2 minute read

Ski area Pejo Plastic Free

Quando il marketing sposa l’ambiente g

li ultimi studi scientifici ci dicono che ogni anno finiscono in mare più di otto milioni di tonnellate di plastica. In questo modo, si stima che entro il 2050, negli oceani, ci saranno più detriti di plastica che pesci. Una previsione allarmante che dovrebbe fra riflettere, anche in considerazione che non tutti hanno ancora acquisito la piena consapevolezza del grande rischio che stiamo correndo e della necessità di limitare l’uso della plastica in ogni ambiente. Lo sanno bene gli impiantisti della valle di Sole che per sensibilizzare turisti e visitatori, a questo problema, hanno avviato ancora nel 2019 l’iniziativa “Ski area Pejo Plastic Free”.

Advertisement

La scelta di dire addio alla plastica nei rifugi della “Ski area” -la prima al mondo che mette al bando i materiali plastici monouso- ha prodotto una vasta eco in campo internazionale e innescato un processo virtuoso che nel tempo ha coinvolto anche molti esercizi esterni al comprensorio sciistico, situato nel Parco nazionale dello Stelvio.

Pejo3000 oltre ad essere stata la prima a mettere al bando i prodotti in plastica, ha destato, in termini di marketing, una forte attenzione tanto da comparire come esempio su molte testate nazionali ed internazionali: un successo non immaginato e non previsto.

A Simone Pegolotti, direttore di Pejo funivie, chiediamo come sia nata l’idea di proporre questo progetto pilota, poi adottato da molte altre realtà italiane. L’iniziativa è partita da tre persone: il direttore dell’Apt Fabio Sacco, la nostra addetta stampa Martina Valentini ed io. Un giorno ci siamo detti: siamo nel parco nazionale, si continua a parlare di sostenibilità ambientale, noi che cosa possiamo fare? Da qui è nata l’idea di lanciare una campagna per l’eliminazione della plastica monouso.

Ci spiega meglio di cosa si tratta?

Una sorta di protocollo che è stato sottoscritto da tutti in cui sono stabilite determinate regole. Si tratta in sostanza di una decisione concordata da più enti operativi per preservare il nostro bene più prezioso: la natura, l’ambiente in cui viviamo. Il progetto “Pejo Plastic Free” attraverso la definizione di buone pratiche ecosostenibili, si propone obiettivi e traguardi secondo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile redatta dall’Onu. Un’iniziativa che oltre all’immagine e al marketing, ha anche un aspetto educativo, perché questa è una realtà turistica che ha, tra i propri punti di forza, il fatto di essere tra le più adatte alle settimane bianche delle famiglie e di chi ha figli che stanno imparando a sciare.

L’idea è stata subito ben accolta?

In termini di marketing certamente perché la stampa ha dato ampio rilievo: l’Ansa l’ha ampiamente diffusa, quindi è stato un successo. L’evoluzione è stata poi quella di condividerlo con le strutture ricettive della valle di Pejo, circa l’80% ha aderito al protocollo e hanno il marchio “Plastic free”.

Come siete partiti?

Attraverso una comunicazione chiara e semplice. Abbiamo fatto dei pannelli informativi diffusi utilizzando lo stratagemma di citare alcune frasi celebri come quella di Dante Alighieri “Lasciate ogni plastica o voi che entrate”, o di Martin Luther King “I have a Green Dream”, declinandole insomma a questo scopo. In tutti i rifugi c’è inoltre una grafica dedicata.

Il turista percepisce questo invito?

Sì, percepisce subito il messaggio anche grazie all’infografica predisposta, si abitua subito alle norme e non si lamenta. Anzi direi che spesso si sorprende favorevolmente.

This article is from: