Gazzettino 157 b

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Settimanale gratuito di informazione • Anno IV • numero 157 • Registrazione n. 7 del Tribunale di Siena dell’8 aprile 2008 • Chiuso in redazione il 20 giugno 2011 • Tiratura 8.000 copie • Stampato su carta 100% riciclata con marchio ecologico “Angelo Blu”

È storia

Servizi e foto da pagina 2 a pagina 5


mens sana nella storia È la quinta perla Pagina agina a a cura cura di di Nicola icola Panzieri anzieri

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Siena succede. Parafrasando le magliette sfoggiate dai tifosi canturini (“non succede, ma se succede…”) si può tranquillamente affermare che quello che è successo domenica sera al PalaEstra è storia. La Mens Sana infatti si è aggiudicata il suo sesto scudetto, il quinto consecutivo. Per trovare una squadra che si era aggiudicata sei campionati di fila, bisogna scomodare la Borletti Milano della prima metà degli anni ’50. Un’altra epoca e soprattutto un altro basket rispetto a quello odierno, fatto di ritmi infernali e trasferte massacranti. Il trionfo della continuità quindi. Già, la continuità, quella che caratterizza, non a caso, Cantù, società un tempo nobile, poi decaduta e infine tornata a livelli alti grazie ad un coach emergente e ad un gruppo solido che già lo scorso anno aveva ben figurato. La Montepaschi invece in estate si era trovata a dover ricostruire la squadra, dopo il forzato smembramento del gruppo che aveva dominato in Italia negli ultimi anni (via Mc Intyre, Sato, Eze, Domercant e Hawkins, partenze che avrebbero messo a terra qualsiasi società). Ma la Montepaschi ha mantenuto intatto lo staff (allargandolo, anzi con l’arrivo di Baioni e Danesi) e soprattutto ha saputo mantenere intatta la propria mentalità, vincente perché mette al primo posto il lavoro – continuo e costante – di miglioramento. La delusione per la sconfitta nelle Final Four contro i campioni d’Europa del Panathinaikos è stata piuttosto cocente, perché mai come stavolta c’era stata la sensazione di poter fare il colpo grosso. Questa delusione ci ha fatto forse dimenticare un fatto: questa è la stagione più vincente della storia della Mens Sana. Mai infatti i biancoverdi si erano guadagnati l’accesso alle Final Four conquistando allo stesso tempo il grande slam italiano. Questa volta la vittoria in campionato è arrivata contro un’avversaria finalmente all’altezza. Un’avversaria che l’anno prossimo sarà ancora più agguerrita, al pari di Milano. Sarà quindi una nuova grande sfida per Pianigiani, che ha già promesso battaglia per la stagione ventura.

scouting report zisis Sembrava un incubo: sei minuti e mezzo senza segnare, Cantù che volava su uno 0-10 che cominciava a far tremare persino il tifoso più ottimista. La Mens Sana sembrava soffrire della classica sindrome del “braccio corto” che spesso colpisce chi si trova vicino al raggiungimento di un importante traguardo. Ci ha pensato allora Nikos Zisis, vecchio pirata – vecchio per esperienza, non per età – dei parquet europei a sbloccare una Mens Sana che ha saputo avere la forza di soffrire e incassare evitando una pericolosissima fuga canturina. Proprio questa capacità dei biancoverdi di sopravvivere nelle situazioni più difficili senza farsi travolgere dagli eventi è stata quella che ha permesso alla Mens Sana di portare a casa le partite più complicate. Questa capacità stavolta ha avuto il volto e la classe di questo regista greco, che nell’ultimo periodo ha capito che, a giochi rotti, solo qualche iniziativa personale poteva vincere questa partita e questa serie durissime per tutti.

Il Gazzettino Direttore responsabile: Fabio Di Pietro Hanno scritto: Pancrazio Anfuso, Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Sonia Boldrini, Andrea Cappelli, Martina Cenni, Vanessa David, Claudia Gasparri, Monica Granchi, Maura Martellucci, Nicola Panzieri, Salvatore Valentino.

Fotografie: Fabio Di Pietro Grafica di: Claudia Gasparri Pubblicità: Marilena Masia Tel. 0577 905316 - masia@salviettiebarabuffieditori.com Stampa:

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Registrazione n. 7 del Tribunale di Siena dell’8 aprile 2008


la voce dei protagonisti a mente calda gli uomini che fecero l’impresa Duccio Balestracci

Si parla spesso – a sproposito – di dittatura senese nel campionato italiano. Questo termine negativo utilizzato dai detrattori della Montepaschi ha il discutibile merito di mettere in ombra la vera essenza del dominio senese negli ultimi anni. Quella biancoverde è stata una supremazia tecnica e, soprattutto una supremazia sul piano della programmazione. Ferdinando Minucci è sicuramente l’uomo più invidiato del basket italiano in questo momento, ma spesso i commentatori tendono a dimenticarsi del fatto che ha costruito un gioiello cercando giocatori in quello che viene definito “il sommerso”. Benjamin Eze era un pivot con grandissimo fisico, ma senza arte né parte prima di arrivare a Siena. Mc Intyre è stato preso dopo una sola stagione in Lega A a Reggio Emilia, Romain Sato dopo una sola stagione tra i professionisti, in quel di Jesi in Legadue, Lavrinovic disperso nelle lande desolate di Kazan. Ci potevano arrivare anche gli altri, no? Anche quest’anno non sono stati sconfessati questi principi. Milovan Rakovic ha dimostrato, seppur all’interno di una stagione altalenante, di avere i numeri per poter far bene ai massimi livelli in Eurolega, ma qualcuno lo conosceva prima di quest’estate? Il potenziale da Nba di Malik Hairston era sotto gli occhi di tutti, ma solo Siena ha avuto il coraggio di provare a giocarsi questo potenziale anche negli spigolosi campi di Eurolega, questa è la verità. E poi c’è Simone Pianigiani – ma citando lui intendiamo citare anche tutto lo staff, da Banchi all’ultimo collaboratore – che ha ottenuto risultati miracolosi negli ultimi cinque anni senza mai avere allenato prima una singola partita come capo coach tra i professionisti e allenando, in questo lasso di tempo ben due gruppi nuovi da plasmare nella loro identità. Ha vissuto quest’annata e queste finali con una carica emotiva che gli avevamo visto solo nell’anno del suo esordio Simone, che da sconosciuto è arrivato al livello dei migliori coach d’Europa, tanto da dover rispedire al mittente voci che lo indicavano vicinissimo all’Olympiakos e al Real Madrid: «Io sto bene qui dove sono, nella mia città, a fare il lavoro che amo, a fare pallacanestro insieme alle persone con le quali ho fatto tutto questo fino ad ora. Fino a quando avrò le motivazioni per farlo non ho nessun motivo per andarmene. La stagione è stata veramente massacrante, credo si sia visto anche sul campo che siamo arrivati a queste ultime partite logorati dal punto di vista fisico, come hanno dimostrato alcuni errori inusuali. Però abbiamo mantenuto una mentalità vincente e questo ci ha aiutato a superare le difficoltà». Anche Minucci sprizza felicità, seppur sotto la maschera della sua proverbiale compostezza: «In Italia pensavamo di essere competitivi da subito, anche se magari non a questi livelli, mentre in Eurolega pensavamo fosse necessario più tempo per essere pronti a certi livelli. Su Simone? Lui è sotto contratto con noi e non mi risulta che abbia voglia di trasferirsi. Intanto ci godiamo con estrema soddisfazione quella che è stata la migliore stagione nella storia della Mens Sana».

