Gazzettino 158 b

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Settimanale gratuito di informazione • Anno IV • numero 158 • Registrazione n. 7 del Tribunale di Siena dell’8 aprile 2008 • Chiuso in redazione il 27 giugno 2011 • Tiratura 8.000 copie • Stampato su carta 100% riciclata con marchio ecologico “Angelo Blu”

sabato È palio Le dieci al canape, il Cencio di Pericoli, le letture per conoscere e amare la festa senese

da pagina 2 a pagina 5


palio in principio era il cecchini-neri Duccio Benocci

prime fondamentali letture per conoscere e amare la festa senese

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entare di fornire una panoramica sostanzialmente esaustiva sulla “letteratura” (qui nell’accezione più ampia del termine) dedicata al Palio, alla sua secolare storia e alle Contrade non è certo impresa facile. Diciamo pure che i libri su questi argomenti sono (forse) più dei peccati… tutti insieme costituiscono un vero e proprio fiume d’inchiostro, con tanto di affluenti, e di rami che sovente si staccano dal corso principale. Un po’ d’ordine su quell’impressionante mare magnum lo ha fatto meritoriamente Maria Assunta Ceppari Ridolfi nel suo “Opere manoscritte e bibliografia generale” che conclude il bel volume L’immagine del Palio. Storia, cultura e rappresentazione del rito di Siena (2001). Confesso l’amore che nutro nei confronti delle bibliografie per la capacità di orientare chi le compulsa, anche se nessuna può pretendere la “completezza” assoluta; questa, organizzata per anno, proprio per la varietà di argomenti trattati nel libro, spazia anche in altri ambiti culturali e può essere un primo passo di avvicinamento all’argomento “Palio”. Anche i saggi che la precedono rivestono grande importanza: il filo conduttore è rappresentato dalle “raffigurazioni” (anche inedite, ma non fotografiche) prodotte dalla Festa stessa nella sua evoluzione; un approccio nuovo, iconografico, che non disdegna una ri-lettura critica delle fonti documentarie. Tra l’altro, vengono presentate nuove suggestive ipotesi sull’origine delle Contrade e sui loro simboli. Ma oltre alla competenza e alla bravura degli studiosi coinvolti nel suddetto progetto editoriale, tali originali risultati non sarebbero stati raggiunti in mancanza delle solide basi fornite dagli studi precedenti (penso a: Brogi, Valsecchi, Righi Parenti, Comucci, Silvio Gigli, Grassi e Tailetti, per non parlare degli stranieri, specialmente inglesi ed americani). Quindi, facciamo un passo indietro. In principio era Il Palio di Siena di Giovanni Cecchini e Dario Neri: una vera e propria “bibbia” che ha segnato una tappa fondamentale nella bibliografia paliesca, apparsa nel 1958 sotto gli auspici del Monte dei Paschi di Siena. Intendiamoci, non che prima non sia stato scritto nulla degno di nota, ma personalmente farei principiare proprio da questo titolo gli studi sul nostro Palio condotti con una certa acribia scientifica. Infatti una prima distinzione da fare, e non solo in questo campo, sarebbe tra quei testi frutto di una seria ricerca, che possano animare un dibattito, perfino nuove indagini e approfondimenti, e testi, invece, divulgativi, magari riassuntivi, ugualmente importanti, destinati al grande pubblico (turisti compresi). Il denso saggio di Cecchini (“Palio e

Contrade nella loro evoluzione storica” dalle origini alla fine dell’Ottocento), apprezzato studioso di storia locale e direttore dell’Archivio di Stato senese, data la sua rilevanza storiografica, è stato ripubblicato in Palio (1982) – a cura di Alessandro Falassi e Giuliano Catoni, con foto di Pepi Merisio, sempre per conto della Banca –, che, a sua volta, intende fornire un quadro aggiornato della Festa senese nei suoi vari aspetti storici, ambientali e civili, sfruttando la doppia impostazione antropologica-culturale e storiografico-archivistica. Entrambi i prestigiosi titoli, editi con l’occasione del rinnovo dei costumi della passeggiata storica (rispettivamente del 1955 e 1981), sono divenuti un riferimento necessario in materia. Falassi, antropologo di chiara fama, al tempo di quel libro-strenna era già noto per un volume tanto illuminante quanto divertente, pluripremiato, che ha fatto epoca: La terra in Piazza (1975; 1986 per l’edizione italiana), un’interpretazione secondo i dettami dell’antropologia e della psicanalisi, scritto insieme al folklorista americano Alan Dundes. E nel 1998 darà alla luce Palio: i colori di Siena, a cura di Roberta Ferri, con un capitolo curioso dal titolo “Il Palio dietro le quinte”; opera questa dall’intento didascalico, proprio come la Guida al Palio (1988 e 2001) commissionatagli dal Monte dei Paschi per soddisfare le curiosità dei propri ospiti durante i quattro giorni. Perché non lasciarsi guidare dalla schietta prosa dello scrittore e giornalista Paolo Cesarini col suo Il Palio ([post 1955] e 1988)? Oppure dal dotto “spirito” de Il Palio raccontato (2008) da Mino Capperucci e Odoardo Piscini, i quali, oltre a testi esemplari riproposti, ad una raccoltina di curiosità, poesie e “castronerie” paliesche, hanno unito anche una “Bibliografia ragionata e ragionevole sul Palio di Siena”, che non guasta mai! Se poi volessimo rimaner stupiti dall’elevato numero di personaggi della scena letteraria e giornalistica nazionale che si sono dedicati al Palio non potremmo non dirigerci verso le due raccolte antologiche: Siena, la città del Palio (1986) di Mario Verdone e Il Palio di Siena (1974) di Arrigo Pecchioli. Quasi sullo stesso genere il libro e DVD Visioni di Palio (2004), a cura di Senio Sensi, in cui diciassette scrittori (tanti quante sono le Contrade, per la quasi totalità non-senesi, tra cui: l’osannato Camilleri, Erri De Luca, Lucarelli, Melania Mazzucco, Scarpa ed il compianto Enzo Siciliano) lo hanno interpretato-raccontato in altrettanti videoclip. Per i più piccoli (ma non solo) la storia di Siena e il suo Palio (1987) a fumetti, scritta

da Lucio Pugliese ed illustrata da Rolando Gheri e Luciano Nistri. Per accontentare, invece, i patiti dei dati (numerici e non) su carriere e fantini dalle origini al 2005, segnaliamo il monumentale Ora come allora (2006) di Enrico “Ghigo” Giannelli e Maurizio Picciafuochi o l’aggiornatissimo 110 anni di carriere: dal 2 luglio 1900 al 16 agosto 2010 (2010) dell’esperto Massimo Biliorsi. Non sarà possibile capire a fondo l’evoluzione storica e figurativa del drappellone senza i cinque tomi di Pallium (19921993; 2007). Come non citare gli interessanti ed eruditi contributi, succedutisi nel tempo, firmati da: Aldo Cairola, Mauro Marzucchi, Luca Luchini, Roberto Barzanti, Giulio Pepi, i due Zazzeroni, Carlo Fini, il Pecchioli con tutti i suoi pseudonimi, fino ad arrivare a Palio: la corsa dell’anima (2000; nuova edizione del 2001) del duo ormai rodato (li definirei i ‘Fruttero&Lucentini’ del Palio di Siena) Mauro Civai ed Enrico Toti. Inni popolari e canti contradaioli vi appassionano? Per forza e per amore (1980), curato dall’imprescindibile Falassi, è il repertorio che fa per voi, a tutt’oggi ancora insuperato. Dei libri fotografici – perché a volte le immagini parlano più di mille parole – rammento volentieri Il Palio in volto (2007) di Roberto Vicario, con uno struggente poemetto a corredo di Luigi Oliveto (intitolato “A nulla valsero i secoli”), Palio (2000) del giovane ma estremamente talentuoso Carlo Vigni e I trenta assassini (2000 e 2004) di Marco Delogu, con preziosi testi di Massimo Reale. Come prescindere, poi, da Uomini e contrade di Siena. Memoria e vita di una tradizione cittadina (2004), atti del ciclo di conferenze a cura di Aurora Savelli e Laura Vigni, oppure dai fondamentali studi di Alberto Fiorini, soprattutto sul Bestiario senese (2007), o a quelli del valente storico Giovanni Mazzini – purtroppo dispersi (i più) su riviste – sugli albori delle Contrade. Per concludere vanno menzionati: sempre della Savelli, temibile “macchina” da ricerca, Siena. Il popolo e le contrade: XVI-XX secolo (2008), che ha come oggetto l’esperienza “associativa” plurisecolare senese, ed un libro a più mani, Il Palio. La Festa della Città (2003 e nuova edizione 2010), curato da Falassi e Luca Betti, formato da tanti brevi saggi e schede di approfondimento, che possono essere letti con disinvoltura, saltando eventualmente ciò che al momento interessa di meno. E, in questa veloce carrellata, ho volutamente tralasciato l’editoria di Contrada, che meriterebbe un discorso a parte, come ha fatto recentemente Stefano Moscadelli presentando l’Inventario dell’Archivio storico della Contrada Sovrana dell’Istrice.


palio

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la difficile arte del dipingere su commissione

