Farmaci a domicilio per i pazienti neurologici fragili grazie ai volontari motociclisti dell’Ulss Berica
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
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“Far filò”, 7 compagnie riportano il teatro tra le corti e i campi in 14 appuntamenti
Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
Vicenza scossa da aggressioni e baby gang. Il sindaco Possamai difende l’approccio sociale e repressivo, propone più agenti di quartiere e investimenti su scuola e inclusione
Bandito un concorso internazionale di architettura per trasformalo in centro culturale L’EX CINEMA CORSO DIVENTERÀ UNO SPAZIO DEDICATO ALL’ARTE E CULTURA
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.
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La nuova Stazione ferroviaria
In attesa di una completa e radicale riqualificazione futura, che Rfi (Rete ferroviaria italiana) prevede di finanziare con circa 50 milioni di euro per l’arrivo dell’alta velocità, la stazione ferroviaria di Vicenza si rinnova a piccoli passi. Recentemente sono state inaugurate tre nuove sale d’attesa, una delle quali dotata di postazioni di lavoro con banchi e prese per pc e smartphone, offrendo complessivamente circa 50 posti. Le sale, completamente vetrate e affacciate sulle aree di maggior passaggio, sono decorate con maxiserigrafie del Teatro Olimpico e della Basilica Palladiana, simboli del patrimonio locale. Presto saranno operative anche due velostazioni interne alla stazione, per favorire l’intermodalità bici-treno. La prima, con una capacità di 104 posti bici su due piani, è già disponibile; la seconda, dotata anche di ciclofficina e con 100 posti bici, aprirà tra qualche mese. L’obiettivo è eliminare i depositi esterni e offrire un servizio più comodo e sicuro ai ciclisti. Inoltre, a breve verranno aperte nuove attività commerciali, tra cui una gelateria-yogurteria, che contribuiranno a migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Questi interventi rappresentano un primo investimento di quasi 800 mila euro da parte di Rfi, ma la vera trasformazione della stazione arriverà nelle fasi successive, con l’adeguamento sismico e una riqualificazione funzionale, impiantistica e architettonica dell’edificio viaggiatori. Si prevede una nuova organizzazione degli spazi interni e della circolazione dei flussi, oltre a importanti lavori sulle facciate, per riportarle all’aspetto originario e valorizzare il loro valore storico-artistico. Nel contesto del progetto per l’attraversamento dell’alta velocità di Vicenza, sarà realizzato un nuovo accesso pedonale dal parcheggio sotterraneo, attualmente in costruzione, fino a un futuro sottopasso pedonale che permetterà il passaggio sotto i binari. I lavori per la creazione di un Infopoint dedicato alla nuova linea AV/AC Verona-Padova, volto a migliorare l’informazione sull’avanzamento dei lavori, saranno completati entro ottobre. Il punto informativo aprirà ufficialmente in autunno. Infine, resta aperta l’ipotesi di un sottopasso viario davanti alla stazione, per separare completamente il traffico veicolare, pedonale e ciclistico, ma la sua realizzazione dipenderà dai finanziamenti disponibili.
Mauro Della Valle
In arrivo Infopoint e nuovi accessi alla nuova stazione rinnovata di Vicenza
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.
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continua
La nuova vita dell’ex cinema Corso
L’ex cinema Corso diventerà uno spazio polifunzionale dedicato all’arte e alla cultura. Un concorso internazionale selezionerà il progetto.
Apertura prevista nel 2027, vicino alla nuova Biblioteca Bertoliana.
Per un cinema che rinasce (Il Roma, vedi articolo seguente), un altro il cui schermo viene definitivamente soppresso per lasciare spazio a quello che sarà uno spazio polifunzionale dedicato all’arte contemporanea e alla cultura. L’ex cinema Corso in corso Fogazzaro vede così disegnato il suo destino a quasi 30 anni dalla sua definitiva chiusura.
La Fondazione Roi, proprie-
architetti di Vicenza, al quale potranno partecipare professionisti, o gruppi di professionisti under 40, che dovranno disegnare, è proprio il caso di dire, il nuovo volto dell’ex cinema Corso, la cui scritta esterna a caratteri cubitali rimarrà ancorata alla facciata, ma che, viceversa, all’interno verrà totalmente rivoluzionato con la ridistribuzione degli spazi che comprendono anche
taria dell’immobile acquistato ai tempi d’oro della Banca Popolare di Vicenza dall’allora presidente Gianni Zonin, ha presentato un progetto di recupero che sarà suddiviso in diverse fasi. Già conclusi i lavori di messa in sicurezza dello stabile, per una spesa di 25 mila euro, il passo successivo, ora, è il lancio di un concorso internazionale di architettura, in accordo con l’Ordine degli
il locale sotterraneo dove era situata La Cantinota. Il bando raccoglierà le diverse idee progettuali che giungeranno ed entro la fine dell’anno verrà scelto il vincitore. Nel frattempo, la Fondazione Roi, che ha già chiuso una partnership con la Fondazione Monte di Pietà, il Comune, la Banca delle Terre Venete e sta definendo accordi con altri soggetti privati, sta ragionando anche
sulla nascita del soggetto giuridico (probabilmente una fondazione) al quale sarà affidato l’incarico della gestione del nuovo spazio di 7 mila metri cubi. Una volta selezionato il progetto vincitore, con l’inizio del 2026 si darà il via ai lavori, dei quali non è stato comunicato l’importo, con l’intento di aprire il nuovo spazio alla città nel 2027. «La vicinanza con la futura sede della nuova Biblioteca Bertoliana – ha chiosato il sindaco Giacomo Possamairenderà questa parte del centro storico un quartiere della cultura».
Il Cinema Roma si rifà il look e riapre i battenti
Il Multisala Roma, aperto nel dicembre 2000 e chiuso mestamente 20 anni dopo, nel luglio 2022, era ormai stato etichettato come l’ennesimo buco nero della città. Riaprirà invece i battenti grazie ad una completa riqualificazione delle sale cinematografiche e un ampliamento dei servizi: il pubblico avrà infatti a disposizione un bar e un ristorante. Il progetto di riapertura presentato dal proprietario dell’edificio, Vasco Valerio, prevede cinque sale cinematografiche (una in meno rispetto al passato), dotate di ogni comfort: due da 50 posti al piano superiore, due da 70 posti al piano inferiore e una da 20 posti che potrà essere prenotata per proiettare una pellicola a scelta.
Previsti, come detto, un bar aperto anche di giorno, con tavolini anche all’esterno, e un ristorante dove cenare dopo il
film ma pensato per accogliere anche chi non è cliente del cinema e vuole trascorrere del tempo in uno spazio accogliete dotato di maxischermo.
Le poltrone delle due sale al piano superiore l’una dall’altra avranno distanza di 2,20 metri,
elettriche.
I lavori sono già iniziati con le demolizioni. Il cinema riaprirà a dicembre 2025 mentre per il ristorante ci vorrà qualche mese in più.
Mauro Della Valle
più ampia rispetto al passato, perché dotate di poltrone recliner
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L’opinione. Il sindaco: bisogna affiancare anche la ri-educazione, specie per i ragazzi con famiglie “fragili”
Possamai: “Se sui reati passa il concetto d’impunità lo Stato ne esce sconfitto”
U na lunga serie di aggressioni da parte di singoli individui o di baby gang ai danni di inermi cittadini e commercianti, avvenute nei giorni scorsi a distanza ravvicinata in diverse zone del centro storico e in alcuni parchi gioco, ha alzato l’allarme per quanto riguarda il tema della pubblica sicurezza. Non che precedentemente Vicenza si potesse considerare un’isola felice da questo punto di vista, ma determinati tipi di violenza sembrano aver alzato il livello e intaccato alcune zone periferiche, tanto da far invocare le famigerate “zone rosse”.
Episodi che hanno scatenato un vero e proprio attacco da parte delle opposizioni all’amministrazione e in particolare al sindaco Giacomo Possamai, che della sicurezza pubblica ha tenuto per sé la specifica delega. Da parte dei vari esponenti del centro destra si parla di una “Città non sicura con un’escalation senza precedenti”. L’ex sindaco Rucco si è spinto perfino a chiedere le dimissioni del primo
cittadino (vedi intervista nella pagina a fianco).
Dal canto suo il sindaco Giacomo Possamai cerca di fare un ragionamento più complessivo su un fenomeno, che spesso coinvolge ragazzi minorenni, molti dei quali figli di italiani di seconda generazione con alle spalle situazioni familiari fragili, per non dire allo sbando, con problemi di tossicodipendenza o di giustizia.
