T7 N52 Inserto laRegione

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Berna. Geografia della lentezza

ticino7

Sentitamente ringraziamo. E felice anno nuovo!

Ed eccoci così ai ringraziamenti finali, nel solco della migliore tradizione. Mangiati panettone e pandoro, scartati i regali, alziamo i calici al cielo e brindiamo a tutti coloro che contribuiscono e si impegnano, tutte le settimane, per garantire la pluralità dei contenuti di Ticino7, la costruzione, la lavorazione, la revisione, la stampa e la distribuzione di questo settimanale. Ringraziamo l’editore e i colleghi in Ticino e oltre Gottardo che si occupano della raccolta pubblicitaria, i grafici, gli informatici, le ragazze e i ragazzi della prestampa, dell’amministrazione e degli

abbonamenti, i colleghi giornalisti de laRegione – alcune firme sono presenti anche sulle nostre pagine – e quelli della RSI a Comano, i cui preziosi contributi introducono e presentano le pagine dedicate ai programmi Radio & Tv. E un grande grazie finale va naturalmente a voi lettori: grazie di seguirci e di stimolarci, suggerendo e a volte criticando; un’attenzione che ci spinge a fare sempre meglio, con coraggio (quando serve) e soprattutto con spirito d’osservazione e originalità.

Che il nuovo anno inizi nel migliore dei modi.

sabato 31 dicembre 2022 1 Ticino7 numero 52 A CURA DELLA REDAZIONE

Andreas Gysin

La serie dedicata agli artisti di oggi, in collaborazione con Visarte Ticino, si conclude per questo 2022 in chiave “cibernetica”. Mentre il nuovo anno è dietro l’angolo, il percorso dell’artista e designer Andreas Gysin ci dice che il futuro è già qua. L’incontro tra tecnologia, realtà virtuali ed espressione artistica è una realtà molto forte nel mondo dell’arte contemporanea. Dallo scorso luglio Gysin si trova a Parigi per una residenza alla Cité Internationale des Arts: “La città è stata generosissima con me, soprattutto dal punto di vista lavorativo e degli incontri con altri creatori; la residenza volge al termine, ma tornerò presto”.

Nato nel 1975 a Zurigo, oggi vive e lavora a Lugano, nonostante la sua vita sia caratterizzata da numerosi viaggi e trasferte. Oltre alla sua produzione personale, Andreas appartiene al duo artistico Gysin-Vanetti. La sua pratica artistica si concentra principalmente su programmi, oggetti e installazioni cinetiche spesso interattive, con una forte attenzione al medium digitale.

Il mondo NFT

Andreas inizia a usare il computer da ragazzo, “tutta colpa” di uno zio che gliene regala uno proprio a Natale. “Si trattava di un IBM, costoso ai tempi; tra l’altro, dopo tre minuti dall’accensione appariva un cursore lampeggiante, non c’erano mouse, menu, icone che ti aiutassero a navigare. Dovevi scrivere dei comandi per poter accedere ai file e aprire i programmi”. Rimane folgorato da quella macchina che gli permette di fare un sacco di cose, come programmare, giocare, usare programmi di disegno: “Era l’epoca del pre-internet; i computer avevano poca memoria e dovevi cambiare i dischetti coi programmi per poter utilizzare nuove applicazioni”. Andreas Gysin, che al liceo era stato bocciato in matematica, oggi la insegna – oltre ad altre materie –in alcune scuole di grafica in Svizzera. Morale della storia: non credere mai alle definizioni ed etichette limitanti. Oggi il nostro ‘geek’ – chi possiede un estremo interesse e una spiccata inclinazione per le nuove tecnologie, nda – ad alto tasso creativo è nel pieno del lancio di un NFT (ovvero i non-fungible token) di sua creazione. Un NFT è un bene digitale che può assumere la forma di arte, musica, oggetti di gioco, video e altro ancora. Vengono codificati, acquistati e venduti online, spesso con criptovalute. Il mercato degli NFT ha raggiunto i 41 miliardi di dollari nel 2021, cifra mostruosa che si avvicina al valore dell’intero mercato globale delle belle arti: “Per me si tratta di un modo come un altro di vendere e acquistare opere d’arte digitali, ho iniziato nel 2020 in piena pandemia quando il mondo dell’arte ha vissuto un reset con mostre ed eventi in pausa”, spiega. “Questa modalità mi permette di proteggere le opere digitali con codici di identificazione unici”. Per quanto riguarda il mondo delle cripto, però, Gysin è estremamente critico… “È un mondo torbido popolato da speculatori senza scrupoli e mi preoccupa vedere che Lugano gli abbia spalancato le braccia”.

L’entità Gysin-Vanetti Ma torniamo all’arte. LCD 1 è il nome della sua ultima creazione, lanciata in edizione limitata a fine novembre; ogni token NFT venduto è connesso, in questo caso, a un oggetto fisico sviluppato assieme a un ingegnere. “LCD 1 è un piccolissimo dispositivo autonomo”, spiega il creatore. “Quando viene acceso, una sequenza di LED RGB viene visualizzata per mezzo secondo. Il contenuto scorre su uno schermo LCD e può essere visualizzato a schermo intero. Funziona con una batteria ricaricabile oppure

tramite USB-C”. Facile da comprendere? Non proprio direte, ma sappiate che gli intenditori hanno apprezzato accaparrandosi la serie limitata e gli LCD 1 sono già volati ai quattro angoli del globo verso i rispettivi acquirenti e collezionisti. Oltre alla ricerca individuale, Andreas appartiene al duo Gysin-Vanetti (tutti e due insegnano nelle scuole di grafica: Gysin all’ECAL e alla SUPSI, dove tengono anche un corso assieme). “Io e Sidi ci siamo conosciuti durante gli studi a Lugano e da allora collaboriamo”, racconta. “Entrambi siamo interessati al design e alla creazione di oggetti e istallazioni cinetiche”. Oltre a occuparsi di ricerca artistica pura, il duo crea soluzioni grafiche e design. “Uno dei lavori più recenti in Ticino è stata la progettazione dell’insegna di un bar nel nuovo campus USI/SUPSI. Abbiamo deciso di chiamarlo ‘5-0’ o ‘Cinque a Zero’ – che è il nome di un cocktail a base di Campari –, in onore della fabbrica di Campari che un tempo sorgeva proprio qui”. L’insegna luminosa animata e altri dettagli minori giocano con le forme geometriche del bicchiere da cocktail: “All’inizio la nostra palestra sono stati gli spazi messi a nostra disposizione dal curatore Riccardo Lisi (oggi direttore di Visarte Ticino, nda) quando organizzava eventi di arte contemporanea a ‘La Fabbrica’ di Losone: ci ha lasciato carta bianca e abbiamo potuto provare di tutto, divertendoci ad abitare con le nostre creazioni i luoghi più insoliti, dai sottoscala ai gabinetti, proiettando sequenze video negli angoli bui”.

Arte, codici e musica

Non è semplice comprendere la mente di un artista, ancora meno quella di un artista innamorato della magia dei codici… “La cosa più vicina alla composizione di sequenze digitali, che possono apparire su un display come immagini in continua evoluzione, è la musica”, dice Andreas Gysin. I programmatori americani usano il termine flow state per definire lo spazio mentale sconfinato cui accedi quando entri in questa dimensione.

“Quando entri nel flusso non ti rendi più conto che stai programmando: il mondo intorno a te scompare, e in quel momento la tua esperienza diviene simile al modellare la terracotta o a lisciare una superficie di legno con la carta vetrata. Sei completamente immerso nell’azione e la creazione emerge dall’inconscio”. Andreas Gysin ammette di perdere regolarmente le redini del tempo, spaziando in altre dimensioni parallele ma, proprio da quel tempo senza tempo, ovviamente in ritardo, emerge con nuove visioni tra le mani.

sabato 31 dicembre 2022 2 Ticino7 INCONTRI DI KERI GONZATO; FOTOGRAFIE © A. G. IN COLLABORAZIONE CON VISARTE TICINO
‘ CODED SELFIES

A Berna è bene andar piano

Affermare che il centro storico di Berna sia affascinante sembra banale e scontato. Mi piace bighellonare fra gli edifici e, all’occorrenza, passeggiare lungo gli argini dell’Aare. Condivido l’opinione dell’Unesco, quando sostiene che la scomparsa del centro storico della capitale della Confederazione “costituirebbe una perdita irreparabile per il mondo”. Ad affascinarmi, però, non ci sono solo gli edifici, i viali e i monumenti; c’è anche una peculiarità impalpabile. Qualcosa che, tra serio e faceto, conosciamo tutti, ma che da alcuni anni ha trovato anche una conferma scientifica: la flemma dei suoi abitanti. Sì, mi piace l’incedere quasi sempre misurato dei bernesi e la loro capacità di non farsi condizionare oltremisura da un mondo viepiù frenetico.

Godersi il panorama (sopra e sotto)

A misurare la frenesia degli abitanti di una ventina di città del mondo ci ha pensato alcuni anni fa l’università dell’Hertfordshire, comparando i propri dati con quelli registrati in precedenza dall’università della California. In buona sostanza, il professor Richard Wiseman ha cronometrato il tempo impiegato dai pedoni di trentadue città diverse a percorrere un tratto di strada lungo 18 metri. Così il cronometro ha stabilito che in dieci anni il tempo della passeggiata è sceso mediamente da 13.76 a 12.49 secondi. Singapore è la città con i pedoni più veloci del mondo, con un tempo di appena 10.55 secondi. Al secondo posto c’è Copenaghen e al terzo Madrid, dove, con 10.89 secondi per percorrere 18 metri, la movida sembra aver sostituito la siesta. In fondo alla classifica, tra le città più lente, troviamo Berna (17.37 secondi) e Blantyre, nel Malawi, “lumaca” del pianeta con 31.60 secondi.

Certo, Richard Wiseman ha una sua spiegazione per giustificare la velocità e la lentezza della camminata, ma a me piace pensare che i bernesi lo facciano soprattutto per rendere omaggio al fascino del loro centro storico: un nucleo dalla struttura medievale dove abitano, lavorano e si divertono. Così appartamenti, uffici, negozi, ristoranti, bar, alberghi, cinema, teatri di una società multietnica e globalizzata, trovano il loro posto naturale negli immobili di tempi remoti, comprese le tradizionali cantine cui si accede direttamente dalla strada, che originariamente servivano a depositarvi il grano e il vino, ma che oggi sono state trasformate in bar dove spesso si suona musica dal vivo.

La cornice del potere

Ecco, secondo me, il segreto per apprezzare fino in fondo il centro storico di Berna sta tutto nel passo lento. Perché la prima impressione è quella di trovarsi di fronte a un insieme omogeneo. Così non è, perché le facciate di quelle lunghe file di edifici in pietra arenaria grigio-verde sono assai variegate e propongono decorazioni diverse; alcune delle quali sorprendenti. Oserei dire che si tratta di edifici “tipicamente svizzeri”, nel senso che non ostentano lusso o prosperità. Dietro le pur solide facciate, però, i patrizi bernesi davano libero sfogo ai piaceri garantiti dalla loro agiatezza; perché nell’intimità dei loro palazzi si possono trovare corti, giardini, locali con stucchi, affreschi, lampadari e mobili pregiati in quantità.

Proprio nel centro storico c’è anche la Capitale, con Palazzo Federale che sfoggia fiero la sua cupola. Edificio imponente, ospita ministri e parlamentari: “Quei signori di Berna”, come vengono definiti con più o meno rispetto nel resto della Confederazione. E c’è anche Piazza Federale, che sa essere cornice e teatro della democrazia diretta, quando accoglie i manifestanti che vogliono far sentire la loro voce al governo. Ma diventa anche la vetrina privilegiata del celebre Ziebelemärit, il Mercato delle cipolle.

Note linguistiche

Sì, il centro storico di Berna a me piace. Adoro bighellonare fra i palazzi con calma guardandomi attorno senza cercare nulla in particolare. Così, di tanto in tanto, noto qualcosa di diverso: come alla stazione, dove una volta si potevano leggere i quattro nomi: Bahnhof, Gare, Stazione e Staziùn. Oggi non più: resta solo Bahnhof; perché i lavori di modernizzazione effettuati negli ultimi anni hanno letteralmente cancellato il quadrilinguismo.

sabato 31 dicembre 2022 3 Ticino7 METROPOLIS DI ALBERTO COTTI

Farine, dolci e lievitati

La magia del “chilometro zero”

Ricetta

www.ticinoate.ch

In Ticino sono molte le preparazioni realizzate con i farinacei. Grazie al lavoro dei mulini, piccoli e grandi, ancora funzionanti e presenti sul territorio, è possibile trovare farine interamente a ‘km O’, alcune con il sigillo di qualità Ticino regio.garantie. Chi non si è mai cimentato in un impasto fatto in casa? Fare un buon impasto lievitato non è cosa semplice, ci sono però piccoli accorgimenti che ci aiutano in questa impresa. Parliamo per esempio dello zucchero: esso attiva la fermentazione del lievito, ma attenzione alla quantità, se troppo elevata (più del 10%) si avrà l’effetto contrario. Dallo zucchero, al sale: oltre al gusto, la sua presenza apporta altri benefici all’impasto. Nel caso del pane, facilita la formazione di una crosta croccante e ne aumenta la conservazione. Solitamente, il sale va aggiunto lontano dal lievito: all’inizio o alla fine dell’impastamento,

Itinerario

→ Cascata del Botto –una ricarica naturale!

