T7 N8 Inserto laRegione

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Ernest Hemingway: storie, parole e mitologia

ticino7

Alla ricerca di piccoli

tesori perduti

Il mattino del “Day After” al Carnevale di Bellinzona è tutto uno smontare-gettare-pulire. Non sappiamo se esista, ma dopo 160 edizioni di bagordi in maschera, sarebbe ora di coniare un sostantivo in grado di riassumere quel mix di “odori” fatto di alcool, cibo di strada e tutto il resto di cui il centro della Capitale si riempie nei giorni della festa. Tra martelli, scope e idropulitrici, in Piazza Teatro un signore grassottello scandaglia i sanpietrini: no, non ha perso le chiavi dell’auto, sfida piuttosto la fortuna e cerca oggettini di valore, monete e (chissà) banconote che si sono perduti nella corsa sfrenata a birre volanti e prosecchini per tutti. Sposta cartacce e rifiuti con entrambi i piedi, pare sapere bene dove e come muoversi.

Alcune ore più tardi alla Stazione FFS di Bellinzona è già buio. Nel tunnel che porta ai binari una signora esce dalla macchina per le foto passaporto. Anche in questo caso gli scatti c’entrano poco, pare chiaro: sono le monete incautamente scordate il vero scopo dell’operazione. E infatti, dopo aver controllato con cura il dispositivo, la donna sulla sessantina butta un occhio anche agli sportellini di un paio di distributori di bevande e snack. Con ogni probabilità, in precedenza, avrà fatto visita pure ai distributori di biglietti al piano di sopra, tra i più gettonati dai cacciatori di resti, assieme ai parchimetri. Perché saremo pure un cantone di ceto medio ed eccellenze, ma per alcuni un paio di franchetti trovati per caso possono cambiare la giornata.

sabato 25 febbraio 2023 1 Ticino7 numero 8 A CURA DELLA REDAZIONE

Suite

HEMINGWAY

Intendevo iniziare con le peggiori intenzioni. Avrebbero dovuto mitigarsi nella ricerca. Intendevo sostenere che non si poteva considerare Ernest Hemingway un vero corrispondente di guerra. Che la sua presenza sul fronte italiano era stata poco più che una comparsa. Che dopo un mese era già a Stresa. Avevo letto, uno dopo l’altro, due articoli dell’ultimo numero del periodico ‘Nuova antologia’. Nel primo si parlava di cosa fa un vero corrispondente di guerra, con nomi, date e fatti, scritto da un ex corrispondente di guerra, Maurizio Naldini. Vi si faceva un cenno, d’effetto ma superficiale, ora me ne accorgo, ad Hemingway che dalla sua stanza dell’Hotel Florida a Madrid scrive che ha appena sentito scoppiare una bomba. Nel secondo si illustra il soggiorno nell’albergo di Stresa, con nuovi documenti e nuovi nomi, “vaglio rigoroso delle fonti”, confronti tra brani di lettere di quei giorni e ‘Addio alle armi’. Tutto che sfuma e si perde nel mito che Hemingway comincerà a diventare da lì a poco.

Di quanti scrittori conobbe e frequentò Hemingway – Anderson e Fitzgerald, Faulkner, Dos Passos, Pound e Gertrude Stein, Joyce – nessuno compete con lui per dosi di mitologia aggiunta. A fondamento della costruzione c’è lui stesso. Nulla è inventato o quasi nulla da critici e lettori. Solo raccolto, unito al cumulo pronto e gettato sui libri. C’è un momento in cui ha smesso di essere lo scrittore per restare unicamente il personaggio? Il cacciatore e il pescatore seriali, il collerico liquidatore di amici, il seduttore e l’innocuo (forse non per sé) mitomane, la vittima, perfino, ugualmente seriale di certi comici incidenti – con l’intenzione di tirare la corda di uno scarico, tira quella dello sportello del lucernario: nove punti di sutura; per sparare (!) a un

pescecane si spara alle gambe – e davvero tragici gli ultimi due, aerei, in Kenya. Forse quel momento si troverà intorno al 1935, l’anno di Verdi colline d’Africa, prima dei quarant’anni; forse nel ’36, rottura con Fitzgerald e organizzazione per la stampa dei Quarantanove racconti. Forse l’ultimo grande romanzo è Addio alle armi, del ’29. Lo scrittore inizia il declino all’altezza del primo safari, che produrrà Verdi colline d’Africa che piacque a pochi. L’uomo inizia a morire all’altezza del tremendo secondo safari, vent’anni dopo, nel ’54.

Consigli, scontri e la caccia

Quando torna dall’Italia, con una medaglia al valore e 227 schegge di mortaio nel corpo – i due proiettili, nel piede e in una rotula, non c’erano più – non aveva scritto che articoli sul Kansas City Star ed è un eroe. A Chicago avrà un’accoglienza trionfale. Siamo nel 1919 e ha solo vent’anni. Lo scoppio di quel mortaio austriaco, dopo poco la raffica di mitragliatrice – il compagno morto, l’altro ferito che si carica sulle spalle, lo svenimento, le cure – saranno alla radice di quasi intera la sua scrittura. E la morte diventerà il tema palese oppure occulto di ogni suo libro. Partì per il fronte italiano su consiglio di un amico. Hemingway consigliava a chi volesse imparare qualcosa dalla vita, anche imparare a scrivere, di ascoltare gli altri con attenzione. E alcuni dei consigli che segue diventeranno per lui decisivi. Per il viaggio

sabato 25 febbraio 2023 2 Ticino7
LIBRI & AUTORI DI MARCO STRACQUADAINI
“(...) la morte diventerà il tema palese oppure occulto di ogni suo libro”
LA BOXE ERA IL SUO SPORT PREFERITO. MA DOPO AVER ASSISTITO A UNA SFIDA TRA COPPI E BARTALI, ANCHE IL CICLISMO INIZIÒ AD AFFASCINARLO. ANNI 50: LO SCRITTORE, NATO NELL ILLINOIS, CON LA MODELLA JEAN PATCHETT NEL SUO RANCH A CUBA. SI SUICIDERÀ NEL 1961.

di nozze con Hadley (si sposano il 3 settembre del 1921) pensano all’Italia: Anderson suggerisce Parigi e gli dà un paio di lettere di presentazione per Gertrude Stein e Sylvia Beach, che li avrebbe presentati, racconta Fernanda Pivano, a Joyce e a Pound. Altro consiglio viene dalla stessa Stein: andare a Pamplona per la festa di San Fermín. Fu l’inizio dell’amore profondo per la Spagna, per il mondo delle corride, dell’amicizia con i toreri Ordóñez e Dominguín, del singolare, informatissimo e spesso illeggibile trattato che è Morte nel pomeriggio, delle corrispondenze dal fronte della Guerra civile.

Hemingway rientra nella categoria degli scrittori che hanno deciso di non assomigliare più alla propria faccia, come Hrabal o Marguerite Duras. Basta confrontare uno dei ritratti del convalescente, meno che ventenne, all’ospedale di Milano con una qualsiasi delle fotografie di quindici anni dopo. E la sua vita pare confermi la tesi secondo cui un genio è uno che fa quel che fa, le sue opere di genio, sbagliando tutto (un altro è Tolstoj, da lui molto amato). Sbagliando accuratamente ogni cosa, fidanzate e mogli, tempi, lavori, incontri, risposte, crea alcuni capolavori. Inizia amicizie allo scopo di guastarle per poi pentirsene. Qualcosa ti fa credere che fosse immune dai sensi di colpa. Qualcos’altro che non fosse capace d’altro. Rovina le amicizie letterarie, salvo quella con Pound e pochi altri, forse per opportunismo o forse per invidia “postuma” e superflua, visto che era diventato maggiore o pari ai suoi ispiratori, Scott Fitzgerald, Sherwood Anderson. O per una ragione più semplice. Irritabilità ed emotività; una serie di gesti impulsivi dettati dalla totale mancanza di padronanza di sé, dalla forza di gravità che era il potersene pentire dopo.

