L’esibizione dei Crytical
stello del Munda, le Chiese e i Cortili. Ma è in Piazza Duomo che la Notte Bianca ha dato il meglio di sé con il Gran Galà che ha tenute incollate per oltre due ore circa diecimila persone. Sul palco si sono alternati momenti di moda e spettacolo presentati da Alessia Fabiani, Alessia Spezza, vestite da R&V moda, Rosa Gargiulo e Roberto Ruggiero con uno smoking di Luigi Liberatore 1960 Abiti da cerimonia. Nel backstage la tiktoker più famosa della città, Jashlyn. E poi, direttamente dal talent di Maria De Filippi, Raimondo Todaro, Francesca Tocca, Nunzio per il ballo e le voci di Calma, Crytical e Aisha che hanno fatto cantare grandi e piccini. La “89 Discoteca “ al Parco del Castello è stata la ciliegina sulla torta. È stata una notte bellissima”, ha commentato Marcello Di Giacomo prima di lasciare la piazza alla musica da discoteca. “Questo ci dà la voglia di rifarla anche a settembre. Cercheremo di dare ancora più servizi e attrazioni. Come ha scritto il quotidiano inglese The Guardian L’Aquila è una gemma nascosta e vogliamo che sempre più persone la scoprano”.
Calma Francesca Tocca e Nunzio
Aisha, Jashlyn e Raimondo Todaro
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COVER STORY
Komen Italia, la più grande manifestazione (del mondo e nel nostro Paese) per la lotta ai tumori del seno. Il debutto come regista arriva nel 2011, con il cortometraggio “Il maestro”, presentato in concorso alla sessantottesima edizione del Festival di Venezia. Decisamente, Maria Grazia Cucinotta ha interessi artistici che spaziano a trecentosessanta gradi, abbracciando l’intera filiera cinematografica e non solo: dallo scorso anno è anche conduttrice televisiva, su LA7, nel programma “L’ingrediente perfetto”. Tra i progetti che ha recentemente sostenuto, c’è il cortometraggio “Milena” – diretto da Stefano Amatucci e prodotto dalla Effezeta System, azienda che con il mondo del cinema non c’entra nulla, ma che ha una mission sociale che vuole percorrere, e Maria Grazia Cucinotta ha dato il suo generoso sostegno, con la partecipazione in qualità di protagonista. Focus narrativo del cortometraggio è il sostegno all’imprenditoria femminile e l’inclusione delle persone con disabilità sui luoghi di lavoro. “Credo che sui luoghi di lavoro non debbano esserci differenze di genere, e le donne – nonostante i tanti traguardi raggiunti – sono ancora oggetto di pregiudizi legati alla produttività e alle competenze. Ritengo invece che vadano costantemente supportate, e le aziende debbano valorizzarne le capacità e il valore”, afferma Maria Grazia. Per quanto riguarda l’altro focus che il cortometraggio ha voluto narrare, l’attrice sottolinea che “la gente pensa che le persone con disabilità non possano fare nulla, non siano capaci di lavorare o impegnarsi in altri ambiti. Le persone con disabilità hanno capacità – talenti – abilità che vanno scoperte e valorizzate. Bisogna accoglierli nei luoghi di lavoro e dare loro l’opportunità di dimostrare quello che sono in grado di fare. Senza pregiudizi”. Cosa c’è nel tuo prossimo futuro? “Continuerò la conduzione de L’ingrediente perfetto, e girerò una serie televisiva, Amoral, tra New York e l’Europa”. Avrai anche nuovi impegni di tipo sociale? “Certo. A settembre riprenderemo la Race for the Cure, da Brescia, proseguendo poi per tutta l’Italia. E continua, naturalmente, il mio impegno con la Onlus Vite senza Paura, soprattutto per contrastare e denunciare la violenza contro le donne”. Instancabile, la Cucinotta conferma la sua prospettiva ampia e variegata sulla vita – il lavoro e gli aspetti sociali, che ci restituisce con generosità e passione.
