera, la panchina è stata posata qui prima che qualcuno venga a prenderla per portarla in qualche remoto cimitero delle panchine (mi piace pensarla così). Mentre guardo il bosco, mi commuovo nel pensare a quante persone si sono appoggiate a questo schienale cigolante, anno dopo anno. Quanti pensieri, sogni, malinconie, speranze. Andrà tutto perso? O da qualche parte, misteriosamente, si conserva un’arcana memoria delle panchine?

AI BORDI DELLA

STRADA PROVINCIALE 335

Coordinate: 44°30’30.0”N; 7°07’43.8”E

★★☆☆☆ Ideale per… commuoversi.

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il bombardamento non conosce sosta anche perché avviene attraverso quel mezzo – il telefono – che abbiamo sempre addosso e usiamo per qualunque tipo di esigenza. Tutto questo per spiegarvi perché ogni mese sia tanto forte e irresistibile una tentazione alla quale inspiegabilmente non ho ancora ceduto: la friggitrice ad aria.

Nonostante non abbia ancora conosciuto qualcuno da essa pienamente soddisfatto, non c’è pubblicità di questo oggetto di fronte alla quale non mi incanti. Il concetto è semplicemente meraviglioso e mette insieme ciò che rende ogni cibo goloso e la leggerezza che sempre cerchiamo in ogni cibo. I detrattori dicono che quello che cucini con la friggitrice ad aria non sa minimamente di fritto. Clicca su acquista e presto potrai rispondere loro con cognizione di causa. Del resto, non sarà mica la prima volta che acquisti aria fritta.

ALTRI SCHERMI

UNA DOCUSERIE

GOLOSA

La collezione di documentari su Netflix The Story Of…, presenta con un taglio dinamico la storia di cibi che fanno parte della nostra quotidianità ma che per raggiungerci hanno dovuto compiere viaggi turbolenti. Dal caffè, giunto in Europa nel XVII secolo, passando per il cacao ritenuto dalle popolazioni Maya cibo degli dei. Non poteva mancare lo zucchero, che dalla sua scoperta nel 500 a.C. è diventato, nel bene e nel male, un alimento base. E infine le spezie, senza le quali le nostre grigliate risulterebbero assai meno gustose.

LUSINGA DEI SENSI

Il documentario The Story of Spice evoca immagini di allettanti arti culinarie, affascinanti viaggi in terre lontane, aspre lotte per la supremazia oltre all’ascesa e la caduta degli imperi legati al commercio delle spezie. Judith Jones, insieme ad altri compagni di viaggio, scopre la straordinaria storia degli ingredienti culinari più aromatici del mondo. Le spezie lusingano i nostri sensi: la vista con i loro colori vibranti, l’olfatto con le loro fragranze seducenti e il gusto con i loro sapori distinti.

SPEZIE ANTICHE

Per vedere che aspetto hanno le piante prima del raccolto, Judith visita i Kew Gardens di Londra, dove l’esperto di orticoltura Joe Archer mostra i giovani esemplari delle spezie più antiche conosciute come pepe, chiodi di garofano e noce moscata. Judith incontra anche lo storico e scrittore John Keay per conoscere le origini delle spezie nella cucina dell’Europa occidentale. Fu Alessandro Magno a portare le spezie al suo ritorno dall’Asia e oggi l’India contribuisce per due terzi alla produzione mondiale.

NUOVI SAPORI

Dopo il ritorno di Alessandro Magno dal Medio Oriente, con il suo carico di spezie indiane al seguito, gli arabi svilupparono un’estesa rotta commerciale: la via di Samarcanda. Per secoli, le spezie sono diventate la merce numero uno in Medio Oriente e ogni regione e paese ha sviluppato le proprie miscele uniche. Anche gli spagnoli crearono una nuova rotta delle spezie, che attraversava ben tre continenti. In Messico scoprirono la vaniglia e la portarono in Europa nel XVI secolo.

sabato 6 giugno 2023 11 Ticino7
LA FICCANASO DI
LAURA INSTAGRAM: @LA_FICCANASO
Comodità: ★☆☆☆☆ Vista:
Settimanale inserito nel quotidiano laRegione ticino7.ch • #ticino7 • facebook.com/Ticino7 Direzione e redazione Giancarlo Fornasier Grafica Variante agenzia creativa Editore Teleradio7 SA • Bellinzona Amministrazione, direzione e redazione Regiopress SA, via C. Ghiringhelli 9 CH-6500 Bellinzona tel. 091 821 11 11 • salvioni.ch • laregione.ch Servizio abbonamenti tel. 091 821 11 86 • info@laregione.ch Pubblicità Regiopress Advertising via C. Ghiringhelli 9, CH-6500 Bellinzona tel. 091 821 11 90 • pub@regiopress.ch
DI ALBA REGUZZI FUOG SOPRA LA PANCA TESTO E FOTOGRAFIA © ANDREA FAZIOLI

IN PRIMO PIANO

La festa di Rete Tre

Con i Cialtroni e tanti altri personaggi: ci sei?

