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INDIANA JONES E IL TAPPETO ROSSO DI CANNES

Quarantadue anni dopo il primo flm I Predatori dell’Arca Perduta e quindici dopo il quarto Il teschio di Cristallo, torna sullo schermo l’archeologo più amato della storia del cinema, Indiana Jones interpretato da Harrison Ford che il 13 luglio compirà 81 anni. Alla regia, per la prima volta, non ci sarà Steven Spielberg, ma James Mangold già regista di flm molto interessanti come Le Mans 66, Logan, Copland e Ragazze Interrotte Indiana Jones e il quadrante del destino sarà prima presentato al Festival di Cannes – così come era successo anche per alcuni dei flm precedenti - dove Mangold torna a distanza di quasi trenta anni “Nel 1995 è stato un onore per me venire a Cannes con il mio primo flm all’interno della Quinzaine des Réalisateurs ‘Dolly’s restaurant’.” Osserva Mangold “Ventotto anni dopo, sono orgoglioso di tornare con qualcosa di un po’ più spettacolare. Io e i miei leggendari collaboratori come Steven Spielberg e George Lucas siamo davvero entusiasti di condividere con il pubblico una nuova ultima avventura di Indiana Jones.”

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È evidente che la saga di Indiana Jones abbia sempre catturato l’attenzione del pubblico: gli anni Ottanta sono stati fortemente caratterizzati dalla prima trilogia che comprendeva anche Indiana Jones e il tempio maledetto (1984) e Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) in cui la coppia padre fglio Sean Connery – Harrison Ford aveva letteralmente fatto impazzire il pubblico di tutto il mondo. Nei vent’anni successivi più volte si era parlato di un quarto capitolo e c’erano state varie voci riguardo alle ipotesi sul tavolo: da un lato un’altra avventura con Connery, che però, ad un certo punto si è ritirato dalle scene, eppoi una ‘puntata’ legata al tema della fratellanza con Kevin Costner portato a diventare il fratello meno conosciuto di Indiana. Nel 2008 è uscito il meno fortunato Indiana Jones e il teschio di Cristallo con il tentativo, non decollato, di fare cedere il testimone da Harrison Ford a Shia LeBouf attore di talento, ma tormentato che quest’anno abbiamo visto nei panni del Padre Pio di Abel Ferrara. In questo quinto capitolo, invece, troviamo un cast completamente rinnovato a parte John Rhys-Davies che torna per la terza volta nel ruolo di Sallah: Phoebe Waller-Bridge, attrice e autrice nota a livello mondiale per la sua serie Fleabag; Antonio Banderas, Mads Mikkelsen, Shaunette Renee Wilson Thomas Kretschmann Toby Jones e Boyd Holbrook. Oltre ai già citati Lucas e Spielberg nel ruolo di produttori esecutivi a guidare le fla della produzione sono Kathleen Kennedy, che da anni segue tutte le produzioni della Lucas Film a partire dalla saga di Star Wars, Frank Marshall e Simon Emanuel. Il tema di Indiana Jones e la colonna sonora del flm sono composti e diretti ancora una volta da John Williams, collaboratore di Spielberg e Lucas, vincitore di Cinque Oscar e candidato per ben 53 volte alla statuetta ed è il secondo artista con il maggior numero di candidature dopo Walt Disney che ne ha avute 59.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino è ambientato nel 1969: quando l’archeologo come tutti gli Americani, segue la Space Race tra Stati Uniti e Unione Sovietica non senza qualche ‘fastidio’ per il fatto che il governo degli Stati Uniti d’America abbia reclutato ex nazisti per aiutare a battere l’Urss nella corsa allo spazio. Nel frattempo, Jürgen Voller, un membro della Nasa ed ex nazista coinvolto nel programma di allunaggio, desidera rendere il mondo un posto migliore utilizzando qualsiasi mezzo. Ad accompagnare Indiana Jones in questo viaggio intorno al mondo la sua fglioccia Helena.

Una domanda che potrà essere svelata solo dal flm riguarda all’oggetto titolo del flm, ovvero il ‘quadrante del destino’ George Lucas evidenzia di avere sempre insistito afnché ogni flm della serie iniziasse con un manufatto realmente esistito e cercato dagli archeologi “Questo perché ho sempre voluto che la mitologia intorno a questo oggetto colpisse l’attenzione del pubblico.” Spiega il produttore “Nel corso degli anni ho condotto personalmente una lunga serie di ricerche riguardo a quali potessero essere utilizzati e solo pochi hanno risposto alle caratteristiche che mi ero prefssato. La diferenza con i flm che copiano Indiana Jones è tutta qui: inventano sempre qualcosa, in genere, di molto stupido che può essere utilizzato come si vuole. Nei nostri flm, invece, gli oggetti che abbiamo utilizzato, appartengono all’immaginario collettivo e qualcuno ha sempre creduto nella loro esistenza e da cui ne è stato perfno ossessionato. Al cuore delle storie di Indiana Jones c’è sempre un elemento reale. Questo tipo di flm non si basa sulla spettacolarità dell’azione, né – tantomeno – sugli efetti visivi. Noi cerchiamo di realizzare quello serve al flm per raccontare al meglio la storia. In un certo senso ci mettiamo al servizio della trama e dei suoi personaggi e consideriamo gli efetti visivi solo un modo per raccontare la storia. Anche dal punto del ringiovanimento: Harrison è più agile oggi che vent’anni fa, quindi utilizzare la tecnica ha un senso ben preciso.”

Sempre a riguardo del suo personaggio, Harrison Ford aggiunge: “Indiana Jones è un personaggio importantissimo per la mia carriera e avere avuto la possibilità di portarne ancora avanti la storia è stato meraviglioso. Sono quaranta anni che Indiana Jones fa parte della mia vita.” E delle nostre, verrebbe da aggiungere, perché come nota Spielberg “Per anni, io, George Lucas e Harrison Ford ci siamo sentiti rivolgere sempre la stessa domanda. “Quando ci sarà un altro flm?” Personalmente gli unici flm della mia carriera di cui mi viene chiesto un seguito sono stati Indiana Jones e E.T. Nessuno mi ha mai domandato un sequel di A.I., 1941 o Hook…nessuno!”

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