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Daniele Sasson

ppuntamento intenso e molto atteso quello che si è svolto sabato 25 giugno nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico. Il Sindaco Franco Ceccuzzi ha presentato, prima di dare la parola agli altri relatori, il Drappellone del 2 Luglio dipinto dall’artista marchigiano Tullio Pericoli, dedicato come di consueto alla Madonna di Provenzano e quest’anno, per la parte allegorica, al centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. È il primo Palio del nostro nuovo Sindaco, come lui stesso con evidente partecipazione ha dichiarato, e che si augura venga consumato, oltre che all’insegna dei valori che intende celebrare, anche con festosa e coinvolgente gioia contradaiola. La relazione critica dell’opera è stata proposta dal Direttore del Museo Civico Mauro Civai che ha riassunto efficacemente l’intensa e multiforme carriera artistica del Pericoli impegnato in molteplici attività creative che vanno dalla pittura, alla grafica con importanti collaborazioni con riviste e giornali nazionali e alla scenografia (nel 1995 svolge la sua attività di scenografo e costumista per l’Opernhaus di Zurigo, il Teatro Studio e il Teatro alla Scala di Milano). Il drappellone, su uno sfondo urbano in terra di siena, raffigura una figura femminile abilmente ispirata alla Maria Maddalena del Buon Consiglio del polittico del Crivelli dell’altare maggiore di Montefiore dell’Aso: una madonna elegante e fiera che tiene in mano tre mele dei tre colori della bandiera nazionale e subito richiama alla mente l’Italia. Da sottolineare la preziosità della parte decisamente cromatica limitata quasi esclusivamente ai tre frutti, ad una fascia sempre tricolore che percorre in parte la figura femminile e ai sette cavalli fiammanti che affrontano la curva di San Martino (o forse quella del Casato) ispirati, come dichiarato dallo stesso Pericoli alla vampa di Montale: un ardore ed una tensione accumulatasi nei mesi precedenti la corsa e che si esaurisce in pochi drammatici istanti. Nel suo intervento l’artista ha voluto anche sottolineare l’intensa ed insolita emozione provata nell’affrontare l’esecuzione del dipinto “su commissione”, paragonando la committenza del drappellone ad una committenza antica in cui vengono poste rigide condizioni compositive: come asseriva Leonardo “l’opera deve in primo luogo soddisfare la committenza”. Oggi, aggiungerei, a differenza del Rinascimento la Committenza, ugualmente esigente è anche e soprattutto portavoce e rappresentanza delle contrade della città, dei contradaioli e dei cittadini senesi tutti. Oltre al Drappellone è stato presentato anche il Masgalano, opera scultorea dell’artista senese Pier Luigi Olla. Il critico Marco Ciampolini ha illustrato l’opera, offerta dall’Associazione “La Diana”, unitamente ad un profilo critico-artistico dell’autore, uno dei pochi veri abilissimi artigiani ancora presenti nella nostra città. Successivamente il Presidente del Comitato Amici del Palio Francesco Boschi ha illustrato il premio speciale che quest’anno andrà al miglior tamburino del Corteo storico, anche questa un’opera scultorea realizzata dal senese Antonio Benocci. Il riconoscimento è stato istituito in memoria del giovane tamburino Giovacchino Mencarini che nel 1848, a soli 13 anni, partì per la prima guerra d’Indipendenza.


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attimo dopo attimo il rettorato i quattro giorni È in festa Settimana ricchissima di appuntamenti quella che attende la nostra città, che si prepara al Palio della Madonna Di Provenzano con frenesia, ansia e grandi aspettative com’è nella tradizione della corsa. Si è iniziato quindi lunedì e martedì scorsi con le prove di addestramento. Stamattina alle ore 7.00 c’è stata invece la presentazione dei cavalli che partecipano alle prove di selezione (batterie) e subito dopo la così detta “tratta”. Si tratta, per quanti non lo sapessero, dell’operazione con cui vengono abbinati i cavalli alle dieci Contrade che partecipano al Palio. I cavalli visitati dai veterinari e ritenuti idonei, vengono poi raggruppati in batterie e provati per tre giri intorno alla Piazza per verificare la loro adattabilità alla pista. Terminate le batterie i Capitani, alla presenza del Sindaco, si riuniscono per scegliere i dieci soggetti. Dalle ore 12 alle 13 su un palco allestito davanti al Palazzo Pubblico si svolgono invece le operazioni del sorteggio: ad ogni cavallo viene abbinata una Contrada. Ad ogni assegnazione, il Barbaresco prende in consegna il cavallo avuto in sorte e lo conduce alla stalla, accompagnato dai contradaioli. Sempre oggi, mercoledì 29, si tiene poi, alle ore 19.45, la prima prova delle sei che precedono il Palio. Attraverso queste corse si verificano le condizioni sia del cavallo che del fantino. Per ogni prova il cavallo è accompagnato “all’Entrone” (ingresso del Palazzo Pubblico) dalla stalla della Contrada da un folto gruppo di contradaioli, che spesso intona i canti tradizionali. Per vedere le prove, occorre prendere posto in piazza o su un palco prima che sia fatto “pulito”, cioè sia stata sgomberata la pista dalle forze di Polizia. Così anche per le altre prove. Da segnalare, per i meno esperti, che ogni contrada si è scelta un fantino che può cambiare a suo piacimento fino al mattino del Palio, lo stesso non è per il cavallo che invece non può essere cambiato. Per le prove i cavalli entrano al canape nell’ordine nel quale le Contrade entreranno in Piazza la sera del Palio per il Corteo. Giovedì 30 giugno alle ore 9.00 si svolgerà la seconda prova con ingresso al canape nell’ordine inverso della sera precedente. Terza prova per le ore 19.45 questa volta con ingresso secondo l’ordine di estrazione avvenuto nell’assegnazione dei cavalli. Stesso programma per il giorno successivo, quello prima del Palio, con la quarta prova alle ore 9 e la prova generale alle 19.45. questa volta l’ingresso dei cavalli avverrà secondo il numero che i cavalli avevano all’orecchio all’atto del sorteggio. Il primo scoppio del mortaretto ci sarà alle 18.45, l’inizio dello sgombero alle 19.15, l’uscita dal Cortile del Podestà alle 19.45. Prima della prova, la tradizionale “carica” dei carabinieri a cavallo. Lo stesso giorno alle 20.30 circa Cena della Prova Generale. In tutti i rioni delle Contrade partecipanti al Palio, dirigenti, contradaioli, ospiti e anche turisti si riuniscono a cena in onore dei protagonisti della giostra. Al tavolo d’onore con i maggiorenti della Contrada è il fantino. Canti, discorsi ed auspici per il successo della propria Contrada. Dopo le cene il Capitano ed i mangini di ogni Contrada si recano a trovare i dirigenti delle Contrade amiche ed alleate per stringere accordi a favorire la propria vittoria o quella della Contrada amica od ostacolare quella dell’avversaria: tutto sulla parola. Sabato 2 luglio la giornata comincia presto. Alle 7.45 nella Cappella adiacente al Palazzo Comunale, viene celebrata dall’Arcivescovo la “messa del Fantino”. Poco dopo, alle ore 9.00 inizia la Provaccia. Così chiamata per il generale disinteresse delle Contrade. Dopo questa, Capitani e fantini si riuniscono in Comune per l’iscrizione del fantino e la presentazione del giubbetto che indosserà in corsa. Dopodichè il fantino non può esser più cambiato. Nel primo pomeriggio, ore 15.30, dopo la vestizione della comparsa, nelle Contrade partecipanti alla corsa, ha luogo il rito della benedizione del cavallo e del fantino nel rispettivo oratorio. Il sacerdote, conclude il mistico rito, con l’augurio che è quasi un ordine: «Vai e torna vincitore!» A questo punto le comparse delle Contrade e i figuranti del Comune attraversano il centro storico soffermandosi in Piazza Salimbeni, al “casino dei Nobili”, davanti a Palazzo Chigi Saracini e in Piazza del Duomo ad eseguire la sbandierata. Alle ore 16.30 il corteo parte dal cortile del Palazzo del Governo in Piazza del Duomo, per raggiungere Piazza del Campo secondo l’ordine della prima prova. Infine alle 19.30 il “drappellone” viene issato sul Palco dei Giudici mentre si effettua la sbandierata finale dei diciassette alfieri. Si corre il Palio!

L’Università di Siena, il prossimo 2 luglio, parteciperà alla giornata di festa cittadina, in occasione del Palio, con l’apertura del cortile del palazzo del Rettorato, dalle ore 9.30 alle 14. È quanto ha annunciato pochi giorni fa il Rettore in un messaggio alla comunità accademica. Nel corso della mattinata del 2 saranno quindi organizzate visite del palazzo, durante le quali verranno mostrate al pubblico le sale storiche del Rettorato e le opere d’arte conservate. Alle ore 12.30 è previsto un aperitivo di saluto ai visitatori. Inoltre sarà allestito un punto informativo dedicato, in particolare, a chi è interessato a studiare all’Università di Siena, dove sarà possibile ritirare opuscoli e guide contenenti notizie inerenti alle prossimi immatricolazioni per l’Anno Accademico 2011/2012.

il campo dei miracoli il palio con le bollicine che si vince fuori piazza a cura di maura martellucci Tutto pronto: tufo, palchi, steccati,speranza di vittoria, cavalli. È Palio. A Siena, dove c’è cavallo c’è Palio, no? Sì, ma non necessariamente quello da vincere in tre giri. In qualche caso, dove c’è cavallo c’è un palio che si chiama speranza di riabilitazione. E’ il palio che si corre, ogni giorno, tutto l’anno, al Centro Tosca de “Le Bollicine”, dove si svolgono le attività di ippoterapia, rieducazione equestre ed equitazione sportiva. Il segreto è il rapporto di fiducia con il cavallo, utilizzato da operatori specializzati e da volontari dell’associazione per migliorare le capacità motorie, le competenze cognitive, la concentrazione e la memoria del bambino, o della persona adulta con difficoltà motorie o psichiche. Il progetto è accreditato presso l’Associazione Nazionale Riabilitazione Equestre, il Comitato Paraolimpico Italiano e il Movimento Special Olympics Italia. In questo palio non si vincono drappelloni, ma il risultato non è meno emozionante: superare il disagio e la disabilità merita che si alzi il nerbo. È vittoria. Come quella di chi trionfa alla fine del terzo giro di Piazza. www.bollicine.org.