Rovio è un piccolo borgo incantevole e con i suoi stretti e intricati vicoli, le strade in pietra e le antiche vasche delle fontane mostra il suo passato ricco di storia. Il borgo conserva ancora facciate storiche, palazzi e affreschi del XVIII e IXX secolo.

Non è soltanto il caratteristico centro paese a stupire, ma anche i suoi dintorni, dove si trovano la Cascata del Botto e le vicine chiese di San Vigilio e Santi Vitale e Agata.

La Cascata del Botto dista circa 20 minuti, basta seguire i cartelli gialli dei sentieri escursionistici ufficiali. Un sentiero nel bosco attraversa alti castagni e si snoda tra massi rocciosi ricoperti da un caratteristico strato di muschio e licheni. Non appena

a dipendenza della farina usata e del tipo di impasto. I lievitati hanno qualcosa di magico. Durante il periodo delle festività, poi, la magia - con i suoi profumi - aumenta e, oltre a paste, pane, pizze, biscotti, troviamo dolci, pandori e panettoni. Prodotti che alcuni artigiani del gusto ticinesi propongono utilizzando ingredienti del territorio: come per esempio il burro d’alpe per pandori o dolci tipici. Alcuni abbinano materie prime locali per dare vita a prodotti speciali, come il Gottardone, un panettone prodotto con burro d’alpe e mirtilli della Valle Bedretto. Ma le proposte sono davvero tante: panettone classico, nostrano (arricchito con fichi e nocciole), alle castagne, al cioccolato. Il periodo è proprio quello giusto, e ora non resta che recarci nella nostra panetteria di fiducia e gustarci il nostro dolce in famiglia.

si raggiunge una radura, il sentiero si fa più stretto e impervio, motivo per il quale si raccomandano buone scarpe profilate. Si inizia a sentire il rumore dell’acqua che si fa sempre più forte finché si raggiunge la Cascata del Botto. Si tratta delle acque del torrente Sovaglia, che effettuano un salto di circa 68 metri.

La pittoresca Rovio sorge sui pendii del Monte Generoso nella Val Mara ed è circondata da dolci colline coltivate a vigneti con il luccicante Lago di Lugano di color blu come sfondo. Da qualsiasi angolo il panorama è magnifico!

Torta yogurt e cioccolato km zero

Ricetta e foto a cura di Luisa Jane Rusconi, per Homebaker.

150 g farina a ‘km 0’

150 g albumi a temperatura ambiente

80 g zucchero

65 g burro*

420 g yogurt bianco* a temperatura ambiente

65 g cioccolato fondente* tritato al coltello

1 bustina di lievito per dolci

* preferibilmente ticinesi

Montare gli albumi a neve ferma (aggiungendo qualche goccia di limone). Fondere il burro e mescolare con una frusta allo yogurt.

In una ciotola, mischiare gli ingredienti secchi: la farina setacciata con il lievito, lo zucchero, il cioccolato fondente. Unire lo yogurt e amalgamare bene senza lasciare grumi. Incorporare gli albumi delicatamente, mescolando dal basso verso l’alto. Imburrare e infarinare uno stampo per gugelhupf di 22 cm di diametro e versarci l’impasto. Infornare in forno statico a 180 °C per 45 minuti. Fare la prova stuzzicadenti per verificare la cottura. Far raffreddare la torta nel forno prima di sformarla.

Attività

Locarno on Ice, Locarno dal 18 novembre all’8 gennaio 2023

Natale in città, Bellinzona dal 24 novembre all’8 gennaio 2023

Natale in Piazza, Lugano dal 1. dicembre all’8 gennaio 2023

La Tavolata di Asconaa base di raclette, Ascona 7 gennaio 2023

Scopri i segreti di farine e impasti con Homebacker secondo programma e disponibilità

Appuntamenti al Mulino di Bruzella secondo programma e disponibilità

Buone Feste da chi ha il Ticino nel cuore.

sabato 31 dicembre 2022 5 Ticino7 DAL TERRITORIO A CURA DEL CENTRO DI COMPETENZE AGROALIMENTARI TICINO
© MENDRISIOTTO TURISMO, PIRMIN FÖLLMI
45°5 5’52.442”E8˚59 ’ 57.137 ” Scopri il percorso
sabato 31 dicembre 2022 6 Ticino7 TIPO UN FUMETTO DI ALESSIO VON FLÜE
sabato 31 dicembre 2022 7 Ticino7

Orizzontali 1. Serve per le immersioni subacquee 9. Divinità silvestre 12. Particella di cognomi olandesi 13. È spesso citato un loro brodo 15. Compendio di un’opera voluminosa 17. La religione di Maometto 18. Si oppone a massima 20. Fa coppia con l’aceto 21. Una prova scolastica 23. Il nome dello scrittore Calvino 25. Si fa in aereo 26. Il regno delle piante 27. Tra la G e la J 28. Componimento poetico 29. Può essere saraceno 30. Preposizione semplice 31. Nota musicale 32. Si fa tentando 33. Consegnato 34. Parte della gamba 35. Si fa con la farina 36. Gruppi di persone con interessi poco chiari 39. Serpenti non velenosi 40. Menomata, stravagante 41. Irsuti, ispidi 42. Più o meno

Spedisci un SMS al 434 (CHF 1.–/SMS) scrivendo TI7 <spazio> SOLUZIONE e partecipa all’estrazione. Termine di partecipazione: giovedì prossimo.

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43. Sulle nostre targhe 44. Attrezzi per sportivi 45. Località del Luganese 46. Principio di bullismo 47. Sulle targhe di Olten 48. Leggero, lieve 49. Filtri del nostro corpo 50. Guasto, avaria alla francese 51. La palude con l’Idra 52. Nulla, zero 54. Una capitale cantonale in tedesco 55. L’abbrevia la E di EOC 56. Carlo, che fu consigliere di Stato.

Verticali 1. Sdolcinato, lezioso 2. Codice Avviamento Postale 3. Bestia 4. Gara, lotta 5. Capanna in Val Gordevio 6. Domani lo salutiamo

de ‘L’elisir d’amore’ 14. Lo è la Sicilia 16. Una pianta aromatica 19. Priva di accento 22. Può essere caustica 24. Misura di superficie 26. Imbroglio, raggiro 27. Albergo 29. Pesante, opprimente 30. Imbarcazione semplice 32. La Corona dei… è sopra Ascona 33. La capitale del Bangladesh 34. Situati, ubicati 35. Vetta, apice 36. Quello nazionale si chiama Knie 37. Località bleniese 38. Son vicini ai Romagnoli 39. Località sul Ceresio 42. Località della Costa Azzurra 43. Galleria, traforo 45. Parte del dollaro 46. Filava nel lontano passato 48. Covi, rifugi 49. Le gettano i pescatori 50. Materiale per bottiglie 51. Il nomignolo dell’attrice Taylor 53. Preposizione semplice 54. Particella dubitativa.