C’era quel fastidio delle pose da intellettuali vere, mentre le sue erano finte e non da intellettuale. Si procurava antipatie per quello che faceva e diceva, le antipatie ricadevano sulla scrittura e i recensori non riuscivano a distinguere. Lui ricordava articoli di sei anni prima, incontrava per caso il recensore e cominciavano gli insulti reciproci. Delle altre amicizie, con albergatori o guide, autisti, alcune delle quali molto solide, non ne ruppe nessuna. Per questo e per quasi ogni altro aspetto della sua esistenza, il giudizio di uno dei figli - “Il bipolarismo si curava col whisky”vale una biografia.

Quanto ai tanti sensi di colpa, un episodio della giovinezza lo segnò profondamente: esce in barca con la sorella Sunny, vede un airone azzurro e spara. (Quando torna non lo trova più: l’ha preso il guardiacaccia che lo denuncia: seguono un processo, una multa). Ha sedici anni. Cercherà di espiare la colpa, azzardo un’ipotesi, moltiplicandola all’infinito nelle cacce e nei safarileoni e leopardi, gazzelle -, nella pesca al pescecane.

Alberghi, hotel e incidenti

Segno gli alberghi che incontro nella cronologia della Pivano che accompagna una delle raccolte apparse nella collana dei “Meridiani” (Mondadori). Hotel Jacob (Parigi), Splendide (Parigi), Bellevue (Cortina), Poste (Cortina), Quintana (Pamplona), Ambos Mundos (L’Avana), Florida (Madrid), Ritz (Parigi), Gritti Palace (Venezia), Principe (Milano). Una piccola parte dei tanti ma ci sono certo gli essenziali. Degli importanti manca forse solo quello di Stresa - che col solo nome: Grand

Hotel des Iles Borromée, spazza via Ritz, Florida e Gritti Palace in un colpo solo - nel quale andrà a passare la convalescenza dopo il ferimento sul fronte. Nel numero di aprile-giugno 2022 del periodico Nuova antologia, Valeria Biraghi dà del soggiorno un dettagliato, ammirato resoconto, notevole esemplare di voce “mitologica” della bibliografia hemingwayana. Il ragazzo americano sente tornare le forze del corpo e dello spirito, tra uno sguardo al paesaggio e un orecchio alle conversazioni tra un conte e una baronessa. Fotografa mentalmente scene che entreranno in Addio alle armi. Nella seconda parte si accenna al ritorno dello scrittore, nel ’48, che lascerà scritto nel libro degli ospiti, alla sua maniera: “Un vecchio cliente”. Era un ragazzo che si riprendeva da molte ferite di guerra, da sei mesi in un ospedale in cui sarebbe presto ritornato, per ripartire per gli Stati Uniti. Ma a posteriori ovviamente non era solo questo. E la stanza 106 diventò una suite di 240 metri quadrati. Gli hotel di Hemingway. Le diciotto “miniature” di In Our Time (raccolta del 1925) le scrive tutte nell’albergo in cui è morto Verlaine, venticinque anni prima. Al Gritti Palace di Venezia va a fargli visita Montale ricavandone una delle sue migliori poesie degli ultimi anni, ma questo riguarda più Montale che Hemingway. Il Ritz, infine, insieme alla libreria di Sylvia Beach Shakespeare & Co. e alla brasserie Lipp, è “liberato” da Hemingway a capo di un gruppo di partigiani francesi, gesto al quale partecipano - a non saperne altro che la notiziala bravata e la bohème, stile e millanteria. Anche questo si può dire sul tema “gli hotel di Hemingway”, tema più che gracile ma allettante. Punto più alto: forse l’hotel verlainiano. Altro punto alto: la guardarobiera dell’hotel Poste di Cortina si trova in ospedale, si lamenta con lui che i dottori non la visitano; lui va a trovarla, le si siede accanto e aspetta, parlano; dopo poco inizia la processione di dottori per vedere il famoso scrittore, che non dice nulla: la signora è destinata a una camera singola, la processione continua da lei, per domandare di Hemingway e per curarla. Quell’airone azzurro ucciso è stato alla radice di ogni cosa? Tutto deciso già a sedici anni, quattro anni prima dello scoppio del mortaio. E il primo incidente aereo del safari del ’54, causato da uno stormo di ibis, sembra una paziente, indiretta vendetta. Per evitarli, il pilota vira e l’aereo urta i cavi del telegrafo. Notte all’aperto e salvati da una nave vista da una collina. Un altro pilota si offre di portarli via. L’aereo prende fuoco prima del decollo. Hemingway ne uscirà in queste condizioni: “Perde liquido cerebrale dalla ferita, ha un collasso dell’intestino, un rene ferito, il fegato compromesso, la spina dorsale incrinata (...), ha perso la vista e l’udito sul lato sinistro, ha una vertebra fratturata, il braccio e la spalla destra lussati, ustioni di primo grado sulla faccia, le braccia e la testa”. All’evento tragico non mancherà la coda tragicomica: non rinuncia, pochi giorni dopo, a una battuta

Il metodo Rudyard Kipling, altro maestro della prosa “semplice”, nel libro di memorie Qualcosa di me illustra la regola che ha seguito sempre. Terminata la prima redazione di un racconto, si mette tutto in un cassetto. Passa un discreto numero di giorni. Con un pennellino intinto in inchiostro di china si eliminano parole, frasi o paragrafi che si sentono superflui. Ancora nel cassetto per otto o dieci giorni. Di nuovo pennellino e inchiostro di china. Lunghe ore di posa e nuove cancellazioni, fino a quando si sente che va bene così. Il lettore avvertirà i vuoti, che proverà a riempire da solo. Hemingway possedeva ventidue libri di Rudyard Kipling.

di pesca già progettata sulla costa keniota. Nelle vicinanze va a fuoco una casa, accorre per i soccorsi e cade nelle fiamme. Forse si pagano le felicità e gli errori di una vita, le strettoie del carattere, la sventura di una malattia e il male che si fa agli altri e a sé, con la dose di sofferenza destinata a ogni esistenza. O forse è più difficile di così, ma l’ultimo terribile anno della sua vita, più tremendo del ’54, le manie e le angosce irreparabili, le crisi di persecuzione curate con elettroshock e isolamenti forzati, forse questo basta a pagare tutto. Quanto allo scrittore, un solo racconto riuscito e anche meno, una pagina di The Sun Also Rises, spazza in un colpo il mito. Quella paccottiglia che è l’incontro delle stravaganze o degli squilibri di una vita con la chiacchiera che se ne fa.

Forse è vero che seguì le famose regole di redazione consegnate ai collaboratori del Kansas City Star, il suo primo giornale. Più scrupolosamente seguì quella famosa e personale dell’iceberg: sette ottavi di una scrittura siano taciuti, invisibili come i sette ottavi di un iceberg. Già verso i trent’anni, però, ha meno voglia di cancellare. Un po’ più tardi nessuna voglia. “Era un bravo ragazzo – scrive di Robert Cohn in The Sun Also Rises – e un ragazzo cordiale, e timidissimo, e la cosa lo amareggiò”.