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LIBRI
alessandra trotta “mass medIa, dalle orIgInI aI temPI del confInamento” Alessandra Trotta è nata a Roma. Decide di sfidare il destino lavorativo diventando Giornalista professionista nel 2012. Collabora da diversi anni al Palinsesto di Rai Radio 1. Abbraccia dal 2017 l’avventura della scrittura pubblicando con Europa Edizioni un libro di poesie “Un amore di poesia”. Nel 2018 pubblica questa volta con la casa editrice Gruppo Albatros il romanzo “Personaggi alla ricerca della pistola fumante” affrontando il tema delicato della violenza di genere. Nel 2019 pubblica sempre con il Gruppo Albatros il romanzo fantasy “ La vera dimenticanza”. Nel gennaio del 2021 con la stessa casa editrice pubblica un libro cosiddetto di inchiesta sulla figura delle donne accennando e riprendendo brevemente un argomento che già aveva trattato: la violenza di genere…il titolo “Donne in e… dentro la storia”. Alessandra non si ferma mai, infatti ha cominciato a collaborare con un giornale online News-24.it. E per non farsi mancare nulla ha iniziato a recensire libri per chi come lei è affascinata da questo mondo. Nell’aprile 2022, pubblica un libro di approfondimento sulla storia dei mass media attualizzando il tema ai tempi del Covid 19. Il titolo “Mass media dalle origini ai tempi del confinamento” di Albatros edizioni. “Mass media, dalle origini ai tempi del confinamento”, di Alessandra Trotta, è un testo argomentativo di notevole interesse, volto ad esporre le caratteristiche dei mass media e a conoscere gli effetti che questi hanno sulla società di massa. Fin dai tempi antichi si è creata l’esigenza di comunicare e di condividere con gli altri esseri umani. Attraverso i secoli e le varie innovazioni l’uomo ha avuto modo di sviluppare le proprie concezioni basate sull’analisi scientifica e quindi elaborare nuovi strumenti di condivisione come: elettricità, libri, giornali, e poi successivamente il cinema, la radio, la televisione per poi giungere in epoca moderna con l’arrivo degli elaboratori elettronici, gli antenati del nostri computer, e la telefonia cellulare. La connessione tra l’informatica e la telecomunicazione ha impresso una svolta decisiva alla creazione dei nuovi media. Internet ha decisamente trasformato il mondo della comunicazione creando effetti sulla società, rivestendo il ruolo fondamentale come informatore, intrattenitore e di conseguenza avente la funzione di influenzare l’utente nelle sue scelte. L’analisi di Alessandra Trotta giunge fino ai giorni nostri,
pandemici e confusi, in cui l’informazione spesso si è rivelata inefficiente e poco attinente alla realtà del momento; il suo elaborato, chiaro e lineare, esposto in modo accurato e dettagliato, è il frutto di un’assidua ricerca coadiuvata da immagini di repertorio. I media hanno cambiato le abitudini quotidiane di un numero sempre maggiore di persone. Divenne per la prima volta possibile, grazie alla radio, la diffusione dell’informazione in “tempo reale”, cioè senza nessun intervallo di tempo tra l’emissione del messaggio e la sua ricezione. Ciò consentì la possibilità di misurare scientificamente la ricezione dei messaggi e diede origine a parecchi studi. Il susseguirsi di innovazioni tecnologiche consentì per la prima volta la riproduzione di contenuti in grandi quantità a basso costo. I media di massa erano (almeno alle origini) basati sull’economia della replicazione lineare: secondo tale modello un’opera procurava denaro in modo proporzionale al numero di copie vendute, mentre al crescere del volume di produzione i costi unitari decrescevano, incrementando ulteriormente i margini di profitto. Se inizialmente con media di massa si faceva sostanzialmente riferimento a giornali, radio e televisione, alla fine del XX secolo, si assiste alla prepotente affermazione di Internet e del computer.