«Credo sia un errore guardare a quanto è accaduto solo dal punto di vista della sicurezza e della repressione – afferma -, che indubbiamente deve esserci, perché oggi questi ragazzi percepiscono una realtà di impunità, e su questo qualcosa deve essere fatto a livello nazionale. Ma il problema è più ampio e le risposte bisogna costruirle anche dal punto di vista sociale, in un’ottica di prevenzione e di ri-educazione, che se non può fare la famiglia perché non c’è, deve essere fatta dalle istituzioni, altrimenti questi ragazzi saranno destinati a questo destino a vita».
Come?
«Servono grandi investimenti sul sociale, sulla scuola, sul doposcuola per tenere i giovani distanti da situazioni che possono sfociare nella delinquenza».
Lei è stato uno dei sindaci di centro sinistra che pregiudizialmente non si è detto contrario alla creazione delle “zone rosse”, che a Vicenza non sono state per ora istituite.
«Ho sempre dichiarato la totale volontà di collaborazione con le forze dell’ordine e per me non si tratta di un argomento “politico”, ma di uno “strumento”, di una scelta in capo al prefetto. Rosse, gialle o blu, l’importante è che la città sia monitorata».
In questo senso i vigili di quartiere possono avere un ruolo?
«Da subito ci siamo attivati affinché la polizia locale fosse sempre meno in ufficio e più su strada. Gli agenti di quartiere non esistevano precedentemente, li abbiamo istituiti all’inizio di questo mandato e ci piacerebbe poterli im-
Turismo e degrado non vanno d’accordo
A vivere con apprensione il tema della sicurezza sono anche i titolari dei negozi in centro storico e di quelli di vicinato, che temono da un lato i ripetuti tentativi di furto con scasso, che spesso hanno procurato danni molto più elevati di quanto non sia stato il bottino. C’è, inoltre, il problema legato all’andirivieni di personaggi certamente poco raccomandabili che nelle periferie, alla sera, mettono in apprensione, mentre in centro storico la situazione riguarda più che altro i “soliti noti” che chiedono costantemente la questua, come conferma il presidente di
Confcommercio Vicenza, Nicola Piccolo.
«Si tratta di situazioni piuttosto differenti, che tuttavia sono collegate tra loro da una parola: degrado. Gli associati del centro lo associano ai soliti sbandati, persone generalmente dipendenti da alcol o droghe, che fermano chi sta camminando o facendo shopping, o è seduto ad un bar o ad un ristorante. Alcuni di loro sono tranquilli, altri spesso molesti, ma è chiaro che servirebbe una presenza più costante, anche visivamente, delle forze dell’ordine. Tutti stiamo cercando di fare di Vicenza una città turistica e questo si-
plementare, perché con l’attuale organico non riusciamo a dare la continuità che vorremmo. Insieme con le Unità di strada del sociale si è riusciti a diminuire da oltre 50 a 15 il numero dei senzatetto che dormono in strada e che danno ovviamente un senso di degrado e poi c’è il Nucleo Nos, che compie attività antispaccio e anti-microcriminalità e che risponde alle richieste dei cittadini».
curamente non aiuta. C’è poi il problema delle cosiddette baby gang che sono ovviamente ben più pericolose e relativamente a queste i timori vengono vissuti anche in periferia e di sera. Abbiamo più volte incontrato il prefetto e perfino il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ed esposto le nostre richieste, ma non è facile interloquire con chi è abituato a confrontarsi con le problematiche che investono le grandi città. Tuttavia, dire che da altre parti si sta peggio è un messaggio che non piace né ai nostri associati né alla gente».(m.d.v.)
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Una città più viva, anche di sera, è una città più sicura?
«Non c’è dubbio. Il nostro sforzo va in questa direzione. Va poi trovato un equilibrio tra residenti che spesso si lamentano del disturbo serale e organizzatori di eventi, in modo da non eccedere, ma nemmeno da impedire che centro storico e periferie siano vivi e attrattivi».
Mauro Della Valle
Il sindaco Possamai
Nicola Piccolo
La minoranza. L’ex sindaco e consigliere comunale di Fratelli d’Italia all’attacco
Rucco: “Possamai dovrebbe dimettersi
o cedere la delega alla sicurezza”
Alcuni episodi cruenti che si sono succeduti nel breve volgere di un paio di settimane, hanno scatenato le ire delle opposizioni: l’aggressione da parte di una baby gang ad un corriere a Porta Castello, con un pestaggio al quale è seguito il furto del portafoglio e il ricorso al Pronto soccorso; in corso Palladio un uomo ha colpito una ragazza e il padre per una semplice richiesta di raccogliere i bisogni del cane; in piazza Matteotti un automobilista è stato colpito con un tirapugni per aver richiamato un giovane che urinava contro la sua auto. “Solo” verbale, ma con minacce di morte, l’ultimo episodio che ha coinvolto una mamma e il suo bambino all’uscita del Parco giochi in Campo Marzo (il protagonista è stato identificato e sarà espulso dal Paese).
Ad intervenire in maniera molto dura nei confronti del sindaco Possamai, chiedendone le dimissioni è l’ex sindaco e consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Rucco: «Se mi permetto di fare una richiesta di questo genere è perché sono stato sindaco anch’io e proprio perché ritengo la sicurezza un elemento fondamentale, una garanzia imprescindibile per i cittadini, ho invitato il sindaco a lasciare subito le deleghe alla sicurezza a qualcuno capace di occuparsene davvero,
oppure a dimettersi. La verità è semplice: a Vicenza non esistono politiche di sicurezza, non esiste una visione, non esiste un piano. Manca il contrasto al degrado urbano così come politiche serie di polizia locale. Non ci sono presìdi stabili, non c’è prevenzione, non c’è controllo del territorio. Invece di assumersi le proprie responsabilità si continua a scaricare la colpa su questura, prefettura, governo. Ma la legge stabilisce che il primo responsabile della sicurezza urbana è il sindaco».
Non c’è una responsabilità più alta, a livello nazionale, sia per quanto riguarda la carenza di organico a Vicenza delle forze dell’ordine, sia a livello legislativo e di certezza delle pene?
«In questi ultimi tempi abbiamo assistito ad un ricambio generazionale nelle forze dell’ordine e sono giunti in città e provincia forze fresche e un numero più elevato
di poliziotti e carabinieri rispetto a quando ero io sindaco. Grazie ai concorsi è stato possibile assumere più agenti di polizia locale, poi però non bisogna fargli fare solo multe. Non sto parlando di pubblica sicurezza, ma di supporto alle forze dell’ordine. Chiaro che bisogna dare loro gli strumenti: corsi di formazione e di difesa, bodycam, teser».
In merito alla baby gang, molte delle quali composte da extracomunitari di seconda generazione e spesso minorenni e non imputabili, cosa può fare un’amministrazione?
«Si può agire sui genitori, sia da un punto di vista preventivo, sia punitivo, con sanzioni pecuniarie in caso di danni, revocando l’eventuale permesso di soggiorno, fino alla revoca della potestà genitoriale nei casi in cui non siano in grado di controllare i figli».
Mauro Della Valle
Il commercio di qualità come presidio
A Vicenza aumentano gli episodi di violenza urbana. L’ex sindaco Rucco attacca duramente Possamai: “Serve un cambio alla guida della sicurezza o le dimissioni”. Scontro politico e allarme sociale.
«Un centro storico decoroso, vivibile e attrattivo passa anche dalla qualità dell’offerta commerciale». Così Alessandro Benigno, presidente cittadino di Fratelli d’Italia, rilancia una proposta che aveva fatto molto discutere in città nel corso della passata amministrazione comunale, che intendeva mettere mano al regolamento comunale con l’intenzione di alzare l’asticella degli standard qualitativi degli esercizi pubblici. L’idea era partita dall’allora assessore competente Silvio Giovine, ed era stata ribattezzata come il “Regolamento anti Kebab”, scatenando non poche polemiche, tant’è che non se ne fece poi nulla. Questa volta Benigno amplia, per così dire, l’orizzonte, inserendo la proposta in un’ottica di con-
trasto al degrado urbano. «Ogni vetrina, ogni attività ben curata – spiega il presidente di FdI -, rappresenta una sorta di “sentinella” volta contrastare l’impoverimento del tessuto urbano e rilanciare il centro come punto di riferimento per cittadini e turisti».
L’invito rivolto all’amministrazione Possamai va nella direzione di ripescare e aggiornare il regolamento per la qualificazione dell’offerta commerciale nel centro storico, già al vaglio della precedente giunta, “con l’intento di meglio selezionare le merceologie compatibili con la vocazione culturale e storica della città, valorizzando Vicenza e proteggendone l’identità”. «Il commercio di qualità può e deve diventare uno strumento centrale di contrasto
al degrado urbano e il regolamento, che Fratelli d’Italia propone di condividere con le categorie economiche – dettaglia Benigno -, ma serve un provvedimento all’altezza di Vicenza città patrimonio Unesco. Noi siamo pronti a confrontarci, ma chiediamo all’amministrazione di dare risposte chiare». (m.d.v)
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La città che cambia
Nuova vita. Proposta di acquisto dell’area che
L’ex Tribunale diventerà
un hotel a quattro stelle
La giunta di Vicenza valuta la proposta per un hotel 4 stelle nell’ex tribunale di Santa Corona. Previsti 120 camere, parcheggio e una nuova piazza con servizi aperti anche alla città. Un progetto che punta a riqualificare il centro storico e integrare un’offerta turistica oggi assente
Dopo molti annunci che hanno riguardato diverse zone della città, sembra che finalmente possa essere costruito in centro storico un nuovo Hotel. Nomi non ne sono stati fatti durante l’annuncio avvenuto in Sala Stucchi in Comune a Vicenza, ma l’area è quella dell’ex tribunale in Santa Corona. La stesso che nelle proposte della passata amministrazione avrebbe dovuto ospitare la nuova biblioteca Bertoliana, che invece l’attuale amministrazione ha deciso di costruire pochi metri più avanti dell’attuale storica sede situata in via Riale.
oggi gli manca. La giunta ora dovrà valutare la proposta in tutti i suoi aspetti, esprimendo le proprie osservazioni: potrà quindi partire una procedura ad evidenza pubblica per la vendita dell’area finalizzata a questa trasformazione».
Mauro Della Valle
I sindaci di Vicenza, Padova e Verona insieme a Bruxelles per chiedere investimenti diretti su casa e ambiente
L’ex tribunale è rimasto così senza collocazioni fino alla proposta di acquisizione dell’area da parte di una nota catena alberghiera avvenuta tramite lo studio di architettura Gabbiani. A presentarla sono stati Bruno e Marcella Gabbiani: «L’obiettivo – dicono – è quello di demolire il vecchio palazzo di giustizia e costruire il nuovo albergo a 4 stelle con 120 camere e un parcheggio interrato da 60 posti auto. L’abbiamo vista come occasione per rivitalizzare l’intero isolato, perché riteniamo che interventi così importanti in centro storico debbano tenere conto del contesto nel quale s’innestano creando così un valore aggiunto anche per la comunità. Per questo la progettualità prevede anche una zona di servizi con la realizzazione di una nuova piazza di circa 400 metri quadrati tra il nuovo hotel e Palazzo Leoni Montanari, dove sorgeranno un ristorante e un bar a disposizione dei clienti ma anche della città, così come alcune sale conferenze anche di notevoli dimensioni che rimetteranno in gioco quest’area.
«È una proposta che l’amministrazione accoglie con grande interesse – è il commento del sindaco Giacomo Possamai - Significherebbe infatti dare al centro storico un tipo di offerta turistica che
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I tre sindaci hanno partecipato al Parlamento Europeo a un incontro sul tema “L’Europa dei territori più sostenibile e inclusiva”, promosso dalla parlamentare europea Annalisa Corrado, e sono stati ricevuti dalla Commissione Clima. «Per quanto riguarda l’emergenza abitativa – ha commentato Giacomo Possamai - che riguarda non più soltanto chi cerca di accedere all’edilizia residenziale pubblica, ma anche chi ha un reddito medio e non riesce a trovare un appartamento in affitto o ottenere un mutuo a un tasso abbordabile, abbiamo sottolineato la necessità di chiedere all’Unione Europea di riformare i fondi di coesione e prevedere investimenti diretti tramite le città, in particolare per l’edilizia non solo popolare». «Sul fronte ambientale – ha aggiunto Damiano Tommasi, ricordando le criticità della Pianura Padana - nonostante gli sforzi già avviati dalle nostre città per contenere l’inquinamento, molto dipende ancora dalla modernizzazione del parco mezzi pubblici, dal rinnovo delle auto private e dalla riqualificazione energetica degli edifici. Per questo abbiamo sottolineato che le amministrazioni comunali, che hanno dimostrato capacità di gestione dei fondi europei con il Pnrr, ora attendono direttive chiare e risorse adeguate per attuare concretamente il miglioramento della qualità ambientale».
«Momenti come questi di confronto tra chi amministra le città e la Commissione Europea – ha concluso il sindaco Sergio Giordani – sono fondamentali per poter dare risposte sempre più aderenti alle istanze dei territori».
I sindaci veneti si sono confrontati con l’europarlamentare Pd Annalisa Corrado, promotrice dell’evento, Agnese Papadia, Membro di Gabinetto del Commissario europeo per l’Energia e l’Edilizia Abitativa Dan Jørgensen, Irene Tinagli, Presidente Commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione europea, Giulio Volpi, Policy coordinator DG CLIMA, Commissione Europea, Michele Sansoni, Programme Coordination Manager - LIFE Energy – CINEA. Hanno inoltre incontrato Johannes Ten Broeke, head of cabinet e Ignazio Cocchiere, policy assistant della Commissione Clima.
Il report. “Operazione fiumi”di Legambiente lascia pochi dubbi sulla situazione, particolarmente grave in città
Bacchiglione e Retrone malati cronici
P
er il quinto anno consecutivo, la fotografia scattata da Legambiente sui due principali fiumi che attraversano il vicentino e Vicenza, il Bacchiglione e il Retrone risulta assai poco confrontante. Ad allarmare sono i risultati dei primi otto campionamenti svolti lungo il Bacchiglione nei tratti che attraversano il territorio vicentino nei comuni di Caldogno, Vicenza e Debba e il Retrone a Creazzo e in città.
Gli esami riguardano i batteri fecali: i dati per il medio corso del Bacchiglione a valle di Vicenza fino alla foce – come riporta il report -, risultano entro i limiti previsti allo scarico, ma in tutti gli otto punti si sono superati i valori entro i quali si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo; l’unico dato “buono” è quello misurato a Caldogno. Più
preoccupante la situazione in città: a Vicenza si riscontrano infatti valori molto elevati sul Bacchiglione, così come sul Retrone sia a Vicenza sia a Creazzo. Lo stato di salute del Bacchiglione – scrive il report – è quello di un malato cronico a causa dell’inquinamento degli scarichi civili e industriali e di quelli agricoli diffusi dell’alta pianura vicentina. A ciò si aggiunge la presenza oltre ai riferimenti di legge, di Pfos a catena lineare derivante da zone di connessione tra la falda contaminata dallo stabilimento Miteni e gli affluenti del Bacchiglione, sopra la linea delle risorgive. Più della metà dei punti di campionamento della rete di monitoraggio Arpav sul bacino del Bacchiglione non raggiunge la sufficienza già a partire dai parametri base, mentre completano il quadro di qualità insufficiente delle acque, i pesticidi Glifosate
e Metolachlor e i loro prodotti di degradazione, utilizzati in agricoltura.
« la mala depurazione resta una questione da monitorare e affrontare con decisione – ha commentato Giulia Bacchiega, portavoce della campagna “Operazione fiumi” di Legambiente –. Le cause
sono gli scarichi non collegati alla fognatura o abusivi, o eccessi di sversamenti dell’agricoltura».
«È un po’ triste osservare – hanno sottolineato Valentina Dovigo, presidente del circolo Legambiente Vicenza, e Luca Professione, presidente di Legambiente Ovest Vicentino - che dopo cinque anni
di campionamenti e di restituzione dei dati alla cittadinanza e agli enti competenti, quasi nulla sia stato fatto per avviare una svolta significativa, se non qualche lieve segno di miglioramento in alcuni tratti del Bacchiglione. Occorrono strumenti di attivazione e coinvolgimento di tutti gli attori afferenti a questi corsi d’acqua come, ad esempio, i “Contratti di Fiume”. Sul Retrone questo percorso è iniziato e ci auguriamo che prosegua velocemente, mentre per il Bacchiglione ne chiediamo l’avvio urgente».