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“(...) il giudizio di uno dei figli
- ‘Il bipolarismo si curava col whisky’vale una biografia”
ANNI 20: LA FOTO DEL PASSAPORTO AI TEMPI DELLE COLLABORAZIONI COL ‘KANSAS CITY STAR’ IL PREMIO NOBEL RUDYARD KIPLING (1865-1936). LO SCRITTORE AMERICANO AL LAVORO IN UN ACCAMPAMENTO IN KENYA. ‘VERDI COLLINE D’AFRICA’ (1935) È UN ROMANZO AUTOBIOGRAFICO. SIAMO AI TEMPI DELL’AMORE PER I SAFARI. IN PARTE BASATO SU ESPERIENZE DI GUERRA VISSUTE DALLO SCRITTORE, ‘ADDIO ALLE ARMI’ È APPARSO NEL 1929. ‘I QUARANTANOVE RACCONTI’, UNA RACCOLTA APPARSA NEL 1938 E TRA I LIBRI PIÙ LETTI DI HEMINGWAY.

Mara Bertelli Sanz

Nata a Carson City (Nevada, Stati Uniti) il 25 gennaio 1976, ha studiato ciò che amava all’Università di Losanna: Lettere. Già da allora il suo spirito “Yes, I can” aleggiava nell’etere dandole il sentore che un giorno quella laurea l’avrebbe messa a frutto. Il suo quaderno delle esperienze professionali, ma anche di vita, racchiude: 10 anni di giornalismo radiofonico, due centri yoga, altre attività imprenditoriali e, dulcis in fundo, un ristorante a cui si dedica con passione. Affascinata a tutto ciò che orbita attorno all’argomento “cibo”, la vita – anche qui – le ha donato l’opportunità di fare oggi ciò che le risuona di più. In fondo in fondo, però, si sente un po’ ballerina… quello che avrebbe voluto fare sin da piccola. Se rinascesse – le abbiamo chiesto di avvisarci, fosse così – vorrebbe indossare sempre le scarpette da ballo classico e farlo di mestiere. Cosa non sopporta? Le lamentele…

Vivendo nel piccolo Ticino è possibile incontrare dopo anni persone che hanno incrociato il nostro cammino in passato.

È il caso di Mara: la ricordo in prima liceo, lei frequentava il linguistico, io ero nella classe parallela, quella con indirizzo economico. Sono passati 30 anni, ma quella luce nei suoi occhi colore del mare Mara l’ha preservata, uno sguardo profondo e delicato nel contempo. Incontrarla e ascoltare il suo percorso di vita mi ha ricordato il testo di una canzone di Elisa: “Spingersi al limite, non pensare sia impossibile… una strada che si illumina, la paura che si sgretola”.

“A proposito di determinazione, sin da piccola sono stata educata a essere curiosa e intraprendente. Mia mamma Shanda è americana, quindi particolarmente emancipata, non la tipica mamma chioccia: lei mi ha fatto assaporare presto il valore dell’indipendenza insegnandomi ad andare all’asilo da sola con l’autobus di linea, in pratica già una ‘missione da grandi’. Trasferitici in Ticino, frequentavo le Elementari, mi avventuravo, sempre da sola, pedalando con la mia bicicletta da Minusio a Locarno. Per me è sempre stato normale essere una bambina allevata a pane ed empowerment”.

Mara sottolinea che non era una bambina trascurata, semplicemente una bimba in cui si riponeva fiducia e a cui è stato insegnato a esplorare il mondo senza troppi paletti.

nella vita può sempre sfangarsela in qualche modo, seguendo in maniera naturale ciò che le canta dentro. “Penso che nella vita ci sia sempre la possibilità di scegliere. Personalmente non potrei mai stare in una situazione e lamentarmi di non poterla cambiare. Certo, a volte può comportare un momentaneo downgrade della posizione lavorativa (ma un lavoro più umile non significa meno felice)”.

Coraggio

Cambiamento

“Chi segue il cammino della verità non inciampa”. Non l’ho detta io, anche se sottoscrivo alla lettera ciò che ha espresso Mahatma Gandhi. Mara non si è mai fatta intimorire da dubbi o paure, il ‘la’ gliel’ha dato mollare il posto sicuro – all’epoca faceva la giornalista RSI inviata a Washington – per abbracciare un altro stile di vita, costellato da ritmi più affini a lei, e per fare la mamma diversamente: “È chiaro che ci ho pensato bene prima di intraprendere un cambiamento così radicale: lasciare una sicurezza per fare un salto nel vuoto non è mai semplice… io ho fatto questo click con la certezza di riuscire a cadere sempre in piedi, qualità che mi ha sempre contraddistinta”. Mara sente che

Ci vuole coraggio ad ascoltarsi? “Non so se sia una dote innata oppure se sia qualcosa che ti viene trasmesso dai genitori. Penso che non ascoltarsi alla lunga crei sofferenza e sottomissione. Come si fa a essere felici se non si esprime ciò che ci canta dentro?”. Non è faccenda semplice mettere sottosopra la propria vita quando si ha famiglia, ma Mara ha avuto dalla sua parte il marito Enrique... “Ci siamo scelti prima di tutto nel rispetto. Io lo stimo e lo ammiro per la sua intelligenza e lui vuole me perché sa che tipo di donna sono: gli tengo testa e riconosce in me un’attitudine da leader. Ci conosciamo intimamente, prima di diventare un ‘noi’ siamo stati amici per 17 lunghi anni. Le scelte di vita, ultima l’avventura con il ristorante ‘La Serra’, le abbiamo fatte insieme consapevoli di quello che avrebbe significato per i nostri equilibri familiari. Lui c’è per i nostri figli, mi aiuta tantissimo in casa, mi sostiene nel mio lavoro (e io sostengo lui nel suo), ci dividiamo tutto al 50% e questo è davvero un regalo prezioso”.

Over the top Non posso esimermi dal chiedere a Mara se ci sia spazio in Ticino per un tipo di imprenditoria fuori dal mazzo e con un respiro più alternativo e internazionale. “Secondo me essere imprenditori in Ticino ha dei vantaggi, in primis perché sul mercato c’è ancora spazio. Si può fare tanto, basta ci siano consapevolezza e conoscenza. Non è come essere per esempio a New York e cercare l’idea brillante per il tuo nuovo locale… Lì non c’è molto margine

visto che c’è di tutto e di più. La sfida è pazzesca e devi avere un livello di eccellenza over the top (eccezionale, straordinario; nda). Qui non c’è saturazione di novità e si può essere imprenditori contando sulle proprie forze senza aspettarsi di essere spinto da nessuno”.

Paura

Piuttosto che soffermarsi su ciò che le fa paura, Mara ha sempre messo in luce ciò che le dona luce: “Non ho pensieri che mi attanagliano o mi adombrano. Ricordo un docente di scienze alle Medie che un giorno ci disse che in futuro non avremmo avuto acqua sufficiente e che i figli dei nostri figli sarebbero morti disidratati. Ho due figli, Teresa ed Ernesto, potrei farmi dei trip incredibili sul mondo che li attende, ma che senso ha fasciarsi la testa adesso? Ecco perché, nonostante il mio passato da giornalista, non leggo più i giornali – a parte l’Economist a cui sono abbonata da anni – e non abbiamo la TV. Ho una visione generale su ciò che accade nel mondo, ma non me la sento più di caricarmi di sofferenza per situazioni che direttamente non posso risolvere. Nel mio piccolo investo le mie energie dove so di poter avere un impatto e posso contribuire al cambiamento nella realtà che mi è più vicina: mamma presente per i miei figli e per mio marito, commissaria di quartiere, datore di lavoro equo, imprenditrice sostenibile”. E io chioso così: “Yes I can, yes you can, yes we can!”.

sabato 25 febbraio 2023 4 Ticino7 INCONTRI DI NATASCIA BANDECCHI; ©
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TI-PRESS
PABLO GIANINAZZI
“Mia mamma Shanda è americana, quindi particolarmente emancipata, non la tipica mamma chioccia”
“Ho due figli, potrei farmi dei trip incredibili sul mondo che li attende, ma che senso ha fasciarsi la testa adesso?”