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ho iniziato a scrivere racconti e romanzi. In otto anni di vita nello Yunnan, durante i quali ho lavorato anche come interprete nelle fabbriche, sono venuta a stretto contatto con la gente, ho viaggiato visitando le campagne e le zone di confine alla scoperta di etnie rare e in via di estinzione. Ho intervistato gli indigeni, ho vissuto nelle case dei contadini e ho raccolto testimonianze preziose che ho riportato nei miei libri”. Dal 2011 traduci romanzi di autori asiatici e poi hai aperto Fiori d’Asia Editrice, una realtà editoriale multilingue specializzata in letteratura orientale. Ci racconti il tuo lavoro nelle sue diverse fasi, dalla scelta di un testo alla sua pubblicazione? “Fiori d’Asia collabora principalmente con autori asiatici importanti e pluripremiati. Al loro Paese sono scrittori affermati, molti di loro sono già stati tradotti anche all’estero. Già i loro nomi sono una garanzia. Pubblichiamo la traduzione italiana di opere edite in lingua originale ma anche testi inediti, infatti alcuni autori scrivono apposta per noi, ed è una grande dimostrazione di stima e di fiducia nei nostri confronti. Scegliamo sempre opere letterarie di valore, che rispecchiano la società e la cultura di provenienza, con una particolare attenzione alle tematiche sociali. Il lavoro di traduzione può durare un anno o anche di più, dipende dalla lunghezza del testo. Oltre alla traduzione, in certi casi è necessario anche curare l’opera e queste fasi mi coinvolgono in prima persona. Il lavoro più emozionante è la promozione. Fiori d’Asia crede nei suoi autori e cerca di dare loro la massima visibilità”. Hai ricevuto diversi premi letterari, nazionali e internazionali, quale ricordi con maggiore emozione? “Nel 2016 ho ricevuto lo Standout Woman Award della Regione Lombardia. La cerimonia di premiazione si è svolta nella Sala del Palazzo Pirelli a Milano, davanti alle autorità. Il prestigioso premio mi è stato conferito per essere una scrittrice studiosa delle minoranze etniche cinesi, un’italiana che riporta nei suoi libri la realtà di villaggi inaccessibili e società antichissime che in Cina sono tutelate come patrimonio dell’umanità. Questa motivazione mi rende particolarmente orgogliosa in quanto riassume il mio vissuto, il mio impegno e la mia missione. Nel 2018, a Guiyang, durante il Quinto Congresso Internazionale di Scrittori e di Sinologi, mi è stato conferito il certificato di “Friend of Chinese Literature”, un riconoscimento al mio lavoro e alla costanza nel proporre all’Occidente nuove opere
del panorama letterario cinese”. Ci parli degli ultimi libri che ti hanno vista talvolta protagonista nelle vesti di autrice e, talvolta, in quelle di traduttrice ed editrice? “Il mio ultimo romanzo “Yao”, pubblicato da Fiori d’Asia Editrice e uscito sia nella versione italiana sia in lingua cinese, è arrivato in Giappone grazie alla distribuzione internazionale ed è stato recensito dalla nota scrittrice bilingue Satoko Motoyama, che è rimasta impressionata dalla descrizione fedele e autentica del popolo Yao e dalla mia penna definita “piena di sensibilità e di umanità”. Le parole dell’autrice rispecchiano il mio modo di approcciarmi a culture e a etnie così diverse e lontane, infatti, per poter scrivere queste storie, mi sono sempre immersa nell’atmosfera e nelle tradizioni locali, vivendo da vicino la realtà degli indigeni e avvicinandomi con umiltà e rispetto. Un’altra importante recensione del mio libro è stata scritta dal Professor Ahengdongta, il diciassettesimo depositario e custode dell’antica cultura Dongba di Lijiang. Essendo lui stesso un esponente delle minoranze etniche, ha apprezzato molto i contenuti del romanzo, soprattutto i passi riguardanti il Taoismo, i monaci, i rituali millenari e i culti popolari. La sua approvazione è stata un ulteriore motivo di orgoglio. Fiori d’Asia cerca di espandere i propri orizzonti, infatti ha pubblicato storie cinesi, giapponesi e di recente anche vietnamite. L’ultimo libro uscito ad aprile, “Scene di vita in Vietnam”, è del noto scrittore e regista cinematografico Chu Quang Manh Thang. Come casa editrice internazionale e multilingue, Fiori d’Asia si propone di arricchire il proprio catalogo con opere di autori di spicco provenienti da vari Paesi orientali”. In chiusura, collabori con la China Writers’ Association e con la Japanese Writers’ Association. Quali messaggi culturali porti dall’Oriente all’Occidente grazie alla tua attività letteraria? “Ogni Paese ha una propria cultura e un proprio bagaglio storico - antropologico. Le storie dell’umanità sono simili in ogni parte del mondo, cambiano solo i protagonisti e le ambientazioni. Le guerre, le violenze, il dolore, la diversità e il riscatto sociale sono esperienze che accomunano tutti i popoli, solamente vengono vissute e interpretate in modo diverso in base alla filosofia, alla religione, all’etica e alla mentalità del luogo. Sta a noi scrittori e traduttori letterari riportare nei libri le differenze, le ideologie e le sfumature culturali. I lettori dovrebbero incuriosirsi e ampliare le proprie conoscenze per avere una visione globale che può portare alla comprensione”.