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ADELBODEN E MONTEDATO Ai vincitori facciamo i nostri complimenti. Le soluzioni complete le trovate su laregione.ch/giochi

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Iniziali dell’artista Guttuso 8. Adolf, ex consigliere federale 9. Si lascia spennare 10. Le montagne col Picco Tandykul
Personaggio

La Rondine

È un’abile acrobata che si caratterizza per il suo aspetto slanciato, le sue ali appuntite triangolari e per la sua coda profondamente biforcuta. Le penne esterne della coda, le timoniere, sono più lunghe nel maschio, questo permette di distinguerlo facilmente. Tali penne hanno una notevole importanza nella scelta del partner: le femmine, infatti, scelgono il maschio con le timoniere più lunghe…

Il solito problema dell’habitat

La Rondine ha un dorso nero con riflessi bluastri, il ventre bianco panna con la gola color ruggine e un collare bruno-nero. Ha un canto inconfondibile che emette instancabilmente in volo oppure da un posatoio. E una volta giunta quasi la fine dell’estate, non è raro osservare centinaia di Rondini volteggiare attorno ai canneti in cui passeranno la notte. Vive soprattutto nelle campagne e in Svizzera si stima una popolazione di 100-150mila coppie. Una cifra fortemente diminuita a partire dall’anno 2000, in misura del 40% circa a causa principalmente del declino dei suoi habitat di riproduzione nelle fattorie, in particolare a causa del progressivo abbandono delle stalle tradizionali con conseguente diminuzione del bestiame e degli insetti di cui si nutre.

Il nido: una grande impresa La Rondine è una migratrice sub-sahariana, trascorre l’inverno in Africa occidentale o meridionale. Prima della partenza, che avviene già a partire da agosto, è molto conosciuta per i suoi assembramenti rumorosi e gioiosi sui fili telefonici dei villaggi. Trascorso l’inverno, la Rondine raggiunge di nuovo le nostre regioni tra metà marzo e inizio maggio. Gli adulti si sistemano di nuovo volentieri sul loro luogo di nidificazione preferito, mentre i giovani nati l’anno precedente si disperdono in altri siti più lontano. Sono uccelli che vivono a stretto contatto con l’uomo e, da certe tradizioni, sono considerati come veri e propri portafortuna per la casa presso cui decidono di stabilire il loro nido. Scelgono di preferenza stalle occupate da bestiame di grossa taglia, che fornisce loro calore e mosche a profusione, molto utili quando il freddo o la pioggia incessante limitano il successo della caccia all’esterno. Il nido è una coppa di fango secco, miscelata con saliva e steli vegetali. È generalmente costruito su una trave il più vicino possibile al tetto, in modo da porre i pulcini fuori dalla portata dei predatori. La costruzione del nido costituisce uno sforzo considerevole per la coppia, che deve raccogliere migliaia di palline di fango per sagomarlo; questo lavoro è facilitato se i dintorni della fattoria non sono completamente asfaltati. Il modo migliore per aiutare la Rondine, quindi, è conservare delle stalle tradizionali con bestiame di grossa taglia. Al momento dell’edificazione di nuove stalle, prevedere dei luoghi adatti ai nidi, al caldo e con dei supporti sotto al tetto che possano servire da base alla costruzione degli stessi.

Cibo e curiosità

Come già anticipato, per quanto riguarda l’alimentazione, la Rondine caccia in volo insetti, principalmente mosche e altri insetti alati; le prede più grandi hanno circa la taglia di un’ape. Per l’allevamento di una sola nidiata sono necessari 120mila insetti, ovvero circa 1,2 chilogrammi; la Rondine è quindi un utilissimo insetticida naturale. Il detto “una Rondine non fa primavera” nasce dall’osservazione che le prime Rondini tornano dai loro rifugi invernali già a metà marzo, ma sono solo singoli esemplari. La maggior parte di esse arriva invece a partire da metà aprile, quando la primavera si è ormai già installata.

La situazione in Ticino

La Rondine è stata molto ben studiata in Ticino e specialmente sul Piano di Magadino, dove la popolazione viene costantemente monitorata da oltre dieci anni. Sono stati effettuati studi sull’ecologia della nidificazione e soprattutto sulla migrazione, utilizzando dei dispositivi che hanno permesso di scoprire dove vanno le Rondini ticinesi in inverno. Inoltre, i dati ambientali hanno permesso di avanzare delle proposte per la gestione delle aziende e dell’ambiente agricolo favorevoli a questa specie. Gli interessati possono richiedere l’uscita del periodico di Ficedula dedicato alla Rondine per scoprire tutti i segreti di questo uccello inviando una e-mail a: segreteria.ficedula@gmail.com

sabato 31 dicembre 2022 9 Ticino7 ANIMALI DI CHIARA PICCALUGA FOTOGRAFIE © FICEDULA / © TI-PRESS IN COLLABORAZIONE CON FICEDULA
© FICEDULA / LUCA VILLA © FICEDULA / GIORGIO MANGILI

Giallo con roselline

In una città di delinquenti, Maramore è sempre in bolletta e nel suo ufficio si crogiola nella penuria. È come stare su un peschereccio ai Caraibi con gli scarponi da sci, non stai malissimo, ma sembri inutile. Maramore fa il detective perché a un certo punto gli è sembrato comodo, dopo il primo caso: un amico gli aveva chiesto di seguire le mosse della moglie e lo avrebbe pure pagato per quell’incarico da impiccione.

Non si vedevano da vent’anni.

- Però mi ricordo che avevi fatto saltar fuori quella storia del tenente con la ragazzina del bar.

Neanche Maramore fosse Marlowe.

Comunque la moglie non l’aveva mai conosciuta e questo era un bel punto a favore della serietà operativa. Per rendere il tutto ancora più professionale, aveva chiesto un congedo dal lavoro vero (spedizioniere), per poter appuntare con tempismo sulla cartina appesa nel gabinetto gli spostamenti della donna e gli indizi, per quanto vaghi. L’amico gli aveva dato una foto bucherellata (puntine? frecce? coltellate?), con lei in posa sbarazzina in una spiaggia ignota, in piedi a costume intero e con una mano tra i capelli scuri. Bella. Vabbè, dettagli, pensò.

Poi il caso l’aveva risolto sì. Lei si vedeva davvero con un tale e non per comprare verdura. Ma Maramore non avrebbe incassato il compenso, per un paio di buoni motivi.

Uno. Maramore non aveva resistito al passo lungo della donna e l’aveva fermata vicino a un bar, le aveva accennato, erano entrati, avevano parlato e bevuto, erano andati a casa di Maramore a strappare la cartina nel gabinetto mentre lei gli abbassava la zip. Due. Maramore aveva detto all’amico che era tutto a posto, di non preoccuparsi, che la moglie si distraeva con innocue gite per abbracciare gli alberi del Parco Fiorito. E che per così poco non avevano senso né la gelosia né il compenso.