La campagna itinerante “Operazione fiumi - Esplorare per custodire” è realizzata da Legambiente Veneto con il supporto tecnico di Arpav, il contributo di Coop Alleanza 3.0 e Bcc Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità distrettuali di Bacino.
Sopralluogo al nuovo percorso ciclopedonale da viale Margherita a piazza Matteotti
Proseguono i lavori del nuovo percorso ciclopedonale che consentirà di arrivare da viale Margherita fino a piazza Matteotti lungo l’argine del fiume Bacchiglione, sul lato opposto di viale Giuriolo.
Di recente il sindaco Giacomo Possamai e l’assessore alla mobilità Cristiano Spiller hanno effettuato un sopralluogo al cantiere.
«È un intervento strategico per la ciclopedonalità urbana –ha detto il sindaco Giacomo Possamai - perché porta pedoni e ciclisti fin nel cuore del centro storico lungo l’argine del Bacchiglione, offrendo peraltro una visuale della città finora praticamente inedita. Quando anche la nuova pista di viale dello Stadio sarà pronta, avremo un unico percorso ciclopedonale lungo il fiume, dal parcheggio di via Bassano fino a piazza Matteotti».
Il nuovo percorso ha uno sviluppo di 380 metri. Si sviluppa da piazza Matteotti, tra l’Ostello Olimpico e il locale ex stazione delle corriere dove, grazie al nuovo ponte ciclopedonale di circa 30 metri in acciaio corten, si collega all’argine opposto, in sinistra orografica del Bacchiglione fino a rag-
giungere il ponte di viale Margherita attraverso un’articolata rampa che permetterà di superare l’attuale dislivello e abbattere le barriere architettoniche.
L’intervento si collega al tratto di ciclopedonale che, finanziato con fondi Pnrr, dal ponte di viale Margherita permetterà di raggiungere l’università, lo stadio e il parcheggio Bassano, creando così un nuovo asse ciclopedonale di collegamento tra il centro storico e i quartieri.
I lavori sono cominciati a settembre dell’anno scorso. Il loro valore ammonta a 875 mila euro, di cui 675 mila finanziati con fondi del Bando Periferie nell’ambito degli Itinerari cicloturistici palladiani e 200 mila coperti con le risorse per le piste ciclabili del bilancio 2023.
«Dopo la predisposizione dell’area, con la messa in sicurezza dei percorsi pedonali – ha descritto l’assessore Cristiano Spiller - sono stati effettuati gli scavi per la costruzione delle spalle della nuova passerella ciclopedonale e le trivellazioni per i pali di sostegno su entrambe le sponde. Parallelamente si è proceduto alla realizzazione della rampa di collegamento tra il ponte di viale Margherita e il nuovo percorso e
sono iniziati i lavori del tratto di percorso ciclopedonale fino a via Nazario Sauro. In questi giorni è in corso la demolizione della rampa di accesso da via Nazario Sauro al ponte pedonale in ferro intitolato ad Andrea e Cesare Piovene. Verrà costruita una nuova rampa, che porterà non solo al ponte, ma anche alla nuova pista. Contestualmente si sta procedendo alla realizzazione della passerella in acciaio corten in officina. L’obiettivo è concludere i lavori entro fine anno».
Mauro Della Valle
Infanzia. Al via la costruzione del nuovo nido da 120 posti tra via Mollino e via Vigna a Rovigo
Nuovo asilo nido di via Turra, il cantiere entra nel vivo con la gettata della platea di fondazione
S ono entrati nel vivo con la gettata della platea di fondazione, i lavori di realizzazione del nuovo asilo nido dietro alle scuole di via Turra, nell’area verde tra via Mollino e via Vigna. Nei giorni scorsi gli assessori ai lavori pubblici Cristiano Spiller e all’edilizia scolastica Giovanni Selmo hanno eseguito un sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di realizzazione del grande edificio a forma di chiocciola che ospiterà 120 bambini. «Grazie alla realizzazione di questo edificio modello – ha dichiarato l’assessore Giovanni Selmo - in cui tutti gli spazi aperti sull’area verde concorreranno all’autoapprendimento del bambino, questo luogo diventerà una cittadella dell’educazione, dove costruire percorsi formativi strutturati per i bambini dagli 0 agli 11 anni, in un ambiente rinnovato e protetto. La nuova struttura sarà una vera scuola laboratorio e potrà contare su spazi interni molto ampi e luminosi, con sei sezioni indipendenti perché dotate ciascuna di tutte le funzioni necessarie all’attività del nido, dal dormitorio allo spazio gioco, fino ai servizi igienici».
«L’intervento – ha ricordato l’assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller – può contare su un investimento di 2.670.000 euro, di cui 2.400.000 euro dal Pnrr e 270.000 euro dall’amministrazione comunale. L’edificio, completamente coibentato e dotato di un sistema di ricambio dell’aria, sarà all’avanguardia sul fronte dell’efficientamento energetico e del comfort abitativo».
Il progetto è finanziato dal fondo europeo NextGenerationEU nell’ambito del Pnrr (Missione 4, Componente 1, Investimento 1,1 CUP B35E22000070006).
Inaugurato lo Sportello Antiviolenza dell’Università di Padova a Vicenza
L’Università di Padova, in collaborazione con il Comune di Vicenza, ha inaugurato a Vicenza uno Sportello antiviolenza, ovvero un luogo di ascolto dedicato a tutta la comunità accademica che offre supporto gratuito in caso di discriminazioni, molestie, abusi, violenza contro le donne e verso gruppi di minoranza di genere e sessuale, che possano verificarsi all’interno delle strutture dell’Università di Padova presenti nel territorio vicentino o nei contesti di riferimento delle persone. «È importante che questi servizi siano presenti in tutte le sedi decentrate della nostra Università: questo sportello è dedicato alle nostre studentesse e ai nostri studenti presenti qui a Vicenza che sono circa 3.200 tra i corsi di ingegneria, professioni sanitarie, oltre ai corsi della scuola di agraria e medicina veterinaria. Importante è la presenza dell’Associazione Donna chiama Donna a testimoniare che questo servizio non si sostituisce assolutamente agli sportelli antiviolenza presenti sul territorio nazionale, ma è uno sportello che accoglie da subito le istanze di giovani che sempre più sono al centro di fatti di cronaca di violenza. Lo sportello è anche associato a quello di sostegno psicologico, sempre attivato dall’Università di Padova, perché non è sufficiente denunciare ma bisogna anche dare un’assistenza o un sostegno psicologico. Questo Sportello serve a sensibilizzare la popolazione: anche nel caso ci fossero dei disagi, delle molestie, anche di tipo verbale, è importante parlarne. Per rendersi conto che alcune situazioni possono diventare potenzialmente pericolose è bene confrontarsi sempre con qualcun altro e questo sportello vuol essere un aiuto» ha commentato Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova. «Tutti i giorni la cronaca ci dimostra che anche in luoghi acculturati come quello universitario può nascondersi l’intollerabile piaga della sopraffazione di genere. Per questo il Comune di Vicenza ha aderito con convinzione alla decisione di aprire questo nuovo servizio nell’ambito delle iniziative promosse contro le violenze e le discriminazioni. Sono certo che questo sportello sarà un prezioso presidio a tutela della sempre più numerosa comunità accademica vicentina, grazie alla gestione affidata al Ceav, realtà che può vantare una pluriennale e qualificata esperienza sul territorio» ha aggiuntoMatteo Tosetto, Assessore alle politiche sociali, ai quartieri e alla partecipazione del Comune di Vicenza. Lo sportello di Vicenza sarà gestito dall’Associazione “Donna chiama Donna”. Sito nell’Edificio Ex-Gil in contra’ della Piarda 9, stanza 78 (sede del Dipartimento di Tecnica e gestione dei sistemi industriali – DTG dell’Università di Padova a Vicenza), sarà attivo il giovedì dalle 13 alle 17 e sarà un’articolazione del Centro Antiviolenza (CEAV) di via Vaccari 11, al quale spetterà l’onere di garantire la funzionalità organizzativa e operativa del nuovo sportello.
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La novità. Nel monastero di San Domenico, il Conservatorio Pedrollo promuove musica e cultura indiana
Dove l’India incontra l’Occidente: un’eccellenza musicale unica in Italia
Nel cuore di Vicenza, il Conservatorio Pedrollo valorizza la musica indiana con un corso triennale e biennale, unico in Italia, che coniuga pratica, filosofia e cultura, arricchendo il patrimonio musicale europeo con un approccio globale
Vicenza è inevitabile crocevia di scambi culturali non solo legati all’architettura, la cui eredità è indissolubilmente legata alla figura di Andrea Palladio, ma può esprimere con autorevolezza la propria voce anche in ambito musicale.
