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Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova

di Padova Nord

Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:

“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”

Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche

“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile

Corsa alle regionali

Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?

Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.

E invece?

Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.

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TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO

A nord di Padova i cittadini fanno i conti con le emergenze legate alle bay gang, alla violenza e alle incursioni in casa: i cittadini chiedono attenzione e sorveglianza

INAUGURATO IL NUOVO POLO SPORTIVO ALLA SCUOLA MORONI DI VIGODARZERE

Una struttura all’aperto, accessibile e multifunzionale sostituisce temporaneamente la palestra: investimento da 160mila euro

GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO

Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

Tra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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Facciamo

Rosario D’Alessio ha partecipato alle attività a Bruxelles

Rosario D’Alessio, residente a Cadoneghe, è uno delle 150 persone selezionate per partecipare al panel dei cittadini sul nuovo bilancio della commissione europea. I panel di cittadini sono organizzati in sedute deliberative, nelle quali le persone sorteggiate collaborano per trovare soluzioni comuni su un determinato tema. Nel caso specifico al quale ha partecipato D’Alessio il lavoro dei cittadini è stato quello di redigere le raccomandazioni, di cui la commissione europea dovrà tener conto per il prossimo bilancio. “È una possibilità offerta a tutti, quella di iscriversi per partecipare – racconta Rosario D’Alessio, 54 anni, informatico – e tra chi aveva fornito la propria disponibilità sono stato selezionato, insieme a 150 persone provenienti dagli altri Stati dell’Unione europea. Gli italiani erano una quindicina, di cui io l’unico veneto”. Tre le sedute, due delle quali a marzo e maggio a Bruxelles e una, ad aprile, online. “Insieme a dei facilitatori – prosegue D’Alessio – e con il supporto dei tecnici abbiamo stilato un elenco di raccomandazioni, che la Commissione europea passerà al vaglio e che potrà tenere in considerazione nella stesura del prossimo bilancio settennale che partirà dal 2027. Entro luglio la Commissione trasmetterà il bilancio al Consiglio e al Parlamento europeo, che dovranno approvarlo entro dicembre 2026”. Sicuramente un’esperienza inusuale. “Ma anche molto stimolante – conclude –. Sono partito italiano, sono tornato europeo. Un ambiente vivo, dove ci si è potuti confrontare con persone di provenienze differenti. Mi piacerebbe tradurre questa esperienza in un insegnamento ai giovani: sto lavorando a un progetto, che mi auguro possa vedere la luce entro breve”.

Commissione

europea: il bilancio lo scrive anche un cittadino di Cadoneghe

Tra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.

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Opere. Riguardano l’ampliamento di via Augusta

Cantieri fantasma: quando partiranno le opere? Scacco chiede lumi sull’avvio dei lavori

Nonostante gli annunci ufficiali e le cerimonie pubbliche, i lavori per il nuovo asilo nido montessoriano finanziato dal Pnrr e per l’ampliamento di via Augusta non sono mai realmente partiti. Il consigliere comunale Enrico Scacco accusa l’amministrazione Schiesaro di aver messo in scena “cantieri fantasma”, con proclami ripetuti e nessun avanzamento concreto

L ’ampliamento di via Augusta e la costruzione del nuovo asilo nido: due opere importanti e molto attese a Cadoneghe, ma il cui avvio pare stentano a decollare. “A Cadoneghe aleggia un fantasma – è il commento del consigliere Enrico Scacco –, anzi più di uno: sono i cantieri fantasma delle opere pubbliche dell’amministrazione Schiesaro. Lavori annunciati in pompa magna e mai veramente iniziati. Nessun operaio, nessuna ruspa, nessun lavoro”.

Il primo è il nuovo asilo nido montessoriano: un nuovo edificio scolastico destinato a ospitare fino a 72 bambini, da realizzare grazie a fondi del Piano

Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Approvazione del progetto annunciata a maggio 2023, posa della prima pietra il 20 dicembre 2024. “Evidentemente Schiesaro si è perso le altre pietre – ironizza Scacco –. Qualche settimana fa ha annunciato sui social l’avvio dei lavori in via Guido Franco per la posa delle condotte di allaccio al nuovo asilo in costruzione: sono andato a vedere il cartello del cantiere e ho scoperto che i lavori si riferiscono a tutt’altro. Riguardano infatti il potenziamento delle linee elettriche che l’azienda eDistribuzione sta effettuando per i condomini in costruzione lì vicino. Il primo dovere di un

sindaco è dire la verità ai cittadini, non spacciare per suoi i lavori degli altri. Vogliamo sapere quando partirà il vero cantiere dell’asilo montessoriano inaugurato ormai nel lontano 2024”. Altro caso di cantiere “fantasma” è quello relativo a via Augusta. Il progetto da oltre quattro milioni di euro, prevede di allargare la strada, che sarà dotata di nuova illuminazione e passaggi pedonali in sicurezza e sarà affiancata da una nuova pista ciclopedonale che congiunga il cimitero a Bagnoli.

“Il mancato avvio di questo cantiere dura da anni – prosegue il consigliere –. L’allargamento della strada con annessa pista

Il Comune conferma il sostegno alla Caritas vicariale

La Giunta comunale di Cadoneghe ha approvato l’assegnazione di un contributo di 10.000 euro a favore del Coordinamento Vicariale Caritas, attivo presso la parrocchia di Sant’Antonino a Mejaniga, per sostenere le attività di aiuto rivolte ai nuclei familiari in condizione di fragilità presenti sul territorio comunale. L’amministrazione, da anni impegnata nel collaborare con la rete della Caritas, ha voluto confermare il proprio sostegno concreto a un punto di riferimento fondamentale per molte persone in difficoltà, che quotidianamente trovano nello sportello un aiuto reale e immediato, in particolare per le necessità primarie legate alla casa. “In un contesto socio-economico ancora segnato dalle difficoltà postpandemia, dalla crisi energetica e dall’aumento del costo della vita – dichiara il sindaco Marco Schiesaro – è fon-

ciclabile è stato annunciato innumerevoli volte dal lontano 2019, ormai sei anni fa. Dopo anni di inutile attesa, ma anche di innumerevoli annunci sui giornali e sui social che davano per imminente la realizzazione dell’opera, strumentalmente a pochi giorni dalle ultime elezioni amministrative abbiamo anche avuto l’inaugurazione fantasma: il 5 giugno 2024, con tanto

damentale fare squadra con chi, sul territorio, si prende cura delle persone più vulnerabili. Il lavoro silenzioso e quotidiano svolto dalla Caritas vicariale è prezioso e merita il nostro pieno sostegno”. Con questo contributo il Comune ha voluto offrire un segno tangibile della propria gratitudine e della volontà di costruire una rete di aiuto sempre più efficace e coesa. “Valorizzare e sostenere chi opera ogni giorno nella solidarietà attiva – afferma il vicesindaco e assessore alle politiche sociali, Sara Ranzato – è per noi un dovere. Promuovere l’inclusione sociale, garantire pari opportunità e rafforzare la rete locale di protezione è una priorità assoluta: il Coordinamento Caritas rappresenta un pilastro insostituibile per il nostro territorio e continueremo a fare la nostra parte per non lasciare indietro nessuno”. (CRI.S.)