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Recentemente ha vinto il Premio all'Helsinki International Ballet Competition. Proviene da una famiglia di danzatori e questo l'ha facilitato senz'altro ad intraprendere la carriera in questo ambito ma in più ci ha messo un talento eccezionale SPETTACOLO by Alessio Certosa
gIUlIo dIlIgente “In fInlandIa Ballo e mI sento a casa” Si chiama Giulio Diligente e lo scorso anno, giusto per rimarcare il suo prestigio riconosciuto a livello internazionale, è arrivato alla finalissima del Prix de Lausanne 2021. Giulio, sei un giovanissimo danzatore ma che sta già ottenendo immensi successi. Parlaci di come nasce la tua passione per la danza. “Grazie mille per la meravigliosa opportunità di poter condividere la mia storia. La mia passione per la danza nasce in 'famiglia', fin da quando avevo tre anni ho avuto la fortuna di poter coltivare quest’arte. Ho iniziato a intraprendere questa carriera sotto forma di gioco nella scuola di danza dei miei genitori, il Centro Danza 'Diana'. Con il passare del tempo ho imparato ad amare quest’arte sempre di più, insieme a quest’ultima fin da bambino ho coltivato per vari anni un’altra delle mie passioni, il calcio; fino a quando ho dovuto decidere per poter dedicarmi al 100 per cento solo ad uno dei miei due grandi passa-
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tempi. Cosi all’età di 14 anni ho deciso di trasformare questo hobby in un vero e proprio progetto futuro di lavoro, trasferendomi in Portogallo per poter studiare danza a livello professionale nel Conservatorio Internazionale di Danza Annarella Sanchez”. Nasci da una famiglia di danzatori. I tuoi genitori hanno una importante realtà di danza nel campano e anche i tuoi fratelli sono ballerini. Come vivete insieme tutto questo? “Sì, ho avuto sempre la fortuna di avere la strada già 'spianata' dai miei genitori e dai miei fratelli. I loro consigli sono sempre i più preziosi ed i più giusti. Poter parlare in famiglia di quest’arte anche utilizzando termini tecnici facilita molto la comprensione tra di noi in generale. Ho capito la fortuna che avevo in Italia quando in Portogallo vivevo in una famiglia che accoglie parecchi studenti del conservatorio e notavo che quando i miei amici parlavano con le loro famiglie avevano più difficoltà nel far com-
MUSICA by Giulia Bertollini
candlelIgHt QUando le note sI trasformano In fIaBa Cercate un’atmosfera romantica a lume di candela? I concerti Candlelight ideati e organizzati da Fever sono l’occasione giusta Vi troverete immersi in uno scenario da fiaba in cui piccole fiammelle rischiarano la penombra. Noi di GP Magazine abbiamo assistito al concerto dedicato alle colonne sonore dei film di Ennio Morricone. Appena seduti ai posti assegnati, abbiamo contemplato con grande stupore il meraviglioso allestimento del palcoscenico. Centinaia di piccole candele circondavano i musicisti che hanno accolto il pubblico presente esponendo prima di ogni esecuzione la storia del brano con piccoli particolari inediti. Nella serata a cui abbiamo assistito c’era Roberta che ha avuto l’onore e il privilegio di aver lavorato con il maestro Ennio Morricone. La musicista ricorda con grande commozione quell’incontro: “Non era solo un grande musicista ma anche un grande uomo che mi ha insegnato tanto”, ha dichiarato. Fra i quattro musicisti c’è grande intesa e non mancano battute scherzose che però non spezzano mai la magia dell’atmosfera. Non solo musiche di Ennio Morricone ma anche brani disneyani come La Bella e La Bestia, un medley del film “La vita è bella” e in conclusione “My heart will go on”, colonna sonora del film “Titanic”. Il quartetto d’archi J Music Classical Ensemble a grande richiesta di pubblico ha poi concesso il bis della colonna sonora del film “Il buono, il brutto e il cattivo”. Il concerto, della durata di un’ora circa, trasporta lo spettatore in una dimensione onirica. I concerti Candlelight hanno ottenuto un grande successo in diverse città del mondo e ad ogni tappa registra il sold out. I generi spaziano alla musica classica al k-pop, dal punk all’elettronica, dalla musica pop moderna alle colonne sonore, dalla musica anni ‘80 al gospel. Andando ai loro concerti, infatti, potrai avere il piacere di ascoltare sia pezzi di compositori storici, che le canzoni pop più famose al mondo. Riarrangiando pezzi moderni in chiave classica, il loro scopo è quello di avvicinare più persone possibili a questo genere di musica, adattandosi così ai gusti di tutti. Chi come noi ha visto questo spettacolo lo ha definito un’esperienza sensoriale nuova e creativa in cui la musica è protagonista tanto quanto l’ambiente circostante. I concerti Candlelight sono inoltre accessibili per tutte le tasche. Che stiate cercando un’esibizione di musica classica meravigliosamente unica o un’esperienza romantica e intimista, questo concerto fa al caso vostro. E noi garantiamo per voi.
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