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le dieci al canape Contrada Oca

Chiocciola

Ultimo Palio vinto

Ultimo Palio corso

Dirigenza

2 luglio 2007 Giovanni Atzeni (Tittia) Fedora Saura

16 agosto 2010 Giovanni Atzeni (Tittia) Lahib

Governatore: Giuliano Manganelli Capitano: Marco Bartali Fiduciari: Alessandro Falorni, Maurizio Tozzi, Eugenio De Napoli

16 agosto 1999 Massimo Coghe (Massimino) Votta Votta

16 agosto 2009 Antonio Villella (Sgaibarre) Leo Lui

Priore: Senio Corsi Capitano: Roberto Zalaffi Mangini fiduciari: Enzo Bernardi, Lorenzo Pasquinuzzi, Raffaele Martinelli, Claudio Milani

16 agosto 1990 Cianchino - Pitheos

16 agosto 2010 Silvano Mulas (Voglia) Fedora Saura

Priore: Gian Franco Indrizzi Capitano: Franco Morandi Tenenti: Stefano Carignani, Andrea Franci, Aldo Nerozzi, Francesco Palazzi

2 luglio 1989 Dario Colagè (Bufera Vipera (scosso)

16 agosto 2009 Gianluca Fais (Vittorio) Gammede

Priore: Andrea Viviani Capitano: Marco Giannini Tenenti: Massimo Bencini, Fabrizio Vichi

16 agosto 2009 Andrea Mari (Brio) Istriceddu

16 agosto 2010 Andrea Mari (Brio) Ilon

16 agosto 2010 Luigi Bruschelli (Trecciolino) Istriceddu

16 agosto 2010 Luigi Bruschelli (Trecciolino) Istriceddu

Priore: Simone Ciotti Capitano: Marcello Sbaragli Tenenti: Michele Bernardoni, Luigi Ciofi, Leonardo Landozzi

2 luglio 2006 Andrea Mari (Brio) Choci

16 agosto 2009 Giuseppe Zedde (Gingillo) Giove Deus

Priore: Alfonso Carli Capitano: Franco Ghelardi Mangini: Riccardo Preve, Gabriello Sozzi, Giorgio Vigni

16 agosto 2001 Luca Minisini (Dè) Zodiach

16 agosto 2010 Alessio Migheli (Girolamo) Mortimer

Priore: Marco Lonzi Capitano: Mario Toti Tenenti: Antonio Benocci, Jacopo Gotti, Marco Manganelli

16 agosto 2008 Giuseppe Zedde (Gingillo) Elisir Logudoro

16 agosto 2010 Giuseppe Zedde (Gingillo) Elfo di Montalbo

2 luglio 2008 Luigi Bruschelli (Trecciolino) Già del Menhir

2 luglio 2010 Francesco Caria (Tremendo) Elfo fi Montalbo

Valdimontone

Lupa

Civetta

Tartuca

Pantera

Drago

Bruco

Istrice

Priore: Carlo Rossi Capitano: Paolo Betti Mangini: Francesco Ricci, Fabio Guerrini, Valentino Ceccherini, Gabriele Fiorini

Priore: Fabio Pacciani Capitano: Giovanni Falciani Mangini: Carlo Becatti, Senio Lorenzetti, Alessandro Pettorali, Luca Turchi Priore: Fabio Nicoletta Capitano: Stefano Berrettini Mangini: Gianluca Testa, Simone Ceccatelli, Stefano Laccagni

Il Gazzettino Direttore responsabile: Fabio Di Pietro Hanno scritto: Pancrazio Anfuso, Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Sonia Boldrini, Andrea Cappelli, Martina Cenni, Vanessa David, Claudia Gasparri, Monica Granchi, Maura Martellucci, Nicola Panzieri, Salvatore Valentino.

Fotografie: Fabio Di Pietro Grafica di: Claudia Gasparri Pubblicità: Marilena Masia Tel. 0577 905316 - masia@salviettiebarabuffieditori.com Stampa:

Inviate le vostre domande e le vostre proposte alla nostra redazione:

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Registrazione n. 7 del Tribunale di Siena dell’8 aprile 2008


il luogo della settimana il facciatone

finestre sul cielo Sonia Boldrini

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uello che poteva essere e non è stato. Qui sta il fascino del cosiddetto “facciatone”, che doveva essere la facciata del Duomo nuovo e non quello che oggi vedono senesi e turisti, questi ultimi pensando forse che sia tutto lì. Un’opera imponente, grandiosa, che a volte se ci pensi, a che cattedrale avresti potuto avere, ti viene come un moto di orgoglio tradito. Un’opera che non fu mai terminata. Ci ha rovinato la peste, ci diciamo con tono consolatorio, e qualche altra difficoltà. In cambio, a titolo di piccolo piccolissimo risarcimento, resta quest’opera incredibile. Che c’è e non c’è. Le finestre ci sono ma incorniciano il cielo e il panorama è dentro e fuori. Ti insegue da ogni parte ma è chiuso in una cornice. E lassù, nel vuoto, sta sospeso il soffitto a cassettoni di quella che doveva essere la finestra più alta. In basso, al primo piano, c’è la Maestà di Duccio di Buoninsegna, pala destinata all’altare maggiore del Duomo e lì scortata dal popolo in festa con “trombette, ciaramelle, naccare”, in un inizio giugno di 700 anni fa, come da poco ricordato in città. In alto una vista su tutta la città e i dintorni, a

perdita d’occhio. Questo e molto altro (Le prediche di San Bernardino di Sano di Pietro, il tondo di Donatello, ma si rischia di far torto agli altri citando solo questi) offre il Museo dell’Opera del Duomo. Fuori, sulla piazza, col tempo, tampona di qua e chiudi di là, i mattoni rossi hanno colmato molti dei vuoti del marmo bianco e nero. Oggi le impalcature segnalano un nuovo intervento di restauro, dopo quelli che hanno riportato a splendere il Duomo. Mentre salite, non state a contare gli scalini, in palio c’è una vista mozzafiato. Tutto è vicino e piccolo da lassù. Il gusto del senese, che continua a salirci, magari con la scusa di accompagnare qualche ospite, sta nel riconoscere i punti meno noti, più suoi. Quello dello turista e dello straniero, passata la fase di incredulità a bocca aperta, nel cercare di non perdersi niente di quello spettacolo. E via con le fotografie, nell’ansia che il supporto della memoria umana non basti. Basterà, guardatevi attorno. Affacciatevi, ne sarà valsa la pena.

orari e prezzi Il complesso del Duomo di Siena comprende una serie di monumenti tra i più significativi nel panorama artistico europeo. La Cattedrale ne rappresenta senza dubbio il fulcro dal quale si diparte ogni ulteriore approfondimento, ma sono parte determinante del complesso anche la Cripta, il Battistero e il Museo dell’Opera. Orari e Prezzi Duomo: aperto dal lunedì al venerdì ore 9,0017,00; 0577 286300 – email: opasiena@operalaboratori.com Museo dell’opera – Cripta – Battistero: 6,00 euro (Battistero euro 3,00); 1 marzo – 14 giugno 9:30 – 19:30; 15 giugno – 15 settembre 9.30 – 20:00; 16 settembre – 2 novembre 9:30 – 19:30; 3 novembre – 28 febbraio 10:00 – 17:00 Cattedrale: 3,00 euro - periodo scopertura pavimento: 6,00 euro; 1 marzo – 14 giugno 10:30 – 19:30 domeniche e festivi 13:30 – 18:00; 15 giugno – 15 settembre 10.30 – 20:00 domeniche e festivi 13:30 – 18:00: 16 settembre – 1 novembre 10:30 – 19:30 domeniche e festivi 13:30 – 18:00; 2 novembre – 28 febbraio 10:30 – 18:30 domeniche e festivi 13:30 – 17:30 Oratorio San Bernardino e Mdas: 1 marzo – 1 novembre 13:30 – 19:00; 2 novembre – 28 febbraio aperto solo su prenotazione OPA SI PASS – biglietto tutto incluso 10,00 euro. Tour guidato Duomo Fino a 20 pax 200,00 euro supplemento 10,00 euroogni pax aggiuntivo. Tour guidato Duomo + Museo OPA Fino a 20 pax 280,00 euro supplemento 14,00 euro ogni pax aggiuntivo.


il personaggio della settimana sara ferri

paladina dei fisiocritici Martina Cenni

Il prossimo 15 agosto riceverà il Mangia d’Oro per aver “contribuito ad accrescere in maniera significativa la fama e il prestigio della città di Siena”, in quanto ha saputo, con la sua dedizione e passione, riportare all’antico splendore l’Accademia dei Fisiocritici di Siena. Sara Ferri è infatti la prima direttrice donna della prestigiosa Accademia

della nostra città, carica che ricopre dal luglio del ’98. Una carriera, la sua, tesa alla rivalutazione e valorizzazione del patrimonio culturale e scientifico senese e non solo, e che ci ha raccontato tra le mura di quella che ormai è un po’ casa sua, l’Accademia dei Fisiocritici, che quest’anno festeggia il 321° dalla sua fondazione.

1 una vita nel terzo di città Nata e vissuta a Siena, è qui, «nell’ambito del terzo di città che ho fatto tutto, dalle scuole inferiori, al liceo fino all’università». Si laurea quindi in Farmacia nel 1955 con una tesi in Botanica Farmaceutica sull’utilizzo di piante medicinali nella tradizione senese, argomento che le fa conoscere più profondamente la “Materia Medicinale” di Pietro Andrea Mattioli. Inizia così ad appassionarsi a questo grande studioso, autore di un famoso testo sulle piante medicinali, fondamentale per medici e farmacisti dal 1500 a tutto il 1700, curando anche un libro sul botanico senese e promovendo un convegno internazionale in occasione dei cinquecento anni dalla nascita. La carriera universitaria inizia subito dopo la tesi quando Sara diventa assistente, poi docente incaricata e infine professore ordinario nel 1980. E’ autrice tra l’altro di numerose pubblicazioni riguardanti le piante medicinali e i loro principi attivi e si è occupata, durante l’insegnamento, anche di storia della botanica, di erboristeria e di alcuni naturalisti senesi. Ma è nel 1960 che inizia il cammino all’interno dell’Accademia dei Fisiocritici come docente ordinario, nel 1994 viene poi eletta Segretario Generale del Consiglio Direttivo e successivamente, nel 1998, prima Presidente donna dell’Istituzione senese, in più di 300 anni di vita dell’Accademia.

2 il fatidico granello di polvere Dopo la pensione nel 2000, si occupa quindi a tempo pieno dell’Accademia, promuovendo e valorizzando l’istituzione con numerose iniziative, come la ristrutturazione dell’antico monastero che ha permesso il recupero di ambienti destinati a nuovi spazi polifunzionali. «Sono arrivata con l’idea di togliere un granello di polvere ed è stato tolto. Naturalmente questo è stato possibile grazie ai contributi del Monte dei Paschi, della Provincia e della Regione. Abbiamo così potuto recuperare un piano prima occupato dai magazzini dell’orto botanico, dove ora organizziamo mostre ed altre attività e abbiamo rimesso in uso l’antica meridiana lineare. È qui che un tempo tutti gli orologiai di Siena venivano a prendere l’ora esatta a mezzogiorno». La signora Ferri ha inoltre voluto riattivare la celebrazione dell’anno Fisiocritico, che ha festeggiato quest’anno il 321° compleanno il 1° giugno, giorno di San Giustino patrono dell’Accademia.

3 i grandi studiosi Ma l’impegno di questa donna caparbia non si ferma qui. Dalla sua nomina a presidente sono moltissime le iniziative promosse dall’Accademia, soprattutto per ricordare gli straordinari studiosi a cui la nostra città ha dato i natali. Tra questi il fondatore Piro Maria Gabrielli, ma anche Paolo Mascagni, Ambrogio Soldani, Sallustio Bandini «e tanti altri di cui siamo abituati a leggere i nomi sui cartelli delle strade della città, ma che la maggior parte dei senesi non conoscono. Quello che vogliamo è che Siena non si dimentichi di questi importanti studiosi che l’hanno resa grande nei secoli scorsi.» Oltre a questo l’Accademia ha ricostruito, con l’aiuto del dipartimento di fisica, la macchina per fare il vuoto, molto in uso già nelle sperimentazioni del ‘700, è stata poi rimessa a posto la Sala Mascagni, nella cui mansarda si trova anche la biblioteca Mascagni, è stato dato nuovo lustro al museo di storia naturale che si trova all’interno dell’Accademia e che è stato il primo della Toscana. L’Accademia fa poi parte dal ’96 della Fondazione Musei Senesi, è un ente giuridico riconosciuto e fa parte, sola nella città, delle Istituzioni Culturali di Rilievo Regionale. È oggi una onlus che conta circa 250 iscritti che prestano gratuitamente la loro opera affinché questa importante istituzione continui a far conoscere Siena per la sua immensa storia culturale e scientifica, che Sara Ferri fa di tutto per mantenere tale.


Invito alla lettur a

leggerlo per poi rileggerlo Vanessa David

S

crittore e intellettuale del nostro recente passato, Italo Calvino è certamente uno degli autori italiani più noti e più emblematici. Pur avendo conosciuto buona parte delle correnti letterarie del Novecento ha percorso una strada assolutamente personale e razionale di ricerca spaziando fra opere di tutti i generi, con ironia, fantasia e spiccata intelligenza. La passione per la letteratura popolare e per le fiabe lo porta a scrivere la trilogia araldica: il secondo capitolo è la storia di Cosimo Piovasco di Rondò, Il barone rampante, che per un futile litigio comincia a vivere sugli alberi. Abbiamo chiesto al professore Roberto Francavilla, docente universitario alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena, perché leggere il romanzo del Barone Cosimo. Professore, sappiamo che lei insegna letteratura portoghese e brasiliana, ma fra i libri della sua giovinezza c’è anche Calvino e questo romanzo, giusto? Cosa può dirci in merito? Si, Il barone rampante è un libro della mia adolescenza a me molto caro, a cui spesso ritorno, non solo con i ricordi. Calvino narra la storia di un ragazzino che mette in discussione un dettame paterno e lo fa con la fantasia, in questa ribellione non si usano rivoluzioni, armi, violenze o prepotenze. Il tratto è quello della leggerezza, che tra l’altro è tipico di Calvino, e va contro a tutto ciò che siamo abituati a vedere, soprattutto nel mondo di oggi. Perché leggere questo libro, professor Francavilla?

Mi sento di dare tre buoni motivi per cui leggere Il barone rampante. Innanzitutto Cosimo sintetizza l’unico modo accettabile e plausibile di essere rampante. Nel senso vero del termine, non come piace essere rampanti oggi, scalando le gerarchie. Questo libro poi ci insegna che la fantasia è l’arma migliore per sfidare l’autorità, cosa non da poco. In ultimo, a dispetto di quanto crediamo e a dispetto di quello che normalmente ci insegnano, la vita è piena di cose, persone e amori che non stanno né in cielo né in terra. A quale tipo di pubblico si consiglia questo libro? Il barone rampante è una di quelle letture che chiunque deve fare. Alcuni pensano che sia solo un libro da quattordicenni, questo non è vero: la prima volta bisogna leggerlo da ragazzini, ma poi è bene rileggerlo da adulti. Occorrerebbe almeno una volta ogni cinque o sei anni, perché continua ad insegnarci delle cose molto utili nella vita di ognuno. L’opera di Calvino è tanto vasta quanto varia… c’è qualche altro libro nello specifico che consiglia ai lettori del Gazzettino? Si ce ne sono due, per motivi del tutto diversi. Il primo è Il sentiero dei nidi di ragno, un volume sulla nostra storia e sulla nostra memoria. La nostra storia in quanto italiani, che tal volta mostriamo di avere un po’ la memoria corta a riguardo. L’altro è Le città invisibili, lo consiglio perché è un libro di filosofia del viaggio.

“il barone rampante”: quan Un giorno Cosimo guardava dal frassino. Brillò il sole, un raggio corse sul prato che da verde pisello diventò verde smeraldo. Laggiù nel nero del bosco di querce qualche fronda si mosse e ne balzò un cavallo. Il cavallo aveva in sella un cavaliere, nerovestito, con un mantello, no: una gonna; non era un cavaliere, era un’amazzone, correva a briglia sciolta ed era bionda. A Cosimo cominciò a battere il cuore e lo prese la speranza che quell’amazzone si sarebbe avvicinata fino a poterla veder bene in viso, e che quel viso si sarebbe rivelato bellissimo. Ma oltre a quest’attesa del suo avvicinarsi e della sua bellezza c’era una terza attesa, un terzo ramo di speranza che s’intrecciava agli altri due ed era il desiderio che questa sempre più luminosa bellezza rispondesse a un bisogno di riconoscere un’impressione nota e quasi dimenticata, un ricordo di cui è rimasta solo una linea, un colore e si vorrebbe far riemergere tutto il resto o meglio ritrovarlo in qualcosa di presente. E con quest’animo non vedeva l’ora che ella s’avvicinasse al margine del prato vicino a lui, dove torreggiavano i due pilastri dei leoni; ma quest’attesa cominciò a diventare dolorosa, perché s’era accorto che l’amazzone non tagliava il prato in linea retta verso i leoni, ma diagonalmente, cosicché sarebbe presto scomparsa di nuovo nel bosco. Già stava per perderla di vista, quand’ella voltò bruscamente il cavallo e adesso tagliava il prato in un’altra diagonale che gliel’avreb-