•Installazione pompe di calore ad alta efficienza

•Ventilazione meccanica

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•Installazione prodotti delle migliori marche

•Sostituzioni caldaie

•Ristrutturazione Bagno “Chiavi in Mano” Preventivi gratuiti

di foto del sindaco Schiesaro e del suo ex migliore amico, nonché vicesindaco, Devis Vigolo davanti a un cartello di inizio lavori, rigorosamente bianco, cioè senza date. È passato un anno e non si è visto nulla, né una ruspa, né un operaio. Anche in via Augusta innumerevoli annunci e nessun lavoro ancora all’orizzonte”.

Cristina Salvato
Una delle foto che annunciava l’avvio del cantiere in via Augusta

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Limena

produrre energia nell'agosto di quest'anno. misti (comuni e famiglie).

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“Insicurezza percepita” da non trascurare, i cittadini chiedono attenzione e presenza

Attenzione e presenza per sentirsi più sicuri, questo chiedono i cittadini, anche a Cadoneghe, dove a preoccupare sono soprattutto i reati contro il patrimonio, i furti, le intrusioni in casa e la percezione della sicurezza sui luoghi pubblici. “La situazione è nel complesso sotto controllo, - spiega il sindaco Marco Schiesaro - come in molti altri comuni, la percezione della sicurezza è spesso influenzata più da notizie singole che da un reale aumento dei fenomeni criminosi. Naturalmente esistono aree su cui continuare a investire: la presenza sul territorio, il monitoraggio costante e la collaborazione tra forze dell’ordine, amministrazione e cittadini restano fondamentali. Continuiamo a lavorare per migliorare il presidio urbano e la qualità degli spazi pubblici, perché sicurezza significa anche vivere in un ambiente curato, illuminato e accogliente”.

Al pari di altri comuni anche Cadoneghe ha investito in questi anni nel sistema di videosorve-

glianza urbana. “Si è rivelato uno strumento utile sia in chiave preventiva che di supporto alle indagini. - aggiunge il sindaco - Le telecamere sono attive in diversi punti strategici del territorio e il sistema è in costante monitoraggio. È in corso un aggiornamento tecnologico e sono previsti ulteriori ampliamenti e miglioramenti nei prossimi mesi, con l’obiettivo di aumentare la copertura e la qualità del servizio”.

Occhi puntati, poi sui giovani, anche se a Cadoneghe non si parla di baby gang. “Si tratta più che altro di comportamenti isolati,prosegue Schiesaro - riconducibili a piccoli gruppi di adolescenti in fase di crescita, che talvolta si muovono in modo rumoroso o provocatorio. Li monitoriamo con attenzione, anche in collaborazione con le famiglie, la scuola e i servizi sociali, ma non siamo di fronte a situazioni di criminalità organizzata”.

Proprio verso i giovani si concentrano le attività messe in campo per affrontare il disagio e pre-

venire eventuali problematiche. “Vi sono delle situazioni individuali che possono degenerare in disagio giovanile. - spiega Sara Ranzato, vice sindaco e assessore al sociale - Per questo siamo molto attivi nella prevenzione: partecipiamo all’iniziativa regionale “Parola ai giovani”, che ci ha permesso di ottenere finanziamenti per coinvolgere i ragazzi nell’organizzazione di eventi pensati da e per loro, rafforzando così il senso di appartenenza e protagonismo positivo. In parallelo, lavoriamo con le famiglie, proponendo incontri e laboratori di sostegno alla genitorialità fin dalla prima infanzia, per offrire strumenti di ascolto e dialogo. Crediamo che il contrasto al disagio passi dalla creazione di spazi di confronto, relazione e attività condivise. Investiamo in queste politiche convinti che la prevenzione sia il primo passo per costruire una comunità coesa e sicura”.

Infine uno sguardo alla comunità straniera, una realtà che a Cadoneghe non presenta parti-

Rissa e accoltellamento al Parco Coccinella, choc a Limena: “Mai successo, un fatto senza precedenti”

Ancora una volta i protagonisti sono i giovani, fra i quali anche quattro minorenni. E’ successo il mese scorso al Parco Coccinella teatro di una rissa notturna fra giovanissimi sfociata nel sangue. Un ragazzo di 17 anni e un giovane di 23 sono stati feriti con un coltello. A quel punto c’è stato un fuggi fuggi e all’arrivo dei carabinieri i feriti sono stati soccorsi e accompagnati all’ospedale, per essere dimessi il giorno successivo. Al temine delle indagini i carabinieri di Limena hanno denunciato i responsabili, tutti minorenni, tre di 17 e uno di 15 anni, accusati, in via ipotetica, di lesioni personali aggravate in concorso. I militari hanno scoperto che il minore ferito è in realtà complice dell’aggressore, che lo ha colpito accidentamente. Il parco

colari problemi. “La comunità di cittadinanza straniera - conclude Ranzato - è parte integrante della nostra realtà. Anche qui, la chiave è sempre la relazione e la conoscenza reciproca. Offriamo corsi gratuiti di lingua italiana, attiviamo percorsi di mediazione culturale e lavoriamo fianco a fianco con le scuole per costruire ponti

Coccinella si trova accanto alla scuola media e a due palestre, è frequentato da famiglie con bambini e anziani, di giorno, mentre alla sera si vedono per lo più giovani. L’esplosione di violenza ha scioccato la comunità di Limena, non abituata a questi episodi: “Non era mai successo un fatto simile”, è la frase che si è sentita con maggiore insistenza, di fronte allo stupore generale. L’area del parco, come la zona circostante, è videosorvegliata con diverse telecamere e le immagini sono state trasmesse alle forze dell’ordine per le indagini sul caso. Ovviamente dopo questo episodio l’attenzione è ai massimi livelli e gli occhi sono puntati sui gruppi di giovani che, specie nelle ore più tarde, stazionano per strada o nei parchi.

educativi. Ogni anno, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo, organizziamo momenti di formazione per insegnanti sulle culture di provenienza degli alunni e sui diversi sistemi scolastici. Conoscere è il primo passo per capire, e noi ci crediamo davvero”. Nicola Stievano

Sicurezza urbana/2. Il sindaco Zordan che l’impianto di videosorveglianza è stato incrementato e ammodernato

Vigodarzere, prevenzione per le baby gang Occhi puntati su un gruppo di giovanissimi

S indaco Adolfo Zordan, si parla molto di sicurezza urbana in questi mesi, com’è la situazione a Vigodarzere? Quali le criticità o gli aspetti da migliorare?

La situazione relativa alla sicurezza a Vigodarzere è, tutto sommato, tranquilla: rispetto all’autunno scorso, quando effettivamente la frazione di Tavo è stata colpita da diversi furti e tentativi di scasso nelle abitazioni, in questo momento si verificano solo sporadicamente. Sono costantemente monitorati dalle forze dell’ordine che operano nel nostro territorio i siti potenziali luoghi di spaccio. Avete riscontrato anche voi il fenomeno delle baby gang? In che termini?

Episodi di violenza che abbiano come protagonisti dei ragazzini non se ne sono mai verificati, fortunatamente. Stiamo però tenendo sotto controllo, con la collaborazione delle forze dell’ordine, un gruppetto di adolescenti, alcuni dei quali sappiamo provenire dai Comuni contermini, che si ritrovano in piazza Unità d’Italia e arrecano disturbo o compiono piccoli atti di vandalismo o ancora abbandonano in piazza le loro immondizie, resti delle loro cene.

