laPiazza di Treviso - Aprile 2024

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I nostri prossimi 30 anni!

Giuseppe Bergantin

Guardare al passato non mi è mai piaciuto, ho sempre voluto guardare avanti, progettare il futuro. Eppure questo anniversario mi fa riflettere, mi obbliga a ragionare sul passato per guardare al futuro.

Perché 30 anni per un’idea trasformata in realtà sono davvero tanti, me lo dico da solo, che trent’anni fa ebbi quell’idea, da molti definita visionaria ed imprenditorialmente impossibile, da molti altri democratica e vero modello di business.

Odio o amore, bianco o nero: La Piazza è sempre stata così, mai grigia, mai indifferente. Il mio scopo in questi 30 anni è sempre stato quello di informare i cittadini veneti su tutto ciò che accade nel proprio comune, nel proprio quartiere, nella propria via. Sempre e solo in modo gratuito, perché la fruizione gratuita dell’informazione per me non è un modello di business, ma una scelta, che rivendico ed in cui credo fermamente.

E il tempo mi ha dato ragione, rendendo sempre più evidente quanto i prodotti editoriali a pagamento siano settoriali ed obsoleti. Aziende come la nostra hanno dato all’informazione di pubblica utilità un valore sociale, oserei dire etico. Pur senza ricevere alcun contributo statale di nessuna natura.

segue a pag. 3

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CAPITALE DELLA CULTURA, SCONFITTA AMARA: MA TREVISO VUOLE

IL PROGETTO

Il Ministero ha assegnato il titolo del 2026 a L’Aquila, non senza polemiche anche all’interno della stessa maggioranza a Palazzo dei Trecento. Il dossier sarà davvero un punto di partenza?

Servizi a pag. 4

Politica

Attualità

DAL VENETO ALL’EUROPA

LA SFIDA DI ELENA DONAZZAN

L’assessore regionale annuncia

la candidatura e traccia un bilancio dei 25 anni trascorsi a Venezia

Servizio a pag. 21

TERZO MANDATO, SECCO NO CAMANI: “TROPPO POTERE”

La capogruppo del Partito Democratico: “Governare per così tanto tempo

può influenzare la scelta dei cittadini”

Servizio a pag. 20

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Governatore Regione Veneto

ualcuno credeva il nostro impegno un sogno da visionari. Il progetto di autonomia differenziata, però, ha proseguito inesorabilmente la sua strada e, dopo l’approvazione al Senato della Repubblica, ora è approdato anche alla Camera dei Deputati. Ma non solo. La 46esima sessione del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, ha sancito una decisa apertura verso la riforma federale in corso in Italia. segue a pag 3

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APRILE 2024
Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 83

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Le conclusioni da trarre sono univoche: è necessario continuare nella direzione intrapresa, arrivando in tempi certi e con pragmatismo a coronare l’iter della riforma. È la via per avere finalmente un Paese in grado di ridurre le disparità, di aumentare l’efficienza, sgravare i meccanismi dalla troppa burocrazia. Sono i cittadini, infatti, a chiedere di entrare nel vivo dell’autonomia.

Da queste considerazioni possiamo comprendere quale portata storica può assumere il semaforo verde anche da Montecitorio. L’attuazione del disegno di legge, infatti, diventerà la pietra miliare per il futuro dell’Italia e di ogni singola regione.

Avanti tutta, anche senza il titolo

S uperata la delusione, archiviato il rammarico, spenti o meno i fuochi di fila all’interno dei due partiti di maggioranza, della tentata conquista del titolo di Capitale italiana della cultura 2026 resta un poderoso dossier di progetti del quale adesso Treviso deve capire cosa fare. Le dichiarazioni rilasciate immediatamente dopo la sconfitta dal sindaco Mario Conte (“Un dossier importante per visione e contenuti” che “per noi sarà un punto di partenza” e “vogliamo realizzare quanto scritto nel progetto”) e dall’assessora alla cultura Maria Teresa De Gregorio (“Cambia la situazione per un discorso economico, ma noi ci consideriamo Capitale italiana della cultura e vorremmo continuare”) portano sulla strada del si fa tutto lo stesso anche senza titoli. Certo, il budget inserito nel bilancio complessivo del progetto è da capogiro – 14 milioni di euro, cifra che aveva fatto strabuzzare gli occhi perfino alla commissione del Ministero – ma è anche vero che la città era riuscita a mettere insieme una serie di soggetti pubblici e privati che hanno aderito perché, prima che alla vittoria fine a se stessa, hanno creduto e continuano a credere che la cultura e tutto ciò che ci ruota attorno siano un volano importantissimo per la crescita, con ricadute positive su tutto il territorio della Marca. Quindi, dopo due dossier di elevato spessore e due tentativi in sei anni (il primo con Manildo nel 2018) grazie ai quali si è andati vicinissimi alla conquista, più che pensare al “non c’è due senza tre” sarebbe davvero strategico per il futuro di Treviso lavorare duramente per tenersi ben stretti quei molti cittadini, quelle tante associazioni culturali e di categoria, quegli imprenditori, quelle istituzioni e quelle banche che hanno lavorato insieme per un obiettivo comune. Oltre la designazione, restano le idee e le persone. E se al sindaco – che ha giurato di realizzare comunque i progetti – balenasse in testa la voglia di ricandidare la città, un solo consiglio: non dimentichi quello che è successo a Roma, ci rifletta e ne faccia tesoro.

Si realizzino i progetti e si faccia tesoro di enti, istituzioni, associazioni e persone che ci hanno creduto

I nostri occhi continuano a non staccarsi da quanto sta accadendo a Roma dove, grazie a questo Governo, la riforma federalista passo dopo passo sta gettando le radici e, allo stesso tempo, mettendo a frutto un lavoro intenso sviluppatosi dalle Regioni e dai territori.

L’intero Paese, dev’essere orgoglioso di come grazie a questa riforma si è scoperto capace di guardare al futuro, affrontando con serietà e rigore un’evoluzione federalista che avvicinerà le istituzioni ai cittadini, ma anche i cittadini a un’amministrazione pubblica.

I nostri prossimi 30 anni!

Giuseppe Bergantin*

Sì, perché la gratuità è sostenuta dagli investimenti che aziende ed istituzioni, che ringrazio, sostengono su La Piazza e su tutti i nostri media. Di certo per promuovere i propri prodotti e servizi, ma che con i loro investimenti contribuiscono anche a rendere possibile l’informazione libera, di pubblica utilità, fruibile in modo gratuito in tutto il Veneto.

Ora il nostro lavoro, quello che preferiamo, è pensare ai prossimi 30 anni, che per noi sono iniziati con la nascita della prima radio di informazione del Veneto, Radio Veneto24, e con l’implementazione della nostra piattaforma web, LaPiazzaweb. Il tutto per la massima valorizzazione delle notizie che trovate tutti i mesi, da 30 anni, in ciascuna delle 23 edizioni cartacee de La Piazza. Siamo sempre stato convinti infatti che tutti abbiamo il diritto di poter avere il tipo di informazione che preferiamo: ascoltando la radio, navigando nel web o leggendo il nostro giornale. Per questo motivo i nostri prossimi 30 anni li vogliamo con la stessa informazione libera e gratuita di sempre e con un’accelerazione forte all’informazione multipiattaforma, che già abbiamo creato e che sarà il nostro futuro.

*Fondatore e Editore de La Piazza, LaPiazzaweb e Radio Veneto24

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25030 Erbusco (BS) Tel: +39.030.7725594 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Chiuso in redazione il 5 aprile 2024
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Treviso Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
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Una vittoria amara

Delusioni e accuse. Sfumato l’obiettivo, la Lega punta il dito sugli alleati per non aver sostenuto la candidatura

Tensioni dopo la proclamazione di L’Aquila a Capitale della cultura

“C e l’abbiamo messa tutta. Treviso si sente Capitale della cultura e realizzerà i progetti del dossier”. Sono queste le prime parole di Mario Conte arrivate a freddo, qualche ora dopo la cerimonia che il 14 marzo scorso si è tenuta a Roma nella Sala Spadolini, sede del Ministero della cultura, per la proclamazione della città vincitrice del 2026. Ha vinto L’Aquila, che ha sbaragliato nove concorrenti, fra cui Treviso con i suoi “Sensi della cultura”. Ha vinto L’Aquila, non senza polemiche. Anzi, fra tante polemiche. Nazionali e soprattutto locali, che hanno creato qualche scricchiolio nella maggioranza del governo trevigiano.

Erano giorni che le voci di una già sicura vittoria abruzzese circolavano senza sosta in lungo e in largo per la penisola. A far temere ancora di più il peggio, il pienone di sostenitori di L’Aquila nel salone del consiglio nazionale del Ministero. Tutti a farsi selfie, prima che la cerimonia avesse inizio, di fronte al logo del premio – che, va sottolineato, fa incassare alla nuova capitale un milione di euro – in compagnia del governatore Marco Marsilio e del sindaco Pierluigi Biondi (entrambi Fratelli d’Italia), quest’ultimo vero fautore della freschissima vittoria alle regionali e pertanto, secondo le teorie più accreditate, ricompensato

per il successo politico. Ma quando dai discorsi di rito si è passati alle motivazioni della giuria che hanno preceduto la proclamazione, lette dal ministro Gennaro Sangiuliano, ciascuna delle dieci città in gara per una manciata di secondi ha pensato senza ombra di dubbio e con un notevole mescolamento di farfalle sullo stomaco: “È chiaro, sono io”. Dura un lampo, spazzato via dal tuono del nome di una città diversa. Quella che, nei capannelli di facce scure che si formano nel cortile del palazzo, tutti amaramente dicono che già sapevano essere predestinata.

“Il dossier propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale. Mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti. Il budget previsto è coerente con gli obiettivi, la strategia di spesa indicata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore”. E poi l’integrazione fra pubblico e privato, l’attenzione ai giovani, la centralità e il coinvolgimento del sistema museale, bibliotecario e universitario. Chiaro che, con una motivazione così, i trevigiani presenti (sindaco,

portavoce e direttore dei Musei Civici) e quelli collegati su YouTube si sono sentiti chiamati per nome. Una motivazione talmente generica da dire tutto e nulla, ma che soprattutto non spiega perché L’Aquila sì e Treviso (e le altre otto) no. “L’abbiamo giocata fino alla fine e, arrivati ai rigori, qualcuno si è preso la palla e se l’è portata a casa. Con criteri che non esistono nella valutazione dei dossier”, commenta Malachin, direttore dei Musei Civici, che del dossier trevigiano è stato anima e corpo.