Gli spettri di gara-tre cominciano a svolazzare sul palasport; la zona di Cantù che non si penetra; i tiri sparacchiati alla bell’e meglio si infrangono sul ferro. Sono passati quasi sette minuti di gara-cinque e il tabellone recita un rotondo parziale di 0-10 a favore dei brianzoli. Markoishvili macina triple e, se i biancoverdi naufragano, si ritorna nella fossa dei canturini, che Bagdad era Disneyland al confronto, con i biancocelesti che, in parità, scenderanno in campo tirati a mille e con i senesi impauriti come leprotti il primo giorno di riapertura della caccia. Poi Zisis comincia a tessere la regia; si risale a 8 punti e il primo tempo finisce con uno svantaggio di 4. In condizioni normali, roba da ridere. In una finale con una squadra come quella di Andrea Trinchieri, roba da far venire i sudori freddi. Perché in cinque partite il trend delle due squadre si è mosso in direzioni totalmente opposte. La Montepaschi, reduce della guerra dell’Eurolega, attinge alle riserve di carburante; quelli di Cantù cominciano con un sonoro -25, ma poi rimettono in equilibrio le cose. Perdono gara-due, ma con uno scarto accettabile; vincono gara-tre; perdono in casa la numero 4, ma sempre con divari modesti che fanno capire che, non solo non stanno calando (come molti all’inizio pensavano), ma, al contrario, che più vanno avanti più entrano in partita. Diciamolo francamente: Cantù è una signora squadra; il loro coach è simpatico come l’orticaria, vittimista e piangìno quanto pochi altri, ma, cavolo se il suo mestiere lo sa fare! Li prepara bene; legge ogni partita con intelligenza; capisce come modulare il gioco e dove affondare il coltello; li motiva; sa trasformare le individualità in collettivo. Mi sa che ne risentiremo parlare del panciutello occhialuto di Cantù... Questo è il quadro quando comincia la seconda frazione di gioco della sera della domenica del Corpus Domini. Ora, però, cambia un po’ la musica. Hairston infila 6 punti, Mc Calleb 4, Lavrinovich (motorino della serata) mette 3 liberi; Stonerook fa una fatica bestia, ma cuce e ricuce stando attento perché ha già un bel po’ di falli sul groppone. Loro, a parte Scekic, poca rumba. 24-24, decreta la sirena dell’intervallo lungo. Il terzo tempo è un po’ meglio gestito dai senesi: si segna col contagocce da una parte e dall’altra, ma la Mens Sana fa esultare per la tripla di Bo, e poi per i tiri dall’area di Hairston, di Zisis, del buon caro Ress che fa un gioco di penombra e poi ti risulta decisivo per vincere un match. E Kaukenas: indomabile capomatto di Kaukenas, che gioca di tecnica e di cuore e ogni tanto fa qualche sbaglio perché il cuore può farti sbagliare, ma ci mette una grinta e una forza di volontà da sbigottire. Le triple di Green e di Markoishvili non bastano: 43-39. Ancora un divario di 4, ma ribaltato. E comincia l’ultimo quarto. Quello in cui i fantasmi che erano andati a far cena ritornano belli satolli e intenzionati a far casino così tanto per divertirsi. Micov non lo ferma nessuno; su Green si spendono falli che si trasformano in punti per loro. Gli altri, poco di che, ma questi due bastano e avanzano. Meno male che Zisis insacca due triple; una la infila Hairston; una Kaukenas. Ma a meno di mezzo minuto dalla fine della partita la forbice oscilla fra -3 e -1. Gli ultimi secondi durano una vita di falli sistematici. Poi, alla fine, a 3 secondi dalla sirena, Markoishvili insacca il primo libero e volutamente sbaglia il secondo. Come voleva lui, a raccogliere il rimbalzo (bestia nera, i rimbalzi, per la Mens Sana, in questa gara) c’è Marconato che ha addosso Ress. Urlano al fallo i canturini, e sarebbe la quasi sicura sconfitta senese o, al meglio, i supplementari. Ma gli arbitri non la pensano così: non c’è fallo e c’è invece l’esplosione delle migliaia del palasport: 63-61! È finita! È finita!. Campioni! Di nuovo campioni. Per la sesta volta. Quinta consecutiva. Cosa che non accadeva dalla preistoria del basket quando i play off non esistevano. È festa grande. Ha vinto Siena. Lo scudetto resta qui. Pianigiani salta come un indemoniato; salta la panchina; salta Minucci; salta Banchi, saltano tutti i senesi presenti. Saltano anche le linee del centralino del CUP: le richieste di visita o ricovero in cardiologia registrano un picco mai visto prima. I fantasmi si sono divertiti, e appollaiati sulle strutture del palabasket, ora, ridacchiano fra sé guardando la fila di scudetti, supercoppe, coppe Italia, final four allineate in alto. Uno di loro, con la manica bianca che simula la mano, fa segno che dovranno stringerli. C’è da ospitare un altro tricolore.


lo spettacolo del tifo “Tranquilli, non succede” recitava uno degli striscioni esposti in curva durante la decisiva Gara 5. Il tifo senese ha vinto ancora una volta il suo scudetto, sul piano dell’ironia, ribaltando in faccia ai tifosi canturini gli slogan da loro coniati per credere nell’impresa, ma anche sul piano della passione. I tanti successi degli ultimi anni hanno infatti portato un certo senso di appagamento, quasi di noia, in una parte del pubblico senese – questo purtroppo va detto – sicuramente non nel pubblico “storico” della Mens Sana.

I ragazzi del Commandos si sono trovati troppo spesso quest’anno a predicare nel deserto di un palazzetto che riusciva a scaldarsi soltanto in determinate partite, ma non si sono persi d’animo. La presenza in finale di un’avversaria agguerrita – per di più una rivale storica – come Cantù ha finalmente fatto di nuovo vedere un PalaEstra infuocato, il palcoscenico che questa squadra merita senza alcun dubbio. Dopo gli ultimi anni poi i tifosi hanno potuto festeggiare nella propria città il titolo. Non è un caso infatti che la

festa organizzata dai tifosi senesi abbia avuto un gran successo. Tantissimi appassionati mensanini infatti hanno sfilato da piazza della Posta fino al Campo, in un gioioso serpentone bianco verde che ha accolto degnamente il pulman della squadra. Molto bello anche il fatto che il sindaco Ceccuzzi abbia aperto le porte del Comune non solo agli artefici di questo storico successo, ma anche ai tifosi che hanno potuto festeggiare e intonare cori insieme ai loro beniamini nel contesto della splendida Sala delle Lupe.


montepaschi, Montepaschi, la cinquina 2007

CON LA VIRTUS

Siena vince con un netto 3-0 e il tecnico è Pianigiani, come per i successivi scudetti. Il giocatore simbolo è Terrell McIntyre.

2008

CONTRO ROMA

È il primo anno delle finali al meglio delle sette sfide. Siena batte Roma 4-1 e il giocatore simbolo è Rimantas Kaukenas.

2009

MILANO KO

Non c’è storia nella finale contro l’Armani Jeans Milano: finisce 4-0 e Terrell McIntyre è di nuovo l’uomo simbolo per la Montepaschi.

2009 2010

2011

La finale è ancora contro Milano e anche questa volta finisce con il cappotto: 4-0. Il migliore per i toscani è Romain Sato.

Nuova avversaria per Siena ma il risultato è lo stesso: con cantù finisce 4-1 e l’uomo dell’anno è McCalebb, Mvp delle finali.

BIS CON MILANO TOCCA A CANTù

città e istituzioni si congratulano Le prime dichiarazioni sono venute a caldo, appena conquistato il sesto scudetto, quinto consecutivo. È il tifoso Giuseppe Mussari, presidente di Banca Mps, che si lascia andare al primo trafelato commento: «Sono contento... come non esserlo? È stata una serie dura e Cantù ci ha dato del filo da torcere. Sono stati molto bravi e anche stasera ci hanno fatto sudare È un’emozione ancora più grande vincere cosi, punto su punto. È un’esperienza che ci mancava». Su parquet, sudato anche lui, il neo sindaco Franco Ceccuzzi. Anche lui si lascia andare ad una breve considerazione: «Sulla scia del lavoro svolto da chi mi ha preceduto, il sindaco Cenni, continuiamo a raccogliere preziosi frutti. Che bella vittoria! L’abbiamo sudata e sofferta ma alla fine l’abbiamo conquistata con il cuore e con la testa. Tanti complimenti a tutti, da Minucci a Pianigiani, dallo staff ai giocatori e ai tifosi che sono stati all’altezza dello spettacolo». Poi tutti di corsa per le foto di rito mentre la festa impazza. Passata la nottata arrivano le felicitazioni degli altri rappresentanti delle istituzioni e della società senese. «È sempre difficile confermarsi ad altissimi livelli nello sport, ma la Montepaschi Mens Sana è riuscita, ancora una volta, a sorprenderci e superare se stessa». È il commento di Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena, che insieme a Marco Saletti, assessore provinciale allo sport, si congratulano per l’ennesimo successo della squadra bianco verde, che ieri si è confermata campione d’Italia battendo 63-61 la Bennet Cantù in gara 5. «Alla società, a tutto lo staff, ai giocatori e allo sponsor vanno i complimenti di tutta l’amministrazione provinciale – aggiungono Bezzini e Saletti – per l’incredibile continuità dei risultati che questa squadra è riuscita a raggiungere negli ultimi cinque anni, frutto di una programmazione che ha saputo guardare lontano». «Oggi – concludo-

