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Siamo sostenibili?
Semplici regole per diventarlo
Giovanna Parentera
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Responsabile Amministrativa Gestor il concetto di sviluppo sostenibile, ossia di uno “sviluppo che sia in grado di rispondere alle necessità delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie” (definizione proposta nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite Ndr ), è ormai profondamente radicato nelle politiche internazionali. Uno snodo cruciale in tal senso è stato rappresentato dall’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo Sostenibile. L’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, Agenda ONU 2030 è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030 Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene monitorato attraverso i Goal, i Target e oltre 240 indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali. I 17 Goals dell’Agenda Onu 2030 riguardano
5 grandi aree di interesse comune ai Paesi che l’hanno approvata:
■ Persone . Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza.
■ Prosperità . Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura.
■ Pace . Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
■ Partnership . Implementare l’Agenda attraverso solide partnership.
■ Pianeta . Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.

Il settore del turismo figura tra i 17
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. Si parla soprattutto degli obiettivi 8, 12 e 14 dell’Agenda ONU:
■ Il Goal 8 afferma che bisogna “incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”. Il turismo partecipa alla crescita economica globale con 1 su 11 posti di lavoro nel mondo. Il target 8.9 lo attesta a chiare lettere: “Entro il 2030, elaborare e attuare politiche volte a promuovere il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali”
■ Il Goal 12 afferma che è necessario “garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”, specificando nel target 12.8.b di “sviluppare e applicare strumenti per monitorare gli impatti di sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali”.
■ Il Goal 14 asserisce che bisogna “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”, come ripetuto durante la recente COP23 a Bonn la cui Presidenza era affidata alle Isole Fiji le quali, al pari degli altri stati insulari, risentono pesantemente degli effetti del cambiamento climatico. Il target 14.7 afferma infatti: “Entro il 2030, aumentare i benefici economici derivanti dall’uso sostenibile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati, anche mediante la gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo”.

Il settore del turismo sostenibile è in progressiva crescita e sono sempre di più gli hotel che abbracciano questa nuova tendenza. La strada da fare è ancora tanta ma, tra vere e proprie ristrutturazioni, progressivi cambiamenti e piccoli accorgimenti riguardanti i consumi e i servizi offerti, ci si aspetta che l’ecoturismo diventi in futuro una realtà sempre più consolidata. Si spera, inoltre, che sempre più strutture ricettive vengano costruite seguendo criteri e accorgimenti ecosostenibili e che ad aumentare siano anche gli incentivi riguardanti questo settore, nonché ovviamente la richiesta da parte dei viaggiatori. Ma quali requisiti deve possedere un hotel per essere considerato ecofriendly ?
1) Struttura sostenibile e utilizzo di energie da fonti rinnovabili Costruzione secondo i criteri della bioedilizia e della bioarchitettura . In pratica, la struttura per essere “green” dovrebbe essere stata realizzata con materiali non inquinanti e facili da smaltire. Sul fronte del risparmio elettrico, dovrebbe sia avere isolanti termici naturali integrati, sia fonti 100% rinnovabili di energia (ad esempio i pannelli fotovoltaici) sia di energia termica (quali i pannelli solari), oltre ai rilevatori di presenza nelle stanze per regolare e minimizzare il consumo di energia elettrica.
2) Risparmio idrico Combattere lo spreco dell’acqua è uno degli impegni di fondamentale importanza nella gestione di un ecohotel.
3) Arredamento ecocompatibile e a basso impatto ambientale
L’eco arredamento consiste nell’utilizzo di mobili e oggetti di arredamento fatti con materiali naturali, quali legno non trattato e cartone pressato, che siano non solo riciclati, ma anche riciclabili.
4) Riduzione degli sprechi e delle sostanze inquinanti
Per essere 100% ecosostenibile un hotel deve innanzitutto essere plastic-free; questo vuol dire, ad esempio, sostituire i contenitori monodose di saponi con i dispenser o ricorrere a distributori di alimenti per succhi e cereali della prima colazione. È importante, poi, acquistare solo prodotti ecologici per la pulizia e utilizzare carta riciclata (dalla carta igienica al materiale cartaceo informativo).

5) Raccolta differenziata
La differenziazione dei rifiuti non deve essere presente solo nelle aree dell’hotel riservate al personale o agli ambienti comuni quali hall e giardini, ma anche all’interno delle stanze, con appositi cestini. Oltre a fare la raccolta differenziata si può ridurre l’impatto ambientale scegliendo materiali non inquinanti e non “usa e getta”.
6) Lotta agli sprechi di cibo
Anche la ristorazione all’interno della struttura alberghiera deve adeguarsi a regole per la salvaguardia dell’ambiente. È importante che le porzioni non siano troppo abbondanti, così da non produrre troppi avanzi di cibo.
7) Menu biologico e possibilmente a km zero
La scelta di alimenti freschi, naturali, stagionali, biologici e a km zero è fondamentale. Privilegiare questo tipo di alimenti è una scelta ecologica, ma anche un modo per valorizzare e far conoscere il territorio e per favorire il benessere dei clienti.
GESTOR e la sostenibilità
Come gruppo d’acquisto e come azienda anche GESTOR è impegnata in una strategia di sviluppo sostenibile. Per la Cooperativa, la sostenibilità è considerata un processo di trasformazione continua che coinvolge l’intera rete aziendale: dalla selezione dei prodotti e dei fornitori ai comportamenti etici dei collaboratori. L’ambizione di Gestor è creare un modello produttivo sostenibile che si concretizzi in prodotti perfettamente integrati all'interno dell'economia circolare ed in servizi sempre più efficienti nel garantire soluzioni sostenibili ai soci.
In questi giorni si sta lavorando per implementare l'area statistiche, già accessibile ai soci con le proprie credenziali. Il socio avrà la possibilità di visionare tutti i prodotti bio ed eco-sostenibili acquistati ed avere così la possibilità di rendicontare meglio gli aspetti legati alla sostenibilità della sua azienda, avere la possibilità di stilare un report integrato dove gli aspetti non finanziari sono contenuti nello stesso documento di quelli finanziari ed approcciarsi alla pubblicazione di una dichiarazione non finanziaria ossia il bilancio, appunto, di sostenibilità.
Perché il Bilancio di Sostenibilità ?
Attraverso il Bilancio di Sostenibilità l’azienda rendiconta tutto ciò che nel corso dell’anno solare è stato fatto in tema finanziario, ambientale, di risorse umane, welfare e governance. Il bilancio di sostenibilità è uno strumento di reporting che prende in considerazione gli impatti, non solo economici, ma anche sociali e ambientali dell’attività di una organizzazione e contemporaneamente tiene in considerazione anche le aspettative degli stakeholder. La redazione di un Bilancio di Sostenibilità diventerà un obbligo di legge dal 2026, ma con i dati riferiti all’annualità 2024.