Una sconfitta che si è trasformata in men che non si dica in tensione politica all’interno della maggioranza. Guarda caso, nella stessa giornata era in programma la seduta del consiglio comunale. Franco Rosi dai banchi dell’oppo-

sizione la mette subito giù piano: “In queste sedi bisogna dirsi la verità. Le voci che L’Aquila fosse favorita dalla catena presidente del consiglio-ministro-sindaco era un po’ nella bocca di tutti. Credo che su questo appuntamento il processo di appartenenza politica sia premiante da anni. Chi ha la forza, porta la propria candidatura alla vittoria”. Ma è in chiusura, a microfoni spenti, che dal capogruppo della Lega è arrivata la vera bomba casalinga. Christian Schiavon ha accusato gli alleati di Fratelli d’Italia (in città e a Roma) di non aver appoggiato a dovere la candidatura di Treviso. Accuse che Guido Bertolazzi, capogruppo meloniano ai Trecento, a stretto giro ha bollato come “inaccettabili” e si è detto “basito” perché Schiavon non ha avuto il

che ha

coraggio pubblico di fare in aula queste affermazioni. “Non capisco perché alzare il conflitto tra alleati, perché usare toni simili. Sono stanco di questi continui attacchi”, ha detto Bortolazzi, che si augurato non si trattasse anche del pensiero di Conte e assicurando che la vittoria di L’Aquila è arrivata dopo “un’attenta valutazione da parte di una commissione indipendente da ogni influenza e interferenza di natura politica”. Caso rientrato? Per ora l’attenzione si è solo spostata su Rosanna Vettoretti, assessora al commercio, accusata di immobilismo dalle associazioni di categoria. È in quota Fratelli d’Italia, ma forse secondo i meloniani troppo vicina al sindaco, considerato l’approssimarsi delle scadenze elettorali. (s.s.)

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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni europee e amministrative politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale. (In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

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La delegazione presentato al Ministero il dossier di candidatura di Treviso

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La città da valorizzare

Il restauro. A fine marzo avviati i lavori a Fra’ Giocondo, finanziati dal Pnrr con 7 milioni di euro

Mura, aperto il primo cantiere Obiettivo: diventare patrimonio Unesco

L a giunta di Mario Conte sta già guardando avanti. E il giorno in cui viene aperto ufficialmente il cantiere per la riqualificazione delle mura cittadine viene anche annunciato che questo intervento di portata storica entrerà in rete con le altre opere di difesa veneziane, come Peschiera e Palmanova. Ossia è destinato a diventare patrimonio Unesco.

Nel frattempo sono partiti i lavori: la riqualificazione e la valorizzazione della cinta muraria di Treviso sono cominciati da Fra’ Giocondo, con un cantiere pilota nel quale vengono testati l’abaco di materiali e le tecniche di restauro conservativo, il diserbo radicale e la rigenerazione delle parti ammalorate. Si tratta del primo passo di un progetto molto grande, finanziato dal Pnrr, dal valore di 7 milioni di euro. La previsione è di 530 giorni di cantiere.

L’intervento prioritario riguarderà la parte nord e la parte est, per un totale di oltre tre chilometri, con una pulizia capillare e un’opera di consolidamento del tratto murario grazie a tecniche che ne garantiranno il mantenimento e preserveranno le mura dall’attacco degli agenti vegetativi. “Si procederà alla riqualificazione dell’intero sistema bastionato con la ricucitura dei percorsi esterni per la fruizione totale da parte di cittadini e visitatori, con nuovi elementi di collegamento per i percorsi esterni, ponti e passerelle”, spiega l’assessore alle opere pubbliche Sandro Zampese, che precisa come l’obiettivo sia la creazione di un vero e proprio Museo delle Mura di Treviso. Con la valorizzazione e l’indicazione delle preesistenze murarie negli attuali varchi e segni a terra, con la connessione degli accessi museali già esistenti, con un

maggiore risalto dei punti di accesso all’acqua (quelli che un tempo venivano utilizzati per fare il bucato), come scalinate e percorsi. Fino alle pavimentazioni nobili e alle raffigurazioni previste per Ponte de Pria, Porta Altinia e gli spazi antistanti.

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SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Sopra, la cinta muraria di Treviso, sotto i lavori nel cantiere pilota di Fra’ Giocondo per testare i materiali e le tecniche di restauro conservativo

La città e lo smog

Lotta trasversale. Appuntamento allo Strehler di Milano il 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra

Sindaci padani contro l’inquinamento “Fare

rete

Lunedì 22 aprile Mario Conte sarà a Milano.

Al Piccolo Teatro Strehler, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, sarà assieme ai sindaci di Milano, Torino, Bologna e Venezia per un’iniziativa che vuole essere una battaglia contro l’inquinamento dell’aria della Pianura Padana. Un fronte trasversale di primi cittadini che vogliono fare rete e che chiedono di unirsi a loro anche agli altri comuni del Bacino Padano e alle istituzioni italiane ed europee. Sul palco dello Strehler ci saranno scienziati, medici, associazioni e cittadini. Verrà fatto appello ai governi di Roma e Bruxelles per risolvere un problema che sta ormai mettendo sotto scacco la salute degli abitanti della gran parte delle regioni del nord. Solo a Treviso nel 2023 Legambiente nel suo rapporto annuale “Mal’Aria” ha certificato 63 sforamenti dei limiti di PM10.

“Ho condiviso l’appello con i colleghi Beppe Sala, Matteo Lepore, Luigi Brugnaro e Stefano Lo Russo, trasversale e rappresentativo delle comunità della Pianura Padana, perché questa battaglia deve essere affrontata senza confini e lavorando insieme, dalla città metropolitana alla piccola municipalità”, dichiara il sindaco di Treviso.

C’è una lettera-appello predisposta dai sindaci e che si apre ricordando la recente nuova procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria. “Respirare un’aria pulita è un diritto fondamentale di tutti: dei bambini, dei soggetti più fragili, di ogni persona. La qualità dell’aria nella Pianura Padana – si legge – è fortemente influenzata dalla sua conformazione geografica, essendo situata in un avvallamento dove smog e polveri tendono ad accumularsi.

per la salute dei cittadini”

E i cambiamenti climatici, caratterizzati da periodi di siccità e piogge violente, contribuiscono ad aumentare i livelli di inquinanti, compromettendo ulteriormente la qualità dell’aria. È indubbio e registrato che i livelli di polveri sottili dal 2002 a oggi siano fortemente diminuiti, ma questo non basta”. E di fronte a tutto questo i sindaci hanno deciso di agire insieme, per non rimanere a guardare, ma decisi a fare la propria parte.

Conte – che, lo ricordiamo, è riuscito a portare Treviso alla vittoria europea del Green Leaf Award, come città verde del 2025 – sottolinea come in questi anni le amministrazioni comunali abbiano fatto degli sforzi importanti per l’ambiente e la sostenibilità. “Ma per un’azione veramente incisiva è necessario essere tutti uniti. Lo dobbiamo – afferma il sindaco –ai nostri cittadini e chi verrà dopo di noi. Quella del

I sindaci padani uniti contro l’inquinamento: Luigi Brugnaro (Venezia), Mario Conte (Treviso), Matteo Lepore (Bologna), Stefano Lo Russo (Torino) e Beppe Sala (Milano)

22 aprile sarà una giornata importante in cui lanceremo un messaggio di unità d’intenti e condivisione. In questa battaglia – conclude Conte – non esistono logiche territoriali ma un fronte comune per risolvere il problema”.

L’unione dei sindaci nella lotta contro l’inquinamento arriva dopo quella fra gli assessori regionali del territorio padano, che a marzo si erano riuniti a Roma con il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e la sua vice, la friulana Vannia Gava, chiedendo di coinvolgere nella mobilitazione anche i ministeri delle infrastrutture, dell’agricoltura, delle imprese e dell’economia. Al termine di quell’incontro era stata condivisa una nota da inviare alla Commissione europea per rispondere alla messa in mora ed era stata avanzata la richiesta di attivare misure di carattere nazionale per provare ad affrontare il problema, considerato che i piani di qualità dell’aria predisposti dalle regioni si sono dimostrati insufficienti a combattere le sorgenti di emissione. (s.s.)

Mario Conte aderisce all’appello lanciato da Sala (Milano), Lepore (Bologna), Brugnaro (Venezia) e Lo Russo (Torino) e invita gli altri comuni del Bacino a partecipare all’iniziativa. Il sindaco di Treviso: “Questa battaglia deve essere affrontata senza confini e lavorando insieme, grandi e piccoli centri”

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Rifiuti. Da inizio mese Contarina ha cambiato orari e modalità di accesso al servizio

Nuove regole per gli ecocentri Adesso si può anche prenotare

I l 2 aprile sono entrate in vigore le nuove regole di accesso agli ecocentri. Nuovi orari di apertura, possibilità di prenotare l’ingresso, nuovi rifiuti che si possono conferire e nuove quantità massime di rifiuto che possono essere portate, così da conferire l’ingresso al maggior numero di persone. Sono questi gli obiettivi che si pone Contarina, che nel 2023 ha registrato oltre 870mila accessi nei vari centri che gestisce e che vuole rendere più efficiente il servizio, limitare le attese, ridurre i furti e gli accessi non autorizzati.

Nei giorni scorsi i cittadini hanno ricevuto nella cassetta della posta la brochure con le cose che cambiano nel servizio, che costituisce un’integrazione alla raccolta porta a porta “spinta” in cui la città e tutto il territorio della Marca costituiscono un’eccellenza a livello nazionale in quanto a numeri. Ricordando che i privati possono accedere all’ecocentro al massimo 35 volte l’anno (per enti e imprese invece sono consentiti 10 accessi) e che è necessario essere in regola con i pagamenti delle bollette, Contarina ha modificato calendario, fasce orarie e modalità.

Tutti i centro di raccolta avranno lo stesso orario valido per tutto l’anno, senza più variazioni a seconda delle stagioni: il mattino dalle 9 alle 12 e il pomeriggio dalle 15 alle 18. Per alcune fasce orarie adesso è possibile prenotare l’ingresso: la prenotazione diventa obbligatoria per chi deve conferire oltre un metro cubo di rifiuto e per chi ha un’utenza non domestica. Nella giornata di sabato possono accedere solo le utenze domestiche, con accesso libero per chi porta una quantità di rifiuti inferiore a un metro cubo (altrimenti è necessario chiedere un permesso all’accesso, che non garantisce però né priorità né orario preciso di entrata).

Ricapitolando: dal lunedì al giovedì l’ingresso è libero senza prenotazione per le utenze domestiche oppure con prenotazione sia per privati che per le ditte, mentre il sabato si può accedere solo se si è un privato senza prenotazione o con permesso di accesso. Per prenotare l’ingresso o chiedere il permes-

so si deve chiamare il numero verde 800.07.66.11 oppure utilizzando lo sportello online.

Sono state introdotte anche altre novità, che riguardano i rifiuti derivati dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche, che enti e imprese ora dovranno concordare direttamente con Contarina; l’estensione per cittadini e famiglie della raccolta i alcuni rifiuti pericolosi come la guaina catramata e la lana di roccia; la raccolta degli inerti (solo per porcellana, ceramica e terracotta l’accesso è libero, mentre per il resto adesso è necessario prenotare).

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Nuovo sportello all’Appiani per la carta di identità elettronica

Dal 20 marzo scorso è stato aperto un nuovo sportello comunale per il rilascio della carta di identità elettronica, che si aggiunge a quelli dell’ufficio anagrafe di piazza Rinaldi. Si trova negli uffici del Complesso Appiani, in piazza delle Istituzioni 49, edificio E, al secondo piano. È attivo solo al mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 17, esclusivamente previo appuntamento, che andrà preso attraverso il portale del Comune di Treviso. Il pagamento potrà essere effettuato solo con bancomat o carta di credito. Un servizio che Gloria Sernagiotto, assessora delegata, costituisce un ulteriore passo verso un efficientamento delle procedure, oltre che al suo miglioramento. “In un anno – afferma l’amministratrice – sono stati dimezzati i tempi di attesa da 60 a 30 giorni per la procedura di emissione del documento”.