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L E PROTEINE

LA PRIMA DOMANDA CHE SORGE A CHI SEGUE UN’ALIMENTAZIONE PRIVA DI DERIVATI ANIMALI È: “MA DA DOVE ASSIMILERÒ LE PROTEINE?”

ECCO 17 ALIMENTI RICCHI DI PROTEINE VEGETALI:

SEITAN (75 GR. PER 100 GR.

DI ALIMENTO);

LENTICCHIE (26 GR.); BURRO DI ARACHIDI (25 GR.);

SEMI DI CANAPA (23 GR.);

FAGIOLI NERI (21 GR.);

MANDORLE (21 GR.);

SEMI DI GIRASOLE (21 GR.);

TEMPEH (19 GR.);

QUINOA (14 GR.);

EDAMAME (11 GR.);

TOFU (8 GR.);

HUMMUS (8 GR.);

CAVOLO (4,3 GR.);

LATTE DI SOIA (3,3 GR.);

SPINACI (2,9 GR.);

BROCCOLI (2,8 GR.); AVOCADO (2 GR)

Lo sapevate che le proteine sono delle sostanze con tanto di ‘blasone’? Non per niente vengono da sempre considerate le componenti aristocratiche dei cibi che consumiamo.

Questi preziosi, indispensabili nutrienti sono delle macromolecole formate da unità legate tra di loro, chiamate aminoacidi. La precisa, armonica sequenza di questi ultimi, determina la forma e la funzione di ogni proteina.

Dopo l’acqua, risultano le molecole biologiche più abbondanti nel corpo umano. Si trovano nelle cellule e raggruppano carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno, ma anche zolfo, fosforo e perfino metalli come ferro, zinco, rame... L’importanza delle proteine è inclusa nel loro nome: una volta fatta la loro scoperta (avvenuta nella prima metà dell’Ottocento), furono chiamate così dal termine greco pròtos che significa primo, cioè che occupa la prima posizione. A spiegarci le loro molteplici funzioni e la loro importanza è la dott.ssa Simona Nichetti, medico estetico e nutrizionista, che abbiamo interpellato. “Le funzioni delle proteine sono davvero molteplici: basti pensare a quella strutturale e di sostegno compiuta dal collagene (la sostanza più rappresentata nel nostro organismo), nonché dalla cheratina che compone unghie e capelli. Oppure quella di trasporto come l’emoglobina che serve a fissare l’ossigeno, quella enzimatica, o quella immunitaria sotto forma di anticorpi”. E rispetto all’alimentazione, quali sono le più importanti? “Fra i costituenti più importanti delle proteine, va menzionata la tirosina contenuta in latticini, carne, pesce uova, frutta secca e legumi. Essenziale per la ‘salute’ cerebrale e per la qualità del sonno, nonché come precursore della dopamina, foriera del senso di benessere”.

Quantità e qualità

Visto che siamo già entrati nel campo della dieta, non possiamo non chiederle di indicarci la quantità e la qualità delle proteine da assumere giornalmente… “L’adeguata quantità si dovrebbe calcolare sulla base dell’età, del sesso, dello stile di vita, se sedentario o se si pratica dello sport. Tuttavia, possiamo generalizzare indicando l’assunzione di un grammo di proteine al giorno per ogni chilogrammo del peso corporeo ideale”.

Come si fa a calcolare l’ammontare di queste sostanze da assimilare con il cibo? “Esistono delle tabelle condivise per le diverse categorie di cibi proteici che permettono di calcolarne la quantità su 100 grammi di ogni alimento”.

Dove si trovano le nostre proteine quotidiane?

“Si trovano prevalentemente in tutto ciò che corre, nuota, vola e nei loro derivati...”.

Quindi nel mondo animale. Ma come ci regoliamo con vegetariani e vegani?

“Per il regime dei vegetariani si possono acquisire le proteine da latte e latticini, uova e legumi. Fonte di proteine per i vegani sono i legumi, la soia e derivati e il ‘muscolo’ di grano (derivato dalla lavorazione del glutine di frumento), alternativa vegetale alla carne”.

Con questo tipo di dieta non si rischia di esaltare il ruolo delle proteine demonizzando quello dei carboidrati?

“Constatando che la nostra società abusa di carboidrati con un crescente aumento del tasso di obesità anche nei bambini, direi che è vero il contrario. Cioè che l’apporto proteico non è ancora sufficientemente esaltato. Aumentare la quota proteica media però non significa, come già detto, ridurre oltremodo quella dei carboidrati, ma modularne l’assunzione. Proteine e carboidrati vanno comunque sempre accompagnati dalle verdure per il loro apporto di fibre, fitonutrienti e acqua di vegetazione ricca di sali minerali”.

E la funzione dei grassi? È vero che non fanno ingrassare?

“In passato erano considerati solo ingrassanti, in realtà alcuni hanno importanti funzioni strutturali delle cellule e di assorbimento delle vitamine liposolubili e non solo una mera funzione calorica. Interessante è pure la loro capacità di saziare prima e più a lungo dei carboidrati”.

In altre parole, dovremmo ingerire una enorme quantità di carne/pesce/uova?

“Possiamo completare la quantità necessaria ricorrendo a integratori proteici, perlopiù in polvere. Ricordiamo che in fase dimagrante un regime proteico aiuta a calmierare il senso della fame, riduce il livello di insulina e promuove il dimagrimento là dove c’è più deposito di grasso”.

Da dove si ricavano le proteine che si trovano negli integratori?

“Solitamente dall’albume dell’uovo, dai legumi, dalla soia, dal siero del latte”.

Chi non necessita di dimagrire, quali vantaggi ottiene con una integrazione proteica?

Siamo alle porte della stagione in cui scatta l’ossessione della prova costume e quindi della corsa alla dieta più efficace. Perché in questo periodo storico le diete proteiche vanno per la maggiore?

“La ragione del successo di tali protocolli è dovuta al fatto che procurano un dimagrimento di qualità, oltre che di quantità, rispetto ad altri schemi. Inoltre sono antinfiammatori”.

Per perdere peso non è sufficiente ridurre i carboidrati?

“Ciò è vero solo in parte, in quanto riducendoli drasticamente abbassiamo le calorie e l’introito di zuccheri (fonti di energia). Tuttavia, se non si adegua l’apporto di proteine rischiamo che queste ultime vengano prelevate dai muscoli con conseguente riduzione della massa magra e perdita di tonicità”.

“Un miglioramento di pelle, capelli e unghie. Un maggior trofismo muscolare e innalzamento del metabolismo basale e delle difese immunitarie”.

A proposito di cibi proteici, esistono già in commercio farine e barrette derivate da grilli e altri insetti essiccati... “Non sono dannosi per il nostro organismo. Si tratta di scelte culturali e... di strategie economiche, d’altronde noi consumiamo lumache e rane e in altre culture si mangiano larve e insetti. A mio parere, però, sono da privilegiare i nostri cibi tradizionali, molto più adatti al nostro Dna e al nostro microbiota”.

Dobbiamo aspettarci che in tavola arrivi una portata di grillo croccante? Personalmente preferisco sempre il solitario Grillo Parlante delle fiabe. O ascoltarli numerosi, vivi e vegeti, frinire nelle sere d’estate. Cri cri cri…

sabato 25 febbraio 2023 6 Ticino7 SALUTE & ALIMENTAZIONE DI MARISA GORZA
Alla riscoperta dei cibi e dei regimi più salutari
Naturalmentevegetariano.