Era contento per aver rasserenato l’amico, gli bastò quella sensazione di animo nobile. Si era sentito perfino onesto.

Da quel caso aveva tratto la convinzione di farne una professione, e che con la dovuta esperienza sarebbe stato incorruttibile: caso, soluzione, compenso. Senza distrazioni. Si licenziò.

Si era preso un ufficio in uno scantinato a Mondiraldo, affitto basso.

In una delle zone più quiete della città, che di solito è una buona scelta se vuoi riposare, pessima se cerchi delinquenti. Ovunque furti, estorsioni, traffici illeciti, adulteri, intrecci di mafia, droga, babygang, gangbang e qualche omicidio sporadico. Tranne che lì.

La polizia nemmeno lo interpellava, anzi: una volta gli scrissero su carta intestata che era meglio non interferire più nelle indagini, dopo che lui si era incaponito in una versione sballata a riguardo di un tal incidente con la figlia di un ministro ubriaca al volante e un ragazzino morto. “Ha travolto uno spartitraffico”, gli avevano puntualizzato nella lettera che ancora tiene in vista sulla scrivania. Naturalmente, col cambio di regime la vita sentimentale di Maramore era subito scoscesa, anche le due ex-colleghe più disinvolte lo bidonarono e lui dopo tre volte non le chiamò più. Nel quartiere Mondiraldo, solo mamme giovanissime e nonne fuori moda, un deserto carnale, non solo professionale. Vegetava in ufficio tra la polvere e la noia. “Ma sempre meglio che un lavoro di merda” pensava spesso, in assenza di ragioni tangibili. Ogni tanto però, ripensava alla moglie dell’amico, quella degli alberi, come ipotesi relazionale, anche solo saltuaria. “Se non sono capace io di agire in clandestinità…”, si diceva ad alta voce con i piedi sulla scrivania. Ma poi lasciava perdere, lei l’aveva detto chiaramente: “Mi dimentichi”. Era stato un accordo che poggiava sul tradimento dell’accordo precedente: valeva doppio.

L’anno sta finendo e Maramore sa che sotto le feste ci sono più reati, è statistica; magari anche a lui può toccare un caso non troppo complicato, con il quale svagarsi e intascare qualche soldino per mangiare al ristorante, come tutti i disperati solitari che tra Natale e Capodanno portano il peso dell’abbandono. Ci spera. Sta lì nel sole di sbieco che trapassa la polvere della finestra, normalmente per pochi minuti a metà della mattinata, e che poi sparirà dietro i palazzoni popolari.

E toc toc alla porta.

Toglie i piedi di scatto, si passa la mano nei capelli e poi sulla giacca sgualcita, come se la speranza bastasse a darsi un contegno.

- Avanti! – dice con un tono un po’ ansioso e inaspettato che lo irrita.

- Lei si occupa di cosa?

È una donna sull’orlo della vecchiaia. Di solito, hanno soldi.

- C’è scritto fuori: investigatore.

- Volevo esserne sicura, sa, con tutti gli imbroglioni che girano. - Vero.

Maramore si siede di nuovo e invita la donna a fare altrettanto, ma poi si deve rialzare per togliere un plico di giornali ingialliti dalla sedia degli ospiti, alzando uno sbuffo di polvere che il sole radente ingigantisce. Non si è mai seduto nessuno lì, constata tra sé. In sostanza, c’è da ritrovare il cagnolino della donna, un barboncino nero con il collarino giallo decorato di roselline rosse. Maramore riceve una foto, bucherellata anch’essa come quella della moglie dell’amico sulla spiaggia. Mentre pensa che al ristorante non ci andrà, vista la misera tariffa per il recupero animali, il detective è incuriosito dall’analogia. “Certo che però un morto ammazzato sarebbe stato meglio, per me e forse per lo spettacolo”, pensa.

- Se me lo ritrova prima di Capodanno è meglio neh – dice la donna con un certo cipiglio –. I buchi li ha fatti mio genero col coltello del pesce.

- Ah be’, è un indizio.

La donna vecchia è uscita da un pezzo, Maramore crede che non occorra affannarsi, meglio far sedimentare le prove anche se scarse, e si addormenta.

Più tardi si beve un paio di gin per tirar sera, e quindi va in centro, che secondo lui è zona da barboncini, anche di quelli rapiti. Tutti si stanno scannando coi pacchetti e scacciano Babbi Natale fastidiosi, mentre i bambini o piangono o si incantano, peggiorando l’atmosfera già tesa di suo. Maramore quasi si diverte. Ma poi la vede.

La moglie dell’amico, che supera un abete di plastica e potrebbe passargli a un metro. Con quel passo lungo che okay, magari hai fatto finta di dimenticare, ma un tarlo te l’ha lasciato. Anche il rumore della zip e il resto, d’accordo. E poi vede il cane. Quello della donna vecchia, è lui, con roselline e tutto quanto. La scusa c’è.

- Buonasera, quel cane è suo?

- Mi dai del tu adesso?

- A me risulta rubato a una signora anziana che ci tiene molto. Ho anche la foto.

E mostra la foto.

La moglie fa come stupirsi. Poi gli chiede se per caso non si possa sistemare la cosa come l’altra volta.

Maramore pensa al magro compenso per il ritrovamento, lo paragona al rumore della zip e scioglie i fragili dubbi. Ma gioca un po’ al rialzo.

- Si potrebbe, ma dobbiamo pattuire bene lo scambio. E vanno a Mondiraldo, a un romantico lume di candela perché gli hanno tagliato la luce. Il cane sembra capire e allora Maramore lo lega al lampione di fuori e anche se lo rubano di nuovo, pazienza, magari poi lo ritrova e la donna vecchia lo paga. Mentre la zip già cigola, la moglie dell’amico sussurra:

- Il mio ex marito lo odia. È il cane di mia madre. Caso risolto.