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Venerdì 16 giugno, con ingresso dalle 19.00 e co clusione alle 23.00, agli Studi radio RSI a Lugano-Besso, i Cialtroni presentano La Festa di Rete Tre: due ore e 30 suddivise in tre spettacoli di puro divertimento.

Le conduttrici e i conduttori più amati entrano nel “mondo cialtrone” portando sul palco i loro programmi, i personaggi, le gags che quotidianamente sono trasmesse sulle frequenze di Rete Tre.

La Festa di Rete Tre è l’occasione per vedere una trasmissione in diretta così come viene proposta in radio, per festeggiare tutti insieme l’inizio dell’estate e per dire GRAZIE! al nostro pubblico che ci segue sempre con tanto affetto Programma degli spettacoli:

Prima parte: dalle 20.00

Non ci resta che... & Parzialmente scremato con Simona Foglia, Nico Saldanha, Luca Paltrinieri, Ellis Cavallini, Fabio Simesuc e Ottavio Panzeri

Seconda parte: dalle 20.50

• Sopraceneri vs Sottoceneri con Paolo Guglielmoni e Joas Balmelli

•Flavio Sala

Terza parte: dalle 21.40

• Il favoloso mondo di Julie con Julie Arlin e Julie Meletta

• Perfetti sconosciuti con Rosy Nervi

• Il Club dei Cialtroni con Angelo, Griso ed Herbert Cioffi

La serata sarà trasmessa in diretta su Rete Tre.

Il pubblico presente agli spettacoli potrà visitare lo studio Azzurro, incontrare i conduttori di Rete Tre e seguire anche gli altri spettacoli grazie ad alcuni schermi. Musica di intrattenimento in giardino a cura di Alessio Arigoni

Per assicurarti la tua poltrona allo Studio 2 ascolta Rete Tre.

I posti saranno assegnati gratuitamente durante Parzialmente scremato, Tiki’t easy, Avanti tutta, il Club dei Cialtroni e sui canali social RSI

Venerdì 16 giugno dalle 19.00, Studi radio RSI, Lugano-Besso e in diretta su Rete Tre Maggiori informazioni su rsi.ch/eventi

I 100 anni dell’associazione in una puntata di Paganini

Tanti auguri Suisa! Tra neurotecnologie e intelligenza artificiale

Una cooperativa che ha più di 40’000 membri nelle tre sedi svizzere, una per regione linguistica; che è il punto di riferimento per autrici e autori e editrici e editori di ogni genere musicale; che è partner per ogni evento che preveda musica dal vivo oppure registrata.

Questa è SUISA, la società svizzera di gestione per i diritti d’autore musicali. Per il suo centesimo anniversario, Paganini ha scelto di dedicarle un’intera trasmissione.

A presentarci i temi legati ai diritti d’autore sarà Stefano Keller, responsabile della sede luganese della cooperativa. Dal punto di vista dei contenuti sarà una puntata ricca di musica svizzera, a cominciare da uno dei massimi esponenti del jazz europeo: George Gruntz, con un estratto dal concerto assieme alla sua Concert Jazz Band per Estival Jazz Lugano 2007.

Anche la Svizzera italiana avrà il suo spazio, con la Confederation Music Session E per meglio raccontare il lavoro di SUISA, ci concederemo la patina vintage del documentario di Bernard Lang del 1973 per celebrare i 50 anni della cooperativa.

Paganini

Domenica 4 giugno alle 10.30 su LA 1

Due documentari di VITA! sul futuro della tecnologia

La mente potenziata

La simbiosi tra il cervello, la nostra mente e l’intelligenza artificiale darà origine a una nuova umanità che la neuroscienza ama definire una “super umanità”. I cervelli connessi creeranno potenti tecnologie telepatiche che renderanno possibile non soltanto leggere i pensieri di una persona, ma anche di manipolarli. Quali sono i potenziali benefici e quali i pericoli dell’inesorabile avvento di queste nuove tecnologie?

Intelligenza artificiale

Da tempo l’intelligenza artificiale viene sperimentata e impiegata in campo medico, militare, nella sicurezza, nella guida su strada. Ma con che successo e a quale prezzo? Esperte ed esperti del settore mettono in guardia: l’A.I. non garantisce solo vantaggi, ma ha dei limiti e soprattutto, dei rischi.

Oggi più che mai è dunque urgente interrogarsi sulle basi scientifiche del “deep learning” e dei nuovi “algoritmi intelligenti”, per comprendere in che modo le macchine prendono sempre più spesso decisioni al posto degli esseri umani e quali benefici sono realmente in grado di portare all’intera società.

Vita!

Mercoledì 7 giugno alle 21.05 in prima visione su LA 2

sabato 3 giugno 2023 12

La trappola mortale

Cinque anni fa, sette persone hanno perso la vita sulla Haute Route nel Vallese, congelate per sfinimento nella neve e nel ghiaccio, a soli 550 metri dal rifugio che le avrebbe salvate. Che cosa è successo?

La Haute Route che parte da Chamonix e arriva a Zermatt, è uno dei tour d’alta quota più difficili delle Alpi: 95 chilometri sulla neve e 15’000 metri di dislivello complessivo su una serie di montagne scoscese. Il dramma sotto la Pigne d’Arolla è il più grande incidente di questo tipo nelle Alpi svizzere.