Cosa si può fare per i giovani che vivono in contesti di marginalità, tra violenza e micro criminalità?

I ragazzi violenti esprimono molto spesso un disagio. Come comune abbiamo attivato diverse iniziative a sostegno degli ado-

lescenti, come i progetti estivi di cittadinanza attiva, il Servizio educativo domiciliare che sostiene nei compiti a casa ma ha anche valenza di supporto educativo. Di recente abbiamo restaurato una piastra sportiva accanto alla scuola media, dove è possibile praticare calcetto, basket, volley, corsa e salto in lungo, oltre che fare ginnastica all’aperto con una struttura per il Calisthenics: è nostra intenzione, al termine dell’anno scolastico, renderla fruibile ai ragazzi del territorio, come punto di aggregazione e ritrovo, oltre che di sport, in aggiunta ai parchi e agli impianti sportivi.

Con la comunità straniera ci sono problemi di integrazione?

I cittadini di origine straniera che abitano a Vigodarzere attualmente sono circa 1.200 e rappresentano meno del 9% della popolazione, che è di circa ai 13.240 abitanti. Abbiamo rappresentanze di diverse comunità, che sono tut-

te molto ben inserite e nelle famiglie in cui vivono i bambini, questi vanno regolarmente a scuola. Nel 2023 insieme al Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) è stato organizzato un corso di lingua italiana dedicato alle donne straniere, al quale hanno partecipato anche un paio di uomini che avevano necessità di imparare meglio l’italiano.

Sono stati fatti investimenti sulla videosorveglianza, il servizio funziona? Sono previsti ulteriori potenziamenti?

Abbiamo da poco rimodernato l’intero impianto di sorveglianza, implementandolo e migliorandolo con nuove tecnologie. Il sistema è dotato sia di telecamere che sorvegliano i luoghi sensibili sia di varchi che leggono i numeri delle targhe e che sono posizionati nei punti di accesso al territorio. Entro l’anno il numero di telecamere sarà aumentato di alcune unità grazie a un nuovo investimento.

Preoccupazione per l’aumento dei reati e le violenze, a rischio anche le persone fragili

L’autunno scorso la frazione di Tavo era stata colpita da diversi furti e tentativi di scasso, costante il controllo da parte delle forze dell’ordine, anche nelle potenziali piazze dello spaccio

Anche in cintura urbana cresce la preoccupazione per la sicurezza. Ciò che colpisce maggiormente, infatti nei dati relativi alla criminalità nella provincia di Padova diffusi dai Carabinieri, è l’aumento dei reati violenti: in particolare, si registra un incremento delle rapine, degli atti vandalici e, soprattutto, delle aggressioni. Tra i protagonisti di questi episodi ci sono anche molti giovanissimi, coinvolti non solo in furti e rapine, ma sempre più spesso in comportamenti aggressivi. “Sono sicuramente soggetti ad una iper-

stimolazione perché sono esposti a contenuti anche violenti che derivano da ideologia, da suprematismo bianco. – commenta il generale Michele Cucuglielli, Comandante Provinciale Carabinieri - Sono tutte tematiche di violenza che si possono trovare in rete e che in alcuni casi possono fare anche breccia nei giovani, soprattutto in coloro che non sono strutturati, coloro che hanno delle difficoltà diciamo relazionali o hanno dei problemi sociali e dei problemi familiari. Il tema della violenza deve essere attentamente

seguito e monitorato”. Tra le tipologie di reato in crescita spiccano anche le truffe ai danni di anziani e persone fragili, aumentate del 51%. A questo incremento corrisponde però un’intensificazione dell’attività investigativa e dell’efficacia repressiva, con un numero crescente di arresti nei confronti dei truffatori. “Abbiamo registrato un aumento dei furti e dei reati contro le fasce più vulnerabili –prosegue il generale – ma anche un’intensificazione dell’attività repressiva nel contrasto allo spaccio di droga”.

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solo passare da noi per scegliere le niture!

Il

caso. Nel quartiere Green Park da tempo si verificano potature radicali, dannose e senza

Alberi tagliati in Via Vasari, alcuni residenti si sono rivolti a un avvocato

A denunciare la situazione è l’avvocato Marco Vendramini, portavoce dei residenti allarmati: il taglio indiscriminato, iniziato due anni fa, ha compromesso l’estetica e la salute del verde urbano, con gravi danni ambientali e patrimoniali. Chi ha agito e perché? Il Comune apre un’indagine interna

Quartiere elegante, il Green park a Cadoneghe, tranquillo, composto per lo più da villette e piccoli condomini. Ma a qualcuno tanto “green”, tanto verde pare non piacere e in via Vasari, all’insaputa del Comune, da qualche tempo taglia i rami degli alberi, in maniera da ridurli a dei tronchi privi di rami. Alcune piante, per l’intervento eccessivamente invasivo, sono morte. “Nel mese di maggio ho contattato l’ufficio tecnico comunale – racconta l’avvocato Marco Vendramini, al quale alcuni residenti si sono rivolti affinché si facesse portavoce con il Comune di quanto accaduto – che mi ha confermato di non aver mai svolto alcuna potatura di questo genere in via Vasari. Eppure i tronconi d’albero parlano da soli: qualcuno era intervenuto a tagliarne i rami. Ho scritto quindi una Pec al sindaco e all’assessore all’ambiente, informandoli che lo scempio di alcuni alberi era iniziato all’incirca due anni addietro”. A seguito di quella che è una vera e propria mutilazione della chioma, un albero è morto ed è stato asportato anche il suo tronco. “Nel corso degli anni, queste nocive potature si sono malauguratamente estese lungo la strada – prosegue l’avvocato Vendramini – interessando altre piante. Diversi alberi hanno subito infatti la stessa mutilazione”. La situazione è divenuta ancora più grave nel mese di marzo di quest’anno, quando i tagli hanno interessato un altro grande albero, riducendolo a poco più che un moncone. Entrando in via Vasari dalla rotonda con via Rigotti si notano dieci alberi potati radicalmente sul lato destro e sei sul lato sinistro della strada. “Nessun criterio è stato utilizzato nella scelta degli alberi da potare né nell’esecuzione della mutilazione stessa – conclude il legale –. Ho ritenuto doveroso segnalare

l’accaduto, in quanto il danno è estetico, ma anche economico, dato che sono stati rovinati alberi pubblici, senza alcuna apparente autorizzazione e senza che ve ne fosse alcuna ragione, neppure di sicurezza: le piante non sono mai state dichiarate malate e sono in

fase di crescita. Tale tipo di potatura, presumibilmente effettuata in violazione delle relative normative, compromette inevitabilmente lo stato di salute della piante in quanto avvenuta anche senza il rispetto delle basilari regole della potatura e senza tenere in considerazione sia le esigenze fisiologiche e di crescita delle piante, sia l’architettura delle chiome. Ho chiesto pertanto al Comune di adottare gli opportuni accertamenti e provvedimenti a tutela del prezioso verde pubblico”.

