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LA TAVOLA ALL’OMBRA DELL’ABBAZIA

Correva il lontano 1925 quando Nunziadêina , vezzeggiativo di Annunciata Balestri (1882-1966), rilevava una rivendita di generi alimentari, a Cittanova, lungo la via Emilia, appena fuori Modena. Arrivava da Vignola, vedova, con quattro figli da mantenere e con tanto bisogno di lavorare.

Già all’epoca erano numerosi i viaggiatori e i birocciai che transitavano su quella strada che taglia in due la Pianura Padana, e presto Nunziadêina intuì che se al banco del negozio avesse affiancato alcuni tavoli, lì avrebbe potuto servire, ai molti che entravano affamati, quei piatti di tradizione che così bene sapeva cucinare. La decisione fu presa, e il successo arrise subito a Nunziadêina.

Passata la guerra, negli anni della ricostruzione e del boom, la sua insegna divenne uno dei luoghi simbolo della cucina modenese, sinonimo di grandi tavolate della domenica, di leggendarie tagliatelle al prosciutto, di minuscoli tortellini del dito mignolo, di giganteschi tortelloni dalla sontuosa farcia di ricotta ed erbette, di succulente cotolette alla petroniana, di monumentali carrelli dei bolliti.

Attraverso le generazioni – la figlia Olga prima, i nipoti poi – il ristorante ha consolidato la sua fama e continuato, per ben settantasette anni, ad accogliere, con immutata atmosfera, passanti e habitué (fra i quali anche tanti personaggi famosi, tra cui il maestro Pavarotti, che tanto amava questo luogo) sino a che, nel 2002, la famiglia prese la decisione di chiudere.

Grande fu lo sconforto dei modenesi (che di lì a poco avrebbero visto chiudere un’altra istituzione della loro città: Fini). Ma grande fu la gioia quando, nel 2013, la quarta e la quinta generazione – Rina Mattioli , con la figlia Elisa e il genero Luca Stramaccioni , decisero di riaprire Nunziadêina, non più a Modena, ma nella vicina Nonantola, a pochi metri dalla celebre abbazia, negli storici spazi in passato adibiti a ostello per i pellegrini, e che poi divennero il ristorante Santa Maria fuori le Mura.

Si respira l’aria dell’elegante trattoria di paese in questa Nunziadêina “in versione 2.0”. I mobili d’antiquariato contadino. Le tovaglie candide e ben stirate. I bicchieri giusti. Il grande camino, ove vengono anche cotte le carni e le verdure... e su tutto i piatti che Rita trae dal ricettario della bisnonna, da sempre gelosamente custodito e trasmesso di generazione in generazione.

Mera archeologia gastronomica? No, perché con sensibilità

Rita e i suoi validi aiutanti, i giovani Fabio Brinati e Alessan -

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