UN LIBRO SALVIONI EDIZIONI

Orizzontali

1. Veste da frate 5. Località del Locarnese 12. Località della Capriasca

14. Negazione bifronte 15. Iniziali di Respighi 16. Lo è il TILO 17. L’Irlanda di Dublino 18. Un tipo di formaggio 20. Lo è la pistola 21. Lo sono Sardegna e Corsica 22. Monti tra Polonia e Slovacchia 25. Lunghissimo periodo di tempo

26. Hanno la lama 28. Bello alla fine

29. Botti, fragori 30. Il nome dello scrittore Fleming 31. Secolari, annosi 33. Poveri senza pori 34. Ordinamento, sistemazione 37. Appartenevano a un popolo precolombiano 39. Ursula, attrice svizzera 41. Serve per affilare la falce 42. Si contrappone al catodo 43. Colosso, gigante 45. Un Re ricchis-

Spedisci un SMS al 434 (CHF 1.–/SMS) scrivendo TI7 <spazio> SOLUZIONE e partecipa all’estrazione.

Termine di partecipazione: giovedì prossimo.

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GIOCA CON TICINO7

simo 46. Collaborazione, cooperazione 48. Prefisso per orecchio 49. Ha quattordici versi 50. Simbolo chimico del radio 51. Giovane equino 52. Centocinque romani 53. Frank, cantante (1915-1998) 54. Esclamazione di dolore 55. Stanno sul leggio dei musicisti 57. Combinazione a poker 58. Molto, tanto 59. Eugène, drammaturgo (19091994).

Verticali

1. Piccolo racconto 2. Spray, nebulizzazione 3. Iniziali di Silone 4. Nemico, contrario 5. Jacques, cantautore belga (1929-1978) 6. Scrisse i testi del Cabaret della Svizzera italiana 7. Andato col poeta 8. Particella dubitativa

9. Bestie 10. Canale del mulino 11. Uno inglese 13. Compie gesta memorabili 17. Precede la esse 19. Paul David Hewson in arte 20. Dinamici, efficienti 23. Non basse 24. Uomo di Pechino 26. Un titolo nobiliare 27. Luoghi per il bucato d’altri tempi 29. Fossato, forra 31. Gavino, scrittore 32. Pacco, involucro, dossier 35. Lo abbrevia una S di DSS 36. Svincolo, articolazione 38. Fiume africano 40. Lo presiedeva Caifa 42. Lo è la serva di Carlo Goldoni 44. Oscura, lugubre 46. Stanno sotto il tetto 47. Annuncio, segnalazione 49. Riepiloghi 51. Rogo, falò 52. Ricercato alla francese 53. Compagnia aerea scandinava (sigla) 54. Arte latina 56. Partito Socialista. 57. Una bevanda.

Vini il lib

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SOLUZIONE DEL 11.02.2023 CRESPERINO Soluzione completa su laregione.ch/giochi

Al vincitore facciamo i nostri complimenti!

Non s SalvioniEd

sei solo

Mahdi èinviaggio da un viaggio che inizia cittadina dell’Afghanis morano efuggono ins lorofamiglie, innescan di vendetta che li pers Solo in Europa si può Mahdi da suo padre. C scaglia su di loro, il ra pronto acorrereogn la meta: si affida ai pas di confine, attraversa in auto, nascosto in tra ri. Sempresognando c mare, lo aspetti una v ricoli, minacce eviolen un veroviaggio dall’A manzo di Silvia Bello partirecon Mahdi, lun

a prima ancora di nascere: quando, in una polverosa stan, isuoi genitori si innasieme controilvoleredelle ndo un tetromeccanismo seguiterà per tutta la vita. ò trovarelapace, impara Così, quando la vendetta si agazzo non esita apartire, rischio pur di raggiungere ssatori, affronta le guardie la notte, si sposta apiedi, aghetti ecamion frigorifeche, oltrelemontagne eil ta diversa, lontano da penza. Ispirato al racconto di Afghanistan al Ticino i roMolteni chiama ettori a ngo il suo vo o d speranza

sabato 25 febbraio 2023 8 Ticino7
dizioni
© ceck
VINCI
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Alpe Cruina

Trekking tra Ciuréi di Mezzo / Cantina di Cruina / Ciuréi di Cima

Alpe Cruina

Corte principale Ciuréi di Mezzo, 2’028 m Corti Cantina di Cruina, 1’904 m / Ciuréi di Cima, 2’202 m

Ubicazione Val Bedretto

Periodo carico Da metà giu. a metà sett. Cruina (9 gg.); Ciuréi di Mezzo (20 gg.); Ciuréi di Cima (20 gg.);

Ultimo paese Ronco

Coordinate 675.775 / 147.596

Proprietà Degagna generale di Osco

Gestore Augusto Simoni

Tipo formaggio Semiduro grasso, 100% latte di mucca

Altri prodotti Burro, formaggella, formaggini, ricotta

Dicitura scalzo Cruina V. Bedretto

Animali 58 mucche da latte, 10 manze, 5 vitelli

Produzione Circa 14 forme giornaliere da 5-6 kg cadauna

Mungitura Mungitura meccanica (carro mobile)

Caseificio Ciuréi di Mezzo (trasporto latte da Ciuréi di Cima con lattodotto, da Cantina di Cruina con veicolo)

Acquisto All’alpe è possibile acquistare tutti i prodotti

Giungendo a Cruina ci si trova nell’ultimo alpe prima del Passo della Novena. Non stupisce dunque – ormai a duemila metri – di percepire immediatamente il clima pungente tipico dell’alta montagna. Il bosco è stato lasciato più a valle, e quassù la pietra prende il sopravvento; tutto intorno si esibisce la corona delle vette ad abbracciare il tappeto verde dell’intera Val Bedretto, in uno spettacolo di memorabile teatralità. A Cruina e dintorni le nevi si sciolgono solo molto tardi, imponendo tempi d’alpeggio ridotti. Una ragione in più per coordinare al meglio le operazioni sui tre corti di produzione, attraverso una conduzione familiare estremamente

Itinerario corte principale

→ Da «Airolo» si percorre la strada cantonale della «Val Bedretto» sino alla località di «All’Acqua» (1’614 m), da qui si segue la strada ancora per 5 km fino al tornante dove vi è il posteggio per la Capanna «Corno Gries». 350 metri dopo questo tornante, prima di un’altra ampia curva della strada, parte una stradina sterrata verso destra che in 20 metri raggiunge il corte principale dell’Alpe «Cruina» denominato «Ciuréi di Mezzo» (2’028 m). Da «Airolo»: in auto 30 minuti. Strada cantonale della «Val Bedretto». Posteggio all’alpe.

Itinerari per gli altri corti

Corte Cantina di Cruina:

→ da «Ciuréi di Mezzo» (2’028 m) si percorre in discesa la strada cantonale della «Val Bedretto» verso «Airolo», dopo 1,6 km lungo

attenta al dettaglio. Il risultato è un formaggio a pasta compatta, elastica e fondente, di colore bianco crema se giovane e giallo paglierino carico se ben stagionato; odori e aromi sono quelli squisitamente lattici di panna fresca, con sfumature di latte bollito e burro, non senza suggestioni vegetali di flora alpina. Alla stagionatura emergono inoltre note tostate di nocciola. L’alpe è raggiungibile agevolmente anche in auto, ed è possibile acquistarvi un ampio ventaglio di prodotti di ottima qualità: formaggio vaccino, burro, formaggella, formaggini e ricotta.

un rettilineo a bordo strada sulla sinistra si trova il corte «Cantina di Cruina» (1’904 m). Corte Ciuréi di Cima: da «Ciuréi di Mezzo» (2’028 m) si segue la strada cantonale in direzione del «Passo della Novena», percorsi 1,5 km di strada, dopo il tornante a quota 2’099 m, sulla destra parte una pista sterrata lunga 270 metri che raggiunge il corte «Ciuréi di Cima» (2’202 m).

Escursioni Passo della Gonerli, sorgenti del Fiume Ticino: → da «Ciuréi di Mezzo» (2’028 m) si percorre la strada cantonale della «Val Bedretto» in direzione del «Passo della Novena ». Dopo 4,5 km di strada in prossimità di un tornante a quota 2’410 m (l’ultimo tornante prima del passo), si posteggia l’auto e si seguono le tracce di sentiero che

salgono verso nord, seguendo in parte il torrente fino a quota 2’520 m ca. dove si trova un primo specchio d’acqua, a 2’566 m un secondo e a 2’691 m un terzo. Da qui si può raggiungere comodamente il passo «Gonerlilücke» (2’741 m). Tracce di sentiero, 330 m disl., 2 km, 1 ora.

Cornetti al formaggio bio dell’alpe

400 g cornetti bio

Cipolle arrostite:

1 cipolla bio tagliata ad anelli qb farina bio per infarinare qb olio bio o burro per arrostire bio qb sale

1 cipolla bio tritata grossolanamente qb burro bio per soffriggere

100 g dadini di pancetta bio

1,5 dl panna bio

50 g formaggio dell’alpe bio grattugiato simil rösti qb pepe macinato di fresco qb noce moscata bio

Cuocere i cornetti al dente, scolarli, conservarli al caldo.

Cipolle arrostite: infarinare gli anelli di cipolla, arrostirli finché sono dorati e croccanti, salare. Far appassire la cipolla tritata nel burro. Aggiungere la pancetta e proseguire la cottura per qualche minuto. Versare la panna. Aggiungere i cornetti, proseguire la cottura finché la salsa è densa. Incorporare il formaggio, condire. Servire con gli anelli di cipolla.

Abbiamo tuttibisogno di puntifermi, di certezze edisicurezze. Noi vi offriamo il costante impegno di esseredasemprecon il Ticino eper iticinesi.

9 Ticino7 sabato 25 febbraio 2023
in Ticino
bancastato.ch BancaStato èlaBanca di riferimento
noi per voi ALPEGGI A CURA DI SALVIONI EDIZIONI
DI MEZZO, 2’028 M (© ELY RIVA, FABRIZIO BIAGGI)
CIURÉI
4 6 ° 18 ’ 56 ’ ’ N ; 8˚28 ’ 10 ’ ’ E
Ricetta Scopri il percorso
sabato 25 febbraio 2023 10 Ticino7 TIPO UN FUMETTO DI ALESSIO VON FLÜE

La privacy del pidocchio

È peggio che tuo figlio dica “mi prude la testa” o “mi sento la febbre?”. Vertiginosa, terribile e assai più diffusa di quanto ci immaginavamo, la domanda del momento è questa. Dimenticati per tanti mesi, evidentemente surclassati da malanni più grandi e contagiosi, i pidocchi sembrano tornati improvvisamente di moda. Non so da voi, ma da noi la prassi è che i genitori del malcapitato avvisino la scuola, la quale con discrezione, ossia senza indicare il nome del bambino, segnala un caso di pediculosi nella classe xy. Chiaramente, il comitato mamme killer non perde tempo e se ne frega della privacy. Inizia a interrogare i figli su chi si grattasse la testa, chi sia stato assente qualche ora (il tempo per i genitori di passare in rassegna ogni singolo capello alla ricerca di ospiti indesiderati). Presto gli indizi non danno scampo. I bambini, che al primo giro di pidocchi erano innocenti e non nascondevano nulla, ma sono stati presi in giro, oggi hanno paura. “Ti prego mamma, non dirlo a nessuno, se no le bambine più grandi dicono a tutti che non devono avvicinarsi a me”. La mamma bilancia dovere civico e protezione per la creatura, entra in modalità leonessa e si prende cura del bambino in pericolo nella giungla dei coetanei.

Lo shampoo, il trattamento, i pidocchi veri e propri e le loro uova. Importante sapere che i trattamenti sono efficaci solo contro i pidocchi, il resto del lavoro va fatto a mano. Mai consiglio fu più utile di quello di togliersi gli occhiali da miope e comprare una luce da speleologo, che del resto può essere un salvavita in casa in molte situazioni. Con la coscienza a posto e una discreta cultura sul tema ritorniamo a scuola a testa alta, persino a prendere il caffè con le altre mamme.

Le bambine più grandi ci proveranno, ghettizzeranno e si prenderanno gioco di quella bambina timida a cui la testa continua a prudere. La mamma regina della giungla non può che sperare che la piccola abbia recepito il suo insegnamento. “Vai, a testa alta e ricorda alle bambine cattive che i pidocchi si possono debellare, la stupidità invece no. E se proprio va male, passa alle mani”.

ALTRI SCHERMI

DI ALBA REGUZZI FUOG

ALZIAMO IL FATTURATO

The Consultant

Cambio ai vertici in azienda

The Consultant, in streaming da ieri su Prime Video, è una serie del genere dark comedy thriller che esplora il sinistro rapporto tra capo e dipendenti. Quando un nuovo consulente, o meglio dire ‘tagliatore di teste’ aziendale, Regus Patoff (Christoph Waltz), fa la sua improvvisa comparsa presso la società di videogame più grande di Los Angeles con l’intento di migliorarne il fatturato, i dipendenti vengono sfidati attraverso esigenze stravaganti e in competizioni contorte che mettono tutto in discussione... comprese le loro stesse vite.

TIRA UNA BRUTTA ARIA…

L’arrivo del nuovo ‘ottimizzatore’ getta tutti nel panico e apre diversi interrogativi. Intanto il CEO dell’azienda è morto in circostanze sospette. Il signor Patoff, il cinico consulente dal ghigno satanico, sembra essere giunto in soccorso dell’azienda proprio dopo che un importante progetto di fusione non si è concretizzato. Malgrado le sue rassicurazioni circa la sua breve permanenza in sede, Patoff inizia a dirigere l'azienda con metodi da sociopatico, invadendo senza ritegno la privacy dei dipendenti.

SOPRA LA PANCA

TESTO E FOTOGRAFIA ©

IL LIBRO APPENA TRADOTTO

Il parco Za’b l: 47 ettari di verde, con tanto di lago, piscina, zone per il barbecue, attrazioni per adulti e bambini. I volantini la definiscono un’oasi di pace nel cuore della metropoli. Gli alberi sono rigogliosi, tutto è curato e ordinato. Seduto su una panchina, chiudo gli occhi e provo a visualizzare la scena dall’alto, salendo sempre più, come se avessi una mongolfiera o se guardassi Google Maps… Il parco diventa un puntino verde in mezzo alla città, la città diventa un puntino fra il blu del Golfo Persico e il colore giallobruno del deserto. Allora immagino di camminare nella sabbia riarsa, e mi vengono in mente le parole di un grande viaggiatore: “Che cosa significa questo ritorno al deserto, se non che il deserto è per noi un’idea necessaria?”. Il nostro immaginario “non può farne a meno, poiché il deserto è essenziale alla percezione che noi abbiamo della nostra esistenza” (Jean-Robert Henry, Le Désert nécessaire, in “Autrement”, novembre 1983). Ecco, forse è proprio vero: basta sognare un deserto per capire quanto sia fragile e preziosa la nostra vita.

DUBAI, NEL PARCO ZA’BĪL

Coordinate: 25°14’12”N; 55°17’46”E

Comodità: ★★★☆☆

Vista: ★★☆☆☆

Ideale per… sognare un deserto.