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Nel cuore di Vicenza, tra le imponenti mura appartenenti alla seconda metà del Tredicesimo secolo, si erge il monastero di San Domenico, situato nell’omonima via. Questa preziosa testimonianza architettonica è la culla del Conservatorio “Arrigo Pedrollo” dove, tra i numerosi corsi di approfondimento, vi è anche quello di musica indiana: unico in Italia e secondo in Europa, è attivo dal 2001 con una triennale che prevede lo studio teorico e pratico del modello musicale indiano.
spingere gli studenti a una specializzazione che non si ferma ai confini italiani.
Un corso che offre agli studenti una formazione completa nell’ambito della musica e danza dell’India con la parte filosofica e culturale di questo Paese. Ciò avviene mediante lo studio dell’Indologia, del Sanscrito, dell’Hindi, Storia della musica indiana, unite alle specialità strumentali e coreutiche.
Dopo un primo decennio dedicato alla fase sperimentale di tale iniziativa, è stato successivamente inserito il Biennio accademico di secondo livello, che consente una maggiore integrazione della cultura indiana, con l’obiettivo di
I docenti hanno tutti avuto esperienze dirette in India e nonostante i “limiti” istituzionali occidentali rendano impossibile riprodurre lo stile di vita e il rapporto che si instaura tra maestro e allievo nell’emisfero Est, la passionale spiritualità, tipicamente indiana, è viva nelle aule del conservatorio, permettendo la costruzione di un’identità musicale. Non è quindi del tutto errato constatare che la terra madre del canto lirico abbia esteso l’accoglienza di tradizioni musicali extraeuropee, per creare uno spazio artistico eterogeneo e coerente con la sua storia.
È doveroso sottolineare che il Conservatorio “Arrigo Pedrollo”, grazie al corso di musica indiana, si confermi come un faro di eccellenza nell’educazione musicale, promuovendo l’incontro tra culture e l’arricchimento reciproco attraverso la musica. Per gli interessati, le domande di ammissione si possono presentare tra luglio e agosto, con esami di selezione previsti a settembre.
L’intervista a Rosella Fanelli, insegnante di danza indiana
Rosella Fanelli, volto rappresentativo dell’arte performativa indiana in Veneto, è stata la prima occidentale a conseguire un duplice Master in Danza Kathak in India ed è, tra le altre sue attività, docente al Conservatorio di Vicenza.
-Quanto sono stati impattanti gli anni che ha trascorso in India e come è nato il suo rapporto con la danza, specialmente il Kathak?
sfera invisibile dell’essere, che non può essere trasmessa come pratiche, rituali o discipline artistiche. La spiritualità avviene nel momento in cui si entra in contatto con un alone di energia prettamente individuale: un dialogo intrinseco con le parti più intime di noi stessi».
-L’India è un Paese che trasmette emozioni molto forti. C’è un momento che ricorda particolarmente?
frutto di un’intensa ricerca spirituale e artistica nata inizialmente con la disciplina dello yoga, che successivamente si è trasferita nel passionale dinamismo del Kathak. Un connubio dove mente e spirito hanno trovato la loro casa».
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«Sono stati 15 anni di totale assorbimento della cultura indiana. Mi sono tolta gli abiti e i vizi occidentali e ho indossato quelli indiani. È questo che permette di vivere in modo quasi primordiale un’altra cultura acquisendo una conoscenza totalizzante e viscerale. Oggi ho una mente più aperta alla diversità; svolgo lavori di mediazione nelle scuole perché l’inclusione non è semplice da concretizzare, ci vuole una reale comprensione dell’altro. Il mio rapporto con la danza Kathak è il
-Come usa la spiritualità che le è stata trasmessa nel suo insegnamento?
«La spiritualità è una ricerca personale, appartenente a una
«Quando morì la mamma del mio maestro portarono il suo corpo in casa, adagiato su lastre di ghiaccio. Fu così che riuscirono a preservare per un breve periodo il suo cadavere prima della veglia commemorativa.
Purtroppo in quella stessa casa, morì anche al mio maestro Mishra e ho vissuto tredici giorni con i familiari, svolgendo i rituali per accompagnare l’anima e partecipando alle preghiere con i loro rituali». (m.p.)
Marina Puviani
Rosella Fanelli
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Estate in azione: tornano
Affare fatica” ed “Esperienze Forti”
S ono aperte le iscrizioni di “Ci sto? Affare fatica” rivolte ai giovani dai 14 ai 19 anni, compresi anche i tredicenni che stanno concludendo la terza media, residenti nei Comuni aderenti al progetto che durante l’estate vorranno prendersi cura della propria città, sperimentando capacità personali e acquisendo nuove competenze.
I giovani partecipanti saranno coinvolti – dal 7 Luglio al 1 Agosto, dalle 8.30 alle 12.30, dal lunedì al venerdì – in svariate attività settimanali di cura del bene comune: dalla pulizia dei centri abitati e delle vie dei quartieri, alla manutenzione dei parchi gioco, all’impregnatura e alla tinteggiatura di giostre, staccionate, aule di scuole materne, elementari e medie, e moltissimo altro ancora. I ragazzi saranno raggruppati in squadre miste di 10 e guidati da tutor con competenze tecniche e artigianali. Le attività saranno ospitate dal Comune di Vicenza, dai quartieri, dalle scuole e dal mondo associativo e del terzo settore in genere. A ciascun partecipante saranno consegnati in omaggio dei “buoni fatica” settimanali del valore di 50 euro, in abbigliamento, spese alimentari, libri scolastici, cartoleria, libri di lettura, tempo libero, offerti dai numerosi negozi ed aziende locali che hanno aderito al progetto.
Ci si può iscrivere dal sito www. cistoaffarefatica.it, seguendo le indicazioni.
Studi Ceis con l’intento di coinvolgere e dare spazio alle nuove generazioni con diverse attività: educative, ricreative, ludiche, sportive, culturali, sociali, di disabilità, di povertà e ambientali. La nuova proposta per quest’anno è un “Progetto di comunicazione digitale” con l’obiettivo di stimolare i giovani a creare e raccontare storie sia attraverso la scrittura sia con la produzione di foto e video, per sviluppare capacità comunicative in modo coinvolgente sensibilizzando il territorio locale sulle azioni dei giovani nel periodo estivo.
Anche quest’anno si è partiti con “Esperienze Forti Vicenza 2025”. Il 6 giugno si è svolto un incontro di formazione generale con i ragazzi iscritti. A seguito della formazione i ragazzi sono stati invitati a partecipare ad una iniziativa creata dal Focus Giovani di Vicenza, Progetto: “Linea di confine”, sul tema del rischio: ad esempio il simulatore di guida per far sperimentare gli effetti negativi che consumo di alcol, sostanze, stanchezza e distrazione hanno sulla capacità di guida. Per i ragazzi sono previsti anche altri due incontri generali di verifica sull’esperienza svolta, tra fine luglio e settembre. Esperienze Forti sono gestite dal Centro
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Nuovo parco di via Cattaneo, lavori completati nell’area verde di 6 mila metri quadrati
Il parco di via Cattaneo sarà aperto entro giugno. L’annuncio è stato dato dagli assessori all’ambiente Sara Baldinato e alla partecipazione Matteo Tosetto, in occasione di un sopralluogo effettuato nell’area verde dell’ex pp7 per la fine dei lavori. Era presente anche il presidente del consiglio di quartiere 6, Enrico Rizzo. Si tratta di quasi sei mila metri di parco, con vialetti, collinette fiorite, alberi, cespugli, giochi per bambini e attrezzature per il tempo libero, tra cui un tavolo da ping pong e un tavolo con scacchiera in pietra. Vi sono anche due rastrelliere per le biciclette, alcune panchine e una fontanella per l’acqua.
Il parco è recintato, illuminato e ha due accessi: quello da via dei Mille è dotato di una rampa per persone con disabilità, a servizio anche del parcheggio Cattaneo.
Vi sono inoltre un impianto di irrigazione e la predisposizione per la videosorveglianza.
