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L’IMPERO DELLA LUCE DELLA

Hollywood

Ba B Ilonia

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di Marco Spagnoli @marco_spagnoli

Il cinema al cinema raccontato da grandi registi

Potrebbe essere un caso, ma – certamente – non lo è se dopo la pandemia con la chiusura obbligata delle sale cinematografche, una serie di registi di primissimo piano sceglie, contemporaneamente, il cinema come argomento principale del loro racconto. Dopo È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino candidato l’anno scorso ecco che i Golden Globe e le candidature all’Oscar obbligano a pensare, primo tra tutti, a quello che Steven Spielberg fa con The Fabelmans, dando vita ad un’autobiografa romanzata, in cui l’emozione di fare flm si sublima in un racconto personale ed intimo riguardo a come il cinema sia, nonostante l’essere stato sconsigliato dal padre, un mezzo fondamentale per l’espressione più profonda della personalità (e del genio…) di uno dei più grandi registi di sempre della Storia del Cinema ovvero Spielberg stesso.

L’elemento autobiografco è poi presente anche nell’indiano The Last Film Show, una sorta di Nuovo Cinema Paradiso in chiave orientale diretto dal regista Pan Nalin autore vent’anni fa del sensuale Samsara, distribuito in Italia da Fandango. Oggi Nalin con The Last Film Show racconta la storia di Samay, un bambino di nove anni che, vive in un remoto villaggio dell’India. Grazie a Fazal, il tecnico del proiettore di una sala cinematografca, è riuscito a trascorrere l’estate guardando diversi flm. Fazal lo faceva entrare di nascosto e gratuitamente, in cambio del suo pranzo. È così che è nata la passione di Samay per il cinema, nonostante suo padre non l’abbia mai approvata. E così come l’alter ego di Spielberg va contro i desideri del genitore, ecco che il bambino protagonista di questo flm, contro il volere del padre, tornando ogni giorno al cinema. Samay capisce rapidamente che le storie diventano luce, la luce diventa flm e i flm diventano sogni. Lui e i suoi amici così decidono di catturare la luce per ottenere una proiezione cinematografca da 35 mm. Ma non sanno che presto saranno costretti a fare scelte strazianti mentre si avvicina un’era per annientare tutto ciò che amano dei loro sogni in 35 millimetri.

Tra i flm sull’importanza e la forza della sala cinematografca, nati nella sala cinematografca c’è anche l’ultima fatica di Sam Mendes, regista di American Beauty, Revolutionary Road e di un paio di 007: l’autore inglese realizza Empire of Light con Olivia Colman, Tom Brooke, Colin Firth, Toby Jones: una storia toccante incentrata sul potere dei legami umani in tempi burrascosi. Ambientato nei primi anni Ottanta all’interno di un vecchio cinema sbiadito in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il flm segue Hilary (Colman), una donna che gestisce il cinema e deve fare i conti con la sua salute mentale, e Stephen (Micheal Ward), un nuovo dipendente, un giovane ragazzo nero, che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve afrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione e sperimentano il potere curativo della musica, del cinema e della comunità. L’era cupa del thatcherismo, il razzismo esploso in Gran Bretagna, la scena punk costituiscono lo sfondo storico contro il quale si staglia rassicurante la sagoma imponente di una multisala con afaccio sul mare, in cui la luce che esce dal proiettore è capace di raccontare storie diferenti e conquistare il pubblico. Un flm anche qui autobiografco dove il regista ricorda la sua esperienza giovanile come maschera in un cinema e le storie umane e personali che si vanno a formare in quel mondo fatto di luce e di poltrone da riempire. Un racconto che celebra la sala cinematografca e il suo mondo, in un’epoca in cui la pellicola e la sua gestione sono celebrate con cura e devozione. Esattamente come nel flm indiano anche in Empire of Light un ruolo importante viene giocato dal proiezionista che, incapace di vivere la sua vita, guarda le esistenze degli altri attraverso il vetro della cabina di proiezione. Dopo La La Land, Damien Chazelle, invece, torna a raccontare il cinema con Babylon di cui sono protagonisti Margot Robbie, Brad Pitt, Tobey Maguire e Diego Calva. Nelle sue oltre tre ore di durata Babylon, ambientato nella Los Angeles del 1926, ovvero quella della Golden Age di

Hollywood appena nata e ancora non sotto controllo per i suoi eccessi. Quando l’industria cinematografca passa dai flm muti a quelli sonori questa innovazione è una rivoluzione che segnerà l’ascesa di nuove stelle e la rovina di vecchie glorie. Seguiamo le vicende personali e professionali dei quattro protagonisti principali: Manny Torres (Diego Calva), un aspirante attore ispano-americano, che all’inizio si deve accontentare di un lavoro di assistente sul set, Jack Conrad (Brad Pitt), un famoso attore, tra i più pagati a

Hollywood, noto per la sua vita privata sregolata, tra feste, divorzi e afari pochi chiari, preoccupato dall’arrivo dal sonoro, che rischia di stroncargli la carriera. C’è poi la conturbante ma insicura Nellie LaRoy (Margot Robbie), destinata a diventare una stella dall’oggi all’indomani. Per lei la vita dovrebbe essere un party senza fne. Il quarto protagonista principale di questa storia è Sidney Palmer (Jovan Adepo) un giovane trombettista jazz che ha l’opportunità di iniziare una carriera nel cinema. Intorno a loro ruotano diversi personaggi, da Elinor St. John (Jean Smart), giornalista specializzata in cronaca scandalistica senza peli sulla lingua, a James McKay (Tobey Maguire) un gangster tossicodipendente in cerca di gloria, da Fay Zhu (Li Jun Li), attrice e cantante spesso protagonista delle sfavillanti serate hollywoodiane, a Irving Thalberg (Max Minghella), uno dei più noti produttori cinematografci degli anni 20 e 30, unico personaggio del flm realmente esistito.

Da non dimenticare, poi, il discusso Bardo, diretto da Alejandro Gonzales Inarritu, una sorta di 8 Mezzo del regista messicano pluripremiato agli Oscar che rifette sul senso della vita e del cinema in una storia forte e piena di emozioni già disponibile su Netfix.

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