be portata certo un po’ più vicina, ma l’avrebbe ugualmente fatta scomparire dalla parte opposta del prato. In quel mentre Cosimo s’avvide con fastidio che dal bosco erano sbucati sul prato due cavalli marrone, montati da cavalieri, ma cercò di eliminare subito questo pensiero, decise che quei cavalieri non contavano nulla, bastava vedere come sbatacchiavano qua e là dietro a lei, certo non erano da tenere in nessuna considerazione, eppure, doveva ammettere, gli davano fastidio. Ecco che l’amazzone, prima di scomparire dal prato, anche questa volta voltava il cavallo, ma lo voltava indietro, allontanandosi da Cosimo … No, ora il cavallo girava su se stesso e galoppava in qua, e la mossa pareva fatta apposta per disorientare i due cavalieri sbatacchioni, che difatti adesso se ne galoppavano lontano e non avevano ancora capito che lei correva in direzione opposta. Ora ogni cosa andava veramente per il suo verso: l’amazzone galoppava nel sole, sempre più bella e sempre più rispondente a quella sete di ricordo di Cosimo, e l’unica cosa allarmante era il continuo zig-zag del suo percorso, che non lasciava prevedere nulla delle sue intenzioni. Nemmeno i due cavalieri capivano dove stesse andando, e cercavano di seguire le sue evoluzioni finendo per fare molta strada inutile, ma sempre con molta buona volontà e prestanza. Ecco, in men che Cosimo s’aspettasse, la donna a cavallo era giunta al margine del prato vicino a lui, ora passava tra i due pilastri

sormontati dai leoni quasi fossero stati messi per farle onore, e si voltava verso il prato e tutto quello che v’era al di là del prato con un largo gesto come d’addio, e galoppava avanti, passava sotto il frassino, e Cosimo ora l’aveva vista bene in viso e nella persona, eretta in sella, il viso di donna altera e insieme di fanciulla, la fronte felice di stare su quegli occhi, gli occhi felici di stare su quel viso, il naso la bocca il mento il collo ogni cosa di lei felice d’ogni altra cosa di lei, e tutto tutto tutto ricordava la ragazzina vista a dodici anni sull’altalena il primo giorno che passò sull’albero: Sofonisba Viola Violante di Ondariva. Questa scoperta, ossia l’aver portato questa fin dal primo istante inconfessata scoperta al punto di poterla proclamare a se stesso, riempì Cosimo come d’una febbre. Volle gridare un richiamo, perché lei levasse lo sguardo sul frassino e lo vedesse, ma dalla gola gli uscì solo il verso della beccaccia e lei non si voltò. Ora il cavallo bianco galoppava nel castagneto, e gli zoccoli battevano sui ricci sparsi a terra aprendoli e mostrando la scorza lignea e lucida del frutto. L’amazzone dirigeva il cavallo un po’ in un verso un po’ in un altro, e Cosimo ora la pensava già lontana e irraggiungibile, ora saltando d’albero in albero la rivedeva con sorpresa riapparire nella prospettiva dei tronchi, e in questo modo di muoversi dava sempre più fuoco al ricordo che fiammeggiava nella mente del Barone. Voleva farle giungere un appello, un segno della sua presenza, ma gli veniva alle labbra solo il fischio della


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nota a margine un piccolo grande rifiuto

Illustrazioni di Valentina Canocchi

Il ‘gran rifiuto’ che, per primo, la letteratura richiama alla mente è senza dubbio quello di Celestino V che, abdicando al soglio pontificio, Dante pone nel girone degli ignavi. Grandi personaggi. Grandi gesta. Capaci di modificare il corso della storia. Il rifiuto di Cosimo, calviniano barone rampante, di fronte a un piatto di lumache, sembra al confronto ben poca cosa. Ma ci insegna di più. Perché non il rifiuto ma la motivazione e, maggiormente, la capacità di tenergli fede, fanno di una semplice azione un gesto simbolico. Mille sono i motivi per leggere questo splendido libro di Calvino: il fantastico mondo di Ombrosa, fuori dal tempo, con la sua galleria di personaggi surreali o, meglio ancora, iperreali; le marachelle dei ragazzi che avvicinano il lettore allo scanzonato mondo di Pinocchio ma, a volte, anche a quello drammatico dei protagonisti della via Paal; le avventure; la fantasia. Ma la ribellione è il vero tema del romanzo che pone all’attenzione di grandi e piccini la questione del rifiuto come arma non violenta; la forza di un’idea; la determinazione della volontà. Il valore di ogni singola volontà. Perché è sempre questione di volontà, fosse anche solo quella di sapersi opporre all’imbarazzo delle persone care. Io non scenderò più. Dice Cosimo alla famiglia attonita e turbata. E mantenne la parola. Una cosa antica, mantenere la parola, quasi desueta. Eppure carica di significato. Nella capacità di andare fino in fondo c’è la distanza dal capriccio; c’è tutto il valore della vera ribellione. I bambini a volte possono insegnarci molto. Come gli scrittori che non sono mai cresciuti del tutto.

Monica Granchi

Cosimo Piovasco di Rondò visse sugli alberi, amò sempre la terra, salì in cielo. Queste le parole scritte sulla sua lapide nella tomba di famiglia dopo che, già vecchio, pur di non tornare a terra si attacca ad una mongolfiera di passaggio fino a sparire. In quella frase “amò la terra – c’è il peso dell’impegno preso da Cosimo. Perché ogni ribellione è insieme rinuncia a qualcosa che si ama per qualcosa in cui si crede.

ndo a cosimo batte il cuore pernice grigia e lei non gli prestava ascolto. I due cavalieri che la seguivano, parevano capirne ancor meno le intenzioni e il percorso, e continuavano ad andare in direzioni sbagliate impigliandosi in roveti o infangandosi in pantani, mentre lei sfrecciava sicura e inafferrabile. Dava ogni tanto delle specie d’ordini o incitamenti ai cavalieri alzando il braccio col frustino o strappando il baccello d’un carrubo e lanciandolo, come a dire che bisognava andare in là. Subito i cavalieri si buttavano in quella direzione al galoppo per i prati e le ripe, ma lei s’era voltata da un’altra parte e non li guardava più. “E’ lei! E’ lei!” pensava Cosimo sempre più infiammato di speranza e voleva gridare il suo nome ma dalle labbra non gli sortiva che un verso lungo e triste come quello del piviere. Ora, avveniva che tutti questi andirivieni e inganni ai cavalieri e giochi si disponessero intorno ad una linea, che pur essendo irregolare e ondulata non escludeva una possibile intenzione. E indovinando quest’intenzione, e non reggendo più all’impresa impossibile di seguirla, Cosimo si disse: “Andrò in un posto che se è lei ci verrà. Anzi, non può essere qui che per andarci”. E saltando per le sue vie, andò verso il vecchio parco abbandonato dei D’Ondariva. In quell’ombra, in quell’aria piena d’aromi, in quel luogo dove le foglie e i legni avevano altro colore e altra sostanza, si sentì così preso dai ricordi della fanciullezza che quasi scordò l’amazzone,

o se non la scordò si disse che poteva pure non esser lei e tanto già esser vera quest’attesa e speranza di lei che quasi era come se lei ci fosse. Ma sentì un rumore. Era lo zoccolo del cavallo bianco sulla ghiaia. Veniva per il giardino non più di corsa, come se l’amazzone volesse guardare e riconoscere minutamente ogni cosa. Dei cavalieri sciocchi non si sentiva più alcun segno: doveva aver fatto perdere del tutto le sue tracce. La vide: faceva il giro della vasca, del chioschetto, delle anfore. Guardava le piante divenute enormi, con pendenti radici aeree, le magnolie diventare un bosco. Ma non vedeva lui, lui che cercava di chiamarla col tubare dell’upupa, col trillo della pispola, coi suoni che si perdevano nel fitto cinguettio degli uccelli del giardino. Era smontata di sella, andava piedi conducendosi dietro il cavallo per le briglie. Giunse alla villa, lasciò il cavallo, entrò nel portico. Scoppiò a gridare: - Ortensia! Gaetano! Tarquinio! Qui c’è da dare il bianco, da riverniciare le persiane, da appendere gli arazzi! E voglio qui il tavolo, là la consolle, in mezzo la spinetta, e i quadri sono tutti da cambiar posto! Cosimo s’accorse allora che quella casa che al suo sguardo distratto era parsa chiusa e disabitata come sempre, era invece adesso aperta, piena di persone, servitori che pulivano, rassettavano, davano aria, mettevano a posto mobili, sbattevano tappeti. Era Viola che ritornava, dunque, Viola che si ristabiliva a Ombrosa,

che riprendeva possesso della villa da cui era partita bambina! E il batticuore di gioia in petto a Cosimo non era però molto dissimile da un batticuore di paura, perché essere lei tornata, averla sotto gli occhi così imprevedibile e fiera, poteva voler dire non averla mai più, nemmeno nel ricordo, nemmeno in quel segreto profumo di foglie e color della luce attraverso il verde, poteva voler dire che lui sarebbe stato obbligato a fuggirla e così fuggire anche la prima memori di lei fanciulla. Con quest’alterno batticuore Cosimo la vedeva muoversi in mezzo alla servitù, facendo trasportare divani clavicembali cantoniere, e poi passare in fretta in giardino e rimontare a cavallo, rincorsa dallo stuolo della gente che attendeva ancora ordini, e adesso si rivolgeva ai giardinieri, dicendo come dovevano riordinare le aiole incolte e ridisporre nei viali la ghiaia portata via dalle piogge, e rimettere le sedie di vimini, l’altalena … Dell’altalena indicò, con ampi gesti, il ramo dal quale era appesa una volta e doveva essere riappesa ora, e quanto lunghe dovevano essere le funi, e l’ampiezza della corsa, e così dicendo col gesto e lo sguardò andò fino all’albero di magnolia sul quale Cosimo una volta le era apparso: E sull’albero di magnolia, ecco, lo rivide. Fu sorpresa. Molto. Non dicano. Tratto da Italo Calvino, Il barone rampante, Torino, Einaudi 1957, cap. XXI


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succede in città

i motivi del disavanzo, il rapporto la settimana scorsa è stato presentato il bilancio della fondazione mps con un disavanzo di esercizio. un fatto rilevante che ha creato una grande attenzione nell’opinione pubblica cittadina. negli stessi giorni anche la banca ha sofferto difficoltà di mercato. da più parti viene avanzata la richiesta di un confronto pubblico tra le istituzioni sullo stato di banca e fondazione. per contribuire alla indispensabile chiarezza in questa delicata fase abbiamo rivolto alcune domande al presidente della fondazione gabriello mancini. di seguito l’intera intervista.