sabato 31 dicembre 2022 10 Ticino7 IL RACCONTO DI GIORGIO GENETELLI

Le mie borse per un materasso

Due mesi fa l’ordine del letto. Ho deciso che avrei snobbato la nota marca di arredamento a basso costo per testare l’offerta di un’azienda pubblicizzata da una famiglia di influencer che conosco. Un materasso, un letto contenitore, un paio di cuscini. Che cosa mai può andare storto? È andato storto tutto e io mi sono sentita come le anziane truffate da Wanna Marchi (all’anagrafe Vanna) che la serie di Netflix ci ha fatto conoscere: arrabbiatissime con lei e risentite con sé stesse per aver creduto con tanta leggerezza a delle promesse vuote. A ogni modo, il letto tarda di qualche giorno rispetto alla data di consegna prevista. Porto pazienza, ma il link di tracciamento per lo stato dell’ordine non funziona e scrivo al servizio clienti. Il servizio clienti risponde, si scusa per il ritardo, chiede di portare pazienza. Espone motivazioni confuse che vanno dal Black Friday al Natale, ribatto che l’ordine risale a ottobre. E porto pazienza. Nel frattempo, ponti e festività portano il servizio clienti ad essere ancora più intasato. Giornalmente scrivo a una gentile signora che giornalmente mi risponde di portare pazienza e di avere aperto dei ticket. Un giorno mi chiamano dall’ufficio centrale (di che?) scusandosi per il disguido,

assicurano che il corriere chiamerà. Incredibilmente, dopo poche ore il corriere chiama, fissa la consegna per il venerdì successivo. Facciamo in modo che ci sia qualcuno a casa a vegliare il campanello. Risultato: il corriere non si presenta. La situazione ci sfugge di mano. Iniziamo a consultare le recensioni e i profili social delle filiali tedesche del brand. Basta il nostro tedesco zoppicante a capire che i cugini teutonici sono più arrabbiati di noi. In pochi minuti mi figuro vittima di una truffa, costretta a dormire per un altro mese sul divano letto. Scuoto la testa sulla mia incompetenza: una borsa saprò pure comprarla, ma un letto, signora mia, è una cosa troppo difficile. Dopo aver ottenuto un ban dai profili Instagram del brand (sì, mi ero lasciata prendere la mano coi commenti negativi e veritieri) arriva il letto. L’eroe lo monta a fatica. Rimpiango le istruzioni da mega sorpresa dell’ovetto Kinder dei prodotti Ikea. Mi maledico. Le storie che iniziano male non finiscono mai bene e medito il reso. Dunque passerò questo Capodanno così, a decidere se lasciar perdere e vestire il letto che odio con delle lenzuola meravigliose o mettermi il coltello tra i denti ed – eroica – affrontare la procedura di reso. Il 2023 porterà consiglio.

ALTRI SCHERMI

UN ADATTAMENTO DIFFICILE

Quasi quattro decenni dopo la prima pubblicazione del romanzo vincitore del National Book Award, Rumore bianco di Don DeLillo arriva sullo schermo, reinventato dal regista Noah Baumbach. Un libro a lungo considerato dai circoli di Hollywood difficile da adattare. Il film segue i componenti della famiglia Gladney, residenti in una città universitaria del Midwest americano, la cui esistenza attentamente ponderata viene stravolta da una misteriosa nuvola tossica. Rumore bianco è da ieri su Netflix.

I CONFLITTI QUOTIDIANI

Terribile ed esilarante, poetico e assurdo, ordinario e apocalittico, Rumore bianco racconta i tentativi di una famiglia americana moderna di affrontare i conflitti della vita quotidiana, e allo stesso tempo comprendere i misteri universali dell’amore, della morte e della felicità. “DeLillo ha affermato che il suo lavoro riguarda il vivere in tempi pericolosi”, dichiara il regista; “il che può aiutare a spiegare perché Rumore bianco sembra fresco oggi come lo era 40 anni fa; dopotutto i tempi pericolosi si manifestano per ogni generazione”.

CAST FAMILIARE

La panchina si trova davanti alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, uno dei musei più importanti di tutta l’Europa. Possiede una collezione di migliaia di pitture, oltre a numerose incisioni; per ricordarne solo una, qui si trova la famosa Madonna Sistina di Raffaello. Ma queste cose si trovano in quasiasi guida turistica. Quello che non c’è, forse, è il dipinto che il cielo disegna sull’edificio stesso. Se vi sedete su questa panchina all’ora giusta, nel giorno giusto, potete vedere sfilare il cielo sopra di voi e davanti a voi, oltre la piazza. Questo è normale. Ma se vi voltate indietro, ecco la sorpresa. Lo stesso cielo vi aspetta in una serie di quadri: le finestre dell’edificio smettono di essere solo dei vetri, e diventano una piccola opera d’arte fatta di luce e riflessi. Da questa prospettiva, il cielo rivela aspetti di sé che possono sfuggire a una visione diretta: l’azzurro, separato dai riquadri delle finestre, appare ancora più misterioso, ancora più ricco di sfumature. Ed è bello pensare che a volte, per guardare il cielo, bisogna girarsi verso un muro.

Rumore bianco segna la quinta collaborazione tra il regista Noah Baumbach e l’attore Adam Driver (tra cui il pluripremiato Storia di un matrimonio con Scarlett Johansson, in streaming su Netflix ). Per il ruolo principale di Babette Gladney, madre di famiglia molto premurosa ma fobica, il regista si è affidato al talento della propria moglie, Greta Gerwig. La coppia (nella foto), in questo caso con Gerwig alla regia, ha in lavorazione il film Barbie con Margot Robbie nei panni dell’iconica bionda e Ryan Gosling in quelli di Ken.

IL ROMANZO

Rumore bianco è l’ottavo romanzo di Don DeLillo, pubblicato nel 1985. Considerato il suo lavoro di maggior successo, il romanzo è presentato come esempio fondamentale della letteratura postmoderna. Esplora diversi temi propri della fine del Ventesimo secolo, come il consumismo dilagante, la saturazione dei media, l’intellettualismo accademico, le cospirazioni, la disintegrazione della famiglia e la sua ricostruzione allargata oltre ai disastri provocati dall’uomo.

sabato 31 dicembre 2022 11 Ticino7
LA FICCANASO DI LAURA INSTAGRAM: @LA_FICCANASO Coordinate: 51°03’14”N; 13°44’06”E Comodità: ★☆☆☆☆ Vista: ★★★☆☆ Ideale per… guardare il cielo negli occhi Settimanale inserito nel quotidiano laRegione ticino7.ch • #ticino7 • facebook.com/Ticino7 Direttore Beppe Donadio Caporedattore Giancarlo Fornasier Grafica Variante agenzia creativa Editore Teleradio7 SA • Bellinzona Amministrazione, direzione, redazione Regiopress SA, via C. Ghiringhelli 9 CH6500 Bellinzona tel. 091 821 11 11 • salvioni.ch • laregione.ch Servizio abbonamenti tel. 091 821 11 86 • info@laregione.ch Pubblicità Regiopress Advertising via C. Ghiringhelli 9, CH-6500 Bellinzona tel. 091 821 11 90 • pub@regiopress.ch ticino7
IN
THEATERPLATZ
Rumore bianco I tempi duri di DeLillo SOPRA LA PANCA TESTO E FOTOGRAFIA © ANDREA FAZIOLI
DI

Io mi chiamo

Omaggio a Giorgio Gaber

a vent’anni dalla scomparsa

Il Signor G. si è congedato il primo gennaio di vent’anni fa, ma l’attualità del suo pensiero, utile, forse necessario per indagare il nostro presente, sbalordisce ancora.