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Imposta di soggiorno Esenzioni dopo sei notti di pernottamento e fino ai 16 anni

Dal 20 marzo scorso è stato aperto un nuovo sportello comunale per il rilascio della carta di identità elettronica, che si aggiunge a quelli dell’ufficio anagrafe di piazza Rinaldi. Si trova negli uffici del Complesso Appiani, in piazza delle Istituzioni 49, edificio E, al secondo piano. È attivo solo al mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 17, esclusivamente previo appuntamento, che andrà preso attraverso il portale del Comune di Treviso. Il pagamento potrà essere effettuato solo con bancomat o carta di credito. Un servizio che Gloria Sernagiotto, assessora delegata, costituisce un ulteriore passo verso un efficientamento delle procedure, oltre che al suo miglioramento.

“In un anno – afferma l’amministratrice – sono stati dimezzati i tempi di attesa da 60 a 30 giorni per la procedura di emissione del documento”.

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Politica

La querelle. L’edificio sarebbe in uso a due associazioni da settembre 2021, ma manca la concessione

Villa Margherita, Bazza vuole gli atti “Secondo quali criteri è stata assegnata?”

“V illa Margherita è la villa dei misteri”. A dichiaralo è Carlotta Bazza, consigliera comunale del Partito democratico, che sullo storico edificio di viale Felissent sta portando avanti ormai da qualche mese una battaglia politica a suon di interrogazioni e accessi agli atti. L’esponente dell’opposizione ai Trecento chiede chiarezza all’amministrazione comunale sull’utilizzo degli spazi della villa: da chi viene utilizzata? ci sono modalità di richiesta da parte delle associazioni cittadine? esiste una modalità di concessione? se sì, a chi deve essere rivolta? Bazza vuole fare luce, ma non riesce a ottenere risposte chiare.

Ma andiamo con ordine. Nulla nasce per caso. La consigliera prende spunto dalla segnalazione che le è stata fatta da un’associazione che, di fronte alla richiesta avanzata al Comune di poter utilizzare Villa Margherita per una conferenza, è stata indirizzata a un’altra sede senza ulteriori spiegazioni. E così Bazza il 14 febbraio presenta un’interrogazione a risposta scritta domandando se esista una convenzione o un contratto fra l’amministrazione e le associazioni “Veneti schiacciati dalla crisi” e “Villa Margherita inclusiva” di Mirella Tuzzato che invece, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, hanno utilizzato gli spazi della villa. Nella seduta del consiglio comunale del 14 marzo l’esponente dem interviene

sulla questione, facendo sapere che l’assessore Riccardo Barbisan – delegato alla valorizzazione degli immobili comunali – ha confermato che da luglio a settembre del 2021 a “Veneti schiacciati dalla crisi” e “Villa Margherita inclusiva” è stato concesso l’uso dell’area esterna e poi dal 14 settembre dello stesso anno un uso temporaneo del piano terra e del primo piano. Dopo il 30 settembre di quell’anno l’amministrazione, secondo quanto affermato nella risposta scritta di Barbisan, ha “acconsentito” che l’associazione continuasse a organizzare eventi nella villa assieme ad altre piccole associazioni, evitando così anche il degrado del bene culturale. “Esiste un atto formale per questa ulteriore assegnazione? E su base di quali criteri è stata decisa?”, chiede Bazza dal suo scranno. Ma non riceve risposta.

Dall’accesso agli atti ese-

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guito dalla consigliera risultano solo le prime due concessione e sul registro dei verbali delle chiavi di Villa Margherita compare solo la consegna ma non la riconsegna da parte delle associazioni di Mirella Tuzzato. Che pertanto, stando alle carte, ancora oggi ne sarebbe la depositaria.

Così Bazza a fine marzo presenta una nuova interrogazione al sindaco Conte e all’assessore Barbisan “per fare luce su una vicenda sulla quale c’è ancora nebbia fitta”, spiega. Vuole chiarimenti sulla concessione dell’edificio comunale nell’ampio arco di tempo che va dal 30 settembre 2021 a oggi. “Il silenzio dell’assessore in consiglio comunale – commenta la consigliera – è già di per sé una risposta e testimonia la mancata volontà di dare spiegazioni o di non poter dare spiegazioni plausibili. La risposta monca a una precisa richiesta di tutti gli atti

formali dimostra in maniera evidente che manca un terzo atto, scritto e protocollato, che doveva di necessità regolamentare l’utilizzo degli spazi della villa da parte di terzi a partire dal 30 settembre 2021”. Carlotta Bazza definisce la questione spinosa e delicata. “Perché un’amministrazione comunale concede l’utilizzo di spazi pubblici a terzi in assenza di atti formali? Può un’amministrazione acconsentire, senza altro far seguire, cercando di sciogliere come d’incanto con un espediente lessicale un nodo giuridico? No, non può. Un’amministrazione che prende decisioni deve far seguire degli atti formali, verificabili e alla luce del sole, che poi sono gli unici in cui si sostanziano i suoi assensi e le sue scelte”. Nella nuova interrogazione viene chiesta una risposta chiara. Insomma, il terzo atto c’è oppure non c’è? E se non c’è, come mai?

“Villa Margherita è uno spazio che va restituito ai cittadini. Potrebbe diventare sede di eventi e manifestazioni, magari regolati da patti di comunità con varie associazioni. Se solo ce ne fosse la volontà. Ma – afferma – questo spazio non può essere dato in base ad accordi privati tra l’amministrazione comunale e una sola associazione. E alla luce dei fatti, anzi degli atti, questa è l’unica spiegazione e il vero tema. Da parte sua il sindaco al solito strumentalizza le situazioni e ha cercato di sviare il problema, affermando che l’associazione per così dire assegnataria tratta temi sociali. Per quanto mi riguarda – conclude l’esponente del Partito democratico – la gestione della villa può essere data a qualsiasi associazione, a patto che la concessione sia regolamentata da atti trasparenti che abbiano un valore formale”.

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Villa MArgherita e la consigliera dem Carlotta Bazza

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Una veste rinnovata per il Palazzo dell’Ex

Casinò del Lido di Venezia lavori di riqualificazione

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Un gioiello storico del territorio, già ricco di bellezza, che gode di ampia visibilità mediatica e quindi gioca un ruolo di primissimo piano nel trasmettere l’immagine di Venezia e dell’Italia nel mondo.

Il Palazzo del Casinò fu progettato dall’Ingegnere Eugenio Miozzi e realizzato nel 1938 come sede estiva del Casinò Municipale di Venezia. L’aspetto è monumentale, con chiari rimandi all’architettura di regime degli anni ‘30 e una superficie che copre circa 4200 metri quadrati, sviluppati su 5 piani. L’intento dell’epoca era molto ambizioso e mirava a creare la “Casa da Gioco più bella d’Europa”. All’interno si trovano ampi spazi e sale decorate con marmi, mosaici e vetri artistici dei migliori artigiani di Murano. Dalla fine degli anni ‘90 il Palazzo è diventato la cornice per accogliere l’iconica

complesso, che richiedeva soluzioni in grado di conciliare esigenze normative, prestazionali e di conservazione, per riuscire a ridare il massimo splen-

Un nuovo contributo di cui Tecno Crane può andare fiera, che si unisce alle altre partecipazioni a progetti importanti di riqualificazione di palazzi storici delle città di Padova, Castelfranco Veneto o Verona, solo per citarne alcuni. Lavori in cui viene riconosciuta la professionalità e l’affidabilità di tutto il team di Tecno Crane, capace di portare a termine progetti complessi nel pieno rispetto delle esigenze di cantiere anche quando si tratta di edifici dal grande valore storico-artistico

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Avis. Donazioni in aumento ma poco personale sanitario

L’obiettivo del 2024 è la raccolta di plasma

La sfida del 2024 dell’Avis provinciale di Treviso è aumentare la raccolta di plasma, data la contrazione della disponibilità a livello internazionale e l’incremento di farmaci e terapie basate sul suo utilizzo. Un sfida che arriva sotto la spinta del Crat del Veneto, che coordina le attività trasfusionali regionali, e che ha assegnato alla provincia di Treviso il compito di incrementare la raccolta. È quanto emerso in occasione della 67esima assemblea della Marca, che si è tenuta a fine marzo a Mansuè alla presenza di 300 soci delegati, in rappresentanza della 88 Avis comunali. Il bilancio presentato dal presidente Stefano Pontello è in tenuta: il 2023 ha visto 480 donazioni in più rispetto all’anno precedente e 2.291 nuovi donatori su un totale di 32.407.

Tra le sfide strategiche messe sul tavolo c’è senza dubbio il riuscire a preservare la continuità della filiera del dono, maggiormente sollecitata dall’apertura della Cittadella della Salute, che sta potenziando l’attività chirurgica e, di conseguenza, quella trasfusionale. “Siamo pronti, ma –

ha affermato Pontello – torniamo a chiedere la collaborazione di Ulss e Regione per potenziare il personale medico e infermieristico nei centri trasfusionali, in particolar modo nei fine settimana, quando la disponibilità dei nostri donatori è maggiore e in continuo aumento”. In questo momento, infatti, la possibilità di

prenotare una donazione di plasma nel weekend registra un’attesa di almeno un mese. Tempi che non si conciliano con la necessità di compensare quanto avvenuto nel post-pandemia, quando le industrie di lavorazione del plasma hanno registrato un calo di quasi il 25 per cento di disponibilità dagli Stati Uniti.

Azione Cattolica

Marco Guidolin nuovo presidente diocesano

Il vescovo di Treviso Michele Tomasi il 22 marzo ha comunicato la nomina a presidente diocesano dell’Azione Cattolica per il triennio 2024-2027 di Marco Guidolin, vicepresidente uscente del settore adulti. Originario di Fontane di Villorba, Guidolin ha 46 anni, è dirigente d’azienda e succede a Ornella Vanzella. La nomina è frutto di un itinerario assembleare e di un cammino democratico partecipativo che ha coinvolto negli ultimi mesi le associazioni parrocchiali, i coordinamenti vicariali e il lavoro dell’assemblea elettiva diocesana di inizio marzo. In occasione del prossimo consiglio diocesano Guidolin – che nel ringraziare il vescovo per la fiducia e afferma di sentirsi parte di un’associazione viva e consapevole di essere in cammino – indicherà i componenti della presidenza.

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Associazionismo
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La fiction. Iniziate a Treviso le riprese: sei puntate, con la regia di Attanasio, che andranno in onda su Rai 2

Lo Stucky di Ervas diventa serie tivù Ancora Battiston nei panni dell’ispettore

“I

n principio era Fulvio Ervas”. Giuseppe Battiston esordisce così quando gli danno la parola nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova serie televisiva “Stucky” che andrà in onda su Rai 2 e che lo vedrà nei panni dell’omonimo ispettore. Ha ragione a ricordare il percorso letterario e cinematografico che oggi ha portato Treviso a diventare un set, guidato dal regista Valerio Attanasio (che firma il soggetto con Matteo Visconti e Marco Pettenello, coproduzione di Rai Fiction – Rosamont, distribuzione Rai Com), che accompagnerà la città, la sua gente, le sue abitudini fino dentro al piccolo schermo degli italiani. Tanto che per realizzare la fiction ci sono sia il sostegno di Veneto Film Commission che il contributo regionale.