no – festeggiamo il quinto scudetto consecutivo e cinque anni di basket da protagonisti nel campionato italiano e in Europa, che ci rendono orgogliosi di una squadra che è stata capace di raccogliere successi partita dopo partita». Non si fa attendere il commento di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, che scrive: «Lo scudetto appena conquistato dalla Montepaschi Basket rappresenta il coronamento di un anno record nella storia della gloriosa società biancoverde. Con Supercoppa, Coppa Italia e terzo posto in Eurolega mai tanti successi erano stati racchiusi in una sola stagione sportiva. E questo in un anno che doveva essere di transizione per i profondi cambiamenti che la squadra ha subito. Il nuovo ciclo parte dunque subito in maniera trionfale e non posso che esprimere le più sentite congratulazioni al presidente Ferdinando Minucci . Alla diplomazia mostrata nella sua carica ha unito la capacità in qualità di general manager, con la sua lungimiranza quando anni orsono diede vita a quel progetto che ha già dato tanti frutti come i sei scudetti conquistati, entrando così nella leggenda della pallacanestro italiana. Un traguardo che è merito di tutto lo staff della società, in primo luogo l’allenatore Simone Pianigiani, e dell’intera squadra, che ha mostrato ancora una volta, al di là delle doti tecniche, una forza interiore, un attaccamento ai colori societari che devono essere di esempio in ogni attività sportiva sia essa a livello professionistico che dilettantistico. E il merito va anche allo sponsor, a Banca Monte dei Paschi, che in tale progetto ha creduto, ottenendone anche un notevole ritorno di immagine. Un successo come quello di domenica non manca di avere riflessi positivi per la città intera e su tutto il movimento sportivo. E per questo esprimo gratitudine a quanti lo hanno reso possibile».


il luogo della settimana le miniere di murlo

TRA CORBEZZOLI E LIGNITE Sonia Boldrini

xxxx Per informazioni su sentieri e passeggiate Associazione culturale di Murlo http://www. murlocultura.com/Ass.culturale.html. Pro Loco http://www.prolocomurlo.com. Treno Natura (http://trenonatura.terresiena.it/ trenonatura2011/treno-vapore.html)

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voi non serviranno le briciole di pane di Pollicino per ritrovare il cammino. Il percorso è andata e ritorno e strada e segnali vi guideranno passo passo lungo il tracciato della vecchia ferrovia della miniera fino a La Befa. Da Murlo, Bandiera arancione dal 2003, con i suoi abitanti dal prepotente DNA etrusco (almeno così sosteneva una ricerca di qualche anno fa), basterà lanciarsi in discesa verso il fondo della valle scavata dai torrenti Crevole e Crevolone per scoprire un piccolo lascito di architettura mineraria del secolo scorso. Le case sono poche ma in perfetto stile villaggio della miniera, quella di lignite che qui è stata in funzione dalla seconda metà dell’800 fino agli anni ’60. Per fortuna da qualche anno il posto è nuovamente abitato, le case dei minatori hanno ritrovato p a -

droni e la strada bambini che si rincorrono. Il sentiero parte da qui, in fondo alla strada, dopo le rovine delle fornaci, e vi guida tra pareti di minerali e boschi di lecci, querce e roverelle, che nascondono alla vista i resti di un tunnel della ferrovia a scartamento ridotto che portava il materiale della miniera a cielo aperto alla più vicina stazione ferroviaria, La Befa. Il punto più divertente del percorso è il bel ponte sul torrente Crevole, la cui struttura forata consente di guardare le acque giù fino in fondo proprio sotto ai piedi, anche ai piedi di quelli che soffrono di vertigini. Quando è stagione, questo è posto da funghi, in basso sui terreni alluvionati dal torrente e in alto, nel fitto sottobosco di ginepri, mirto e

corbezzoli. Per gli appassionati di geologia affiorano qua e là diaspri, rocce dal colore rosso fegato, e calcari balzani e l’ottima segnaletica lungo il percorso risponde a tutte le vostre curiosità su minerali, vegetazione e fauna. Ancora qualche chilometro e sarete a La Befa, con le sue poche case, la stazione sulla Buonconvento-Monte Antico, una fermata al giorno o giù di lì ma anche il Treno Natura con i suoi itinerari, la trattoria famosa per i piatti di cinghiale che una volta richiamavano gente da Siena. Andata e ritorno, dopo con calma potrete rimettervi in strada per tornare a Murlo e alle sue miniere. E se proprio decidete di lasciarvi alle spalle delle briciole, attenti, potrebbe seguirvi il cinghiale per mangiarle.


il personaggio della settimana FRANCESCO FRATI

CHE BELLO SPIEGARE DARWIN Martina Cenni

È stato da poco nominato Prorettore dell’Università degli Studi di Siena, ha partecipato come ricercatore a tre diverse spedizioni in Antartide e veleggiato tra le isole Galapagos per seguire le orme di Charles Darwin. Francesco Frati diviso tra ricerca, insegnamento e gestione dell’Ateneo ci parla degli studi, della

carriera, del nuovo progetto per l’università e del suo percorso “evolutivo” davvero accelerato. Tante cose fatte, tante ancora da fare sempre per la nostra città a cui è legato da tutta una vita. Vive e studia a Siena dove si laurea nell’88 in Scienze Biologiche con il professor Dallai. Inizia quindi un dottorato di ricerca in Biologia Animale con la convinzione, però, che soprattutto per la carriera accademica in campo scientifico sia necessario il confronto con l’estero.

1 DUE ESPERIENZE NEGLI USA Grazie al suo dipartimento fa quindi due esperienze importanti che lo portano tra il ’90 e il ’92 negli Stati Uniti, prima presso il New York Medical College e poi presso l’Università del Connecticut. «Sono state due occasioni di ricerca fondamentali che mi hanno permesso di acquisire professionalità in un campo in pieno sviluppo come quello dell’evoluzione molecolare. L’obbiettivo comunque è sempre stato quello di tornare e iniziare a costruire una realtà di ricerca in questo campo anche a Siena. Così nel ’93 è nato il laboratorio di ricerca di Zoologia Evoluzionistica che compete oggi con i migliori del mondo. La grande soddisfazione è stata quella di aver messo in piedi un gruppo di ricerca di altissimo livello in questo settore e di aver formato giovani che ora mandano avanti il lavoro autonomamente».

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NEL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO La carriera all’interno dell’università è stata veloce e fortunatissima. Frati è davvero «nel posto giusto al momento giusto», quando nel ’94 si apre un posto per ricercatore e vince il concorso. A 29 anni entra quindi nel mondo dell’università e nel 2006, a soli 41 anni, diventa professore ordinario tenendo corsi di insegnamento sia per il corso in Scienze Biologiche, che per quello in Scienze Naturali. Nel 2003 è poi nominato Direttore del Dipartimento di Biologia Evolutiva e collabora tra il 2007 e il 2010 con il preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, incarico che interrompe quando viene nominato, pochi mesi fa, prima Prorettore alla didattica e poi Prorettore vicario.

3 4 LA RICERCA VERA PASSIONE La ricerca rimane comunque la passione più grande, ma da qualche anno Frati si divide tra questa e incarichi gestionali importanti all’interno dell’Ateneo. Il progetto di rilancio dell’Università di Siena passa però per lui anche attraverso la città, “il sistema Siena”. «Sono convinto che Siena mi abbia permesso di fare il lavoro che ho fatto, mi ha dato l’opportunità di fare ricerca, di confrontarmi con il panorama internazionale e di formarmi professionalmente e umanamente. Per il rilancio dell’università occorre quindi puntare sulla qualità della didattica, ma anche sul sistema Siena più in generale. Qui si vive bene, il tenore di vita è elevato e i servizi adeguati. Mantenere, soprattutto all’esterno, (il 45% dei nostri studenti arriva infatti da fuori regione) la buona percezione che c’è di Siena e del suo Ateneo è una sfida che vogliamo vincere».