Presidente Mancini, per la prima volta nella storia, la Fondazione Mps presenta un bilancio di esercizio in rosso e l’annuale bando istituzionale non uscirà nel 2011. Inutile nascondere che queste due notizie hanno destato preoccupazione nella comunità senese. Come si è arrivati a questa situazione? La Fondazione subirà un rallentamento nella sua attività istituzionale? Il disavanzo di esercizio 2010 si inquadra in un contesto finanziario sofferente a livello non solo locale, ma esteso, in cui la situazione senese è solo un tassello di un puzzle più complesso. Nel nostro caso si possono riscontrare due motivazioni principali: il mancato dividendo nell’esercizio 2010 da parte della Banca Mps e l’attuale aumento di capitale della nostra conferitaria. Faccio presente che negli ultimi tre anni i dividendi della Banca si sono ridotti sensibilmente, con questa significativa successione temporale: oltre 376 milioni nel 2008, circa 64 milioni nel 2009, zero nel 2010 e oltre 100 milioni nel 2011. Tutto questo ha comportato la necessità di attingere al fondo di stabilizzazione delle erogazioni. Un fondo creato appositamente negli anni con accantonamenti prudenziali per sopperire ai possibili casi di emergenza e dal quale eventualmente attingeremo in parte per le attività istituzionali 2011. Alla carenza di dividendi si è aggiunta poi la necessità di reperire i fondi necessari per sostenere l’aumento di capitale della banca conferitaria per garantirne l’autonomia e il suo legame con Siena. Al momento di redigere il bilancio

consuntivo del 2010 si è reso quindi necessario un forte accantonamento nel fondo oscillazione titoli per coprire le minusvalenze in corso di vendita di asset, per reperire quanto dovuto a sottoscrivere l’aumento di capitale. Ribadisco, come già affermato durante la conferenza stampa, che per il 2011 non ci sarà il bando ordinario per i progetti di terzi per i quali stiamo valutando forme di sostegno alternative. Favoriremo, seppur con risorse limitate, le necessità del territorio per i settori dello sviluppo economico e del sociale, nonché gli impegni per gli interventi pluriennali. È previsto, inoltre, un contenimento degli stanziamenti dei progetti propri senza comprometterne la loro operatività. Ha affermato in più occasioni la condivisione delle scelte fatte dalla conferitaria e la completa fiducia al management della Banca. Alla luce degli attuali risultati che testimoniano un momento di difficoltà, conferma la validità dell’operato della Banca di questi ultimi anni? La Fondazione ha condiviso e sostenuto le decisioni della Banca e i piani industriali, convinta della necessità di doverne favorire il rafforzamento patrimoniale, tutelando così un bene primario della comunità senese e al tempo stesso continuando a garantirne l’indipendenza strategica, la non scalabilità e il forte legame con il territorio. Compito dell’azionista è quello di dare linee guida, senza ingerenze operative, ma vigilando attentamente. Sottolineo come nell’ultima assemblea la Fon-


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con il territorio e la banca mps dazione ha chiesto alla Banca di tornare in tempi brevi a crescere e a creare valore per gli azionisti, attraverso il recupero della redditività, il contenimento dei costi, il proseguimento della riorganizzazione, la valorizzazione delle filiali e il potenziamento del front office, la riduzione dei tempi di risposta alla clientela e la piena attuazione del piano industriale. Tutti aspetti su cui la nostra Fondazione, in qualità di azionista, continuerà a controllare con attenzione. È evidente che per onorare gli impegni che la Fondazione ha assunto per sostenere l’aumento di capitale della Banca è assolutamente necessario che la banca stessa torni subito a crescere e a distribuire maggiori dividendi. Non chiediamo miracoli, ma la Banca attui prontamente il proprio piano industriale e realizzi subito il nuovo piano operativo. Sono comunque fermamente convinto della validità professionale del management della Banca e rinnovo la fiducia ai vertici della conferitaria, certo che metteranno a frutto le proprie capacità. Quali sono le strategie future della Fondazione Mps? Come pensa di rispondere alle esigenze della comunità? In questo momento di doverosa austerità e di rigore la Fondazione Monte dei Paschi è chiamata a valutare attentamente su come far fronte al suo compito istituzionale di promozione del territorio di riferimento. Le indicazioni per il futuro sono già state illustrate in occasione della presentazione pubblica del documento programmatico annuale. La Fondazione continuerà ad assicurare il rafforzamento della dotazione patrimoniale e del suo valore reale attraverso i maggiori accantonamenti possibili, puntando nel medio-lungo periodo ad una diversificazione del patrimonio, per garantirne nel tempo una costante e stabile redditività. In questo momento di difficoltà saranno privilegiati due settori fondamentali: lo sviluppo economico (e quindi gli interventi in grado di garantire posti di lavoro e crearne nuovi) e il sociale (iniziative per sostenere l’importante sistema di welfare che caratterizza questo territorio).

In ogni caso, confermo che le risorse saranno limitate e serviranno soprattutto a garantire la continuità di interventi già avviati. È una scelta dura, ma deve servire anche a far riflettere tutti che le erogazioni della Fondazione devono essere integrative e non sostituive in un quadro di sussidiarietà. Ecco perché ho invitato ripetutamente a individuare altre forme e fonti di finanziamento oltre alla Fondazione. Mi riferisco in particolare modo alla Regione, al Governo e all’Europa. Il momento richiede uno sforzo collettivo e collegiale e la consapevolezza che per risolvere la crisi occorrerà un impegno da parte di tutti e una concertazione comune. Ci chiarisca meglio il concetto di legame con il territorio: se la Fondazione è scesa sotto il 50%, come riportato nella nota Consob, si presenta il rischio di un’ ulteriore diluizione della quota nella banca conferitaria? Ripeto, la Fondazione detiene il 50,3% delle azioni con diritto di voto – che comprende le azioni ordinarie, straordinarie e di risparmio – e quindi la maggioranza. Il nostro diritto di voto in assemblea straordinaria non viene pertanto penalizzato in alcun modo. In assemblea ordinaria la Fondazione non può avere per legge la maggioranza assoluta delle azioni ordinarie, cosa che evidentemente non aveva neppure prima della vendita dei Fresh. La strada che abbiamo intrapreso per fronteggiare l’aumento di capitale prevede un importante indebitamento. Una scelta da un punto vista economico e strategico determinata dalla volontà di non disperdere un patrimonio della comunità e di difendere l’indipendenza del Gruppo Mps, la sua non scalabilità, il radicamento nel territorio. Il piano di indebitamento che abbiamo sottoscritto prevede un rimborso spalmato su vari anni, flessibile, che non comporta penali qualora decidessimo di estinguere il debito in anticipo, auspicabilmente con il ritorno in tempi brevi ad una significativa redditività della Banca.

al contrario via col vento Roberto Barzanti

Viviamo in compagnia di fantasmi, spesso evocati come le fate buone d’una volta per farci intravedere un futuro radioso. Così, quando si vuol parlare di una questione spinosissima quale il risparmio energetico, ecco sfilare, avvolti nel mistero, concetti che – basta pronunciare la parola – chiudono in sé formule magiche. Qualche giorno fa a conquistare il primo piano è stato il Fotovoltaico. Di tanto in tanto spunta l’Eolico. Dietro a questi termini scientifici e rispettabili si nascondono soluzioni complicatissime. Se i pannelli necessari al Fotovoltaico si disseminano a casaccio sui tetti degli edifici, la rovina del paesaggio urbano sarà inarrestabile. Si son tolte provvidenzialmente le appuntite antenne della televisione, ma se al loro posto nascessero luccicanti lastre vitree, addio Siena, addio Toscana! Se nella nostra campagna sorgessero, come da qualche parte già s’intravede, enormi e arroganti pale la ferita non sarebbe rimarginabile, definitiva l’offesa. Ovviamente non si tratta di opporre un no di principio all’uso delle tecnologie proprie del risparmio energetico. Ma occorre-

ranno fior di progetti: centralizzare gli impianti, piazzarli dove si ritengano compatibili con i valori del paesaggio, valutar bene situazioni e condizioni, misure accettabili e impatto visivo. Si farà? Speriamo. Il fatto è che lo stesso concetto di paesaggio sembra scomparso da lessico comune, come ha fatto notare Salvatore Settis presentando un suo libro in un’affollata sala del Concistoro. Si parla di ambiente e di territorio, ma di paesaggio, del rapporto difficile da salvaguardare tra le forme del passato e le trasformazioni necessarie, non si fa quasi mai menzione. «Far crescere l’impiego del fotovoltaico negli edifici pubblici di Siena per sviluppare le energie rinnovabili è un obiettivo su cui siamo fortemente impegnati» ha detto l’assessore Luciano Cortonesi. «Realizzeremo un piano di fattibilità per capire in quali edifici pubblici potremo collocare nuovi impianti fotovoltaici» ha aggiunto. Bene, ma non basta. Ci vogliono criteri certi e severi per non compromettere o uccidere, in nome dell’Economia, del Fotovoltaico e dell’Eolico, la Bellezza. Quella ancora residua: e non ha prezzo.