«Questo parco, recintato, ma permeabile alla vista in tutte le sue parti – ha ricordato l’assessore all’ambiente Sara Baldinato - nasce sul sedime dell’ex acciaieria Beltrame. L’intervento, del valore di 822 mila euro comprensivo della bonifica, è stato finanziato con fondi derivanti dal Bando periferie e dai fondi per le bonifiche dei siti comunali. I lavori, che discendono da un progetto dell’amministrazione variati risalente al 2017, hanno avuto un iter lungo e complesso che ha richiesto interventi preliminari, come lo smaltimento di rifiuti speciali emersi dagli scavi e l’impermeabilizzazione del suolo con speciali membrane. Con soddisfazione lo consegniamo al quartiere, compreso il Centro per la documentazione pedagogica di via dei Mille che vi si affaccia.
Contiamo che venga utilizzato tanto dai bambini quanto dai ragazzi e dagli adulti, che vi troveranno anche una scacchiera in pietra e un tavolo da ping pong».
La memoria storica vicentina entra in rete
La memoria vicentina diventa digitale: www.archivicentini.it riunisce archivi storici di biblioteche vicentine, offrendo accesso a documenti e fondi preziosi, dalla Bertoliana a Schio, per studiosi e appassionati di storia
L’idea era nell’aria da tempo, si trattava solo di trovare il modo di metterla in pratica e così è stato fatto. Si tratta di un primo importante passo che rende fruibili in versione digitale una parte degli archivi storici vicentini che sono così a disposizione di ricercatori, storici, studenti e appassionati di storia.
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Grazie al portale www.archivicentini.it, la memoria vicentina entra in rete e diventa immortale. Si tratta di un progetto coordinato dalla Rete delle Biblioteche Vicentine, che per ora conta su sei biblioteche che hanno inserito i propri dati: la Bertoliana di Vicenza (che per prima ha realizzato un sistema informativo per la ricerca negli archivi conservati https:// archivio.bibliotecabertoliana.it, che può a ragione essere considerato la madre del portale archivi vicentini), Arzignano, Lonigo, Marostica, Schio e Valdagno. Altri Comuni arricchiranno a breve il portale con nuovi archivi, primo fra tutti Malo che ha già aderito alla convenzione. Gli archivi custoditi dalle biblioteche sono tanti e vari, depositati o donati nel corso degli anni. Sono di diversa tipologia: dagli archivi storici comunali, ai fondi
archivistici di personaggi di rilievo della storia locale donati dagli eredi, oppure di documentazione di enti ed aziende che hanno cessato le attività e che hanno rappresentato un tassello importante della storia economica e sociale del territorio.
La sola biblioteca Bertoliana conserva circa 230 fondi archivistici; «Spesso la parte archivistica è la meno valorizzata - afferma Alberto Galla, presidente della Biblioteca Bertoliana di Vicenza -, ma è quella che racchiude la memoria di una città e di una cultura, per questo la conserviamo gelosa-
mente, con il rispetto che si deve a documenti preziosi e fragili. Ad oggi oltre 80% dei documenti d’archivio è digitalizzata». Schio mette a disposizione, tra gli altri, l’archivio personale di Alessandro Rossi, mentre Valdagno il Fondo Zorzanello. Corposo è l’archivio delle Officine Pellizzari di Arzignano, mentre Lonigo ha riversato nel portale l’archivio storico del Comune a partire dal XV secolo. Marostica mette a disposizione, oltre all’archivio del Comune, anche quelli dei Comuni soppressi di Crosara e Vallonara. Mauro Della Valle
Torna l’estate vicentina dei festival musicali
L’estate dei festival musicali vicentini è partita con una novità: il “May Days” a Parco Fornaci che si è svolto dal 30 maggio all’1 giugno, al quale ha fatto seguito, dal 5 all’8 giugno, nell’area verde di via Orlando il Riviera Folk Festival. Dal 13 al 15 giugno è la volta di Spiorock nell’area antistante al centro parrocchiale di San Pio X, con ingresso gratuito per godersi musica dal vivo, birra artigianale e panini caldi. Quest’anno il festival propone artisti locali: la metà dei gruppi, infatti, provengono da Vicenza e provincia. Dopo i concerti le serate proseguiranno con i dj set. Ingresso gratuito. Contatti: instagram e facebook Spiorock
A fine giugno, dal 25 al 29, toccherà al Lumen Festival a Campo Marzo, il primo a svolgersi nella
nuova area recintata. In cartellone un cast eclettico che spazia dal rap all’elettronica, passando per
il pop e le nuove sperimentazioni musicali: MadMan, Sayf, Kapote b2b Sam Ruffillo (Toy Tonics), Dov’è Liana, Joan Thiele, Samuel e Lamante. A impreziosire il programma, Michael Basso e Mattia
Gregori di Discoteca Lumen. In chiusura sabato, un imperdibile dj set di Samuel, storico volto dei Subsonica e domenica 29 con Los Muchos Gramos, Law J Dinero. Il festival mantiene una politica di prezzi accessibili: 5 euro (più diritti di prevendita) per chi compra il biglietto online, e 7 euro alla porta. E per assistere a tutti i giorni, solo 12 euro. I biglietti e gli abbonamenti sono disponibili su TicketSms. www.lumenfestival La stagione si chiuderà dove si è aperta, cioè a Parco Fornaci con la 13° edizione del Jamrock, dal 15 al 20 luglio: nei sei giorni di festival oltre alla musica e ai consueti mercatini d’arte e artigianato hand-made, è prevista la ristorazione con quattro cucine mobili, di cui una interamente vegana.
Liber provisionum 1503
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La stagione. Doppietta Scudetto-Coppa Italia per i berici, Delfino: “Stagione da 10”
Hockey, una stagione da sogno: il double è realtà
Ipianeti si sono allineati e tutto è andato nel verso giusto dalle parti di Vicenza: una stagione perfetta, un’annata da incorniciare. Il Vicenza Hockey ha scritto la storia conquistando sia il campionato che la Coppa Italia, confermandosi come una delle realtà più solide e ambiziose dell’hockey inline italiano. A raccontare le emozioni di questo cammino trionfale è Andrea Delfino, uno dei grandi protagonisti dell’impresa dei berici. “Voto 10 alla stagione. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”, afferma con orgoglio l’attaccante. Una soddisfazione condivisa, frutto di sacrificio e impegno collettivo: “Il lavoro svolto durante l’estate e in tutta l’annata è stato tanto, e da parte di tutti. È per questo che la soddisfazione è enorme”. C’è da considerare che si tratta del primo anno della squadra nella massima competizione italiana di ho-
ckey. Il nuovo progetto sportivo nasce, infatti, due anni fa in seguito alla scissione societaria dei Diavoli Vicenza. Nella prima stagione erano arrivate la vittoria di Serie B e Coppa Italia. Nell’anno appena concluso, fin dall’inizio, il Vicenza ha dimostrato di avere le carte in regola per ambire a grandi traguardi: “Sapevamo di avere un roster competitivo, per questo ci siamo posti subito l’obiettivo di vincere. Certamente le altre squadre ci hanno messo alla prova, ma la nostra forza è stata determinante”. Dopo quella della Coppa Italia, la vittoria dello Scudetto rappresenta il culmine di un percorso partito, però, con qualche difficoltà: “L’inizio stagione è stato complicato, soprattutto per i problemi di tesseramento dei due americani. L’infortunio di Vendrame, inoltre, è stato duro da digerire. Ma tutto è cambiato da settembre, quando abbiamo cominciato ad allenarci
insieme con continuità. In quel momento ci siamo resi conto della nostra forza”.
Una partita decisiva? “Gara 3 della semifinale ad Asiago. Lì abbiamo dimostrato di che pasta è fatto questo gruppo”. Delfino sottolinea quanto sia stato importante lo spirito di squadra: “La nostra forza è stata quella di supportarci nei momenti difficili, restando uniti sempre”. Guardando avanti, le ambizioni del club non si fermano: “La società vuole continuare a crescere, sia a livello giovanile che senior. L’obiettivo è rimanere competitivi e continuare a toglierci soddisfazioni.” E sulla prossima stagione Delfino ragiona da perfezionista: “Dovremo lavorare sulle lacune emerse durante l’anno e cercare
Vicenza nel buio: sarà ancora Serie C
Buio pesto a Vicenza. Si è interrotta bruscamente la rincorsa al sogno Serie B del Lane. Nella notte del Libero Liberati di Terni il 3-1 di Cianci ha messo una pietra sulle ambizioni dei berici. Una grande delusione per i biancorossi culminata con il grido “Meritiamo di più” a fine gara da parte dei propri sostenitori nella trasferta più amara. Il fallimento della squadra di Vecchi, però, ha radici più lontane. In estate gli investimenti sono ingenti; il patron Renzo Rosso mette a disposizione del tecnico lombardo il quinto team più costoso della categoria (6.8 milioni). I proclami sono altisonanti e il traguardo della Serie B è l’obiettivo dichiarato.