Ha fatto bene, perché se oggi l’attenzione di tutti indistintamente si concentra sulla grandissima opportunità per Treviso e il Veneto di venire catapultati in televisione grazie a una serie tivù, di diventare luogo di cultura cinematografico e addirittura un set, di illuminare con i riflettori un territorio che nel resto del Paese probabilmente in pochi ancora conoscono, ecco: tutto questo lo si deve alla straordinaria capacità di uno scrittore di leggere la realtà e di rappresentarla attraverso l’invenzione, nell’ormai lontano 2006, di un personaggio iconico.

Insomma, mentre per quattordici settimane si girerà tra Treviso e Roma, Battiston ricorda ai presenti che, a incrociarsi con Ervas, ci fu il regista e sceneggiatore di Conegliano Antonio Padovan che, suggestionato dalle avventure poliziesche dell’ispettore trevigiano di padre veneziano e di madre persiana, nel 2017 fece un film nel quale allora in molti meno rispetto a oggi credettero. Ma il suo “Finché c’è Prosecco c’è speranza” ha senza alcun dubbio aperto le porte alla fiction in preparazione. Altro non fosse che nell’uno e nell’altra il protagonista continua a essere appunto Giuseppe Battiston, ormai entrato nell’immaginario di chi ancora si cimenta con la lettura dei gialli di Fulvio Ervas. Nel cast anche Barbora Bobulova, l’attore trevigiano Mirco Artuso (già nel film di Padovan) e tante comparse locali fra i moltissimi che a fine febbraio si sono presentati al cinema Aurora per la selezione. “Ho cercato di portare il personaggio creato da Ervas nella

serie. Il carattere chiuso, quasi misterioso, un uomo che ama la solitudine perché è riflessivo”, racconta l’attore, che spiega il ruolo fondamentale avuto da Ervas per la sceneggiatura nel raccontare il territorio. E lui, Ervas, che a diciassette anni da “Commesse di Treviso” guarda con soddisfazione all’investimento culturale che nasce dal suo ispettore e dalle storie di attualità (spesso criticate nel passato, perché scomode) che i suoi romanzi mettono in primo piano, afferma: “La città era stata raccontata quasi sessant’anni fa come piena di becchi e contenti in Signore e Signori. Ma il territorio che viene raccontato nella serie è abissalmente diverso da quello di Germi”.

Il Dantedì della Fondazione Oderzo Cultura

Doppio evento a Oderzo per celebrare il sommo poeta in vista del Dantedì, ma anche come anticipo delle celebrazioni per i 70 anni dalla morte di Alberto Martini. Fino al 2 giugno, Palazzo Foscolo ospiterà una personale dell’artista di casa, che ha eletto a modello il sommo poeta citandolo nella sua Vita d’artista. E non a caso Alberto Martini ha illustrato la Divina Commedia lungo tutta la vita. Martini ha fatto precedere la sua interpretazione della Divina Commedia da uno studio sistematico del poema: del resto lo stesso artista riteneva che «leg-

gere, vedere, schizzare, disegnare» costituisse il percorso ideale per l’illustrazione letteraria.

In quest’occasione Fondazione Oderzo Cultura ha scelto di esporre una selezione di 32 opere realizzate da Alberto Martini dopo il 1936, eseguite a china su carta, con nero al tratto non chiaroscurato, e che si riferiscono sia a Inferno, che Purgatorio e Paradiso. Si tratta di illustrazioni della Divina Commedia edita nel 2008 da Mondadori Electa, con introduzione di Vittorio Sgarbi, curata da Paola Bonifacio.

Coprodotta da Rai Fiction e Rosamont, con il sostegno di Veneto Film Commission e il contributo della Regione, vedrà nel cast Barbora Bobulova e il trevigiano Artuso Quattordici settimane di riprese tra capoluogo della Marca e Roma per raccontare le avventure poliziesche di un personaggio ormai iconico inventato nel 2006

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L’iniziativa. Fino al 30 giugno le Gallerie delle Prigioni ospitano l’esposizione ideata dalla Fondazione Imago Mundi

“Out of place”, opere e storie di artisti che hanno

Nel suo percorso di mappatura globale dell’arte contemporanea, la nuova mostra della Fondazione Imago Mundi arriva dai campi per rifugiati. Centosettantaquattro opere in formato dieci per dodici centimetri che raccontano le storie di 162 artisti che vivono o hanno vissuto l’esperienza di essere rifugiato in uno dei tanti campi nel mondo. Le opere sono ospitate alle Gallerie delle Prigioni fino a domenica 30 giugno nella mostra “Out of place”, curata da Claudio Scorretti, Irina Ungureanu e Aman Mojadidi.

Storie plurali, ambientate nei cinque continenti. Tutte protese a testimoniare come la condizione di rifugiato sia accidentale. Ma anche unica. Mentre le immagini che ci passano quasi quotidianamente davanti agli occhi, trasmesse dai media, sembrano volerci restituire una massa indistinta di uomini, donne e bambini che abitano i confini del mondo senza un volto, senza un’identità, senza una storia da raccontare, ecco che “Out of place” ribalta la prospettiva e ci restituisce contorni nitidi di singoli individui. Che affidano alla piccola tela (tratto distintivo di Imago Mundi) la propria vicenda unica e irripetibile.

Afghanistan, Myanmar, Vietnam, Palestina, Kurdistan, Siria, Burundi, Etiopia, Somali, Costa d’Avorio, Sudan: le aree di provenienza degli artisti sono luoghi che solo a nominarli riescono a esprimere conflitti armati, persecuzioni etniche e religiose, catastrofi naturali, violenza. Artisti che si sono rifugiati negli insediamenti di Bidibidi e Nakivale in Uganda, nei campi di Kakuma e Dadaab in Kenya, nel campo di Kutupalong in Bangladesh, in quelli di Za’atari, Baq’a, Hittin, Madaba e Souf in Giordania, ma anche in quelli del Nord America, della Germania, dell’Australia e dell’Italia.

vissuto in campi per rifugiati

Ogni ambiente delle Gallerie delle Prigioni è dedicato a un campo per rifugiati e offre approfondimenti di testo, video e fotografie che consentono di conoscere senza filtri le vite e le vicissitudini degli artisti.

A tutto questo si aggiungono tre installazioni realizzate specificatamente per questa mostra da artisti presenti in collezione: nell’opera di Rushdi Anwar, artista curdo, frammenti di tappeti sono posti gli uni accanto agli altri,

I ritratti del fotografo Mohamed Keita, originario della Costa d’Avorio e giunto a Roma a 14 anni nel 2007, corredati dalle interviste del giornalista Luca Attanasio

generando così spazi vuoti e irregolarità nei disegni che rimandano alla precarietà della vita dei rifugiati; Laila Ajjawi, artista palestinese, ha prodotto un intervento artistico su tela che richiama i murales che normalmente dipinge nei campi per rifugiati; il fotografo Mohamed Keita, originario della Costa d’Avorio e giunto a Roma a 14 anni nel 2007, ha realizzato infine una serie di ritratti corredati dalle interviste del giornalista Luca Attanasio.

Robe da Mati

Dal 31 maggio

al 30 giugno

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l’edizione 2024

Il festival che da otto anni indaga l’affascinante e spesso simbiotico rapporto tra arte e follia è pronto ad alzare il sipario: l’edizione 2024 di Robe da Matti si terrà dal 31 maggio al 30 giugno, pronto ancora una volta ad accendere i riflettori sulla salute mentale. Organizzato dalla cooperativa sociale Sol.Co., il festival quest’anno ha scelto come tema conduttore “Follia singolare, femminile”. Si tratta di un invito a rivedere il nostro modo di pensare, superando gli stereotipi e le prerogative di genere.

DI utenti al mese

più diffuso del Veneto.

Oltre 2.550.000 pagine visualizzate al mese

Il programma della manifestazione, che fa parte della Rete dei Festival di Treviso e che si svolgerà nei luoghi iconici del centro (Santa Caterina, Bailo, Palazzo Giacomelli), si apre con l’ormai immancabile preview “È quasi roba da mati”: il 10 maggio nella sede della cooperativa sociale si terrà un open day con street food, musica e giochi da tavolo per iniziare a scoprire le novità della nuova edizione. Che come sempre coinvolgerà la città e non solo con una proposta eterogenea fatta di spettacoli, talk, eventi collaterali e con il Premio Roba da Mati dedicato a persone e iniziative in cui si riconosca una follia capace di migliorare il mondo.

www.lapiazzaweb.it 14 42 Cultura
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La mostra. Curata da Fabrizio Malachin, sarà ospitata dal 13 aprile al 28 luglio al Museo di Santa Caterina

Entra in scena la donna! Una galleria di 150 ritratti “borghesi”

Acavallo fra Ottocento e Novecento la nuova borghesia si appassiona al ritratto. Che diventa uno status symbol. Si fanno ritrarre gli uomini, ma anche le donne. E tutti gli artisti noti e meno noti di questo periodo storico si cimentano nel genere. Sulla donna – che proprio in quegli anni inizia a emanciparsi – ha scelto di concentrarsi Fabrizio Malachin, direttore dei Musei Civici di Treviso, che ha curato la nuova grande mostra organizzata dal Comune e allestita a Santa Caterina dal 13 aprile fino al 28 luglio prossimo.

“Donna in scena” mette in fila 150 opere (25 delle quali appartenenti ai Musei Civici) che raccontano la modernità della figura femminile. Un percorso tra donna-musa, donna e moda, donna e mondanità, donna e innovazioni culturali, oltre che con la donna ritratta nei primi nudi. Tutti capolavori che arrivano in città da collezioni pubbliche e private, fra prestiti nazionali e internazionali. Un patrimonio di bellezza che, come nel caso dei privati, viene reso disponibile alla comunità. E che porta la firma dei grandi nomi della pittura europea: da Giovanni Boldini a Vittorio Corcos, da Giuseppe De Nittis a John Lavery, affiancati ai migliori rappresentanti della pittura veneta nella “Belle Époque”: Lino Selvatico, Giulio Ettore Erler, Alessandro Milesi, Ettore Tito, fino alla personalità poliedrica di Alberto Martini.

“Una mostra grande, che nasce dall’interno, valorizzando le collezioni museali trevigiane”, la definisce Maria Teresa De Gregorio, assessora alla cultura di Treviso. Che sottolinea l’efficacia del “modello Malachin” nell’organizzazione delle esposizioni d’arte (partire da ciò che si ha e costruirci attorno un percorso più ampio, ma sempre con l’obiettivo di far conoscere il proprio patrimonio): “Un modello da approfondire e da sviluppare come strumento di marketing territoriale”.

Dopo Canova, dopo Arturo Martini, dopo Juti Ravenna, ecco che il percorso prosegue partendo da protagonisti per così dire locali

• Alberto Martini, “Ritratto di Wally Toscanini”

• Cesare Tallone, “Signora in nero”

• Giulio Ettore Erler, “I tre vizi”

che nel 2024 hanno importanti anniversari da festeggiare: i cento anni dalla morte di Lino Selvatico e i sessant’anni dalla morte di Giulio Ettore Erler. Artisti celebri in particolare per i grandi ritratti femminili, fino ai nudi sensuali e mai volgari. Artisti le cui opere sono una finestra su un’epoca romantica, affascinante, mondana ma anche decadente e che in questa occasione vengono accostati ad altri nomi di grande fama per questo genere pittorico. “Il ritratto – spiega Fabrizio Malachin – manifesta la sua grandezza attraverso le donne importanti dell’epoca. Le donne che fanno tendenza e che vogliono perciò farsi ritrarre”. Da Eleonora Duse a Wally Toscanini, da Lydia Borelli a Toti Dal Monte. Accanto a loro, eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale, immortalate in quella che lo stesso Malachin definisce “una sventagliata di capolavori” che vanno dal realismo al surrealismo.