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Play District: spazi dedicati ai giovani, per sport e cultura

Il Comune di Cadoneghe ha aderito al progetto nazionale “Spazi civici di comunità – Play District”, un’iniziativa che mette al centro i giovani e la loro partecipazione attiva alla vita della comunità, trasformando parchi, impianti sportivi e luoghi pubblici in spazi di incontro, crescita e benessere condiviso. Il progetto, finanziato da Sport e salute e dal dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale della presidenza

del Consiglio dei ministri, è promosso a livello locale dalla società sportiva Sphera, con il Comune di Cadoneghe come partner istituzionale, e coinvolge una rete di enti e associazioni del territorio. Rivolto a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 34 anni, Play District propone attività sportive, culturali ed educative con l’obiettivo di offrire occasioni concrete di espressione, socialità e sviluppo personale. Cuore pulsante del progetto è lo sport come leva educativa e inclusiva: tra le proposte in partenza ci sono il Touch rugby, la corsa, l’atletica leggera e la Urban glow run, un gruppo podistico serale aperto a tutti i livelli. In estate, inoltre, i campi comunali ospiteranno tornei di basket e momenti di aggregazione collettiva. Accanto allo sport, il progetto propone laboratori fotografici, percorsi sull’uso consapevole del digitale, iniziative per l’empowerment femminile e una formazione per giovani animatori, per acquisire competenze educative e relazionali. Le attività si svolgeranno fino a dicembre 2026 al palazzetto Olof Palme, negli impianti sportivi M. L. King e nei tre parchi della Repubblica, Speranza e Castagnara. (CRI.S.)

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Cristina Salvato

Politica. Subentra a Lucia Staver, dimessa per motivi personali

L’assessore Lucia Staver si dimette

Al suo posto entra Barbara Schievano

Il nuovo assessore all’Ambiente di Cadoneghe è Barbara Schievano, che subentra a Lucia Staver, che ha rassegnato le proprie dimissioni. Con l’ingresso in Giunta, lascia il posto in Consiglio comunale a Franco Girardello. Barbara Schievano, 55 anni, è da sempre residente a Cadoneghe e si occupa di imprenditoria agricola. Era già consigliere comunale e capogruppo della lista Lega Liga Veneta. “Sono felice di entrare a far parte della squadra amministrativa del Comune di Cadoneghe – dichiara il nuovo assessore – e ringrazio il sindaco per la fiducia che mi ha accordato. Ho tanti progetti in mente e non vedo l’ora di iniziare a realizzarli. Riprenderò presto in mano il numero WhatsApp del “Pronto verde” per garantire un contatto diretto con i cittadini e mi darò subito da fare per il bene della nostra comunità”. La decisione di Lucia Staver di lasciare il suo ruolo in amministrazione non è dettata da malcontento politico ma da motivi personali. “Con grande dispiacere ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da assessore – comunicava Lucia Staver, poco dopo aver protocollato le sue dimissioni –. Una scelta sofferta, ma necessaria, dettata da circostanze personali che richiedono piena dedizione alla mia sfera privata. Purtroppo motivi familiari improv-

visi e rilevanti mi impongono di fermarmi. Rimarrò comunque disponibile per un passaggio di consegne con chi mi succederà, e continuerò, in forma volontaria e collaborativa, a offrire il mio supporto nei progetti legati ai gemellaggi, cui tengo moltissimo”. Lucia Staver, 50 anni, originaria della Moldavia, era stata delegata a seguire ambiente, politiche giovanili, arredo urbano, verde, diaspora comunitaria, integrazione e gemellaggi.

“Ho espresso a Lucia Staver vicinanza e riconoscenza per l’impegno e il lavoro svolto in questi anni – commenta il sindaco Schiesaro

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–. Mi dispiace molto per la sua decisione, ma è giusto lasciare libere le persone di scegliere secondo le priorità della propria vita. Sono contento dell’incarico che le avevamo conferito e soprattutto dell’impegno con cui lo ha portato avanti, in modo serio e appassionato. La famiglia è e deve essere sempre al primo posto. Le auguro il meglio e la ringrazio per la disponibilità a rimanere comunque vicina alla nostra comunità, in particolare nei rapporti di gemellaggio, dove ha sempre dato un contributo prezioso”.

Salvato

A partire da giugno torna la rassegna E...state a Cadoneghe

Torna anche quest’anno la rassegna culturale estiva “E...state a Cadoneghe”, curata dalla Pro loco Cadoneghe. Un calendario ricco di eventi per vivere l’estate tra musica, cinema, incontri e buon cibo. Si inizia mercoledì 11 giugno con una serata di cinema sotto le stelle grazie alla proiezione del film animato “Kung fu panda 4” alle ore 21 a Bragni. Giovedì 12 giugno alle 21 all’auditorium Ramin conferenza storica con Giovanni Mari su “La seconda Battaglia del Piave: l’inizio della vittoria”, in collaborazione con l’associazione Combattenti. Mercoledì 18 cinema all’aperto con “Barbie” a Bragni alle 21, mentre il 19 alle 21 al palazzetto Olof Palme sarà scena il divertente spettacolo teatrale “Ocio che te conto”. Venerdì 20 giugno ritorna l’appuntamento con la Green night: dalle 18, lungo via Gramsci chiusa al traffico, spettacoli, street food e negozi aperti. Il 26 giugno dalle 21 musica live in piazza del Sindacato con Jaspers. Venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 luglio arriva l’evento “The district”, dalle 18 al parco della Repubblica: street food, musica, dance e relax. Tutti gli eventi della rassegna sono a ingresso libero. (CRI.S.)

Barbara Schievano

Lo spettacolo. La comunità torna a sfilare in una serata magica

Dopo vent’anni tornano i carri mascherati in notturna

Curtarolo si è trasformata in un tripudio di colori, musica e sorrisi grazie alla tanto attesa festa in maschera in notturna che ha visto sfilare, per la prima volta dopo oltre vent’anni, i carri allegorici per le vie del paese. Un ritorno molto sentito e partecipato, che ha coinvolto tutta la comunità in un clima di festa e condivisione. “Dopo più di vent’anni abbiamo portato i carri mascherati a Curtarolo – dichiara con soddisfazione il sindaco Martina Rocchio –. È stata una grande emozione e una serata riuscita alla grande, grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Rambla, della Protezione civile di Curtarolo e Campodoro, della Polizia locale e dei Carabinieri che hanno contribuito a garantire la sicurezza di tutti. Un ringraziamento speciale va anche allo sponsor Tecnolaser, a Claudio Quartiero e a Marco Zen per il loro supporto fondamentale”. Il centro cittadino di Curtarolo si è acceso di vita, con gruppi mascherati a piedi, famiglie, bambini e genitori che hanno sfilato con entusiasmo e originalità, contribuendo a rendere la serata ancora più magica. Anche gli stessi amministratori comunali, gonnellini di paglia e collane di fiori, hanno sfilato in maschera. “Curtarolo ha dimostrato ancora una volta quanto siano forti il senso di co-

munità e la voglia di condividere momenti di gioia – prosegue Martina Rocchio –. Abbiamo organizzato questo evento con il fine di rafforzare i legami tra le persone, anche attraverso forme di intrattenimento e svago, e di favorire il senso di appartenenza alla comunità. Direi che il risultato di questa prima edizione è stato ottimo: una serata che resterà nei cuori di tutti i partecipanti e che, ci si augura, possa diventare una nuova tra-

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dizione da rinnovare ogni anno”. La sfilata denominata “Mascherarte” si è svolta la sera di sabato 17 maggio, da via Casalin, lungo via Dalmazia e via Kennedy fino a piazza Martiri della Libertà, dove è stata allestita l’area street food. Hanno partecipato carri allegorici, gruppi mascherati e folkloristici e sono stati coinvolti anche i bambini e i ragazzi di tutte le scuole che si sono vestiti a tema.