Il Lane incontra sulla sua strada un rivale di grande caratura, il Padova di Andreoletti, che fin dalle prime battute prova a scappare via, arrivando ai primi di gennaio con un distacco di 10 punti. I biancorossi, però, non mollano e continuano a inseguire. E qui la storia potrebbe assumere i connotati di un’impresa: a 4 dalla fine si concretizza il sorpasso che sembra sancire la fine dei giochi in direzione Lane. La domenica del 13 aprile, però, segna il punto più buio per Vicenza; è il pomeriggio della sconfitta del Gavagnin contro la Virtus Verona: i rivali vincono a Trieste e tutto viene dilapidato. Il Padova non sbaglia più e si laurea
di aggiungere qualità, senza rinunciare al nostro zoccolo duro”.
Il sogno, conclude Delfino, è chiaro: “Diventare una delle migliori società italiane, capace di farsi rispettare anche in Europa. E continuare, anno dopo anno, a raggiungere nuovi traguardi”. Vicenza Hockey e una stagione perfetta: questo, però, è solo l’inizio. Stefano Parpajola
campione. La rincorsa riparte con i playoff, un appuntamento da non sbagliare a cui i berici si presentano da favoriti. Il Crotone viene superato agevolmente, ma il sogno si interrompe bruscamente in semifinale contro la Ternana. Di nuovo, in trasferta, i ragazzi di Vecchi si sciolgono come neve al sole: il 3-1 del Liberati sa di condanna. Sarà, dunque, nuovamente Serie C. Si prospetta un’estate bollente da queste parti: servirà ricostruire e ripartire velocemente dopo una stagione dolorosissima: lo schiaffo del duello perso con i rivali e la grande delusione di Terni sono ferite che andranno rimarginate con estrema cura. (s.p.)
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le interviste ai sindaci del Veneto
A cura di Vincenzo Gottardo
PRIMI CITTADINI
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dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei
costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia
Economia.
L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma
se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)
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Flavio Zanonato e Flavio Convento
Spettacolo. Una rassegna itinerante composta da 14 appuntamenti, due per ciascuna provincia
Sette compagnie venete riportano il teatro tra le corti e i campi
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itrovare le radici del teatro popolare attraversando il paesaggio agricolo veneto con la forza della narrazione. È questo lo spirito di Far Filò. Storie della terra e del cielo, il nuovo progetto teatrale che porterà, tra luglio e dicembre 2025, spettacoli itineranti nelle sette province del Veneto. Corti rurali, aziende agricole, parchi e chiostri si trasformeranno in palcoscenici d’eccezione, accogliendo una rassegna che intreccia il passato della civiltà contadina con le sfide contemporanee legate alla sostenibilità, alla biodiversità e al cambiamento climatico. La rassegna nasce nell’ambito del progetto speciale “Coltivare Teatro”, promosso dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in collaborazione con Arteven, Coldiretti Veneto e il sostegno della Regione del Veneto.
“Il teatro nasce dalla terra. Con Far Filò. Storie della terra e del cielo vogliamo tornare alle radici popolari del teatro. Questo progetto dà spazio alle compagnie profes-
sioniste del Veneto e ha il valore culturale di riscoprire le radici rurali del teatro – dichiara Giampiero Beltotto, presidente della Fondazione Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale -. I più sentiti ringraziamenti vanno a Coldiretti Veneto perché ci ha creduto fin da subito e ad Arteven Circuito Multidisciplinare Regionale grazie alla cui collaborazione con questo progetto itinerante raggiungeremo tutte le province della regione. È nella lingua del Ruzante che troviamo le radici rurali del teatro pavano e veneto. Con questo spirito di riscoperta abbiamo selezionato le migliori 7 proposte artistiche tra le 30 candidate. Saranno 14 appuntamenti, due per ogni provincia. Riempiremo il Veneto di buona terra e buona linfa”.
“FarFilò. Storie della terra e del cielo non è solo un progetto teatrale, ma un’occasione per far rivivere una tradizione antica in chiave contemporanea, unendo memoria e innovazione per coltivare il senso di appartenenza e custodire la bel-
lezza del nostro patrimonio rurale, elemento fondante della cultura e dell’identità venete” sottolinea l’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari.
“Il fare filò animava il nostro territorio e la gente bei campi nel passato, oggi quel bel racconto agricolo si trasforma in questa progettualità, in un network importante per tutti coloro che operano ai fini organizzativi che sarà arricchente per tutti coloro che ne usufruiranno – afferma Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto -. Tutti abbiamo bisogno di riscoprire il valore della socialità e
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tà, oltre che tenere accese le nostre comunità, soprattutto quelle più piccole. Per questo ci mettiamo a disposizione con le nostre aziende che conoscono già il termine della “multifunzionalità” e con questo progetto teatrale si apriranno anche a un nuovo modo di fare accoglienza. Come mondo agricolo abbiamo bisogno della vicinanza della cittadinanza per raccontare l’agricoltura di oggi, fatta di sfide economiche, ma anche sociali e sindacali”. “Nella tradizione veneta fare filò aveva il significato di trasmettere oralmente tradizioni e
saperi collocandosi tra le preziose espressioni della cultura immateriale della nostra regione. Le tradizioni sono parte di una memoria personale e collettiva che non devono andare perdute ma continuamente rinnovate e trasmesse all’interno della comunità. È questo l’obiettivo dell’articolato progetto che ci vede promotori - dichiara Massimo Zuin, presidente di Arteven Circuito Multidisciplinare Regionale – assieme al Teatro Stabile del Veneto e Coldiretti Veneto. Ora il testimone passa alle sette compagnie teatrali selezionate che, tra luglio e dicembre, porteranno le loro proposte artistiche anche in luoghi non convenzionali, apportando nuova linfa e nuovi spunti alla narrazione orale”.
Con due spettacoli per provincia e un totale di 14 appuntamenti, Far Filò si configura come un’esperienza teatrale diffusa, capace di unire le persone attraverso storie, paesaggi e valori condivisi. Un viaggio nella memoria, ma con lo sguardo rivolto al domani.
Il
dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in
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cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
La scrittrice Francesca Chiesa
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Non a caso Eurodet ha scelto di sostenere lo sport, affiancandosi come partner a una delle realtà più rappresentative del territorio: Pallavolo Padova. Una collaborazione che va ché riflette una comunanza di valori: spirito di squadra, dedizione, rispetto, formazione «Crediamo in uno sport capace di generare benessere, inclusione
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la quotidianità: nella qualità dei prodotti, nel dialogo costante con i clienti, nella passione di chi ogni giorno lavora per dare risposte concrete, intelligenti, durature. Un’azienda
«Essere partner significa mettersi al servizio con competenza
Per noi fare impresa vuol dire creare valore, non solo economico ma anche sociale. E guardare al novazione più importante è quella che mette
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tà di rispondere in modo tempestivo, preciso ed efficace alle sfide di un mercato in continua evoluzione. «Abbiamo investito molto nella digitalizzazione, nell’ottimizzazione dei flussi e nella crescita delle risorse umane –continua Fornaro –. Tutto questo ci consente di essere veloci, flessibili e pronti a innovare con coerenza, senza perdere mai di vista i nostri valori fondanti: qualità, affidabilità, responsabilità sociale».
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Salute mentale a scuola, il Parlamento sollecita il decreto per il sostegno psicologico
Arriva dal Parlamento un segnale importante per il futuro della salute mentale nelle scuole italiane. Con il parere favorevole all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Rachele Scarpa, responsabile nazionale Giovani e Salute del Partito Democratico, si sollecita l’adozione del decreto attuativo indispensabile per avviare il servizio di sostegno psicologico negli istituti scolastici. Una misura attesa da anni, che punta a tutelare il benessere di studenti, docenti e dell’intera comunità educativa.
«Accolgo con soddisfazione questo passaggio parlamentare – ha dichiarato Scarpa – ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Il decreto ministeriale va approvato al più presto, altrimenti tutto resta fermo sulla carta». L’iniziativa si inserisce nel quadro della proposta di legge Chiedimi come sto, di cui la deputata è prima firmataria. Il testo mira a rendere stabile e accessibile il supporto psicologico a scuola, con interventi di prevenzione e assistenza rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti.