Agli importanti dipinti, la mostra di Santa Caterina accosta opere grafiche, sculture, vestiti e accessori per riscoprire il fascino di un’epoca proiettata nella mondanità in cui la donna entra scena.

Partendo dall’obiettivo di valorizzazione delle collezioni museali trevigiane e da importanti anniversari per Selvatico ed Erler, la nuova esposizione organizzata dal Comune mette in fila capolavori realizzati fra ‘800 e ‘900, quando il ritratto divenne uno status symbol e la nuova borghesia se ne appassionò

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L’intervista.

#Regione

“Siamo profondamente contrari all’estensione del mandato di governatore e anche dei sindaci”

“Lo dice la Corte costituzionale: se un personaggio politico esercita un ruolo così rilevante per così tanto tempo rischia di limitare la libertà reale dei cittadini nella loro oggettiva esplicazione”

La cronaca politica delle ultime settimane è stata dominata dal dibattito sul terzo mandato per i presidenti di Regione, approdato in Parlamento con l’emendamento leghista al decreto Elezioni. 112 i voti contrari, 26 i favorevoli (Lega e Italia viva) e 3 gli astenuti. Soddisfatta dalla stroncatura di Roma la capogruppo in consiglio regionale Vanessa Camani.

Il terzo mandato per presidenti regionali e sindaci è stato recentemente bocciato in Parlamento, è d’accordo su questo stop?

“Va premesso che nella nostra regione si dovrebbe parlare di quarto mandato, poiché se il presidente Zaia terminerà questa legislatura avrà esercitato le funzioni di governatore della Regione Veneto per 15 anni. Si sta perciò traslando sul piano nazionale una questione regionale che qua è già am-

piamente superata dai fatti. Anche in conseguenza di ciò, siamo profondamente contrari all’estensione del mandato di governatore e anche di sindaci”.

Secondo lei, non dovrebbero essere i cittadini a scegliere?

“I cittadini sono liberi di scegliere. Il fatto di impedire a Zaia di fare il governatore del Veneto per 25 anni consecutivi non riduce la possibilità di scelta dei cittadini che sono comunque chiamati a esprimersi attraverso un voto libero nelle elezioni regionali. Lo dice la Corte costituzionale: se un personaggio politico esercita un ruolo così rilevante per così tanto tempo rischia di limitare la libertà reale dei cittadini nella loro oggettiva esplicazione.

Governare per così tanto tempo un organo importante come la presidenza della giunta regionale può influenzare i cittadini nell’esercizio

del potere, che è un potere enorme che passa dalla decisione di qualunque aspetto attinente alla vita dei cittadini veneti, ma è anche un potere che si esprime nella diversa opportunità di concorrere alle elezioni regionali in virtù della eccessiva esposizione mediatica che il presidente attuale ha avuto: nessuno ha le sue stesse condizioni di partenza in termine di notorietà e di accesso agli elettori che ha il presidente Zaia”.

Pensa che la bocciatura in Aula da parte di Fratelli d’Italia possa essere una mossa per “prendersi” il Veneto?

“Purtroppo la destra al governo nazionale sta dimostrando che intende dispor-

Le prossime mosse del suo partito in vista di questa elezione? Quali sono i candidati?

“Mancano 500 giorni, è il momento di incominciare a porsi delle questioni cruciali. Noi stiamo ragionando su raccogliere la sfida vera: il racconto del Veneto che Zaia ci ha fatto nel 2010 evidentemente nel 2025 non potrà essere il medesimo e noi andremo a presentare un progetto sostitutivo per il bene di questa regione.

Il modello portato avanti da Zaia oggi è limitato sotto tre aspetti. Il primo è l’ambiente: dobbiamo rendere la regione sostenibile per porre le condizioni per una più semplice transizione ecologica delle imprese. C’è poi il lavoro che va visto come strumento di emancipazione sociale. Infine, la sanità pubblica che in questa regione è gravemente arretrata e rischia di essere letalmente compromessa se non si inverte la rotta. Noi lavoreremo proprio su questo e individueremo la figura che meglio di tutti può portare avanti questo programma”. (g.f.)

re delle istituzioni non sulla base di valutazioni che attengono gli equilibri dei poteri, ma per bisogni biecamente strumentali. Questa ricostruzione dunque potrebbe essere verosimile. Tuttavia, se da un lato si registra la strumentalizzazione di Fratelli d’Italia che prova a fissarsi su questa posizione per “prendersi” il Veneto, mi pare che anche la Lega di Salvini e di Zaia abbia un approccio altrettanto strumentale in merito al terzo mandato, ponendosi di salvare con questi personalismi Luca Zaia. In Veneto bloccare il dibattito pubblico e il lavoro istituzionale per decidere che lavoro farà Zaia domani mi sembra comunque vergognoso e indegno per la nostra regione”.

E’ crisi tra Lega e Fratelli d’Italia: scontro sulle Amministrative con vista Regionali

I rapporti territoriali tra Lega Nord e Fratelli d’Italia sono estremamente tesi e a farne le spese sono le prossime amministrative. Nei comuni maggiormente importanti, quelli nei quali le segreterie sovra-comunali ci mettono lo zampino, gli accordi per presentarsi uniti alle urne appaiono estremamente difficili e, in molti casi, sembrano ormai impossibili.

Il caso forse più emblematico è quello di Bassano dove l’accordo sembra essere ormai definitivamente saltato, mentre a Rovigo, l’unico capoluogo di provincia al voto in Veneto, la Lega è riuscita a imporre il proprio candidato con buona parte dei Meloniani che rivendicavano la leadership.

Ma sono tantissime le realtà venete dove i conti non quadrano; una miriade di piccole e medi

comuni nei quali le trattative vanno avanti freneticamente e non dove, al momento, non si vede una via d’uscita unitaria. Da Noale a Vittorio Veneto, da Preganziol a Montecchio Maggiore.

A complicare ulteriormente le cose ci si mette anche la crisi di Chioggia dove il sindaco leghista, Armelao ha letteralmente defenestrato Fratelli d’Italia. Risultato: la città è paralizzata da quattro mesi.

Impossibile non immaginare che queste tensioni abbiano un minimo comune denominatore: le prossime elezioni regionali.

Fratelli d’Italia, non è un mistero, chiede per se la presidenza. Dopo anni di strapotere leghista, questo il ragionamento, ora il vento è cambiato, ma sono mutati soprattutto i numeri. Il partito di Giorgia Meloni è decisamente il “preferito”

dai veneti e la crisi della Lega, combattuta tra la linea di Matteo Salvini e la volontà di un ritorno al passato nel quale il termine “Nord” sia determinante, porta in quella direzione.

Luca Zaia, in una ricerca condotta di recente da Ilvo Diamanti, sarebbe ancora il presidente che i veneti vorrebbero tanto che il 52% degli intervistati, un dato questo che dimostra per l’ennesima volta l’assoluta trasversalità del gradimento, sarebbe favorevole ad una riforma legislativa che consente un suo ulteriore mandato. Riforma che, salvo colpi di scena, non ci sarà. Quindi il quadro resta aperto e complicato.

A cercare di ritagliarsi il proverbiale ruolo di “terzo” tra i due litiganti, c’è Forza Italia pronta a porre sul tavolo nazionale dell’alleanza la carta Flavio Tosi.

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Vanessa Camani, consigliera regionale e capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani

Centrodestra. L’assessore regionale traccia un bilancio di questa fase politica e annuncia la sua candidatura alle Europee

Elena Donazzan: “Recuperiamo rispetto e sguardo lungo”

“In questi anni la politica è cambiata molto ma guardando ai giovani nutro la speranza di una nuova stagione”

Elena Donazzan è un volto noto della politica regionale e nazionale, esponente di una destra che negli anni è molto cambiata nelle forme partito, ma che ha saputo mantenere alcuni caposaldi estremamente evidenti e tangibili. “Io non sono una nostalgica, anche per questioni anagrafiche, ma credo che le storie politiche, quelle di militanza, di impegno, di passione, quelle che hanno pagato anche tributi di sangue meritino tutte rispetto.”

Pur presa tra mille impegni Donazzan non perde mai la voglia di analizzare, di soffermarsi, di confrontarsi con la politica. E allora ne approfittiamo per farci accompagnare in un percorso lungo quasi 25 anni dentro la Regione Veneto, i primi cinque da consigliere e i successivi da assessore.

“La politica – ci spiega l’Assessore Donazzan – è cambiata molto in questi anni. Oggi si vive certamente una carenza di dibattito politico, di rispetto e di capacità di programmazione a lungo termine. Io ricordo che quando approdai per la prima volta in consiglio regionale ascoltavo ammirata, anche da se da posizione diversa, gli interventi di Carlo Alberto Tesserin (Forza Italia) o di Pierangelo Pettenò (Rifondazione Comunista). Oggi tutto questo si è perso e, paradossalmente, pur essendosi affievolito il dibattito politico - quindi venendo meno quelle discussioni alte che potevano accentuare le differenze - l’assenza di rispetto non ci consente di trovare punti di accordo: tutto questo lo trovo avvilente per la politica e per i cittadini.”

“Di contro – continua Donazzan – oggi c’è molto più interesse per la politica. Purtroppo il numero dei cittadini che si recano alle urne sta diminuendo, ma chi lo fa appare maggiormente consapevole. Credo che questa preparazione dipenda, fortemente, dalle molteplici forme di comunicazione. A me piacciono il mare grande e la libertà, quindi più fonti ci sono meglio è così ciascuno può costruire la propria idea, anche a costo di imbattersi, soprattutto sui social, in contenuti di cattiva informazione. Ed è proprio questa crescente consapevolezza soprattutto tra i giovani, con i quali interagisco spesso anche per

“Fratelli d’Italia ha una classe dirigente preparata, lasciamo da parte le polemiche, per rispetto agli elettori”

le mie deleghe da assessore, che nutro la speranza per una nuova stagione della politica. Una politica fatta di rispetto, di preparazione, di contenuti e anche di genuinità. I primi a crederci, però, dobbiamo essere tutti noi che abbiamo qualche anno in più. Quando leggo le statistiche dei giovani che lasciano la nostra Regione o il nostro Paese mi chiedo perché in molti si stupiscano. Se siamo i primi noi a non avere rispetto per noi stessi, a non raccontare gli enormi valori che abbiamo, i nostri punti di forza, perché una ragazza o un ragazzo dovrebbero scegliere, se hanno dei sogni o semplicemente del-

le aspettative, di stare qui?”

“Quello che mi piacerebbe contribuire a costruire è un profondo senso di responsabilità per ciò che abbiamo ereditato anche in questo nostro Veneto nel quale l’amore per il lavoro e l’attenzione verso il volontariato e il prossimo sono eccezionali. Abbiamo dei fondamentali ottimi, dei quali essere orgogliosi e per i quali dobbiamo impegnarci. Oltre alla responsabilità del rispetto, infatti, abbiamo quella di tramandare ciò che siamo. Se ci diciamo da soli che non siamo abbastanza, come possiamo pretendere di farlo conoscere agli altri?”