Basata sull’omonimo romanzo di Bentley Little del 2015, la serie in otto episodi è una pungente satira sul posto di lavoro, ricca di suspense e dall’umorismo cupo. Bentley Little è un pluripremiato autore americano di romanzi horror, molto seguito da Stephen King, che lo ha definito “un maestro del macabro”. Dal 1990 pubblica in media un libro all’anno, evita la pubblicità e raramente fa promozione o interviste. Il romanzo The Consultant è stato solo ora tradotto in italiano in occasione dell’uscita della serie.

CHRISTOPH WALTZ

L’attore, che ha vinto l’Oscar per i suoi ruoli in Bastardi senza gloria e Django

Unchained, oltre a ricoprire il ruolo del protagonista, il consulente aguzzino Regus Patoff, è anche produttore esecutivo di The Consultant. Assieme a Waltz nel cast ci sono il musicista Nat Wolff (Colpa delle stelle; Città di carta) che interpreta Craig, uno sviluppatore informatico disilluso ma di talento e Brittany O’Grady (The White Lotus), nelle vesti di Elaine, un’ambiziosa assistente del CEO in cerca di opportunità per accelerare la sua carriera.

sabato 25 febbraio 2023 11 Ticino7
LA FICCANASO DI LAURA INSTAGRAM: @LA_FICCANASO
ANDREA FAZIOLI
Settimanale inserito nel quotidiano laRegione ticino7.ch • #ticino7 • facebook.com/Ticino7 Direttore Beppe Donadio Caporedattore Giancarlo Fornasier Grafica Variante agenzia creativa Editore Teleradio7 SA • Bellinzona Amministrazione, direzione, redazione Regiopress SA, via C. Ghiringhelli 9 CH6500 Bellinzona tel. 091 821 11 11 • salvioni.ch • laregione.ch Servizio abbonamenti tel. 091 821 11 86 • info@laregione.ch Pubblicità Regiopress Advertising via C. Ghiringhelli 9, CH-6500 Bellinzona tel. 091 821 11 90 • pub@regiopress.ch ticino7

Il nuovo pomeriggio di Rete Uno

Da lunedì 27 febbraio la fascia pomeridiana di Rete Uno cambia fisonomia, con due nuove trasmissioni, Quarto pilastro e TempoReale, e il ritorno de La Consulenza

Quarto pilastro

Dal lunedì al venerdì, alle 15.05, con Fabrizio Casati, Francesca Margiotta, Axel Belloni e Mirko Bordoli

Donne e uomini con tanti sogni e vitalità, nonne e nonni preziosi e insostituibili per tante famiglie, pensionate e pensionati o ancora al lavoro, scrigni di ricordi e tradizioni da riscoprire e condividere con le altre generazioni. Il nuovo programma di Rete Uno Quarto pilastro è dedicato proprio a loro, alle protagoniste e ai protagonisti del terzo tempo della vita.

Il programma affronta tematiche di ogni genere: dal giardinaggio alla cucina, dalle rimpatriate alla medicina e dallo sport alle nipotine e ai nipotini.

Non mancherà un orientamento per chi vuole organizzare il proprio futuro da punti di vista differenti: finanziario, sociale e quello delle offerte, per una fase della vita in cui c’è ancora tutto da programmare!

Ascolteremo le voci e i sentimenti di chi, ogni pomeriggio, avrà voglia di condividere il suo quotidiano con noi, con la sua normalità, i suoi desideri e le sue eccezionalità.

DallAZetA: il nuovo quiz RSI

21 domande, tante quante le lettere d’alfabeto. Una corsa contro il tempo per conquistare il montepremi di 5’000 franchi!

Pochi minuti di tempo per conquistare il montepremi massimo di 5’000 franchi, rispondendo per due volte a 21 domande, tante quante le lettere d’alfabeto.

Nella prima fase le risposte alle prime 21 domande vanno dalla “A” alla “Z”. Nella seconda fase vanno dalla “Z” alla “A”.

Ogni concorrente ha a sua disposizione almeno 24 aiuti per ogni manche, che corrispondono a 24 lettere. Il concorrente potrà chiedere uno o più aiuti ogni qual volta lo riterrà opportuno, allo scopo di completare il gioco nel tempo a sua disposizione. Attenzione però… ogni lettera chiesta costa 100 franchi, meno aiuti si chiedono e più alto sarà il montepremi. Una speciale classifica presente in studio riporterà poi i nominativi dei concorrenti che hanno concluso il gioco con il mon-

TempoReale

Dal lunedì al venerdì, alle 16.45, con Sergio Savoia, Andrea Rigazzi, Danny Rauseo e Axel Belloni.

Che siate in viaggio, fermi in coda o alle prese con le ultime faccende di giornata, TempoReale vi porta le notizie per rimanere al passo con i fatti del mondo: da quelli della Svizzera italiana, a quelli che accadono nel resto del globo. Ultim’ore, sviluppi dei fatti del giorno, aggiornamenti meteo e bollettini del traffico: ritmato e informale, con TempoReale siete sempre sull’onda dell’attualità.

La Consulenza

Dal lunedì al venerdì, alle 12:45, con Claudia Demircan Salute, consumi, diritto, assicurazioni, famiglia, animali, tecnologia… siamo tutti confrontati quotidianamente con numerose sfide. E dal 27 febbraio avremo un aiuto in più per affrontarle! Su Rete Uno torna La Consulenza: un tema, un/a esperto/a e le vostre domande, perché quando si trovano risposte diventa tutto più semplice!

Da lunedì 27 febbaio ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì

tepremi maggiore. A fine stagione, al più bravo verrà attribuito il titolo di Campione!

È questo, in sintesi, il nuovo gioco a premi DallAZetA, ideato da Alessio Arnold, prodotto da Massimo Puglisi, condotto da Sara Galeazzi e con la regia di Jonathan Van Lamsweerde Un appuntamento da non perdere per gli appassionati del quiz “puro”. Un gioco veloce e coinvolgente anche per il pubblico, che da casa potrà misurarsi in tempo reale con le domande, come il concorrente in studio.

Avete fatto meglio e volete provare ad entrare anche voi nella “Hall of Fame”?

Be’… non aspettate e iscrivetevi subito sul sito rsi.ch/dallazeta

Dal 27 febbraio, ogni giorno dal lunedì al venerdì, alle 19.45 su LA 1

Dal 27 febbraio da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 9.00

Non ci resta che il morning

Il nuovo volto del mattino di Rete Tre

Cosa ci fanno un personal trainer, una complottista, un operaio comunale tuttofare, una psicologa dei gatti, due contorsionisti, un collaudatore di sedie, due rapper, uno spaventapasseri nello studio di Rete Tre?

Scopritelo in Non ci resta che il morning, lo show multivitaminico a colori condotto da Ellis, Fabio e Ottavio e che funge da rimedio naturale contro i “Buongiornissimo” che imperversano da ogni dove.

Un programma condito dalle molteplici personalità dei conduttori, in compagnia della loro inseparabile Mucca Bella… Non mancate!

Futura: le realtà attraverso gli occhi di 10 giovani cineasti svizzeri

La serie Futura è una collezione di 10 cortometraggi di 15 minuti, un progetto nazionale coprodotto da RTS, RSI, SRF e la SRG SSR con la ticinese Cinédokké, la romanda Akka Films e la ditta di produzione Dschoint Ventschr della Svizzera di lingua tedesca, allo scopo di sostenere giovani talenti svizzeri.

Provenienti da contesti diversi, dieci giovani registe e registi propongono altrettanti ritratti appassionati di comunità locali, dalle più discoste alle più significative, in un mondo in piena mutazione.

Attraverso gli sguardi rivolti al domani, i loro protagonisti ci raccontano la convivenza, i confini, l’alterità, l’impegno e la varietà dei possibili futuri.