Ma si è trattato di un incidente o un errore umano? Cosa si può imparare da questa vicenda, ci sono delle conseguenze da trarre?

Il film di Frank Senn, realizzato dopo due anni di ricerche, svela i retroscena del dramma ricostruito anche grazie alle dichiarazioni delle sopravvissute e dei sopravvissuti e a foto, documenti ed estratti del rapporto d’inchiesta della Procura di Sion.

Per la prima volta, chi è sopravvissuto, i soccorritori, l’alpinista americano Steve House e due coppie francesi, che si trovavano tutti sulla stessa via nello stesso giorno, raccontano l’accaduto. Il documentario, inoltre, si avvale di una tecnologia all’avanguardia che, grazie a straordinari effetti digitali, permette di rievocare nei dettagli gli eventi che hanno portato al tragico epilogo mentre l’altro gruppo francese coinvolto è riuscito a sopravvivere. “Grazie a questi strumenti moderni, è possibile ricostruire in modo autentico il disastro, facendo rivivere gli eventi in modo molto realistico. Questa forma di rievocazione è una novità per noi”, afferma Frank Senn, autore di SRF DOK.

Sabato con…

Aldo, Giovanni e Giacomo

Tre comici, due film, tante risate

Questa sera tocca all’imperdibile trio composto da Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti tenervi compagnia con due grandi film della commedia italiana: Tre uomini e una gamba e Il cosmo sul comò Nella prima pellicola, Aldo e Giovanni, sposati con due sorelle, decidono di accompagnare in Puglia l’amico Giacomo, che si deve sposare con la terza sorella delle rispettive mogli. Durante il tragitto il terzetto affronta varie disavventure, tra le quali l’incontro con una ragazza di cui Giovanni si innamora e il trasporto di una gamba di legno al suocero. Il secondo film è diviso in quattro episodi legati alla figura del Maestro Tsu’Nam, un santone cieco accompagnato dai discepoli fedelissimi Pin e Puk. In ogni puntata, il maestro snocciola perle di saggezza seguite da inevitabili cataclismi.

Non perdete alcuni contributi per la RSI di Aldo, Giovanni e Giacomo sulla nostra pagina rsi.ch/archivi

Venerdì 9 giugno alle 21.10 su LA 1

L’ispettore Dalgliesh in prima visione

Bertie Carvel interpreta l’ispettore capo di Scotland Yard Adam Dalgliesh, un enigmatico detective, al tempo stesso poeta di successo e da poco vedovo, che impiega la sua empatia e intuizione per scandagliare le profondità più oscure della psiche umana mentre indaga su crimini complessi nell’Inghilterra della metà degli anni ’70.

Tratto dai romanzi polizieschi dell’autrice britannica P. D. James, l’ispettore appare per la prima volta nel 1962 in Copritele il volto (Cover Her Face) e comparirà in altri tredici romanzi. Nella serie - girata interamente in Irlanda del Nord - seguiamo le sue vicende mentre risolve tre casi: la morte di due ragazze che studiavano da infermiere, il caso di un apparente suicidio che si somma alla morte di un amico e il caso di due cadaveri rinvenuti all’interno della sagrestia di una chiesa.

Domenica 4 giugno alle 23.00 su LA 1

Su Play RSI fino a 1 mese successivo alla messa in onda

Johnny Depp 60

Nella sua carriera, costellata di successi commerciali come la saga dei Pirati dei Caraibi e interpretazioni indimenticabili come Edward mani di forbice, ha inanellato grandi successi guadagnando quasi 80 milioni di dollari.

Ma la sua vita privata è stata un autentico saliscendi, con brucianti passioni (Winona Ryder, Kate Moss, Vanessa Paradis), tumultuosi abbandoni e squassanti momenti di crisi, fino al recente processo (vinto) contro l’ex moglie.

Sono stati 60 anni davvero pieni, quelli che festeggia il prossimo 9 giugno, sotto il segno dei Gemelli, Johnny Depp. La RSI gli rende omaggio trasmettendo La vera storia di Jack lo Squartatore (mercoledì 7 giugno, alle 00.15 su LA 1 - disponibile su Play RSI fino a 7 giorni successivi alla messa in onda) e Secret Window (martedì 6 giugno, alle 22.50 su LA 2).

In Secret Window (2004), da un racconto di Stephen King, è Morton, scrittore di romanzi horror e thriller psicologici che vede quello che non avrebbe mai voluto vedere.

In La vera storia di Jack lo Squartatore (2001) interpreta un personaggio che quasi ne sintetizza l’intenso suo arco esistenziale: è il giovane ispettore Frederick Abberline, sagace ed elegante ma tormentato.

sabato 3 giugno 2023 Ticino7 • Programma Radio&TV • dal 4.6 al 10.6 13 IN PRIMO PIANO
film per celebrare il suo sessantesimo compleanno
Sabato 3 giugno alle 20.40 su LA 1
Un documentario SSR di Frank Senn in prima visione Due
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