“Io sono fermamente convinta – aggiunge – che essere cittadini del mondo in un mondo globalizzato non significhi negare la propria identità. La rincorsa degli anni passati ci ha portato ad affacciarci sulla scena planetaria attraverso una competizione basata esclusivamente sui prezzi e ci hanno battuto; poi ci siamo affidati alla qualità e stiamo rischiando che venga imitata. L’elemento che non perderemo mai è l’identità: l’elemento capace di costituire anche un valore economico oltre che culturale.”

“Anche per questo – conclude Donazzan – ho deciso di candidarmi alle Elezioni Europee del prossimo 8 e 9 giugno. Lo faccio forte della mia storia, dei miei ideali e proprio per contribuire a costruire il rispetto, il valore della nostra identità di Veneti e di Italiani. Lo faccio con orgoglio e con il pensiero ai tanti che in tutti questi anni non hanno mai smesso di sostenermi e di vedermi come una donna che

non ha mai smesso di impegnarsi per il proprio territorio. Anche quando la mia militanza politica mi è costata parecchio, non mi sono mai girata dall’altra parte e non ho mai scelto scorciatoie che anteponessero i miei interessi a quelli del gruppo. Fratelli d’Italia ha una classe dirigente forte e preparata.

Ho sorriso leggendo sui giornali la battuta del segretario regionale della Lega che sostiene che noi abbiamo soltanto i voti. Noi abbiamo un concetto della coalizione alto, determinato dal rispetto verso tutti gli

elettori, quindi non indugiamo in polemiche: del resto credo che il suo sia stato solo un tentativo di esorcizzare, con poche parole, la sua paura che la nostra classe dirigente possa portagli via ulteriore consenso. Quello che però, oggi mi interessa, è di affrontare, tutti insieme, questa fase politica con il sorriso e la giusta determinazione. Io sono “Una di parola”, proprio come recitano i miei manifesti elettorali: uno slogan che è stato scelto proprio “intervistando” le persone che mi conoscono e che, con mia immensa gioia, mi vedono così”.

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Elena Donnazzan
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Sicurezza.

Insieme contro le truffe agli anziani

Presentata in Questura a Treviso la nuova campagna di prevenzione con la distribuzione di materiale informativo nei condomini e nei supermercati della provincia

Crescono ancora le truffe e le effrazioni soprattutto a danno delle persone anziane, che si trovano loro malgrado a essere le principali vittime. Per affrontare questi reati, Aspiag Service, concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, rafforza ancora una volta il suo impegno sociale proseguendo, insieme all’Associazione Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari), la collaborazione al fianco della Polizia di Stato con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini per prevenire e riconoscere gli episodi fraudolenti.

La campagna informativa “Insieme, contro le truffe” è stata presentata nella Questura di Treviso e coinvolgerà il territorio dell’intera provincia, attraverso la diffusione

di opuscoli informativi realizzati dalla Polizia di Stato. Il messaggio verrà diffuso sia nei condomìni gestiti dagli amministratori iscritti ad Anaci Venezia, sia attraverso la rete vendita di Despar, che distribuirà le oltre 50 mila copie di opuscoli informativi in tutti i 25 punti vendita (di cui 15 diretti e 10 affiliati) Despar, Eurospar e Interspar della provincia di Treviso.

“La tematica delle “truffe agli anziani” rappresenta un problema di stretta attualità, che vede quotidianamente impegnata la Polizia di Stato nella sua opera di prevenzione e contrasto. – ha commentato il Questore di Treviso, Manuela De Bernardin Stadoan - In questa tipologia di reati, al danno economico si aggiunge – spesso - un sentimento di paura e vergogna, che spinge molti anziani a non denunciare le truffe di

cui sono vittime. Il ruolo delle campagne di sensibilizzazione, come quella promossa oggi con Aspiag Service – Despar, è proprio quello di accrescere la consapevolezza del fenomeno e della sua gravità, condizione indispensabile per garantire, in via prioritaria, un’efficace azione di prevenzione”.

“Anche quest’anno siamo orgogliosi di confermare il nostro impegno a favore di questa significativa iniziativa. - ha affermato Giovanni Taliana, direttore regionale

di Aspiag Service Despar per il Veneto - Attraverso il supporto della Polizia di Stato e la diffusione di materiali informativi nei condomini e nei nostri punti vendita (160 in tutta la Regione), abbiamo l’opportunità di offrire un aiuto tangibile ai cittadini, sensibilizzando e informando la comunità sulla prevenzione e sul riconoscimento delle truffe, soprattutto nei confronti delle persone più vulnerabili. Grazie alla nuova sinergia con Anaci, possiamo raggiungere ora un pubblico

ancora più vasto e mettere a disposizione degli strumenti utili per la protezione individuale. Invito calorosamente tutti i cittadini a partecipare attivamente a questa iniziativa e a segnalare eventuali casi sospetti alle autorità competenti”.

“È con molto piacere e orgoglio che Anaci Treviso partecipa a questa importante iniziativa molto sentita in quest’ultimo periodo durante il quale i nostri anziani sono sempre più esposti a truffe da parte di persone che non hanno nessun ritegno. – ha commentato Maurizio Ceschin, presidente Anaci di Treviso – Da molto tempo noi di Anaci trasmettiamo questo messaggio ai nostri condomini, sia nelle assemblee condominiali che nelle riunioni con i nostri associati. L’importante è fare rete e dare disponibilità in modo tale che queste situazioni di pericolo vangano evitate. Ringrazio il Questore di Treviso per aver promosso in collaborazione con Aspiag questa brillante iniziativa di sensibilizzazione”.

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Iniziativa di Polizia di Stato, Aspiag Service Despar, Associazione nazionale amministratori condominiali
Da sinistra Maurizio Ceschin di Anaci Treviso, il Questore Manuela De Bernardin Stadoan e Giovanni Taliana, direttore regionale Aspiag Service

Elezioni Europee. Padovano, 35 anni, imprenditore, è consigliere comunale

e provinciale

Carlo Pasqualetto capolista in Veneto con Azione

“Per me la politica è la capacità di far succedere le cose per migliorare la vita delle nostre comunità. Dobbiamo bloccare l’emigrazione dei talenti da Nordest, dare ai giovani la possibilità di lavorare e fare impresa nella nostra regione”

Lo scorso dicembre era stato eletto segretario regionale di Azione, ora Carlo Pasqualetto, 35 anni, padovano, corre per le elezioni europee da capolista in Veneto. La candidatura del consigliere comunale di Padova, nonché consigliere provinciale con delega all’innovazione, è stata presentata dal leader di Azione Carlo Calenda. Nato a Padova, marito di Benedetta e padre di Azzurra, Pasqualetto è il fondatore e amministratore delegato di Azzurro Digitale, gruppo specializzato nella trasformazione digitale del mondo manifatturiero e logistico. Nel 2013 aveva dato vita a TEDxPadova, il laboratorio di idee e divulgazione scientifica legato alla fondazione americana TED. com. Da leader veneto di Azione ora affronta la sfida delle elezioni europee.

“Per me la politica - spiega - è la capacità di far succedere le cose per migliorare la vita della nostra comunità. Senza dubbio un servizio, e come quando ci si impegna a servire gli altri: si riceve

più di quanto si dia. Prendiamo ad esempio la mia situazione familiare. Essere genitori è un servizio pieno di dolcezza; ti richiede di non concentrarti più solo su te stesso, ti fa scoprire nuovi mondi anche se ti costa molto in termini di energie, tempo e denaro. Ma ti arricchisce interiormente e ti fa comprendere che non puoi limitarti a essere solo un buon genitore o imprenditore, come nel mio caso. Vorrei trasmettere questo concetto in politica. Molte persone sostengono che destra e sinistra siano la stessa cosa e che la politica sia inutile. Questo è vero solo se non si scelgono le persone competenti; in tal caso, un incompetente di destra è lo stesso di un incompetente di sinistra. È vero ancor più se manca l’empatia e ognuno guarda solo al proprio interesse. Ma se si fa politica con serietà, competenza, cuore e ragione, diventa l’attività più nobile su cui profondersi. Me ne sono reso conto quando sono entrato nel Consiglio comunale di Pa-

dova a 21 anni: si può fare molto bene, basta dimenticare il proprio interesse e agire con giustizia e generosità, perché quel bene tornerà”.

Insieme ai soci Pasqualetto ha creato una serie di aziende che costituiscono “Azzurro Digitale”, un gruppo che fattura oltre 5 milioni di euro e conta 60 dipendenti. “Siamo riusciti a fare impresa nel Veneto perché

abbiamo scelto di guardare il bicchiere mezzo pieno. È vero, in Italia ci sono molte tasse da pagare e la burocrazia non è sempre favorevole. Tuttavia, siamo in una regione che resta tra le più belle e creative del mondo, un vero gioiello”.

Dal lavoro all’Europa, una delle prime sfide da affrontare, sottolinea Pasqualetto, riguarda proprio l’emigrazione dei talenti dal Nord-

La Regione punta sullo sport, Venturini: “Fondi per 16 milioni”

“Lo sport è un asset importante per la nostra società perché favorisce l’attività fisica e la socializzazione ma al tempo stesso insegna il rispetto delle regole che è una componente fondamentale del vivere comune. E’ per questo che considero importante lo sforzo che la Regione ha previsto per sostenere lo sport, mettendo in campo un budget di oltre 16 milioni di euro di cui 13.650.000 euro destinati all’impiantistica sportiva ed 2.381.776 uero per sostenere la pratica sportiva”. E’ quanto afferma Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale.

Per la promozione dell’attività sportiva è previsto un fondo complessivo di 1 milione di euro a cui si aggiungono 480 mila euro per azioni regionali di eventi progetti e campagne promozionali, 300.000 euro per la promozione in ambito scolastico, altrettante per azioni a sostegno della pratica per atleti con disabilità e altri 300.000 per l’acquisto di beni e servizi relativi proprio ad eventi e campagne. Il totale dei 2,381 milioni di euro è coperto per 990 mila euro da fondi regionali e la

restante parte da fondi statali.

“Ma dove ovviamente viene fatto lo sforzo maggiore è nell’impiantistica e qui la Regione è intervenuta con 13 milioni e 650 mila euro. Oltre ai 3 milioni per la realizzazione del velodromo di Spresiano, ci sono 8 milioni di euro per la sistemazione ed il miglioramento di impianti esistenti 2 milioni di euro per impianti di eccellenza e 650 mila euro per interventi in situazioni urgenti.

E’ importante – continua Elisa Venturini – prevedere un fondo cospicuo destinato al miglioramento degli impianti esistenti perché spesso con piccoli interventi si possono recuperare spazi da destinare alle attività sportive. La Regione Veneto ha acquisito il titolo di “Regione Europea dello sport 2024” a testimonianza della sua forte vocazione sportiva: questa occasione è importante per creare anche una vetrina a livello internazionale, che miri a diffondere il patrimonio culturale, sportivo, paesaggistico ed enogastronomico della Regione, anche in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026”.

Est.

“Sull’immigrazione si sono fatte le ultime tre campagne elettorali, - ricorda il candidato di Azione - gridando gli slogan più assurdi, per ultimo quello del blocco navale. Io non voglio parlare di immigrazione, ma di emigrazione. Dobbiamo bloccare l’emorragia di giovani che sta depauperando il nostro territorio. Nel 2000 il Veneto aveva un PIL pro-capite superiore del 35% rispetto alla media europea, oggi quel delta si è assottigliato e sta intorno al 5%. Cosa vuol dire questo? Che ci siamo fermati, che abbiamo smesso di essere una terra in crescita e attrattiva.