Questo pensiero, lucido, certo, profondo e affilato con quella leggerezza punteggiata di umorismo e sarcasmo davvero irresistibile,si è manifestato compiutamente nel “teatro canzone” quando, con la complicità di Sandro Luporini, ha saputo aprire strade nuove e “inventarsi” una poetica assolutamente personale e innovativa nel panorama italiano, rimanendo, oltre che il pioniere, l’interprete più sublime del teatro­canzone stesso, quello che sposa la canzone d’autore all’approccio dialogico con lo spettatore affrontando tematiche di forte impatto sociale e culturale.

Io mi chiamo G. sarà una serata per ricordare il Signor G, l’intellettuale anti­conformista e anarchico per eccellenza, attraverso alcune delle canzoni e delle riflessioni che ne hanno edificato la grandezza e la cui contemporaneità è ancora vivida. Una serata presentata e condotta da Gian Luca Verga che si avvarrà della presenza di artisti per i quali Giorgio Gaber rimane ancora oggi un punto di riferimento, una bussola sicura per navigare il presente.

Di Gaber, a vent’anni dalla scomparsa, parlerà anche una puntata di Paganini, il magazine musicale della RSI, domenica 8 gennaio, dalle 10.30 su LA 1 «Dove esistono una voglia, un amore, una passione, lì ci sono anch’io» Evocando una delle più celebri citazioni di Gaber il programma sceglie di cominciare il 2023 proprio con amore e passione. Si comincerà quindi con Me, fuori di me, uno spettacolo in più parti concepito e realizzato da Gaber nel 1973 proprio per la RSI. Il momento centrale della trasmissione riproporrà invece una ricca selezione da Io mi chiamo G, la serata­evento condotta da Gianluca Verga e Raffaella Biffi che – nel 2008, a cinque anni dalla scomparsa di Gaber – vide avvicendarsi in un vortice di emozioni e ricordi ospiti di prestigio a lui molto vicini, come Davide Van De Sfroos, Enzo Iacchetti ed Enrico Ruggeri.

In chiusura di puntata, Storie del signor G: un’ulteriore produzione degli anni Settanta di Giorgio Gaber, contenente alcuni dei suoi brani più celebri, realizzata in esclusiva per la RSI.

Iscrizioni su rsi.ch/eventi a partire dal 1° gennaio

Mercoledì 11 gennaio, alle 20.00

Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano-Besso

Capanne alpine d’inverno

Domenica 1°

d’inverno. Irene Beck e Talak Tamang gestiscono insieme la Lobhornhütte (BE), dove durante la stagione fredda, Irene vive solitamente da sola. Il rifugio, come si nota soprattutto in inverno, non è molto confortevole. Irène e Livia Cotting vivono e lavorano nella Brunnihütte (OW) invece tutto l’anno. La posizione della loro capanna proprio accanto alla seggiovia, è perfetta soprattutto in inverno: sciatrici e sciatori si incontrano qui per pranzare.

La Coazhütte (GR) è l’ultima capanna ad iniziare la stagione invernale. Ursula e Ruedi Schranz, si arrampicano fino al rifugio seguendo vari percorsi per verificare le condizioni di tutte le vie d’accesso.

Difficile inizio di stagione infine per Nicole e Artur Naue, già presenti nell’ultima stagione di “Capanne alpine”, che si trovano di fronte a un cumulo di macerie poiché la loro amata Trifthütte è stata parzialmente distrutta da una valanga e il suo futuro è incerto.

Dal 1° al 15 gennaio ogni domenica alle 21.10 su LA 1

Venerdì 6 gennaio dalle 09.00 alle 12.30 presso gli Studi Radio di Lugano-Besso e su Rete Uno

L’Epifania in compagnia!

Il 6 gennaio Rete Uno è ancora “Insieme per le feste”. Una mattinata speciale in diretta dallo Studio 2 con Alessandra Marchese e Davide Gagliardi: L’epifania… in compagnia!

Nonne e nonni, nipoti, mamme e papà per un’Epifania con la famiglia e Rete Uno.

Siete tutti invitati a Besso per fare colazione con noi alle 9.30. Potrete poi divertirvi tutti insieme con giochi da tavolo in legno, quelli che sono tramandati in tutte le famiglie e che sono ancora attuali, per tutte le età: carambola, dama, mikado, jenga e molti altri ancora.

Alle 11.30 arriverà la Befana in carne e ossa che porterà dolcetti e carbone per tutti.

Vi aspettiamo numerosi per una divertente mattinata da trascorrere tutti insieme.

È gradita la prenotazione sul sito rsi.ch/eventi

Durante la mattinata radiofonica faremo anche il punto sull’operazione 2 Volte Natale e se lo vorrete potrete recarvi presso i nostri studi per consegnare pacchi con generi alimentari a lunga conservazione (almeno 6 mesi) e prodotti per l’igiene che saranno raccolti dalla Posta e ridistribuiti ai più bisognosi.

Fait Club su RSI Play

La nuova serie web della SSR girata a Faido

È disponibile sul Play RSI (rsi.ch/play) Fait Club, la nuova web serie SSR girata a Faido che ha tra gli interpreti noti attori come il ticinese Teco Celio.

Mai del tutto capace di reprimere il proprio innato agonismo e al contempo desideroso di diventare protagonista nel mondo dello sport, l’avvocato Paolo Sarti decide di fondare l’associazione sportiva “Fait Club”, primo curling team della media Leventina. Presto Paolo deve fare i conti con la dura realtà vallerana che vede l’hockey su ghiaccio dominare su ogni pista.

Paolo riesce a trovare quattro persone disposte a tesserarsi per il neonato club: lo studente Nadir Meiza, la comandante del posto di polizia di Faido Celine Cantoni, la graphic designer Aurora Bühler e il pensionato Antonio de Pasta. Guidati da Tino Lama, local coach dal grande passato, i tesserati decidono di accettare la sfida propo­

sta da Paolo di partecipare alle selezioni nazionali che permettono al club vincitore di rappresentare la Svizzera alle Olimpiadi!

Tra situation comedy e mockumentary, la serie è coprodotta da Studio Asparagus e RSI e realizzata da Ivan De Maria. Le riprese, interamente girate a Faido e dintorni, si sono concluse sul finire dello scorso mese di ottobre. Nove episodi da otto minuti tutti da scoprire vi aspettano!

sabato 31 dicembre 2022 Ticino7 • Programma Radio&TV • dall’1.1 al 7.1 12 IN
PRIMO PIANO
Con Elio, Andrea Mirò, Federico Sirianni, Murubutu e Valentina Londino con Mattia “Mad” Mantello Ospite Paolo dal Bon, presidente della Fondazione Gaber gennaio, la prima puntata della nuova serie Capanne alpine
rsi.ch/play
G.