Secondo Scarpa, la salute mentale dei giovani è una delle grandi sfide del presente. «Oggi – spiega – l’accesso al supporto psicologico è ancora ostacolato
da barriere culturali e da limiti economici. Molte famiglie non possono permettersi percorsi di assistenza, e il disagio rimane nascosto, con conseguenze che possono essere gravi. Servono strumenti pubblici, universali, presenti nei luoghi di vita quotidiana dei ragazzi». Nonostante sia già stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per l’avvio del servizio nel 2025, a cui seguiranno 18,5 milioni annui dal 2026, senza il decreto attuativo le risorse non possono essere utilizzate. «Serve un’azione rapida ed efficace – ribadisce la deputata – per dare il via a una sperimentazione reale, che diventi presto una misura strutturale e permanente. Non possiamo più permetterci ritardi». La proposta Chiedimi come sto ha un orizzonte ampio: non si limita a curare il disagio, ma vuole promuovere una cultura della prevenzione e del benessere, coinvolgendo l’intera comunità educante. «Anche i docenti – conclude Scarpa – si trovano spesso a fronteggiare situazioni complesse senza strumenti adeguati. Garantire loro un supporto psicologico significa rafforzare la scuola come luogo sicuro, accogliente e capace di ascoltare».
Redazione Salute
Oltre 71 milioni per garantire l’assistenza domiciliare alle persone fragili
Un impegno concreto per la continuità dell’assistenza alle persone più fragili. La Regione Veneto ha stanziato oltre 71 milioni di euro per garantire l’erogazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) a favore di persone con disabilità o non autosufficienti che vivono a domicilio. Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, consente di anticipare le risorse statali non ancora trasferite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «Abbiamo attivato da tempo questa misura –spiega Lanzarin – per fornire contributi economici a chi vive situazioni di grave fragilità, offrendo accesso a servizi domiciliari personalizzati e fondamentali per la qualità della vita. Ora assicuriamo la continuità del sostegno, senza interruzioni, anche in assenza dei fondi ministeriali».
Lo stanziamento ammonta a 71.456.000 euro, che saranno distribuiti tra le Aziende ULSS e gli enti capofila dei territori sociali. L’obiettivo è sostenere le Impegnative di Cura Domiciliare (ICD), uno strumento di supporto economico per favorire la permanenza al domicilio di persone che necessitano di assistenza continua. Le risorse copriranno tutte le principali tipologie di ICD attive sul territorio.
Per le persone non autosufficienti, si tratta delle impegnative ICD B, B Plus, M e Mgs, destinate a chi ha bisogno di assistenza di base, potenziata o specifica. Per le persone con disabilità, le categorie interessate sono le ICD A, Sla, P e F, con possibilità di accesso al Fondo nazionale per la Non Autosufficienza nei casi più gravi.
Il provvedimento ha una doppia valenza: da un lato, garantisce continuità ai servizi già attivi e attesi dalle famiglie, evitando vuoti nell’assistenza; dall’altro, rappresenta una risposta concreta al ritardo nell’erogazione dei fondi statali, mettendo in sicurezza un sistema che interessa migliaia di cittadini veneti.
«Sostenere le famiglie che ogni giorno si prendono cura di persone non autosufficienti – conclude Lanzarin – è una priorità per questa Regione. L’assistenza domiciliare è un pilastro della nostra sanità di prossimità, che vogliamo rendere sempre più capillare, stabile ed efficace».
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La novità. In collaborazione con “Feliciangeli in Moto O.D.V.”, parte un progetto originale per i pazienti neurologici fragili
I motociclisti portano i farmaci a domicilio: al via l’iniziativa solidale dell’ULSS 8 Berica
Nell’Ovest Vicentino la solidarietà corre su due ruote. È attivo da pochi giorni un nuovo servizio dell’ULSS 8 Berica, realizzato in collaborazione con l’associazione di volontari “Feliciangeli in Moto O.D.V.”, che vede un gruppo di motociclisti impegnato nella consegna a domicilio di farmaci a distribuzione ospedaliera per pazienti neurologici fragili. Si tratta di persone seguite dagli ambulatori di Neurologia di Arzignano, Montecchio Maggiore, Valdagno e Lonigo, che per motivi clinici hanno grandi difficoltà a spostarsi da casa. Il progetto nasce da una convenzione sottoscritta tra l’Azienda sanitaria e l’associazione motociclistica, con l’obiettivo di portare cure e terapie direttamente a casa, evitando ai pazienti viaggi disagevoli o addirittura impossibili. Il tutto unito a un servizio di televisita che consente il monitoraggio dello stato di salute e il rinnovo dei piani terapeutici, senza necessità di recarsi in ospedale. A spiegare l’importanza dell’iniziativa è la dottoressa Michela Marcon, direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’Ovest Vicentino: «Abbiamo attivato una rete che consente di gestire in modo efficiente e umano i bisogni di cura dei pazienti più fragili. Consegniamo i farmaci a domicilio e, tramite la televisita, possiamo aggiornare la terapia e monitorare l’evoluzione clinica. Un modo concreto per ridurre il peso della malattia, anche per i caregiver».
Il servizio si avvale dell’impegno di circa 20 motociclisti volontari, ognuno assegnato a un’area territoriale vicina alla propria residenza, per garantire rapidità ed efficienza nella distribuzione. Tutto viene svolto nel pieno rispetto della privacy e gratuitamente, con uno spirito di autentico servizio civico. Il progetto si ispira all’esperienza maturata durante la pandemia, quando i Feliciangeli avevano già collaborato con l’ULSS 8 Berica per la consegna di farmaci e dispositivi. «È un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e volontariato – afferma la direttrice generale dell’ULSS 8 Berica, Patrizia Simionato –. Questo modello aiuta non solo i pazienti, ma anche le famiglie, spesso gravate dalla gestione quotidiana della malattia. È un’esperienza che potremmo
estendere ad altri ambiti assistenziali». Soddisfazione anche da parte dell’associazione. «Siamo felici di essere utili –commenta Fabio Tiozzo, presidente della sezione vicentina di “Feliciangeli in Moto” –. La nostra è una comunità nazionale di motociclisti con una forte vocazione sociale: mettersi a disposizione della collettività, con semplicità e cuore. In molti casi, una consegna è anche l’occasione per un sorriso, per una parola gentile. Portiamo i farmaci, ma anche un po’ di umanità». Con questa iniziativa, l’ULSS 8 Berica continua a puntare su soluzioni innovative e a misura di paziente, valorizzando la sinergia con il territorio e costruendo una sanità sempre più vicina alle persone. Anna Bergantin
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Viaggi internazionali: perché rivolgersi all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi dell’Ulss 8 Berica
Prima di partire per un viaggio all’estero, è fondamentale informarsi sui rischi sanitari legati alla destinazione scelta. Per questo motivo, l’Ulss 8 Berica mette a disposizione dei cittadini l’Ambulatorio Viaggiatori Internazionali, un centro specialistico in Medicina dei Viaggi attivo presso il Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda. L’ambulatorio è pensato per offrire una consulenza sanitaria pre-viaggio completa e personalizzata, basata sul Paese di destinazione e sulle condizioni individuali del viaggiatore. È fortemente consigliato prenotare la visita con largo anticipo rispetto alla partenza, così da poter affrontare il viaggio con le informazioni e le protezioni adeguate. Durante il colloquio, il personale specializzato fornisce indicazioni su:
• le principali misure di prevenzione comportamentale contro malattie trasmesse da insetti o altri vettori, come zanzare, zecche e mosche;
• eventuali terapie farmacologiche preventive, come la profilassi antimalarica;
• vaccinazioni necessarie o obbligatorie, tra cui quelle per febbre gialla, epatite A e B, tifo, encefalite giapponese, meningite o rabbia, a seconda dell’area geografica e della durata del soggiorno.
L’ambulatorio non si limita alla fase pre-partenza. Anche al ritorno da un viaggio è importante prestare attenzione a eventuali sintomi come febbre, eruzioni cutanee, dolori muscolari o articolari.
In questi casi è bene contattare subito il proprio medico curante e segnalare l’itinerario di viaggio. È inoltre raccomandato continuare ad applicare repellenti cutanei per qualche settimana dopo il rientro, in particolare durante i mesi estivi, per limitare il rischio di diffusione di arbovirosi come Dengue, Zika e Chikungunya.
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Celestini (5/8).
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Marcos Morau / La Veronal
Orchestra di Padova e del Veneto
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