CON PATRIZIO E SUSY

Nel 2009 ha l’occasione di partecipare ad un progetto lanciato in occasione del bicentenario darwiniano. In quest’occasione Frati con altri ricercatori e professori del dipartimento, si dedica all’organizzazione di un progetto per celebrare il 200° anniversario dalla nascita dello studioso britannico. In collaborazione con l’Istituto Santa Chiara organizza una mostra sull’evoluzione dell’uomo ai Magazzini del Sale, un convegno internazionale dove si cerca di enfatizzare la natura interdisciplinare del concetto di evoluzione, un dibattito al Teatro dei Rozzi, colmo per l’occasione, e l’inaugurazione del Parco Charles Darwin presso San Miniato, realizzato in collaborazione con il Comune, la Provincia e gli studenti dell’Istituto d’Arte di Siena che progettano le sculture per l’arredamento dello spazio verde. È in questo contesto che viene invitato dai Turisti per caso Patrizio Roversi e Susy Blady a partecipare all’avventura di Velisti per caso, poi Evoluti per caso, un viaggio a bordo della barca Adriatica per ripercorrere una parte del meraviglioso viaggio di Darwin nell’America meridionale. «Sono state due settimane bellissime anche perché ho avuto la fortuna di partecipare alla tappa delle isole Galapagos. Trascorrevamo tutta la giornata insieme con gli altri professore e ricercatori, organizzavamo piccoli seminari la sera e parlavamo continuamente di evoluzione, in modo però fruibile al grande pubblico e quindi molto piacevole.»


Invito alla lettur a

PERCHé LEGGERE AMMANITI?

Vanessa David

T

radotto in 44 paesi diversi, Niccolò Ammaniti è uno tra i pochi scrittori italiani così amati all’estero. Un successo arrivato, dopo il 2001, con il romanzo Io non ho paura e giunto fin oggi, attraverso storie che spesso narrano di giovani della nostra Italia e che non si spaventano di mostrarsi crude e efferate. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Marianna Marrucci, studiosa di letteratura contemporanea, perché leggere questi libri che così tanto affascinano nel mondo. Dott.ssa Marrucci Niccolò Ammaniti è un autore che negli ultimi anni si è affermato a livello nazionale e non solo. Si tratta di uno scrittore che agli esordi, mi corregga se sbaglio, è fra quelli definiti “cannibali” ma che poi ha seguito un altro percorso. Sì decisamente. All’inizio della sua carriera il gusto per il sangue e per la violenza erano molto più accentuati, con la pubblicazione appunto all’interno dell’antologia Gioventù Cannibale; ma già da Io non ho paura, pur trattando in maniera toccante una storia crudele del rapimento di un bambino, lo stile evolve e l’autore non descrive più le violenze in quanto tali ma le fa trasparire dagli eventi. Un realismo efferato ma al contempo di grandi emozioni, secondo lei quali sono i segreti del successo? Sicuramente la scelta dei temi, socialmente rilevanti trattati in maniera colta e attenta. Ad esempio il tema ricorrente del rapporto fra il bambino (o l’adolescente) e l’adulto è tanto centrale nella sua opera quanto nella vita di ognuno

di noi; le storie si prestano ad immedesimazione, tanto più che lo stile è adatto a tutti. Questo è indubbiamente un altro motivo di successo: lo stile è lineare, il lessico è fluido, ricco di parti dialogate e privo di sperimentalismi. Dovendo narrare l’incontro di questi due mondi, due poli diversi, il linguaggio è neutro, la semplicità e il realismo diventano il giusto punto d’incontro. Ecco perché si parla di un genere che pur trattando dei giovani non si preclude solo a loro. Infine il rapporto con il cinema è stato fondamentale, e direi ambivalente: un pubblico diverso ma al contempo un genere che si presta molto e che ha già in sé molti aspetti cinematografici che il regista Salvatores ha ben saputo cogliere nei due film che ha girato ispirandosi ai suoi romanzi, Io non ho paura e Come Dio comanda. Secondo lei sono questi temi, trasversali alle nazionalità, che decretano anche il successo all’estero? Probabilmente sì, ma credo influisca tanto anche la formazione dell’autore. I modelli a cui si ispira sono prevalentemente stranieri: tempo fa un gruppo di studenti americani rimase ammaliato da Io non ho pura, credo che vi abbiano trovato dentro anche qualcosa di loro. Perché leggere Ammaniti, insomma, dott.ssa Marrucci? Perché i temi sono interessanti, come dicevo, e lo consiglierei in maniera specifica ai ragazzi. Si tratta di un genere che infatti può affascinare tutti ma mostra proprio di rispondere meglio nei giovani adolescenti al bisogno di relazionarsi con un mondo ancora inesplorato e, perché no, stimolare l’interesse alla lettura.

“io non ho paura”: l’inizio Stavo per superare Salvatore quando ho sentito mia sorella che urlava. Mi sono girato e l’ho vista sparire inghiottita dal grano che copriva la collina. Non dovevo portarmela dietro, mamma me l’avrebbe fatta pagare cara. Mi sono fermato. Ero sudato. Ho preso fiato e l’ho chiamata. — Maria? Maria? Mi ha risposto una vocina sofferente. — Michele! — Ti sei fatta male? — Sì, vieni. — Dove ti sei fatta male? — Alla gamba. Faceva finta, era stanca. Vado avanti, mi sono detto. E se si era fatta male davvero? Dov’erano gli altri? Vedevo le loro scie nel grano. Salivano piano, in file parallele, come le dita di una mano, verso la cima della collina, lasciandosi dietro una coda di steli abbattuti. Quell’anno il grano era alto. A fine primavera aveva piovuto tanto, e a metà giugno le piante erano più rigogliose che mai. Crescevano fitte, cariche di spighe, pronte per essere raccolte. Ogni cosa era coperta di grano. Le colline, basse, si susseguivano come onde di un oceano dorato. Fino in fondo all’orizzonte grano, cielo, grilli, sole e caldo. Non avevo idea

di quanto faceva caldo, uno a nove anni, di gradi centigradi se ne intende poco, ma sapevo che non era normale. Quella maledetta estate del 1978 è rimasta famosa come una delle più calde del secolo. Il calore entrava nelle pietre, sbriciolava la terra, bruciava le piante e uccideva le bestie, infuocava le case. Quando prendevi i pomodori nell’orto, erano senza succo e le zucchine piccole e dure. Il sole ti levava il respiro, la forza, la voglia di giocare, tutto. E la notte si schiattava uguale. Ad Acqua Traverse gli adulti non uscivano di casa prima delle sei di sera. Si tappavano dentro, con le persiane chiuse. Solo noi ci avventuravamo nella campagna rovente e abbandonata. Mia sorella Maria aveva cinque anni e mi seguiva con l’ostinazione di un bastardino tirato fuori da un canile. «Voglio fare quello che fai tu», diceva sempre. Mamma le dava ragione. «Sei o non sei il fratello maggiore?» E non c’erano santi, mi toccava portarmela dietro. Nessuno si era fermato ad aiutarla. Normale, era una gara. — Dritti, su per la collina, niente curve. È vietato stare uno dietro l’altro. E vietato fermarsi. Chi arriva ultimo paga penitenza —. Aveva deciso il Teschio e mi aveva concesso: — Va bene, tua sorella non gareggia. E troppo piccola.

— Non sono troppo piccola! — aveva protestato Maria. — Voglio fare anch’io la gara! — E poi era caduta. Peccato, ero terzo. Primo era Antonio. Come sempre. Antonio Natale, detto il Teschio. Perché lo chiamavamo il Teschio non me lo ricordo. Forse perché una volta si era appiccicato sul braccio un teschio, una di quelle decalcomanie che si compravano dal tabaccaio e si attaccavano con l’acqua. Il Teschio era il più grande della banda. Dodici anni. Ed era il capo. Gli piaceva comandare e se non obbedivi diventava cattivo. Non era una cima, ma era grosso, forte e coraggioso. E si arrampicava su per quella collina come una dannata ruspa. Secondo era Salvatore. Salvatore Scardaccione aveva nove anni, la mia stessa età. Eravamo in classe insieme. Era il mio migliore amico. Salvatore era piti alto di me. Era un ragazzino solitario. A volte veniva con noi ma spesso se ne stava per i fatti suoi. Era più sveglio del Teschio, gli sarebbe stato facilissimo spodestarlo, ma non gli interessava diventare capo. Il padre, l’avvocato Emilio Scardaccione, era una persona importante a Roma. E aveva un sacco di soldi in Svizzera. Questo si diceva. Poi c’ero io, Michele. Michele Amitrano. E anche quella volta ero terzo, stavo salendo bene, ma per colpa di mia sorella adesso ero fermo.