Cristina Salvato

Mammografie gratuite per la prevenzione

Si è svolta la terza edizione della giornata dedicata alla prevenzione femminile: nel camper appositamente attrezzato alcune donne hanno potuto sottoporsi a mammografie ed ecografie gratuite. “Grazie alla collaborazione con WelfareCare – dichiara il sindaco Martina Rocchio – e al fondamentale supporto delle attività imprenditoriali e commerciali del nostro

territorio che hanno fatto da sponsor, si è svolta con grande successo la giornata dedicata alla prevenzione del tumore al seno. Un’iniziativa preziosa, che l’amministrazione sostiene per promuovere la prevenzione e la salute delle donne, offrendo un’opportunità concreta e accessibile a coloro che non rientrano nei programmi di screening pubblici. Ogni anno 56mila donne si ammalano di tumore al seno, ma il 90% guarisce grazie alla diagnosi precoce: ecco perché la prevenzione è importante”. (CRI.S.)

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Celebrazioni. Consegnati i premi per la ventunesima edizione del premio “Fedeltà al Lavoro”

Riconoscimento per due aziende locali

In occasione della Festa dei Lavoratori, l’amministrazione comunale ha voluto celebrare due importanti realtà imprenditoriali del territorio: “Atlas Filtri”, azienda storica che ha recentemente raggiunto il traguardo dei 50 anni di attività, e “Veneta Trasporti”, che ha festeggiato i suoi 70 anni di operato. Le due aziende sono state premiate per il loro contributo allo sviluppo economico e occupazionale della comunità.

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ue aziende limenesi sono state premiate alla ventunesima edizione del premio “Fedeltà al Lavoro Senatore Vincenzo Stefano Breda”. La prima è “Atlas Filtri” azienda storica che ha compiuto 50 anni di attività e la seconda è “Veneta Trasporti” che raggiunge 70 anni di attività. “Il primo maggio, in occasione della Festa dei Lavoratori, – sottolinea l’assessore alle attività produttive Jody Barichello – ho avuto l’onore di premiare due aziende della nostra zona industriale che hanno festeggiato dei traguardi che potremmo definire veramente fenomenali: 50 e 70 anni. Molto spesso le aziende non sopravvivono ai cambi generazionali. In questi due casi, invece, nelle aziende lavorano le seconde e le terze generazioni dei fondatori, che nel territorio di Limena hanno investito e continuano ad investire, creando occupazione, posti di lavoro anche per interi nuclei familiari e benessere per la comunità”. “Atlas Filtri” – spiega l’assessore Barichello – è un’azienda specializzata nel trattamento e nella filtrazione dell’acqua. Oggi è una realtà internazionale, con prodotti distribuiti in oltre cento Paesi e filiali in due Paesi esteri. Fin dai suoi esordi, “Atlas Filtri” ha puntato su soluzioni innovative per il trattamento dell’acqua, rivolgendosi sia al mercato domestico che a quello commerciale e industriale. Grazie all’uso di tecnologie avanzate e all’impegno continuo nella ricerca e nello sviluppo, l’azienda ha ottenuto numerosi

brevetti e certificazioni che ne rafforzano la posizione sul mercato. Proprio per il forte legame con il territorio e l’importante lavoro svolto nella diffusione della cultura dell’acqua, come amministrazione comunale abbiamo deciso di conferirle il premio “Fedeltà al Lavoro Senatore Vincenzo Stefano Breda”. “L’azienda “Veneta Trasporti” – aggiunge Barichello – nasce nella primavera del 1955 con origini pionieristiche dove il valore della passione l’ha sempre accompagnata per raggiungere i 70 anni di storia. Dai trasporti normali si è aggiunto il servizio dei trasporti eccezionali, quando già nel lontano 1975 veniva

effettuato un trasporto speciale da 100 tonnellate dalla Francia a Perugia. Il legame con il territorio limenese nasce nel 1983 quando il fondatore Luigi Pavan acquista nella zona industriale di Limena l’attuale sede della società e questo ha permesso da subito un radicamento con la creazione di relazioni sociali che a tutt’oggi continuano ad esistere. Oggi il loro motto “l’eccezionale si fa strada” va oltre il semplice spostamento di merci voluminose e pesanti. Per tutti questi motivi siamo stati più che felici di aver consegnato loro il premio “Fedeltà al Lavoro Senatore Vincenzo Stefano Breda”. Fanny Xhajanka

Tutti gli appuntamenti di “Benessere ad ogni età”

Proseguono gli appuntamenti dell’iniziativa “Benessere ad ogni età”, un progetto per promuovere l’invecchiamento attivo organizzato dal Comune in collaborazione con la Cooperativa Polis Nova Gruppo Polis. Martedì 17 giugno “Il cibo come alleato per la salute, i cereali” con il relatore lo chef, consulente nutrizionale e nutraceutico Stefano Polato. Martedì 24 giugno, ultimo appuntamento in calendario, “Il cibo come alleato per la salute, le proteine vegetali e animali”, con il relatore

lo chef, consulente nutrizionale e nutraceutico Stefano Polato. “Questa iniziativa conferma

quanto sia importante offrire occasioni di formazione e informazione semplici e accessibili a tutti – spiega il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Cristina Turetta –. Sono convinta che progetti come questo rappresentino un passo fondamentale per costruire una comunità più sana, consapevole e solidale. Il benessere è un patrimonio comune, da coltivare insieme, ogni giorno e ad ogni età”. Ingresso gratuito. Per informazioni contattare tramite Whatsapp il numero 348.4925179. (f.x.)

Il Vicesindaco Cristina Turetta al primo incontro
Le foto della premiazione

Oltre un milione e 600mila euro di avanzo

di amministrazione per lavori e servizi

S

tanziati 1.696.500 euro dal Comune utilizzando l’avanzo di amministrazione per lavori, servizi e forniture, oltre ad altri 160.000 euro per spese correnti. “Lo scorso 30 aprile – spiega il sindaco Stefano Tonazzo – il Consiglio Comunale ha approvato gli stanziamenti relativi all’avanzo di esercizio anno 2024 e sono stati messi a disposizione 1.696.500 euro per lavori, servizi e forniture, oltre ad altri 160.000 euro per spese correnti. Si conclude l’esercizio 2024 con l’approvazione del conto consuntivo che consente di utilizzare il 100% dei fondi a disposizione dell’ente. Riassumendo per macro aree, gli investimenti approvati riguardano: 463.000 euro per l’edilizia scolastica e gli asili, 361.000 euro per altri interventi negli edifici e proprietà pubbliche, 433.000 euro per le manutenzioni di strade e la realizzazione di piste ciclabili, 190.000 euro per gli impianti sportivi e 140.000 euro per la manutenzione e la sistemazione dei parchi gioco”.

stretto sanitario e 140.000 euro per la realizzazione di un parco giochi inclusivo. Molti altri lavori sono in programma come la realizzazione del primo tratto della ciclabile via Ca’ Rossa da 40.000 euro, l’illuminazione a led in Prà del Donatore da 30.000 euro, il completamento della pista ciclabile via Garolla da 95.000 euro. “Un ringraziamento – conclude il sindaco Tonazzo – agli uffici e indistintamente a tutto il gruppo consiliare per il lavoro svolto che ha permesso un importante recupero di risorse da mettere a disposizione del territorio e la comunità”.

