NO. 23 I'GIORNALINO

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LINA KOSTENKO di Francesca Oriti In seguito ai recenti eventi è importante comprendere le radici profonde della guerra in corso in Ucraina e approfondire le radici culturali di questo popolo indomito. Una delle voci più importanti del panorama letterario contemporaneo ucraino è sicuramente Lina Kostenko, poetessa e scrittrice che ha inciso profondamente sulla storia del suo Paese. Lina Kostenko nasce a Ržyščiv, una sobborgo di Kiev, il 19 marzo del 1930. Particolarmente importante ricordare la data di nascita perché proprio tra il 1932 e il 1933 si verificò l’Holodomor, la grande carestia in cui morirono milioni di ucraini causata dal malgoverno dell’Unione Sovietica. Quando i kulaki, piccoli proprietari terrieri mediamente agiati, si opposero fermamente alla collettivizzazione delle terre imposta da Stalin, furono giustiziati o deportati in Siberia e la mancanza della forza-lavoro

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nei campi si unì a leggi che prevedevano la condanna a morte per il minimo furto di cibo, come scrive lo storico Bruteneau “la necessità di sfamarsi era considerata un crimine contro lo Stato”. La poetessa vive quindi la sua infanzia in un Paese martoriato e matura ben presto un forte bisogno di autodeterminazione per sé e per il suo popolo. Nonostante avesse completato la sua formazione a Mosca, diplomandosi all’Istituto di Letteratura “Maxim Gorky” nel 1956, dopo le sue prime raccolte poetiche Prominnja zemli (“Raggi della terra”) e Vitryla (“Le vele” e Mandrivky sercja (“Viaggi del cuore”) fu sottoposta ad una censura ventennale. Questo tuttavia non impedì a Kostenko di distinguersi all’interno del gruppo di giovani intellettuali ucraini comunemente denominati Šistdesjatnyky, che negli anni Sessanta propugnarono l'avversione al totalitarismo e la valorizzazione della


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