Domenica 26 febbraio andranno in onda i primi 5 cortometraggi: Veverice di Milly Miljkovic, Nida di Basil Da Cunha, Ava di Youssef Youssef, Catzilla di Maria Kaur Bedi e Volatili di Elisa Gomez.

Sguardi domenica 26 febbraio e domenica 12 marzo, alle 23.25 su LA 2

sabato 25 febbraio 2023 Ticino7 • Programma Radio&TV • dal 26.2 al 4.3 12 IN PRIMO PIANO

Verso il 2 aprile con la RSI

Interviste,

Domenica 26 febbraio scatta ufficialmente la maratona di proposte RSI in vista del 2 aprile.

La lunga corsa, che ha come traguardo le elezioni cantonali ticinesi 2023, propone domani alle 19.20 su LA 1 il primo degli incontri con le e i rappresentanti dei partiti nello spazio della Domenica elettorale

Lunedì 27 febbraio, sempre su LA 1, alle 21.10, sarà di scena il primo dei Lunedì elettorali

Come spiega Reto Ceschi, responsabile dell’Informazione:

“Per la campagna elettorale la RSI si propone quale autorevole punto di riferimento a sostegno del processo di comprensione e di scelta del cittadino.

Ancora di più rispetto al passato servirà parlare a tutte e a tutti, promuovendo un linguaggio chiaro e presentando storie rappresentative”. Occhio ad altre novità, aggiunge Ceschi: “Per la prima volta sarà la RSI a proporre un sondaggio pre elettorale. Un campione rappresentativo della popolazione ticinese verrà “interrogato”, grazie a un “call center” interno all’azienda, sulle preferenze politiche e sui principali temi dell’attualità. Per i dibattiti televisivi, che andranno in onda per la prima volta su LA 1, si farà capo al nuovo Studio 1 adattato all’evento grazie a inserti scenografici originali. I dibattiti radiofonici avranno anche una diffusione televisiva”

Questo il dettaglio dell’offerta in TV: la Domenica elettorale, 5 appuntamenti di 35 minuti circa tra il Quotidiano e il TG Ogni settimana conosceremo 3 candidate e candidati che discuteranno di politica e temi d’attualità.

I dibattiti del Lunedì: 4 appuntamenti di circa 120 minuti alle 21:10, con candidate e candidati al Consiglio di Stato e personalità della società civile.

Il Quotidiano: saranno proposti 6 reportage tematici e un viaggio tra i principali partiti alla vigilia della sfida cantonale.

Per quanto riguarda la radio: Rete Uno offrirà al pubblico tre momenti dedicati alle elezioni nelle tre principali fasce d’ascolto. Modem Speciale: quattro venerdì a partire dalle 8.30. Un’ora di diretta radiofonica con 4 candidate e candidati al Consiglio di Stato e collegamenti in diretta dal territorio. Mezzogiorno elettorale: 8 “faccia a faccia” il martedì e il giovedì prima del Radiogiornale tra le 11.45 e le 12.25 circa in cui si sfideranno candidate e candidati al Governo. Seidisera: 4 reportage tematici verranno proposti il giovedì alle 18.30 nei giorni che precedono il dibattito di Modem

Su rsi.ch: il sito proporrà un dossier (rsi.ch/ticino23) dedicato a tutti i contributi elettorali prodotti da ogni vettore e offrirà uno strumento che permetterà di accedere a numerosi dati e informazioni su 100 anni di sfide elettorali in Ticino.

Attraverso Instagram saranno confezionati dei contributi ad hoc. Sarà riproposta la collaborazione con Smartvote che traccia il profilo politico di ogni candidata e candidato.

Le voci e i volti della RSI, che animeranno in diretta TV e radio il lungo avvicinamento alla giornata decisiva del 2 aprile, saranno Alessandro Broggini, Nicola Lüönd e Pervin Kavakcioglu per Mezzogiorno elettorale; Agata Galfetti e Amanda Pfändler per Modem elezioni; per la Domenica elettorale Barbara Botti e Sandy Sulmoni; mentre Sharon Bernardi, Reto Ceschi e Paolo Ascierto condurranno il Lunedì elettorale Alcuni di loro li potete vedere online anche nel promo che lancia #Ticino23

Quest’anno la RSI pubblicherà dei sondaggi per conoscere le tendenze politiche della popolazione ticinese.

Le operatrici e gli operatori del call center della sede di Lugano-Besso contatteranno alcune migliaia di persone sottoponendo loro brevi domande che serviranno a comprendere le preferenze politiche e l’opinione delle e dei ticinesi su alcuni aspetti della vita sociale ed economica.

La raccolta dati è anonima e sicura ed è seguita da un’elaborazione secondo criteri scientifici in collaborazione con la società specializzata Assolo. I risultati del sondaggio saranno resi noti il 27 febbraio e il 20 marzo attraverso i canali dell’Informazione RSI.

Non è vero che la politica in Ticino interessa soprattutto e quasi solo la popolazione più anziana. Le giovani e i giovani sotto i 20 anni che quest’anno sono in corsa per un seggio sono 25, numero fortemente aumentato rispetto al passato.

L’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna aveva evidenziato che l’elettorato più giovane – tra i 18 e i 30 anni – si era mobilitato in maniera inferiore rispetto alle altre fasce della popolazione. Tra le ragioni principali era stata menzionata con particolare frequenza l’insufficiente conoscenza delle candidate e dei candidati. Il Consiglio di Stato ticinese ha pertanto lanciato la campagna Io faccio la mia parte per favorire la partecipazione al voto delle fasce più giovani della popolazione. Oltre al consueto opuscolo informativo è quindi a disposizione una pagina web completamente ristrutturata e il nuovo canale Instagram @elezioniTI, che presenta informazioni, curiosità e istruzioni di voto. Sono inoltre in atto collaborazioni con enti esterni come easyvote e attività dal vivo per coinvolgere le studentesse e gli studenti ticinesi fra i 18 e i 30 anni.

Le elezioni cantonali di quest’anno saranno le più affollate della storia ticinese. Mai finora vi erano stati tante e tanti pretendenti ad un seggio.

Per la prima volta si è giunti a sfiorare un totale di 1’000 persone direttamente impegnate in una campagna elettorale.

Stando ai dati che l’Informazione RSI è riuscita a riunire grazie alla disponibilità dei partiti, il totale è di 973 candidate e candidati, per complessive 932 persone diverse (41 invece si presentano per entrambi i poteri). Si registra inoltre il primato di presenze femminili: le candidate infatti costituiscono il 40%, percentuale aumentata rispetto al 2019.

Quei 14 comuni “senza”...

La campagna elettorale non coinvolgerà tutte le località del Ticino allo stesso modo.

Malgrado il numero senza precedenti di candidate e candidati, 14 comuni su 106 (circa il 14%) già sanno che non avranno una o un rappresentante a Palazzo delle Orsoline, e ciò indipendentemente dall’esito delle verifiche delle proposte di candidatura e dello spoglio dei risultati.

Non sono stati esclusi d’ufficio, ma nessun partito ha messo in lista una o un loro residente. Si tratta di Bedretto, Bosco Gurin, Dalpe, Campo Vallemaggia, Cerentino, Linescio, Miglieglia, Brusino Arsizio, Astano e Prato Leventina.

A non avere neanche un candidato ci sono anche realtà come Grancia, Personico, Mergoscia e Brione sopra Minusio.

sabato 25 febbraio 2023 Ticino7 • Programma Radio&TV • dal 26.2 al 4.3 #Ticino23
dibattiti e approfondimenti in TV, alla radio e sul web
Partito il sondaggio RSI È il momento delle generazioni Y e Z
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Record storico di candidate e candidati alle elezioni ticinesi
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