IN PRIMO

PIANO

La musica

la portiamo noi

Uno spettacolo con musica da cantare e ballare tutti insieme per celebrare l’arrivo del nuovo anno. Serve solo la voglia di festeggiare: la musica la portiamo noi!

Una festa ben riuscita è una festa condivisa: amici e ospiti contribuiscono portando qualcosa, chi la bottiglia di vino, chi altri invitati, chi aiutando a organizzare e chi a sistemare, a volte basta anche solo portare l’entusiasmo e il desiderio di festeggiare. Anche la festa RSI per il Capodanno 2023 sarà condivisa, con tutti!

Alla diretta che accompagnerà alla mezzanotte, infatti, possono partecipare tutti: finalmente, dopo anni, sarà possibile tornare in piazza e assistere dal vivo al grande evento a Lugano, mentre chi resterà a casa potrà godersi il programma in TV con la possibilità di partecipare attivamente via Zoom… ognuno porterà qualcosa, alla musica pensiamo noi! RSI in collaborazione con la Città di Lugano propone un grande show con musica dal vivo, dove tre band di casa nostra si alternano sul palco portando in scena le cover e i brani cult più adatti per festeggiare! Sound Ceck, Alto Voltaggio e Joe Dallas & the Monks saranno i protagonisti musicali della festa e ci regaleranno cover dei brani più famosi. Pezzi dance, rock, funk e della musica italiana, canzoni da cantare tutti insieme e su cui sarà impossibile non ballare.

I due conduttori della serata saranno un inedito Sebalter e la fresca ed esuberante Ellis Cavallini che, da veri padroni di casa, ci

accompagneranno al 2023 tra festeggiamenti, auguri, momenti comici, collegamenti con gli inviati e con le famiglie da casa.

Non mancherà il classico conto alla rovescia della mezzanotte introdotto da un’inedita e divertente performance dei Cialtroni, direttamente da Rete Tre al palco di Lugano.

Durante la serata due inviati speciali, Julie Meletta e Michelangelo Cavadini, gli “Invi(t)ati della festa”, racconteranno le feste dell’ultimo dell’anno in giro per la Svizzera Italiana. Capodanno 2023: siete pronti a fare festa tutti insieme?

Se alla piazza preferite casa vostra, potrete seguire il programma in TV e far parte attivamente alla festa collegandovi via Zoom: basterà inquadrare durante la diretta il codice QR con il vostro smartphone o tablet. O potrete interagire con noi mandando i vostri auguri via Whatsapp al numero: 079 834 42 13

A Natale siamo tutti Pistoni

Sulla scia del successo ottenuto dalle precedenti commedie di San Silvestro, RSI e la Compagnia Teatrale Flavio Sala ci riportano al garage Pistoni, dove potremo ritrovare Nando, Toyota, Federer, Sac a Poche, Stella, Orazio, e la guest star d’eccezione Enzo Iacchetti, che saranno protagonisti di una nuova avventura inedita realizzata per il piccolo schermo.

A Natale siamo tutti Pistoni ci accompagnerà, dalle 21.05 verso il nuovo anno con il sorriso, tra malintesi, concorrenza agguerrita e situazioni paradossali e gettando luce, con sguardo divertito e bonario, sul mondo del lavoro, amicizia e relazioni di coppia. Un’occasione per stare insieme, ridere e ricordare ciò che ci unisce pur nelle nostre differenze.

L’OSI con Mischa Maisky

È subentrato per forza maggiore un parziale cambio di programma nel Concerto di San Silvestro, sabato 31 dicembre alle ore 18.00 al LAC di Lugano.

Appuntamento divenuto una tradizione attesissima nel calendario dell’Orchestra della Svizzera italiana che sarà trasmesso in diretta radiofonica su Rete Due La leggendaria pianista Martha Argerich, già protagonista dei Concerti di San Silvestro al LAC nel 2018 e nel 2020, questa volta ha purtroppo dovuto rinunciare alla sua presenza a causa di problemi di salute.

Al suo posto è stato invitato a Lugano Mischa Maisky, fra i più grandi violoncellisti al mondo, già pupillo di Mstislav Rostropovic. Maisky interpreterà, sotto la direzione di Charles Dutoit, il famoso Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in si minore di Antonín Dvořák, ritenuto da molti il più bel concerto per violoncello esistente. Composto durante il soggiorno americano di Dvořák, fu in seguito rielaborato dopo il ritorno a Praga nel 1895,

finendo per diventare un vero e proprio testamento dell’attività artistica del compositore.

Il Concerto sarà introdotto dalla poetica Petite Suite di Claude Debussy.

Nella seconda parte della serata figurano le celebri Danze di Galánta di Zoltán Kodály, mentre la chiusura è affidata alla spumeggiante ouverture dell’operetta Die Fledermaus di Johann Strauss figlio.

I Barocchisti e William Byrd

L’Associazione “I Barocchisti” presenta un concerto dedicato a William Byrd (15391623) nel 400mo anniversario dalla morte. Il compositore inglese che fu al servizio di Maria Tudor e di Elisabetta I riuscì ad esprimersi da cattolico in un ambiente anglicano grazie alla qualità altissima delle sue composizioni sia in lingua latina che inglese.

Per festeggiare l’Epifania Il Coro della Radiotelevisione svizzera eseguirà la famosa Messa a 4 voci e una serie di motetti dedicati alla festività del giorno.

Con loro ci sarà l’organo di Andrea Marchiol e il complesso “Le gambe di legno” che, a dispetto del loro nome giocoso, sono, sotto la guida di Paolo Zuccheri, tra i più seri e ammirati “consort” di viole da gamba italiani.

Il concerto si svolgerà all’Auditorio Stelio Molo della RSI con inizio alle 20.30 e ingresso gratuito La direzione musicale è affidata al maestro Diego Fasolis È di pochi giorni fa la notizia (rsi.ch/azienda) che continuerà la fortunata collaborazione tra la RSI e I Barocchisti: il Direttore della RSI Mario Timbal e il Direttore artistico Diego Fasolis hanno rinnovato la convenzione per le stagioni 2023­2024 e 2024­2025.

Venerdì 6 gennaio, alle 20.30

Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano-Besso

sabato 31 dicembre 2022 Ticino7 • Programma Radio&TV • dall’1.1 al 7.1 13
Sabato 31 dicembre dalle 23.00 su LA 1 e Rete Tre Sabato 31 dicembre alle 21.10 su LA 1 Sabato 31 dicembre, alle 18.00 in diretta radio dalla Sala Teatro al LAC di Lugano La festa di Capodanno da Piazza della Riforma e in giro per la Svizzera Italiana La commedia di Capodanno Concerto di San Silvestro Concerto dell’Epifania rsi.ch/eventi rsi.ch/eventi

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