9– Illustrazioni di Valentina Canocchi

nota a margine il buio accecante dei sentimenti Uno è accecante. Assolato come la campagna della Basilicata in cui è ambientato. L’altro è cupo. Buio come la notte piovosa del suo accadimento. Come il cuore dei suoi personaggi. Eppure i due film diretti da Gabriele Salvatores e tratti dai romanzi di Ammaniti sono chiusi insieme come le dita di una mano stretta a pugno. Un pugno che arriva dritto allo stomaco. Io non ho paura, la storia di un rapimento; la storia di un’amicizia vera tra due bambini, il rapito e il figlio inconsapevole del rapitore; la storia di una manciata di esistenze misere, condotte ai margini della vita. Come dio comanda, il racconto di personaggi consumati nell’odio. E nella disgrazia. Il rapporto totalizzante tra un figlio e un padre che, con troppo amore, riesce solo ad insegnare rabbia e disprezzo. L’amicizia con un giovane già piegato da una sorte beffarda e maligna che lo trascina nella follia e nell’abominio. Storie nate spezzate che non possono ricomporsi. Confesso di non aver mai letto Ammaniti. Ma dopo aver visto i film di Salvatores, credo di dover fare ammenda. L’etichetta di scrittore “cannibale” non

Monica Granchi

rende giustizia alla profondità dei temi che l’autore affronta. E altrettanto riduttivo è il ritratto che ci restituisce uno scrittorie di storie contemporanee sull’orlo del baratro, attutite dal nulla che inghiotte la loro caduta; storie raccontate con spietato realismo. Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice, invece, lo è a modo suo, dice Tolstoj in Anna Karenina. Non è così stavolta. Perché se il vissuto di “Quattroformaggi”, tarlato da una malattia mentale dopo un incidente sul lavoro per cui non è assicurato, è diverso da quello di Pino, vinto al crimine da una vita non compresa fino in fondo, senza sbocco né ambizione, uguali sono i sentimenti che muovono i loro giorni e le loro azioni. Lo sguardo dell’autore non si ferma alla carne, forse troppo debole, dei suoi personaggi, ma arriva fino all’osso. C’è qualcosa di ancestrale nella verità e nella profondità di queste umane emozioni. Di queste poche, basilari emozioni. Qualcosa di universale che tocca tutti noi. Lasciandoci inorriditi. Ma anche, come il loro stesso autore, toccati da umana compassione.

tra i campi di grano Stavo decidendo se tornare indietro o lasciarla là, quando mi sono ritrovato quarto. Dall’altra parte del crinale quella schiappa di Remo Marzano mi aveva superato. E se non mi rimettevo subito ad arrampicarmi mi sorpassava pure Barbara Mura. Sarebbe stato orribile. Sorpassato da una femmina. Cicciona. Barbara Mura saliva a quattro zampe come una scrofa inferocita. Tutta sudata e coperta di terra. — Che fai, non vai dalla sorellina? Non l’hai sentita? Si è fatta male, poverina, — ha grugnito felice. Per una volta non sarebbe toccata a lei la penitenza. — Ci vado, ci vado… E ti batto pure —. Non potevo dargliela vinta così. Mi sono voltato e ho cominciato a scendere, agitando le braccia e urlando come un sioux. I sandali di cuoio scivolavano sul grano. Sono finito culo a terra un paio di volte. Non la vedevo. — Maria! Maria! Dove stai? — Michele… Eccola. Era lì. Piccola e infelice. Seduta sopra un cerchio di steli spezzati. Con una mano si massaggiava una caviglia e con l’altra si teneva gli cchiali. Aveva i capelli appiccicati alla fronte e gli occhi lucidi. Quando mi ha visto, ha storto la bocca e si è gonfiata come un tacchino. — Michele…?

— Maria, mi hai fatto perdere la gara! Te l’avevo detto di non venire, mannaggia a te —. Mi sono seduto. — Che ti sei fatta? — Sono inciampata. Mi sono fatta male al piede e… — Ha spalancato la bocca, ha strizzato gli occhi, ha dondolato la testa ed è esplosa a frignare. — Gli occhiali! Gli occhiali si sono rotti! Le avrei mollato uno schiaffone. Era la terza volta che rompeva gli occhiali da quando era finita la scuola. E ogni volta con chi se la prendeva mamma? «Devi stare attento a tua sorella, sei il fratello maggiore». «Mamma, io…» «Niente mamma io. Tu non hai ancora capito, ma io i soldi non li trovo nell’orto. La prossima volta che rompete gli occhiali ti prendi una di quelle punizioni che… » Si erano spezzati al centro, dove erano stati già incollati. Erano da buttare. Mia sorella intanto continuava a piangere. — Mamma… Si arrabbia… Come si fa? — E come si fa? Ci mettiamo lo scotch. Alzati, su. — Sono brutti con lo scotch. Sono bruttissimi. Non mi piacciono. Mi sono infilato gli occhiali in tasca. Senza, Maria non ci vedeva, aveva gli occhi storti e il medico aveva detto che si

sarebbe dovuta operare prima di diventare grande. — Non fa niente. Alzati. Ha smesso di piangere e ha cominciato a tirare su con il naso. — Mi fa male il piede. — Dove? — Continuavo a pensare agli altri, dovevano essere arrivati sopra la collina da un’ora. Ero ultimo. Speravo solo che il Teschio non mi facesse scontare una penitenza troppo dura. Una volta che avevo perso una gara mi aveva obbligato a correre nell’ortica. — Dove ti fa male? — Qua —. Mi ha mostrato la caviglia. — Una storta. Non è niente. Passa subito. Le ho slacciato la scarpa da ginnastica e l’ho sfilata con molta attenzione. Come avrebbe fatto un dottore. — Ora va meglio? — Un po’. Torniamo a casa? Ho sete da morire. E mamma… Aveva ragione. Ci eravamo allontanati troppo. E da troppo tempo. L’ora di pranzo era passata da un pezzo e mamma doveva stare di vedetta alla finestra. Lo vedevo male il ritorno a casa. Ma chi se lo immaginava poche ore prima.

Tratto da Io non ho paura di Niccolò Ammaniti, Einaudi, Torino 2007


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cultura

incontro fra culture si sta svolgendo nei luoghi più suggestivi della città il festival voci di fonte

È

iniziato sabato scorso il Festival Voci di Fonte, che offrirà nella nostra città fino a questo venerdì un intenso programma di teatro, danza, musica, fotografia, premi e incontri nei luoghi più affascinanti della città. Questo evento, ideato e promosso da laLut – Centro di Produzione e Ricerca Teatrale – con il comune di Siena è diventato negli anni un vero e proprio punto di riferimento nel panorama del teatro contemporaneo nazionale. Abbiamo intervistato Angelo Romagnoli, attore e regista, nonché direttore artistico con Gianni Berardino dell’iniziativa. Per chi ancora non lo conoscesse che cos’è Voci di Fonte e come è nato? Voci di Fonte è stata la nostra sfida di portare in questa città una tipologia di teatro non ospitata dai teatri tradizionali, ma per cui si rendeva necessaria proprio una rifunzionalizzazione degli spazi. Ecco perché le Fonti di Pescaia, un anfiteatro naturale, si sono rivelate adatte a questa scommessa “fatta da persone” che negli anni ha significato tanti rischi ma anche un grande successo. Il rilievo è ormai nazionale da tempo e addirittura quest’anno il nucleo centrale è il progetto Playing Identities: Migrazione, Creolizzazione, Creazione, che ha ottenuto il quarto posto nella graduatoria dei progetti finanziati dal Programma Cultura 2007/2013 dell’Unione Europea. Tutto ciò ha generato buoni risultati artistici ma anche scientifici, il Festival non è solo un festival sul teatro ma l’idea è stata proprio quella di

provare a costruire condizioni di dialogo fra arti performative e linguaggi del visivo, mescolando la creazione sulla scena con la riflessione sulle forme della società attuale, per offrire al pubblico uno sguardo intenso sulla contemporaneità. Ecco, quindi quali sono i temi di questa ottava edizione? Identità culturali, creolizzazione e lavoro. L’edizione è dedicata a Edouard Glissant, scrittore martinicano recentemente scomparso che ha incessantemente sostenuto la visione poetica di un mondo creolo in cui i confini potessero essere luoghi di incontro, fusione, ribaltamento fra identità culturali, politiche e sociali in continua traduzione. L’idea è appunto quella di persone e di universi diversi che si trovano a dover negoziare il significato delle cose e delle idee; il tutto è indagato scientificamente con una collaborazione di studiosi provenienti da sette università, ma al contempo dal teatro, dalla fotografia e anche dalla danza. Un evento unico è il progetto L’ala, curato dalla compagnia Balletto Civile, risultato di una performance itinerante in alcuni paesi stranieri che porta in scena un processo creativo frutto del confronto di questi artisti sul tema del lavoro, in relazione all’identità in Europa. Il festival si concluderà venerdì: qualche evento da segnalare ai nostri lettori per i prossimi giorni? Stasera alle 21 alle Fonti di Pescaia la prima nazionale di Teatro Inverso, una compagnia di ragazzi