Nel 2025 verranno inoltre realizzate le due opere finanziate con i fondi del Pnrr l’ampliamento della scuola primaria “F. Petrarca” con la nuova mensa e il nuovo asilo comunale “Andersen”. Per la scuola “F. Petrarca” è prevista anche la sostituzione della caldaia da 65.000 euro, mentre il costo del nuovo impianto antincendio della scuola “A. Manzoni” è di 45.000 euro. Per i serramenti delle scuole medie, il terzo stralcio, il costo è di 43.000 euro, mentre per la pittura delle scuole medie il costo è di 50.000 euro. Tra gli interventi del 2025 per la videosorveglianza a Taggì, al centro sportivo Gaia e vicino alle scuole il costo è di 50.000 euro e per l’impianto antincendio della sala teatro di 20.000 euro. Lavori anche nella sede municipale con la realizzazione di nuovi uffici al piano terra che prevede una spesa di 40.000 euro, la sostituzione fan coil da 16.000 euro e la sistemazione dell’archivio comunale da 20.000 euro. Per il completamento dell’arredo e della parte pedonale della nuova rotatoria in fase di realizzazione in via Cervi sono destinati 100.000 euro e per il completamento dei lavori del campo da calcio 20.000 euro. Con altri 100.000 euro sarà realizzato il parcheggio che servirà sia al nido che per il di-

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Visita alla Cooperativa Sociale Polis Nova di Padova

Il vicesindaco del Comune di Limena Cristina Turetta e il consigliere incaricato all’ambiente Lorenza Sartori si sono recate alla Cooperativa Sociale Polis Nova di Padova. “Abbiamo avuto l’occasione – spiega il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Cristina Turetta – di conoscere una realtà preziosa: Polis Nova, una cooperativa sociale che nasce nel 1985 per supportare persone in situazioni di fragilità psico-fisica

nel loro bisogno di integrazione sociale e lavorativa. La missione della Cooperativa è migliorare la qualità della vita delle persone con disagio psichico e disabilità intellettiva e fisica, promuovendo una cultura di inclusione e solidarietà”. “Abbiamo ascoltato con attenzione le loro storie, –aggiunge il consigliere incaricato all’ambiente Lorenza Sartori – i bisogni e soprattutto la voglia di mettersi in gioco”. “Come assessorati ai servizi sociali e all’ambiente, – sottolineano il vicesindaco Turetta e il consigliere Sartori – crediamo sia nostro dovere essere presenti e supportare chi si impegna per offrire un futuro più inclusivo e dignitoso a tutti. Per questo motivo stiamo valutando di destinare un contributo che verrà utilizzato per l’acquisto del materiale necessario ad avviare un percorso laboratoriale e lavorativo per questi ragazzi. Siamo rimaste entusiaste dagli orti della cooperativa, dalla collaborazione con aziende limenesi nell’assemblaggio di semplici pezzi, dalle tante attività rivolte agli ospiti, ma soprattutto dall’amorevolezza che si respira in questo luogo”. (f.x.)

Il sindaco Stefano Tonazzo

Vigodarzere

Nasce a scuola lo sport senza limiti: nuovo campo polifunzionale per tutti

Inaugurato il nuovo polo sportivo inclusivo alla Scuola Moroni di Vigodarzere: accessibile a tutti, sostituisce la palestra in ristrutturazione. Finanziato da Fondazione Cariparo e Regione Veneto.

U n nuovo polo sportivo all’aperto, inclusivo e polifunzionale, è stato consegnato oggi dalla Giunta Comunale alla Scuola Media Moroni di Vigodarzere. Questo nuovo spazio sportivo è pensato per favorire l’attività fisica di tutti gli studenti, ma anche di chi ha necessità speciali, grazie alla completa accessibilità per persone con disabilità. La nuova area, che si estende all’interno della scuola, è destinata a sostituire temporaneamente la palestra, chiusa per lavori di ristrutturazione. L’area, polifunzionale e multidisciplinare, consente di praticare numerosi sport, dal calcetto alla pallavolo, fino al basket e al baskin, la variante del basket pensata per atleti con disabilità. Inoltre, è stata predisposta una pista di atletica per corsa e salto in lungo. Questo intervento di ristrutturazione, dal valore complessivo di circa 160.000 euro, è stato finanziato grazie a due contributi importanti: il primo di 36.000 euro dalla Fondazione Cariparo, nell’ambito del bando Work in Sport 2022, dedicato a interventi che migliorano le strutture sportive prestando particolare attenzione all’inclusività per le persone con disabilità; il secondo di 41.695,05 euro da parte della Regione Veneto, nell’ambito del bando per la riqualificazione degli impianti sportivi 2024. Il cuore del progetto risiede nel principio di inclusività, con spazi progettati per abbattere ogni barriera architettonica. Ogni sport è stato rappresentato da un colore specifico: il rosso per il calcetto, il giallo per la pallavolo, il bianco, blu e azzurro per il basket e il baskin. Questo non solo rende la piastra più colorata e dinamica, ma consente anche una fruizione ottimale da parte di tutti gli utenti, compresi quelli con difficoltà motorie, grazie a percorsi facili da percorrere e sicuri. La particolarità di questa

area è proprio la sua accessibilità universale: i percorsi sono privi di barriere architettoniche, le superfici sono livellate, mentre un’apposita area fitness è dotata di tre stazioni workout che possono essere utilizzate anche da persone in sedia a rotelle. Nel corso della cerimonia di consegna, erano presenti la dirigente scolastica Maria Laura

Angelini e alcuni insegnanti, che hanno espresso soddisfazione per il nuovo impianto. “Siamo molto felici che i nostri studenti possano usufruire di una struttura così completa e funzionale.

Questo spazio darà loro la possibilità di praticare attività fisica in sicurezza e senza limiti, inclusi anche gli studenti con disabilità,” ha dichiarato la dirigente. Anna Bergantin

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Consegnate le prime patenti per un uso consapevole dello smartphone

Lega Vigonza via S.Antonio, 67 | 35010 Vigonza spi.vigonza@cgilpadova.it via della Roggia, 5/1 | 35016 Piazzola sul Brenta (PD) spi.piazzola@cgilpadova.it

con il Sistema Servizi Cgil vi aiuta a risolvere i vostri problemi Lega Padova Nord (Limena, Vigodarzere) via Beato Arnaldo, 26 | 35010 Limena (PD) spi.limena@cgilpadova.it