E’ necessario applicare una cura da cavallo per aiutare i nostri giovani a fare impresa e trovare lavoro qui. Carlo Calenda ha attuato da ministro un incentivo semplice, quello del super ammortamento al 140% che gli imprenditori si ricordano ancora con favore: era automatico e si ripagava da solo in termini di gettito fiscale e aumento della produttività. Abbiamo bisogno di operazioni del genere - conclude Pasqualetto - perché le nostre imprese riescano ad attrarre i giovani laureati e diventino attrattive per i migliori professionisti italiani ed europei”. (r.r.)

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Carlo Pasqualetto con il leader di Azione Carlo Calenda Elisa Venturini

Regione

Economia. Riccardo Giovani, direttore nazionale politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato Imprese e presidente Fsba

Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, ammortizzatori sociali a misura delle imprese

Parliamo di ammortizzatori sociali. È un tema che ha diverse declinazioni perché molti conosceranno la cassa integrazione ordinaria i contratti di solidarietà, gestiti dall’Inps. Nell’artigianato vi sono strumenti differenti: ne parliamo nel dettaglio con Riccardo Giovani, direttore nazionale delle politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato Imprese, nonché presidente di FSBA, il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato.

Quali sono i motivi che hanno spinto il mondo dell’artigianato a dotarsi di uno strumento come questo che si definisce bilaterale?

Il motivo principale è che l’artigianato è sempre stato escluso dalla cassa integrazione guadagni Inps. Quindi non avendo un ammortizzatore sociale Inps, stabilito dalla legge fin dagli anni settanta, l’artigianato a livello territoriale ha incominciato

a maturare esperienze di ammortizzatori sociali, bilaterali e autogestiti, ad iniziare dai territori. Per esempio ricordo la cassa integrazione dei dipendenti della ceramica nato in Veneto. Da queste esperienze gli ammortizzatori sociali bilaterali sono diventati un sistema in tutto il territorio nazionale. Con le riforme del 20212 e 2015 il legislatore hanno trasfuso questa importante esperienza in provvedimenti attraverso la costituzione di Fsba. Si tratta quindi di un fondo bilaterale autogestito, soggetto naturalmente ad alcune regole di legge e al controllo del Ministero del lavoro, ma fondamentalmente ha la caratteristica di avere delle prestazioni scritte e gestite su misura per le esigenze delle imprese artigiane.

Quante imprese ci sono in Fsba e quali di queste devono versare?

Le imprese iscritte sono oltre 220 mila per circa un milione di lavoratori. Sono

imprese artigiane e tutte sono obbligate a versare la contribuzione ad Fsba perché è stato chiarito con gli ultimi interventi legislativi che si tratta di un una contribuzione obbligatoria. Quindi tutte le imprese artigiane devono versare, ad esclusione delle imprese edili che hanno un diverso sistema di ammortizzatori.

Sappiamo che le imprese

industriali versano una percentuale all’Inps per gli ammortizzatori sociali. Invece quanto versano le imprese artigiane?

La percentuale complessiva per la prestazione dell’assegno di integrazione salariale ordinario a cui sono tenute tutte le imprese è pari allo 0,60% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Le imprese invece che occupano più di 15 dipendenti devono versare complessivamente l’1% per poter sostenere un ulteriore prestazione che è la prestazione Acis. Inoltre preciso che il versamento è ripartito per due terzi a carico del datore di lavoro e per un terzo a carico dei lavoratori.

Qual è allora il ruolo dei vari enti bilaterali nella gestione delle procedure operative del vostro fondo?

Gli enti bilaterali regionali sono fondamentalmente il nostro sportello sul territorio,

garantiscono un collegamento diretto con il territorio e quindi con le aziende e con i lavoratori. Questo strumento consente di supportare realmente ed efficacemente imprese e lavoratori durante le crisi. E questo è dovuto proprio all’impegno degli enti bilaterali regionali.

Come affrontate periodi critici e di rallentamento globale come quello attuale?

Dopo la pandemia avevamo assistito ad una crescita del prodotto interno lordo. Oggi registriamo una realtà più complessa, non omogenea territorialmente, che vede alcuni settori in grande difficoltà mentre altri continuano ad avere buone performance. Il nostro fondo è comunque in condizione di rispondere prontamente alle sfide che potrebbero presentarsi rispetto alle quali poi occorre anche intervenire a valle delle problematiche registrate. (r.r.)

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Innovazione. Dal Centro Carni Tann vengono riforniti oltre 550 punti vendita Aspiag Service

L’eccellenza dall’allevamento alla tavola, viaggio nel Centro Lavorazione Carni e Salumi

Una superficie di oltre 13.000 mq, 99 collaboratori che saliranno a 120 nel corso del 2024, una produzione media mensile di quasi 900 tonnellate di carni bovine e suine e di 300 tonnellate di salumi: sono questi i numeri che descrivono l’attività di TANN, il Centro Lavorazione Carni e Salumi di Aspiag Service, concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, situato a Monselice all’interno del più ampio polo logistico Agrologic. Innovazione è la parola che caratterizza i processi all’interno del Centro Carni che utilizza le più recenti tecnologie sulle lavorazioni della carne e della salumeria e, grazie ad un alto livello di automatizzazione dei processi, riesce ad industrializzare la produzione ottimizzando i tempi di lavorazione, migliorando la qualità del prodotto, riducendo gli sprechi e garantendo uno standard igienico sanitario elevato. Tra le tecnologie impiegate spiccano le linee in camera bianca di slicing e cubettatura e l’innovativa “Linea Skin Pack”, un metodo che, grazie ad un

particolare packaging sottovuoto, permette di aumentare la durata di conservazione, riducendo il materiale di confezionamento, preservando gusto e proprietà del prodotto. E proprio il prodotto e la cura nella lavorazione delle materie prime provenienti da filiere italiane certificate e tracciate caratterizzano i processi all’interno di TANN per garantire qualità e sicurezza dalla materia prima alla consegna del prodotto lavorato in punto vendita, una scelta in linea con l’impegno di Aspiag Service Despar per la valorizzazione delle produzioni e

dei produttori locali che rappresenta da sempre uno dei tratti distintivi dell’azienda. All’interno del Centro Carni vengono infatti lavorate carni di vitello, bovine e suine, oltre alle preparazioni di prodotti di salumeria. Per la carne bovina, particolare attenzione è riservata alla valorizzazione degli allevamenti sui territori in cui l’azienda è presente, per portare nei banchi di macelleria carni allevate direttamente nelle regioni in cui sono dislocati i punti vendita. Anche per i prodotti di salumeria, è ampio l’assortimento di salumi tipici della tradizio-

ne italiana e tirolese, a cui si aggiungono referenze innovative che valorizzano i gusti e i sapori delle specialità dei territori.

Le referenze prodotte in TANN vengono distribuite negli oltre 550 punti vendita diretti e affiliati di Aspiag Service Despar, inoltre nel Centro Carni si producono carni e salumi pensati ad hoc per il mercato estero e distribuiti nei paesi delle società Spar Austria, Spar Slovenia, Spar Croazia e Spar Ungheria appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui anche Aspiag Service fa parte.

La visita del presidente Zaia: “Ricadute positive sull’economia veneta”

Diventato operativo nel 2020 con un investimento di circa 60 milioni e un giro d’affari che tocca i 115 milioni di euro, il Centro Carni di Monselice è stato meta lo scorso 8 marzo della visita del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, accompagnato dal Presidente di Aspiag Service Despar, Paul Klotz dagli Amministratori Delegati di Aspiag Service Christof Rissbacher e Massimo Salviato, dal direttore del centro carni TANN Martin Niederkofler, e da Giovanni Taliana, Direttore Regionale Veneto di Aspiag Service Despar. “Un impianto imponente quello di Monselice, qui è il posto giusto dove sviluppare una struttura come questa che ospita ogni giorno oltre 100 addetti che lavorano con cura e professionalità prodotti provenienti da filiere agroalimentari locali” ha commentato il Presidente Zaia che ha anche sottolineato le ricadute positive per il territorio e per la valorizzazione delle filiere loca-

li. “Un investimento di Aspiag Service Despar che da Padova rifornisce i punti vendita in tutta Italia e all’estero, un investimento vincente per il territorio sia in termini occupazionali che di valorizzazione degli allevamenti veneti che producono il 40% della carne rossa italiana e che rappresentano un’eccellenza a chilometro zero, generando così ulteriori ricadute positive sull’economia veneta” ha concluso Zaia. Un aspetto, quello della valorizzazione delle filiere delle

di Martin Niederkoler

Filiere e qualità, l’impegno del marchio dell’Abete per valorizzare le eccellenze dei territori

carni evidenziato anche dal Presidente di Aspiag Service Despar Paul Klotz: “TANN è un polo produttivo di eccellenza, frutto di un investimento importante che abbiamo realizzato puntando ai più elevati standard tecnologici e di sostenibilità, e con cui vogliamo consolidare la costruzione di una filiera produttiva integrata nel mondo delle carni e dei salumi che dalla selezione delle materie prime arriva fino al prodotto finito sui banchi macelleria”. E ancora ricordando l’importante investimento attuato Paul Klotz ha rimarcato il valore aggiunto per l’economia locale: “TANN rappresenta un motore di sviluppo per il territorio, sia dal punto di vista occupazionale sia per la rete che abbiamo costruito con i nostri fornitori, in un’ottica di valorizzazione e conoscenza delle eccellenze locali che da sempre rappresenta un tratto distintivo della nostra strategia di sviluppo”.

Valorizzare i prodotti di eccellenza del territorio e i produttori locali è da sempre al centro della strategia di crescita di Aspiag Service Despar. Garantire prodotti di alta qualità ai clienti non significa solo selezionare accuratamente i fornitori ma anche, come nel nostro caso, produrre e lavorare le carni e i salumi che la nostra azienda distribuisce in tutti i propri punti vendita diretti e affiliati. E proprio in questa prospettiva si inserisce la scelta di investire in una struttura come il Centro Carni che rappresenta un motivo di orgoglio per la nostra azienda poiché siamo uno dei pochi attori della GDO a poter vantare una struttura di questo genere gestita direttamente. Nel nostro Centro le tipologie di carne prodotta sono le più varie, dai salumi alle carni suine, bovine e di vitello, e per tutte le fasce di prezzo, dal mondo convenience con la linea S-Budget a quella Despar Premium. Tutti i prodotti provengono da filiere controllate e i fornitori devono garantire sull’operato di provenienza dei capi, aderendo al nostro protocollo di filiera Despar “Passo dopo Passo”, inoltre i nostri protocolli prevedono sistemi interni che tengono sotto controllo tutte le fasi della lavorazione e della produzione mediante una regolare attività di auditing. Accanto a ciò le filiere, la territorialità del prodotto e i protocolli per garantire la qualità e il benessere animale sono elementi centrali che fanno la differenza nelle scelte dei clienti, anche in un contesto di mercato come quello attuale in cui assistiamo a una flessione nei consumi di carne. Un impegno che vogliamo continuare a perseguire valorizzando sempre più le filiere regionali. Tra il 2023 e 2024 abbiamo per esempio attivato le filiere Pascol in Lombardia e quella del bovino allevato in Veneto, con l’obiettivo di valorizzare le piccole aziende agricole locali, ridurre l’impatto ambientale e garantire al cliente la possibilità di acquistare un prodotto di provenienza certa e a km0.