bresciani, e alle 22:30 la presentazione dei quattro progetti finalisti del Premio Lia Lapini, premio attivo da qualche anno sulla scrittura alla scoperta di nuovi percorsi di ricerca teatrale che considerano il lavoro sulla scena come il momento centrale della creazione artistica. Domani alle 12 al Teatro dei Rinnovati, poi, la proclamazione del vincitore. Sicuramente fra gli eventi più interessanti: domani sera, alle Fonti di Pescaia, lo spettacolo Fabbrica di Ascanio Celestini sui temi del lavoro. Mi preme sottolineare che da quest’anno la fotografia, l’unica forma artistica che riesce a rendere giustizia durevole alle piccole cose di cui è fatto il teatro, ha una propria sezione intitolata Voci di Foto composta da esposizioni fotografiche, workshop ed incontri. Le esposizioni che percorrono gli stessi temi di identità e creolizzazione saranno aperte al Santa Maria della Scala sino al 4 luglio. Che cosa si propone Voci di Fonte per il futuro? La strada non sarà quella del passato sicuramente. Ovvero lo spirito e la volontà saranno sempre gli stessi ma lo scopo è quello di un rinnovamento continuo, finalizzato a fare ancora più teatro rimanendo fedeli ai temi che via via ci prefissiamo. Non a caso venerdì mattina (Santa Maria della Scala, ore 10) faremo proprio un incontro pubblico, promosso in collaborazione con il Festival Contemporaneamente Barocco, sullo stato dei festival nel territorio e sul progetto Festival di Siena, per Siena Capitale Europea della Cultura 2019. (v.d.)


succede in città autopalio, per ora niente pedaggio

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il campo dei miracoli cooperativa impegno sociale: uguali tutti anche nel lavoro a cura di maura martellucci

Per ora non si paga il pedaggio sulla Siena-Firenze. Regione Toscana e Governo hanno firmato, la scorsa settimana, l’accordo sulle infrastrutture stabilendo che i caselli per la riscossione del pedaggio potranno essere istallati solo a lavori ultimati sia per l’ammodernamento della carreggiata, il rifacimento dell’asfalto e la costruzione della corsia d’emergenza. Opere per un totale di 700 milioni di euro. Se ne riparlerà tra un anno, se saranno rispettate le tabelle di marcia per questi lavori. Soddisfazione per il risultato raggiunto è stato espresso dalla Regione, dalle Provincie interessate e da molti sindaci dei paesi che si trovano lungo il tragitto della Siena-Firenze.

È un loro motto: “Uguali in tutto anche nel lavoro”. Impegno Sociale nasce nel 1974, quando i genitori di ragazzi diversamente abili si uniscono per dare ai loro figli l’opportunità di imparare un mestiere e inserirsi nel mercato del lavoro. All’inizio fu una rilegatoria, oggi l’offerta si è ampliata e comprende l’assemblaggio di kit diagnostici; il confezionamento di imballaggi alimentari; lavori di piegatura, incollatura, taglio, spillatura o intercelophanatura; l’imballaggio e il confezionamento di articoli “di cortesia” per le strutture ricettive, la realizzazione di prodotti in cartoplastica. Prosegue poi l’antica attività di legatoria e, per i privati, vengono realizzati anche oggetti artigianali come cornici, portafoto e agendine davvero originali. Tutte queste attività vengono svolte dai venti ragazzi, con disagi psichici o disabilità intellettiva, che frequentano la Cooperativa. Seguiti da un educatore e da alcuni volontari, sperimentano vari modi per utilizzare la loro manualità e imparano a collaborare fra sé. Per informazioni (anche sui competitivi prezzi praticati) rivolgersi a Cooperativa Impegno Sociale, via Lucherini, 12 – Siena (0577281341) e www.coopimpegnosociale.it.

giulio carli segretario del pd cittadino Giulio Carli è il nuovo segretario del Partito democratico di Siena. L’assemblea comunale del Pd che si è riunita giovedì 16 giugno lo ha infatti eletto con il 93% dei voti. Succede ad Alessandro Mugnaioli che è diventato assessore nella nuova giunta comunale. Giulio Carli ha dichiarato subito dopo la sua elezione: «Guidare il Pd cittadino è per me un grande onore e una grande responsabilità. È con grande emozione che voglio ringraziare le democratiche e i democratici che mi hanno accordato la loro fiducia e soprattutto Alessandro Mugnaioli, che mi ha preceduto alla guida dell’unione comunale. Un ringraziamento non

formale ma che mi sento di rivolgergli con stima, amicizia e gratitudine. Alessandro, che aveva ereditato il grande lavoro profuso da Franco Ceccuzzi, è riuscito in questi mesi a far crescere il partito offrendo un’immagine di serenità, con un grande lavoro che è stato e dovrà continuare ad essere un patrimonio per tutti noi. So che ci sarà molto da lavorare. I risultati che otteniamo oggi, a Siena, sono frutto di quello spirito di unità che ha caratterizzato il Partito in questi anni. Sono convinto che sia questo l’elemento indispensabile per governare una comunità così importante e complessa com’è il Pd. Il lavoro da fare dovrà basarsi sugli stessi metodi vincenti

Il

PALIO

immagini e parole della festa

che abbiamo adottato nel passato: ascolto, partecipazione, coinvolgimento, iniziativa. I prossimi mesi saranno cruciali per definire il progetto per l’Italia, e Siena può essere protagonista. Dobbiamo essere capaci di costruire, intorno ai temi più importanti anche di carattere nazionale, la partecipazione dei senesi. La città dovrà vivere tramite noi la dimensione del progetto per l’Italia di domani». Tra i primi impegni a cui è chiamato il nuovo segretario del Pd cittadino, c’è la realizzazione della festa dei democratici in Fortezza, appuntamento non solo politico ma anche culturale che caratterizza l’estate senese.

Il 3 luglio torna il tradizionale appuntamento nelle edicole senesi con la storica rivista che racconta la

Carriera di Provenzano

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palio

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tutti già guardano al ceppo Ormai guardano tutti al Ceppo, alle previste che si terranno da giovedì 23 a sabato 25 giugno. La stagione delle corse di addestramento è ormai alle spalle e l’attenzione dei cavallai, dei dirigenti e degli stessi fantini è tutta rivolta alle previste. Sono già molti i cavalli che sono stati ammessi ma per avere la lista ufficiale bisognerà attendere: lunedì sera scadeva infatti il termine ultimo per presentare la domanda di iscrizione. Ovviamente quando il Gazzettino sarà in edicola la lista sarà stata definita, così come gli orari delle visite. Quest’anno sono numerose le scuderie che hanno buoni cavalli per ambire a correre il Palio: la scuderia di Simone Berni, ad esempio, che presenterà almeno cinque cavalli dell’età giusta. Tra questi Guschione, sauro nato nel 2002 che ha già corso il Palio (16 agosto 2009) nella Torre con Francesco Caria. La sua è una storia mol-

sabato 25 il cencio di Pericoli Le chiarine che accompagnano la presentazione del Drappellone suoneranno nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico alle ore 19 di Sabato 25 giugno. A quell’ora sarà svelato alla città il Cencio dipinto da Tullio Pericoli per il Palio del 2 luglio. Sarà la prima volta che il Sindaco Franco Ceccuzzi presenta un Drapppelone. La descrizione dell’opera sarà fatta da Mauro Civai, direttore del Museo Civico. Nel corso della cerimonia, com’è abitudine, sarà presentato anche il Masgalano 2011, realizzato da Pier Luigi Olla e offerto dall’Associazione “La Diana”. L’opera sarà presentata dallo storico d’arte Marco Ciampolini. La serata si concluderà con il Presidente del Comitato Amici del Palio, Francesco Boschi, che illustrerà il premio speciale, realizzato da Antonio Benocci, per il miglior Tamburino del Corteo Storico del Palio di luglio. Un riconoscimento, questo, a memoria di Giovacchino Mencarini, il giovane e coraggioso tamburino senese, andato volontario, a soli 13 anni nel 1848, per la Prima Guerra dell’Indipendenza Nazionale.