Oltre 2.800 studenti coinvolti nel primo grande percorso di educazione digitale del Camposampierese con 5.600 genitori e 60 docenti coinvolti. Un progetto innovativo sull’utilizzo informato e consapevole dello smartphone e dei dispositivi con connessione dati, promosso in questi mesi dai dieci Comuni della Federazione del Camposampierese insieme ai Comuni di Vigonza e Vigodarzere. Gestito dalla cooperativa La Esse s.c.s., il progetto prende spunto dalla metodologia già sperimentata con successo da Contorno Viola, associazione nata a Verbania che coordina a livello nazionale il progetto patente di smartphone e che ha supportato l’attuazione del percorso. Un progetto che si è tradotto in un percorso formativo ed informativo di educazione civica e digitale originale rivolto a studenti, famiglie e insegnanti delle scuole secondarie di primo grado del territorio. La tappa finale del percorso, è stata la consegna delle patenti a tutte le scuole, avvenuta al teatro Aldo Rossi di Borgoricco con la cerimonia conclusiva avvenuta alla presenza dell’assessore regionale Francesco Calzavara, del dirigente dello Ust, Roberto Natale del presidente della Federazione, Valter Gallo, della referente Ict di Federazione, Antonella Argenti, dei sindaci dei Comuni, dei dirigenti scolastici dei plessi aderenti e di una rappresentanza di studenti e genitori. “Patente di smartphone e il Protocollo d’intesa sono due delle azioni portate avanti da Federazione in attuazione della Misura 1.7.2 del Pnrr Rete dei servizi di facilitazione digitale della Regione del Veneto - commenta il sindaco di Campodarsego e presidente di Federazione, Valter Gallo - che nel nostro territorio mira a raggiungere entro la fine dell’anno 9.600 cittadini attraverso l’erogazione di servizi di accompagnamento e formazione in ambito digitale, che ad oggi ne ha raggiunto già il 94%”. (e.s.)

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da ETRA e Bacino Brenta per i rifiuti in collaborazione con Too Good To Go e Regusto.

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Dott. Luca Persano

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Corsa alle regionali

Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.

Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.

Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-

riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.

Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-

tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.

Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.

Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti

Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità

Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.

Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.

“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-

cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:

“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:

“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”

I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che

ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”

Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”

Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-

ficiale: www.energiaperilterritorio. it.

Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.

Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia

Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale

“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”

F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-

sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.

L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai

nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.

Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale

Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.

Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”

Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il

fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.

L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.

Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

Flavio Zanonato e Flavio Convento

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”

Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità

C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.

“È una scommessa iniziata nel

2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.

Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.

Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.

Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-

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Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.

Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia

del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.

Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.

Riccardo Musacco

Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo

“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne

Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”

F

rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?

Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione

e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio. Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?

La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile.

Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.

Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?

Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-

mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.

Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?

Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.

Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?

Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in

cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia.

Com’è l’Italia vista da fuori?

Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si

abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

La scrittrice Francesca Chiesa

L’intervista. Il consigliere regionale fa il punto sulle azioni realizzate e rilancia la sfida dell’autonomia

Giuseppe Pan: “Cinque anni al servizio del Veneto”

Apochi mesi dalla fine della legislatura, Giuseppe Pan, capogruppo di Liga Veneta per Salvini Premier in Consiglio Regionale, traccia un bilancio del lavoro svolto. Dalla sanità alla tutela dell’identità veneta, dai servizi sociali al sostegno alle imprese, il consigliere evidenzia gli interventi realizzati e ribadisce la centralità della battaglia per l’autonomia del Veneto.

Consigliere Pan, ci traccia un bilancio di questi cinque anni?

“In questi anni, da consigliere regionale e capogruppo, ho avuto l’onore di rappresentare il nostro Veneto e lavorare per portare benefici reali alla nostra gente. Parliamo di sanità, servizi sociali, agricoltura, identità e, naturalmente, autonomia. Oggi possiamo dire con orgoglio che tanti traguardi sono stati raggiunti”.

Partiamo dalla sanità. Quali sono gli interventi più significativi nel padovano?

“A Cittadella, ad esempio, stiamo costruendo una nuova piastra ospedaliera per le degenze e le attività ambulatoriali: un investimento

da quasi 50 milioni di euro, cofinanziato con fondi Pnrr e regionali. La struttura, moderna e integrata, porterà 250 nuovi posti letto in camere singole e doppie. Il tutto sarà collegato con la piastra emergenze, completando un processo di riqualificazione già avviato”.

Anche Camposampiero è stato interessato da interventi?

“Sì, lì abbiamo realizzato una elisuperficie in quota,destinata all’elisoccorso, posizionata sopra il nono piano dell’ospedale, direttamente collegata al pronto soccorso, alla radiologia e alle sale operatorie. Una soluzione innovativa che migliora i tempi di intervento e rafforza l’intero sistema di emergenza”. E per quanto riguarda i servizi sociali?

“Anche qui il Veneto ha fatto scuola. Siamo stati i primi in Italia a normare l’organizzazione dei servizi sociali territoriali secondo i Leps. Abbiamo introdotto gli Ats, gli Ambiti Territoriali Sociali, enti composti dai Comuni, che garantiscono una gestione più stabile, efficiente e professionale, vicina ai

bisogni reali dei cittadini”.

Una particolare attenzione anche alla casa di riposo di Cittadella “In Viale della Stazione è stata realizzata una nuova ala grazie a un investimento di 7 milioni di euro. Una struttura all’altezza delle esigenze crescenti della nostra popolazione anziana, moderna, funzionale e in linea con gli standard più elevati”.

Un altro tema che ha toccato è stato quello dell’identità veneta, attraverso la “Via della Seta Vene-

ta”

“È un progetto a cui tengo moltissimo. La legge sulla “Via della Seta Veneta” rilancia la gelsibachicoltura, tutelando una tradizione agricola storica. La norma valorizza il gelso all’interno delle politiche ambientali e promuove innovazione nel settore. Il primo bando regionale ha già finanziato quattro progetti per un totale di 1 00mila euro”.

Parliamo di Autonomia. È ancora una priorità?

“L’autonomia è la chiave per gestire le nostre risorse, decidere il nostro futuro e garantire servizi migliori. Continueremo a batterci per un Veneto più libero, efficiente e capace di camminare con le proprie gambe. È una battaglia che riguarda tutti: famiglie, imprese, amministratori locali”.

Uno sguardo all’industria. Cosa sta facendo la Regione per il futuro economico?

“Stiamo investendo nell’industria 4.0, nella digitalizzazione, nella formazione avanzata e nei poli di innovazione tecnologica. Abbiamo un modello che unisce le nostre radici a una visione globale. Vogliamo creare occupazione di qualità, valorizzare il capitale umano e rendere il Veneto protagonista nella nuova economia digitale”.

Qual è il messaggio ai cittadini?

“Che non stiamo facendo promesse, ma stiamo lavorando con serietà e visione. Il nostro Veneto sta crescendo, con risultati concreti e un’identità forte. E noi continueremo a difenderlo, con passione e responsabilità”.

Cittadinanza per discendenza, la nuova legge mette un freno alle richieste che intasano gli uffici anagrafe

Arriva la legge che cambia le regole per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza, basta con gli automatismi che hanno intasato gli uffici anagrafe. Anche nel padovano negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria esplosione di richieste di cittadinanza italiana per discendenza da parte di cittadini sudamericani, in particolare argentini e brasiliani. Intere agenzie, con base all’estero, si sono specializzate nell’accompagnare discendenti di italiani – anche molto lontani – attraverso un percorso che spesso portava all’ot-

tenimento del passaporto italiano. Questo sistema, che si basava su una interpretazione ampia dello ius sanguinis, ha portato a conseguenze significative per molti comuni italiani, tra cui Padova. Sono state numerose le difficoltà degli uffici anagrafe dei comuni padovani, soprattutto quelli più piccoli con ridotto personale, nel trovarsi a ricostruire legami di parentela per discendenti che, spesso, non esistevano negli archivi.” Solo nella città di Padova si contano circa 800 richieste annue di cittadinanza per discendenza. Molti di questi

procedimenti si basano su legami genealogici deboli, talvolta risalenti all’Unità d’Italia, senza alcun legame attuale o concreto con il nostro Paese. Questo ha provocato un sovraccarico amministrativo per gli uffici comunali, ma anche la necessità di rivolgersi ai tribunali per ottenere riconoscimenti giudiziali, con conseguente intasamento del sistema, e l’introduzione di misure dissuasive, come le tariffe per le ricerche d’archivio.

