NO. 23 I'GIORNALINO

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La terza sala racchiude tutti i pezzi della sua produzione pittorica contraddistinti dall'influenza wagneriana, che rappresentano anche gli elementi più mistici e cupi delle collezioni. Questa è poi seguita dallo studio di scultura, un luminoso ambiente dedicato principalmente all'attività di riproduzione di alcuni dei massimi capolavori di statuaria classica ma anche contemporanea. Attualmente vi sono raccolti modelli sia conclusi sia ancora in corso di studio imitanti opere riconoscibili anche da parte di occhi meno esperti: vi troviamo per esempio una miniatura di cavallo da monumento equestre o la testa del celebre David di Donatello. L'ultimo ambiente del percorso, situato dalla parte opposta rispetto a queste sale, consiste infine in un “finto giardino d'inverno”, ovvero un salotto utilizzato dall'artista come privato circolo dove accogliere gli amici più stretti. Esso deve il nome alle pitture presenti su tutte le pareti (realizzate ovviamente dal proprietario in persona) che, attraverso l'illusione ottica del trompe l'oeil, ingannano, appunto, gli osservatori trasportandoli all'interno di un colonnato corinzio “alla Veronese” affacciato su un florido giardino immaginario popolato da figure allegoriche, animali esotici e creature mitologiche quali simpatici satiri. Con i suoi colori accesi e uno stile che oggigiorno definiremmo “jungle”, questo non è solo l'ambiente più particolare e impressionante della casa, ma probabilmente uno dei salotti più sopra le righe e ambiti dagli intellettuali di tutta Venezia. Ai giorni nostri il genio di Fortuny non si è decisamente esaurito o sbiadito e, insieme all'eredità storico-artistica ammirabile all'interno del museo, il polytropos ci ha lasciato un vero e proprio stile di tessuti e vestiario prodotto livello industriale dall'omonima casa tessile. 14


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