to nota ai contradaioli che si ricordano che nel luglio del 2010, andato in sorte alla Giraffa non potè partecipare alla corsa per un lieve infortunio. Il cavallo ora sta bene è pronto per tornare in Piazza. Con gli stessi suoi colori di scuderia alla tratta ci dovrebbero essere anche Fantastic Light, Nerone Sauro, Licurgo. Ma non mancheranno i nomi più famosi, quelli tanto attesi dai popoli che saranno in piazza a Luglio: da Lampante a Elfo di Montalbo, da Istriceddu a Fedora Saura per finire con Già del Menhir. Grandi movimenti anche per quanto riguarda le monte. Sono molti i fantini pronti a mettersi in gioco, date anche le squalifiche di Francesco Caria detto Tremendo, Silvano Mulas detto Voglia e Federico Ghiani detto Strappo. Ovviamente al centro della giostra c’è Trecciolino: molto dipende da come si muoverà lui e da come muoverà i suoi. C’è molta attenzione anche su Mari e Bartoletti mentre alcune voci danno il rientro di Pusceddu. Intanto il Comune, con l’abituale bando, ricorda che si possono iscrivere alla previsita anche quei cavalli che non sono iscritti all’apposito Albo del Protocollo per l’erogazione di incentivi per il mantenimento e l’addestramento dei cavalli da Palio per l’anno 2011 purché rispondano ai requisiti previsti: ovvero siano cavalli di mezzosangue di origine varia, “meticci” con una percentuale di sangue inglese non superiore al 75% (serve certificazione Unire) e con dati e parametri biometrici determinati. Le previste, come detto, saranno effettuate dalla Commissione nei giorni 23 e 24 giugno 2011 con eventuale prosecuzione, se necessario ed a completa discrezione della Commissione, il giorno 25 giugno 2011.

al contrario senza imitazioni

Roberto Barzanti

La miracolosa moltiplicazione dei Palii è fenomeno sempre più invasivo, irritante per taluni, per altri soltanto divertente. In fondo la moltiplicazione di un nome al quale perlopiù corrispondono patetiche coreografie da sagra pro-Loco non fa che provare l’esemplare centralità d’ un Palio che non teme confronti. E poi sono proprio i senesi a favorire la cosa. Vanno qua e là appena sentono dire palio, eccitati da un minimo sentore del rito prediletto. A Legnano – riportano le cronache locali – ha trionfato l’Atzeni per la Contrada di San Magno. A Ferrara è stata la volta di Francesco Caria per San Giacomo. Vedremo al Palio settembrino e di solito piovoso di Asti che succede. Senza dimenticare Casole, dove si è corso in onore di Sant’Isidoro, contadino e patrono degli agricoltori. O il palio di Fucecchio o quello di Buti, giunto – nientemeno – alla cinquantesima edizione! Un puntuale sito in rete informa che anche a Bientina si è ripresa l’antica consuetudine del palio di san Valentino, giunto alla XVIII edizione, ad opera del fervore irrefrenabile dell’appassionato popolo dei bar. Meglio lasciar perdere. Nell’Italia dei mille campanili e delle rissose fazioni dire palio significa evocare un agonismo a perdifiato, contrapposizioni e contrasti. Ma i segreti del nostro Palio sono due: una strepitosa continuità storica e una giocosa discordia dalle antiche radici. Bisognerebbe non disperdere questo ingrediente, che è poi quello che dà sapore alle passioni e ne nobilita il vigore. Il Palio nostro non è una corsa di cavalli, non teme concorrenza.

Tutti i mercoledì è possibile leggere il settimanale free Il Gazzettino Senese nella versione scaricabile in pdf grazie a Siena News. Nella home page del giornale elettronico più letto di Siena e provincia troverete infatti un link che vi permetterà questa operazione.

www.sienanews.it


palio

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vita di contrada Aquila Circolo Il Rostro – 0577 44749 www.contradadellaquila.com

Giovedì 23 Giugno 2011, dopo l’assemblea generale, assemblea generale del Circolo Il Rostro. Bruco

Drago

Società Camporegio – 0577 40575 www.contradadeldrago.it La Tessere delle prove serali del 29-30 giugno e 1 luglio per il palco piccoli, saranno in vendita nei giorni 22, 24, 27 e 28 presso la società dei Voltoni dalle ore 21.30.

Società Romolo e Remo – 0577 236403 www.contradadellalupa.it Domenica 26 giugno consueto appuntamento alle Fonti con la cena dei cittini del Palio di Luglio. Per prenotazioni segnarsi sul cartello affisso in bacheca di Società. Lo stesso giorno, alle ore 19.30, la Comm. Piccoli si occuperà della vendita delle tessere della terrazza per le prove del Palio di Luglio.

seppe. Ore 22-22.30 coro dei Piccoli Delfini, per i bambini che hanno partecipato alla Rassegna della Canzone Senese nella Giraffa. Rientro 26/06 appuntamento alle 19.00 alla Lizza con il fazzoletto e la maglietta dei P.D. a fiamme. Pantera

Oca

Istrice

Società L’Alba – 0577 286021 www.nobilcontradadelbruco.it Lunedì 27 giugno “Cena dei Protagonisti” riservata a tutti i giovani e giovanissimi che hanno partecipato alle varie attività organizzate. Per le prenotazioni rivolgersi a uno dei seguenti addetti Simona Bacchini (339 3205061), Massimo Frosinini (346 5183829), Costanza Baiocchi (338 2655222) e Antonio Basili (348 8083099) entro il 22 giugno. chiocciola

Società San Marco – 0577 45455 www.contradadellachiocciola.net Sono aperte le prenotazioni per: i posti in terrazza per le prove del Palio di luglio e per i cenini del 29 e 30 giugno per i Piccoli (sotto i 12 anni); entro il 18 luglio per il tavolo messo a disposizione dei Piccoli per la cena della prova generale; per i posti in palco per le prove di luglio per i Giovani ‘96/’98; per il servizio per la cena della prova generale per i Giovani/Piccoli 1996/2001. Prenotarsi con piccoli@contradadellachiocciola.it; Anna 338 9606196 o Elena 347 1468409.

Circolo Il Leone – 0577 47347 www.istrice.org Le tessere della cena della prova generale potranno essere prenotate presso il Circolo Il Leone mercoledi 15 giugno dalle ore 17 alle ore 20 e dalle ore 21 alle ore 23.30. La consegna verrà effettuata mercoledì 22 giugno negli stessi orari. Da lunedì 20 giugno dalle ore 21.30 alle ore 23.30 saranno disponibili le eventuali rimanenze

Società Trieste – 0577 44160 www.contradadelloca.it Per sabato 23 Luglio è prevista un’uscita per assistere alla Turandot a Torre del Lago. Il costo del biglietto, in terzo settore, è di 44 euro a cui andranno aggiunti i costi del pullman. La partenza è prevista nel pomeriggio e il rientro dopo lo spettacolo. Per chi fosse interessato c’è la possibilità anche di cenare al ristorante. Per informazioni e prenotazioni chiamare Elena al 338 4512446 entro il 30 Giugno.

Leocorno

Onda

Società Il Cavallino – 0577 49298 www.contradaleocorno.it Mercoledì 22 giugno e giovedì 23 “Lecomarino”: cene tutto pesce con piano bar nei giardini della Società Il Cavallino.

Società Duprè – 0577 48145 www.contradacapitanadellonda.it Venerdì 24 Giugno 2011 alle ore 18.00 presso la sede della Contrada si terrà la presentazione del libro “Di sacro e profano” a cura di Simonetta Losi. Interverranno Mario Ascheri e Narcisa Fargnoli. 25 Giugno Festa Titolare Ore 16.45 19.00 intrattenimenti nel rione per i bambini di tutte le età . Nel contempo si svolgeranno i battesimi alla fontanina di fronte alla chiesa di San Giu-

Lupa

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Società Due Porte – 0577 48468 www.contradadellapantera.it La presentazione dei restauri delle monture e manufatti tessili antichi, effettuati grazie al contributo della Banca Monte dei Paschi si terrà presso i locali della Contrada giovedì 23 giugno alle ore 18. Selva

Società Rinoceronte – 0577 43830 www.contradadellaselva.it Fino a lunedì 27 giugno in società in prevendita le tessere per i cenini del 29 e 30 giugno. Martedì 28 giugno alle ore 20,30 Cena dell’Asta, le tessere sono già in vendita in Società. Dopo cena si esibirà il Coro di Selvalta. Valdimontone

Società Castelmontorio – 0577 49896 www.valdimontone.it I corsi alfieri e tamburini avranno luogo tutti i lunedi e mercoledì alle ore 16:45, il Sabato alle ore 11 ed alle ore 16.