La Camera dei Deputati di recente ha approvato in via definitiva il decreto cittadinanza, che introdu-

ce modifiche significative alla normativa sulla cittadinanza italiana, in particolare per quanto riguarda gli oriundi e i minori stranieri apolidi. Il decreto limita la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis) ai soli individui che possono dimostrare un legame diretto con un genitore o un nonno italiano. Questo significa che gli oriundi di terza o quarta generazione non potranno più acquisire automaticamente la cittadinanza basandosi su avi lontani. “Con questo nuovo approccio l’Italia intende riequilibrare il rap-

porto tra diritto e appartenenza, ponendo fine a pratiche speculative e restituendo valore al concetto di cittadinanza come partecipazione consapevole a una comunità viva. Questa legge segna un cambio di paradigma importante. La cittadinanza non può più essere un diritto ereditato passivamente da persone che spesso non parlano italiano, non conoscono la nostra cultura e non hanno alcun legame con l’Italia. Deve tornare a essere ciò che è: un vincolo giuridico ma anche affettivo, culturale e civico. (v.g.)

Giuseppe Pan

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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta

Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.

Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.

Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa.

Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella.

Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.

Redazione Salute

Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi

Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.

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Il servizio. Un polo d’eccellenza per l’assistenza integrata ai bambini affetti da patologie complesse, tra cure e dignità

Il nuovo Hospice Pediatrico sarà il cuore pulsante delle cure palliative infantili in Italia

Un progetto all’avanguardia, nato in Veneto ma destinato a fare scuola in tutta Italia. È il nuovo Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, la cui realizzazione rappresenta un ulteriore passo avanti in un cammino iniziato più di vent’anni fa. Padova è stata infatti la prima città italiana a dotarsi di una rete specialistica per le cure palliative e la terapia del dolore dedicata esclusivamente all’età pediatrica. Oggi quella visione diventa un centro integrato, innovativo e a misura di bambino.

La struttura attuale, coordinata dalla professoressa Franca Benini, segue ogni giorno oltre 350 piccoli pazienti affetti da patologie gravi e complesse. L’assistenza è capillare e si sviluppa su tre livelli: ospedaliero, domiciliare e residenziale. Ogni anno, il team effettua circa 15.000 reperibilità telefoniche, gestisce oltre 3.000 pazienti in terapia del dolore e accoglie 300 ricoveri annui. Un’attività che va ben oltre la clinica e che si fonda su un approccio globale alla persona, alla famiglia, al contesto.

Il nuovo Hospice Pediatrico sarà un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati, con un’area verde esterna di 730 metri. Avrà otto stanze singole di degenza, quattro dedicate al “respite care” (accoglienza temporanea del bambino per dare sollievo alla famiglia), un ambulatorio per la somministrazione delle terapie, una cucina e

un salotto polivalente per attività ludiche e relazionali. Ci saranno anche una palestra per la riabilitazione e uno spazio spirituale, pensato come luogo di raccoglimento, conforto e supporto psicologico. Ogni ambiente sarà curato per accogliere e non solo per curare, offrendo protezione, normalità e dignità anche nei momenti più delicati della vita.

A conferma dell’impatto straordinario di questo modello, parlano i dati: nei bambini seguiti dalla rete pediatrica padovana, il numero medio di giornate in terapia intensiva si è ridotto da 19 a 5, mentre la frequenza scolastica è stata mantenuta nel 73% dei casi. Il 64% delle madri ha potuto riprendere il lavoro e l’85% dei decessi è avvenuto nel luogo scelto dalla famiglia, rispettando le volontà e le sensibilità individuali. Il progetto è stato finanziato dallo Stato e dalla Regione Veneto con un investimento di 10 milioni di euro. A questi si aggiunge la

generosità di soggetti privati: la Fondazione “La Miglior Vita Possibile” ha donato il progetto esecutivo, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha stanziato 1,1 milioni di euro per arredi e attrezzature sanitarie. Il cronoprogramma prevede la conclusione della progettazione a luglio 2025, la validazione entro settembre e l’avvio della gara d’appalto per i lavori entro ottobre. Non si tratta solo di costruire una struttura, ma di offrire una casa della cura dove ogni bambino venga accolto con la stessa attenzione, delicatezza e dedizione che si riserva ai propri figli. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà la sintesi di un impegno corale tra istituzioni, professionisti, fondazioni e comunità. Un presidio simbolo di una sanità che guarda avanti, che mette davvero al centro la vita e che difende, con forza e dolcezza, il diritto di ogni bambino alla miglior vita possibile.

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Il MUSME compie dieci anni, un viaggio tra storia, innovazione e futuro della medicina nel cuore di Padova

Dieci anni fa, il 5 maggio 2015, apriva le porte a Padova il MUSME, Museo di Storia della Medicina, situato nell’antico Ospedale di San Francesco Grande, considerato la culla della clinica medica moderna. Un luogo che ha saputo raccontare al mondo il ruolo centrale del Veneto nella storia della scienza medica, unendo passato e futuro in un percorso culturale di grande rilievo. A celebrare questo importante anniversario è il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea come il MUSME rappresenti “una straordinaria avventura culturale e scientifica, capace di coniugare tradizione, innovazione e divulgazione”. Le mura storiche dell’ospedale, dove già dal Cinquecento i maestri dello Studium Patavinum introducevano l’osservazione diretta del malato come metodo didattico, sono testimoni di una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della medicina europea. “Nel MUSME – afferma Zaia – si respira la grandezza della Scuola Medica Patavina, con figure illustri come Giovanni Battista Da Monte e Andrea Vesalio, che hanno segnato pagine fondamentali della scienza. Questo passato diventa memoria vivente e motore di ricerca, conoscenza e innovazione”. Il museo si distingue infatti per il suo approccio interattivo e immersivo, rivolto soprattutto ai giovani: migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ogni anno imparano a conoscere il corpo umano, la storia della medicina e le sue nuove frontiere, grazie all’uso di tecnologie avanzate e a una narrazione coinvolgente. Un successo che si riflette anche nella gestione virtuosa del museo, frutto di una collaborazione pubblico-privato tra Regione, Comune di Padova, Università, Azienda Ospedaliera e ULSS 6, riuniti nella Fondazione MUSME, che ha affidato la direzione a una realtà manageriale privata garantendo così sostenibilità ed efficienza. Padova si conferma così capitale europea della scienza e della medicina, con il MUSME che ne è ambasciatore d’eccellenza. Il museo, a dieci anni dalla sua nascita, continua a essere un ponte tra storia e futuro, un orgoglio per tutto il Veneto.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.

GAZPACHO DI POMODORO

Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.

Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe

Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.

POLPETTE DI MELANZANE

Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.

Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere

Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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