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Direttore Centro di Lavorazione Carni e Salumi TANN di Monselice
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Conosciamo l’endometriosi

Riconoscere quando si manifesta migliora la qualità della vita

E’ una patologia frequente nelle donne in età fertile, con un picco tra i 25 e i 35 anni, ma la diagnosi arriva ancora dopo un lungo percorso

Endometriosi,

una maggiore consapevolezza può aiutare a comprenderne meglio i sintomi e ad arrivare con tempestività alla diagnosi per intraprendere con efficacia un trattamento idoneo a migliorare la qualità della vita e a prevenire l’infertilità.

Nel mondo sono 150 milioni le donne che ne soffrono. È una patologia frequente che si manifesta in età fertile, con un picco di casi nella fascia di età 25-35 anni.

In molti casi la diagnosi arriva ancora dopo un percorso lungo e dispendioso, con un ritardo stimato di circa 7 anni e gravi ripercussioni psicologiche sulla donna.

E’ perciò importante parlare di endometriosi, ed è per accrescerne la consapevolezza. Per questo la Regione del Veneto ha messo a punto un vademecum, divulgato anche attraverso i social media di tutte le aziende sanitarie.

Cosa si intende per endometriosi? E’ una patologia cronica che si manifesta quando un tessuto simile all’endometrio si forma e cresce all’esterno dell’utero. Le aree interessate sono sensibili ai livelli di ormoni che regolano il ciclo mestruale e pertanto sanguinano periodicamente. Tali formazioni possono essere causa di dolore, infiammazioni e altri disturbi talvolta invalidanti, che possono colpire la donna, specie durante le mestruazioni, anche per tutto il periodo riproduttivo.

Cosa causa la malattia? Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”: a causare la formazione e crescita dell’endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero

Prosegue alla pag. seguente

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Allerta animali selvatici infetti, non date da mangiare ai piccioni!

Il Comune di Padova ha adottato una serie di misure per limitare il rischio igienico sanitario dopo che il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea ha rilevato la presenza di alcuni agenti patogeni potenzialmente trasmissibili all’uomo

Limitare il rischio igienico sanitario che può derivare alla popolazione dal contatto con alcuni esemplari di animali che potrebbero essere infetti.

Dopo che il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea ha rilevato la presenza di alcuni agenti patogeni potenzialmente trasmissibili all’uomo, nelle scorse settimane il Comune di Padova ha pubblicato con urgenza un’ordinanza relativa ad una serie di misure di prevenzione del possibile contagio di malattie trasmesse da animali. Tra le malattie potenzialmente trasmissibili all’uomo vi è la psittacosi, un’infezione non frequente ma che può provocare polmoniti e alterazioni del profilo ematico. Gli animali, possibili portatori di questi agenti patogeni, sono soprattutto i piccioni, ma anche le nutrie e le tartarughe d’acqua dolce.

In particolare, l’ordinanza stabilisce di non dare direttamente o indirettamente nutrimento alla fauna selvatica cittadina; di non

avvicinare mai la fauna selvatica (evitare di accarezzare, rincorrere, prendere in braccio gli animali); di non abbandonare accumuli o residui di alimenti o, comunque, prodotti appetibili e facilmente raggiungibili alla fauna selvatica; di rafforzare le misure di controllo e contenimento delle popolazioni di muridi.

“Si tratta – sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Padova, Andrea Ragona - di una misura precauzionale dettata dalla Regione, non siamo in una situazione di emergenza, ma è corretto e logico, visto che i Servizi Veterinari hanno rilevato alcuni casi di animali infetti, mettere in atto alcune semplici azioni di prevenzione che sono prima di tutto di buon senso. L’importante è non entrare in contatto con gli animali, è solo così infatti che potenzialmente ci si può infettare. Assieme al Dipartimento di Prevenzione della Ulss 6 continueremo a monitorare la situazione finché l’allerta non sarà rientrata”.

Riconoscere quando l’endometriosi si manifesta migliora la qualità della vita

durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi. Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile. Ci sono anche alcuni fattori che predispongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia. Questo tessuto è anche caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne all’utero. Tra le altre cause: la stimolazione ormonale; le alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando uno stato infiammatorio cronico; la genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.

A che età si può sviluppare? L’endometriosi può comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.

Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti casi anche in post menopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.

Quanto è frequente? E’ una malattia diffusa, ma poco conosciuta. In Italia le donne con diagnosi conclamata sono 3 milioni: la malattia colpisce il 10-15% delle donne in età fertile.

Quali sono i sintomi? E’ una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti. I principali sintomi sono: dolore pelvico, nella parte bassa dell’addome persistente per più di 6 mesi; dolore durante il ciclo mestruale che può arrivare a diventare invalidante; dolore durante o dopo rapporti sessuali.

Altri sintomi sono: ciclo mestruale lungo (oltre i 7 giorni), intenso flusso mestruale, perdite di sangue tra un flusso e l’altro; dolore alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine e nelle feci; disturbi urologici ricorrenti o durante il ciclo mestruale; cefalea, stanchezza fisica e lieve rialzo della temperatura corporea che può accentuarsi durante il periodo mestruale e fenomeni depressivi; disturbi intestinali ricorrenti o durante il ciclo, infiammazioni, aderenze, cisti e noduli; infertilità (30-40% dei casi).

E’ bene sottolineare che gli stessi sintomi possono avere anche altre cause.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti? E’ importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che valuterà una visita da un ginecologo per un approfondimento. Sin dalla più giovane età non devono essere sottovalutati o taciuti i sintomi che possono essere associati all’endometriosi.

Come può influire sulla quotidianità? L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisico-sportive. Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.

Quali trattamenti esistono? Variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e alle sue specifiche esigenze, possono essere di tipo farmacologico o chirurgico oltre al supporto psicologico con tecniche di rilassamento. La cura dev’essere personalizzata, in base alle condizioni della paziente, e prescritta dal proprio medico curante.

La dieta può influire? L’assunzione di alcuni cibi può essere d’aiuto per ridurre l’infiammazione, gli alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3: frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado; alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali. Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del curante.

Sono invece sconsigliati carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.

Endometriosi e gravidanza. Le donne affette da endometriosi riescono a portare avanti una gravidanza. Nei casi più gravi, specie se associati ad una mancata diagnosi ed in assenza di trattamento tempestivo possono presentarsi delle situazioni di sterilità (30-40% dei casi).

In caso di diagnosi di malattia e desiderio di maternità è possibile rivolgersi a medici e centri specializzati per ricevere un trattamento personalizzato e mirato alle proprie esigenze.

Ci sono esenzioni? Dal 2017, con i nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA), l’endometriosi è stata inserita, limitatamente agli stadi clinici più avanzati, nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, riconoscendo alle donne che ne sono colpite il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.

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Al via il dal 25 aprile la sperimentazione

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“Ribadiamo con forza che nessuno vuole chiudere la città e che se qualcuno vorrà comunque venire in queste giornate da bollino nero potrà farlo, pagando appunto un contributo di 5 euro e prenotando la visita in città”

Il 25 aprile entra in vigore a Venezia il Contributo d’accesso. Si tratta di una sperimentazione per definire un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici e di disincentivare il turismo giornaliero a Venezia in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della città, per garantirle il pieno rispetto che si merita.

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Per illustrare e chiarire chi dovrà pagarlo e chi potrà accedere comunque in città nei giorni cosiddetti da “Bollino Nero” essendo sempre e comunque in possesso di QR che ne certifica il diritto di accesso o esenzione, è stata predisposta una campagna di comunicazione che intende arrivare non solo sul territorio veneto ma anche su quello nazionale e internazionale.

L’obiettivo sarà principalmente informare e sens ibilizzare verso un turismo sostenibile. Spot televisivi e radiofonici, manifesti e locandine, brochure, sito Internet, blog e social network: questi i principali mezzi di di usione della campagna di comunicazione multicanale turistica.

“Ho l’onore di essere il sindaco della città più bella del mondo, ma che negli ultimi anni ha un problema di qualità della vita delle persone, di civiltà e di rispetto delle norme.

Un momento della presentazione del contributo d’accesso alla stampa estera dello scorso 4 aprile a Roma

l’individuazione di una soglia di presenze oltre la quale applicare una maggiorazione del contributo di accesso. Il contributo sarà applicato solo alla Città antica e non alle isole minori tra cui il Lido di Venezia

betto, Vignole, S. Andrea, la Certosa, San Servolo, S.

L’obiettivo della campagna di comunicazione sarà rismo sostenibile. Le 29 giornate con il bollino rosso ro dal visitare la città durante questi picchi, favorendo l’arrivo in periodi meno a ollati. Spot televisivi e radiofonici, manifesti e locandina, brochure, sito Internet, sione della campagna di comunicazione multicanale turistica, basta sul claim “ma xe vero che”. Fermo restando che la città sarà sempre e comunque visitabile, i messaggi avranno lo scopo di orientare i turisti giormente fruibile, trasformando questa visita in una esperienza e adottando anche dei comportamenti più responsabili e sostenibili. Per ricordare che il turismo rappresenta anche una opportunità di crescita

fare le riflessioni che andranno fatte, per migliorare e cambiare, con l’aiuto di tutti”.

Contributo

L’importo per il 2024 sarà dunque di 5 euro giornalieri e non sono previste riduzioni. Non vi sarà neppure

Tutte le info su esenzioni, prenotazioni e ottenimento del QR al sito https://cda.ve.it/it/ Per la campagna di comunicazione: https://cdamedia.veneziaunica.it

PREDISPOSTA UNA FITTA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER SPIEGARE IL FUNZIONAMENTO
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La vacanza a Cavallino-Treporti o re anche importanti occasioni di arricchimento culturale. Dal weekend di Pasqua, ha riaperto il Museo Batteria Pisani. Allestito all’interno dell’omonima batteria, presenta una serie di percorsi espositivi che, tra cimeli, oggetti d’epoca e fotografie, ricostruiscono la storia della Grande Guerra sul litorale. Il conflitto bellico ha lasciato in eredità una testimonianza significativa sul territorio di Cavallino-Treporti, con circa 200 fortificazioni tra Torri telemetriche, batterie, bunker, polveriere, caserme e rifugi, disseminati sui 13 chilometri di costa. Di questo museo di uso all’aperto, Batteria Pisani rappresenta il fulcro.

Già nel 2017 il Comune di Cavallino-Treporti, grazie all’impegno

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dell’Amministrazione comunale, alla passione dello storico Furio Lazzarini, e alla collaborazione di Parco Turistico, ha intrapreso un percorso di valorizzazione di questo patrimonio inestimabile, attraverso il progetto “Via dei Forti”.

Il primo passo è stato proprio il recupero di Batteria Pisani, al centro di un restauro conservativo che ha visto un investimento di circa 3 milioni di euro da parte di Regione e Comune. Da allora, ogni estate, anche durante il periodo della pandemia, il Museo Batteria Pisani ha aperto le sue sale al pubblico.

contributo di associazioni e appassionati storici, arricchendosi anche di strumenti multimediali e interrativi per una fruizione più inclusiva e al passo con le nuove richieste dei visitatori, anche dei più piccoli.

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