immagini e parole della festa

il

PA LIO

Il 3 luglio torna il tradizionale appuntamento nelle edicole senesi con la storica rivista che racconta la

Carriera di Provenzano

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la strada è lunga, il ritiro già vicino

BIANCO NERO

Pagina agina a a cura cura di di Pancrazio ancrazio Anfuso nfuso

L’

estate senza calcio giocato lascia la ribalta alle manifestazioni esotiche, a quelle giovanili, a quelle che si tengono nell’emisfero australe. Spesso si guarda con sufficienza a certe platee, considerate subalterne a quelle europee. Ai mondiali under 17, che si giocano in Messico, l’astro si chiama Suleiman Coulibaly, è nativo della Costa d’Avorio, è un attaccante superprolifico, che segna gol a grappoli (tre addirittura al Brasile) e ha una particolarità: gioca nel Siena. Tra i ragazzini, ovviamente. Coulibaly attrarrà gli sguardi avidi dei procuratori di mezzo mondo, quindi sarà dura riuscire a vederlo all’opera in bianconero. Chissà che Mezzaroma non riesca a farci questo regalo, mettendo sotto contratto il ragazzo, lasciandolo a maturare per un po’ in città. Sarebbe interessante vederlo all’opera sui campi della serie A, magari accrescendo la propria esperienza e il proprio bagaglio tecnico. Il mercato, per il resto, ha superato la boa della risoluzione delle comproprietà e si avvia alla fase più “calda”. Tra qualche giorno sarà tem-

po di raduni. Il Siena ha salutato definitivamente, com’era nelle previsioni, Rosi, Galloppa e Ghezzal, oltre a Brandao, che è finito al Parma. In bianconero arriverà il difensore brasiliano Angelo, mentre si insiste, da qualche tempo, su alcuni nomi. A quello dell’ascolano Giorgi, già in voga a gennaio. A lui si aggiungono Grossi, Valdifiori, Almiron: sembra chiaro che il lavoro principale punta sul centrocampo. Per il portiere, la via che porta a Gillet è lastricata di difficoltà, ma non è da escludere che l’ottimo ex barese possa finire al Siena. Almiron potrebbe essere un nome importante per il centrocampo. Da sistemare c’è il problema-Paolucci, che non è stato risolto nonostante le migliori assicurazioni della Juventus. Un ingaggio importante per un giocatore che non riesce da tempo a concludere qualcosa di buono. Perinetti e Mezzaroma sperano ancora di piazzare il ragazzo altrove. Se non fosse possibile, potrebbe forse provare Sannino a recuperarlo. La strada è lunga, il ritiro è vicino: tra poco si ricomincia a correre.


mens sana già al lavoro si costruisce il futuro

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Pagina agina a a cura cura di di Nicola icola Panzieri anzieri

scouting report le avversarie Minucci aveva avvertito tutti. La principale avversaria sarà Milano. D’altronde, l’investimento fatto su Sergio Scariolo è di per sé una garanzia sulla solidità delle ambizioni meneghine. Sul mercato poi Proli e soci metteranno sul piatto una valanga di soldi per acquisire giocatori con uno status europeo già ben definito. Gli obiettivi? Per il play sembra favorito Omar Cook su Pablo Prigioni, in altri ruoli si parla di Gianluca Basile, Boniface N’Dong, l’altro gemello Darius Lavrinovic e il milgior prospetto italiano, Alessandro Gentile. Cantù invece ha minori necessità di muoversi sul mercato, potendo contare su una solidissima base di squadra, da puntellare in vista delle battaglie d’Eurolega. Sciolto il nodo della conferma o meno di Mike Green, a Arrigoni non resterà che cercare un italiano per allungare la rotazione e un po’ di stazza da aggiungere sotto canestro. Intanto, il colpo ad effetto sembra averlo fatto Claudio Sabatini che, dopo aver strappato ai cugini della Fortitudo coach Finelli (storicamente legato all’Aquila biancoblu) creando non poco scompiglio anche tra i propri tifosi pare vicino ad annunciare il ritorno in Italia nientepopòdimeno che di sua maestà Terrell Mc Intyre. Noi ce lo auguriamo di cuore.

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BIANCOVERDE

I

n pieno stile Mens Sana. Non si è ancora spenta l’eco dei festeggiamenti per la stupenda vittoria nel campionato che Minucci e soci si sono già messi al lavoro per consegnare nelle mani dello staff tecnico la squadra per la prossima stagione. Così, come da consuetudine ormai affermata negli ultimi anni, mentre tutti i contradaioli saranno in trepidazione per le vicende paliesche delle loro contrade inizierà a delinearsi la rosa biancoverde. Su “Radio Mercato” già impazzano le voci che coinvolgono la Mens Sana, che però un colpo – certo – lo ha già messo a segno. Si tratta del rinnovo del contratto del razzente play Bo Mc Calebb che dopo aver fatto stropicciare gli occhi ai tifosi senesi nel suo primo anno, vorrà fare un ulteriore salto di qualità in una stagione si spera finalmente libera da infortuni. Su giornali e siti internet rimbalzano già da qualche giorno le voci di un possibile ritorno del “canguro” David Andersen che, dopo aver dominato in Europa, non è riuscito a trovarsi una nicchia tra i professionisti della Nba. David conosce già l’ambiente senese, che lasciò solo per avere l’occasione (puntualmente colta) di vincere l’Eurolega con il Cska di Messina e sulle sue doti di giocatore c’è poco da dire. Il fatto che probabilmente sarà a Siena a vedere il Palio potrebbe essere più di un indizio. Shaun Stonerook ha detto che continuerà a giocare per un altro anno e poi deciderà cosa fare. Quello che è certo è che la Mens Sana è già sulle piste di un giocatore che possa – ammesso che sia possibile – avere caratteristiche simili a quelle del capitano. Secondo le voci, questo giocatore sarebbestato individuato nell’estone Kristjan Kangur, reduce da un ottimo campionato a Varese. Secondo i ben informati per Kangur sarebbe pronto un triennale con il primo anno ancora a Varese in prestito. Il giocatore (classe 1982) avrebbe quindi già trent’anni al momento di indossare la canotta bianco verde, ma si parla di un investimento su cifre intorno ai 200.000 euro annuali, quindi tutto sommato piuttosto contenuto per le casse biancoverdi. Minucci ci ha ormai abituato ai colpi a sorpresa, quindi chi vivrà vedrà.


tecnologie

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F5

SIENANEWS.IT QUOTIDIANO di siena e provincia pagina a cura di

«N

Rosalba Botta

on ce l’ abbiamo fatta, la forza e la voglia spropositata di migliorarsi ci ha costretto a cambiare veste». È quello che si legge sul quotidiano on line www.sienanews. it, che si avvia a festeggiare il quindicesimo compleanno. Su SienaNews la notizia è ricca di approfondimenti con foto, video e soprattutto i vostri commenti in tempo reale. Non solo sui fatti del giorno ma anche nelle rubriche ricche di approfondimenti: il consiglio giusto per il vostro amico a quattrozampe, il trend modaiolo più di tendenza, le novità direttamente da wedding planner rinomato, i consigli di cucina e ricette, e tanto tanto altro ancora. Ai navigatori faranno compagnia voci autorevoli che commentano e arricchiscono la notizia, ma saranno soprattutto i lettori i protagonisti in una homepage mai scontata. La proposta degli argomenti sarà in base alla rilevanza quotidiana dell’agenda perché la notizia viene prima di tutto. http://www.sienanews.it/ vuole raggiungere i senesi a Siena, ma anche in tutto il mondo. e per restare sempre in contatto con la propria città, presto la newsletter settimanale vi raggiungerà ovunque.

tanti apprezzamenti «SienaNews.it costituisce un riferimento tempestivo e affidabile – così ha commentato Angelo Riccaboni, rettore dell’Università di Siena – per chiunque voglia essere aggiornato su quanto avviene in città. La nuova veste grafica e l’integrazione fra diverse piattaforme comunicative contribuirà a rendere ancor più efficace il prezioso lavoro svolto dal quotidiano on line. Tutti sappiamo che non è facile occuparsi di attualità, specialmente se pressati dall’esigenza di pubblicare in tempo quasi reale. Siena News dimostra che lo si può fare utilizzando linguaggio e toni corretti. Il fatto che questa formula abbia consentito di arrivare ad un traguardo assai ambito nell’informazione on line, quello dei 15 anni di attività, conferma che l’attenzione alla qualità è vincente anche nei settori più difficili e innovativi».