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siena, prime novità

BIANCO NERO

Pagina agina a a cura cura di di Pancrazio ancrazio Anfuso nfuso

Q

uesta settimana porterà al Siena qualche novità. Perinetti lavora a sbrogliare la matassa delle comproprietà, che orienteranno, in parte, il mercato della Robur: qualcuno andrà via, altri torneranno, altri ancora smetteranno di essere “precari”. Messi i primi punti fermi, con l’ingaggio di mister Sannino e la conferma di Del Grosso, oltre all’allungamento del contratto di Calaiò, il Siena si muoverà secondo le istruzioni dettate dal presidente Mezzaroma. Il quale ha intenzione di impostare una gestione sempre più improntata

a criteri imprenditoriali: l’equilibrio economico-finanziario sarà importante quanto il risultato del campo. Tradotto: c’è da ridurre il monte ingaggi (30 milioni), troppo alto per una società delle possibilità del Siena, che pure non sono poche. Nessuna “piccola” della serie A può vantare uno sponsor importante come la Banca MPS, il che compensa il deficit causato dalle dimensioni del bacino d’utenza. Tre le fasce in cui Mezzaroma ha diviso la rosa: una prima fascia da 500.000 euro d’ingaggio, una intermedia da 350.000, una bassa da 200.000 al massimo. Chi non rientra in questi parametri non fa al caso della Robur. Basandosi su questi criteri, è facile intuire come sia da evitare il ritorno di Ghezzal, giocatore che guadagna troppo, per non parlare di quello di Paolucci, il giocatore più pagato della storia del Siena, che non si riesce a mandare in campo né a cedere. Alla fine della settimana probabilmente si aggiungerà ai punti fermi della Robur 2011/2012 la conferma di Reginaldo, mentre si divideranno definitivamente i destini di Rosi, di Galloppa e di Ghezzal dal bianconero. Ci sarà da sciogliere il nodo-Sestu, da riscattare la metà di Bolzoni e da decidere su alcuni elementi che potrebbero tornare buoni per la serie A: Belmonte su tutti. Si decideranno con calma i destini dei giovani gioielli Mannini e Giannetti, rientrati alla base dopo l’esperienza importante fatta rispettivamente all’Inter e alla Juventus. Giocatori che, se giudicati idonei tecnicamente da Sannino, potrebbero costituire un buon puntello a una rosa che, per forza di cose, dovrà cambiare molto rispetto allo scorso anno.


il mago di oz Ariete

Veleni nell’ambiente: se non dipende dal vostro vicino di casa, fissato con i pesticidi per le piante da giardino, nascono da altro. Per citare dei casi: qualcuno tenta di screditarvi, di ostacolare i vostri piani in gran segreto. La Luna accentua sbadigli e delusioni tra coppie datate. Venere, invece, è dalla parte dei single. Incontri in agenda. Annoiati

GEMELLI

Grandi rivoluzioni nel lavoro: Mercurio a fine corsa è ancora generoso, in ufficio siete abili, precisi; nell’attività che svolgete mietete successi. In carriera la musica cambia: Giove alle vostre spalle non incoraggia la vostra azione. Cresce la felicità in coppia; i single vanno a ruba. Sensualità: la Luna è amica. Capaci

LEONE

Che stress! Certe situazioni non le reggete più, ipotizzate la fuga come via d’uscita. Le stelle, in tal caso, vi consigliano di non inventarvi scuse: siate coerenti ed otterrete il risultato che sperate. Nel lavoro ripartirete da dove vi siete arenati, qualcuno spera di bloccare le vostre manovre. Incontri al vertice. Flirt: il dono di Venere. Fuggitivi

BILANCIA

Quanti pasticci: alcuni amici in coppia sono in rotta, in ufficio c’è chi fa il drammatico, in famiglia ognuno la pensa a modo suo; cose che capitano, quando la Luna è nervosa. Anche la persona che amate, tende ad ingigantire ogni cosa: in questo caso però, la spunterete voi. Gli affari in Italia e all’estero volano. Incasinati

SAGITTARIO

Se siete nel gruppo di chi sta per dare il benservito avete di sicuro le vostre ragioni. Giove promette sviluppi a chi lavora in ufficio: un avanzamento, un bonus in busta paga, sono in dirittura d’arrivo. Pettegolezzi fra amici: fate valere le vostre ragioni, ma senza esagerare. Amore a gonfie vele. Risoluti

Toro

La Luna vi lancia un formidabile trigono: la giornata, cari amici del toro, vi regala tante belle novità. Brillanti, cordiali con le persone che incontrate, vi farete senza dubbio valere in ogni tipo di situazione. Marte vi regala energia, sprint: affrontate senza fatica il peso del lavoro. Giove allarga le prospettive di successo in carriera. Notte d’amore e di coccole. Energici

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DA ADOTTARE artur

CANCRO

Più che un granchio vispo, sembrate uno zerbino. Siete stanchi, giù di corda? Forse avete dei motivi per esserlo, oppure neanche uno, cari amici del cancro, ma la Luna vi rende tristi, cupi. I single volano sulle ali dell’astro rosso. Fra coppie agitate, Venere è astiosa. Nettuno, invece, difende gli amori felici. Abbattuti

VERGINE

Con Mercurio e Nettuno che vi provocano, chissà se la vostra tendenza alla critica va oltre i limiti. Marte sostiene i viaggi di lavoro, di piacere. Giove vi elargisce la sua benevolenza: fate furore in ufficio, in carriera. La Luna è una fata: appoggia le unioni felici, gli innamorati, i single. Affascinanti

SCORPIONE

Qualcuno cambia le carte in tavola, non favorisce i vostri interessi e voi diventate nervosi. Nelle diatribe più complicate se ci sono delle cifre da riscuotere, difendetevi con un accordo scritto. In amore non amate l’abito stretto: non tutte le passioni segrete, i dolci ricatti procedono senza disagio. Flirt: grazie Luna. Nervosi

CAPRICORNO

La Luna nel segno vi dà il buongiorno: siete euforici, ottimisti, ben disposti con tutti. Mercurio promette miglioramenti in ufficio. Per molti il saldo in Banca punta al rialzo; il fiuto per gli affari è all’erta. Notte caliente in coppia, fra innamorati e nuovi incontri per coloro che sono ancora in cerca dell’anima gemella. Positivi

Artur figlio di una cucciolata destinata al canile, è un incrocio labrador-cane da caccia di 6 mesi. Ha un carattere molto dolce ed esuberante. Purtroppo vive in completa solitudine chiuso in un recinto. Per informazioni: Laura 347 4728515 – 0577 563324 ore serali www.sienadozioni.it anapana.siena.adozioni@gmail.com

FARMACIE

Sabato 25 e Domenica 26 giugno Farmacia Del Campo piazza Il Campo, 1 0577 280234 giornaliero Farmacia Vigni via Quinto Settano, 1 0577 50552 giornaliero e notturno a chiamata

DISTRIBUTORI

Domenica 26 giugno Q8 Agip Aci (Lcm) Total Total (anche Gpl) Esso

METEO MERCOLEDI

ACQUARIO

Che rabbia: Marte solleva contrasti in famiglia. Mercurio, invece, sostiene gli imprenditori, i liberi professionisti: aumentano gli ordini, le collaborazioni. La Luna in una zona d’ombra agita le donne di casa. L’amore è protetto da Venere in persona: in coppia, fra fidanzati e single, la felicità è palpabile. Innamorati

PESCI

Brillanti, socievoli, affronterete col piede giusto la settimana: la Luna vi invoglia a uscire, a socializzare con le persone nuove che incontrate. Giove vi assicura tutto il suo sostegno. Venere accende polemiche in famiglia e anche con la dolce metà. La Luna, invece, offre flirt al bacio a chi cerca la sua mezza mela. Socievoli

via Peruzzi tangenziale San Marco via Massetana Romana viale Sclavo via Pescaia tangenziale Ruffolo

22

14,7°

29,3°

GIOVEDI

23

15,2°

29,1°

VENERDI

24

15,1°

26,9°

SABATO

25

13,4°

23,5°

11,2°

24,6°

27

13,2°

22,9°

28

13,5°

24,3°

13,7°

25,5°

DOMENICA LUNEDI

MARTEDI

MERCOLEDI

26

29



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