«La rinnovata grafica di SienaNews è davvero innovativa – sono le parole di Franco Ceccuzzi, sindaco di Siena – e rende il vostro prodotto web molto leggibile e di immediata fruibilità.Lo si vede dall’uso delle immagini che raccontano le notizie anche attraverso le emozioni di momenti importanti. Lo si capisce per l’uso del web a 360 gradi che viene proposto nel vostro giornale on line, arricchito da video e SienaNews tv. L’editoria on line ha visto una crescita esponenziale anche a Siena ed è un mezzo molto importante per informare i cittadini in tempo reale. Vediamo in futuro quali saranno le ripercussioni per l’editoria su carta. È comunque fondamentale che Siena sia pienamente preparata alla rivoluzione dell’informazione on line grazie a Siena News. Quest’anno per la prima volta, il Comune ha accreditato al Palio i giornalisti dei quotidiani on line della città, un segno del cambiamento dei tempi». «SienaNews ha accompagnato la Montepaschi – ha dichiarato Ferdinando Minucci, presidente della Mens Sana Basket – in questo anno importantissimo per la nostra squadra. Soprattutto nelle trasferte, insieme a MsbTv, ci ha avvicinato ai tifosi biancoverdi, a coloro che seguono le sorti dei loro beniamini a Siena, in Italia e nel mondo.Le importanti e brillanti novità editorali di SienaNews rendono merito a coloro che operano in questo quotidiano on line che primeggia in questo settore dell’informazione». «Complimenti alla redazione di SienaNews – commenta Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena – per il restyling del portale che ormai da anni ci tiene informati ovunque via web su quanto avviene in città e in provincia, in tempo reale. SienaNews ha il merito di aver aperto la strada ad altre esperienze di informazione locale on line, permettendo a tanti cittadini di avvicinarsi con più immediatezza e semplicità a tutto ciò che avviene sul territorio, dall’attività delle istituzioni agli eventi culturali, dalla cronaca allo sport, che ha sempre trovato nel portale un’attenzione particolare. Oggi tutto questo si

è arricchisce di nuovi contenuti multimediali, moltiplicando le opportunità di condivisione e fruizione da parte degli internauti. Nel mio caso, per esempio, condividendo e commentando sui social una foto, un video, un articolo interessante o una notizia che riguarda l’attività della Provincia. Sapersi rinnovare è fondamentale, nel mondo del web lo è ancora di più. Congratulazioni quindi a tutto lo staff di SienaNews per questo sforzo ben riuscito». «Ho visto nascere SienaNews nella primavera del 1996 – ha dichiarato David Rossi, responsabile Comunicazione del Gruppo Montepaschi – ed ogni volta che apro la homepage del sito per leggere una notizia ripenso a quelle giornate di 15 anni fa. Fu una buona idea perché si trattò di uno dei primi siti di informazione locale on line in Italia, credo il terzo in assoluto, ma soprattutto è stato un importante esperimento agli albori dell’informazione sul web. Ma i siti richiedono impegno, devono essere continuamente alimentati, cambiare ed arricchirsi seguendo l’evoluzione delle nuove tecnologie, non basta progettarli e metterli in rete. Non sempre diventano una storia di successo. Allora mi fa veramente piacere vedere che oggi SienaNews è in buone mani e riconosco il lavoro fatto con capacità e passione. Noto lo stesso impegno che ci avevo messo io all’inizio e ne avrei sofferto se non avesse dato buoni frutti. Complimenti alla redazione».

Tutti i mercoledì è possibile leggere il settimanale free Il Gazzettino Senese nella versione scaricabile in pdf grazie a Siena News. Nella home page del giornale elettronico più letto di Siena e provincia troverete infatti un link che vi permetterà questa operazione.

www.sienanews.it


il mago di oz Ariete

Il Sole e Mercurio in Cancro indicano situazioni da non prendere alla leggera. Lavori molto, ma trova una soluzione se ci sono bambini, degli anziani in famiglia a cui non fa bene il caldo umido della città. Marte sostiene chi opera nel commercio, cerca un impiego. Giove protegge il saldo in Banca. Flirt al decollo: Venere e Marte ti coccolano. Indaffarato

GEMELLI

Scovi ingegnose soluzioni per impostare una grossa trattativa: stavolta l’ultima parola è la tua. A livello produttivo il grafico migliora: nel lavoro badi alla sostanza, meno alla gloria. I carrieristi segnano il passo: Giove in una zona d’ombra è poco benevolo. In amore sei baciato in fronte da Venere. Eros d.o.c. Ingegnosi

LEONE

Facile ti senta privo di quello slancio necessario ad affrontare il lunedì. Consigli? Non strafare, hai già tanta carne al fuoco, oltre alle evidenti scottature sulla pelle che, goloso di sole e di mare come sei, sfoggi con disinvoltura. Marte sostiene gli incontri di lavoro: chi conta nella stanza dei bottoni ti accorda la sua fiducia. Flirt: il dono di Venere. Scottati

BILANCIA

Grazie a Nettuno e Marte veleggi sicuro: la mente è brillante, inoltre trovi avvincente la sfida che intendi raccogliere. Procedi così, sei sulla buona strada. Giove aumenta il fiuto negli investimenti; Mercurio accende confronti coi superiori. Tutti felici in amore: Venere offre calore, molta passione. Brillanti

SAGITTARIO

L’accordo tra Urano e Giove ti aiuta ad uscire dalle pastoie. Con i soci, invece, il muro contro muro continua: Marte è bellicoso. Spostamenti: parti per tempo, guida con prudenza, l’astro rosso non è affidabile. Voglia di birichinate in coppia: Venere ti tenta. Unioni antiquate: come cani e gatti. Prudenti

Toro

Fine mese gioioso: non solo perché la maggior parte degli astri influenza positivamente il campo dell’oroscopo che riguarda le comunicazioni con gli altri, le amicizie, i viaggi, ma sono in arrivo notevoli incassi, il rimborso di somme prestate a parenti o amici. Mercurio, Marte e Giove scortano i tuoi affari. Dolce l’amore, mitici i flirt: grazie Luna. Arricchiti

CANCRO

Ti giungono belle novità da questo fine giugno. Quelle di rilievo parlano di un lavoro su misura per i giovani che, terminati gli studi vogliono rendersi indipendenti dalla famiglia. Ottime offerte si registrano tra chi cerca occupazioni stagionali, tra un anno scolastico e l’altro. La Luna è amica dei single; Nettuno degli innamorati. Fortunati

VERGINE

I cambiamenti nell’aria sono positivi. Gli incontri con un big boss ti aprono nuove strade nel lavoro; se operi con l’estero sei avvantaggiato. Amicizie fresche di data: mostrati sempre nello stato d’animo migliore, c’è del buono. Coppie datate, amori sbiaditi: sotto il fuoco di Venere e Marte. Concilianti

SCORPIONE

Lucidità mentale e potere di sintesi sono invidiabili. Contributi utili al successo che ti offrono le stelle. Mercurio si cimenta nei piccoli e grandi cambiamenti utili nel lavoro, il tempo libero. In certi momenti cambi stile, l’effetto è singolare per le persone che ti amano: Nettuno è adorabile. Fra soci è scontro: Giove è ostinato. Eros. Eclettici

CAPRICORNO

I tassi ti interessano: le stelle non si riferiscono agli adorabili animaletti che vivono nei boschi, ma alle notizie in arrivo dalla sfera economica. Nuovi incentivi stimolano le tue idee: ti stropicci le mani, sai come e a chi proporli. Se ti metti in viaggio controlla il traffico, Mercurio è un diavolo. Serata di coccole: Luna è Plutone si sbaciucchiano. Inventivi

15 –

DA ADOTTARE asia La splendida Asia, un incrocio pastore belga, ha circa 1 anno di età. È stata abbandonata alla fermata dell’autobus a Siena. È bellissima, buona e brava, va d’accordo con cani e con gatti. Si trova a Siena ed è adottabile in Toscana previo controllo pre e post affido, con obbligo di sterilizzazione.

Per informazioni: Cinzia 349 3228057 www.sienadozioni.it anapana.siena.adozioni@gmail.com

FARMACIE

Sabato 02 e Domenica 03 luglio Farmacia Parenti via Banchi di Sopra, 39 0577 288955 giornaliero Farmacia Ravacciano via Lippo Memmi, 24 0577 280515 giornaliero e notturno a chiamata

DISTRIBUTORI

Domenica 03 luglio Q8 Agip Aci (Lcm) Total Total (anche Gpl) Esso

METEO MERCOLEDI

ACQUARIO

Ciò che ti attende dietro l’angolo ha il sapore della sorpresa: il suo gusto è gradevole. Il grafico delle finanze punta al rialzo, sono protetti i cambiamenti che riguardano l’attività: Marte è solerte. In ufficio, nonostante il caldo, sei abile: Mercurio è amico. Artigiani e negozianti traballano: Giove è avaro. Eros e amore ti deliziano. Abili

PESCI

La giornata profuma di cambiamenti: forse soltanto il look, oppure sono i colleghi che ti prendono in giro per il nuovo color gambero prodotto dall’abbuffata di sole e di mare. Mercurio è dalla parte degli imprenditori; Giove non perde di vista chi opera nel commercio, cerca un impiego, anche estivo. Coppie agitate. Single felici. Trasformati

via Peruzzi tangenziale San Marco via Massetana Romana viale Sclavo via Pescaia tangenziale Ruffolo

29

19,3°

31,2°

GIOVEDI

30

18,9°

30,3°

VENERDI

01

13,2°

26,9°

SABATO

02

13,4°

24,6°

11,2°

25,8°

04

14,6°

24,6°

05

15,5°

25,3°

15,5°

25,5°

DOMENICA LUNEDI

MARTEDI

MERCOLEDI

03

06



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